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Barbara Caputo "Intelligenza Artificiale? Tocchiamo ferro!" Biennale Tecnologia www.biennaletecnologia.it Perché l’Intelligenza Artificiale di oggi e di domani sia al servizio dell’umanità, ed esprima il suo potenziale positivo, servono sempre più esperti. Un bisogno che rappresenta una grande responsabilità per le Università, chiamate a formarli. Ma è davvero possibile farlo senza un supporto computazionale adeguato? L’Intelligenza Artificiale ha bisogno di grandi infrastrutture di calcolo e di un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo affinché il suo sviluppo non sia appannaggio di pochi. Barbara Caputo Professoressa Ordinaria presso il Politecnico di Torino, dirige l’Hub sull’Intelligenza Artificiale dell’ateneo (AI-H@PoliTo). Da Novembre 2022 è co-fondatrice e presidentessa di Focoos AI, spin-off del Politecnico di Torino che ha vinto il Premio Nazionale Innovazione come miglior start up innovativa del 2023.Siede come consigliere indipendente nei CdA di Ites Reale, Ites Reale Espana, Teoresi SpA e di Infocamere e nell'Advisory Board della Casa Editrice Egea Bocconi, della Fondazione Piemonte Innova e della Fondazione Koellikoer. E’ tra le co-fondatrici della European Laboratory for Learning and Intelligent Systems Society ed una ELLIS fellow (www.ellis.eu). Ha guidato il Dottorato Nazionale su AI & Industria 4.0 dal 2021 al 2022 e fa parte dei 30 esperti del MISE e dei 9 esperti del MITD che hanno elaborato la Strategia Nazionale Italiana sull’AI.Nel 2021 ha ricevuto il Dottorato Honoris Causae dall’Universita’ della Danimarca Meridionale per i suoi contributi nel campo dell’AI applicata alla visione computerizzata e alla robotica. E’ apparsa su Topolino con il suo alter-ego ‘Barb Quackut’ nel 2020; E’ una delle ‘Inspiring Fifty’ 2018 (https://italy.inspiringfifty.org/italy-2018), delle 100 esperte dell’iniziativa della fondazione Bracco ‘100 esperte per l’Italia’ (https://100esperte.it/) e vincitrice di un premio ERC. Nel 2005 ha conseguito il dottorato in Informatica presso il Politecnico di Stoccolma (Svezia). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Stefania Forlani "Il testamento" Nina Wähä Carbonio Editore www.carbonioeditore.it In una fattoria sperduta nella campagna finlandese, Pentti e Siri hanno messo su una famiglia di dodici figli. Il lavoro è duro, i soldi scarseggiano e Pentti è abituato a spadroneggiare quanto sua moglie Siri a tacere, mentre i figli si aggirano inquieti tra le mura domestiche: Esko, il primogenito, che spera di ereditare la fattoria, Hirvo, che spesso scompare nel bosco, Helmi, la sorella sposata perennemente al verde, e i più piccoli, ancora troppo giovani per poter scappare. C’è chi invece è riuscito a rifarsi una vita altrove. Come Annie, la sorella maggiore, che si è trasferita nella moderna Stoccolma, anche se adesso qualcosa sembra trattenerla alla fattoria… Quali segreti custodisce la valle del Tornio? C’è davvero speranza di espiare le colpe del passato? Dalla Guerra d’inverno alla fine degli anni Trenta in Carelia fino alla vibrante Stoccolma degli anni Ottanta, una saga familiare magnetica e audace, che traccia i sottili fili che si intessono tra le vite, i legami più torbidi, i desideri più inconfessabili.  Nina Wähä, svedese, classe 1979, ex cantante e attrice, insegna scrittura creativa e lavora come editor freelance. Il testamento è il suo terzo romanzo. Tradotto in numerose lingue, ha venduto più di 120.000 copie. È stato selezionato per diversi premi letterari, tra cui l’August Prize, il Norrland’s Literature Prize, il Tidningen Vi’s Literature Prize, e ha ricevuto il premio letterario della Radio svedese. L’edizione francese è stata nominata al Prix Femina Étranger. Stefania Forlani "Sono una traduttrice dallo svedese e dall’inglese e mi occupo di traduzione tecnica e letteraria. Dal 1991 al 2002 ho lavorato alle dipendenze di importanti società informatiche, presso banche, assicurazioni, industrie e case editrici, ricoprendo diversi ruoli e occupandomi anche della stesura di documentazione tecnica. Ho sempre svolto il mio lavoro con passione e ciò mi ha consentito di imparare i processi e la terminologia relativi agli ambiti in cui ho esercitato la mia professione. Nel 2003 ho ricominciato tutto da capo dedicandomi allo studio delle lingue. Mi sono laureata in svedese e inglese, acquisendo anche una buona conoscenza passiva di danese, norvegese e spagnolo (studiata come terza lingua). Oltre alla traduzione sono disponibile per letture e lezioni di italiano. So usare la maggior parte dei CAT tools presenti sul mercato. Ho studiato l’HTML e i CSS da autodidatta per poter creare le mie pagine web e non potrei vivere senza un collegamento a internet. Ho scritto la mia prima tesi di laurea coniugando la mia passione per la linguistica e la sociologia a quella per le serie televisive americane, di cui sono spettatrice assidua. La tesi magistrale, invece, è una ricerca sociolinguistica sui discendenti degli immigranti svedesi negli Stati Uniti. Un lavoro che mi ha dato molte soddisfazioni personali e che ho presentato anche a due conferenze internazionali. Fin da piccola sono stata un’avida lettrice: da Topolino a Il nome della rosa, dai romanzi Harmony a tutta l’opera di Agatha Christie e dei più famosi scrittori di gialli inglesi e americani. Mi piace viaggiare alla scoperta di luoghi autentici sconosciuti al turismo di massa e immergermi nella cultura locale, soprattutto negli USA. Tra le scienze l’informatica è la mia preferita, ma mi perdo anche nella lettura di testi di medicina umana e veterinaria. Amo gli animali e la natura: l’ecologia è uno dei miei cavalli di battaglia. Mi piace lavorare nel silenzio della mia casa, con la compagnia fedele delle mie gatte.Nel 2022 ho pubblicato il mio primo racconto per bambini, “Lo sciopero degli uccellini“, nella collana “Prime letture” di Emme edizioni. È un racconto che nasce dal mio amore per la natura e dall’osservazione degli animali che popolano il mio giardino e il bosco." www.stefaniaforlani.se IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Luca Micheletti, regista Teatro Greco di Siracusa www.indafondazione.org Tre rappresentazioni classiche, il ritorno di Giuliano Peparini e, per la prima volta al Teatro Greco di Siracusa il Gala "Roberto Bolle and Friends". La Fondazione Inda celebra i 110 anni dalla prima rappresentazione classica, l’Agamennone di Eschilo messo in scena il 16 aprile del 1914, con cinque grandissimi appuntamenti - dal 10 maggio al 14 luglio - portando in scena anche quest’anno registi, attori e artisti tra i più importanti al mondo. La 59sima Stagione al Teatro Greco di Siracusa inizia venerdì 10 maggio (in replica fino al 7 giugno) con la prima dell’"Aiace" di Sofocle per la regia di Luca Micheletti, nella traduzione di Walter Lapini. Micheletti, oltre a dirigere lo spettacolo interpreterà Aiace. Dall'11 maggio al 26 giugno debutta "Fedra (Ippolito portatore di corona)" di Euripide diretto del regista scozzese Paul Curran nella traduzione dal greco di Nicola Crocetti. Alessandra Salamida sarà Fedra mentre Riccardo Livermore interpreterà Ippolito. Sarà una prima assoluta nella storia delle rappresentazioni classiche il "Miles Gloriosus" che va in scena dal 13 al 29 giugno con la regia di Leo Muscato nella traduzione di Caterina Mordeglia. Muscato mette in scena un cast tutto al femminile con Paola Minaccioni nel ruolo del protagonista Pirgopolinìce. Dopo il grande successo ottenuto nel 2023 con "Ulisse, l’ultima Odissea", il regista, coreografo e direttore artistico di fama internazionale Giuliano Peparini torna al Teatro Greco di Siracusa il 5 e 6 luglio con "Horai. Le quattro stagioni". Le quattro stagioni, uno spettacolo che unisce la danza alla musica, il teatro e la poesia affrontando il tema dell’amore universale attraverso le parole dei grandi poeti greci scelti e tradotti da Francesco Morosi. A chiudere la stagione INDA al Teatro Greco di Siracusa è il Gala Roberto Bolle and Friends, in programma il 14 luglio e prodotto da Artedanza srl in collaborazione con l’INDA. Lo spettacolo diventato ormai un cult che affascina ogni anno migliaia di persone, vede Roberto Bolle, accompagnato dai suoi Friends, esibirsi per la prima volta nella splendida cornice del Teatro Greco di Siracusa. Tutti gli spettacoli di maggio vanno in scena alle 19.00, mentre a giugno l’inizio è fissato alle ore 19.30. Lo spettacolo di Giuliano Peparini "Horai" e il Gala "Roberto Bolle and Friends" vanno in scena alle ore 20.30. I biglietti per assistere alle rappresentazioni classiche possono essere acquistati nelle biglietterie INDA di Siracusa (in corso Matteotti 29, aperta dal lunedì al giovedì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00; e il venerdì dalle 10.00 alle 13.00) e al Teatro Greco (dal lunedì al sabato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00), oppure online sul sito web della Fondazione Inda e sulla piattaforma Ticketone o ancora nei punti vendita ticketone presenti in tutta Italia. Per eventuali modifiche e aggiornamenti degli orari di biglietteria si consiglia di verificare sul sito web della Fondazione Inda. Il costo del singolo biglietto varia da 25 a 70 euro, venerdì e sabato, e da 25 a 57 euro, dal lunedì al giovedì e domenica. Sullo stesso sito è possibile anche acquistare uno dei tre abbonamenti previsti per due giorni consecutivi di spettacolo. L'abbonamento mitico dedicato agli spettacoli di venerdì e sabato; l'abbonamento epico per giovedì e venerdì o sabato e domenica; l'abbonamento classico per gli spettacoli da lunedì a giovedì. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Gianluigi Beccaria "Cantare la luna o camminarci sopra?" Una riflessione tra letteratura, scienza e tecnologia Biennale Tecnologia, Domenica 21 aprile, Torino www.biennaletecnologia.it Letteratura, scienza e tecnologia sono culture che si trovano talvolta in equilibrio, talvolta in contrasto. In comune c’è la volontà di antivedere l’esistenza di elementi sconosciuti, o di creare bellezza e simmetrie, oppure semplicemente di seguire un’avventura mentale. In ogni caso è comune allo scrittore e al tecnico l’applicazione al “fare”, allo sperimentare. Li divide forse la non neutralità, l’impegno ideologico, proprio delle scienze umanistiche. Gianluigi Beccaria "In contrattempo" Einaudi Editore www.einaudi.it Un elogio della lentezza Questo è un elogio della lentezza, intesa come elogio della lettura e della scrittura attenta. Se scrivere è indugio intorno al «fare», e leggere un restare in totale compagnia di se stessi, percorrendo un percorso individuale, il testo in quanto oggetto privilegiato deve di conseguenza assorbire ogni attenzione. E l’attenzione e l’indugio sono virtú da coltivare per i loro effetti positivi soprattutto in un’età come la nostra, l’età della velocità. E la velocità porta con sé, insieme ai notevoli agi, un’erosione culturale di cui ancora non siamo in grado di valutare le conseguenze. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Alberto Dellacroce "Start. Storia e Arte a Saluzzo" www.startsaluzzo.it Mercoledì 24 aprile 2024 alle ore 17.30 nella sede di Casa Cavassa e poi a seguire a Palazzo Monterosso inaugura la Mostra Nazionale dell’Artigianato, in programma dal 24 aprile all’1 maggio, primo appuntamento del ricco cartellone di START giunta quest’anno alla sua 86ma edizione. Rifacendosi a una tradizione radicata nel territorio, dal centro di Saluzzo alle terre e valli del Monviso, la manifestazione muta ancora, così come mutevole è l’artigianato contemporaneo, capace di scoprire spazi, collaborazioni, idee e adattarsi ai tempi.   In questa edizione sono oltre sessanta tra artigiani, ditte artigiane e associazioni del territorio che si occupano di artigianato, con il supporto fondamentale delle Associazioni del territorio, che hanno deciso di raccontarsi a Start 2024 popolando con le loro migliori creazioni gli spazi aulici di Casa Cavassa (la “Casa dell'Artigianato"), le Scuderie del Quartiere, il Porticato dell’Antico Palazzo Comunale e Palazzo Saluzzo di Monterosso, l’ex Istituto d’Arte - fucina di idee e saper fare - in un continuo scambio fra meraviglia, esperienza e possibilità di laboratori e di acquisto per adulti, ragazzi e bambini.   La loro storia e le loro esperienze saranno materia vivente sul sito di START, uno spazio dedicato on line che mette in primo piano il loro lavoro e offre la possibilità di entrare in contatto con il pubblico. Diversi i laboratori creativi per adulti e bambini, in particolar modo quelli sulla ceramica e per la valorizzazione dell’arte del filare a mano con il sostegno a donne e famiglie immigrate. START è anche l’occasione per dare visibilità alla formazione professionale svolta all’interno dell’istituto penitenziario “Rodolfo Morandi” di Saluzzo con uno spazio dedicato. La Mostra Nazionale Artigianato oggi è tanti e diversi argomenti: i laboratori e la partecipazione, le sfide formative, la produzione in serie che entra nella quotidianità dell’artigianato con Barbero/Bouquet, una sorta di sublimazione della globalizzazione come a cogliere il meglio della modernità e del progresso senza snaturare l’artigianato come frutto di un processo creativo. Anche questo è innovare. Lo spazio KIDS perché un gioco ed un abito possono anche essere cultura e formazione per le nuove generazioni. L’arte del creare dalla lana e dal feltro. I lavori di un tempo - dai coltelli alle campane - e la formazione perché questi saperi non si disperdano. La falce, la sedia, il tessuto: e sarà ancora hackathon. Sessanta tra artigiani, ditte artigiane e associazioni del territorio che si occupano di artigianato, con il supporto fondamentale delle Associazioni del territorio che legano saper fare a solidarietà e sostegno, hanno deciso di raccontarsi a Start 2024. Ecco l’occasione per scoprirle. ●            Partage e la sedia Barocca Piemontese Che condivisione sia. Sarà l’artigianato a dare vita, insieme ad una giovane start up, al simbolo di Start 2024. 8 le sedute, unite in maniera curiosa dai giovani studenti dell’Istituto Denina come progetto di costruzione partecipata, che verrà mostrato durante il mese di Start e arricchito con parti in materiali riciclate. Poste in centro alla Città saranno un luogo dove sedersi, parlare, guardare, condividere appunto. START chiama all'arte, alla partecipazione, al gusto del bello.  ●            Arrediamo la Foresteria Ultimo tassello de IL QUARTIERE, la casa della Partecipazione alla quale START ha molto collaborato in questi anni, una Foresteria. Ecco allora l’ultima sfida. Insieme ad un giovane artigiano - Simone Garnero - e ad uno “della vecchia guardia” - Bruno Arnaudo, una serie di laboratori partecipati da giovani e non, aperti a tutti (non solo a studenti di uno specifico percorso), e costruzione di un mobilio semplice e seriale ma capace di dare identità ad un luogo che sarà residenza, casa, spazio comune. Importante in questa fase, e da segnalare per l’impegno produttivo, i giovani studenti di creazione, progettazione e costruzione di due diversi Istituti.  ●            Plastiz È ora di fare un nuovo passo in avanti. Da anni la FAB collabora con IZMADE, gruppo torinese che ha pensato di rendere accessibile artigianato del legno e manualità aprendo uno spazio dove vedere il lavoro, chiedere, progettare, co-realizzare e, nel caso, anche acquistare. Oggi IZMADE - che nel frattempo ha aggiunto il ferro al suo saper fare - condivide un percorso Green con una start up estremamente interessante e START non poteva che accettare la sfida. Plastiz è una startup italiana che nasce come risposta all’emergenza ambientale e sociale derivante dalla crescente invasione di rifiuti plastici. Un contributo concreto ai processi dell’economia circolare attraverso la valorizzazione degli scarti di materiale plastico e la produzione di lastre e barre compatte di alta qualità e valore estetico. A Saluzzo - in collaborazione con la Green Community Terre del Monviso - l’occasione per conoscere questa ditta, il suo pensiero sostenibile, ma anche il suo saper fare.  ●            Artigianato & Sound Storytelling Se le opere devono approdare online, anche il loro racconto deve essere fruibile da chiunque, sia da chi visita START dal vivo, che da chi la scopre navigando nel web. Ogni artigiano sarà protagonista del racconto del proprio lavoro. Video individuali al fianco di una narrazione che unisce suono, parola, gesto attraverso i tre bellissimi video confezionati grazie alla collaborazione con la Scuola Alto Perfezionamento di Saluzzo.     ●            Design & Hackathon Continua la collaborazione con Ditte e Artigiani per ridisegnare spazi e renderli fruibili ai cittadini. Ora, dopo il gioco di colori e forme del dehor dell’Antico Palazzo Comunale, si entra negli spazi del Bistrot per una nuova sfida che vedrà impegnati Architetti, designer, Professori Universitari, insieme ad alcune Classi del Liceo Artistico Soleri Bertoni. Il RISTO-LAB sarà la sfida: ridisegnare uno spazio che nella Caserma Musso sarà messo a disposizione per i giovani, uno spazio di ristoro ma, e soprattutto, di condivisione.  ●            Incontri, formazione e filiere | i giardini e la lana Start darà corpo anche ad una serie di interessanti momenti di confronto. Manuela Cavallo - interessante artigiana che con Produzione Lenta e Claudia Comar ha avviato la scorsa edizione un percorso di confronto - sarà protagonista di un workshop/incontro in cui raccontare una filosofia di vita e spiegare gli aspetti negativi del Fast Fashion. Durante la settimana, poi, spazio anche agli incontri dedicati questa volta ai giardini di una Saluzzo che cambia, ma che mantiene radici ben salde. Saranno due i momenti in cui storia d’un tempo e nuovi disegni del verde verranno narrati al pubblico:
       mercoledì 1° maggio ore 15.30 racconto dei giardini e degli spazi di Palazzo Monterosso a cura del Prof. Aldo Molinengo;
-         giovedì 2 maggio ore 18 presentazione dei lavori di recupero del giardino di Villa Belvedere Radicati a cura dei progettisti.
●            Kids I bambini, i loro sogni a misura di territorio, sostenibili e riutilizzabili, in legno ed in tessuto. Giochi, abbigliamento con le ditte di Start, Lab con il nuovo percorso della Fondazione APM dedicato ai piccolissimi. Insomma, nessun dettaglio lasciato al caso per uno START che guarda a 360°, ma, soprattutto, che guarda al futuro.  ●            Palazzo Monterosso e i Workshop di eccellenza Palazzo Monterosso sarà la sede di un palinsesto di eventi da vivere in prima persona. Primi fra tutti i workshop che daranno la possibilità al pubblico di toccare con mano il lavoro in bottega. Gli appuntamenti saranno inseriti su piattaforme online di settore, che contribuiranno a promuoverli in Italia e all’estero. Saranno calendarizzati per tipologie e quindi prenotabili dal pubblico. Ci sarà anche la possibilità di incontrare realtà come quella svolta all’interno  dell’istituto penitenziario “Rodolfo Morandi” alla città di Saluzzo: fare in modo di portare fuori dalle mura carcerarie le competenze apprese durante i vari corsi di formazione.    ●            Podcast Lorenzo Baravalle è autore, startupper e divulgatore di cultura pop. Ama le storie, dallo sport alla politica, e con "Qui Si Fa L’Italia", il podcast di enorme successo prodotto da Spotify, ha raccontato i momenti che hanno segnato un prima e un dopo nella storia italiana contemporanea. “Lollo” è saluzzese e - dato che START ama raccontare “profeti in patria”, giovani e innovativi - e ha deciso di partecipare all’avventura. si è imbarcato proponendo un podcast live che, grazie al supporto  tecnico di Fondazione Scuola APM, percorrerà 8 storie, storie che hanno un filo, o che questo filo lo spezzano, per fare di START uno spazio di confronto, una scintilla per ciò che verrà.  IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Luca De Biase "Biennale Tecnologia" Utopie Realiste www.biennaletecnologia.it 18/21 aprile 2024, Torino Dall'ambiente alla democrazia, dalla salute al lavoro, fino alla geopolitica e all'economia, la tecnologia ha assunto un ruolo ormai decisivo in tutti gli ambiti della vita umana. Biennale Tecnologia si propone di esplorare il rapporto tra tecnologia e società, per costruire insieme nuovi mondi possibili. Biennale Tecnologia è dedicata al ruolo decisivo che la tecnologia ha assunto in tutti gli ambiti della vita umana – dalla salute all’ambiente, dai rapporti personali alla democrazia Biennale Tecnologia è un appuntamento stabile, organizzato dal Politecnico di Torino in alternanza con Biennale Democrazia – che a Torino promuove la diffusione di una cultura della democrazia che sappia tradursi in pratica democratica – per completare in qualche modo questa riflessione e per ampliare lo sguardo alle molteplici facce della tecnologia: strumento umano che proprio dall’uomo è creato, ma che in fondo condiziona in modo significativo 
la vita di ciascuno. Biennale Tecnologia è dunque una rassegna di ampio respiro per offrire alla cittadinanza una riflessione articolata, inclusiva e accessibile sul sempre più importante tema del rapporto tra tecnologia e società, partendo dalle più recenti innovazioni tecnologiche, ma ricordando anche le radici tecnologiche dell’Italia (con l’auspicio che i grandi risultati del passato, oltre che del presente, possano essere d’ispirazione per il futuro). Nel contesto di Biennale Tecnologia si discute delle implicazioni – ambientali, etiche, sociali, economiche e geopolitiche – di scelte riguardanti grandi temi tecnologici come l’intelligenza artificiale, l’energia, i trasporti e le telecomunicazioni, e più in generale ci si interroga su come governare la tecnologia nell’interesse della collettività. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Marco Ciriello "Sulla qualità" Robert M. Pirsig A cura di Wendy K. Pirsig Traduzione di Svevo D'Onofrio Adelphi www.adelphi.it In Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, il protagonista-narratore si chiedeva: «qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa?». E varrà la pena ricordare la sua risposta: «Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore». A quel pensiero sarebbero seguite altre domande e altre risposte, che avrebbero trasformato quella grande avventura on the road in un libro-simbolo, un «itinerario della mente» in cui si sarebbe riconosciuto, e ancora oggi si riconosce, un numero altissimo di lettori. Questa antologia, che per la prima volta raduna lettere, conferenze, saggi, aforismi, appunti personali, coprendo un arco temporale di quasi cinquant’anni, illustra con chiarezza e incisività il tema centrale dell’opera di Pirsig e l’evoluzione del suo pensiero, dai sommessi esordi sino alla formulazione di una vera e propria Metafisica della Qualità. Ma che cos’è la Qualità? Ognuno di noi sa che esiste, e istintivamente sappiamo riconoscerla, eppure non riusciamo a definirla. Questo perché, secondo Pirsig, la Qualità non è una «cosa» ma un «evento». Per avvicinarsi a comprendere di quale evento si tratti, non resta che leggere questo piccolo libro – taccuino privato di una vita trascorsa in un’incessante riflessione filosofica. Una lettura obbligata per chi ama Pirsig e la perfetta introduzione per chi ancora non lo conosce. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Antonio Danieli Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi. Fondazione Golinelli Museo Civico di Zoologia, Roma Fino a domenica 21 luglio 2024, al Museo Civico di Zoologia di Roma, apre al pubblico Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi. Dopo l’esposizione bolognese, arriva nella Capitale la mostra prodotta da Fondazione Golinelli e SMA - Sistema Museale di Ateneo, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna e realizzata in collaborazione con INAF - Istituto Nazionale di Astrofisica. Il progetto espositivo, nato da un’idea di Andrea Zanotti, Antonio Danieli, Roberto Balzani e Luca Ciancabilla, che ne firmano anche la curatela, è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura. La mostra presenta un connubio originale e armonico tra reperti e oggetti delle collezioni museali dell’Ateneo bolognese e di quelle dei Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina, exhibit tecnico-scientifici immersivi e interattivi prodotti in originale da Fondazione Golinelli, quadri di diverse epoche di Bartolomeo Passarotti, Enrico Prampolini, Virginio Marchi e Mattia Moreni, opere d’arte -  dipinti, sculture e installazioni - di Nicola Samorì. In mostra anche oggetti, strumenti, video e immagini provenienti dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e dall’Agenzia Spaziale Europea. Il tutto intessuto da trame poetiche inedite, da sguardi visionari di scienziati esperti di intelligenza artificiale e neuroscienze e di umanisti. La visione unitaria della cultura e l’endiadi arte e scienza sono proposte in un percorso di ricerca tra passato, presente e scenari futuribili, a partire dalla figura di Ulisse Aldrovandi, uno dei più grandi scienziati e osservatori della natura del Cinquecento. Intraprenderemo un viaggio di conoscenza tra dimensioni cronologiche, distanti ma complementari, e una riflessione sul destino dell’umanità. La mostra gravita intorno alla figura di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), uno dei più grandi scienziati della natura del suo tempo. Grazie alla sua straordinaria capacità di osservare, catalogare e conservare i reperti che la natura, nel corso del suo farsi, ha lasciato dietro di sé, Aldrovandi è di fatto il fautore del moderno museo di Storia Naturale, un luogo di memoria e conoscenza, in cui si sedimenta il fondo ancestrale delle nostre origini. L’opera del naturalista bolognese, tuttavia, non è proiettata solo verso il passato: la sua capacità fantastica, perfettamente incarnata da quello che può essere considerato il suo scritto più sorprendente, la Monstrorum Historia – un trattato universale sui mostri e altri prodigi sovrannaturali – colloca l’opera dell’Aldrovandi oltre il tempo e sulla soglia di un mondo altro. Il potere dell’immaginazione apre le porte al futuro, a mondi mai, o non ancora, esistiti. Ulisse Aldrovandi incarna, dunque, due anime: quella di scienziato, osservatore di una realtà che è già stata, e quella dell’artista, che immagina e dà forma a ciò che sarà, spingendosi, come farà secoli dopo la fantascienza, a svelare scenari destinati, col progredire della scienza, a trasformarsi in realtà. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Andrea Mattei "In cammino per la libertà" Passi di Resistenza Umanitaria in Abruzzo Ediciclo Editore www.ediciclo.it Una camminata tra presente e passato da Sulmona a Casoli attraverso la Maiella, per ridare voce a una storia dimenticata di eroismo e solidarietà. Otto Settembre 1943: all’annuncio dell’Armistizio, da Campo 78 fuggono migliaia di Prisoners of War, soldati alleati che si disperdono nella Valle Peligna. In questo angolo d’Abruzzo, immediatamente occupato dai tedeschi, la povera popolazione di pastori e contadini si impegna in uno spontaneo movimento di sostegno ai fuggitivi per condurli oltre il fronte, al di là del massiccio della Maiella e della Linea Gustav. Un processo di Resistenza Umanitaria improvvisato e temerario, che salverà centinaia di vite creando legami indissolubili tra soldati inglesi, americani, sudafricani e famiglie abruzzesi. Tra memoria personale e collettiva, tra storia particolare e quella con la S maiuscola, il libro segue le orme dei fuggitivi, ripercorre - con studenti, insegnanti, cittadini italiani ed ex prigionieri giunti dai loro Paesi d’origine - il loro stesso cammino di salvezza su quello che è - oggi - il Sentiero della Libertà. Andrea Mattei è nato a Roma nel 1964. All’età di trent’anni il giornalismo l’ha portato a Milano. Ha lavorato in quotidiani, settimanali e mensili: dopo dodici anni a Max, nel 2013 è approdato alla Gazzetta dello Sport dove cura - tra l’altro - un canale web dedicato all’Arte di Camminare. Appena può si mette in cammino. Con Ediciclo ha pubblicato L'arte di fare lo zaino (2018) e La Via dei Sassi. Da Bari a Matera lungo il Cammino Materano (2018). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Saliha Sultan "La bambina di Kabul" Una storia vera Edizioni Piemme www.edizpiemme.it Quando i talebani tornano al potere nell'agosto del 2021, Saliha vive in Italia da molti anni. È nata e cresciuta nel nord dell'Afghanistan sotto il regime dei mujaheddin e anche se è passato diverso tempo non ha dimenticato la sua infanzia, funestata dalla guerra. La restaurazione del regime, oggi come ieri, rappresenta un'enorme minaccia per i diritti delle donne e comporta la chiusura immediata delle scuole: una condanna nei confronti delle bambine e delle ragazze del Paese, a cui viene tolta la possibilità di istruirsi e costruire un futuro libero. Mentre osserva il ritorno di un governo oppressivo, Saliha decide di rompere il silenzio e raccontare la sua esperienza. Un percorso difficile, a cavallo tra l'Afghanistan, una terra di continue e feroci lotte, e l'Italia, là dove da straniera, da esclusa, ha dovuto lottare per non perdere un'identità. Dentro di sé ha serbato il coraggio di Sultan, suo padre, e la forza d'animo di Adee, sua nonna, fino a costruire uno spazio per sé e per sua figlia. A fare da bussola, nel corso di anni complicati, i preziosi libri di Khaled Hosseini, di Antonia Arslan e la voglia di non rinunciare a esprimere la propria voce. Ripercorrendo l'intensa esperienza della sua vita, Saliha costruisce un dolce e appassionato canto di libertà, un'esortazione a non abbassare mai la testa, a non accettare l'imposizione del silenzio. Saliha Sultan Nata in Afghanistan nel 1988, vive in Italia da vent'anni ma non ha mai dimenticato il suo Paese. La bambina di Kabul è la sua storia. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Cettina Caliò "Memorie di un pazzo" Nikolaj Gogol' Traduzione di Serena Vitale Adelphi www.adelphi.it «Nikolaj Gogol’, il più strano poeta in prosa che la Russia abbia mai prodotto» (Vladimir Nabokov). «Confesso che da qualche tempo ho cominciato a vedere e sentire cose che nessuno ha mai visto o sentito». Così scrive nel suo diario il consigliere titolare Popriščin – funzionario di rango non elevato ma di grandi ambizioni, roso dal senso di inferiorità, dall’invidia verso più altolocati colleghi al servizio dello Stato –, che ritiene un privilegio l’incarico di temperare, una volta alla settimana, le penne d’oca di un superiore della cui figlia è segretamente innamorato. Nelle pagine che accolgono le sue frustrazioni e i suoi sogni di gloria si insinuano le sempre più assurde fantasie che lo abitano: mucche che comprano il tè, il carteggio tra due cagnoline dal quale apprende che la giovane amata andrà in sposa a un altro. Lo sdegno e un’impotente rabbia lo precipitano definitivamente nella follia («burocratica» questa, priva del demoniaco romanticismo che caratterizza l’insania del pittore nel Ritratto, un altro dei «racconti pietroburghesi» di Gogol’). Persa del tutto la ragione – ora si crede Ferdinando VIII, re di Spagna –, Popriščin viene rinchiuso in un manicomio, dove si occupa degli «affari di Stato» e si angoscia per la sorte della Luna. Dinanzi al suo delirio, alle grida strazianti per le «cure» brutali che gli vengono inflitte, anche a noi non resta che ripetere, come Popriščin: «Vabbè, vabbè, silenzio!». Un silenzio che verrà riempito dalla voce stridula e penetrante dell’Uomo del sottosuolo di Dostoevskij. Cettina Caliò è nata a Catania nel 1973. Scrive poesia e prosa. Cura libri. Traduce dal francese. Ha pubblicato: Poesie (1995), L’affanno dei verbi servili (2005), Tra il condizionale e l’indicativo (2007), Sulla cruda pelle (2012), La forma detenuta (2018), Di tu in noi (2021). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Alessandro Vietti "Cosmopedia" Zona42 www.zona42.it "Pianta un seme oggi, perché domani il Mondo potrebbe anche non finire." Oggi: cosa succederebbe se la scienza scoprisse che l’umanità può realizzare qualsiasi cosa, purché miliardi di persone si concentrino nello stesso momento sulla stessa intenzione? Si potrebbe guarire – o uccidere – chiunque, modificare il corso della Storia. E quali implicazioni avrebbe una simile scoperta se anche le intelligenze artificiali sviluppassero la capacità di sfruttare lo stesso potere?Domani: la Caduta della Volta costringe tre giovani quyr a lasciare la forestavivente, alla ricerca di un luogo da chiamare Casa. Accompagnate dalla saggezza di Madrechesa e dalla protezione della bastet Njm, incontreranno il terrore e la meraviglia, toccheranno la morte e le stelle, impareranno cosa significa ramificare e ascolteranno dalla Terra le storie fantastiche che hanno plasmato le loro radici.Affrontando i temi cruciali del nostro presente, dal cambiamento climatico all’impatto delle intelligenze artificiali sulle nostre vite, Cosmopedia parla della responsabilità che abbiamo nel dare forma al futuro che ci aspetta. La scrittura nitida e immaginifica di Alessandro Vietti ci accompagna in un viaggio iniziatico pieno di orrore e speranza attraverso un mondo che dovremmo imparare a desiderare, perché quel mondo siamo noi. Alessandro Vietti Nato giusto in tempo per assistere alla conquista della Luna, Alessandro Vietti, ingegnere, vive e lavora a Genova nel settore dell’energia e si occupa di divulgazione scientifica e speculative fiction.Ha esordito con il romanzo Cyberworld, (Nord, 1996) seguito tre anni dopo da Il codice dell’invasore (Nord, 1999). Per Zona 42 ha pubblicato Real Mars, Premio Italia 2017, e Il Potere. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Umberto Guidoni "Sfidare lo spazio" Un astronauta racconta l'esplorazione del cosmo Mursia Editore www.mursia.com «Entro la fine di questo secolo, i nostri nipoti lavoreranno sulla Luna, vivranno in avamposti permanenti su Marte e utilizzeranno materie prime provenienti dagli asteroidi: in una parola, l’umanità diventerà una vera specie interplanetaria.» Il 4 ottobre 1957, il mondo intero assistette al lancio dello Sputnik 1, il primo “compagno di viaggio” della Terra, l’evento che ha segnato l’inizio della sfida spaziale. Oltre sessanta anni dopo, i viaggi nello spazio sono diventati una realtà. Tra qualche anno torneremo sulla Luna, le prossime generazioni vedranno Marte dalla visiera di un casco ed esploreranno le lune dei giganti gassosi, e la “frontiera spaziale” si sposterà sempre più lontano dalla Terra, fino ai limiti del nostro Sistema Solare e oltre, verso lo spazio profondo, verso pianeti di altre stelle e, forse, potremo imbatterci in altre forme di vita o in vere e proprie civiltà extraterrestri. Umberto Guidoni è nato nel 1954 a Roma, dove si è laureato con lode in Fisica. Ha compiuto il suo primo volo in orbita nel 1996 ed è stato il primo europeo a salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nel 2001. In veste di divulgatore, ha condotto rubriche sullo spazio in radio e TV, oltre a pubblicare libri per ragazzi, saggi e articoli. Per i suoi contributi, ha ricevuto la nomina di Grande Ufficiale e la medaglia della NASA per Exceptional Service. Gli è stato dedicato l’asteroide 10605-Guidoni. Con Mursia ha pubblicato insieme a Donato Altomare il romanzo Wormhole (2022). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Stefania De Pascale "Agricoltura spaziale" Biennale Tecnologia Sabato 20 aprile 2024, ore 10:30 Politecnico di Torino www.coltivato.com Coltivato, il Festival Internazionale dell’Agricoltura,propone un nuovo appuntamento in vista dell’edizione 2025 che si inserisce nel programma di Biennale Tecnologia 2024, organizzata dal Politecnico di Torino. L’incontro Agricoltura spaziale si terrà sabato 20 aprile alle ore 10.30 al Politecnico in Aula 6 (Corso Duca degli Abruzzi 24). Stefania De Pascale, professoressa ordinaria presso il Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, e Maria Lodovica Gullino, fitopatologa, imprenditrice e responsabile scientifico di Coltivato, dialogheranno sulla possibilità di creare un ecosistema artificiale in cui le piante avranno un ruolo centrale, al fine di rendere possibili missioni spaziali di lungo periodo su Luna e Marte, e su come i risultati della ricerca di soluzioni per la vita umana nello spazio possano aiutarci a produrre tecnologie utili per la coltivazione delle piante in ambienti estremi sulla Terra.   Stefania De Pascale negli ultimi 25 anni ha dedicato la sua attenzione allo studio degli effetti della microgravità e delle radiazioni ionizzanti sulle piante, allo sviluppo di un modulo serra per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e alla coltivazione di piante in sistemi di controllo ambientale biorigenerativo per supportare la vita nello spazio. Dal 2019 dirige il Laboratory of Crop research for Space, che si occupa della caratterizzazione delle piante per i sistemi rigenerativi di supporto alla vita, ed è membro del Comitato Tecnico Scientifico dell'Agenzia Spaziale Italiana. Maria Lodovica Gullino si occupa di salute delle piante all’Università di Torino, dove è stata professoressa ordinaria di Patologia vegetale e Vice-Rettore, e dove ha fondato e diretto per più di vent’anni il Centro di Competenza Agroinnova dell’Università di Torino. Nel 2021, con Ilaria Borletti Buitoni e Ilaria Capua, ha fondato weTree, associazione che ha lo scopo di valorizzare le piante, l’ambiente e le donne, e nel 2023, con Antonio Pascale, ha organizzato a Torino la prima edizione di Coltivato, il Festival Internazionale dell’Agricoltura.  IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Marco Daffra "Un mare di porti lontani" Un mare di porti lontani – Omaggio di verità a chi tende le braccia ai naufraghi del Mediterraneo è il potente film del regista fiorentino Marco Daffra che “smentisce i luoghi comuni sulle navi umanitarie” (Avvenire). Il film presenta le testimonianze di capitani, marinai, medici, infermieri, macchinisti, interpreti e mediatori culturali, nonché quelle del dr. Pietro Bartolo, “il medico di Lampedusa” che visitò 350mila sbarcati in 30 anni, e di Padre Bernardo Gianni, Abate di San Miniato a Monte.  Presentato in anteprima a Firenze, alla presenza di Marco Tarquinio, già direttore di Avvenire, da Monsignor Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara e presidente della Fondazione Migrantes, e da Valentina Brinis, portavoce Open Arms, il film inizia adesso il suo tour internazionale toccando città come a Roma, Vienna, Zurigo, Ginevra, Parigi, Bruxelles; ed anche a Bogotà, Città del Messico, Guadalajara e Tijuana, centro nevralgico della emigrazione sudamericana, ossia in città di paesi dove il tema delle migrazioni è molto sentito. A Firenze il film tornerà il 22 aprile, sempre allo Spazio Alfieri, alle ore 19. Le altre date già in programma sono il 18 aprile alle 21 al Cinema Santo Spirito di Ferrara, il 2 maggio alle 21 al CRC dell’Antella (Fi) e il 4 maggio alle 21 a Greve in Chianti. Nel 2023 Marco Daffra e la sua cinepresa hanno navigato da Carrara a Siracusa per più di mille chilometri sulla nave Open Arms. Daffra è poi volato in ricognizione di naufraghi con Pilotes Volontaires. Il regista ha infine intervistato tanti protagonisti a Lampedusa, centro nevralgico degli sbarchi di migranti, come testimonia il monumento  “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa”. Tra le interviste, spiccano quelle del dottor Pietro Bartolo, “il medico di Lampedusa” e eurodeputato, e quella di Padre Bernardo Gianni,  Abate di San Miniato a Monte. Dice Bartolo, che visitò 350mila sbarcati a Lampedusa: “Si parla ancora di “emergenza sbarchi” quando invece da decenni c’è un fenomeno strutturale. Hanno criminalizzato i migranti. Dicono: sono alieni, vengono a rubare il lavoro, c'è l'invasione, portano malattie. Hanno propagato “un'informazione tossica” che diffonde pregiudizio e rancore. Dicono questo perché non hanno mai visto negli occhi il terrore di queste persone. Allora bisogna fare una contro narrazione, raccontare la verità.” “San Bernardo di Chiaravalle – osserva Padre Bernardo Gianni nel film - diceva che la misura dell'amore è non avere misura. E così sento di poter dire su un altro versante analogo all'amore, la misura del salvare è non aver misura. Qualsiasi legge, disciplina, regolamento che intenda contenere questo impeto del cuore che fa grandi le persone che si dedicano al salvataggio di vite altrui (….) è davvero un attentato alla dignità.” L’azione umanitaria è ora ostacolata da leggi e ingiunzioni perentorie che impongono alle navi umanitarie “porti lontani” anche oltre mille chilometri e molti giorni di navigazione - ulteriori giorni in mare che gli scampati, già stremati e in cattive condizioni sanitarie e psicologiche, devono subire, spesso nel maltempo. La “politica dei porti lontani” è aggravata dalla proibizione di soccorsi plurimi, da processi, multe, blocchi delle navi in porto, e da sanzioni draconiane e spesso illegittime contro gli equipaggi delle navi umanitarie. Questa politica ha sottratto al soccorso più di 300 giornate-nave nel solo 2023. Quante vite avrebbero potuto essere salvate, se invece le navi umanitarie fossero rimaste operative a Sud dell’Italia, là dove sono più necessarie? Come ha scritto Avvenire “il film smentisce i luoghi comuni sulle navi umanitarie”, accusate di favorire l’immigrazione clandestina e di complicità con i passatori marittimi, spesso con argomentazioni che in tribunale si rivelano inconsistenti, come nel caso delle navi Ocean Viking, Sea Watch 5, Humanity 1,  e come nel clamoroso maxiprocesso alla nave umanitaria Juventa, nel quale la stessa accusa ha richiesto l’assoluzione, dopo 8 anni di udienze, 3 milioni di euro di spese, il sequestro e la rovina della nave, e la perdita di più di 2000 giornate-nave di soccorso. In effetti, le navi umanitarie hanno sbarcato ultimamente meno del 10% dei superstiti, mentre la grande maggioranza degli sbarchi si deve ai meritevoli soccorsi di Guardia Costiera, Guardia di finanza, Marina militare e navi commerciali, nonché a imbarcazioni autonome. In 30 anni le morti di migranti accertate in Mediterraneo sono 50mila, ma in realtà sono ben di più perché è testimoniato che molte imbarcazioni, con migliaia di migranti, sono partite ma mai arrivate. Per fortuna, però, molte più vite sono state salvate, un grande miracolo che continua a ripetersi ogni giorno grazie anche ai volontari che “tendono le mani ai naufraghi del Mediterraneo”, persone che il documentario di Marco Daffra ci permette di conoscere e di ascoltare, dando così voce ad una verità che dovrebbe essere gridata ma che, purtroppo, viene travisata.   IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Sonia Aggio "Nella stanza dell'imperatore" Fazi Editore www.fazieditore.it Romanzo candidato al Premio Strega 2024 Giovanni Zimisce, cresciuto con gli zii materni, i Foca, è diventato con il tempo un valoroso condottiero e combatte con coraggio per l’Impero bizantino accanto a Niceforo, il generale più brillante della sua epoca, e a Leone Foca. La guerra è tutto ciò che gli rimane: sua moglie è morta di parto e i parenti del padre, i Curcuas, lo considerano un traditore. Quando ormai sembra che Giovanni non abbia più altro scopo se non combattere al fianco dei Foca, tre streghe gli profetizzano che diventerà imperatore. Ma come è possibile, visto che sul trono ora siede Niceforo, il suo mentore, l’uomo che l’ha cresciuto e per cui darebbe la vita? Quando proprio Niceforo gli volterà le spalle e l’affascinante Teofano busserà alla sua porta, Zimisce dovrà decidere che cosa fare in futuro: restare fedele all’imperatore, assecondando i principi con cui è cresciuto, o prenderne il posto, accettando definitivamente il suo destino? Guerre, omicidi, congiure e tradimenti: dopo l’esordio con Magnificat, Sonia Aggio torna in libreria con un romanzo avvincente e denso di colpi di scena, ripercorrendo le vicende di un uomo straordinario che, partendo da semplice soldato, riuscì a cambiare le sorti del suo Impero conquistando inaspettatamente la corona. In questo libro, con grande talento e accuratezza, l’autrice ricostruisce la parabola esistenziale di Giovanni Zimisce attraverso il racconto epico della sua ascesa al trono, descrivendo la realtà quotidiana di una delle dominazioni più estese che il mondo abbia mai conosciuto. Un romanzo storico impeccabile, dal sapore di un classico che, con una trama ricca di intrecci, intrighi, amori e terribili inganni, e uno stile coinvolgente e ricercato, ci conduce tra le scintillanti stanze dei palazzi imperiali e i loro splendidi giardini, mostrandoci il volto segreto delle città d’Oriente. Sonia Aggio Nata a Rovigo nel 1995, è laureata in Storia e lavora come bibliotecaria. I suoi scritti sono stati segnalati più volte dalle giurie di premi importanti come il Premio Calvino e il Premio Campiello Giovani. Tra il 2018 e il 2020 ha collaborato con il lit-blog «Il Rifugio dell’Ircocervo» e, nel tempo, ha pubblicato diversi racconti su «Lahar Magazine», «L’Irrequieto», «Narrandom» e «Altri Animali». Con Fazi Editore, nel 2022, ha pubblicato il suo primo romanzo, Magnificat, che ha avuto un ottimo riscontro di critica e di pubblico. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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eo Righetto "Il sentiero selvatico" Feltrinelli Editore www.feltrinellieditore.it Piove da più di un mese a Larcionèi. Nel paesino ai piedi delle Dolomiti gli anziani giurano di non aver mai visto cadere dal cielo tanta acqua. E sotto l’acqua gli abitanti del villaggio si riuniscono il 2 novembre del 1913 per la messa del Giorno dei Morti. Ci sono tutte le famiglie della zona, anche i Thaler, con la loro unica figlia di dieci anni, Katharina. Nel mezzo della liturgia, la bimba sparisce nel nulla: il paese intero la cerca tra i boschi per tutta la notte, invano. La piccola Tina riappare da sola il giorno dopo, proprio quando finalmente cessa la pioggia. Sta bene, ma non ricorda nulla di quel che le è accaduto, e tra i paesani cominciano a correre strane e malevole voci. Presto per tutti Tina diventa la strìa, la strega che è stata rapita dai morti, che ha conosciuto il diavolo. Per lei l’unico rifugio, il luogo dove trova pace e sicurezza, è il monte Pore con i suoi boschi, i torrenti e gli animali selvatici. La sua è una vita di misteri e scelte coraggiose, che la porteranno – da adulta – a diventare una leggenda, la guardiana della natura dolomitica, uno spirito antico che, proprio come gli animali selvatici, si lascia vedere solo se è lei a deciderlo. L’ultima lupa delle Dolomiti. Torna il personaggio più amato de La stanza delle mele, Tina Thaler. Matteo Righetto, con il suo stile poetico, ci porta a Larcionèi, in quel drammatico momento in cui le foreste venivano drasticamente abbattute, la Grande guerra falcidiava i soldati e l’identità ladina veniva lacerata. In un intreccio di magia e arcaiche tradizioni locali, Il sentiero selvatico celebra la potente connessione tra piante, animali, donne e uomini. Matteo Righetto vive tra Padova e Colle Santa Lucia (Dolomiti). Ha esordito con Savana Padana (TEA, 2012), seguito dai romanzi La pelle dell’orso (Guanda, 2013), da cui è stato tratto un film con Marco Paolini, Apri gli occhi (TEA, 2016, vincitore del Premio della Montagna Cortina d’Ampezzo; Feltrinelli UE, 2024) e Dove porta la neve (TEA, 2017). Per Mondadori ha scritto la “Trilogia della Patria” – che comprende i romanzi L’anima della frontiera (2017), L’ultima patria (2018), La terra promessa (2019) – e, insieme a Mauro Corona, il “sillabario alpino” Il passo del vento (2019). La sua trilogia è diventata un caso letterario internazionale con traduzioni in molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Germania, Olanda. Per Feltrinelli ha pubblicato I prati dopo di noi (2020) e La stanza delle mele (2022). Per il teatro ha scritto Da qui alla Luna, prodotto dal Teatro Stabile del Veneto e portato in scena da Andrea Pennacchi. Nel 2019 ha ricevuto il Premio Speciale Dolomiti Unesco. È Presidente della Sez. Livinallongo - Colle Santa Lucia del Club Alpino Italiano. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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