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Sottoculture online e parafilie: cosa accomuna la comunità furry e Hitchcock?

Per chiunque mi segua su Instagram, mi dispiace. E per tutti quelli capitati qui per caso: mi dispiace ancora di più, perché non avete idea di che cosa stia succedendo. Ebbene oggi, sabato quattro febbraio, ho deciso di scrivere questo saggio solo per vedere il mondo bruciare. 

E no, non lo farò in modo ortodosso. Ma procediamo per ordine. 

Sarebbe scontato procedere a ritroso per analizzare ciò che è accaduto durante il corso degli anni ‘90, quando il regno anarchico di Internet si riempiva di quelli che oggi chiameremmo fandom. Questa è una storia che conoscete meglio di me, in quanto molti di voi l’avranno vissuta in prima persona, mentre io posso solo dire di averne sentito parlare. 

In questa bolgia ipermediale, è dove ha inizio la nostra storia, con la nascita della comunità furry. Potremmo definirlo un inizio in medias res, in quanto tengo a specificare che l’antropomorfizzazione degli animali è qualcosa che esiste dai tempi di Esopo e le sue favole. Anche tu, tizio in fondo alla sala che continui a citare la volpe del Piccolo Principe, non sei esente da questo fenomeno. 

Potremmo imputare questa espansione del fenomeno ad un certo topo dalla salopette rossa, o a tutto il mondo del cinema d’animazione in generale, e in quanto animatore non mi sentirei di contraddire. Anzi, e qui lo ammetto una volta per tutte: molti degli artisti che seguo su Instagram sono parte della comunità furry. Diamine, persino i tutorial che ho visto per imparare a usare il mio programma di animazione 3D sono stati fatti da furry. 

Ma qui, giungiamo al succo del discorso, e farlo sarebbe impossibile senza citare la regola 34 di Internet: if it exists, there’s porn of it. 

Questo potrebbe essere il motivo per cui abbasserò di dieci anni l’età del mio profilo Pinterest, nella speranza che l’algoritmo decida di avere pietà di me e del mio feed. 

Ma se c’è qualcosa che i media mi hanno insegnato, questa è che se qualcuno su questo mondo ha un’idea, sicuramente non è l’unico. Questo significa che per ogni immagine pornografica di Nick la volpe, c’è almeno un artista dietro che ha trovato l’idea stimolante. E temo che ce ne siano tante, di queste immagini.

Ma andiamo al secondo punto: che cosa c’entra Hitchcock, in tutto questo? Qual è l’anello di congiunzione tra le due cose?

La risposta può trovarsi nel film The Pervert’s Guide to Cinema, un documentario sulla settima arte dell’anno 2006, nel quale vengono analizzate le teorie freudiane applicate ai film di registi come Hitchcock, con un’intera sezione dedicata alla parafilie. Scopofilia e voyeurismo sono parole che ormai non dovrebbero suscitare alcun effetto. Dopotutto, la pornografia per intero si basa sul piacere scopofilico. Ma che succede quando il piacere non deriva dall’atto di guardare, ma da quello di immaginare? 

Proprio qui, The Pervert’s Guide to Cinema è in grado di fornirci alcune risposte. 

Durante la seconda parte di Vertigo, il personaggio di Madeleine è elevato a feticcio. Divenuta irraggiungibile a causa della propria morte, il protagonista va alla sua ricerca tramite il personaggio di Judy. Ovviamente, Judy è Madeleine, e per chiunque ancora non abbia visto Vertigo, chiedo scusa per lo spoiler. Ma durante la scena in cui Scottie chiede a Judy di vestirsi con gli stessi abiti di Madeleine, quanto è importante che il protagonista lo sappia? 

Molto poco, per gli scopi della nostra ricerca. Il personaggio di Madeleine incarna dentro di sé il piacere feticistico, e la sua seconda morte non fa altro che privare il protagonista dell’oggetto del proprio desiderio, raggiungibile soltanto tramite la propria immaginazione. Madeleine non è più un personaggio, è il sintomo di una parafilia. E secondo Laura Mulvey, il personaggio di Scottie è carico di un profondo sadismo, elevandosi a un castigatore in grado di decidere del destino o del perdono della propria femme fatale.

Ma il film dove le parafilie trovano la loro messa in scena più esplicita è Blue Velvet di David Lynch. Ma stavolta, l’immaginazione perversa incontra la realtà, in uno spettacolo che non lascerebbe indifferente nemmeno gli stomaci più forti. Ma perché la realizzazione della parafilia provoca un tale disagio? Che si sia raggiunto un nuovo anfratto della Uncanny Valley, lì dove l’immaginazione ha infettato la realtà? 

Per il piacere di rubare una frase dal documentario: quando i  sogni diventano troppo reali, si chiamano incubi. 

Ho la quasi certezza che dopo aver parlato di questo, il porno furry sembrerà soltanto una caduta dallo skate. Una gaffe, certo, ma niente che lasci il segno. Qualcosa da nominare con gli amici davanti a una birra e niente di più. Ma è anch’essa il risultato di una parafilia, e quella parte del fandom un po’ più interessata allo yiff lo sa bene. Potrei dire che fortunatamente chi ce l’ha si guarda bene dal realizzarla, limitandosi ai disegni per adulti, ma non è tutto qui. Sento che possiamo andare ancora un po’ in fondo alla questione. 

Uno dei prerequisiti per riuscire a entrare all’interno del fandom furry, è avere un fursona. O almeno, non è indispensabile, ma la per la maggior parte dei furry è così. Il che è molto carino, perché nel fandom furry non si è soltanto fan di prodotti mediali, ma essendo una comunità di creativi, si è fan l’uno dell’altro. 

Un fursona è un personaggio antropomorfo con il quale il singolo furry si identifica. Ecco perché molto spesso, nei forum, ogni furry ha un portrait del proprio fursona come immagine del profilo. Ma in questo mondo virtuale e immaginario, con il quale l’individuo può interagire tramite il proprio fursona, ritroviamo la definizione di fantasma freudiano. 

Il fantasma, nella psicanalisi freudiana, indica una scena immaginaria all’interno della quale il soggetto è presente sia come spettatore che protagonista, dove i suoi desideri più inconsci trovano appagamento. Fidatevi, ci ho messo ore a capirlo e l’ho dovuto cercare su internet per averne la certezza. Ma in breve, il fursona, come il fantasma, racchiude in sé tutto un immaginario. Ma la realizzazione del fantasma non è contemplata, l’immaginazione è il campo d’azione dei furry, perché se questo evadesse verso il mondo reale diventerebbe l’incubo inscenato da Blue Velvet. 

In breve, il desiderio parafilico dei furry vive nella sola immaginazione. Se mortificare la parafilia nel momento stesso in cui il soggetto parafilico elabora il pensiero, o condannare solo e soltanto l’atto della realizzazione della stessa, è una scelta personale. Fino a che punto una parafilia è considerata socialmente accettabile? Questo va oltre il campo di questa analisi, e preferisco che sia il lettore stesso a farsi un’idea al riguardo. Bisogna tenere presente, però, che solo una minoranza della comunità furry ha questo tipo di tendenze. Vale davvero la pena cyber-bullizzare e mortificare un’intera comunità di creativi, molti dei quali giovanissimi? 

Su questo, vorrei scrivere un altro paragrafo. Ho notato, almeno tramite i social sui quali sono presente, che molti furry sono LGBTQ+ o neuro divergenti. In molti casi ho letto di utenti autistici che tramite le loro fursuit hanno trovato il modo di approcciarsi alla gente, durante le convention. Questo fa sorgere un’altra domanda, alla quale non so trovare risposta, ma che penso possa stimolare un pensiero: è possibile che i furry siano tanto presi in giro, perché molti di loro appartengono a categorie emarginate già in partenza? 

Ecco qui, il pezzo con il quale ho deciso di portare il caos nel mondo. Non l’avrei mai scritto, se non fosse stato per i miei amichetti su Instagram che desideravano leggerlo. La prossima volta, se mi incitate abbastanza, potrei addirittura parlarvi di come servirvi di citazioni accuratamente scelte per mascherare il fatto che siete cringe e vivete di spazzatura. Ho parecchi punti esperienza al riguardo.

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A scrimblo and her bimbinis,,,

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Hello I made these sketches for meme purposes

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My professor is wearing an alt/emo shirt while we're having our exam online and I just found out who my new role model is

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In which Saphira is 100% done with everyone’s bullshit.

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hey do you think you could expand a bit on separating the art from the artist? clearly you’ve done it with jk rowling but what are your thoughts on it as a general idea?

okay, but you’re not going to like the answer.

here’s the truth: you can’t separate the art from the artist. not entirely. HP Lovecraft was an incredibly talented, but much more incredibly racist man. It would nice to say you don’t agree with his views but you can enjoy his works without that leaking in but…. well, I’m afraid that would be misunderstanding his books entirely.

Consider, for a second, that Lovecraft’s works were horror stories about extradimensional alien monsters having mutant children with humans, they were about invasions from distant monsters, they were about the purity of quaint European towns being tainted. Consider how this may have all been inflicted by the fact that he just simply despised anybody who wasn’t white. Consider how is opinions on “mixing the races” might fight into this; consider why being unable to maintain the “purity” of white Europe was the scariest thing of all to him.

This extends to Rowling too.

I would love to say we can just acknowledge that she is an awful, racist, antisemitic, transphobic person and then say “but at least her books are good,” because, well, they are, aren’t they? I would say so, for sure. But to suggest that one can separate her from them is…. ridiculous.

Consider why an antisemitic woman wrote about a species of goblins who live among us, but who for the most part keep to themselvesand are maybe a little bit oppressed by the institution, but also hold all the cards, all the money, run the banks.

Consider why a racist woman would write about a species of slaves who loved being enslaved, who enjoyed working for no pay, and cleaning up after humans, with the only small caveat of that they didn’t want to be beaten. Imagine that only the most radical of their species wanted to be free, and he still spent the rest of his life working for no pay and helping out a little white boy and his friends wherever he could. Consider why the only person in the story who thought they should be free, that they should have rights, was treated as an overzealous joke, who was acting against the wishes of those slaves who really LOVE being enslaved. Consider that Rowling went on to say that she kind of considers that girl to be black, now.

Consider why JK Rowling, an open and proud transphobe, wrote Rita Skeeter as having a large square jaw, thick “manly” hands, and dressing incredibly gaudily with the most obvious fake nails and fake teeth and fake hair and fake everything. Consider why a woman who tweets about how trans women are “foxes pretending to be hens to get in the hen house” might write this Rita Skeeter to then illegally transform her body in order to spy on children.

Harry Potter is full of Rowling’s bigotry, start to finish. Not even tangentially, like, “oh the goblins are bad, Rita Skeeter is bad, the house elves are bad, but most of it’s good!” because the deeper you dig and the longer you think the more you realise the entire story is based on her prejudices.

Harry Potter pretends to be an aracial story about found family, but if that were true, why are Harry’s distant ancestors important to who he is today even in the seventh book? Why does Harry have to live with his cousin and aunt and uncle? Because magic inherently prefers blood ties. Whilst Rowling was writing a story that seemed to say, “your heritage is not that important and doesn’t make you better than others” she was still writing a story about a boy who got all of his money through his bloodline, who was protected by living with his bloodline, no matter how evil, who was uniquely able to stop Voldemort because his bloodline passed down the invisibility cloak for generations and generations. Any step Harry takes he is compared to his perfect parents who were exactly like him — he looks just like his father, but he has his mother’s eyes, you know! — consider WHY a woman who is racist might’ve written a story like this. A story that on its surface, condemns a blood caste, but still in every step it takes, validates the idea that blood is thicker than water, and your geneological origin is what makes you special.

You can enjoy Harry Pottwr, of course you can. There are fantastic parts. I love a small group of teenagers deciding to become anarchies rebels and train to fight against fascism in secret. I love the murder mystery plots, I love how the series tells kids that it’s a good thing to be brave, and a good thing to fight injustice, and a good thing to challenge the government. But I cannot separate it from its author because it is such a product of its author. All of the structures of the world, the way things work in the universe, and drenched in Rowling’s beliefs, her bigotries. Of course they are: she made them.

Again. This doesn’t mean you cannot enjoy it. But I think we are past the day where we can pretend that disavowing a bigoted author is enough, and that that somehow separates the text from its bigotry. I think we are past the day where we can pretend that Harry Potter isn’t a deeply, inherently bigoted piece of media. Even the bits we love. I think we are beyond the day where we can truthfully pretend to separate it from her, because she is present through all of it. We MUST recognise its flaws. We MUST admit that she is in every part of it.

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“Hug me from behind. Kiss my shoulders, go for my sensitive neck for more kisses. Make me melt into your sweet being.”

— k.b. // melting in ur arms

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Art by @8pxl. 

Music:  idealism - time will tell

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They live life in neon colors.

Link to my channel if you want to see the full speedpainting:

https://youtu.be/XKLvlLOFA-8

I'd totally hang out with these two 10/10

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You know what I love?

silent rebellions.

I mean don’t get me wrong the loud ones are great too but there is something so poetic about the quiet ones.

Like when a kid hides a pride flag in their room or paints their stuff the colors because they know if its not rainbow their parents won’t know what it means.

or when someone hides a binder in their backpack to change into and out of at school, “plus school takes up most of the time I can bind anyway”

The kids that are never deadnamed at school but in front of their family their classmates will never betray them.

The kids that have secret blogs

the kids that have secret lives

because you simply cant live in a world without some of you in it.

Kids that all flock to the one with supportive parents

the kids that sneak out to pride festivals with their friends

the kids that are secretly themselves

the kids that are secretly heroes

and those secret silent rebellions

are fantastic.

So please

Please

keep it up.

The world is so much better with you in it.

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bro.... eye strain ej??

FUCK YEAH!!!

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Did this piece a few days ago. Was very unsure whether or not I should post it, because god I don't even know if I like it or not.

Part of me hates those curvy, smooth, feminine lines my hand makes, they make the shapes look so flat and simplified. Sometimes it feels like my hand is unable to draw edges. But still, I tell myself, real life is full of edges already. Art should be about fantasy.

Will I ever love anything I do?

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Another speedpainting is ready

https://youtu.be/0RpLlya07A8

I've always connected to Ticci Toby a lot. He was not murderous, he was not insane. He was just a boy with a trauma who got grasped by dark forces much stronger than him.

I wonder who he used to be before that.

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