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raccontidialiantis · 7 months ago
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L’amore che ci lega
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Non posso fare a meno di sniffare, odorare e leccare tutto ciò che ti riguarda. Anche adesso che siamo assidue amanti in segreto. Io, la studentessa del quarto piano e tu, la quarantenne manager in carriera divorziata della mansardina. Ti lecco e annuso ovunque. L’attrazione sessuale ha moltissimo a che fare con odori e sapori del corpo della persona amata. Se ne ha un gran bisogno. Il tuo odore mi serve per ritrovarti tra la folla, in un pub o al supermercato sotto casa. Per capire se sei passata dove io sono in quel momento. O come surrogato del sesso quando non ci sei. Perché ti cerco di continuo. Mi urgi sempre. 
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Ed è solo colpa tua: mi sono innamorata di te a prima vista. Da quando mi sono trasferita qui per l’università e tu m’hai invitata a cena la sera stessa. Non ero mai stata con un’altra donna, prima di questa storia folle. E tu dopo un po’ di tempo me l’hai fatto sembrare così naturale, che non mi sono resa conto di cadere man mano nella tua infallibile rete. Fatta di seduzione, giochi intellettuali raffinatissimi, sguardi, carezze, sottintesi e baci sempre più arditi e frequenti. Le settimane passavano e a un certo punto, durante il giorno hai semplicemente iniziato a mancarmi: ovunque fossi, qualsiasi cosa stessi facendo, non vedevo l’ora di tornare a casa. 
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Per vederti, per avere un qualche contatto con te. Anche se magari ero fuori con degli amici simpatici e giusti per la mia età. Una vera ossessione d’amore. E poi volevo disperatamente provare il rapporto fisico con il tuo corpo slanciato e perfetto. Sognavo le tue bellissime labbra sulle mie, anche se tu nel primo periodo di studio reciproco, al momento del commiato m’avevi dato sempre solo un bacio sulla guancia. 
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Che in verità, progressivamente nei giorni s’è prolungato. Per poi trasformarsi in una evidente e gradita leccata fino al collo, ove diventava un succhiotto di pochi secondi. Cose di tua lunga esperienza, che m‘accendevano di desiderio e mi facevano inumidire la fica. Tornavo a casa regolarmente stordita, pensando a te. Ogni sera, mentre mi leccavi rapida e sicura di te, io mi ti stringevo un po’ di più. Sperando che tu osassi molto altro. Perché io proprio non avevo il coraggio di andare oltre il nostro rapporto amicale e intimo.  
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Dopo pochi giorni dalla nostra conoscenza, ho iniziato ad avere dapprima semplice e genuina curiosità, poi un desiderio grande e sempre più intenso delle tue intimità. E quando ti venivo a trovare, mi sono sorpresa quasi senza accorgermene a chiudere gli occhi e odorare i tuoi golfini e i foulard che lasciavi sparsi in giro per casa. Lo faccio ancora, in verità. 
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Confesso ora pubblicamente anche di aver commesso una scorrettezza. E che Dio benedica il momento in cui l’ho fatto: una sera, dopo cena t’ho rubato un reggiseno e uno slip dal cesto dei panni sporchi. Per il puro gusto di portarmeli a letto e annusarmeli da sola, pensandoti e masturbandomi. Non si dovrebbe fare, ma dentro la mia mente e le mie zone erogene iniziava la forte necessità di te.
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Del furtarello ti sei accorta la sera stessa, perché dovevi fare una lavatrice. M’hai mandato subito un messaggio molto educato:
“ehi, bamboletta: per caso avessi preso per sbaglio un mio coordinato intimo dai panni sporchi? Se ti piaceva così tanto, potevi semplicemente chiedere: non credi? Ma tranquilla: continuo ad avere stima di te e a volerti bene. Baci baci.”
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Avrei voluto morire! Non sapevo come uscirne fuori, cosa risponderti. M’hai tolta d’impaccio tu, venendo a casa mia direttamente. Ho sentito il campanello, ho aperto e il mio cuore è impazzito: eri profumata e sensuale da mozzare il fiato. Sei entrata e io non avevo il coraggio di guardarti in viso. Tenevo gli occhi bassi. Tu mi ti sei piazzata davanti, hai sollevato il mio mento con due dita e m’hai detto a voce bassa e guardandomi fissa negli occhi: “sai che quando hai le guance rosso fuoco e sei imbarazzata mi fai morire, bambina dispettosa?” 
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Poi senza avere alcun dubbio in merito, sapendo ormai di andare sul velluto, m’hai baciata: un bacio che è durato forse buoni dieci minuti. Mi manovravi decisa, forte e sicura. Mentre mi infilavi le mani dappertutto e io non riuscivo a fermarle. Anzi: desideravo che entrassero più a fondo, ovunque tu volessi. La tua lingua comandava, scavava dentro la mia bocca. 
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Era padrona. Io la accoglievo e cercavo a mia volta di annodare le nostre lingue in un gioco stimolante ed eroticissimo, molto intimo. Le tue labbra sapevano di miele e di purissimo peccato. Non ero ancora esperta delle schermaglie tra donne; perciò mentre ci baciavamo e tu mi frugavi, mi sono limitata ad accarezzarti il viso e tenerti il capo, piangendo di felicità. Ma non staccavo la mia bocca dalla tua. Non volevo altro dalla vita, in quel momento.
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Tu dopo poco ti sei finalmente tolta il cappotto; sotto avevi una gonna ampia, che hai tolto in due secondi: avevi le autoreggenti senza gli slip. T’eri fatta bella da morire, per la nostra prima volta. Ti sei seduta, m’hai fatto cenno di inginocchiarmi davanti a te. Uno di quei comandi impliciti che non ammettono dinieghi. Ma anche io non volevo che quello. Quindi, decisa, a gambe ben larghe, sì da farmi osservare a lungo e chiaramente la cosa più bella e desiderabile che io abbia mai visto, hai preso la mia testa e l’hai tuffata tra le tue cosce, tenendo la tua mano ferma sulla mia nuca e premendomi contro di te. 
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Respiravo il tuo odore intimo molto aspro e forte. Finalmente. Ti assaporavo per la prima volta. Era la nascita della mia dipendenza fortissima da te. Quasi avevo un orgasmo, dalla contentezza. Mi hai detto: “sai, è veramente stupido annusare e leccare il mio intimo, quando invece puoi avere direttamente l’originale a tua disposizione! Ora stupiscimi: leccami, sbocconcellami, fammi venire. Voglio godere della mia ragazzina viziata preferita.”  Sono stata così, incollata al tuo inguine, per almeno mezz’ora. Il mio viso era tutto bagnato, totalmente coperto dal tuo miele. 
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Godevi. Gemevi piano, muovevi i fianchi in mille modi, per farmi entrare meglio con la lingua e per offrirti tutta a me. Ti piaceva. Mentre ti mordicchiavo dolcemente, ti leccavo e succhiavo, perché ormai ero pazza d’amore per te. Non so come, ma sono riuscita anche a togliermi i vestiti di dosso: volevo essere completamente nuda e offrirmi a te tutta. Umile e folle di te. Pronta a tutto. Infine, strusciavo tutto il mio corpo contro la tua passera, per bagnarmi e ricoprirmi del tuo amore. Per farti marcare il territorio. Tu sorridevi, contenta e vincitrice. E continuavi, generosa, a venire e a regalarmi così il tuo miele. Sei abituata a ottenere tutto, dalla vita. 
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Tra l’altro, appena denudata, la prima cosa che ho fatto è stata cercare di infilare un mio seno nella tua fica. Era molto che desideravo fartelo. Tu hai iniziato a ridere contenta e mentre la contraevi, per cercare di trattenere il mio capezzolo turgido, m’hai detto: “ah, ah: vedo che non ti manca l’inventiva, bambina! Però adesso io mi giro e tu leccami il culo. Molto intensamente. Fammi morire dalla passione. Completa il sortilegio, la magia che mi lega a te. E mentre lecchi il mio ano, toccami le mammelle, sorreggimele dolcemente. Accarezzamele. Perché mi devi eccitare tutta e far inturgidire anche i capezzoli. Voglio offriteli fra un po’. Sono i cioccolatini di ‘benvenuta dentro il mio cuore’ che ho portato stasera per te.”
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Infine, siccome sei una leonessa dominante e fiera, dopo esserti trastullata con le mie leccate e i miei primi, goffi tentativi di far godere una donna, messi in atto cercando in fretta nella mia mente un inesistente bugiardino del sesso proibito, m’hai presa e rivoltata come un leone con la sua gazzella quotidiana. M’hai distrutta con la passione, col tuo corpo e col sesso. Non sapevo che l’amore tra due donne potesse essere così intenso e gratificante. M’hai fatta venire mille volte. M’hai fatta innamorare ancor più di quanto nella mia mente non fossi già tua, tua, tua. 
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RDA
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situazionespinoza · 1 year ago
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Voci
Da quando ho avuto la diagnosi di OCD e depressione, cioè da 1 anno e mezzo a questa parte, il mio ragazzo ha iniziato ad attribuire a suoi comportamenti normalissimi l'etichetta di ossessioni.
Se si soffia il naso due volte di fila non è perché è raffreddato, ma perché ha "l'ossessione del muco".
Se fuma una canna e gli viene una paranoia non è perché la marijuana l'ha preso male, ma perché ha "l'ossessione del fumo".
Se conta il numero di pagine che mancano alla fine del capitolo che sta studiando non è perché vuole semplicemente sapere quanto ancora deve stare seduto alla scrivania, ma perché ha "l'ossessione di sapere".
Io non gli dico nulla, mi limito a sorridergli e a cambiare discorso. Non provo sinceramente alcun fastidio quando lui o altre persone attribuiscono la definizione di una patologia a loro azioni e reazioni perfettamente nella norma. Piuttosto, mi fa ridere la loro ingenuità.
Il mio ragazzo non sa - e mi auguro che non sappia mai - che il problema non sono tanto le ossessioni quanto le compulsioni.
Lui e tutte quelli che credono fermamente che essere fissati con l'ordine e la pulizia sia disturbo ossessivo compulsivo, non sanno che il vero problema non è il disordine ma le azioni più semplici.
Per un anno ho avuto paura di tenere in mano i coltelli da cucina, perché ogni volta che ne afferravo uno immaginavo di piantarmelo nei polsi.
E visto che in quello stesso anno lavoravo nella cucina di un pub, quindi non c'era modo di fuggire alla persecuzione dei coltelli, la soluzione che avevo escogitato era quella di indossare sempre i guanti in nitrile. "Così c'è una distanza tra me e i coltelli", mi dicevo.
Per le stesse ragioni mi viene da ridere quando sento una persona triste definirsi depressa.
Darei volentieri via l'anima per potermi sentire semplicemente triste per qualcosa, piuttosto che sprofondare in un baratro nero ogni due settimane senza uno straccio di ragione reale.
La mia mente non è fatta come quella della maggior parte delle persone. Per accettarlo ci ho messo più di vent'anni.
E' come se dentro di me abitassero delle Voci che ogni tanto iniziano conversazioni tra loro stesse, fregandosene di quelli che sono i miei bisogni e i miei impegni reali.
Queste Voci spesso ripetono frasi sentite dalla mia famiglia. "Non vali un cazzo". "Sei una puttana." "Sei disgustosa". "La tua laurea è inutile." "Hai sprecato la tua intelligenza". "Statti zitta che non capisci un cazzo". "Che cazzo piangi, non hai problemi".
Altre volte tirano fuori le parole delle persone con cui ho lavorato. "Come fai a non capirlo?" "Ma ci sei o ci fai?" "Tu non hai idea di cosa sia il burnout".
E per funzionare a dispetto di queste voci, mi trovo costretta a fare delle cose che sono oggettivamente strane.
Controllare le posate prima di mangiare. Sistemare le scarpe in un dato modo. Grattarmi fino a scorticare la pelle. Trascorrere ore e ore e ore con le cuffie addosso anche senza ascoltare niente. Lavare il bagno tante di quelle volte da consumare le piastrelle.
Non sono cose che voglio fare. Si tratta di azioni che devo svolgere per far stare in silenzio le Voci.
La cosa più esilarante è che se io spiegassi al mio ragazzo o alle altre persone che nella mia testa abitano queste voci, finirei per essere etichettata definitivamente come pazza da TSO.
Quindi mi rassegno ad ascoltare la loro "depressione" e le loro "ossessioni" con un sorriso sulle labbra e un sospiro nel cuore.
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helga-arnold-gerald-phoebe · 7 months ago
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🔵 ¡Feliz día mundial de los Récords Guinness!
Arnold 🧢 y sus amigos intentan hacer un récord mundial de pizza 🍕 de hojaldre para poder figurar en un libro de récords mundiales.
Arnold 🧢y sus amigos están leyendo el libro 📖 de récords mundiales y están muy entusiasmados 😀 con los numerosos récords. Es decir, todos excepto Helga 🎀, que se hace cargo de todo el asunto por considerarlo una tontería. Impulsado por el desinterés de Helga, Arnold 🧢 quiere establecer un récord para imprimirlo en el libro 📖. Junto con Gerald 🏀, comienza a buscar un récord que pueda batir. Primero, intentan caminar hacia atrás, pero después de descubrir que el récord es de más de 8000 millas, se dan por vencidos y buscan un récord diferente. Entonces Arnold 🧢 intenta mantener una pelota ⚾ en el aire con la cabeza y eso también falla. Harold y Sid sugieren intentar batir el récord de no bañarse 🚿🧼🪥🧴🧽🪮 durante el período más largo. Sin embargo, esto también falla después de que los huéspedes de la casa de Arnold los atacaran con agua, jabón y esponjas 🧽🧼🪣. Para sorpresa de Helga 🎀, Arnold 🧢 anuncia que necesitan más niños. Arnold 🧢 construye una enorme pirámide con sus amigos del cuarto grado, pero Yuyín (Eugene)
cede bajo la presión y el siguiente intento de Arnold es el juego más largo de "Crack the Whip". Sin embargo, Yuyín (Eugene) nuevamente se dobla y se sale del látigo. Luego, Arnold 🧢 intenta batir el récord de la mayor cantidad de niños montados en una bicicleta 🚲. La bicicleta 🚿 termina perdiendo el control por la calle donde choca contra Yuyín (Eugene) en recuperación.
Todo va mal, lo que obliga a Harold y a Brainy a renunciar, pero entonces a Arnold 🧢 se le ocurre el récord más grande de todos... ¡La pizza 🍕 más grande del mundo! Todo va bien hasta que Sid les dice a todos que puso demasiado bicarbonato de sodio. El Pizza 🍕 Puff gigante explota 💥 y envía salsa para pizza 🍕 por toda la ciudad. Gerald 🏀 anuncia que lo han intentado todo, que nadie es especial y que nunca batirán un récord mundial. En ese momento, Arnold 🧢 se le ocurre una idea 😉. Todos en el pueblo comienzan a limpiar la salsa que dejó la explosión 💥 hasta que Arnold 🧢 les grita a todos. La gente de los récords mundiales respondió a una carta ✉️ que él escribió y dijeron que iban a poner un récord batido por ellos en el libro 📖. ¡Habían batido el récord de los muchos intentos de intentar batir un récord mundial!
📌 El Día de Guinness World Records (GWR Day) es la celebración anual de récords, un día en el que miles de personas de todo el mundo se unen con un objetivo común: convertirse en recordistas oficiales de GUINNESS WORLD RECORDS.
Celebrado por primera vez en el 2004, el Día de Guinness World Records es un evento muy esperado cada año que ha inspirado logros icónicos. Si buscas un poco de adrenalina, conocimiento o desafiar tus límites, te invitamos a participar de este día.
Este año el Día de Guinness World Records (GWR Day) se celebra hoy jueves, 21 de noviembre.
Como ya nos tiene acostumbrados la organización, el Día de los Récords Guinness tiene lugar en noviembre, pero el día concreto varía cada año, y es la organización del evento la que fija el día exacto para cada año.
La historia detrás del libro Guinness: La idea de un libro 📘 que registrara ✍🏼 todos los datos curiosos del mundo, surgió en la década de los 50, cuando Sir Hugh Beaver, director general de la destilería Guinness, se encontraba de caza en el condado de Wexford en Inglaterra 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿.
Él y su compañero entablaron una discusión un poco tonta, sobre cuál era el ave 🦅 más rápida del mundo. Obviamente, aquella discusión no llegó a ningún lado, puesto que no sabían a ciencia cierta cuál era esa ave. Pero aquel suceso le dio una idea a Sir Beaver, la de publicar un libro 📘 que contuviese esos datos curiosos.
En realidad, ese tipo de discusión que vivió Sir Beaver, era lo común en cualquier pub, así que en el año 1954, se le ocurrió que una buena forma de promocionar la cerveza 🍻 Guinness era presentando un libro 📘 que solventase ese tipo de discusión.
Para crear este material llamó a los gemelos Norris y a Ross McWhirter, con el objetivo de que le ayudarán a recopilar datos ✍🏼. Poco iba a saber, que estaría creando uno de los libros 📘 más famosos y vendidos en el mundo (a parte de la Santa Biblia 📖📜✍🏼), ni que estaba grabando la marca Guinness en la mente 🧠 del colectivo humano.
Estadísticas curiosas del libro Guinness: El libro 📘Guinness cuenta con su propio récord, ya que es el libro 📘 más vendido con derecho de autor de todos los tiempos.
También es considerado el libro 📘 más robado de las bibliotecas 📚 públicas de los Estados Unidos 🇺🇸🗽. La franquicia Guinness se ha expandido más allá de las imprentas y hoy en día cuenta con su propia serie de televisión 📺 y hasta un museo 🖼️ .
En el año 2003 el libro 📘Guinness consiguió vender su copia número 100 millones desde su fundación.
¿Cómo celebrar el Día Mundial de los Record Guinness? 🤔.
El objetivo es crear una edición inspirada en íconos recordistas. Así que si eres de los que le encanta descubrir nuevos lugares del mundo, movilizarte a través de ellos y vivir la aventura en carne propia, tienes hasta esta fecha para romper tu propio récord mundial.
Pero, si en cambio eres mucho más pasivo, pero te encantan los record Guinness, también puedes conectarte a su canal y compartir los resultados y noticias con tus amigos por medio de las redes sociales utilizando el hashtag #DíaMundialdelosRecordGuinness.
📌Hoy también es el día mundial de la televisión 📺.
En el episodio de la lista 📄✏️Arnold decide intentar pasar un sábado perfecto siguiendo una "legendaria" lista 📄✏️, pero las cosas le saldrán muy mal. Decepcionado 😔, Arnold 🧢 vuelve a su casa sin poder cumplir con ninguna de las cosas de la lista 📄✏️. Llega hasta la azotea, donde finalmente suben el piano 🎹 con la ayuda de una grúa. La abuela de Arnold 🧢 , Pookie Gertie 👵🏼👓, intenta animarlo tocándole una canción, pero al principio no logra animarlo. Mientras tanto, una camioneta de payasos choca contra un grifo, liberando varios globos 🎈🎈🎈🎈al aire. Arnold 🧢 se siente mejor 😌, y decide acompañar a su abuela tocando la armónica.
El 21 de noviembre es el Día Mundial de la televisión 📺, una efeméride impulsada por la ONU 🇺🇳 desde el año 1996 y que busca propiciar el uso responsable de la televisión 📺 como uno de los principales canales de difusión de información pública.
Aunque para las generaciones actuales, se puede pensar que Internet 🛜📶 es el medio de difusión más importante, lo cierto es que la web ha ofrecido a la televisión 📺 nuevas herramientas y recursos que, más que desplazarla, la han potenciado, como por ejemplo las difusiones en directo y el acceso a contenidos audiovisuales desde cualquier lugar y desde cualquier dispositivo.
¿Por qué celebrar un día para la televisión 📺? 🤔
La idea central de este día, que puede ser extrapolada al resto de los medios de comunicación 📺📻🛜💻📱🎙️🎧, es que la televisión 📺 sirva como agente de difusión de noticias e información que sea relevante e enriquecedora para los habitantes del mundo.
Programas que promuevan la cultura de paz 🕊️, que eduquen para mejorar las capacidades de desarrollo económico 💰💵🪙💳 de las naciones y que brinden información veraz y fidedigna de sucesos importantes.
Estos son los objetivos que se persiguen en un día como hoy, relegando y quitando importancia a los programas de telebasura (series películas y entretenimiento) que suelen inundar las cadenas de televisión 📺 y que, lejos de enriquecer a las personas, solo sirven de entretenimiento de mala calidad.
Un ejemplo de esta televisión 📺 responsable es el canal de ONU 🇺🇳 Videos 📽️🎞️que se produce en las seis lenguas oficiales de la Organización: árabe, chino, español, francés, inglés y ruso. Entre las producciones 📽️🎞️🍿🎬 más destacadas figuran:
☑️ Primeros Pasos: un documental corto, premiado con un óscar, sobre las personas con discapacidad (en inglés).
☑️ Mensaje de António Guterres con motivo del Día del Medio Ambiente: una llamada urgente para pasar a la acción contra el cambio climático. (subtitulado en español)
Informativo diario de noticias de la Televisión de las Naciones Unidas.
¿Cómo celebrar el Día Mundial de la Televisión 📺? 🤔
Para aquellos a los que les fascina celebrar cada festividad, el día de hoy no se basa en sentarse a consumir horas y horas de programación televisiva 📺, sino la de impulsar un cambio en la cultura del espectador.
Compartir información sobre programas televisivos o digitales, que sean gratificantes, promuevan valores o permitan desarrollar algún tipo de habilidad o conocimiento, es lo que se busca en el marco de esta celebración.
Información de las páginas diainternacionalde.com y Wiki Fandom.
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wwweirdworld · 9 months ago
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fuorisede
Ormai da circa un anno posso definirmi "fuorisede", e credo di non essere mai cresciuta così tanto in così poco tempo. Ho imparato un sacco di cose: a fare la spesa, a tenere la casa in condizioni umane, a buttare la spazzatura e in generale a sopravvivere. Ho imparato a vivere senza madre e padre, perciò adesso devo sgridarmi e darmi le pacche sulle spalle da sola. Per fortuna i miei genitori sono ancora un punto di riferimento, e la cornetta del telefono è uno punto abbastanza lontano da lasciarmi crescere in pace pur tenendomi d'occhio.
Stando fuori dalla mia solita sede, ho capito che "casa" è un concetto molto astratto. Lo sapevo già prima nel teorico, ma nel pratico lo sto vivendo solo ora. Ho visto la mia casa da fuorisede quando aveva ancora il cantiere davanti al cancello, l'ho vista senza le persiane, l'ho vista con la muffa in bagno e l'ho anche vista tirata a lucido in occasione dell'arrivo degli ospiti. Questa casa ha vissuto tutte le mie crisi di pianto per paura della solitudine, ha visto tante tisane messe a bollire dopo le 23 e ha osservato due coinquiline chiacchierare di qualsiasi cosa, una sdraiata sul divano e una sulla poltrona del soggiorno.
Ho compreso che fondamentale non so un cazzo della vita: appena iniziata la vita da fuorisede non sapevo come lavare il bagno, non ero in grado di organizzare la spesa e mi impanicavo alla minima difficoltà. Ora ci rido su. Ammetto di essere ancora una ragazzina inesperta, ma passo dopo passo cerco di apprendere tutto ciò che la vita da studentessa universitaria mi insegna. Questa vita mi ha reso palese che il disordine e il caos fanno parte di me: il lato destro del mio letto matrimoniale sembra sempre il mercato rionale. E se non è il letto, allora la poltrona verrà invasa da vestiti e borse di tela che cercavo da giorni: questa io la chiamo entropia.
Ogni volta che lavo i piatti poi, spargo acqua ovunque come fossi figlia del dio Poseidone. Il lavandino somiglia sempre a una di quelle battaglie navali che gli antichi Romani facevano nel Colosseo, ma va bene così. Mi piace lavare i piatti la sera, sentendo il casino del pub sotto casa che non fa mai dormire nessuno. Mi piace godermi la casa, sentire che è uno spazio tutto mio e che essa mi conosce in ogni intimo aspetto. Lei conosce me ma io non conosco lei, dato che ho scoperto dopo 7 mesi che c'era un altro interruttore della luce in cucina (meglio tardi che mai, no?).
Mi piace un sacco il calendario che c'è all'ingresso, che non viene mai girato ed è quasi sempre fisso su sabato (anche se è lunedì). Mi piace tantissimo il frigo, decorato da me con mille cartoline, calamite, scontrini e foto significative. Adoro il mobile dove si trovano i Tupperware, perché al minimo movimento sbagliato tutti i contenitori ci crollano addosso come una frana. Tutte queste piccolezze sono tasselli di un mosaico che compone l'immagine della mia quotidianità. Anzi, della nostra. Io non vivo da sola, e con la mia coinquilina siamo una famiglia.
Siamo una famiglia perché ci suddividiamo le spese, perché ci vogliamo bene e perché ci litighiamo sempre chi deve buttare la spazzatura. Se non è questo famiglia, cos'è dunque? Noi non sempre mangiamo insieme, i piatti li lavo sempre io, mentre i termosifoni li lascio regolare a lei perché la caldaia ancora è un mistero per me. Ci completiamo, e a mio parere siamo un equilibrio perfetto migliore di molte coppie sposate. Non riesco a immaginare la mia vita senza la mia coinquilina, che ormai è oltre una semplice amica. Insieme a 4 mura sottili, a un tetto e a un pavimento condividiamo anche una vita domestica fatta di attimi di dolce adultità.
Ciò che amo di più dell'essere fuorisede, tuttavia, è fare la spesa da sola. È rilassante poter comprare ciò che voglio, non rendere conto a nessuno, e poter refillare il frigo di lattine di birra senza sentirsi giudicati. È bello invitare a casa i propri amici, essere in tanti attorno a un tavolo scricchiolante e non avere più sedie libere. Amo creare piccoli atelier artistici in camera, attaccare post it ovunque, spargere bracciali ed elastici in giro per la camera come Hansel e Gretel con le bricioline.
Rifletto su ciò ora perché sono ammalata, a letto, stanca e senza forze. Ho preso il raffreddore, e nella mia casa da fuorisede devo gestire la mia prima influenza senza mio padre che mi prepara tante tazze di tè caldo. Ce la farò? Penso che forse è proprio questo il punto cruciale: casa è dove sei talmente a tuo agio, che prendi il raffreddore. E una volta che guarisci da sola, hai vinto.
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dilebe06 · 1 year ago
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Age Of Legends
Pensavo fosse amore...invece era un calesse
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Avevo questo drama nella mia lista da secoli, in virtù dei suoi tag: Forte protagonista femminile , Forte protagonista maschile , Contrabbando di droga , Amnesia , Droga , Amico- nemico , Fratelli giurati , Morte , Amici degli amanti , Vendetta.
Grazie ei suoi poster belli aggressivi:
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e al trailer super adrenalinico ed ad alta tensione. Con il voto su Mydramalist di 8.5 a certificare che potesse davvero essere un mezzo capolavoro.
Ed infine la trama come ciliegina sulla torta:
Liu Zi Guang (William Chan) è un giovane ragazzo educato e buono come il pane, che un giorno vede suo padre morire per mano di uno spacciatore, lasciandolo solo al mondo. Devastato dalla perdita e senza più nulla che lo legasse alla città, parte alla volta della Città M alla ricerca di un nuovo lavoro. Lì incontra Nie Wan Feng, ne diventa amico e più tardi fratello giurato.
Con questo nuovo rapporto, Nie Wan rivela al suo nuovo fratellino il suo sogno più grande, che lo ha spinto a venire alla Città M: diventare il Pablo Escobar della Cina. Soldi, potere, donne... con la droga si può diventare ricchi sfondati.
Liu Zi ovviamente non partecipa alla gioia di questa rivelazione, poiché in lizza per la Santità fan della giustizia e della verità e poiché mira a diventare ed essere, una brava persona. sai no, il cittadino modello.
Tuttavia Nie Wan fa orecchie da mercante e riesce a farsi assumere nel gruppo di un narcotrafficante che governa la città, trascinandosi appresso pure Liu Zi. Nei successivi 4 anni, Liu Zi, completamente contrario alla droga e al narcotraffico, proverà a scappare in tutti i modi, venendo catturato, malmenato, sparato ed infine chiuso in una gabbia di 2 metri per 3 con solo un buco altezza occhi per far passare l'aria.
Ma Liu Zi è così fenomeno che anche rinchiuso, guardando dal buco della serratura sopracitata, riesce ad imparare le mosse di combattimento, a smontare, rimontare e usare una pistola e mettendo al contempo su 12 Kg di muscoli.
Il tormento finisce dopo 4 anni, ossia quando Nie Wan uccide il capo dei narcotrafficanti e ne prende il posto, diventando il capoccia di tutti e liberando così suo fratello.
Liu Zi , salutato Nie Wan, torna nella città M e finisce a lavorare in un pub gestito da un poliziotto sotto copertura, mandato lì, proprio per arrestare i narcotrafficanti. Scoperto che il suo nuovo lavoratore conosce Nie Wan, il poliziotto compie uno dei casi di manipolazione mentale più hardcore che io abbia mai visto:
facendo leva sul desiderio di Liu Zi per una società giusta e buona, sulla disgrazia della droga, sulla sua santità, su quanto è brutta la Cina con questi criminali che rovinano la gente, rispedisce Liu Zi da Nie Wan come informatore.
In pratica manda a morire Liu Zi aggratis per un lavoro che doveva fare lui. Perché spoiler ( nessuno sapeva che Liu Zi era l'informatore del poliziotto. Manco la polizia. Così se Liu Zi crepava, nessuno lo sarebbe andato a cercare.)
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Per essere ancor più vantaggioso, gli mostra anche la figlia lasciata a casa, ipotizzando magari anche una loro relazione futura... signore, il sensale doveva fare, non il poliziotto!
Figlia che lui ha dato al suo migliore amico e poliziotto anch'esso, chiedendogli di crescerla al suo posto poiché troppo pericoloso il lavoro di poliziotto sotto copertura. Così, la donzella, all'alba dei suoi 27 anni, ancora non sa che i suoi genitori non sono veramente quelli biologici.
Liu Zi intanto, novello informatore, torna dal fratello che lo accoglie a braccia aperte e gli dona metà del suo impero della droga. Nei 4 anni successivi, il lead darà informazioni su Nie Wan al poliziotto, giocando sul filo sottilissimo del tradimento e della spia, sempre con il terrore di venire beccato.
E beccato, viene beccato! Nie Wan scopre che il tipo del pub è un poliziotto e poichè sa che lui e Liu Zi sono amici e sospetta il tradimento, manda Liu Zi ad ucciderlo. Omicidio che il Nostro compie spoiler: cosa che ho sempre negato vista la palese love story con la figlia di sto tipo e che riporta il sereno nella relazione tra i due fratelli. Ma che brucia però, l'unica persona che sapeva che Liu Zi era un infiltrato. Lo dicevo io che era una cazzata!
Serenità che viene però interrotta quando, in una operazione assieme a tutti i signori della droga (tranne Nie Wan) arriva la polizia per arrestarli. Liu Zi si salva buttandosi a mare e andando alla deriva per giorni...
Ripescato sulla spiaggia privo di sensi, si scopre che è privo anche di un altra cosa: di memoria.
Il suo ultimo ricordo risale a 8 anni prima, quando morì il padre e andò alla città M per cercare lavoro. E adesso? Liu Zi scoprirà cosa ha combinato in quegli otto anni? e soprattutto, ne sarà felice? ne dubito
Alzi la mano chi come me ha pensato che la memoria gli sarebbe tornata ad una certa... ma solo quella di lui come narcotrafficante, come una cattiva persona, dimenticandosi invece del suo ruolo come informatore.
Vagando per la città disorientato, salva un bambino da dei rapitori - ovviamente la Santità deve esser praticata quotidianamente - ed è qui che incontra la protagonista femminile, Hu Rong, poliziotta che giustamente lo arresta perché crede che sia uno dei rapitori del bambino pure lui.
Portato in centrale e messo sotto interrogatorio, Liu Zi rivelerà quello che gli ha detto anche il dottore alla spiaggia: non ha memoria degli ultimi 8 anni e non è un rapitore. Ha salvato il bambino come atto di bontà quotidiana e fine.
Ma la lead non gli crede - nonostante lo porti a fare una TAC completa che certifica scientificamente questa perdita di memoria - e giura che scoprirà " tutti i segreti" che Liu Zi nasconde.
Hu Rong scoprirà che Liu Zi era un narcotrafficante? che gli ha ucciso il padre? che in realtà era un informatore?
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Dai, non è figo?!
Intrighi, tranelli, quella tensione e paura di essere scoperti...e poi ancora doppiogioco e segreti. Io ci vado a nozze con questa roba.
Certo, c'è una pecca che sin dall'inizio mi ha frenato dall'iniziare la serie: le 47 puntate. Sapete quante sono 47 puntate e di quanto si può allungare il brodo con 47 puntate?! Ed infatti, come avevo ipotizzato il drama è super annacquato. Ma andiamo con ordine:
Se dovessi concentrare la mia opinione di questa serie in una frase direi: è come andare a vedere al cinema un film che aspettavi da mesi e mesi e poi in sala ti mettono 40 minuti di pubblicità ed il film tanto atteso in realtà si rivela un corto di 3 minuti.
Perché effettivamente dal 3 al 40 episodio la trama sopracitata quasi sparisce. Quaranta e passa episodi di Liu Zi che ricostruisce la sua vita, ritrova i suoi amici e li rimette sulla buona strada, cambia 5 volte lavoro, apre ditte, risolve i casini degli amici, si dedica al servizio civile, conosce gente, cattura cattivi insieme alla polizia, si fidanza...ma della trama orizzontale non vi è quasi traccia. Per circa 40 episodi.
Che poi, non è male quello che accade. E' anche carino vedere le relazioni tra i personaggi, la bromance e il restauro dell'esistenza del protagonista. Vengono presentati personaggi interessanti e simpatici - ho amato la second lead ed il capitano Han - e vengono portate in campo tematiche anche piacevoli.
Ma non è questo, quello "per cui ho pagato." Dei tag detti sopra non vi è traccia in questi 40 episodi e per quanto sia bellino questa specie di "slice of life", dove è finita la tensione e l'eccitazione prevista? Il "nemici- amici"?
Non potevano mischiare le cose? farci vedere la vita di Liu Zi e al contempo portare avanti la trama orizzontale?!
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Inoltre, per arrivare ai 47 episodi, ci hanno messo di mezzo pure i flashback. Una marea di flashback che mi hanno costretta ad usare il tasto "avanti veloce" più e più volte. Tra le scene già viste e straviste e le scenette delle problematiche degli amici di Li Ziu, mi sono skippata metà serie.
E che le mie parole non siano una completa cazzata, viene certificato da due elementi: il primo riguarda il trailer. TUTTE le scene del trailer provengono dai primi 2 episodi e dagli ultimi 8. Guarda un po'! Sono maligna io o persino la serie sapeva bene quali carte giocare?! Chissà perché nel trailer non ci sono i personaggi secondari o nemmeno una scena dalla parte centrale della serie...
Il secondo elemento ce lo dice Nie Wan che dopo aver passato 40 episodi - e non scherzo - seduto al buio a commentare le azioni di Liu Zi decide, per gli ultimi 8 episodi, di fare qualcosa e movimentare almeno lui un po' le cose, facendoci tornare alla trama orizzontale e concludendo il drama. Grazie Nie Wan.
Gli ultimi 8 episodi poi sono strani:
prima di tutto, sono super frettolosi. Giustamente, tutto quello di cui non hanno parlato fino a mo' deve cicciare fuori adesso. Una informazione dietro l'altra senza dare alla polizia manco il tempo di razionalizzare tutto.
Noi spettatori invece non abbiamo bisogno di assorbire queste scoperte sulla vita del lead negli 8 anni precedenti poiché già le sappiamo. Togliendoci così ogni possibilità di sentirci parte dell'investigazione. Quanto sarebbe stato bello se la serie fosse iniziata con il lead senza memoria e noi e lui avessimo scoperto le cose assieme? Ed invece no. Semplici spettatori di una storia che sappiamo già.
Questa frettolosità si riflette appunto sulla reazione dei personaggi che non fanno manco in tempo a mostrare in volto la loro sorpresa o sconvolgimento: la notizia che il narcotrafficante sia Nie Wan e non Liu Zi, la scoperta che il primo abbia incastrato il secondo e che abbia una fedina penale da serial killer, viene buttata sul tavolo e dopo 2 secondi siamo già all'argomento successivo.
Niente pathos, niente tensione. Questa serie infatti ha il record mio personale di essere l'unico drama con genere "thriller, azione, romantico" visto fino a mo' a non avermi mai fatto sentire in ansia o nervosa.
In pratica, semmai volessi rivedermi questa serie, vedrei le prime due puntate e poi volerei direttamente al 40 episodio.
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Andando ai personaggi, salvo solo i secondari ed un po' Liu Zi. Quest'ultimo grazie alla recitazione superba di Willam Chan capace di passare da ragazzotto ingenuo e spensierato a pazzo fuori di testa fino a uomo cazzuto e deciso nell'arco di poche scene. Gli episodi dove crede di essere davvero un narcotrafficante sono un capolavoro recitativo. E' stato bravissimo.
Liu Zi viene poi caratterizzato come un Santo. Seriamente, credo che partecipi a una specie di gara a chi fa più azioni positive per vincere un posto in Paradiso. Non solo è buono e gentile con chiunque ma si farebbe ammazzare per le altre persone. Aiuta le vecchie ad attraversare la strada, dona il sangue, rischia la vita per proteggere la fidanzata poliziotta, salva bambini, aiuta la polizia... un martire praticamente.
Ed infatti è super noioso. Ho amato la parte come infiltrato tra i narcotrafficanti poiché mostrava un Li Ziu che sì faceva la cosa giusta aiutando la polizia ma al contempo lavorava con la droga ed i narcotrafficanti. Era un contrasto interessante. Soprattutto in relazione al suo rapporto con Nie Wan: erano amici e fratelli ma al contempo Liu Zi tradiva la sua fiducia vendendo informazioni alla polizia.
Poi, senza memoria, diviene il Santo Protettore degli Innocenti, Amici e Fidanzata e perde tutto il mio interesse, mostrando un lead buono, dolce e sacrificale fino alla morte.
Quando la recupera invece va fuori di testa - sono gli episodi migliori quelli - combattuto tra la memoria che gli dice che è una cattiva persona e il sapere invece di essere una persona buona. Questo è il contrasto che volevo vedere e che ho amato.
I personaggi secondari sono stati carini anche, soprattutto i second lead. La second parte come ragazzina viziata e appiccicosa ma evolve durante la serie, dimostrando di esser diventata una persona matura. Il Capitano Han invece, mi è piaciuto per la sua calma e compostezza. Compiva dei ragionamenti intelligenti dimostrando di essere anche una persona con una certa sagacia. Peccato che la serie abbia deciso di ucciderlo in un modo atroce, solo per il gusto di alzare la quota dei morti. E farmi odiare ancora di più la lead.
Ohhhhh la lead.
Grazie a Hu Rong ho la mia vincitrice nella categoria della lead peggiore per il quiz di fine anno.
Cosa dire di lei? è dappertutto. Non c'è situazione che la polizia debba risolvere che non sia realizzabile solo e unicamente da lei. Nonostante sia parte di una squadra, i suoi compagni hanno la rilevanza di un fermaporte, perché tanto qualsiasi cosa, c'è Hu Rong.
La serie si è così impegnata a renderla super importante e cazzuta che persino i delinquenti la chiamano " la poliziotta coraggiosa". mado' il cringe Ci sono queste scene dove il drama la spamma in ogni modo che hanno contribuito a farmela odiare ad un livello da galera.
Essendo poi la figlia biologica del poliziotto infiltrato e al contempo figlia del Capo della Polizia e del Vicesindaco della città, la stazione di polizia è il suo regno: tutti la conoscono e la venerano, lasciando da parte protocolli, ordini e gerarchie appena lei è presente.
Irrompe nelle riunioni, non rispetta gli ordini del suo capitano, se ne sbatte delle gerarchie. Mai nessuno che la metta in punizione quando sbaglia o le dia note di demerito. Sia mai!! La principessa potrebbe soffrirne.
Ad un certo punto, le permettono pure di stare nella squadra d'investigazione che sta indagando sul suo futuro marito. Perché d'altronde, i sentimenti personali cosa vuoi che siano di fronte ad un indagine?! E la cosa assurda è che manco indaga. Sta lì con loro, con la faccia depressa e piangente ma in realtà fa solo numero.
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A questa scrittura per me terribile di una protagonista, si aggiunge la sua relazione con Li Ziu;
L'intento delle serie era mostrare come per un poliziotto, non importa quanto amore ci sia verso l'altra persona, la giustizia deve sempre venire prima di tutto.
Per tutto il drama assistiamo a Hu Rong che inciucia con Li Ziu, si innamora di lui ma è sempre pronta a portarlo in centrale al minimo sospetto di sgarro. Ed è qui il problema.
Come dice chiaramente il Capitano Han, Li Zu lo conoscono tutti come un bravo ragazzo e si fidano di lui. Ma al contempo, se ci sono dei sospetti, devono investigare. Anche per mitigare qualsiasi dubbio.
Ed invece la lead di dubbi non ne ha.
Quando arresta il suo fidanzato per la morte di quel narcotrafficante da quattro soldi, lo fa piangendo disperata. Piange anche durante l'interrogatorio e di fronte a Li Ziu che nega il suo coinvolgimento e le chiede se almeno lei si fida di lui, lei rimane in silenzio. Piangendo. Tanto che Liu Zi se ne va arrabbiatissimo.
E' giusto che lei faccia il suo lavoro. Ma non è giusto che non abbia nemmeno il minimo dubbio che la situazione non sia come appare. Conoscendo poi il suo ragazzo. E futuro marito.
Idem con il finale. Dove Hu Rong rimane accanto a Liu Zi mentre lui sclera malissimo per il sospetto che sia una persona cattiva e lei NON GLI DICE NULLA. Non gli dice che indagheranno ma si fida di lui perché lo conosce e sa che non farebbe una cosa così, ad esempio.
Anzi, lei inizialmente scappa. E' il padre che le ricorda che l'uomo che presumibilmente ama e che deve sposare, sta vivendo una crisi mentale dolorosa e che lei dovrebbe stargli accanto. Ma sembra che gli stia vicina perché deve e non perché crede in lui e nella sua innocenza.
Qualcuno obietterà: eh ma lei è una poliziotta e se le prove portano tutte a credere che Liu Zi sia cattivo allora lei deve attenersi a quelle.
E allora perché il resto della stazione di polizia non ha creduto alle prove ed infatti poi scoprono che erano tutte una montatura? Perché degli " estranei" si sono fidati di Liu Zi, sul fatto che fosse un bravo ragazzo e non lo ha fatto invece la sua ragazza?
Come posso fare il tifo e innamorarmi di una relazione così??!!!
Hu Rong poi, è per me, una poliziotta terribile. Oltre quanto detto sopra, è impulsiva, testarda, piena di preconcetti e non ha mai dimostrato grandi doti investigative. Certo, è bravissima nell'infiltrarsi e nel menare le mani. Ma oltre a questo poco c'è.
Concludendo: Mi aspettavo una serie totalmente diversa da quanto poi effettivamente visto. Il drama per me è interessante e valido negli episodi iniziali e negli ultimi finali, in relazione a quanto mi era stato promesso. Con il fatto di sapere già tutta la storia, non c'è manco la suspance se non quella di scoprire come i personaggi prenderanno le rivelazioni una volta che verranno fuori. La recitazione è buona, soprattutto quella di William Chan ma la scrittura sia dei personaggi sia della storia potrebbe essere fatta molto meglio.
Voto: 6
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drheinreichvolmer · 2 years ago
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Capitolo 14
Era quasi l'una quando i due ragazzi fecero ritorno al castello, la serata era trascorsa in maniera molto piacevole e la giovane infermiera Edith non vedeva l’ora di raccontare quello che era successo allo zio. Come c'era da aspettarsi, il medico in quel momento era alle prese con le sue solite consulenze notturne. La nipote si era affacciò nello studio, scusandosi per l'eventuale disturbo. << Edith ciao, siete tornati vedo. >> disse il medico sorridendo. << Zio, hai un momento? So che sarai sicuramente molto impegnato. >> chiese l'infermiera timorosamente. << Edith quante volte te lo devo ripetere, per te non sono mai impegnato. >> replicò il medico togliendosi le sue cuffie rosa con le orecchiette da gatto. Uscì momentaneamente dalla piattaforma, intanto la nipote si tratteneva dal ridere, con quelle peculiari cuffie non lo si poteva proprio prendere sul serio. << Non posso ancora crederci che fai consulenza con queste cuffie. >> disse la ragazza ridacchiando. << Beh, le altre si sono rotte dopo anni di onorato servizio, e poi queste sono fantastiche…il migliore acquisto fatto questa settimana. >> replicò Heinreich. << Non ho ancora capito dove le hai comprate, sai? >> domandò Edith. << Le ho prese al Tiger di Zurigo quando ci sono andato l'altro giorno con Hans, dovevi vedere la sua faccia mentre le compravo. >> rispose il medico trattenendosi dal ridere. Ad un tratto il medico tornò nuovamente serio, aveva la sensazione che Edith doveva parlargli di qualcosa di importante. Ormai aveva imparato a riconoscere i segnali, ed era sicuro che quella fosse una di quelle volte in cui la ragazza aveva bisogno di confidarsi. << Dimmi la verità, c'è qualche problema? È successo qualcosa di spiacevole al pub? >> chiese insistentemente il barone. << No no, al pub è andata benone, è solo che sono un po' confusa su cosa dovrei fare adesso… >> rispose sospirando la ragazza, mostrandogli il profilo di Ingrid, gli spiegò che non era sicura se fosse o meno il caso di intraprendere una conversazione. Lo zio pensò per un attimo, e poi replicò: << Beh, secondo me è meglio vivere con una delusione che con un rimpianto, non potrai mai sapere cosa sarebbe stato meglio fare se non provi. >> << E se dovessi risultare inquietante ad andare a scrivergli così dal nulla..? >> domandò Edith timorosamente, avendo paura di lasciarle una brutta impressione. Purtroppo, quando si trattava di interagire con persone che non conosceva, non riusciva a fare a meno di farsi prendere dall’ansia. << Immagino che se Abigail ti ha dato il suo contatto, sicuramente questa Ingrid si immagina già l'arrivo di un tuo messaggio. >> cercò di rassicurarla Heinreich. << Ma se poi non mi rispondesse mai? >> incalzò la ragazza.
<< Sarebbe sicuramente lei a rimetterci a non conoscerti. >> disse il medico. Ad ogni preoccupazione di Edith, lui aveva la risposta perfetta; le sue parole erano finalmente riuscita a darle un briciolo in più di sicurezza, anche se non era ancora del tutto convinta. Dopo aver abbracciato lo zio e averlo ringraziato, la ragazza fece ritorno nella sua stanza per dormire. Hanna, nel mentre, si era nascosta per non farsi vedere dalla cugina, doveva continuare a osservare il padre, sicuramente avrebbe fatto qualcosa di sospettoso. Purtroppo, le sue convinzioni vennero smentite dai fatti, l'uomo riprese le sue consulenze su Seven Cups, fino a quando la stanchezza non ebbe la meglio su di lui. Lo vide recarsi a letto, era ormai palese che quella sera non sarebbe successo niente, decise quindi che sarebbe stato meglio anche per lei farsi una sana dormita. Tuttavia, quando si trovava a metà corridoio, un pensiero le fece cambiare idea in proposito. Quello era esattamente il momento giusto per dare una sbirciata nello studio del padre, in fondo doveva sicuramente esserci qualche indizio in più per capire meglio la situazione. Raggiunse quindi nuovamente lo studio; e iniziò a guardarsi attorno, per poi esaminare ogni angolo e cassetto possibile, cercando di essere il più silenziosa possibile. Si faceva luce con la solita torcia, accendere le luci avrebbe potuto catturare l'attenzione di qualcuno e farla scoprire. Non si era però accorta che Nuvolino l'aveva seguita, e ad un tratto quel pestifero gatto fece cadere la lampada presente sopra la scrivania. La ragazza maledì il micio nella sua testa per poi nascondersi in fretta sotto la scrivania. Fortunatamente era chiusa ai lati, quindi esternamente era impossibile accorgersi della presenza di Hanna. Come immaginava, poco dopo il padre giunse a controllare la situazione. L'uomo scattò immediatamente al rumore e controllò la stanza per cercare di capire cosa fosse successo. Notò poi la lampada a terra, e Nuvolino che usciva tranquillo dall'ufficio. Attribuita a lui la colpa di quel fracasso fece ritorno a letto, avrebbe pensato a mettere a posto il mattino dopo. C'era mancato davvero poco, pensò Hanna tirando un sospiro di sollievo, aveva rischiato grosso, ma fortunatamente era riuscita a non farsi beccare. Poteva quindi proseguire la sua indagine, non poteva arrendersi. Esaminò ogni cassetto dell'armadietto grigio dove suo padre teneva archiviati i documenti importanti e la contabilità della clinica. Ad un certo punto, ebbe la sensazione di aver finalmente trovato qualcosa; prese dal cassetto di mezzo un fascicolo giallo un po' consumato dal tempo. Sperava che quella fosse la svolta, e che finalmente dopo tanta ricerca ci fossero stati dei risultati. Aveva ragione, poiché al suo interno trovò del materiale estremamente importante: erano appunti degli studi che un tempo il barone aveva fatto per creare la sua miracolosa cura. Veniva qui spiegato ogni singolo passaggio necessario per la sua creazione, e in particolare come all'epoca avesse dato ordine al suo giardiniere di procurargli delle cavie per la sperimentazione. Hanna non ci
mise molto a realizzare che il giardiniere a cui si faceva riferimento era suo zio Hans, e che era proprio quella la sperimentazione che aveva aiutato a guarire l'infertilità di sua madre. Di fronte a queste prove schiaccianti, non poteva evitare di provare emozioni contrastanti. Da un lato era scioccata e disgustata da quell’operato immorale; d’altro canto, provava quasi un senso di riconoscenza per tutto l'impegno che aveva messo per metterla al mondo. Dopotutto, se era arrivato addirittura a sperimentare su persone innocenti, era scontato che tenesse immensamente a lei. Decise di non riporre il fascicolo, piuttosto lo portò con sé – il giorno dopo avrebbe affrontato suo padre sull'argomento. Dopo aver lasciato lo studio, fece finalmente ritorno nella sua camera da letto, addormentandosi poco dopo. Il mattino seguente, Klaus fece la sua comparsa in sala per la colazione, e si accorse subito di Edith seduta al tavolo presa dai suoi pensieri. << Oggi non sembri avere il tuo solito spirito solare. >> disse l’infermiere. << Oh, ciao Klaus…beh, in effetti sono molto preoccupata. >> rispose la ragazza. << Se vuoi parlarne, io sono qui. >> fece presente lui sedendosi. L’amica si mise a parlare della sua ansia al pensiero di cominciare il tirocinio al CPS di Zurigo, ma soprattutto al pensiero delle enormi aspettative che sicuramente lo zio aveva. << Sì, capisco che tu sia spaventata. In fondo è qualcosa di nuovo, ma ricorda che l'ultima cosa che vorrebbe lo zio è metterti pressione inutilmente. >> rispose il giovane infermiere cercando di tranquillizzarla. << Lo so, non dico che lo faccia di proposito…ma tutta la storia che io debba mandare avanti la sua eredità inizia a mettermi ansia. >> incalzò Edith con uno sguardo perso nel vuoto. Klaus sospirò, non poteva certo darle torto, era grossa responsabilità. Provò comunque a rassicurarla facendole pensare che si trattava di una circostanza che sicuramente sarebbe avvenuta tra moltissimi anni. << Anche questo lo so…sono consapevole che avrò tutto il tempo per prepararmi, ma se non fossi all'altezza? >>, disse la giovane titubante, << Poi non sono ancora riuscita a scrivere a Ingrid… >> aggiunse sospirando sconsolata. << Cosa ti trattiene dal farlo? Secondo Abigail andreste molto d'accordo. >> domandò Klaus. << Lo sai come sono fatta, no? Mi faccio ansia da sola, mi metto a rimuginare sulle cose e poi mi blocco. >> si lamentò Edith. << Sì che ti conosco bene, ma non devi temere, non c'è una data di scadenza, puoi scriverle quando ti sentirai pronta a farlo. >> rispose l'infermiere accendano un sorriso. Klaus inoltre le fece presente che in qualunque
momento riteneva necessario del supporto per riuscirci, lui ci sarebbe stato per lei. << Grazie Klaus. >> disse Edith commossa mentre si avvicinò per abbracciarlo. << Ma figurati , con tutte le volte che tu lo fai per me! >> replicò il giovane ricambiando l'abbraccio. Finalmente la giovane infermiera aveva trovato la giusta motivazione, quindi, decisa, prese il suo cellulare e scrisse un messaggio a Ingrid. Nel messaggio faceva presente come Abigail le avesse parlato di lei, ma soprattutto che adorava il suo stile e che come lei, anche Edith era piuttosto nerd. In seguito si mise a fare colazione, adesso sentiva di essersi liberata di un peso, poteva finalmente cominciare al meglio quella giornata. Intanto Hanna raggiunse il padre nel suo studio, chiuse la porta a chiave e poi prese dalla borsa il fascicolo incriminante. << Non voglio girarci troppo attorno, che cosa significano questi appunti? >> chiese la giovane sbattendogli davanti il raccoglitore. << Beh, sono gli appunti per la creazione della cura, sia mai che io me ne dimentichi un giorno? >> rispose ironicamente il dottore. La ragazza si irritò rapidamente alla sua risposta, consapevole del fatto che l'uomo si ostinasse a mentire come al solito. << Non prendermi in giro, ho letto il fascicolo e so degli esperimenti sui paesani..dovevo aspettarmi che avessi combinato qualcosa per farti odiare tanto! >> replicò Hanna. << Non so davvero di cosa tu stia parlando, ma esigo che tu moderi il tono, signorina! >> controbatté l'uomo cercando di deviare il discorso. << Invece lo sai benissimo! Ho visto il laboratorio, e ho visto come quelle povere persone sono state ridotte da te e dalla tua mente malata! >> continuò con insistenza Hanna. La ragazza cominciava a sentirsi mancare l'aria, era evidente che la situazione le stava creando un attacco di panico. Heireich non si scompose, e nemmeno davanti allo stato d'ira della giovane figlia perse il suo portamento e la sua disinvoltura. Avvicinandosi alla figlia le massaggiò lentamente le spalle, invitandola a calmarsi, per poi versarle un po' d'acqua in un bicchiere. Hanna non si fidava a bere quell'acqua, fin quando il padre non fece lo stesso nel suo bicchiere. Se in quell'acqua ci fosse stato qualcosa di strano, suo padre non avrebbe dovuto bere a sua volta. Continuava a non essere convinta di quella gentilezza offerta, fin quando non bussarono alla porta dello studio. Era la signorina Keller, la quale non capiva per quale motivo la porta fosse chiusa a chiave, quel momento di distrazione permise al barone di mettere qualche goccia inodore nel bicchiere della figlia. Si trattava di un siero capace di rendere i ricordi delle persone confusi e sfuocati nelle loro menti. Poco dopo aver bevuto infatti, la ragazza cominciò a lamentarsi di sentire uno strano senso di stanchezza, faceva fatica a rimanere vigile. Il
medico finse di essere sorpreso da quella reazione improvvisa, mentre la giovane da lì a poco perse i sensi accasciandosi con la testa sul fascicolo. L'uomo ripose il fascicolo giallo al suo posto e la mise a letto, nessuno doveva sapere di quell’increscioso episodio. Quando Olga chiese cosa fosse accaduto, il barone disse che semplicemente stavano giocando come al loro solito, ma ad un tratto Hanna aveva iniziato a non sentirsi bene, incolpando un possibile principio di influenza. La signorina Keller non era troppo convinta, c'era qualcosa nei gesti di Heinreich che la faceva pensare che il titolare le stesse mentendo, ma poi si disse che non c'era motivo per cui il medico avrebbe dovuto farlo. Hanna sarebbe poi rimasta a dormire per l'intero pomeriggio, e al suo risveglio non aveva più idea di cosa fosse accaduto. Aveva un forte mal di testa, e aveva rimosso dalla sua memoria non solo la discussione col padre, ma anche le sue scoperte riguardanti la cura. Al suo risveglio, il padre era seduto al suo fianco, le accarezzò il viso, rassicurandola che andava tutto bene. << Mi sento così confusa e stanca…che cosa mi prende? >> domandò timorosa. << Hai avuto un attacco di panico, ti sei svegliata di soprassalto. Stavi scottando, probabilmente ti sta venendo la febbre. >> le spiegò il padre con un tono pacato, continuando a cercare di tranquillizzarla. << Non mi sento affatto bene, papà. >> disse la giovane, rimettendosi sotto le lenzuola. << Non temere, presto starai nuovamente bene, e io sarò sempre qui a prendermi cura di te. >> rispose il medico accarezzando la mano destra della ragazza, per poi prendere dal suo camice una boccetta, somministrando alcune gocce della cura alla figlia. Alle cinque del mattino seguente Edith e Klaus raggiunsero Olga nel bosco vicino al castello. Da quel giorno sarebbe cominciato il loro addestramento, e come la donna aveva anticipato, non sarebbe stato leggero. Mentre la caposala faceva fare ai due ragazzi un po' di riscaldamento, la giovane Hanna dormiva ancora serena nel suo letto. Suo padre fece capolino nella sua stanza per controllare che tutto fosse apposto, e sorrise soddisfatto nel vedere la figlia dormire serenamente. Sapeva bene che al momento del risveglio, la ragazza sarebbe stata confusa sui suoi ricordi, questo gli avrebbe permesso di manipolare la giovane per tenersela buona e calma. Quando si fecero le sei il medico uscì come a suo solito per andare a correre, sereno di essere riuscito a sistemare la spiacevole situazione che si era creata con la figlia, ignaro del fatto che in quel momento Edith e Klaus fossero ad allenarsi anziché nei loro caldi lettini. I due, nel mentre, avevano terminato il riscaldamento iniziale; e cominciarono ad apprendere da Olga le basi del combattimento corpo a corpo in abito di autodifesa personale. Rimasero particolarmente colpiti dalle
tecniche della donna – nonostante anni e anni di pratica, Hans continuava ad essere una spalla sotto alla donna. Poco prima del ritorno al castello del barone, i due giovani infermieri avevano già fatto ritorno a casa, e si trovavano pronti alle loro postazioni di lavoro. Nonostante l'ovvia stanchezza, avrebbero dovuto comportarsi come nulla fosse. Al suo risveglio, la giovane Hanna si era presentata in sala per fare colazione, proprio come il medico aveva immaginato non ricordava nulla di compromettente. L'unico ricordo indelebile era la conversazione avuta col nonno, di cui suo padre era allo oscuro, ma che lei cominciava a vedere come una montagna di accuse infondate al genitore. Ad un tratto, Hanna si rivolse sorridendo al padre, e gli fece presente la sua intenzione di voler al più presto cominciare i preparati delle nozze. Heinreich sorrise a sua volta, sorseggiando soddisfatto il suo latte macchiato. C'era mancato davvero poco, ma fortunatamente la situazione era tornata nel suo pieno controllo. Per essere però maggiormente sicuro, decise di far sparire dal suo studio e dal castello tutto ciò che poteva comprometterlo con Hanna. Sicuro che i preparativi delle nozze avrebbero tenuto presa la figlia, confidava di poter proseguire le sue illecite azioni senza doversi preoccupare di altri eventi del genere. Mentre padre e figlia trascorrevano lietamente la loro colazione, vennero interrotti dall'arrivo della signorina Keller. << Heinreich, mi dispiace disturbare il momento, ma è appena arrivato il nuovo bibliotecario mandato dal museo di Zurigo. >> disse la donna. << Oh finalmente, non vedevo l'ora di conoscerlo! Hanna perdonami, il dovere mi reclama. >> rispose il barone osservando le due donne e poi abbandonando la sala. La biblioteca del castello era la più grande al mondo, e conservava al suo interno 158 milioni di libri in oltre 470 lingue. Da quando aveva iniziato a conservare documenti importanti riguardo eventi storici e legati alla più importante famiglia nobiliare prussiana, il museo aveva stabilito che doveva essere gestita da un emissario inviato da loro stessi. Il precedente incaricato era recentemente andato in pensione, e finalmente il museo di Zurigo aveva inviato il nuovo rappresentante. Quando il barone si fece avanti nella grande sala della biblioteca, ad attenderlo c'era un giovane ragazzo magrolino e di statura alta. Il medico osservò il ragazzo dai capelli castano chiari e dai grandi occhiali da vista, quello che subito aveva colpito il barone era lo stile steampunk del giovane. << Finalmente è arrivato il candidato nuovo di zecca, ti do il benvenuto! >> disse l'uomo porgendo la sua mano. << Lieto di essere qui, signore! Sono Caleb Edward Cox. >> rispose il ragazzo balbettando. Il medico prese subito in simpatia la nuova recluta impacciata, sicuro che con un po' di tempo sarebbe diventato un buon dipendente. Nell'immediato il giovane Caleb si mise a catalogare i libri, poco dopo notò un
libro che parlava del famosissimo conte Dracula. << Oh, Dracula. Si dice che fosse un grande condottiero e che avesse venduto la sua anima al diavolo per raggiungere fama e potere. >> disse il giovane osservando il libro. << Errato, non fece ciò per banali ricchezze.. al suo ritorno da una guerra trovò la sua sposa morta, uccisa da un branco di turchi che egli aveva precedentemente sconfitto. >> ribatté il medico correggendo il bibliotecario. << Poi cosa successe, signore? >> domandò curioso Caleb. << Distrutto dalla perdita, il conte rinnegò il suo Dio, e cedette la sua anima alle tenebre, così da poter avere i mezzi per vendicarsi di chi gli aveva portato via l'unica ragione della sua vita. >> spiegò il medico distogliendo lo sguardo. In fondo Heinreich era consapevole che, in un certo senso, era proprio quello che aveva fatto lui, essere disposto a tutto pur di raggiungere la sua vendetta sul paese. << Vedi mio caro Caleb, nessun uomo nasce mostro, ma spesso è il mondo a renderci tali. >> incalzò il dottore. Lasciò poi Caleb alla sua mansione, chiedendosi se potesse o meno stare tranquillo con quel giovane in circolazione. Nel contempo, Edith si trovava alle sue ordinarie funzioni, quando si accorse che il suo cellulare aveva emesso il suono di una notifica. Riconobbe subito che si trattava di una notifica di Instragram, quindi a meno che Klaus non avesse mandato una delle sue solite meme, doveva per forza trattarsi di Ingrid. La ragazza prese un respiro e si mise a controllare, per poco non le prese un colpo quando si rese conto che era proprio un messaggio da parte della rossa. Edith prese coraggio e lesse cosa la sua risposta. Nel messaggio Ingrid la ringraziava per i complimenti ricevuti, dicendo che aveva sentito parlare molto bene di Edith, di quanto fosse una persona genuina e sensibile, senza togliere il fatto che ad entrambe piaceva moltissimo “Le bizzarre avventure di Jojo”. Sembrava proprio che la giovane infermiera avesse fatto una buona impressione; adesso che si sentiva più sicura di sé, poteva risponderle con più serenità. Decise quindi di partire con la classica domanda: “Che cosa fai nella vita? Studi o lavori?” Dopotutto, Abigail non aveva raccontato quasi nulla sulla sua migliore amica, quindi c'era tutto un mondo nuovo da scoprire. Klaus nel frattempo aveva ricevuto un messaggio da parte di Abigail, la giovane dai capelli nero corvino gli aveva chiesto di vedersi quel pomeriggio in paese perché necessitava di parlare con lui urgentemente. L'infermiere, un po' preoccupato per quella richiesta tempestiva, le propose di vedersi nella piazza del paese, dove si trovava la meridiana. Poco dopo raggiunse la portineria, trovando Edith alle prese col suo cellulare. << Ti vedo presa bene, novità? >> le chiese Klaus interessato. << Sì, ho iniziato a scrivermi con Ingrid e per il momento mi sto trovando
molto bene. >> rispose Edith sorridendo. Al contrario, Klaus era visibilmente preoccupato, subito l'infermiera gli chiese cosa ci fosse che non andava. << Nulla, sono preoccupato…Abigail mi vuole vedere con urgenza oggi pomeriggio. >> spiegò titubante l'infermiere. L’amica gli diede un pacca sulla testa, incoraggiandolo a non preoccuparsi, secondo lei quell'incontro non predestinava nulla di male. Klaus annuì, sicuramente aveva ragione, si stava facendo solo delle inutili paranoie. Più tardi, alle cinque in punto, scese in paese per raggiungere la piazza principale e vedersi con Abigail; il suo cuore batteva forte, ansioso di scoprire di cosa doveva parlargli con così tanta urgenza. La ragazza era già arrivata e si era seduta accanto alla fontana ad aspettarlo. << Eccomi, che cosa è successo? Inizio a preoccuparmi sinceramente. >> disse l'infermiere pallido in viso. << Siediti e respira, non è successo nulla di male. Volevo solo discutere della nostra situazione. >> spiegò la ragazza. << Di quale situazione stiamo parlando? >> domandò Klaus confuso. << Della nostra, ovvio! Insomma, ormai ci vediamo molto spesso e ci sentiamo praticamente tutto il giorno…credo sia il momento di fare un passo avanti, se sei d'accordo. >> gli rispose Abigail, guardandolo negli occhi. << Mi stai dicendo che..stiamo tipo per fidanzarci? >> chiese stupefatto Klaus. << Beh sì, praticamente sì. Ma come mai tanto stupore? >> replicò lei. Alla sua domanda, il giovane le disse che era la prima volta che una ragazza faceva la prima mossa con lui, ma poco importava, perché in fondo era ciò che voleva a sua volta. << Allora dobbiamo festeggiare questo nuovo step! Dai, ti porto a prendere un gelato. >> disse Abigail sorridendo al biondo. Andarono ad una gelateria lì vicino tenendosi per mano e si fermarono a prendere un gelato; si stavano divertendo, e si fecero diverse foto assieme. Klaus intanto non vedeva l'ora di tornare al castello per dare quella magnifica notizia alla sua famiglia. Quando fece ritorno era ormai ora di cena, e il resto della famiglia lo stava aspettando in sala. Una volta che Klaus annunciò la lieta notizia, partì un fragoroso brindisi di festeggiamento. Edith osservava sorridendo la scena, era molto felice che le cose per Klaus e Abigail stessero andando così bene. Lo stesso valeva per Hanna, inoltre questo significava che si era appena guadagnata una damigella in più al suo matrimonio. Dopo cena, mentre il resto della famiglia si era ritirato nelle proprie stanze, Hanna aveva iniziato a dare un’occhiata ad alcune cose per il matrimonio, in camera sua. Suo padre invece aveva iniziato le sue consuete consulenze notturne, tutto al castello era tornato come doveva essere. Quella stessa notte, diversi membri del paese si erano riuniti alla taverna del
giovane Gilbert. Era stato il signor Ebermund, il più anziano tra i partecipanti, ad aver convocato tutti. Il motivo era semplice, andava finito il lavoro iniziato. Quale lavoro? Ovviamente, quello di togliere di mezzo il barone una volta per tutte. Il giovane Gilbert chiese come mai, a distanza di anni, quella faccenda continuasse ad esistere. Il signor Folkher trasse un sospiro, nessuno di loro poteva sottrarsi a quella incresciosa situazione che durava da oltre vent’anni. Folkher iniziò a raccontare come oltre trent’anni prima, il vecchio barone Von Reichmerl aveva aiutato economicamente molte famiglie del paese. In moltissimi si erano rivolti a lui per prestiti di soldi, con la promessa di saldare in tempi brevi quei debiti. Purtroppo, col passare del tempo, la situazione era soltanto peggiorata, e nessuno era stato in grado di ripagarlo. L'anziano nobile, da uomo vile e senza scrupoli che era, aveva cominciato a ricattare quella gente. Se non volevano ritrovarsi in mezzo alla strada, avrebbero dovuto fare quello che lui richiedeva, e quando lui lo esigeva. Ventidue anni prima, chiese addirittura che sua figlia venisse tolta di mezzo; Heinreich sarebbe invece dovuto rimanere vivo, riteneva che sarebbe stato più divertente vederlo eliminarsi con le sue stesse mani. Più avanti, aveva tentato di impossessarsi della creatura della coppia, ma sfortunatamente la presenza di Hans e Olga al castello non aveva permesso tale evento. Adesso, a distanza di anni, l'uomo voleva mettere fine a quella storia; e tutti quei debitori, convinti di potersi finalmente liberare del loro peso, avrebbero dovuto assecondare le sue volontà. Il giovane Gilbert fece presente che l'uomo era ormai vecchio e malato, sarebbe bastato attendere la sua morte per liberarsi di quel fardello. Purtroppo il signor Ebermud spiegò che non era così semplice, il loro vecchio aguzzino era probabilmente prossimo alla morte, ma non il suo fidato tirapiedi. Nessuno sapeva chi fosse, solo che si trattava di qualcuno che si prendeva cura di lui e che gestiva tutta la questione al posto suo. I paesani di Hartmann erano convinti che se alla morte del senile barone la situazione non si fosse conclusa, quell’uomo non avrebbe dato loro alcuna tregua. Quella storia doveva finire alla svelta, per questo motivo la loro idea era quella di mandare un povero disgraziato al castello a fare il lavoro sporco. L'uomo avrebbe dovuto fingersi un bisognoso di aiuto, di conseguenza il medico non si sarebbe potuto sottrarre ai suoi doveri. Gli sarebbe quindi bastato aspettare l’occasione giusta per ucciderlo. Tutti i presenti erano convinti che quella fosse la soluzione migliore per risolvere finalmente il loro problema. Non occorreva altro che attendere il momento propizio per agire.
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lumasara · 2 years ago
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Torno dal viaggio che da un paio di anni desidero fare, sono davvero contenta però mi sento incompleta, avrei bisogno di stare più tempo perché mi piacerebbe tantissimo visitarla e viverla un po’ di più dal momento che non l’ho vissuta a pieno, non ho provato il whisky perché avevo paura di entrare in quei pub e fare un po’ più tardi la sera dato che comunque non gira molta gente dopo le 21, non ho provato il cibo tipico perché Rossella lo temeva e anche perché non sapevamo dove andare, non sono salita a Arthur’s seat per pigrizia di Rossella, non ho visto il viadotto dove passa il treno di harry potter, non sono andata a Glasgow, non ho fatto il tour dei fantasmi, non ho fatto il tour della città, quindi diciamo che è da rifare.
Sono grata di potermi permettere di fare questo grazie comunque ai sacrifici lavorativi che faccio che mi permettono di guadagnare abbastanza da potermi togliere questi sfizi.
Considerazioni varie su Edinburgh:
-persone super gentile e disponibili
-il tempo è particolare, piove quasi tutti i giorni
-il cibo che ho mangiato non è buonissimo
-la sera diventa un po’ pericolosa dal momento che tutti alzano il gomito
-è bellissima anche con la pioggia
-si può girare a piedi
-parlano troppo velocemente ed a volte non capisci cosa dicono, però se gli chiedi di ripetere lo fanno parlando lentamente
-loch ness non è nulla di che
-il castello mi ha fatto impazzire
-highlands purtroppo viste pochissimo però bellissime mi sono emozionata
-ho fatto più di 200 foto
-i colori sono magici
-voglio tornarci per un road trip
-viaggiare con un’amica non è poi così tanto facile
-probabilmente le cose non costano davvero tanto come si dice
-la colazione salata ti fa stare bene fino alle 14/15 di pomeriggio, se fatta abbondante.
-i kilt sono troppo belli
-il tour di harry potter ed I castelli inglesi è stato una noia mortale dato che il castello di anwilck era chiuso.
-il tour delle highlands e lochnees è stato altrettanto noioso se non fosse per le highlands che abbiamo visto.
-è una città cupa ma bellissima.
Voto:
Cibo: 5
Location: 10
Clima: 7
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bbastianich · 13 days ago
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┊ 𝐋𝐞 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐞́, 𝐚𝐦𝐨𝐮𝐫𝐞𝐮𝐱 𝐝𝐮 𝐩𝐫𝐞́𝐬𝐞𝐧𝐭. [𝟐𝟎𝟏𝟑]
Cuando tu vida hace el cómputo de trece años, en una sociedad en la que la vida transcurre en la jungla de asfalto, sientes que ser adulto está al alcance de tu mano. Los entresijos del crecimiento parecían haber sucumbido a esa estúpida ambición de creer que teníamos las riendas. Sobre todo cuando la fama comenzó a precedernos. Llega un momento en el que la esencia individual se desdibuja en la grupal y la reputación de nuestra cuadrilla, urdida en los confines de la ciudad, preexistía a nuestras acciones.
A mí me integraron, baste recalcar, no por méritos propios precisamente. Después de años de una amistad perseverante, 𝑳𝒚𝒕𝒉𝒆𝒓 me exhortó a conocer al resto de sus amigos. Conformaban una suerte de banda destartalada y heterogénea que se afincaba el este de 𝘌𝘭 𝘗𝘢𝘴𝘰. Era su territorio, decían. No obstante, este no era el dato que más me trastocaba. Era ese anhelo nacionalista que les esgrimía de cualquier otra prioridad. El pedestal era siempre para ese nombre que tejían en sus almas al tiempo que lo exhibían en grafitis por toda la urbe: 𝑳𝒐𝒔 𝑪𝒓��𝒑𝒔.
Ese fue, quizá, el primer roce que mantuve con el poder. Mi apariencia nunca fue vestigio de peligro, ni mucho menos. Enfundado en unos tejanos (haciendo honor de mi estado natal) siempre por encima de mi tallaje, nunca poseí el aspecto agresivo que sí ostentaban mis congéneres. Tampoco lo necesitaba, puesto que la conexión con ellos fraguaba indirectamente un estupor entre los presentes que me catalogaban como miembro más de una asociación, por lo general, más canalla que valiente. Y eso, en manos de un adolescente descarriado, era la puta 𝐩𝐚𝐧𝐚𝐜𝐞𝐚.
Lejos de proverbios y leyendas en relación a las cuadrillas paseñes, nosotros no quebrantábamos lo que se esperaba de un acicate intimidatorio que nos labramos a base de bien. O mal, dadas las circunstancias. Por ende, trenzamos una suerte de rutina que predisponíamos de la siguiente manera: entre semana, solíamos aventurarnos a un local abúlico y abandonado a las afueras de la jurisdicción. Tendíamos a perder la vergüenza, la inhibición y la conciencia en manos de la droga que los mayores, en este caso 𝑳𝒚𝒕𝒉𝒆𝒓 y 𝑴𝒊𝒌𝒆, podían conseguir. Una vez adquiríamos ese regusto subrepticio de ser presa de la imprudencia y la insensatez, nos revolcábamos en peleas sin fundamento que nos permitían adiestrarnos para los fines de semana. Entonces alcanzábamos el éxtasis, porque escudriñábamos el panorama interior o exterior de los bares centrales con el firme propósito de encontrar rivales a la altura. Solíamos superar en número a los adversarios, excepto una ocasión que 𝘢𝘥𝘦𝘮𝘢́𝘴 𝘥𝘦 𝘵𝘳𝘪𝘶𝘯𝘧𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘦𝘤𝘩𝘢𝘮𝘰𝘴 𝘶𝘯𝘢 𝐚𝐦𝐢𝐬𝐭𝐚𝐝 𝘧𝘰𝘳𝘵𝘶𝘪𝘵𝘢 𝘺 𝘴𝘰́𝘭𝘪𝘥𝘢.
Nos encontrábamos en el 𝑶𝒖𝒕𝒍𝒂𝒘𝒔, un pub de moteros en el que se reunía un gentío diverso. Nunca antes había sido precursor de una refriega, pero aquella 𝘳𝘶𝘣𝘪𝘢 𝘥𝘦 𝘰𝘫𝘰𝘴 𝘰𝘭𝘪𝘷𝘢́𝘤𝘦𝘰𝘴 bien lo merecía. Todavía era temprano, por lo que únicamente cuatro integrantes de la banda nos encargábamos de beber lo suficiente para sentirnos listos en pos de la contienda contra el anochecer. Sin embargo, el ritmo se aceleró en cuestión de breves instantes. Un jugueteo, una caricia, un beso. 𝐘 𝐭𝐨𝐝𝐨 𝐞𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨́.
Cuando aquel hombre me sacó a rastras del garito, mi ademán ensombrecido se perfilaba a través de una cínica sonrisa. Esta fue dilatándose gradualmente cuando atisbé cómo mis camaradas se aglutinaban detrás de mí. El resto que recuerdo fue un aguacero de golpes. Ese tipo pertenecía a otra corporación que se congregó frente a nosotros. Su multitud nos exigió tragar saliva, abandonándonos a ese sudor frío de quién se sabe víctima de una derrota.
Yacía en el suelo, semi inconsciente, cuando ese aullido lapidario y sucinto me sobresaltó. Tenía la visión nublada, pues la sangre manaba a raudales de una de mis cejas descompuestas. Atisbé a vislumbrar cómo la pelea se había detenido abruptamente, por lo que el desconcierto se acrecentó a medida que buscaba con una mirada nebulosa e imprecisa el origen de aquella pausa.
—¡Parad, hijos de puta! —berreó lo que, desde mi posición, parecía un crío—. Si no lo hacéis, ¡os juro que vacío el puto cargador en la nuca de este cabrón!
No fui capaz de retener más la conciencia. Me precipité al vacío con un aspaviento de genuina sorpresa que perduró hasta la mañana siguiente, cuando desperté envuelto en unas sábanas cuya fragancia me transportó a una infancia irreal. Parpadeé con sumas dificultades debido a, lo que supuse, los hematomas y las lesiones que me habían pertrechado. El agravio era infundado, puesto que la situación se había recreado a la inversa en infinitud de ocasiones. Pero no me importó; traté de incorporarme hasta que un súbito mareo me acunó y me arrastró de vuelta contra aquel colchón mullido. Inspiré.
—¿Estás... bien? —susurró una voz. Esa voz. Volví a erguirme, adquiriendo una postura de defensa que asustó al desconocido—. No voy a hacerte nada. Joder, deberías haberles visto la cara...
—¿𝘛𝘶́ 𝘮𝘦 𝘴𝘢𝘤𝘢𝘴𝘵𝘦 𝘥𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘪́? —increpé.
—Sí —respondió con firmeza—, a ti y a todos.
—Buen trabajo, tío —suspiré.
—𝑷𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒌 —dijo, mientras volvía a tenderme hacia 𝘔𝘰𝘳𝘧𝘦𝘰—, me llamo 𝑷𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒌.
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raccontidialiantis · 6 months ago
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Hai deciso tu per entrambi
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Ti conosco da tempo. Siamo sempre stati buoni amici. Si, certo, confesso: ci ho pensato anche io. Spesso. Sei sempre stata bella, molto. Poi, io sono un uomo e ogni uomo quando incontra una donna non ha gli occhi: ha una macchina per la TAC. E se gli piace, poi invariabilmente sogna di averla. Per almeno qualche secondo. Anche se in realtà vorrebbe averla sotto di sé magari per ore. Questo è un dogma. Chi lo nega, mente. Fidati! E se poi lei gli fa capire che ci sta, lui inizia la corte e si va avanti veloce fino a finire a letto. Il prima possibile. Tu un paio di mesi fa, dopo anni di nostra serena consuetudine - eravamo leali compagni di scuola prima e d’università poi - hai deciso di aprire i cancelli della tentazione.
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Praticamente, dall’inizio della tua separazione col tuo ex marito t'ho dato la spalla sicura e forte su cui piangere; t’ho supportata per il divorzio e t'ho fatto da confidente-aiutante-autista per risolverti tutti i problemi logistici: la casa, la spartizione, gli avvocati eccetera. Quella sera benedetta, nel pub dove eravamo andati per rilassarci finalmente un attimo, mi guardavi finalmente come non ci fossero stati altri uomini nel locale. Ammiccavi, sbattevi gli occhi di continuo e alzavi verso di me la spalla nuda. Dito in bocca, da scolaretta innocente e viziata. Non ci potevo credere! Non esiste donna più sexy di quella che ti faccia capire molto chiaramente che è disponibile, che ti vuole.
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Parlando di te poi, il cuore mi batteva a mille. Ti desidero in segreto da sempre. Anche quando facevo l’amore con la mia ex moglie, non facevo altro che pensarti. D’improvviso, hai trovato una scusa con gli altri amici e sei venuta via con me; m’hai chiesto d’accompagnarti a casa. Non che loro non abbiano capito cosa stesse succedendo. Ma anche ‘sticazzi: io ti volevo da impazzire. E tu altrettanto, m’era evidente. Fanculo i pettegolezzi. Io sono un musicista e a casa tua hai voluto che ti suonassi qualcosa, mentre ti mettevi comoda; poi d’un tratto sei arrivata. Con un balzo aggraziato ti sei seduta sul piano mezza nuda e ti sei offerta al mio sguardo: eri un capolavoro di femminilità ed eros.
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Sprigionavi il profumo naturale del desiderio di donna. Poi ti sei inginocchiata e hai voluto che ti legassi: mi hai confessato, rossa in viso e imbarazzata, che sessualmente tu cerchi l’uomo che domina, quello forte, sicuro di sé. Uno duro, che ti impartisca ordini secchi e ti imponga di soddisfarlo appieno. Adori essere punita, frustata, sculacciata e umiliata. Ti vesti e profumi come una dea solo per lui. Quindi, ti piace essere degradata, spogliata e ridotta a umile servitrice ai suoi piedi. Una pantera fiera ma domata. Malgrado tutto, resti sempre un’anima sofferta ma bellissima. Sei una sottomessa. Non l'avrei mai immaginato: sempre sicura di te, intelligente, orgogliosa.
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M’hai aperto un mondo che neppure sapevo esistesse. Perché dei gusti sessuali e delle preferenze personali semplicemente non si parla mai; non sta bene. Ognuno ha la sua dose di pudore o la vergogna di mostrare la propria fragilità emotiva, il lato dove potrebbe essere ferito. Però è innegabile che ognuno abbia i suoi desideri e le sue sacrosante, legittime preferenze. Alla fine, dopo quasi un decennio, il divorzio con il tuo ex è arrivato inevitabile, perché - ti sei sfogata con me per la prima volta a riguardo - lui sessualmente parlando è come te, cioè un passivo totale e avrebbe voluto che tu lo dominassi. In sostanza, dopo anni di rapporti sessuali pro-forma e sempre più rari, di insoddisfazioni reciproche, in pratica eravate diventati come fratello e sorella.
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Hai scoperto per caso che lui aveva trovato una dominatrice al di fuori del matrimonio. E tu questa menzogna continua e disonesta, una vera e propria mortificazione dell’anima, non l’hai sopportata più. Quindi eccomi qui: nel mio nuovissimo ruolo di macho dominante. Ci sto prendendo grande gusto: quale uomo, con i coglioni gonfi e il testosterone a mille, non desidera una bellissima schiava pronta a soddisfarlo e che non si lamenti mai!?! Sei mia: e ancora non ci credo. Ti tratto come mi pare e piace. Non che sia un sadico, un violento o un tiranno, per carità. Ma a te piace sentire la briglia tirata. Ci godi.
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E tu con me sei sempre contenta: perché ogni mia attenzione nei tuoi confronti, positiva o negativa che sia, è comunque un segno del nostro comune coinvolgimento. Un ulteriore trattino d’amore che si aggiunge alla lunga teoria di cose che ormai ci accomunano e ci legano in modo crescente. E che mi stanno facendo innamorare di te ogni giorno di più. Adesso vieni qui e abbeverati, come ogni sera. Godi e fammi godere. Succhiami con grande impegno, puttana ignobile. Ti adoro.
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RDA
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persinsala · 2 months ago
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https://teatro.persinsala.it/sebbe/69615/ Sebbe di Alessio Neroni Al Teatro Ivelise di Roma, Massimo Stinco ha portato in scena il suo Sebbe, interpretato dal bravissimo Vieri Raddi. Dopo il debutto a Stoccarda in Germania, nel giugno del 2023, Sebbe è giunto finalmente a Roma, dove ha vinto il primo premio del Bando del Teatro Ivelise La Novelle Saison 2024-2025. Si tratta dunque della sua prima italiana, che ha commosso quanti lo scorso 12 aprile hanno assistito alla pièce. Sebastian, detto Sebbe, è nato in una brutta città industriale della Svezia meridionale, circondato da cantieri perenni, rumori assordanti e nessun abbraccio. La sua è una vita difficile, orfano di padre e con una madre assente, che, lavorando di notte, di giorno dorme. Quando non è al pub a bere birre tra il fumo delle sigarette, vive tra la scuola, dove è bullizzato, e la spiaggia, nient'altro che una discarica. È lì che si reca sempre con la sua bicicletta per riempire lo zaino di qualunque cosa attiri la sua attenzione: giocattoli, cappelli, maschere, libri e dispositivi tecnologici ancora funzionanti. La meccanica è sempre stata il suo forte e di fronte alla miniera ama ascoltare le esplosioni. Vieri Raddi, il giovane attore che interpreta l'adolescente Sebbe, da solo sulla scena, è straordinario, superlativo. Una mimica facciale incredibile in grado di colmare appieno tutti i momenti di silenzio del protagonista e di far emergere le innumerevoli emozioni che prova, l'ennesimo litigio con la madre o semplicemente mentre ritorna bambino, quando, con un giocattolo, simula una situazione di svago, che spesso lo riporta alla guerra o a inventare una telefonata con un oggetto di plastica che emette suoni. Musiche avvolgenti, intime, rumori di sottofondo in grado di restituire la natura del luogo in cui è immerso e tanti oggetti che formano la scene, protagonisti anch'essi di questa storia amara, dura, ma ricca di forza e sentimento. Massimo Stinco, che per scrivere il soggetto si è ispirato a un film svedese del 2010 di Babak Najafi, con lo stesso titolo, dimostra ancora una volta di essere un uomo, ancor prima che sceneggiatore e regista, attento a tutte le problematiche sociali. Un osservatore acuto e sensibile della realtà che ci circonda e di saper dirigere egregiamente i suoi giovani attori, i quali con spiccata maestria riescono a riportare sulla scena quanto intimamente pensato. Il tutto con semplici e pochi mezzi, perché anche con solo tre sedie e qualche suppellettile usata con cura, si può fare uno spettacolo di successo. Sul palcoscenico emerge tutto il gran lavoro emotivo scritto con passione nei riguardi di quest'arte straordinaria, i temi affrontati lo sono con la giusta sfumatura: ci sono dei notiziari che parlano di violenze e usi d'armi nelle scuole, fogli con insulti omofobi nei riguardi del protagonista e le mancanze affettive racchiuse nei gesti, che non diventano mai estremi. Un lavoro delicato, con un finale al quale Stinco ha dato nuovi stimoli e quindi un impeccabile pagina di buon teatro, che meriterebbe più spazio, per le tante riflessioni che suscita. Sebbe resta nel cuore così come una scarpa, un pupazzo, un filo di luci a led e della dinamite su quelle tavole di legno, per poter brillare ancora, in altri luoghi, altre menti, a lungo. Lo spettacolo è andato in scena: Teatro Ivelise via Capo D'Africa 8\12 – Roma sabato 12 aprile ore 21.00 Teatro Ivelise presenta Sebbe di Massimo Stinco con Vieri Raddi assistente alla regia Leonardo Paoli foto di scena Fulvio Bennati
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uniquetyphoonmiracle · 4 months ago
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Por cierto..se me olvidó destacar ayer de la relación VALENCIANA de VIRGINIA MAESTRO que dio su último concierto antes de viajar a NASHVILLE a grabar cd DEL SUR [cuya cancion homonima empieza con LA GLORIA DE GANAR FUE SOLO UN RUMOR y en cuyo video sale la cabina que estaba frente a la FARMACIA "MALASAÑA" donde la cite por TWITTER por mi año 50 cuando entonces cubría una LONA su edificio con HISTORIAS PARA NO DORMIR y por lo que me fui a continuación al adjunto pub FREEWAY donde NAT SIMONS grabó su video sobre la versión de IBERIA SUMERGIDA de HEROES DEL SILENCIO]..fue en el pub GEORGE BEST [malogrado futbolista inglés que DIJO que gasto su FORTUNA en MUJERES, ALCOHOL y DEPORTIVOS mientras que EL RESTO LO MAL_GASTO jaja] de VALENCIA cuando entonces la representaba INDUSTRIAS "BALA" que pertenece a JUAN SANTA_NER guitarrista de LOS VANCOUVERS que a raíz de un homenaje al dueño del FLAMINGO [bar de malasaña] se reunieron tras 21 años en 2018 haciendo una gira de Conciertos como el que dieron en el LEMON ROCK de Granada donde tocaron KING DISASTER, acabaron con PORNO y presentaron temas nuevos como INVISIBLE así como se acordaron de KIM SHATTUCK [su foto del WIKI es en sala EL SOL donde actuo con THE MUFFS y donde MUDHONEY grabo su directo de 2007 que cierra TALES OF TERROR]..que acababa de morir de ELA
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situazionespinoza · 1 year ago
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La scorsa settimana una delle mie clienti, insegnante di Pilates bravissima sul tappetino ma con l'abilità comunicativa di una bavosa, mi ha detto che in call che le sarebbe piaciuto riallocare il budget per il mio lavoro di copywriter social e community manager nella scrittura di articoli per il suo blog.
Peccato che le sue scarse abilità di linguaggio, probabilmente sterminate dalla lettura di troppi libri di autoaiuto e poesie di Gio Evan, non le facciano capire che riallocare è un sinonimo di spostare e che spostare significa destinare a uno spazio nuovo qualcosa nella sua interezza.
Ecco, il risicato patrimonio lessicale della Maestra di Pilates voleva tradurre un effettivo dimezzamento del mio onorario. Quindi da €300 euro mensili prenderò la bellezza di €160.
E questo incide sul mio bilancio mensile, visto che a malapena riesco a superare la soglia della povertà assoluta quando metto insieme tutte le commissioni corrisposte dagli altri clienti.
Sto cercando di prenderla con filosofia, almeno per dare un senso esistenziale alla mia laurea, convincendomi che il tempo che risparmierò dalla gestione dei post di questa persona egoriferita e deficiente potrò riallocarlo nella creazione di un mio sito web, nell'arricchimento della pagina IG che ho creato per parlare di libri, nella formazione.
Ma nonostante i miei titoli da filosofa davvero non riesco a scendere a patti con questa cosa, nonostante non si tratti di un fallimento.
Perché non è un fallimento: io so scrivere e questa idiota funzionale se n'è accorta. Perché i miei testi hanno un senso, un'armonia di lettura, sono privi di ripetizioni e tautologie, intrattengono e informano occupando meno di 2200 caratteri - spazi inclusi.
La mia rabbia deriva dal discorso pretenzioso e supponente che questa persona mi ha propinato durante la famosa call. Un discorso fatto di questo è il mio lavoro, la gente mi deve pagare in risposta al mio consiglio di non chiedermi di inserire marchette del cazzo dentro degli articoli blog perché rovinano l'esperienza utente.
Non so, forse se avessi avuto una laurea alla IULM o al San Raffaele, forse se avessi fatto la gavetta con stage sottopagati sull'asse Roma-Milano potendo contare sulla borsetta di mammà, forse se avessi preso un Master con l'ennesima realtà chs propina corsi di formazione inutili a prezzi modici, ecco forse la Maestra di Pilates mi avrebbe dato ascolto e io mi sarei risparmiata la geremiade sul valore monetario dei suoi esercizi del cazzo.
Invece ho sgobbato 4 anni in un pub del cazzo per pagarmi gli studi e un letto, il cibo e la luce e il riscaldamento. Quindi posso solo vantare la mia laurea in Filosofia nel classico Ateneo dimenticato da Cristo nel Sud Italia.
E forse sarà un limite mio, ma a 27 anni l'idea di spendere soldi per un master mi fa salire il vomito.
Quindi il senso di fallimento non è dovuto a questa deficiente illitterata, ma alle scelte che non ho avuto la libertà di compiere.
Per questo, forse, in queste ultime settimane ho riaperto il cassetto del mio Piano Infallibile In Caso Di Fallimento Totale e Conto In Rosso.
In questo cassetto ci sono due blister di pillole sublinguali, circa 20 pasticche in tutto.
Quanto vorrei poter rivelare alla Maestra di Pilates che la persona che traduce in post i suoi deliri sulla consapevolezza e sul vivere il presente ha pronte 20 pillole per farla finita.
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aroundtable · 8 months ago
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È cominciato quel periodo dell'anno in cui decido di accorciarvi un po' l'esistenza, penserete che troppo presto a metà novembre per cominciare a pensare alle feste natalizie, ma no non è mai troppo presto per cominciare a chiederci ma che gioco possiamo giocare durante le feste? Insomma, stanno tornando i video in cui vi consiglio i boarer game, da regalare, farsi regalare regalarsi o anche semplicemente acquistare per passare in gioco le serate festive. Come sempre, vi proporrò quattro video uno dedicato ai board Game per i più piccoli, uno con i giochi da tavolo al di sotto dei 30 €, uno con quelli dai 30 ai 60 €, e uno con i giochi al di sopra dei 60 €, ovvero i board game over. Anche quest'anno per stilare una letterina Babbo Natale, con i bordi game migliori per passare il Natale, ho chiesto un aiuto agli amici di Hirtemis, innanzitutto per proporvi qualcosa aldilà del mio gusto personale, ma anche perché durante le serate ai pub Renato riesce a cogliere l'impatto di alcuni board Game che magari abbiamo dato per scontato sul pubblico. In questo primo video andremo a scoprire i i migliori giochi da tavolo per bambini da regalare per questo Natale 2024.
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epilexia · 8 months ago
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Nella mia memoria interna erano impressi i tuoi occhi e le tue mani mi scaldavano sulle cosce. Potremmo anche non parlarci, quello lo sappiamo fare benissimo anche in silenzio da seduti, da sdraiati sul cofano delle auto a guardare il cielo stellato di una notte di mezzo agosto dove porterà via con se tutte le cose belle che abbiamo provato a costruire. Siamo come quelle formiche bastarde che provano a fuggire tra la folla, ma sai distinguirti tra altre cento ammassate nello stesso luogo, annuisco il tuo odore un pò come i gatti che hanno il sistema olfattivo sette volte superiore al nostro.  Mi impregnavo nei tuoi abbracci solo per farmi restare un pò di te addosso. Ma farsi del male prima o poi a noi che importa? Ti riconosco tra centomila anime sorridenti, perché sei l’unico che ha tra le mani una birra e il volto spento di emozioni, solo pensieri. Io non ne faccio parte, ma tieni a precisarmi quanto fosse difficile entrare in un pensiero. Allora io chiamo il dottore dopo aver ingerito del cibo avariato, per farmi ritornare l’euforia e così ho deciso di nuotare nel fango o tra le tue dita. Poi non ti trovo più in nessuna parte, nemmeno in quei posti lì capendo a quanto problematico fosse, pensando solo ad un periodo ed invece mi sbagliavo. Le uniche parole che hai saputo scrivermi sono state “ DELUSO” - “ PRESO IN GIRO” Ma su cosa precisamente? Va bene lascio correre anche questa volta, ma poi basta dare giustificazione a tutto, non serve essere perfetti per piacere a qualcuno, non bisogna nemmeno darsi troppo perché vedi poi come va? Sbagli sempre tu e non sai nemmeno come. La cosa che più mi dispiace è quella che forse ho dato troppa importanza, dandomi mille aspettative che solo ora apprendo non essere così, speravo in una bella crescita dove due persone normali si confrontano o anche confondono tra le chiacchiere e le birre di qualche pub provinciale. Finisce tutto, vanno via tutti e resti solo tu a capire a chi dare priorità da ora in poi.. a chi vuoi dare possibilità di sfiorarti la mente se mai ce ne sarà occasione, sei tu a decidere cosa è giusto o sbagliato da ora in avanti. Sei solo tu che puoi capire come si fa a non darti per scontato, a non dare tutta la fiducia. Ricordati che i fiori più belli sono quelli rari, quelli nati sulle colline Francesi, in quei posti spirituali mistici che nascono nelle rocce di montagna, che può crollare tutto intorno, ma tu resisti, sempre.
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safehavenhqs · 9 months ago
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Un nuevo habitante llega al pueblo con el nombre de LUANA MIRANDA. Sus datos confirman que su profesión es EMPLEADA EN LA TABERNA THE HIDDEN HOLLOW, tiene 27 AÑOS y es originario de SAFE HAVEN, MAINE. Algunas personas lo confunden con CAMILA MORRONE.
¡Bienvenido a Safe Haven, KITTY! Tienes 48 horas para enviar la cuenta de tu personaje. Esperamos que tu estadía en el pueblo sea de tu agrado.
INFORMACIÓN DEL USUARIO:
apodo: kitty
pronombres: ella/suya
país/zona horaria: gmt-3
trigger warnings: abuso sexual, incesto, non con, trabajo sexual
rostro reservado: camila morrone
cupo reservado: d7 y 16.2
INFORMACIÓN DEL PERSONAJE:
nombre: luana miranda
pronombres: ella/suya
fecha de nacimiento: 30/12/1996 + (27 años).
lugar de nacimiento: safe haven, maine.
grupo al que pertenece: local.
profesión: empleada en la taberna the hidden hollow.
PERFIL
habilidades: si bien el último tiempo se ha vuelto una persona más bien sedentaria, luana ha sabido resistir largas horas de ensayo junto a su banda con presentaciones agitadas a un público ficticio en el patio de su hogar. además, por testaruda, se ha ganado par de encontronazos que terminaron en altercados físicos durante la adolescencia. su papá solía decirle que aunque no era buena peleando, tenía “mano pesada”.
enfermedades: no.
puntos de habilidad:
velocidad: 1
agilidad: 2
resistencia: 4
ingenio: 1
sigilo: 0
ataque: 3
defensa: 2
fuerza: 2
RESIDENCIA:
la familia miranda lleva toda la vida en safe haven, es ahí mismo incluso donde sus padres se conocen cuando él, turista con curiosidad por el pueblo, acaba enamorado perdidamente de ella y deciden asentarse y allí criar los hijos que vinieron después. a luana nunca le disgustó pero sí existió la necesidad de ver más allá por momentos, etapas que saciaba con algún viaje por el resto del país para entonces darse cuenta que la vida en maine era buena. desde que nació hasta el presente jamás vivió en otro sitio y así lo elige conscientemente hasta el día de hoy.
curiosidades:
la vida corría sin muchas eventualidades para LUANA MIRANDA que nace casi en vísperas de año nuevo y se convierte pronto en hermana mayor, un título que lleva hasta el día de hoy con mucho orgullo. es algo que se tomó en serio desde un principio, al rol le correspondían ciertas responsabilidades y ella las asumió con gusto, incluso en esos momentos en donde la relación de hermanos no era la mejor; lo bueno es que de esos hubo muy pocos. será por la corta diferencia de edades pero luana y enzo se llevaban de maravilla y de no ser por las similitudes en sus rostros, parecían amigos de toda la vida más que unidos por la sangre. el primer trago de él se lo preparó ella y a la par se compraron las mismas guitarras y aprendieron a tocar. allí los hermanos miranda conocen su primera pasión.
si bien la música fue algo que la acompañó durante todo su crecimiento, la idea de formar genessiss fue cien por ciento de enzo. ella lo veía más como un pasatiempo que disfrutaba un montón pero para él era la oportunidad de algo mucho mayor de lo que tenían y quizás era porque ella nunca había fantaseado con abandonar safe haven pero como él sí, insistió tanto que logró convencerla. con dos amigos más, la banda la tenía a ella de vocalista y en la guitarra, y aunque nunca sintió nada similar a cómo se sentía cuando empezaron a tomarse en serio el proyecto, la realidad es que lo hacía por él. ¿era infeliz con aquella decisión? para nada, pero no era el rumbo que hubiese tomado para su vida y quizás, al mismo tiempo, era precisamente a lo que estaba destinada. no se lo cuestionaba mucho porque se divertía y la respuesta del público era buena. en safe haven tocaban en algún que otro pub o evento al aire libre pero donde estaban empezando a ver movimiento era en redes después de que a enzo se le ocurriera empezar a filmarse y subir extractos de su música y día a día para tik tok.
una noche vuelven de tocar en un antro a las afueras de maine y están un poco ebrios así que el auto lo maneja ella, que se cree que es la única capaz de conducir bien a pesar del alcohol en sangre. el resto de los chicos quiere continuar bebiendo así que al llegar al pueblo piden parar en la taberna pero luana está cansada y sigue hasta casa, quiere dormir, raro en ella que nunca aceptaba terminar la noche temprano. primer grave error que comete. sus amigos regresan pero enzo no aparece por ninguna parte y los chicos dicen que él insistió con meterse en el bosque pero luana conoce a su hermano y duda. sea cual sea la verdadera razón, a enzo se lo traga la tierra y no vuelve a aparecer jamás. la vida de aquella joven que parecía transcurrir sin muchos problemas ahora se pinta de gris. genessiss anuncia su disolución semana y media más tarde.
familiar desaparecido: ENZO MIRANDA, hermano menor, 22 años, desaparecido el 21 de septiembre del 2021.
PERSONAS DE INTERÉS
1: VICTORIA MIRANDA, 53 años. con su mamá siempre tuvo un vínculo muy sano y cariñoso, independizarse le cuesta porque disfrutó siempre de la convivencia con ella y de sus charlas y momentos.
2: KEVIN BERTOGLI, 28 años. el baterista de genessiss y también su ex-novio (¿o algo así?). fueron vecinos toda la vida y al crecer no hubo duda de que tenía que formar parte de la banda. luana a veces piensa que su relación amorosa estaba más ligada a que eran lo único que el otro conocía y que surgió por la confianza y cercanía más que por amor de verdad. si bien ella intenta cortar todo lazo con sus dos compañeros de banda tras la desaparición de enzo, kevin hasta el día de hoy insiste en formar parte de su vida como amigo y logra hacerse presente a pesar de las reiteradas rachas en las que luana lo ignora por sentirlo un recordatorio de lo ocurrido. no lo culpa y lo quiere mucho, pero es complicado.
[✔] al enviar este formulario doy permiso a la administración de utilizar a mi personaje de la forma que consideren adecuada en el desarrollo de la historia grupal. para más información al respecto leer la normativa.
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enmusasblog · 9 months ago
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Annika Fehling  - en av våra folkkära artister -  släpper singeln "Nallen" Som del av Annika Fehlings kommande album "Barndomsland" släpper Annika nya singeln "Nallen"  den 27 september - precis innan hennes Tysklandsturné. Till sin hjälp har hon Patrick Rydman på keyboards, slagverk och produktion och Christer Jonasson Tolv på lapsteel. Med en mjuk hand leder Annika oss med sin karaktäristiska varma stämma längs barndomslandets stigar. Vem har inte någon gång haft en nalle? På sin nya singel tar sångerskan, låtskrivaren och kompositören Annika Fehling oss med tillbaka. "Jag rensade på vinden för ett tag sen, och ur en låda trillade ett fotografi på mig som barn när jag kramade min nalle. Jag slogs av hur viktig nallen var för mig då,  och hur viktig denna första relation, som de flesta har varit med om, har påverkat mig. Kanske kan också fler människor känna igen sig i denna upplevelse? Ur detta kom en sång - Nallen!", säger Annika Fehling. Annika Fehling är en gotländsk turnerande singer/songwriter, sångerska och kompositör. Hon har spelat på otaliga scener och festivaler runt om i världen. Till dags dato har hon utkommit med 14 CD-album, medverkat i Mello, och utsågs 2019 till Region Gotlands Kulturpristagare. Annika driver den mycket uppskattade Visbyfestivalen som i år fyllde 17 år. Hon driver också Club Acoustic och Musik&Poesifesten, liksom Gotland International Songwriters Retreat och kurser.  Hennes musik finns på Spotify både solo och med Annika Fehling Trio -AFT. Hon spelar även i trion GLIMRA. Annika Fehling har delat scen med artister som: José Gonzales, Monica Zetterlund, Jill Johnsson,  Staffan Hellstrand, David Olney (USA) , Tom Kimmel (USA), Mikael Rickfors, Marie Bergman, Jesse Winchester (USA), Kevin Welch (USA). Hon har spelat på scener som Blue Bird Café i Nashville, Arctic Sounds på Grönland, Kerrville Festival (Texas), Mailaul Festival Estonia, Tai-As Lithuania, Belfast Nashville Festival, Copenhagen Songwriters Festival, Anderson Fair och Mucky Duck i Houston, Saxon Pub i Austin USA och många fler. Sagts om Annika Fehling: " Annika...har redan allt som behövs i talang, röst och förmågan att skriva låtar. Här visar hon definitivt att hon hör hemma bland de kvinnliga artister som brukar hålla till på olika Billboardlistor." Bengt Eriksson För mer information:https://www.annikafehling.com/ www.facebook.com/annikafehling För intervjuer och frågor: Anette Ståhl på Enmusa Music Tel: 0707 180 120 eller [email protected]
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