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dominick-ferraro · 2 years
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dominick-ferraro · 3 years
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Cosa possiamo divenire sognando e come possiamo realizzare una idea astratta . Come possiamo giungere , ad una logica formale che persegue una sua dialettica capace di assimilare il dato di fatto. E la storia ci congiunge al vero, attraverso la filosofia del dialogo nella elaborazione di una forma che rende una sensazione un espressione estetica una via di fuga che allarga la propria coscienza . Ora il giudizio vive nella sintesi , in quella funzione di analisi , forme verbali fatte di esternazioni che stupiscono il dialogo cosi predetto. E nel canto della favola antica aspiriamo ad una conoscenza pragmatica che include il nostro credo ed il nostro sapere. Poiché la storia ci condurrà sempre oltre ogni pensiero ad una distruzione di costumi e morale , legata all’ onirico in cui noi trasformiamo questo esprimere in in verbale ammasso di sensazioni spazzatura. Concetti da ricercare in filologie che decantano a sera la loro espressione proverbiale. In una città sempre più legata al malaffare alla falsa ideologia frutto di una logica partitica. Questo movimento politico che vorrebbe essere insurrezionale si sviluppa nella sua apologia come se fosse una apoteosi concettuale della civiltà odierna . Una bomba organica ad orologeria. Una ideologia cresciuta nell’ estremo tentativo di conoscere i limiti dello intelletto . Il quale volgendo lo sguardo al passato trasforma la poesia in prosa il silenzio in un estetica concettuale pagana . Ed ascoltando le onde del mare il sospiro del cielo si trascende nella genetica dei germi contenuti nel sistema.
Ora il mitico include tante forme concettuali
Un dialogo astratto non regge la scena
La musica vive nel sensibile del rappresentare
E la forma e l’anima di un sapere storico
Noi siamo il frutto di questo dialogo
La logica e l’immagine stessa del concetto del divenire
La nostra vita è apparenza
La materia è eterna
Pura illusione
Non esiste altro Dio all’infuori di me
La sintesi e storia
Il divenire e l’immagine della realtà
Poiché l’estetica cresce attraverso le sensazioni , attraverso il sensibile , ella si fa bella nella sua definizione , nella sua funzione di canzone che trascina la follia verso la bellezza. Trascina questo mondo intorno all’inganno e sono in tanti a gridare aiuto mentre cadono le bombe dal cielo, mentre il filosofare si fa misogino e con pazienza aspetta di essere compreso di essere dato in sposa alla storia. Tutto il nostro comprendere e trasfigurare il senso in altre sfere metafisiche ci conduce a recitare vari passi biblici per lunghi passaggi linguistici . Un percorre a ritroso questa strada di miti e demoni molto spesso travestiti da santi che ti aspettano al varco sulla soglia della porta della percezione.
Non esiste il vero se non in funzione del fatto
E la realtà non ha senso se non è giustamente interpretata
Aforisticamente ogni frase vive di se stessa
I fatti della rivoluzione partenopea sono una sollevazione popolare
I briganti erano degli imbroglioni
I soldati vengono pagati dallo stato
Il fatto vive nella storia
L’estetica è una illusione
Come potremmo chiamare logica una giostra d’immagini , un mondo sepolto nella nostra coscienza che si anima di errori ed orrori di luoghi comuni ai limiti della vita sognata. Ed il filosofare veste il pensiero di mille colori che trascendono il dire per rime ed il concetto riassume il senso della vita come l’abbiamo assaporato , come lo vogliamo che sia ed il desidero di partire di essere un altra pensione di essere se stessi ci conduce verso una dimensione soggettiva che avvolge il nostro credere ed il nostro giudizio. Il mondo si divide in donne ed uomini in bambini e vecchi in bene ed in male e tutto questo che noi sappiamo e solo un aspetto della nostra esperienza che ci indirizza alla conoscenza degli atti come noi li interpretiamo . Una società fatta di tante etnie di linguaggi di gente diversa nell’aspetto vissuta in mondi possibili . E la storia è il passato , il quale ci sta alle costole , ci morde la gambe , ci porta oltre quello che vogliamo essere ad un ritroso passato senza comprensione. Esprimere un concetto generico nella sua origine pragmatica , fuori uscito da una fistola filologica, emorragia di scritti nati da una ferita metafisica , da un dramma reale che abbraccia l’individuo ideale ingabbiato nella sua libertà di soggetto tipologico nella sua trasformazione sostanzialmente atea. Ci trasforma la logica, la quale partorisce discorsi che non hanno un tempo in se vivono nello spazio metafisico di un discorso fatto senza testa e senza giudizio senza un preciso punto di vista , poiché la logica è figlia della metafisica , regina delle idee nate per strade panoramiche ove gli amanti , posano lo sguardo sul mare della vita. Ed il trascende l’esperienza induce ad un concetto etico che eleva l’umanità in categorie e pensieri astrusi fatti di varie sostanze verbali , sigilli di una verità che presume di rappresentare il mondo intero come una rappresentazione parziale dell’essere in se . Ed il mondo continua a ruotare intorno a questi termini in un continuo dare e avere . E come in un formicaio viene praticato l’arte dell’amore ove la logica partorisce discorsi politici senza alcun significato popolare. Giudizi dettati dall’interessi che ogni rappresentante decanta o vuole far credere sia egli un sano giudizio figlio di un esistenza giusta.
La legge segue la morale
La metafisica i costumi dell’ ‘essere
La logica non ha umanità
Tutto vive nel per se è nell’ in se
Tutto è nulla
Ogni cosa è un passo verso la verità
La materia è immagine
L’ Immagine è divenire
Divenire è morire
Tutto il nostro mondo è un atto logico che partorisce, concetti , forme immaginarie nati nella luce del mattino che si scindono a sera in vari momenti utopici . Noi rappresentiamo un atto figurativo un mondo che si muove nell’ombra di una dimensione pagana . Inseguiamo una religione utopica che dovrebbe salvarci dal male dovrebbe aiutarci a crescere in questa antinomia di parole correlate nella loro genealogia come fossero concetti etici . Momenti civili , o passaggi utopici che riassumono la paura dell’individuo che percorre la sua strada da solo . E tutto si trasfigura nella sua partecipazione , nella rappresentazione dell’atto logico linguistico. Dialetti e forme verbali che abbelliscono e nascondono un mondo soggettivo, una parabola del bel dire e del bel vivere. Una parola parte di un dialetto legato alla sorte come forma cromosomica razziale che fa quasi paura . Ci fa rivivere situazioni folli come forme di un giudizio razziale . E siamo uomini e donne , siamo creature terrestri che parlano diversi linguaggi , parlano una lingua sostanzialmente uguale che presuppone in se un concetto ovvero un significato uguale in ogni linguaggio. E l’esperienza ed il topos del luogo la topologia ci aggrazia il comprendere ci rende simile nel topos in quella somma , sintesi di un vivere un immagine rappresentata attraverso quell’espressione dialettale. Ed il mondo delle parole e legato ad una storia di corsi e ricorsi storici in cui noi cresciamo nella comune coscienza religiosa , reazione di un amore che involge ad una flusso esistenziale.
La logica come l’estetica cresce in noi ci trasporta ad un punto preciso che e l’atto scientifico . L’atto dialogico di diversi popoli che non potrà mai distinguere un arabo da un europeo, un occidentale da un orientale , se costoro non avranno assaporato il frutto dell’albero del sapere comune . Individui simili in ogni punto ed in ogni circostanza votati ad essere figli o creature di una divinità unica nella sua sostanza. Una sostanza che ammazza o azzanna a volte ma questo non ha importanza poiché il crescere ipocrito in se stessi rende questa esistenza un circolo vizioso. Tutto il credere, tutto il riassumere queste circostanze verbali , le quali possono essere belle o brutte, atipiche nella sua espressività originale . Un percorso formale che descrive riassume una logica incapace di acclamare un amore , il bisogno di un amore negato nella faticosa adolescenza legato al corpo come sesso e fatto, come atto che persegue l’atto creativo nella storia universale . Un vagito logico fatto di alti e bassi di forme metriche che si disperdono nella loro modularsi che siano parte di una logica apparente o migrante in altre sfere illogiche . Straniera ,civile figlia del consumismo del mondo delle immagini trasmesse virtualmente attraverso la televisione . Ed il percepire e un percepire per rime erranti lungo le vette della conoscenza sublime . Ed un canto dionisiaco anima la danza di tanti dannati in cerca di una risposta , in una metropoli , ove la voce della libertà si eleva in modo dissimile all’etica alla forma che ci ha reso uguali nel bisogno. Ed in questo dialogare con ogni persona ritroviamo il proprio percorso, la forma giusta o sbagliata del vivere . E quella strada del dialogo tra i popoli e stati la forma più giusta per ogni individuo di diverse nazioni.
La logica non è estetica , neppure un dialogo , sbagliato, confondere la logica all’estetica e l’estetica ad una logica fatta ad immagine che rappresenti il bello . E questo bello e tutto il nostro mondo , come noi lo sentiamo come noi lo desideriamo. la logica la nostra logica ci conduce a credere di essere qualcosa di diverso su una strada che attraversa un bosco una dimensione che va oltre ogni intendimento . E credere aiuta e ci fa comprendere che siamo nati per essere qualcosa o qualcuno , un forma stilistica che si ripercuote nel suo svolgimento stilistica come fosse un passaggio ad altre questioni estetiche . E guerra e logica sono lo stesso corpo la stessa sostanza che incredibilmente anima il nostro vivere. E filosofare e un filo logico di concetti ed espressioni di forme senza alcun contenuto che si ripercuote nel proprio discorrere stilistico . Tutto cresce in base all’esperienza e tutto nasce da un coscienza storica da un vissuto che abbraccia il mondo intero delle rappresentazioni , un immaginare per varie logiche formali per vari quesiti stilistici che inducono a credere che siamo parte di questa vita come forma e sostanza come materia e memoria.
L’estetica persegue la realtà , la rappresenta nella sua forma materiale . Amore e odio uomini e donne . Il rapporto materialistico , induce a nuovi intendimenti formali che non hanno nessuna valenza scientifica. Sono un atto materiale che persegue un atto fisiologico come nostro signore comanda , sia nella sua logica che nella sua estetica. Quindi i due termini sono identici ai fini del sapere per diverse tipologie , per sostanza e forma in quanto rappresentano diversi mondi linguistici. Un ideologia materialistica che realizza in ogni momento forma e contenuto il nostro essere in un rappresenta congiunge il soggetto ed il predicato nel giudizio materiale.
Credi che veramente un giudizio possa cambiare la vita
L’individuo vive la sua vita
Certamente non sogna
Ma credere aiuta a crescere
La dialettica degli opposti persegue il logica deleteria
Non esiste una logica se all’origine del creato
Creato e creatore sono la stessa cosa
Lo sono per vari motivi e per diverse tipologie
Non possiamo essere noi stessi se non siamo gli altri
Credere ti rende diverso nella sostanza no negli affetti
Una verità e effettuale o figurativa
La logica l’insegna siamo il frutto di un atto partecipativo
Partecipare vuol dire essere
Il dialogo e la summa del vivere e l’espressione dell’esistenza
Una via di mezzo questa logica nella sua forma
Esperienza e alzare un sipario rappresentare tante esperienze diverse
Come possiamo essere come non possiamo non essere
Il percorso formale e rappresentativo
Allora io voglio credere
Perché ti ostini a credere se gia sei quello che credi d’essere
Allora non avrò altra logicava altra trasformazione
Il dialogo e preghiera intima preghiera
Momenti metafisici che esaltano l’essere nella sua sostanza
Ci sarà mai una nuova logica ed un nuovo dialogo
Questa fa parte della capacita di rapportarsi all’eterno all’immagine di quello che rappresentiamo noi siamo uguali ma diversi dobbiamo essere diversi per essere uguali se ciò non fosse l’unicità di Iddio non esisterebbe.
Dunque io sono per mezzo di Iddio
E come essere se stessi e non esserlo
Non potrai mai essere Iddio poiché egli e una forma origine e fine di questo universo non e sostanza ma e già questa realtà e questo amore poiché egli e odio egli e la logica che persegui a nel dialogo .
Capire e amare cercare di essere Iddio nella sua sostanza.
Non siamo la storia
Siamo il passaggio tra vero e fatto
Siamo il fatto
La storia in se
Il vero che trasforma la sostanza in fatto.
Noi siamo uomini poiché la volontà di nostro signore ci ha guidato ad essere tali
Secondo sua immagine, secondo la sua forma secondo ed il suo volere.
Questo e destino
E logica che si sviluppa nella verità di fatto poiché tutto il creato e una finzione di una rappresentazione.
Una storia materiale.
L’elemento di una logica formale.
Poiché l’arte è sostanza della vita
La filosofia forma della conoscenza universale.
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dominick-ferraro · 3 years
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Ode lunga di una sera d'estate
Il mare bagna il mio corpo, con i suoi ricordi , con le sue carezze marine , mi trasporta dove la bellezza , incontra la vita , dove fischia il vento e passa distratto. Osservo la gente sulla argentea sabbia vedo in lontananza luccicare isole incantevoli , li vedo apparire ai confini di altre dimensioni , in altri sogni ed in altre vite spente , cosi presto . Nella dolce estate , lentamente matura in me l’amore ,mentre l’aura brilla intorno al viso della bagnante , sedotta dal fato. Ogni cosa muore mentre le muse , corrono a tuffarsi in fondo al mare. Non c’è più ragione per raccogliere il senso di questa poesia , poiché ella sgambetta libera sulla spiaggia si muove ancheggia, ormeggia dove vuole. Ed il caldo sole di giugno fa squagliare le mie membra e la bellezza diventa aspra come l’uva selvatica.
Vecchi versi sibillini affollano la mia mente , confusa in mille immagini liriche , sospiri di muse inseguite da fauni cafoni per strade desolate. Osservo in disparte, la sequenza di questo vivere e in questo sognare , mi desto con il corpo sudato , vorrei fuggire andare a New Orleans andare a capo vaticano, andare dove mi pare , dove il mattino si riposa dentro un vecchio sogno e tra le braccia di questa bellezza , mi emoziono sulla scia di vecchi versi e nel silenzio la danza della mia vita continua a svolgersi vorticosamente come presa dall’impeto da una furia omicida . E tutta la storia di questo mondo è un secchio di acqua tirato addosso ad un vagabondo e non c’è fuoco che bruci questo concetto impresso nella mia memoria . E non amore questo neppure una molla che comprime il getto di sangue di questa mia ferita amorosa. E la danza , continua per strade e sentieri per altri lidi . Bello il giorno, bella la sera, l’estate delle muse distese sulla spiaggia senza costume.
Rincorrendo le vicende dei giorni andati, rincorrendo un motivo d’una vecchia canzone cantata per i vicoli uterini ove splende il sole ad illuminare il soffrire dei suoi poveri abitanti.
Sconvolto , scivolo nell’ora calda che giunge ,presto sotto il braccio della morte. Odo uno sparo risuonare tra le campagne divorate da orde di cavallette affamate . Fermo in bilico sulla sponda d’un ricordo oltre il vano dire di politici , di ministri sinistri ,di ricercatori di favelle e novelle scritte per far sorridere grandi e piccini , il mare amante della terra e del cielo lambisce le coste dei miei versi.
Pagine di poesie , simile a germogli fioriti nel silenzio in solinghi meriggi. Fioriscono con questa ode lunga di una sera d’ estate appresso alle falene elettriche lungo l’africo , lungo il corso delle cose mute. Nella meraviglia di milioni di sogni , di tante generazioni mi desto dal mio dormire e dal mio morire. Senza ritrovare più il senso etimologico del comprendere l’immagine musicale trascritta dentro un pentagramma , impresso sulla tomba di una musa metropolitana.
Il cielo raggiante annunzia l’ apparire degli antichi eroi
Il ruggito del leone ,le costellazioni in armi,
l’innocenza del fanciullo rinasce nell’animo mio.
Ripercorro strade silenziose in compagnia di personaggi fiabeschi nel fitto bosco cittadino fatto di cemento e ferro.
Osservo gli orribili occhi d’un orco digrignante i denti
dietro un cespuglio.
Volo oltre quell’infausto muro inseguendo fate ed elfi.
Ogni cosa tace , svelando l’arcano mistero della vita.
Rinasco in seno ad un sofferto canto.
Scorrono le lacrime d’una ragazza durante il suo viaggio di ritorno
intrapreso con l’intera compagnia dei gitani
mano nella mano , senza chiedere nulla al domani.
Mostri e belve , incubi picareschi ,
vortici di parole stregoneschi, bocche di verbi arabeschi.
Impressionato dall’inganno del verso orfico
la graziosa favella echeggia nell’aria infetta.
Sinistri ditirambi ed altre ecloghe dal significato perverso
eclissi di prose senza senso emergono dal fondo della mia poesia. Avanzo con coraggio , m’ arrampico su i monti con l’armi in mano, gridando dalla sommità la libertà perduta , con tra le braccia un corpo morente. Mi arrampico sulle cupole delle chiese sui templi dal corpo di sfinge ,per salvare la mia bellezza e la mia innocenza.
Vado, verso una nuova stagione , attraverso l’antro della cumana sibilla , sfuggo allo sguardo di medusa.
L’ onde schiumosa s’ infrange sugli scogli mentre un palombaro scende cantando l’Aida in fondo al mare.
Nulla è chiamato con nome suo , perduta armonia , percorsi minimali ai margini di un foglio , un fiorire di speranze nel buio.
Soffrire, elevarsi e altre parvenze dello spirito poetico.
Seguire gli occhi della madre, il suo ricamare rime e altre storie
sul telo ove è impresso il ricordo del suo figliolo defunto.
Dolce e rammendare, meditando le mendiche spoglie di lui vagabondo per l’Ade. Mentre i fatui fuochi sui i colli nel cielo notturno , illuminano il declinare della sera nel suo spegnersi in miti sentimenti .Per un attimo si placa il ricordo nella mia mente di lei madre d’eterna estate . Cosi ogni cosa diventa men duro, accompagnato da un lieto canto in riva al mare di questa terra . Ed ogni cosa che ho scritto , era solo un canto di vita e d’amore ,un lungo percorso lirico , fatto per strade oscure che conducono al quel cuore che mi siede accanto lungo questa sera d’estate.
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dominick-ferraro · 3 years
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Racconti Cacatopici https://www.instagram.com/p/CNw-gY5FP7i/?igshid=1075t9wx2232t
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dominick-ferraro · 4 years
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dominick-ferraro · 4 years
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dominick-ferraro · 4 years
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dominick-ferraro · 5 years
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dominick-ferraro · 5 years
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Dai un'occhiata al mio profilo su Wattpad. Sono Domenico De Ferraro https://www.wattpad.com/domenicodeferraro?utm_source=web
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dominick-ferraro · 5 years
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Maledetta Vita Da Cani
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dominick-ferraro · 5 years
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Il mio attestato di partecipazione, in qualità di artista, al Concorso Nazionale di Poesia "Dantebus"
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dominick-ferraro · 5 years
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Disteso Sulla Sabbia
DI Dino Ferraro
Disteso sulla sabbia nei rivoli di vento passante allegro tra le case basse situate sulla scogliera grigia ove siedo e provo il vile peso del cielo sulle mie spalle. Esule nell’inganno migrante nei sensi gravi degli anni poi trascorsi. figli di molte sventure e di impavidi canti risuonanti per lidi austeri dove il mare arriva cheto nel suo eco tra onde di ricordi azzurri ,bianchi e puri. Ed io meno il passo sulla rena lavica il canto mi avvolge mi accorgo di morire di giungere alla mia Itaca che mi porterà dove il mondo sarà solo una palla di bigliardo caduta dentro una buca di un tavolo da gioco.
Ed io rincorro il senso di molti firmamenti eventi ecloghe ove alloggiano in alcove di parole brune perlacea celesti ove Clitenestra assaggia la sua minestra.
Chi segue i rossi fiumi
Chi mangia nella brughiera
Chi si diletta a scrivere sulla pelle della pecora
Un appello al colore fischia nel vento
Come un canto eremita emerge dalla ferita della terra assassina
Allegro e grave come la tomba ed il mare che dormono ai due lati , immemori di cosa fummo.
Guerrieri santi ed eroi accampati ai ridossi del promontorio cumano
Ora porgo il mio orecchio ed ascolto l’eco delle grida delle donne ai margini di un marciapiedi
Non voglio finire arrosto
Non darò molto peso al volo della farfalla
Nel silenzi lunari la marcia silenziosa tra boschi schiusi nel silenzio dell’estate
Mi ritrovo vicino al tuo cuore
La ragione mi avvolge nel suo dubbio
La musica del cielo sopra la rena lambisce l’infinito ,ci trasporta lontani oltre quest’isola oltre ogni inganno ,oltre l’inghippo ,lontano dal peccato . Canta l’upupa l’ascolto tremo poi giro l’auto ed accelero son giunto alla mia meta
L’amore ti condurrà al dolore
Le mie rime sono nude dee
Non crederai ai tuoi occhi ritornerai bambino
Giocherò con i mulini al vento
Io con i secchielli di sabbia d’oro fine
Sarai come un santo
Sarò più grande del bene che ho nell’animo
Non percuotere gli ultimi
M’inchino al mistero rinchiuso in seno
Son tante le domanda
Raggrupparle in un angolo il dolore c ‘invita ad essere umili
Sono solo canzonette
Il titolo del tuo prossimo quarantacinque giri
Diventerai un cantante famoso con indosso il tuo costume rosso
Dalla grave allegra terra in riva al mare io spero giunga una nave mi conduca lontano oltre quella linea , oltre ciò che vedo, oltre ciò che provo nel spirare dei venti di Eolo . aggrappato sulla schiena di Nettuno solcherò i sette mai dell’immaginazione ed in ogni atto sarò lieto in un canto perduto nel vento in riva al mare delle mie memorie.
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dominick-ferraro · 5 years
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Stava L’estate Ignuda
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dominick-ferraro · 5 years
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Ballata dell’Angoscia Metropolitana
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dominick-ferraro · 5 years
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I GIORNI PASSANO
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dominick-ferraro · 5 years
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Il Mio Verso Rap
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IL MIO VERSO RAP
Il mio verso rap vestito a festa batte come fosse un martello. Agile con l’ ali di un uccello vaga sopra la città e non sa dove finirà questo andare dove tutto il soffrire farà rima con il mare. Dove il mio amore nascerà metterà radici nella grigia metropoli del sesso , errante per lidi austeri come ieri anche oggi non ho portato l ombrello. il mio cuore sbava a poppa deciso deriso perduto nella nebbia perduto in un idea che sale verso il monte che parla con Gennaro con Filippo ed Andrea . Mesto martello pneumatico entra dentro il corpo della volontà scaturiscono note dolenti giorni ingrati senza giungere oltre ciò che si pensa di questa storia. una vergogna un momento utopico senza topiche senza ponti senza guardie alle calcagna , senza nulla che abbia la pena di credere e perseguire l’idea di una bellezza amara.
Lascia stare sono in pochi a capire, il molti camminano senza mutande chi se la ride chi non ha peccato chi come un angelo ferito viene portato al pronto soccorso lasciato sopra una barella in attesa che passi il chirurgo di turno . Ci sono i parenti in sala d’attesa ci son due coccodrilli ed un orango tango ci son Filippo ed Andrea c e il destino che t aspetta un lungo viaggio in questo fine maggio con un taglio alla gola un colpo nella gamba sinistra un panciera che stringe il piacere e tu non ridere scansati non chiedermi nulla. Il tempo mi ha condotto in questo orbitorio con un turbante in testa come un indiano ho recitato la mia parte . Siamo rimasti in pochi a capire tre signore di mezza età un ladro una ragione che trascende il mistero della vita.
Il mio pensiero vive nella poesia. in mondi sconosciuti . incapace d amare di volare via verso una nuova esistenza. in mezzo a questo inferno con tante domande da fare con mille turbamenti con un cuore che pompa sangue , colora l’animo. ed il cielo è solo la porta d’ingresso per un nuovo amore . Metto un punto tra un rigo e l’altro non ho scusanti e come prendere la macchina in compagnia di mamma come ieri alla stazione a fare benzina osservare il ragazzo che rubava sogni al vecchio addormentato dentro la sua auto si nascondeva tra le pieghe del desiderio tra l idea di un amore malato incline alla musica alla speranza di esistere ancora.
Lascia stare che qualche anno in più contano , lascia stare che viene presto natale ed andremo alle Maldive in bikini tu con i tuoi tacchi alti tu con quel aria da furbetta con il vestito migliore. Ok baby fammi sognare fammi passare la più bella notte della mia vita aggrappato alla gonna della lussuria come se fossi un condannato a morte in questa città che risucchia il mio sperma misogino mitocondrio generante una condizione umana migliore. Ed al parco giochi i bambini corrono nei verdi prati dell’infanzia nella bella canzone dell‘amore malandrinò, ed io sono rimasto per ore a guardarli alla fine ho compreso che era passato il mio tempo era passato l autobus delle sette.
Ora sono solo qui che mi cingo il capo d’alloro nell’ora meno opportuna con un terribile dolore che mi trascina per contrade deserte. Strade lontane illuminate dal lume di una ragione infiamma il senso di essere di credere. Come ieri sono qui ancora alla ricerca di una felicita di uno spazio tra le pieghe del tempo che spenga il mio dolore nell’ora meno opportuna. Tutto cosi illogico come accingersi a capire dove è nato questo errore madornale dove la strada si è piegata sotto le ruote dell’auto quando sono entrato in altri dimensioni ed in altre questioni mi son consumato come fossi una fiamma dentro una lampada spenta . Dentro il mio tempo che scorre e mi trascina verso altre questioni ipercinetiche chimiche astrazione , castrano l’ingegno biogenetico in malversazioni e discorsi campati in aria.
Non ho capito nulla del mio verso del mio pensiero rap tutto cosi oscuro come le parole mosce che fanno la spola tra un rigo ingiallito ed il dubbio socratico crescono e non cessano di stupirmi nella loro fragile femminilità festaiola funebre come l’aria salubre che respiro . Senza capire cosa sono stato e quando sono caduto in questo orrore ortografico che non mi lascia in pace . Sono quello che sono forse un poeta dialettale che non conosce le lingue straniere con un aria che non me la conta giusta. E questo il discorso d’affrontare nella sera che giunge come ieri sull’onda di un ricordo nella calura dei colori gocciolanti dal pennello intriso di bellezza. Una linea una forma tonda senza occhi senza testa si muove lesta tra il dire e il fare . Un drago ,un mostro con mille teste lancia fiamme brucia il mio ardore l’apostolo ed il furbo sermone del prete circonciso. Ho visto il cielo cadere ho visto le nuvole fare l’amore come erano belle come erano incredibile volare perdersi nell’ipergiunzione di un mondo d’astrofisiche dimensioni. Fuochi d’artificio bruciavano l’amore e non cera nulla valesse la pena capire non cera sorte migliore quella di lasciarsi andare nell’affrontare il proprio destino. Sull’onda del successo chiuso nel cesso da solo con i propri mostri con quel dubbio sulla bellezza.
Tutto cosi bello quasi incomprensibile quasi surreale una bomba calligrafica trascritta su fogli di carta igienica gettata dentro il buco dove il ragno balla la sua tarantella . Meno male il ragno sopra il muro sale scende si cala i pantaloni e giunge finalmente a placare le sue insane voglie. Ora il tempo ha dato scacco matto al giullare ora la torre e caduta ora il cavallo e morto ora siamo in più di mille a chiederci cosa ci facciamo qui a cantare tutti insieme oh bella ciao. Il tempo ci ha resi diversi preso per il collo trascinato oltre ciò che noi credevamo figli dispersi nel sogno di un re e di un amore mai nato. Un bene mai assaporato mai assaggiato bello tondo secolare come l’ossesso delle parole come il sesso consumato in fretta dentro una macchina . Per pochi spiccioli tutto quello credevamo, morire nell’illogicità dei fatti nella forma che non si piega al nostro volere. Una volontà superiore ci conduce verso questo eterno comizio dove son tanti a parlare pronti a tirare sassi al malcapitato tutti d’accordo che la morte non è la verità dei fatti commessi.
Il mio rap improvvisato nato tra montagne di rifiuti durante un viaggio a ritroso nell’ossesso di un sesso sperimentale cosi come ieri , come un angelo ferito sopra un autobus, andare verso casa, verso la fine d’una sera dolce che t’afferra l’animo t’interroga ti mette soggezione. Ed io non ho compreso dove sia il bene di questa vita dove sia il male di quest’anima afflitta, tutto troppo facile da digerire da scrivere come queste canzonetta saltellante nemica delle mie virtù.
Qui tra cent’anni con questo cuore che continua a battere con il mio pensiero rap con il tuo sorriso in una giornata di pioggia scendere , risalire , andare, migrare verso un nulla verso qualcosa che non ha senso. E tutto scorre come ieri anche oggi saremo a casa ad aspettare natale. Saremo li a capire dove abbiamo sbagliato dove il signore ha lasciato l’auto fuori sosta. anche se sembra tutto ridicolo il mio pensiero rap mi porterà ad Itaca forse in Gerusalemme forse ad Amsterdam forse in viaggio su un cavallo alato . E rido forse sono folle come la luna che se la ride dietro le nuvole laggiù a mergellina che si gingilla con gigino il meccanico fa la stupida con Nicola il pescivendolo vola e balla sull’onda porta il suo cuore dietro l’attimo represso nello scrutare il cosmo sulla spiga di grano tutto il valore della farfalla . tutto il suo amore ingordo sordo ad ogni richiamo sordo all’odore della femmina che arde nella fiamma delle passione sono giunto perverso come un fiume in piena in questo porto in questo corpo abbandonato a se stesso.
Ultimo giro ultima corsa il mio pensiero rap e improvvisamente cambiato umore mi ha preso per il collo mi ha baciato sulle labbra mi ha detto ti amo e poi si e gettato dal ponte. Che bello pensai mentre cadevo ero vivo ed adesso sono un uccello che vola in cielo sono una rana che saltella dentro il bel giardino dell’esperienza insieme ad Ezechiele insieme a pietro che non smette di tirarmi la zampa che mi dice stai attento. Ed il mio pensiero rap e ridicolo piccolo brutto cosi sincero che lo vorrei regalare a tutti quello che conosco e non conosco o credo di conoscere. come una bella canzone sarò libero di volare per la città con l’ombrello sotto l’ascella in pompa magna come un morto al cimitero come Ciccio che fuma una cicca che intasca una mazzetta che se la ride mentre si scopa la moglie del padrone. Ora il mio pensiero rap diviene sempre più ridicolo piccolo innocente roseo come la rosa nel bel giardino là tra le gambe di lei il fiore del peccato il fiore che soffre tace stanca a sera mentre allarga le braccia per stringere il cielo a sè .
Ecco cosa faro sarò deciso un taglio netto, forse un giorno ti porterò a conoscere mia madre ti regalerò il mio amore la mia rima sincera che arma se la ride mentre trema mentre cerca per illogici giochi onirici la cecità degli atti commessi sull’uscio del tempo sull’uscio del silenzio il mio pensiero rap sara il figlio che desiderai , mesto cercai tra le pagine dei libri tra quell’amore pagano e quell’amore malato. Dopo berrò tutto il veleno di questo mondo sarò il salvatore atteso di nuovo crocifisso deturpato imprigionato sarò il tuo sogno il fiume dell’odio sarò sull’uscio di un nuovo verso con il mio amore morente mentre imploro pace, imploro la bellezza, nudo davanti alla croce, davanti al mondo intero. Il mio pensiero rap mi condurrà oltre ciò che credo forse nell’amore forse nella speranza di un vivere migliore.
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dominick-ferraro · 6 years
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Desto Pensiero
Desto pensiero Si desta nel canto ed immane mi conduce all’amore di un tempo perduto in memore ora fuggendo per altri lidi e beate congiunture si lasso senza saper convivere di solo pane ed amore in loco. Tra insane genti s’andrà continui di logiche erranti con elmi macchiati di calce che hanno lavorato vicino fornace cilestre e senza finestre, bigie nella falsità dei miti . Si andrà mesti ignudi per ore liete decantando con liuti e zampogne la mesta ricorrenza e non ci sara destino che tenga in seno ombre di fallaci intelletti. Esprime e vano il concetto d’essere ed ingrato il conoscere per rime ma altre vite spingole francesi un poco miriuso spingere singulti metrici versi cunicoli lugubri ove la mente inneggia alla vittoria. Fatti fummo per conoscere la morte e quando avvinti dal peccato risorgeremo per combattere il male c’attanaglia. s’aprira il forziere contenente tanti versi spesi in senile semenze si farà gioco di noi il sapere e della nostra anima. Ma fummo lesti nel vedere la morte di come ella ignara e viene a galoppo e schiumando dormendo dondolandosi nel buio ella scopre la sua peluria il suo Virginio sesso. Amore effimero fatto di solo esperienze ,migranti tra luridi fondachi di cultura che non conducono a nulla se non alla morte. Sopra l’alto colle nella bella piazza s’udrà cantare di noi e della nostra morte. Si raduneranno mille soldati e mille donne bimbi e vecchi di vetusta età. Si farà comunella si farà sostanza di ciò che pensiamo e saremo grati agli dei del nostro peccato. Ora lungi per molte ecloghe cosa ci resta se non la sostanza l’effimera confusa prosa che bella ci consola ci riempi i giorni ci far sentire re e regine di molti vagiti in gemiti sparsi nell’eco di nomi di amori solinghi e in gaie avventure mi svesto nei sensi mi faccio una pippa mipoi guardo dalla finestra la stretta antica via bello e il vivere bella la morte. Saremo condonati ad essere uomini e donne scugnizzi lestofanti ci arriveremo la sostanza poi avanti e indietro con solo l’estro di come si evinti ci desteremo dalla lussuria nel vano poi dire dormiremo contenti ai piedi di un monte. Di notte moriremo nei nostri sogni infantili , frustati dal destino dalla voglia di capire che ci sta nu solo padre e na sola madre. E ninna nonna zitto zitto la vita s’abbocca nella bocca della gaia sapienza allarga le gambe chiudendo in seno l’invitta speranza la presunta sconfitta. Fu io a capire in diversi anni esule figlio proletario di un mondo profano fu io a sciogliere di restare solo con il mio peccato con le mie passioni. Fui condannato per questo e mandato in carcere a scontare una pena con tanti di perche di immote rovine di meriti empi di vite mai spese per pochi eletti. L’ingrato comprendere scappa e rattrista poi si spoglia dei suoi averi non tralascia la forma di quello che noi siamo e seppur condannati siamo li a gridare chi siamo. La vita del vicolo la bella che balla nella mente di un dio nel ricordo noi siamo figli scacciati da un paradiso senza padre. Di tante canzoni di tante esultanze mischiammo il nostro capriccio con aglio e peperoncino. La festa ha inizio la morte c’invita ad essere seri ,siam tutti invitati nella vita e nella sorte ad assaporare l’eterna bellezza del mondo. Poi come tanti come figli ingrati spogli dei nostri anni con occhi venati sangue con la voglia di fornicare tra fortune lasse san pietro ci sveglia dal sonno e le campane suonano nell’eco del domani. Vedremo per un attimo il cielo oscurarsi e venir verso di noi uno stuolo di santi con a capo il profeta il macchinista e gigino insieme a Carmela senza mutande con il figlio in braccio allegramente nel cuore con l’amor di un popolo saremo tutti invitati a capire . si bea la morte di noi si bea il destino l’ingrato capire per rotti singulti nei pianti nei canti l’amore raduna infine ognuno vicino al capezzale della moribonda bellezza desta nel canto di primo mattino.
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