Tumgik
#Avanti Familia
strangedark · 2 years
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Icons over the years, 2014~2018.
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kon-igi · 6 months
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LA FESTA DEL PAPÀ È DIVISIVA
Ma oramai non credo che esistano argomenti di condivisione comune sui quali poter fare affermazioni nette e aspettarsi che tutti siano d'accordo.
Il cielo è blu? Ma va'... il cielo è celeste! No, guarda che è nero ed è un fenomeno di rifrazione dei raggi solari sull'atmosfera. Ti sbagli, è giallo! Sì, però togliti quel sacchetto dell'Esselunga dalla testa. Basta! Il cielo è marrone con radici che penzolano. Zitto tu che sei morto!
La scelta del giorno della festa del papà, poi, coincide con quel santo del calendario che credo abbia avuto il peggiore martirio fra tutti, cornuto, mazziato e ringrazia pure. Cioè, come papà sfigato il primo posto se lo prende di sicuro Darth Vader ma perlomeno aveva una spada laser e il suo arco di redenzione è stato più appassionante.
Insomma, la festa del papà è divisiva per due ragioni, una sociale e l'altra personale.
Da una parte, è una ghiotta occasione perché alcuni frignino che non esistono più i papà di una volta, tutti pipa e cinghiate, e che anzi, se andiamo avanti così non esisterano più nemmeno gli uomini, dall'altra è che al netto di tutto, i padri molte volte più che festeggiati spesso vanno perdonati.
Adesso come adesso, i papà sul mercato sono figli o nipoti del patriarcato, nel senso che difficilmente non avranno assorbito per osmosi familiare e sociale l'idea di quello che deve essere il ruolo di un genitore maschio all'interno della famiglia.
In sintesi il pater familias.
[maledetto genitivo ellenico ma sono cose mie]
Quando io e la mia compagna dobbiamo fare cose importanti che implichini decisioni tecniche, burocratiche, meccaniche, matematiche o notarili, il mio gesto preferito è questo
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perché tutte le volte il venditore di auto parla rivolgendosi a me che distinguo le macchine solo per il colore, l'avvocato quando io risolverei tutto con il trial by combat e la commercialista dove io opterei per il baratto.
Io sarei il pater familias, quindi automaticamente il detentore delle decisioni familiari e è invece è la mia compagna quella che prende le migliori, senza spargimenti di sangue o una pila di conchiglie che l'enel non accetta come forma di pagamento.
Sì, vabbè... non sa accendere la motosega o da che parte si impugna un coltello da lanciare e se proprio dobbiamo dirla tutta non riesce neanche ad accendere il fuoco nel camino (cosa che le rimprovero sempre ricordandole che erano le vestali ad accudire il Fuoco Sacro del focolare domestico). Poi però c'è quell'altra che disegna tubi e motori idraulici usando termini strani tipo 'valvola di massima' o 'dislocamento positivo' e quell'altra ancora che snocciola a memoria le caratteristiche di ogni macchina o moto e parla per due ore di maderizzazione e di vendemmia in neve carbonica.
Questo per dire che i ruoli sono solo ruoli ed è solo questione di abitudine... le abitudini cambiano e ci si abitua al nuovo.
Quindi buona festa a quella persona alla quale dovrebbe essere solo chiesto, dopo la fornitura di migliaia di gameti scodinzolanti, di amare in modo vasto e profondo chi non ha mai chiesto di essere portato su questa spaventosa e bella terra, ricordando che amore non è mai possesso, conferma od orgoglio.
L'amore per i propri figli è essere partecipe della gioia che abbiamo insegnato loro a conquistarsi da soli.
E per concludere, si può essere padre amorevole pure senza aver mai partecipato con un singolo spermatozoo.
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lamilanomagazine · 10 months
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Israele, Tel Aviv: «Tre ostaggi uccisi per un tragico errore a Gaza»
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Israele, Tel Aviv: «Tre ostaggi uccisi per un tragico errore a Gaza». Israele ha reso noto di aver ucciso «per un tragico errore» 3 ostaggi durante i combattimenti nel centro della Striscia, a Shujaia. Lo ha rivelato il portavoce militare Daniel Hagari spiegando che i soldati li avrebbero scambiati per sospetti terroristi prima di sparato. «L’uccisione degli ostaggi da parte di Israele è una tragedia che spezza il cuore». Lo ha detto in un briefing il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, precisando che il presidente Joe Biden non ha parlato dell'incidente con il premier Netanyahu. Le Forze di Difesa israeliane (Idf) hanno annunciato, nelle stesse ore, di aver recuperato a Gaza e di aver riportato in Israele i resti del franco-israeliano Elya Toledano, preso in ostaggio dai terroristi di Hamas durante l’attacco del 7 ottobre, oltre ai corpi di due ragazzi di 19 anni che erano anche loro in ostaggio. Un raid israeliano ha colpito Al-Shabura, a Rafah, un campo profughi palestinese nel sud della Striscia, distruggendo due edifici residenziali e uccidendo almeno 13 persone. Intanto il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha replicato al duro affondo di Biden, secondo cui Israele sta perdendo sostegno mondiale, e ha avvertito: «Andremo avanti nella guerra contro Hamas nonostante le pressioni internazionali». Ali Daghmush, vice presidente del consiglio esecutivo di Hezbollah, il movimento armato libanese ha affermato che la sua organizzazione «non si preoccupa delle minacce e della guerra psicologica del nemico, ma continua le sue operazioni in sostegno dei palestinesi e per rispondere agli attacchi israeliani contro le città e i villaggi del sud del Libano». Intanto i leader riuniti al Consiglio europeo non hanno raggiunto un accordo su Israele e Gaza e pertanto non ci saranno conclusioni a riguardo. Lo si apprende da fonti diplomatiche Ue. In Germania quattro militanti di Hamas sono stati arrestati con l'accusa di aver pianificato attacchi contro istituzioni ebraiche in Europa. Quattro uomini, presumibilmente appartenenti ad Hamas, stavano pianificando un attacco a istituzioni ebraiche in Germania. I quattro sono stati arrestati ieri e la Procura generale federale ha assunto il controllo delle indagini. Gli uomini stavano recuperando armi da un deposito sotterraneo per portarle a Berlino. Altre quattro persone sono state arrestate ieri mattina, tre in Danimarca e uno in Olanda, in seguito ad un operazione congiunta tra la polizia danese e quella olandese. Gli arrestati sono sospettati di aver preparato un attacco terroristico in Danimarca. Il capo operativo del ramo d'intelligence della polizia danese, Flemming Drejer, ha dichiarato: «Ci sono legami con l'ambiente delle gang criminali, in particolare con LTF (Loyal To Familia nrd), con persone che vivono in Danimarca e all’estero» ha aggiunto, parlando coi cronisti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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aserne · 2 years
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#RamosAllup es la bisagra entre la mafia libanesa de los #Dagga y los Larez D'agostino!
Como dice el refrán «Por la Plata Baila el Mono»
«Galerías Avanti» propiedad de la familia árabe libanesa #Dagga, abrió sus puertas en Caracas.
Los Dagga, mejores conocidos como la Banda de los #Talibanes del #LavadodeDinero del #Régimen, han sido señalados de ser #testaferros de #RafaelLacava, #DiosdadoCabello y #TareckZaidanElAissamiMaddah. Los antes mencionados, han sido acusados en los Estados Unidos de perpetrar actividades de #narcotráfico y #blanqueodecapitales.
El Régimen ha sabido infiltrarse socialmente a través del #soborno y de la compra de figuras que aparentaban seriedad, decencia y “buena reputación", durante la llamada #CuartaRepública.
Para vergüenza de los trabajadores de la finada #RCTV, la imagen de la nueva lavadora de dinero de los Dagga son #DoraD'Agostino y su esposo el ex directivo de RCTV #EladioLarez.
Dora D’ Agostino es cuñada del #libanés #RamosAllup, conocido por estar detrás de cuanto negocio turbio pueda existir. #RamosAllup en este caso según informantes, funcionaria como bisagra de los Dagga y los Lárez D'Agostino.
#RamosAllup ha estado en sociedad con la banda criminal chavista desde el inicio de los tiempos de Chávez "el sociópata de #Sabaneta" y de hecho los hijos de Ramos Allup, han sido señalados en trabajos de investigación, de perpetrar presuntar #estafas en contra de la petrolera estadal #PDVSA a través de la empresa #Helsinge.
¿Qué pensarán los empleados y trabajadores de RCTV, que se han mantenido con su dignidad en alto durante todos estos años de hambre y destrucción de #Venezuela?
El tiempo de la inocencia ha muerto y por eso muchos trabajan para que a todos los criminales chavistas y a sus testaferros,  les alcance el largo brazo de la ley y sean sentenciados a largos años de prisión.
¿Será? Amanecerá y veremos.
#GaleríaAvanti
@josephehage @hjaled @sol651_libertad @libertariodelnorte @norkys_libertaria
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corallorosso · 4 years
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La tv di Barbara D’Urso fa male, soprattutto ai tempi del Coronavirus. (...) Un personaggio che vive nel culto strabico di sé, che nella sua pagina Instagram rivela la massima espressione del problema: selfie compulsivi, faccette, abiti minimal e scollature anche mentre il mondo viene investito da un’epidemia mortale, scenette in cui si mette a letto truccata con orsacchiotti di peluche, balletti con ragazzini di 18 anni e quell’UNICO follow a Oprah, perché lei, egoriferita com’è, non segue nessun mortale, nessun collega, lei segue Oprah. (e infatti anche Oprah segue solo una persona (se stessa), ma qualcuno spieghi alla D’Urso che non basta dare il proprio nome a un programma per diventare Oprah) Quando dicevo che il suo camerino è una specie di bunker in cui il tempo si è cristallizzato, intendevo questo. Sempre fuori fuoco. Fuori dal tempo. Fuori contesto. E non si sa bene cosa le sia successo, nel tempo, perché Barbara D’Urso non è sempre stata così. Certo, non ha mai presieduto convegni di biologia molecolare, ma i suoi erano prodotti nazionalpopolari, magari anche trash, però dignitosi. Poi, per un corto circuito che potrebbe avere a che fare con qualche suo successo, o con un desiderio di rivalsa tardiva, con un’ambizione soffocata da decenni, la sua tv è diventata sempre più “sbagliata”. “Il successo non cambia, rivela”, diceva qualcuno. E quindi, da qualche anno, il livello dei suoi prodotti si è abbassato sempre più. Sgarbi che urla a Luxuria “Ce l’hai il cazzo o no? Ce l’hai o no?”, lei che dice a Sgarbi “Ti prendo a calci nel culo”... E così via, proponendo modelli sbagliati, personaggi sbagliati, storie sbagliate da cui “si dissocia”, per cui “si scandalizza”, che “la fanno arrabbiare”, ma a cui dà risalto, spazio, modo d’esistere lei stessa, in questo corto circuito ipocrita che ormai conoscono tutti. Pescare nel torbido, fingendo di rimanere dove l’acqua è chiara. Chi protesta, a parte una buona fetta di spettatori? Poche, pochissime persone. I famosi critici tv sono impietosi con prodotti innocui, al massimo bruttini e talvolta perfino belli, ma sulla D’Urso sorvolano con straordinario talento. Del resto – è cosa nota nell’ambiente – il personaggio è suscettibile, e benché nelle interviste ami dipingersi come una che non legge i commenti sui social, non si cura degli altri, “manda tanta luce” e energie positive a chi la critica, poi manda anche lettere di avvocati, querele, diffide. Tanto amore e tante buste verdi. ...Ormai Mediaset è, nell’immaginario collettivo, sempre più identificato con la D’Urso. E per difendere nessun personaggio, in Mediaset, ci si sbilancia tanto quanto che con lei. I comunicati di Canale 5 sui successi d’ascolto di Barbara D’Urso, soprattutto quando la serata è stata un mezzo flop, sono un esercizio di aggettivi e lodi sperticate talmente barocco che la Sagrada Familia in confronto è un prefabbricato in lamiera. ... La D’Urso può contare su un ventaglio di ospiti terrificanti, avanzi di balera che non hanno nulla da perdere, sintonizzati sul registro delle sue trasmissioni e va bene....Certo, lì ci sono cachet che non esistono in nessun altro talk televisivo (non paragonerei la corazzata C’è posta per te a Domenica live) e se puoi pagare qualcuno 7, 30, 50 000 euro (chiedere a Mediaset i cachet per esempio di Moric o Morgan), è anche comprensibile che alla fine chi teme la carestia ceda. Però alla fine i programmi non li fa chi li conduce, ma chi ci va, e quindi i suoi complici sono parecchi. Nel frattempo, il famoso “ presidio informativo” di Pomeriggio 5 è andato avanti, provocando il picco dell’indignazione del pubblico quando un ospite della D’Urso ha suggerito di disinfettare le zampe dei cani con la candeggina. Apriti cielo. Animalisti insorti, petizioni per cacciare la conduttrice (quella su change.org sta per toccare le 300 000 firme) e la gente pronta a scendere in piazza, se solo non ci fosse la quarantena obbligatoria. Ci sarebbe da festeggiare, se la questione non fosse di così poco conto, rispetto a tutto quello che ha proposto in tv la D’Urso in questi anni. E allora mi viene in mente quella scena di “Lui è tornato” in cui Hitler, che in un altro mondo e in un’altra epoca, è un personaggio tv amatissimo nonostante dica cose tremende e populiste, a un certo punto uccide un cane. Ed è solo in quel momento che il popolino moralista si ribella. Ecco. Non sto dicendo che Barbara D’Urso è Hitler (che non la paragonavo a Priebke una volta gliel’ha dovuto spiegare un giudice in tribunale, non vorrei si ripetesse la stessa scena con un altro gerarca nazista), ma che dove è arrivata la candeggina, doveva arrivare ben altro e molto tempo fa. Perché “l’eterno riposo”, a Mediaset, può anche essere quello dell’informazione, ma non ai tempi del Coronavirus. Di Selvaggia Lucarelli
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lasvocesdelosotros · 4 years
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octubre 2020
1
Arrojó de la banca aquel platillotras beber toda el agua, se paró—¿olvidaré algún día ese momento?—y me dio su callosa mano negra,que aún estaba fresca de humedad…Había estrechado manos de poetas,de bellezas, de jefes —¡no estrechéjamás ninguna que tuviese aspectotan noble! ¡Ni jamás toqué una manoque fuera tan fraterna! Sabe Diosque nunca nadie había contempladomis ojos tan profunda y sabiamente.En verdad, hasta el fondo de mi alma.Leyendas de una antigüedad profundarevivió aquella bestia miserabley, de pronto, la vida se hizo plena,me pareció. Un coro alumbró mundos,vientos, olas, con música de órganosestalló y penetró, brusco, en mi oídocomo antes, en días inmemoriales.
Golpeteando el pandero, se fue el serbio.Sentada de cuclillas en su hombro,se mecía la mona con cadencia,como un maharajá en un elefante.Un sol color frambuesa, colosal,que no tenía rayos,pendía del opalino humo. Intenso,un bochorno quemaba el trigo débil.
Se declaró la guerra en ese día
Vladislav Jodasiévich   
[Traducción de Rodrigo García Bonillas]
 02
En un mundo donde parece reinar la ambición, un personaje así se torna inconcebible; en una realidad donde el poder corrompe y los intereses personales destruyen el bienestar común, los personajes secundarios como Raúl Castro encarnan símbolos del fracaso. Ensombrecido por la grandeza de su hermano, ¿no será Raúl un representante del último estadio del sujeto revolucionario? Aunque de pronto parezca imposible, aunque las condiciones materiales reclamen un líder, el fin máximo de una revolución es no depender de una sola persona, sino del poder popular de la clase proletaria. Un verdadero revolucionario no aspira a obtener el poder para sí, sino para todos.
Lucia Pi Cholula
03
Le foglie sono il simbolo di questa azione, stanno sulla copertina, sono sparse tra le pagine del libro. Sono impronti degli inchiostri di china del nostro pittore dell'Equus Troianus, Luciano De Nicolo. Sono le stesse foglie di Omero (Iliade 6,146 - 149) che ricordano agli uomini la loro fragilità: ci dicono che siamo parte della natura e che in questo sta il nostro significato, ci mettono davanti agli occhi la nostra hybris, la cecità e la avidità che uccidono l'oikos in cui viviamo e noi stessi.
F. Pontani, A carnerottto
04
E intanto, bruscamente: vogliamo poter andare in un bosco vero, o ci basta farci una scappata virtuale? Vogliamo il mare che ci bagna la pelle, o quello che vediamo su uno schermo? L’aria —"quella cosa leggera / che sta interno alla tua testa / e diventa più chiara quando ridi", come ha scritto Tonino Guerra— o il suo fantasma chiuso in una bombola di ossigeno?
Stefano Strazzabosco
 05
Somos futuro, somos esperanza,
ya nuestro acto, doble dios
que es uno, el pan
que comparten los cuerpos, la batalla
del amor de la carne
Juan Carlos Abril
06
Questo non è un mondo
Ma una manciata di Paesi
Questa non è l'umanità
Ma un insieme di comunità
Questa non è la madre patria
Ma granelli di polvere
Questo non è un essere umano
Ma gocce di sangue
Questo non sono persone vive
Ma nemmeno sono morti
Questo non è un mare
Ma un cimitero d'acqua
Persino tu
O no
Muniam Alfaker
 07
La mia faccia era pura, perché il mio desiderio era stato molto meno quello di spingermi avanti che quello di comprendere tutto lo spazio possibile, il limite del vento...
E sapevo che l'importante era molto meno infiammarsi che assumere il comando delle frecce trasparenti che affilano l'ubiquità della luce. Ma quando, malgrado il pero immobile del giardino sopra le mie spalle, riconobbi la chiarità longitudinale delle tenerezze passeggere, quando ammisi la breccia in movimento di questo paesaggio e di merlo in merlo, i tanti corridoi dell'anima, vidi infine che ogni spazio mi era prossimo, vana la distanza, ogni promessa compiuta
Gabrielle Althen
08
Supongo que todos quienes llevamos unos años fuera de la patria vacilamos entre la sensación de entender todo lo que pasa en nuestros país y la de no entender nada
Alejandro Zambra
09
Antes de comprar los pasajes leí “La ciudad”, el poema más famoso de Kavafis, que me sé de memoria, pero preferí buscar el libro y leer el poema en silencio, porque recordarlo se parecía demasiado a pensar y recitarlo de memoria, invocarlo en voz alta, era demasiado parecido a rezar: “Nuevos lugares no hallarás, no hallarás otros mares/ La ciudad te seguirá. Rondarás por las mismas/ calles. Y en los mismos barrios te harás viejo/ Y en las mismas casas encanecerás”.
Alejandro Zambra
10
Faltaba una cuadra para llegar a mi destino, tal vez por eso no me preguntó de vuelta si tenía hijos, aunque es más probable que no le interesara saberlo. Pensé: puedo fingir que no soy chileno, pero me resulta completamente imposible fingir que no tengo un hijo. Pensé en lo sagrado, en mi idea de lo sagrado, en los metros o en los kilómetros de felicidad que cada cual necesita. Pensé, con la alegría del reencuentro inminente, en mis padres y en mi hermana y en esos amigos que desde hace muchos años incluyo en la palabra familia
Alejandro Zambra
11
Dices: “Iré a otra tierra, hacia otro mar,
y una ciudad mejor con certeza hallaré.
Pues cada esfuerzo mío está aquí condenado,
y muere mi corazón
lo mismo que mis pensamientos en esta desolada languidez.
Donde vuelvo los ojos solo veo
las oscuras ruinas de mi vida
y los muchos años que aquí pasé o destruí”.
 No hallarás otra tierra ni otro mar.
La ciudad irá en ti siempre. Volverás
a las mismas calles. Y en los mismos suburbios llegará tu vejez;
en la misma casa encanecerás.
Pues la ciudad es siempre la misma.
Otra no busques -no la hay-
ni caminos ni barco para ti.
La vida que aquí perdiste
la has destruido en toda la tierra.
Kavafis
12
la eternidad no es el detenerse del tiempo. Lo que nos oprime es la idea que nos hacemos de la eternidad; la incomprensible justificación que el tiempo habrá de sufrir en la eternidad y la consiguiente justificación de nosotros mismos, tal como somos.
Kafka
13
Se desvanecen las nieblas de los capitanes y de los artistas, de los amantes y de los ricos, de los políticos y de los gimnastas, de los navegantes y... Libertad y esclavitud son, en sentido profundo, una sola cosa. ¿En qué sentido profundo? No en el sentido de que el esclavo no pierde su libertad, sino que, desde cierto punto de vista, es más libre que el hombre libre. La cadena de las generaciones no es la cadena de tu más íntima naturaleza, con todo se les reúne por diversos vínculos. ¿Cuáles? Las generaciones mueren como los instantes de tu vida. ¿Cuál es la diferencia? Es la broma de siempre: nos aferramos al mundo y después nos quejamos de que el mundo se aferra a nosotros.
Kafka
14
La característica determinante de este mundo es la transitoriedad. Desde este punto de vista, los siglos no le llevan ventaja al instante más fugaz. La continuidad de tal estado transitorio no puede entonces ofrecernos ningún consuelo; que brote nueva vida de las ruinas demuestra menos la constancia de la vida que la de la muerte.
Kafka
15
Si la "experiencia" es un apoyarse en lo absoluto, la "intuición" no puede ser sino la vía indirecta hacia lo absoluto, pasando por el mundo. En el fondo, cada cosa tiende al punto de llegada, y éste es uno solo. Pero es posible una tesis conciliadora, si se afirma que tal división tiene lugar solamente en el tiempo, que entonces acontece a cada instante, pero en realidad no se verifica para nada.
Kafka
16
Atlas pudo haber pensado que, cuando lo quisiera, no tenía más que dejar caer el globo terrestre e irse; pero no le estaba permitido tener otra idea que esa.
Kafka
17
no se dice que el método y el fin con que se crean (he aquí lo importante) el pájaro y el aeroplano sean necesariamente distintos, y la explicación de los salvajes, que confunden el disparo de un fusil con el trueno, puede encerrar parte de verdad.
Kafka
18
Nadie, en esta tierra, produce más que su posibilidad de vida espiritual; no tiene mucha importancia que, según las apariencias, se trabaje para alimentarse, vestirse, etcétera; el hecho es que, con cada bocado visible, se recibe también un bocado invisible, con cada vestido visible, también un vestido invisible y así sucesivamente. Esta es la justificación de cada uno. Se diría que todos los hombres apuntalan sus existencias con justificaciones a posteriori pero no es más que una broma de perspectiva psicológica: en realidad, cada hombre construye su vida sobre sus justificaciones. Cierto que cada cual debe poder justificar la propia vida (o la propia muerte, que es lo mismo): es una tarea de la que no puede sustraerse.
Kafka
19
Oxígeno
Algo había en el fuego que sedaba su ánimo. Era la seguridad de que al iniciarlo se había vencido un día más al hambre y la costumbre de liberar la rabia haciendo arder los leños hasta la ceniza [...]
20
[...] Prometeo lo robó para ti, dije, pero ella no creyó nunca en la generosidad de los hombres. Cuando el enfisema le prohibió usar aquella estufa, concentró en el tabaco su piromanía [...]
21
[...] Algo había en el fuego que si se lo llevaba a la boca y escupía con placer el humo, los gritos dejaban de ser su lenguaje. Prometeo lo robó para mí, habrá resuelto el día en que al detectarle el cáncer la condenaron a no volver a encender un cigarro [...]
22
[...] Entonces buscaba a diario algún cómplice que robara otra vez el fuego, sin importar que fuese ella misma quien, después de arrancarse la máscara de oxígeno para calar nuevamente el humo, recibiera el castigo de ser picoteada por un dolor más bravo que las águilas.
Patricia Arredondo
23
El iris salvaje
Al final del sufrimiento
me esperaba una puerta.
Escúchame bien: lo que llamas muerte
lo recuerdo.
Allá arriba, ruidos, ramas de un pino vacilante.
Y luego nada. El débil sol
temblando sobre la seca superficie.
Terrible sobrevivir
como conciencia,
sepultada en tierra oscura.
[...]
24
[...]
Luego todo se acaba: aquello que temías,
ser un alma y no poder hablar,
termina abruptamente. La tierra rígida
se inclina un poco, y lo que tomé por aves
se hunde como flechas en bajos arbustos.
Tú que no recuerdas
el paso de otro mundo, te digo
podría volver a hablar: lo que vuelve
del olvido vuelve
para encontrar una voz:
del centro de mi vida brotó
un fresco manantial, sombras azules
y profundas en celeste aguamarina.
Louise Glück
25
La psicología es la lectura del revés de una obra, por eso es penosa, y, en lo que hace al resultado (siempre exacto), rica en respuestas, aunque en realidad no logró nunca nada concreto.
Kafka
26
¿Adonde nos impulsa el deseo? ¿Obtener esto, perder aquello? Insensatos, bebemos la ceniza y ahogamos a nuestro padre. ¿Adonde nos impulsa el deseo? ¿Adonde nos impulsa el deseo? Nos impulsa fuera de casa.
Kafka
27
Por lo que recuerdo, la sala estaba atestada, pero hay que tener en cuenta que a un niño le parece atestado todo ambiente en el que brillan luces,
Kafka
28
El silencio aparente en el que se suceden los días, las estaciones, las generaciones es como un acechar escuchando
Kafka
29
El suicida es un preso que ve, en el patio de la prisión, una horca, cree erróneamente que le está destinada, se escapa por la noche de la celda, baja y se ahorca solo.
Kafka
30
El arte vuela en torno de la verdad, pero con la decidida intención de no quemarse. Su habilidad consiste en encontrar un lugar, en la vacía oscuridad, donde la luz, sin que nadie lo hubiera percibido, se pueda recibir muy intensa.
Kafka
31
"Si..., entonces morirás", significa: El conocimiento es una cosa y la otra, es decir, escalón para la vida eterna y obstáculo que la impide. Si, logrado el conocimiento, deseas alcanzar la vida eterna —y no podrás no desearlo, ya que el conocimiento es precisamente tal voluntad— deberás entonces destruirte a ti mismo, que eres el obstáculo, para construir el escalón, o sea la destrucción. La expulsión del paraíso no fue entonces una acción sino un acontecimiento.
Kafka
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julius-scaeva · 5 years
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Soo, @kavinskhhy here it is the third chapter: this evening I’ll put the link to the English version too (it’s already on AO3 btw):
Elai non era affatto come se l’era aspettata.
Pur avendo fatto qualche breve viaggio, soprattutto quando era molto piccolo, nei territori della Repubblica, Julius non aveva mai visitato le terre Liisiane, di cui aveva sempre solo sentito parlare nei libri di storia -itreyani- e nei racconti di suo padre, per il quale però qualsiasi cosa che non fosse la capitale si riduceva ad un mucchio di selvaggi con una lingua incomprensibile e fastidiosa. Lo spettacolo che si era ritrovato davanti una volta sceso dalla passerella del pontile, quindi, lo aveva colto impreparato: invece che da una sparuta ammucchiata di casette, Elai era formata da palazzi alti anche numerosi piani, con torri di guardia dei Luminatii visibili anche a chilometri di distanza -per non correre il rischio che un giorno quella provincia si dimenticasse di essere, appunto, una provincia e iniziasse ad agire un po’ troppo di testa sua- e i cui muri, molti di un bianco accecante, riflettevano la luce del sole tanto da fare male agli occhi. Uomini e donne dagli occhi scuri in vesti colorate si aggiravano tra banchi di pesce e carne -presumibilmente il mercato- e, anche a una certa distanza, Julius poteva sentirli contrattare a toni accesi in una lingua di cui non comprendeva che poche parole -tratte dai libri di testo e che, realizzò, nella sua testa aveva sempre pronunciato male- ma che gli sembrò molto più melodiosa della descrizione di suo padre.
Fino a qualche turno prima, non avrebbe mai potuto pensare di trovarsi tanto spaesato in un territorio che, a rigor di logica, apparteneva pur sempre alla sua Nazione e rimpianse di non essersi documentato a dovere, prima di partire.
Certo, ‘Grave era piena di schiavi liisiani -‘Grave era piena di schiavi in generale, se si faceva attenzione-, ma il giovane non aveva mai considerato di intavolare una vera e propria conversazione con uno di loro: era pur sempre figlio di un midollano.
Per quanto tempo lo sarò ancora, però? Si domandò, mordendosi le labbra ed evitando per un pelo di essere schiacciato da un carro, passato troppo vicino ai margini della strada: era in quella che credeva -sperava- essere la strada principale della città, o almeno così gli era sembrato di capire dalle indicazioni in itreyano stentato che aveva ricevuto al porto. La villa di sua zia -identificabile dal simbolo di Aa incastonato sull’estremità superiore dei cancelli, come gli aveva detto il padre- doveva essere lì, da qualche parte, ma tra la polvere, il rumore, il calore combinato dei due soli e il fatto che non mangiava da quasi un giorno intero, sentiva che sarebbe crollato a breve se non l’avesse trovata. Le cinghie di cuoio dello zaino gli stavano incidendo la pelle attraverso la camicia sottile e la borsa stessa, troppo grande sulle sue spalle, gli faceva continuamente perdere l’equilibrio. Malgrado fosse piuttosto alto per i suoi dodici anni, e questo lo portasse a spiccare tra i suoi coetanei, il suo corpo faticava ad irrobustirsi, in quel periodo in particolare soprattutto per mancanza di cibo, e questo conferiva a Julius l’aspetto di una piccola asta dall’aria fragile(1). Se non poteva dire di avere sofferto mai di stenti -i crampi allo stomaco che non ti fanno alzare dal letto, la nausea sempre presente malgrado siano passati giorni dall’ultima volta che hai messo qualcosa sotto i denti, il colorito cinereo di chi ha sempre meno forza in corpo-, nell’ultimo anno più di una volta la sua familia aveva dovuto fare dei sacrifici.
Sacrifici che, evidentemente, non erano bastati.
Atticus gli aveva detto che la zia, moglie del defunto fratello di sua madre, era l’unica erede di una famiglia facoltosa e, perciò, piuttosto ricca lei stessa. Julius non sapeva esattamente cosa avrebbe potuto spingere una donna come lei ad accogliere un lontano parente, ma pregava che il contenuto della lettera che portava con sé si sarebbe dimostrato sufficiente. Era stato più volte tentato di aprirla -voleva conoscere quanto grave fosse la situazione, avere un’idea di cosa avrebbe dovuto aspettarsi da quell’incontro-, ma il sigillo di cera del padre era troppo ben fatto e non aveva candele con sé con cui poter riparare ad eventuali danni. La paura di non essere ammesso nella casa della sua parente oscurava, in quel momento, anche la curiosità.
Un passo alla volta, Julius. Un passo alla volta.
Impossibilitato a continuare per la fatica, posò lo zaino a terra in prossimità di un incrocio e si sedette sopra di esso, gomiti sulle ginocchia e mani che gli sorreggevano il capo: guardandosi attorno, vide che la folla, meno numerosa che al porto, ma in ogni caso piuttosto densa, veniva incanalata verso una strettoia che la obbligava a rallentare, con conseguenti sospiri, alzate di occhi ed esclamazioni di cui, pur non conoscendo la lingua, Julius poteva benissimo intendere il significato.
Ad un certo punto, qualcosa sul margine destro della via attirò la sua attenzione: un uomo, che dall’aspetto sembrava ancora più vecchio di suo padre, si era fermato sotto un balcone, braccio teso in avanti e mano appoggiata contro il muro. Ad una prima occhiata, Julius pensò che fosse un ubriaco appena uscito da un’osteria e che, non riuscendo a stare in piedi, si stesse sorreggendo in tal modo in attesa che i giramenti di capo più forti cessassero. Poi, però, guardandolo meglio, riconobbe degli abiti di buona fattura -non un console, e neanche un tribuno, ma… qualche basso funzionario, magari?- e i suoi movimenti, per quanto strani, non parevano quelli di un avventore in preda ai fumi dell’alcool: sembrava, invece, che stesse parlando con qualcuno. Ma, anche sforzando la vista, il ragazzino non riusciva proprio a capire chi potesse essere il suo interlocutore.
Per un improvviso movimento della calca, il soggetto dovette spostarsi dalla sua posizione e fare qualche passo indietro, chiaramente contrariato dall’essere stato interrotto, e Julius poté finalmente capire chi fosse la controparte di quel dialogo.
Schiacciata contro un muro, con le mani strette a pugno, stava una ragazzina liisiana dalla carnagione olivastra e i lunghi capelli neri raccolti in una treccia che le arrivava fino alla vita: era vestita con quello che un tempo avrebbe potuto essere un buon capo -dopo anni passati ad ascoltare la sua matrigna sproloquiare sul suo guardaroba, Julius aveva accumulato una buona dose di informazioni, per lo più inutili, sulla moda itreyana-, ma che ormai sembrava liso e, soprattutto, troppo corto. Anche le calzature, per quello che era possibile scorgere, dovevano essere nella stessa condizione. Il giovane le avrebbe dato, forse, un paio di anni meno di lui, anche se la statura minuta e il portamento remissivo avevano influito sulla sua valutazione: tutto, dalle spalle ingobbite allo sguardo basso, sembrava indicare un’estrema soggezione nei confronti dell’individuo davanti a lei che in quel momento le stava sorridendo.
Sempre che si potesse chiamare sorriso quella smorfia.
L’uomo allungò una mano e per tutta risposta ella si ritrasse, appiattendosi ancora di più alla parete e diventando, se possibile, ancora più piccola: realizzando di averla intimidita, forse spaventata, il suo interlocutore ritirò il braccio e rimase a pensare per qualche secondo, prima di riassumere quello che Julius non avrebbe esitato a definire un ghigno e tirare fuori dalla borsa un sacchetto marrone. Lo aprì e, malgrado la distanza, il ragazzino poté vedere con certezza che lo sconosciuto aveva tirato fuori due mendicanti, che stava mostrando alla sua interlocutrice con l’aria di chi ha indovinato la mossa vincente degli scacchi.
Lei, all’inizio ancora reticente, sembrò cambiare idea alla vista delle monete e, con movimenti lenti e strascicati, si avvicinò di qualche passo all’uomo, che, sempre con il sacchetto di monete in una mano, alzò l’altra per accarezzarle il viso.
E fu in quel momento che successe.
La ragazzina, eseguendo un movimento che aveva, in tutta evidenza, ripetuto molte altre volte, si scostò dalla mano dell’uomo un istante prima che quella le sfiorasse la guancia, inarcò la schiena e, con uno sguardo negli occhi che nulla aveva a che spartire con l’uccellino tremante che era sembrata fino ad allora,(2) assestò un violento calcio nei gioielli di famiglia dell’individuo di fronte a lei, che cadde in ginocchio con un urlo strozzato, un misto di sorpresa e dolore a decorargli il volto.
Il sacchetto di monete gli cadde di mano.
E lei
lo prese
e iniziò a correre.
Era accaduto tutto in pochi secondi, niente più che un battito di ciglia, ma quasi subito qualche passante più attento degli altri notò la situazione -uomo che si contorceva dal dolore con le mani in una posizione inequivocabile, figura saltellante che si allontanava da lui- e si lanciò all’inseguimento di quest’ultima.
C’era, però, un problema: come Julius aveva giustamente notato, in quel punto la via era preda di un ingorgo quasi costante e nessuno, tra i massicci mercanti presenti, aveva la corporatura adatta per muoversi con destrezza in spazi tanto ristretti.
Nessuno tranne la ladra.
Non passò molto tempo prima che ella diventasse infatti irraggiungibile a coloro che le stavano alle calcagna: tra gomitate, falsi scivoloni e balzi, la ragazzina, che, lasciata da parte la maschera del povero cucciolo indifeso, sembrava ora essere percorsa da una corrente arkemica, si faceva strada con sorprendente facilità e una sicurezza che lasciava intendere un controllo totale della situazione. Qualche attimo ancora, e tutti gli altri l’avevano persa del tutto di vista.
Solo Julius riuscì a seguirla ancora per qualche secondo. Ella, infatti, prima di sparire in uno dei vicoli laterali, si girò nella direzione dove aveva lasciato il vecchio -ancora a terra, più per l’orgoglio ferito che per reale dolore- e, schiena dritta e mento alzato -in una posizione che al suo unico osservatore ricordò più una domina midollana che un’adolescente di strada-, fece a lui e a tutti quelli che ancora la stavano cercando un plateale gesto delle nocche. Alzò poi lo sguardo verso l’altro lato della strada e lì, per meno di un attimo, incrociò lo sguardo di Julius.
Una domanda inespressa aleggiò sulle loro teste, quando ella si rese conto che qualcuno l’aveva vista. Che qualcuno sapeva dov’era.
Una domanda che si dissolse nell’aria quando Julius scosse il capo e increspò le labbra in un sottile sorriso.
Un istante più tardi, in quel vicolo non c’era nessuno.
Dopo quella breve parentesi, Julius aveva deciso di rimettersi in marcia il più in fretta possibile. Aveva avuto più volte conferma della regola aurea che autorizzava l’ira dei potenti -quando l’oggetto della loro frustrazione non era reperibile- ad usare come ripiego i loro sottoposti meno fortunati e, anche se lui non aveva avuto direttamente a che fare con lo scippo, sapeva come sarebbe apparso, agli occhi di estranei: un ragazzo con i vestiti polverosi, uno zaino in spalla, privo di denaro, e nessuno a prendere le sue difese. Di capri espiatori del genere, a ‘Grave, se ne vedevano a dozzine.
Certo, avrebbe anche potuto andare dal funzionario e segnalargli la direzione verso cui era sparita la ragazza, ma, punto primo, dubitava che sarebbero riusciti a trovarla, e, punto secondo, non provava grande simpatia per gli idioti che si facevano fregare così facilmente.
Suo padre non era la lama più affilata dell’arsenale -di questo, il ragazzo era tristemente conscio-, ma se c’era una cosa in cui aveva eccelso, da un punto di vista oggettivo, era far aprire molto presto gli occhi del proprio figlio su quale fosse la realtà di ‘Grave e della Repubblica in generale. Julius non ricordava che il padre gli avesse mai letto -o lasciato leggere, se era per questo- favole per bambini, né che avesse mai cercato di edulcorare l’ambiente attorno a loro, e almeno di questo, a conti fatti, gli era grato: sarebbe stato di sicuro peggio svegliarsi un giorno e vedersi crollare il mondo addosso -realizzare che la vita era crudele, che il Semprevigile aiutava chi si aiutava prima da solo-, piuttosto che crescere già con quella mentalità.
E anche se ogni tanto Julius si faceva delle domande e si chiedeva perché Itreya fosse arrivata a quel punto, se fosse sempre stata così -priva di speranza tranne che per coloro che sapevano come muoversi nelle sue ombre-, e nonostante non si sentisse perfettamente a suo agio con le risposte che si dava -una pesantezza nel petto e un gusto amaro in bocca-, si era sempre concentrato sul tenere a bada la paura di cadere lui stesso.
Ascolta quanto puoi.
Sta’ in silenzio quando devi.
Non abbassare mai la guardia.
Non ci sarà nessuno a impedirti di precipitare, se farai un passo falso.
Per questo non aveva rivelato a nessuno quello che aveva visto, sulla strada principale: la ragazzina aveva capito le regole del gioco e le aveva sfruttate a suo favore.
Era un atteggiamento, quello, quantomeno degno di stima.
Lo zaino aveva di nuovo cominciato a fargli male alle spalle e pregò Aa di essere sulla strada giusta: non sapeva per quanto a lungo sarebbe potuto andare avanti in quelle condizioni.
Stava quasi sedersi di nuovo sul polveroso selciato sotto di lui -chiudere gli occhi, trarre un respiro profondo, immaginare per qualche secondo di essere ancora a ‘Grave-, quando vide la fila di case interrompersi per lasciare spazio a un muro di cinta piuttosto lungo, al cui centro spiccava un enorme cancello, bianco a tal punto da risultare quasi accecante. In mezzo ad esso, infine, i tre occhi del Semprevigile.
Era arrivato.
Malgrado tutti suoi ragionamenti, Julius era pur sempre un ragazzino e la prospettiva di poter essere ricevuto dopo tutti quei turni in un ambiente accogliente, seppur lontano dalla sua città e dalle uniche due persone che aveva sempre considerato la sua familia, lo riempì di un po’ di calore.
Ora doveva solo sperare che la zia lo accogliesse.
Tenendo la mano sinistra sulla camicia e traendo conforto dalla sensazione della carta da lettere sotto di essa, si avvicinò al cancello e si guardò attorno: la casa vera e propria era a qualche piede da lì, troppo lontana per arrivare fino alla porta e bussare, ma sulla destra del muro vi era un cordone collegato ad una campana, presumibilmente per annunciare la propria presenza alla padrona di casa.
Con il cuore che gli batteva forte nel petto e la fronte sudata per il gran caldo, Julius prese la cordicella tra le mani tremanti e la tirò una, due, tre volte.
E restò in attesa.
Per una manciata di secondi -un tempo spaventosamente lungo se hai dodici anni e sei a mille miglia da casa- non successe nulla, e Julius iniziava già a temere che qualcosa fosse andato storto, che le indicazioni che aveva ricevuto fossero sbagliate, che Atticus lo avesse semplicemente mandato lì per toglierselo di torno, quando la porta della casa si aprì.
“Chi è?” chiese una voce femminile con un marcato accento liisiano.
“Sono Julius” rispose lui, sforzandosi di mantenere la voce ferma e di darle un’intonazione di cui suo padre sarebbe andato fiero “Julius Scaeva. Mio padre mi ha inviato da voi, mea domina”
Di nuovo, vi fu un momento di silenzio.
Poi, finalmente, la risposta.
“Tuo padre è Atticus Scaeva?”
“Sì, mea domina. Ho una lettera per voi con cui…”
“Ti stavo aspettando. Mando qualcuno ad aprirti. Bada bene, però: sei già in ritardo”
Al sentire quelle parole, il momentaneo sollievo che Julius aveva provato quando la padrona di casa aveva risposto si tramutò in una profonda inquietudine: Atticus gli aveva detto che non c’era stato tempo di avvertire la zia, che quello era il motivo per cui gli consegnava la lettera.
E lui, come uno stupido, ci aveva creduto.
Ma se invece lei sapeva che stava arrivando…
Su cos’altro poteva avergli mentito suo padre?
Aveva una pessima, pessima sensazione(3).
Perso nei suoi pensieri, quasi non si accorse che un uomo, basso e tarchiato, probabilmente un servitore, era arrivato ad aprirgli e gli faceva segno di seguirlo.
I tre occhi del Semprevigile, infissi nel cancello come lo erano nella volta celeste, lo osservarono entrare.
(1) Come immagino potrete immaginare da voi, l’aspetto in questo caso traeva piuttosto in inganno.
(2) Assomigliava, se mi permettete un paragone poco signorile, più a un kraken delle sabbie piuttosto incazzato. Oppure, se avete in voi l’animo dei poeti, ad un esemplare femmina di ragno sorgivo.
(3) Julius ebbe modo di imparare, col tempo, che raramente il suo istinto sbagliava a temere il peggio.
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simonilive · 2 years
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Guardare lontano ‼️ La mia vita è sempre stata un continuo cambiamento e in questi cambiamenti ho sempre cercato di non farmi abbattere dalle problematiche ma bensì di guardare oltre (lontano). Sono dell’idea che se una cosa è ormai successa non c’è alcun motivo di piangersi addosso ma bisogna subito andare avanti e reagire . Con questo non voglio dire che non bisogna fare tesoro delle cose successe ma solo di guardare lontano per essere pronti o oppure per evitarle . Ieri è storia,domani è un mistero!!! 🐢 #futuro #presente #amor #vida #love #future #sucesso #familia #passato #amore #lavoro #italia #vita #instagram (presso Barcelona, Spain) https://www.instagram.com/p/CgmAMemImm6/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Hola Iñaki.
Enhorabuena por tu trabajo.
Mi familia y yo vivimos en una casa en la montaña con una pequeña porción de terreno en la parte posterior. Somos grandes aficionados al cine y queremos rendir un homenaje a una de las grandes películas de todos los tiempos: Psicosis. queremos construir, en madera, una reproducción de la famosa casa de la familia Bates. Reproducción, pero lo suficientemente grande como para albergar un espacio en su interior para que pueda jugar mi hija.
Podrías orientarme en cómo hacerlo?
Gracias de antemano.
Hola, Iván.
Este pasado verano hice una serie de habitaciones de hotel aparecidas en películas ("Avanti!", "Pretty Woman", "El resplandor", "Con faldas y a lo loco", etc) y mi intención era hacer la del Motel Bates y usarla para volver a hacer planos de casas con la casa en la colina de "Psicosis".
Pasaron varias cosas de tipo personal y familiar que me obligaron a hacer un parón y poco después surgió la propuesta de hacer un libro con mis planos de series de TV que es a lo que me estoy dedicando últimamente.
En Mayo debería entregarlo todo (estoy un poco preocupado porque no sé si llegaré) y después de ello volveré a hacer nuevos planos.
El primero, en cine, creo que será Bolsón Cerrado de las películas de "El hobbit" y "El señor de los anillos" y no mucho más tarde quiero hacer el de esa habitación de motel y también la casa victoriana.
Ya empecé a planificar cosas en su día descargando las películas (en las secuelas se ven más estancias que en la original) y tenía algunas cosas un poco claras pero, como te decía, tuve que dejarlo en stand-by.
Si tan sólo tuviera más tiempo y la opción de poder dedicarle a esto todo el tiempo que quisiera.
Para novedades puedes seguirme en mi Instagram:
https://www.instagram.com/ializar/
Muchas gracias y un saludo.
Iñaki
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end-area · 3 years
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Apropo de casa de cărți de joc, e f distractiv să traduci chestii random în română, gen este o stradă în Vienna numită Zimmermangasse ceea ce e meh I'm germană dar Strada Omului Cameră mă sparge de fiecare dată când trec pe acolo
:)))))) dying man...de acord (but also) ... din pacate d'asta e cam greu sa vorbesti cu amici/familia din Ro despre diverse de p'afara numai in romana(ie de ce faci la servici etc) ca nu poti sa traduci mot a mot
eu am facut forensic science dar sa explic in romana e gen: hmm un pic de chimie, un pic de criminalistica gen police scientifique din Franta :))))
Bag pe rom-English cu prietenii pe discord, romana pt cand te avanti cu mare pasiune intrun rant si engleza for being concise :')
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strangedark · 6 years
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Punkish; Nov 11, Avanti Familia Len (Max); Dec 12, Yaya; May 15. These are personal icons, use and upload prohibited.
Pride Yaya is so tiny! Oops.
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lamilanomagazine · 2 years
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Una lotta che dura da secoli, una giornata per ricordarlo.
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Una lotta che dura da secoli, una giornata per ricordarlo. “La disuguaglianza di genere è essenzialmente una questione di potere, in un mondo e in una cultura dominati dagli uomini. Queste relazioni di potere devono essere invertite. Non possiamo riemergere dalla pandemia con un orologio che va all’indietro sulla questione dell’uguaglianza di genere. Dobbiamo rimetterne le lancette in avanti sui diritti delle donne”. Antonio Guterres (Segretario Generale ONU, per la Giornata Internazionale delle donne 2022) L’8 marzo ricorre la Giornata internazionale della donna, nell’accezione comune conosciuta come la Festa della Donna che non è un’occasione di festa, bensì di riflessione. Così da un lato fa luce su un percorso che ha condotto a numerose, ma incomplete, conquiste sociali, economiche e politiche e, dall’altro, invita a riporre l’attenzione sulle violenze e le discriminazioni nei confronti delle donne. La violenza di genere è un fenomeno complesso che affonda le sue radici in antiche tradizioni culturali e richiede un approccio globale e una pluralità di interventi per essere affrontato efficacemente. La serie di dati raccolta dal dipartimento della Pubblica Sicurezza-Direzione centrale della Polizia Criminale, vuole così fornire elementi aggiornati di valutazione sul fenomeno, attraverso l’esame dell’andamento dei c.d. reati spia, delle fattispecie di reato introdotte con il cosiddetto “Codice rosso”, degli omicidi volontari (con un approfondimento sulle vittime di genere femminile), nonché di fornire indicazioni, utili non solo alle vittime ma anche agli autori e a ogni altro soggetto interessato, in merito ai presidi di assistenza e sostegno cui è possibile rivolgersi con fiducia nei casi di violenza di genere. Una prima constatazione riguarda gli omicidi volontari con vittime donne. Nel quadro di una sostanziale stabilizzazione che negli anni ha riguardato gli omicidi nel loro complesso, mentre negli ultimi quattro è stato registrato un incremento per le vittime di genere femminile. In tale contesto è poi significativa l’incidenza delle donne uccise in ambito familiare/affettivo, in costante crescita nel quadriennio. Si ritiene opportuno segnalare che, nel 2022, tra i delitti commessi in ambito familiare/affettivo, in circa un terzo dei casi, le uccisioni di donne si collocano nel quadro del rapporto genitori/figli. Al crimine più cruento e irreversibile, i cui presunti autori risultano individuati con percentuali intorno al 90%, continuano inoltre ad accompagnarsi, a volte quali “reati presupposti” ed altre volte come autonoma forma di violenza e prevaricazione, altri gravi crimini che producono sulle vittime seri effetti fisici e psicologici. Al riguardo, si registra, nel 2022, una riduzione dei maltrattamenti contro familiari e conviventi e, ancora più marcata, degli atti persecutori, fattispecie che, nei 3 anni precedenti, avevano entrambe evidenziato un incremento costante. Si tratta di un’inversione di tendenza e, quindi, di un segnale interessante, da porre in verosimile correlazione con la conclusione di un biennio (2020-2021) nel quale le abitudini di vita familiare e le relazioni sociali hanno subito numerose modifiche. Permane, invece, un trend di crescita per le violenze sessuali, confermando la necessità di riservare a tale fenomenologia criminale la massima attenzione. Ciò anche se il rilevato incremento dei dati può, almeno in parte, essere letto quale il parziale “affioramento di un sommerso”, ossia la testimonianza anche di una aumentata sensibilità verso il fenomeno e quindi di una maggiore propensione alla denuncia da parte delle vittime e dei testimoni. Interessante anche il dato inerente all’applicazione del “Codice rosso”, che vede un significativo incremento, sia dei delitti commessi che delle segnalazioni a carico dei presunti autori noti, in particolare per la fattispecie di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, che può essere interpretata in senso positivo, cioè, anche in questo caso, come un incremento della propensione alla denuncia e, più in generale, della sensibilità alla tematica da parte di tutti gli autori coinvolti. Si conferma, quindi, la necessità di riservare alla violenza di genere la massima attenzione, non solo nella prevenzione e nel contrasto, ma anche nel supporto alle vittime, nell’educazione dei giovani uomini e nelle campagne informative mirate a rimuovere quegli ostacoli socio-culturali che impediscono l’affermarsi di un’effettiva parità di genere. Al riguardo, l’impegno delle forze di polizia è in prima linea. Fondamentali interventi sono, infatti, stati adottati negli anni per la specializzazione degli operatori per la formazione multidisciplinare, anche in tema di approccio alle donne vittime di violenza per evitare fenomeni di vittimizzazione secondaria. Tra i ruoli della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri sono presenti anche figure professionali quali medici e psicologi, che svolgono attività di supporto e sostegno alle vittime, oltreché di formazione a tutto il personale. Inoltre, al fine di rendere sempre più incisiva l’attività delle forze dell’ordine a tutela delle vittime di reato, è stata fondamentale la predisposizione e l’utilizzo dell’applicazione mobile interforze denominata SCUDO, realizzata dal Servizio per i Sistemi Informativi Interforze. Lo strumento prevede, in occasione di interventi effettuati per episodi di violenza o minaccia, l’inserimento dei dati relativi alle persone presenti in qualità di presunto autore, di vittima o di testimone, alla relazione vittima-autore, al tipo di violenza e al possesso di eventuali armi. Tutti elementi utili non solo per l’analisi del fenomeno, ma essenziali per il più efficace intervento operativo delle forze di polizia qualora la stessa vittima richieda nuovamente aiuto. Si tratta, infine, di uno strumento utile ad individuare situazioni familiari critiche, che può costituire un deterrente per scongiurare ulteriori condotte violente ovvero può consentire di ricostruire l’escalation della violenza nel caso in cui gli episodi si ripetessero e la vittima decidesse di sporgere denuncia. Le iniziative organizzate in occasione dell’8 marzo, così come per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, coinvolgono sempre le forze di polizia che vogliono costituire un punto di riferimento per le persone in difficoltà anche attraverso un semplice consiglio o informazione. Le forze di polizia, che possono essere contattate anche attraverso il numero unico di emergenza 112, sono pronte ad accoglierle, così come la rete di servizi socio-sanitari pubblici e privati che vengono attivati attraverso il numero antiviolenza e anti-stalking 1522 gestito dal Dipartimento per le Pari Opportunità. "Nell’azione che coinvolge tutti i settori della società perché si affermi un’autentica parità di genere, l’impegno delle forze di polizia si concentra nella prevenzione e nel contrasto di ogni forma di violenza contro le donne, che rappresenta l’espressione patologica e più dolorosa di quello squilibrio di status che caratterizza ancora il rapporto con l’uomo. Tale azione corale deve fondarsi su di una solida conoscenza del fenomeno, basata su di un’approfondita analisi dei dati disponibili"  Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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okalma-dave · 4 years
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Esta mañana he llegado muy pronto a la oficina y me ha dado por mirar los famosos “reels” de Instagram. Es la primera vez que los ojeo ya que me parecen (y realmente lo son) una copia del también archifamoso “Tik Tok”. Como éstos últimos nunca me han interesado realmente (mi franja de edad supera ya en mucho que aparezca algo que me interese), pues nunca les había prestado atención, hasta hoy… Y me parece ridículo y a la vez espantoso. La ostentación de gente-que-no-sabe-que-hacer-con-su-tiempo-y-su-dinero (que debe ser estratosférico), es infinita… Con la que está cayendo y personajillos que no saben ni como funciona el canuto, mostrando sus lambos, Gtr’s, Bentleys, Ferraris… Y otros (en la vida real) pasándolo de pena. Ni dos dedos de frontámen… ¡Qué guantá! Otros tienen su mérito y su trabajo, e incluso su gracia. Buenos días de este 20 de octubre. No hay vacuna, la hostelería sin abrir, y familias de más de 6 miembros tienen que hacer turnos para ir a la mesa… Al próximo que vea sin respetar las normas le sacudo… Avanti. 🅾🅺🅰🅻🅼🅰_🅳🅰🆅🅴 #okalma #construccion #constructor #iftt #sika #enconstruccion #hikoki #bioconstruccion #hormigon #guantes #calefactor #gasoil #calentar #chubasquero #bombas #escalera #proteccion #aluminio #maquinaria #obra #rubi #ullastrell #terrassa #santcugat #compraonline #picoftheday #selladora #remodelacion #instagrammers #reforma https://www.okalma.es https://instagr.am/p/CGjkby7FGvZ/
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yesiamdrowning · 7 years
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è Primavera?
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“Quest'anno ho avuto fame, ma per due settimane, ho fatto il ricco a Porto Cervo, che bello!” (Articolo 31)
Ho letto l'ennesimo intervento entusiasta sul tarantiniano (almeno da quando Tarantino si è dato al western) videoclip di presentazione  della line-up 2O18 del Primavera Sound dal quale ho ricavato l'ennesima conferma che invecchio male e ragiono peggio, non sono “entusiasta” come dovrei. In particolare, lo so, soppeso a ripetizione, trasformo i miei “potenziali fremiti” per quella prossima cosa nuova, the next thing, che i millennials (e non solo) sono ossessivamente bisognosi di rincorrere, in sentori di sospette fregature, li allontano. Lo so, lo so, ma non posso farci niente: a me di aver amici di Facebook o Twitter sempre “sul pezzo” non frega assolutamente niente, della serie: vi è piaciuto l'ultimo dei singoli più inutili del Creato, che ne so, qualcosa di inutile fin dal nome di chi lo ha messo in giro, tipo Motta o Cosmo? Bene, non vi è piaciuto? E’ uguale a prima, non faccio preferenze! Se invece fate anche voi i pecoroni abbiamo un problema. Non credo nel passaparola, specie on-line, da tempo immemore, non sopporto i fomenti stupidi e immotivati, cioè il 99%, dal party a cui bisogna esserci al live a cui non si può mancare, passando per il disco imprescindibile non si sa quasi mai per chi e perché. Mi interessa capire una reazione emotiva ma non è su di essa che fondo il mio modo di stare al mondo e raccontarlo. Sopra ogni cosa, non sono capace di sopportare un'esaltazione che, a pelle, istintivamente, in modo fulmineo, hai presente il programmino della polizia per il riconoscimento facciale?, mi sa di inutile e irragionevole. Alla cazzo di cane, alla lettera. Perdonatemi ma non la sopporto. Quella di chi, uomini e donne, si pone come scioccato, sconvolto, scomposto, strapreso, perso in modo quasi perverso, con quei commenti dal facile sbugiardamento - ma chi volete ingannare, mettetevi allo specchio. Non li reggo come non reggo i post di conseguenza, gli svarioni che ne discendono, tutta roba inutile, puerile, insopportabile. Mi fan cascare le palle e tutto il resto quelli che incensano l'ultima news mettendola al centro di un universo da cameretta, che scialano in frasi fatte, che credono di essere fighi, che postano bestemmie a effetto per sottolineare il loro gaudio (le mie, private, coronano sempre la mia luna storta). Quelli che non sanno mai che cazzo fare, ad halloween, a Natale, a capodanno, a carnevale, al compleanno ma “andiamo tutti al Primavera che spacca” e “quest’anno il Primavera non me lo toglie nessuno”, che poi sono gli stessi squilibrati guasti che fan proselitismo per andare a venti minuti di macchina in discoteca sabato sera e ti tirano pacco un quarto d'ora prima con la scusa delle emorroidi del pesciolino rosso, che “oh, Barcellona è pure meglio di Madrid” come se i palchi li facessero in Plaza Mayor piuttosto che nella Sagrada Familia (magari dentro!), che hanno una foto profilo che li capisci subito, che indossano una maschera somatica, che li guardi e intendi subito la vita misera che fanno. Sono anni che, presi uno per uno, se li sono persi tutti, Bjork a Verona, Mogwai a Bologna, Lorde a Milano, Beach House a Sestri Levante, The War On Drugs a Sesto al Reghena, Deerhunter a Ravenna, Slowdive a Bari, Father J. Misty a Pistoia, Ty Segall a Verona, Spiritualized a Catania,  Panda Bear a Segrate, Belle and Sebastian ad Ancona, Arca a Torino, Cigarettes After Sex a Palermo, Tyler The Creator a Sesto San Giovanni (eccetera) perché è lontano, perché costa troppo, perché si fa tardi e domani mi alzo presto, perché ancora mi devo riprendere per i Marò, ma una bella gang-bang in braccio alle stelle a 3/4OO€ più spese non se la lasciano sfuggire - come quei poveracci che si aggiravano un tempo tra il ciarpame di Blockbuster perché un commesso bastardo li aveva informati di un 3x2 al quale era “sciocco” (quindi senza ombra di dubbio saggio) non approfittarne. E lo devono esternare a tutti creando una sorta di effetto domino che svela immediatamente tutta la ciurma di minchioni ad orologeria che hanno bisogno di andare in un’altra nazione e nemmeno per vedere quei due o tre nomi meritevoli (A$AP Rocky, i Grizzly Bear e il coro delle voci bulgare di Sofia probabilmente) che qui non sono passati o non passeranno mai. Nella migliore delle ipotesi sono gli stessi che poi ci vanno sul serio a fare sto popò di figura in giro per il mondo per poi fare ritorno e riprendere a elargire esaltazioni da nessuno richieste, credendo di essere avanti per aver scovato gli Arcade Fire al Unexpected Stage o un gruppo neozelandese fighissimo al modico prezzo di mezzo stipendio, che pensano di saperne e averne viste più di me. Il che può pure essere vero, ma non è questo quello che conta. Il punto è farsi seimila chilometri per vedersi qualcosa che ieri l'altro o l'anno scorso si poteva vedere per 3O€ dietro casa con uguale eccitazione e soprattutto senza scassare la minchia a nessuno. Questa faccenda, più vera del vero, alla fine è surreale. Perché questa moda di sopportare o peggio blandire dei puri ci cuore (leggi imbecilli) in orgasmo perenne, dovrà pur passare, e se no almeno potrò dire che sono stato sconfitto con dignità, perché già reggo pochi nella vita tutti i giorni, e l'idea di avere dei poveri cristi tra i contatti che uno si butta dal ponte e tutti appresso senza il minimo discernimento (Namo! Famo! Dimo!) mi disturba come il disordine per uno psicopatico. Lo so, lo so, faccio inorridire i tecnici del socialmarketing, impiccare gli influencer e imbruttire i veri e presunti giovani in circolazione, ma che ci posso fare? Tanto più che il mio squilibrio non è affaristico, e anzi vi faccio pure da family banker gratis, è tutto personale. Ah, quasi dimenticavo… Nella peggiore delle ipotesi: tirano pacco un quarto d'ora prima perché hanno il cane da pisciare.
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laucontino-blog · 4 years
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. Y un día, nos levantábamos en Estambul, sin saber que, después de 4 meses, esa había sido la última noche ahí. Rutinas, cuarentena, muchas especias, mucha cocina, una familia formada sin querer, en una casa hermosa para extrañar y un barrio del que ya nos sentíamos parte. Había noticias nuevas y parecía que había llegado el momento de re-armar la mochila y despedirse: del barrio, de la gente, de la comida de Medio Oriente, de los llamados a oración, de la ciudad de los gatos y de la paz de los atardeceres sobre del Bósforo. Tampoco sabíamos que la próxima noche dormiríamos en Milán, para, al fin, hoy, dormir en Grecia! Nueva etapa, avanti, siempre avanti @rmrdl (en Aeroporto di Milano Malpensa) https://www.instagram.com/p/CCJLnN5lvWP/?igshid=8iqyn66t37gu
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liceyalmedio · 4 years
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EE.UU.: Policías asesinan de 20 disparos a un joven que huía (VIDEO)
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08 de junio
EE.UU.: Policías asesinan de 20 disparos a un joven que huía tras presuntamente cometer un robo (VIDEO)
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Los abogados de la familia del difunto aseguraron que Palacios-Carbajal no representaba ninguna amenaza para los oficiales, puesto que en ningún momento los enfrentó.
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VIDEO: Momento en el que una persona conduce un auto hacia una multitud de manifestantes y abre fuego en Seattle
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Descubren una piscina natural "completamente impoluta" e inexplorada por los humanos en una cueva en Nuevo México
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La deforestación de Argentina durante la pandemia y una promesa de resistencia indígena: "Pondremos nuestro cuerpo para frenarla"
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López Obrador, tras el positivo en covid-19 del titular del IMSS: "Estoy siguiendo las recomendaciones de los especialistas"
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Un fármaco que trata la acidez estomacal podría aliviar los síntomas de covid-19
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Una inyección cada dos meses podría reemplazar las pastillas diarias para evitar la transmisión del VIH
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Un astronauta de la NASA afirma que los terraplanistas deberían volver a la escuela primaria
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Queman vivo a un experto en medicina natural maya por presunta brujería en Guatemala
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Encuentran un tesoro valorado en más de 1 millón de dólares escondido hace una década en EE.UU.
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VIDEO: Amanda Nunes 'entrega' su cinturón de campeona de la UFC a su rival derrotada en un noble gesto
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Defensora del pueblo de Panamá: "En el país existe una franca desigualdad y hemos tenido muchos problemas con el covid-19"
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"El Gobierno de Panamá sacó el bono solidario para ayudar a los más vulnerables, pero algunos afirman no haberlo recibido", comenta Maribel Coco, defensora del pueblo de Panamá, en Entrevista, de RT. ¿Por qué la población alejada de la ciudad de Panamá sigue teniendo problemas de agua potable? ¿Qué pasa con los intereses y la deuda tras el anuncio del Gobierno de una moratoria bancaria? ¿Por qué ha aumentado el maltrato a mujeres con covid-19?
Protestas en EE.UU.: mientras los ciudadanos saquean tiendas los ricos "vacían la economía"
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En este episodio de 'Keiser Report' Max y Stacy comentan las palabras de Michael Hudson sobre cómo la Reserva Federal está actuando como la Estatua de la Libertad para los ricos que han hecho malas apuestas. También hablan de los actuales saqueos, cuyo origen hay que buscar 20 años atrás, en la transferencia a China de la capacidad industrial estadounidense en beneficio de la élite. En la segunda parte Max habla con Caitling Long, que anda buscando en Wyoming una licencia bancaria para Avanti.
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