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dolcezza1908 · 3 years
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Così la immagino mia figlia, della quale so perfettamente il nome, Era, nome preso dalla dea greca, la dea della fedeltà e del parto.
“Mamma, anche se ancora non sei nata, ti immagina come questa bellissima bambina e, contemporaneamente, ti vuole già bene!”
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dolcezza1908 · 3 years
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<<Ciao Nino, mi sento giù, ti scrivo un po’. Voglio sfogarmi con te perché, solo tu mi puoi capire. Come sai, quando ti ho conosciuto avevo dei momenti di attacchi di nervi proprio perché le case editrici non volevano votare il mio libro, ti ricordi? La stessa cosa è successa adesso con questo però, l’unica differenza è che prima c’eri a darmi sostegno, insomma ad aiutarmi, anche con un semplice abbraccio. Adesso, invece, non sei presente e faccio molta fatica a capacitarmi del fatto che, forse forse, non sono brava come mi hai sempre detto tu e do molta importanza oltre che peso alle parole altrui, davvero. Non so che fare, mi aiuteresti per favore, ti chiedo solo questo. Grazie!>> Eccolo signori, lui è Gaetano, in arte Nino D’Angelo, l’ho conosciuto nel 1992, un anno dopo del suo ultimo film, intitolato “Fatalità”. Era, anzi, è un uomo straordinario. Così gentile, premuroso e, soprattutto, empatico: quando stavo male sembrava che gli stessi sentimenti li provasse lui, infatti mi ricordo che gli scendeva addirittura una lacrima. Me n’ero innamorata, questo lo posso ammettere, nonostante avessimo otto anni di differenza ma, quello che contava e conta ancora oggi per me, è stato il fatto che mi ascoltava e, soprattutto, comprendeva. Il resto non riguardava la mia vita. Se, in quel periodo di puro dolore, non ci fosse stato lui al mio fianco, sarei morta suicida, ne sono sicura. Prima il mio libro che non è stato pubblicato, poi un amore non corrisposto. Insomma, in tutto questo, Nino mi è sempre stato vicino, sempre.
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dolcezza1908 · 3 years
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Gaetano, un uomo che ho conosciuto appena il mio capo mi ha assunta nel suo studio di giornalismo. Veramente un lavoro più che fantastico; all’inizio pensavo che lui fosse una persona davvero gentile e che, soprattutto, appena ho voluto raccontargli dei miei sentimenti per Raffaele, un nostro collega, mi ha sorriso e, contemporaneamente, detto che prima o poi si sarebbe accorto di me. Ci ho creduto, ingenuamente però, perché Raffaele non solo non mi ha degnato di uno sguardo, nonostante avessimo la stessa età e pochi mesi di differenza, ma era anche sposato. Questa è stata la cosa che mi ha fatto stare male per più di un mese: non volevo più uscire dall’appartamento che avevo preso in affitto e, cosa peggiore, non riuscivo a togliermi di dosso quella maledetta camicia da notte invernale, con sopra una frase molto carina francese:” Mon amour”. Vi voglio raccontare una vicenda: Raffale, una mattina di due mesi prima, quindi quando ancora non sapevo che aveva una moglie, mi ha chiesto di uscire, io non volevo crederci, infatti l’ho guardato come per dire:” Veramente me lo stai chiedendo?” Ed è stato così. Siamo usciti a cena, abbiamo parlato del più e del meno, tutto tranne di lavoro, anzi, i nostri discorsi si sono concentrati molto sull’amore. Dopo cena mi ha portata a casa e, sotto la mia abitazione, ci siamo guardati e, ad un tratto, mi ha baciata e, di conseguenza, io non ho opposto resistenza, anzi, ci sono stata alla sua passione, ai suoi baci e ai suoi respiri che si intrecciavano con i miei, davvero. Qualche mese dopo ho scoperto non solo che ero incinta ma, soprattutto, che lui, Raffaele, era sposato e, in più, aveva anche una figlia. Apriti cielo: Gaetano, come una furia, è venuto a casa mia e mi ha fatto una scenata. Ho scoperto solo troppo tardi che era innamorato di me e che, soprattutto, quando ha saputo che ero incinta di uno che non era lui, voleva sprofondare. Avrei tanto voluto scusarmi in tutti i modi ma cosa potevo dirgli? “Scusa Gaetano, non volevo!” “È stato uno sbaglio, un incidente!” “Raffaele è stato semplicemente una cotta e non ero al corrente del fatto che fosse sposato?” Ormai la “cazzata” l’avevo fatta e così, non potevo più tornare indietro.
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dolcezza1908 · 3 years
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Eccolo, questo è Jacopo Vinci Guerra, un uomo bravo nel lavoro che pratica. È un perfetto agente segreto che pratica il suo mestiere nel silenzio più assoluto, anche e soprattutto, quando parla: niente deve uscire dalla sua bocca riguardante la verità sul caso specifico che deve seguire. È talmente bravo che mio padre, un uomo d’affari onoratissimo a Londra e, purtroppo, ansioso che potrebbe succedermi qualcosa di brutto, l’ha promosso addirittura come la mia guardia del corpo oppure, in altri termini, la mia scorta. Lo so è bello, forse anche troppo infatti, nel giro di due settimane, me ne sono innamorata. All’età di vent’anni ho conosciuto l’amore che nutro nei confronti di un uomo più grande di me di tredici anni senza che lui ne sia al corrente però, in tutto questo, è presente anche il timore che, se glielo dico oppure viene a saperlo, potrebbe dirmi cose spiacevoli, ad esempio “C’ho un’altra donna” “sei troppo piccola nonostante sei maggiorenne e hai fascino!” Ecco, per evitare di sentire queste frasi taglienti, meglio lasciare tutto com’è: lui nei panni della guardia del corpo ed io della ragazza scortata però, permettetemi di aggiungere un particolare, scortata dall’uomo più bello che esista.
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dolcezza1908 · 3 years
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Il giorno del mio matrimonio scelto, esplicitamente, dai miei genitori proprio perché, essendo nata in un’epoca in cui non si poteva decidere e, ne tanto meno, scegliere, hanno voluto LORO provvedere per me, anche contro la mia volontà. Stavo male al pensiero di sposare, all’età di diciotto anni, un uomo che non volevo, un uomo che già conoscevo, Jacopo Vinci Guerra, figlio di un potente boss, quello di Paola, un meraviglioso paesino calabrese e, contemporaneamente, vivere ogni istante della mia vita che mi rimaneva stando accanto a lui. Della notte di nozze non parliamone proprio: lui che godeva nel vedermi stare male e, contemporaneamente, assaporava il potere che aveva su di me, io invece, che vedevo il buio sia fisico per quanto riguarda la stanza d’albergo che i proprietari ci avevano riservato e sia, cosa peggiore, quello mentale. Ad ogni fitta terribile che sentivo il mio cervello si intorbidiva, si bloccava e, di conseguenza, faceva si che io non aprissi bocca, nemmeno per gridare di dolore. Sono sicura che se un Dio esiste, un giorno farà in modo che questa lunga, faticosa e immensa sofferenza svanisca ridandomi, nuovamente, la felicità che mi è stata rubata, esattamente come mi è stata strappata la libertà di decidere.
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dolcezza1908 · 3 years
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Eccomi qua sul retro di un bar con le lacrime agli occhi che sbavano quel poco trucco che ho indossato, il nero addosso sia per quanto riguarda l’outfit e sia per quanto riguarda la condizione psicologica in cui sono rinchiusa adesso. Tra le mani ho la solita sigaretta, sarà la quarta che mi fumo in una giornata, non ho mai fumato così tanto, ma c’è una RAGIONE per cui ho continuato senza mai smettere un secondo: è lui, Fulvio, l’uomo che mi martella a livello mentale, prima assolutamente positivamente, e ora, purtroppo, negativamente, l’uomo che, dopo mesi di frequentazione ha avuto la sfacciataggine di dirmi che è innamorato di un’altra. Ecco, è per questo motivo che ancora oggi, nel 2020 ci sono donne, come ad esempio la sottoscritta, che sono distrutte da un amore “non corrisposto” le quali, dopo alcuni tentativi di sperare ancora in un esistente miracolo, si buttano su qualcosa che, fino a quel momento, non gli apparteneva: l’alcol, la droga, il sesso, la nicotina. La coscienza è veramente una bestia, ci fa stare talmente male che, ad un certo punto, l’unica cosa che noi esseri umani possiamo fare è proprio quello di trasportare gli avvenimenti che ci fanno più male nell’inconscio con la paura, però, che questi riemergono in superficie da un momento all’altro.
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