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#COME SUPERARE LA GELOSIA
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1 MODO PER SUPERARE LA GELOSIA?
1 MODO PER SUPERARE LA GELOSIA?
COME SUPERARE LA GELOSIA SENZA QUASI FARE NULLA? IPNOSI DCS UNICA AL MONDO NON SOPPORTI LA GELOSIA? COME ELIMINARE LA GELOSIA SENZA DOPARSI E SENZA SOFFRIRE? COME TORNARE A VIVERE ED AMARE SENZA PIU’GELOSIA? GELOSIA E SUBCONSCIO? SOLO SE NULLA E NESSUNO TI DA’ SOLUZIONI… COME SAREBBE LA TUA VITA O LA VITA DEL TUO CARO SENZA PIU’ LA MALEDETTA GELOSIA ? TI IMMAGINI O IMMAGINI LA TUA CARA? SE…
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Penso che dovremmo uscire da questo circolo tossico che ci siamo create con le nostre mani
dobbiamo accettare che siamo tossiche l’una per l’altra , e che non ci facciamo più bene ma il contrario
resteremo sempre il posto sicuro l’una dell’altra ma non saremo mai più il posto dove abbiamo sempre trovato tranquillità
con il cuore a pezzi devo ammettere che non sei più un posto sereno , ne per il mio cuore ne per la mia mente.
Con grande dolore devo ammettere che quando ci sei tu perdo me stessa, divento una persona non bella
abbiamo un legame che va oltre ogni cosa, siamo una l’estensione dell’altra da più di 8 anni, forse è proprio per questo che non ci lasciamo andare
e penso come sia possibile che due persone che si vogliono cosi tanto bene , riescono anche a farsi cosi tanto male?
Potrai dire che la colpa è la mia , perché tu riesci a gestire bene la situazione, è sempre stato così con noi due ..
tu troppa testa ed io troppo cuore
tu cosi razionale ed io cosi istintiva
tu capace di nascondere o evadere dal dolore mentre io ci annego dentro
tu cosi tranquilla ed io un mare in tempesta
non vogliamo lasciarci andare ma insieme non stiamo più bene
e quanto male dobbiamo farci ancora per capire che la cosa migliore sarebbe prendere strade diverse?
io sono così innamorata di te e purtroppo non posso cambiare questo, non posso cambiare la mia gelosia o gestire le mie emozioni quando mi sei vicina
ma tantomeno penso di meritare tutto questo dolore che mi sto causando e che mi stai causando, non merito di assistere a come ti fai la tua vita ed io ferma qui immobile non sapendo accettare nulla
non penso che meriti tutto il dolore che ti sto causando io, sei libera di vivere la vita come vuoi eppure io sono sempre lì a rovinare il momento
la verità è che siamo in una situazione piu grande di noi, abbiamo sempre pensato di poterla superare insieme ma adesso non ne sono più così sicura
meriti la tranquillità che hai sempre cercato e al momento io sono tutt’altro che questo per te
la colpa non è di nessuno e lo sappiamo entrambe
ma per quello che siamo state e che siamo non possiamo andare avanti così e rovinare tutto quello che di bello c’è stato
perché arriveremo a questo, io a sbottare e a farti scenate di gelosia senza diritto, tu a stancarti del mio comportamento e questo creerà un dolore ancora più profondo
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thebeautycove · 2 years
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Antonio Canova, Amore e Psiche giacenti, 1787-93. Parigi Louvre.
Nel corso della sua carriera, Canova affrontò più volte il tema dell’amore, trasfigurandolo nel mito. In particolare, amò la vicenda di Amore e Psiche, alla quale dedicò alcuni gruppi scultorei. Il più celebre presenta le figure dei due amanti giacenti e oggi si trova al Louvre. Il soggetto è tratto da una favola dello scrittore latino Lucio Apuleio (125-170 d.C. circa), che nelle sue Metamorfosi raccontò di come Amore (altro nome con cui è conosciuto Cupido, Eros per i Greci) si fosse perdutamente innamorato della mortale Psiche, una principessa talmente bella da suscitare l’invidia e la gelosia della stessa Venere.
Psiche, legata ad Amore da un appassionato sentimento, aveva l’ordine di non guardare mai in volto il giovane dio, che incontrava soltanto al buio. Ma la donna, spinta dalla sua curiosità, volle invece contemplare l’amato alla luce di una lanterna e per questo fu condannata da Venere a superare alcune prove, tra le quali far visita a Proserpina negli Inferi, dove cadde in un sonno profondo. Amore, non resistendo al desiderio di riunirsi alla sua amata, la svegliò pungendola con una delle sue saette. Alla fine, Zeus, mosso a compassione, donò a Psiche l’immortalità, concedendole di vivere per sempre accanto ad Amore che la fece sua sposa e dall’unione nacque una figlia, Voluptas, dea del piacere fisico e sensuale.
Il capolavoro di Canova illustra uno dei momenti più lirici del mito. Amore si china a baciare l’adorata Psiche, dopo averla risvegliata dal sonno mortale in cui questa era caduta; la donna alza le braccia, in un gesto elegante e leggero, sfiorando con le dita i capelli dell’amato. Le loro labbra si avvicinano ma non si uniscono. I corpi adolescenziali, dalle forme perfette (secondo un principio di bellezza spirituale e assoluta), si accostano ma non si stringono. Il desiderio, testimoniato dalla mano di Amore che sfiora il seno di Psiche, è palpabile ma non espresso.
Canova ha saputo fermare l’azione dei due amanti in un attimo eternamente sospeso. I due giovani rimangono rapiti uno nella bellezza dell’altra. Tutta la scena è pervasa da un sottilissimo e raffinato erotismo, che contraddice l’idea, assai diffusa, che la scultura neoclassica sia incapace di rappresentare i sentimenti. Che Amore e Psiche si amino e si desiderino è invece qui mostrato in modo chiarissimo: soltanto che Canova non è interessato a rappresentare la passione incontenibile, l’impeto incontrollabile.
Non è questo il compito dell’arte neoclassica che mira ad altro scopo; sicché, il travolgimento dei sensi viene sciolto nella tenerezza, lo slancio amoroso viene sfumato nel perenne incanto della contemplazione. L’opera, insomma, rispetta pienamente i canoni dell’estetica neoclassica e celebra prima di tutto il tema della bellezza ideale.
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ilragazzosoffrente · 1 year
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우리가 여전히 서로를 사랑하는 이유와 성숙한 방식으로 서로를 계속 사랑해야 하는 이유:
Quando ci conoscemmo non potetti non notare quei bei grandi occhioni verdi,avvolti da una nube di tristezza ma ch'ero sicuro nascondessero il mondo più bello tra i mondi esistenti.Ci aiutammo sempre a vicenda,ma partiamo dagli inizi.
Arrivammo nella nostra vita come un fulmine a ciel sereno,quella sera,a Etnapolis,e capimmo dal profondo del nostro cuore che saremmo stati destinati a stare insieme,magari per tutta la vita,o magari anche per tutte le altre.Ma andiamo avanti.
Cominciammo da quella sera,in cui tu studiavi ed io rimasi solo.Lì ci aprimmo l'uno all'altra,con la piena consapevolezza che quella persona fosse quella giusta.Scoprii che stessi passando il periodo peggiore della tua vita,in cui l'universo rischiava di perdere la sua stella più fragile ma al contempo più bella.Riuscii a salvarti,e tu mi dicesti che cominciasti ad assaporare finalmente le prime lacrime di gioia della tua vita.Tutto era bellissimo,sembrava una favola da raccontare ad ogni piccola anima.
Crescemmo insieme,cominciammo ad affrontare innumerevoli difficoltà.Tu sei sempre stata sicura di me,nonostante tutto.Io ti ringraziai come possibile,nonostante gli enormi ostacoli incontrati nello svolgimento della nostra storia.La nostra giovane età,la nostra eccessiva gelosia e tante altre cose,come ogni coppia,a qualunque età.
Tutte le volte in cui da casa andai alla fermata dell'autobus correndo sotto il sole cocente di giugno,le volte in cui litigammo coi nostri genitori per riuscire a realizzare i nostri comuni desideri,la volta in cui dormii su uno scivolo al tuo Paese,la volta in cui dormii nell'atrio di un condominio solo per un'ora in più nel nostro piccolo ma grande primo anniversario.
La nostra prima volta,dove con immenso amore ci aiutammo a conoscerci a vicenda i nostri ancora innocenti corpi con tanta comprensione,la volta in cui salii per il tuo sedicesimo compleanno nonostante una tempesta in atto,con i tuoi fiori preferiti e i tuoi regali più belli che potevo donarti.
Tutte le volte in cui la mattina,per una singola ora,ci alzammo presto per poter stare insieme alla Spa,quando tu invece ti improvvisasti mia eccellente estetista,dato quanto ci tenevi a vedermi con lo smalto alle unghie nonostante io agli inizi non fossi molto d'accordo.Cosa non si fa per vedere quel tuo splendido sorriso,caratterizzato da dei dentini da bimba?
La volta in cui a Centuripe ci baciammo sotto l'ombrello nel bel mezzo di una breve tempesta,ma a noi cosa importava dell'acqua?Avevamo il nostro prototipo ideale finalmente davanti,con ancora ignari i difetti a vicenda,ma che eravamo sicuri di riuscire a superare.
Il nostro primo concerto insieme,dove pur di stare insieme mettemmo i soldi di tasca nostra per stare fianco a fianco.Io che ti tenni lo zaino e tutto ciò che avevi alla fine del concerto,perché stremata.
Il nostro primo concerto insieme,ma da soli,ad ascoltare tutte le canzoni che ti dedicai del mio cantante preferito,dove pur di avere la tua presenza al mio fianco ci facemmo accompagnare da mio cognato e pagai totalmente di tasca mia per te,perché alla fine,sennò per chi?
E poi quello di Elisa.Altra bellissima esperienza condivisa insieme... "Con te mi sento come una bambina la tua mano nella mia" "Io non ho mai provato niente di così profondo per nessuno mai"
Entrambi,insomma,l'uno per l'altra ci siamo sempre stati.
La mia prima volta in aereo,dove disperata ti preoccupasti come non mai per quel dettaglio delle unghie verdi e abbinate,dimenticandoti quanto basterebbe solo il tuo viso per rendere magnifico un qualunque contesto.
Tutto per andare in quella meravigliosa città di Venezia,insieme alla meravigliosa persona della mia vita.Insaziabili visitammo ogni centimetro di quella città,non curandoci per nulla dei soldi.Ancora penso a quando mi sorridesti in bagno appena usciti dalla doccia.
La volta in cui di nascosto ci vedemmo a casa tua,la volta in cui di nascosto scendesti qui a Paternò solamente per vederci,nonostante l'odiata herpes.
La volta in cui non riuscimmo a resistere dal baciarci al Belvedere,nonostante sempre l'odiosa herpes,ma ci bastava "sentire la forma delle labbra".
La prima volta che facemmo petting lì a centuripe,le sensazioni più belle della nostra vita.
La volta in cui ti stetti accanto tutta la giornata quando prendesti quella maledetta storta,e conobbi tuo meglio tuo nonno.Mi improvvisai medico per riuscire a convincere tua mamma di ciò che dicessi per riuscire a farti stare meglio e calmarti.
Il nostro primo anime insieme,la nostra fantastica intesa negli amplessi.
Mi dicesti che fossi "tipo quella finestra che desse luce alla stanza."
Al primo regalo di natale che mi facesti,mi dicesti che vedessi gli aculei di quel peluche come "quelli tuoi per proteggere attorno a questa piccola cupola le nostre piccole vite".
Mi promettesti che avremmo giocato al videogioco regalato insieme,spero che riuscirai a mantenere questa promessa.
Il bracciale che mi regalasti per poterci sentire vicini nonostante la distanza.
Il nostro primo ferragosto,la nostra prima notte in tenda.
Mia Helèna,ci sono talmente tante cose che dovrei cercare di ricordarti che non ce ne stanno più in questo foglio,è difficile scrivere la bellezza intera di due anni e due mesi e mezzo.
Non ho scritto appositamente nulla degli eventi brutti,perché sono solo quelli che al momento hai detto riesci solamente a ricordare.
Purtroppo nessuna relazione è interamente perfetta,e ogni età ha le sue problematiche.
Sono veramente pentito di tutte le volte in cui a causa della mia insicurezza data anche dalla mia età e della mia immaturità.
La tua unica colpa è stata quella di amare davvero "troppo" nel vero senso della parola,mettendoti troppo da parte e non riuscendo a preservare te stessa all'interno della relazione.
Ti chiedo per l'ultima volta,mia Helèna,perdono per tutti gli errori che ho commesso all'interno di questi splendidi anni.
Spero che nel tempo riuscirai a metterti alle spalle quelle terribili parentesi per poterti godere la versione migliore di me.Ti prometto che se un giorno torneremo insieme,che sia tra settimane o mesi,tutto ciò che hai subito non riaccadrà mai più.
Se ti sentirai di darci una seconda possibilità,vedrai con i tuoi stessi occhi le differenze che ci saranno col Simone piccolo,insicuro e immaturo di anni fa.
Adesso sto cominciando nuovamente a stare bene grazie a qualcosa di cui forse poi parlerò,ma non posso farlo in questo momento.
Dolce Helèna,al momento amo te e spero che un giorno,che sia tra settimane o mesi,riusciremo a tornare insieme con le nostre versioni migliori e amarci per quello che saremo.Rimaniamo e rimarremo per sempre i nostri prototipi ideali perfetti.
Ti amo per quello che sei e per ciò che potrai diventare nella vita crescendo,ti amerei sempre per quello che saresti.Spero mi darai modo di dimostrarlo,alla fine,non sarebbe niente di definitivo.
Spero infine di averti ricordato,seppur non aver detto tutto al 100% data l'enorme quantità di eventi belli e positivi di questi anni,perché continui ancora ad amarmi,a sperare e metterti quella fede al dito.
Spero tanto che questo amore si trasformi e ci permetta poi in futuro di viverci bene e interamente per ciò che saremo.
Ti amo,mia piccola bimba.💙
-Papi ;)
PS: If you hadn't changed,then I'd still be by your side.If I gave you one more chance,can we go back again?
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susieporta · 1 year
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I TRE LIVELLI EVOLUTIVI DELLO SCORPIONE
Secondo la Saggezza della Cabala ci sono tre livelli evolutivi collegati a questo segno:
1. Lo SCORPIONE 🦂
in cui domina il fuoco delle passioni egoiche e si vive in preda ad emozioni inferiori come paura, rabbia, gelosia, desiderio di potere. Immerso nelle acque profonde dell’inconscio, segue le pulsioni distruttive lasciando spazio all’espressione dei corpi inferiori della personalità. Sprigiona un intenso potere di autodistruzione , poiché Il Veleno si trova nella coda (subconscio)ed è puntato verso se stesso. Lentamente risale in superficie per divenire serpente.
2. Il SERPENTE 🐍
Il veleno non è più nella coda ma è nella testa, cioè si sviluppa un notevole osservazione e consapevolezza sulla propria personalità grazie allo sviluppo di facoltà intellettuali fuori dal comune. A questo livello i corpi inferiori possono ancora avere il sopravvento, (serpenti velenosi), ma il più delle volte lo supera, anche se non c’è ancora l’affrancamento dalla forza di gravità che costringe a strisciare con il ventre a terra, cioè vi è il rischio di rimanere assorbiti solo dai valori economici e materiali. Rappresenta una Scelta cosciente tra il Veleno e la Medicina. Anche se solo strisciando , ma sceglie di percorrere la Via Verticale staccandosi dalla Terra risalendo lungo il tronco dell’albero puntando lo sguardo verso il Cielo.
3. L’AQUILA 🦅
vi è la scoperta di un ordine verticale dei valori e ci si apre all’elevazione spirituale, la capacità di volare , allo sguardo che abbraccia gli orizzonti e alla vera sapienza esoterica.
Aquila che rappresenta la capacità di elevarsi, salire, superare ogni cosa vedendo ogni situazione nel suo contesto e significato più ampio, sopra i pensieri, i sentimenti  e le sofferenze del momento. Colei che sa come collegarsi con quella parte di sé che può essere e fare qualsiasi cosa e in qualsiasi momento, anche se si è giù e si è perso tutto egli sa come risollevarsi e trasformare ogni difficoltà in occasione di crescita , ovvero ogni veleno in medicina.
Storia di pura Alchimia Inferior 🔯🕎💟
Disponibile anche il nuovo sito:
🦅🔆 laviadellaquila.com 🔆🦅
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malcontentoundiario · 20 hours
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Martedì 19 marzo 2024
 Lux aeternam luceat eis, Domine. Andrea è solo, Rita è sola, Eleonora è sola. Stanno magari in coppia eppure sono soli, non riescono a superare se stessi, chiusi in legacci irrecusabili. Credono di amare, invece cercano compagnia. Credono di avere la sicurezza della persona, invece hanno una presenza. Soffrono e danno dolore. Rita mi sembra sempre più appassita, la pelle più gialla e cascante di un anno fa, i capelli disordinati in un'apparente trascuratezza. Ma Eleonora è la mia forza. Lunedì sera abbiamo pianto al telefono per lo strazio di questa solitudine. Parole chiarissime hanno risuonato dentro di me. Sì è vero che non riesco a trovare nessuno che riesca a starmi dietro, a viaggiare altissimo nella scoperta dell'animo umano e poi darsi alla sensualità disinvolta e ferina. Anche in Andrea, che stupido non è, vedo nel suo sguardo interrogativo che non sempre mi capisce. Il punto più alto è stato quando mi ha chiesto dell'amore. Quando gli ho parlato di fedeltà, rispetto e stima non riusciva a capire la differenza tra gli ultimi due; e quando ho parlato dell'immensa bellezza che riempie il ventre, un'onda di calore risale fino agli occhi, perché la bellezza dell'altro ti fa diventare folle, e vuoi pensare come lui, vorresti sempre pensare quello che pensa, e ami cosa pensa, come pensa, e il pensiero di una tale altezza ti fa venire la vertigine dell'orrido di montagna; lui non capiva, e mi ha chiesto se fosse la bellezza fisica. Lui non ama Clemente perché mi parla di lui con pietà e un'altra cosa è certa: se ne approfitta della sua debolezza, perché Clemente dopo essere stato umiliato così nell'amor proprio e dopo essere rimasto comunque lì, mostra quanto abbia paura di restare solo. Forse è un giudizio viziato dall'immagine che ho di lui, un po' complessato e traumatizzato, che non ha una vera base esperenziale. A me ora prometto che mai farò scenate o subirò scenate.
E la gelosia resta viscosa intono al ventre anche giorni dopo. Per fortuna ci rivedremo tra più di mese, forse. E questa cosa mi mette sia ansia sia euforia, euforia per la mia libertà, libertà di poter fare cosa e come voglio. Mi devo far passare il numero di qualche suo amico libero.
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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I sonetti di William Shakespeare: quali sono i più famosi?
I sonetti di William Shakespeare rappresentano una delle massime espressioni della poesia lirica del Rinascimento inglese. Questi 154 poemi sono carichi di emozione, bellezza e complessità, esplorando temi come l'amore, il tempo, la bellezza e la mortalità. Alcuni di questi sonetti hanno raggiunto una notorietà che li colloca tra le opere più celebri della letteratura mondiale. Sonetti di William Shakespeare: i più famosi Il Sonetto 18 è forse il più celebre di tutti. Con il suo incipit "Shall I compare thee to a summer's day?" ("Dovrei paragonarti a un giorno d'estate?"), Shakespeare esplora la bellezza eterna, superiore persino alla bellezza naturale che è soggetta al cambiamento e al decadimento. Il poeta assicura l'immortalità del suo amato attraverso la potenza della sua poesia, che sopravviverà al passare del tempo. Altrettanto famoso è il Sonetto 116, una meditazione sull'essenza dell'amore vero e costante che non "altera quando trova alterazione" o vacilla "anche se rovina il suo vero centro". Il sonetto è spesso citato nelle cerimonie nuziali per il suo ideale di amore incondizionato e immutabile. Il Sonetto 130 sfida le convenzioni dei sonetti d'amore del tempo, prendendo in giro la tendenza dei poeti a usare iperboli e confronti esagerati per descrivere la loro amata. Invece, Shakespeare descrive la sua dama con termini realistici, sostenendo che il suo amore è speciale proprio per la sua autenticità e la sua "vera" bellezza. Tempo e perpetuità Un altro tema ricorrente è il conflitto tra il tempo e la perpetuità. Nel Sonetto 60, Shakespeare contempla la natura effimera dell'esistenza umana, paragonando la vita all'onda che si infrange sulla riva, destinata a scomparire. Tuttavia, c'è anche una sfida al tempo, poiché la poesia stessa diventa un mezzo per superare la mortalità e preservare la memoria. Il Sonetto 73 tocca il tema dell'invecchiamento con immagini potenti di autunno, tramonto e fuoco morente. È una riflessione sulla fugacità della vita e offre una visione commovente di come la consapevolezza della mortalità può intensificare l'amore e l'apprezzamento degli altri nei confronti dell'individuo. I sonetti di Shakespeare non sono solo testimonianze d'amore, ma anche di sofferenza, gelosia e persino di rimorso, come mostrato nel Sonetto 29. Qui, il poeta esprime la sua depressione e la sua invidia verso la fortuna altrui, ma poi trova sollievo e redenzione nel pensiero dell'amore del suo amato. Maestria linguistica La forma del sonetto, con la sua struttura rigorosa di 14 versi divisi in tre quartine e un distico finale, offre a Shakespeare un frame entro cui svolgere la sua maestria linguistica. La rima e il metro (generalmente l'iambic pentameter) creano un ritmo che sottolinea l'arguzia e la profondità dei pensieri del poeta. In conclusione, i sonetti di Shakespeare rimangono un pilastro della poesia inglese non solo per la maestria della loro forma, ma anche per la loro universale risonanza emotiva. Da letture scolastiche a letture private, da matrimoni a commemorazioni, questi sonetti continuano ad affascinare, ispirare e commuovere lettori di ogni epoca. Foto di WikiImages da Pixabay Read the full article
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titosfriends4life · 11 months
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SUPERARE LA DIPENDENZA AFFETTIVA: 5 STRATEGIE EFFICAVI PER RECUPERARE IL BENESSERE EMOTIVO
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Il tema della dipendenza affettiva è spesso sottovalutato, ma merita un'analisi approfondita. Molti conoscono il termine, ma pochi comprendono appieno il suo significato.
Amore o Dipendenza: Confusione e Differenze Nelle Relazioni
A volte si confonde l'amore con una dipendenza affettiva ossessiva. L'amore autentico implica reciprocità, rispetto e un equilibrio tra i partner. La dipendenza affettiva, invece, si manifesta come un legame ossessivo, in cui uno dei partner dipende e l'altro non ricambia in modo empatico.
Le Radici della Dipendenza Affettiva
Questa dipendenza, sempre più diffusa, può derivare da relazioni con le figure di attaccamento durante l'infanzia, in cui non si è sperimentato un amore genuino e un sostegno emotivo. Da adulti, si sviluppa una dipendenza insana nei confronti del partner, caratterizzata da mancanza di autonomia e bassa autostima.
I Sintomi e le Cause della Dipendenza Emotiva
Il dipendente affettivo manifesta gelosia, rabbia e possesso e spesso adotta comportamenti di controllo. Si sente perso quando il partner non è presente e mostra un eccesso di felicità quando è accanto a lui. Questi comportamenti hanno radici profonde nei rapporti con i genitori, dove l'amore e l'affetto non sono stati pienamente ricevuti.
5 strategie per affrontare la dipendenza affettiva
Assumersi la responsabilità: Fidarsi delle proprie capacità e non dipendere dagli altri è fondamentale. Bisogna credere che la felicità sia in mano propria.
Smettere di idealizzare il partner: Mettere se stessi al primo posto è essenziale, senza dimenticare i propri bisogni.
Prendersi cura di sé: Focalizzarsi sui propri punti di forza, fissare obiettivi realistici e migliorare l'autostima sono passi cruciali.
Affrontare la paura alla base della dipendenza: Consapevolizzare le paure interiori e accettare se stessi è il punto di partenza per guarire.
Chiedere aiuto: Se le difficoltà persistono, rivolgersi a un professionista per acquisire consapevolezza e imparare ad amare se stessi.
Il cammino verso la guarigione dalla dipendenza affettiva passa attraverso la riscoperta di sé stessi e l'autonomia emotiva. L'amore non dovrebbe essere sinonimo di ossessione o dipendenza; l'amore inizia da se stessi, dando priorità al proprio benessere emotivo e alla propria felicità."
Scopri come liberarti dalla dipendenza affettiva❗️Sfrutta le 5 strategie potenti e inizia il tuo percorso di autorealizzazione emotiva. Entra nel viaggio verso una vita emotivamente libera e autentica oggi stesso❗️
Tito Bisson
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storie84 · 11 months
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C'era una volta, in un affascinante regno lontano, due cuori che battevano all'unisono ma che erano oppressi da un sentimento di gelosia. La loro storia cominciò ad essere segnata da ombre e tensioni, a causa di insicurezze e sospetti che si facevano sempre più pesanti e opprimenti.
Isabella era una bellissima principessa, ammirata da tutti per la sua grazia e la sua gentilezza. Era amata dal suo principe azzurro di nome Marco, un uomo coraggioso e pieno di passione, che la vedeva come la donna dei suoi sogni. Nonostante l'amore tra loro fosse profondo e sincero, Isabella non riusciva a fidarsi completamente di Marco, sempre in preda alla paura che la potesse tradire o ammirare altre donne.
Dall'altra parte, c'era Sophia, una donna misteriosa e affascinante che aveva conquistato il cuore di Marco in passato. Nonostante fossero solo amici al momento, Isabella non riusciva a ignorare la reciproca attrazione che ancora provavano l'uno per l'altra, una scintilla che sembrava risvegliare i suoi peggiori incubi.
La gelosia si insinuava nella mente di Isabella come un veleno, rendendo ogni gesto di Marco motivo di sospetto e ogni parola di Sophia motivo di inquietudine. Le sue emozioni si facevano sempre più intense, fino a diventare una tormenta che li travolgeva entrambi.
Marco, dal canto suo, non capiva cosa lo spingesse sempre più lontano da Isabella. Era frustrato dalla sua gelosia costante, cercando di dimostrarle il suo amore in ogni modo possibile. Ma ogni tentativo veniva interpretato come un atto di colpa e come prova di un tradimento imminente.
Così, quel legame che una volta era solido e sicuro, si stava sgretolando sotto la pressione delle gelosie e delle insicurezze. Isabella e Marco stavano perdendo la speranza, incapaci di vedere oltre il muro che avevano costruito intorno al loro amore. La loro unione era diventata tossica, piena di dubbi e rabbia.
Ma una notte, in un momento di profonda disperazione, Isabella ebbe un'illuminazione. Capì che la gelosia stava distruggendo ciò che avevano di più prezioso e che era lei stessa a nutrirla. Decise di confrontarsi con Marco e condividere le sue paure e la sua sofferenza, cercando un modo per superare insieme quella tempesta che li aveva divisi.
Marco, colto di sorpresa dalla sincerità e dal coraggio di Isabella, aprì finalmente il suo cuore. Parlò delle sue emozioni contrastanti per Sophia, della nostalgia per ciò che era stato ma che ormai apparteneva al passato. Promesse di porre fine a qualsiasi intrigo e di ripristinare la fiducia che avevano perso.
Lentamente, passarono del tempo insieme, superando i dubbi e le insicurezze, impegnandosi a ricostruire il loro rapporto sulle fondamenta della fiducia reciproca. Si sforzarono di comunicare apertamente, di rispettare gli spazi personali e di dimostrarsi amore incondizionato.
Con il passare del tempo, i cuori gelosi si trasformarono in cuori riconciliati e rafforzati. L'amore tra Isabella e Marco superò le prove del tempo, della gelosia e della sfiducia. Trovarono la via per guarire e ricostruire il loro legame, imparando a coltivare l'amore senza limiti e a proteggerlo dalle ombre del passato.
Così, il loro amore diventò ancora più forte di prima. Isabella e Marco impararono la lezione che l'amore necessita di fiducia, sincerità e comprensione reciproca per sbocciare e crescere. E da quel giorno in poi, erano determinati a conservare il loro amore prezioso, lontano dalla gelosia che una volta li aveva separati.
#cuore #gelosia
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reborn3108 · 1 year
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IL DIALOGO NELLA COPPIA: PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE?
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La comunicazione è un elemento fondamentale per lo sviluppo e la vita relazionale.
Il neonato lasciato a se stesso è destinato a morire psicologicamente ed emotivamente.
Dopo il superamento del trauma della nascita, il bambino con l'accudimento si apre al mondo e agli altri senza paura.
L'aprirsi alla vita, alla crescita avverrà solo con il maternage.
Vi sarà il superamento della fase depressiva solo se avrà accanto dei genitori amorevoli e accoglienti.
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Con la comunicazione e il dialogo anche la coppia cresce nonostante le molteplici diversità.
Ogni persona proviene infatti da famiglie d'origine con stili educativi e abitudini differenti.
Per creare quindi una coppia armoniosa e forte occorre lo scambio di pensieri, idee, riflessioni, emozioni.
Lo scorrere del tempo richiede alla coppia un continuo lavoro di adattamento per superare le inevitabili crisi, difficoltà e vicissitudini appartenenti al ciclo di vita.
È un continuo lavoro di mediazione, disponibilità, amore e accoglienza. È attraverso lo scambio che avviene l'arricchimento reciproco.
Quando la comunicazione diminuisce, il dialogo è assente, vi è impoverimento della coppia e di se stessi.
La coppia rischia di morire ripetendo gli stessi schemi, le stesse routine per mancanza di attenzione all'altro.
È opportuno esserci nella coppia in modo autentico con il nostro ascolto, le nostre parole, i nostri pensieri, le nostre emozioni.
L'altro è sostegno, aiuto, forza nei momenti di bisogno e di difficoltà. Uno sguardo, una parola rappresentano allora conforto e sollievo.
La scarsa fiducia, la disistima, la svalutazione dell'altro creano chiusura, tristezza, abbandono, sconforto, depressione, rinuncia; a volte ci inducono alla fuga, alla rottura della relazione.
La diversità di opinioni è frequente, occorre tuttavia individuare un punto d'incontro. Lo scontro non rappresenta la regola relazionale. Il dialogo dev'essere costruttivo, non distruttivo.
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COME RELAZIONARSI ALLORA?
Il linguaggio verbale assertivo è sicuramente uno strumento importante di dialogo costruttivo.
La comunicazione non verbale e linguaggio del corpo fatto di piccoli gesti, comportamenti, attenzioni è altresi fondamentale.
Non è dialogo lo sfogo fine a se stesso, l'accusa, l'aggressività, la possessività e la gelosia che soffoca l'altro nel proprio spazio vitale.
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GELOSIA E IPNOSI? Ipnosi DCS unica al mondo
Siete pronti a scoprire come l'ipnosi vera e professionale può essere utilizzata per superare la gelosia? 🌀
Molte celebrità hanno ammesso di aver fatto ricorso all'ipnosi per affrontare il problema della gelosia e migliorare la propria vita sentimentale. Ecco 10 stelle che hanno utilizzato l'ipnosi per superare la gelosia:
1. Angelina Jolie
2. Brad Pitt
3. Jennifer Aniston
4. Justin Theroux
5. Beyoncé
6. Jay-Z
7. Kim Kardashian
8. Kanye West
9. Gwyneth Paltrow
10. Chris Martin
L'ipnosi vera e professionale può aiutare a superare la gelosia, insegnando a gestire le emozioni e a costruire relazioni più sane e felici. Se anche tu stai lottando con la gelosia, non esitare a cercare un ipnoterapeuta qualificato per aiutarti a superarla! 💫 #ipnosi #gelosia #relazionisane #celebrità
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aurorasword · 2 years
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Ciao vorrei farti una domanda.. avevo una migliore amica.. mi ha sostituita dopo 10 anni .. ne ho parlato con mia cognata .. mi ha dato una mano assurda a superare sta cosa ..È da un po’ di tempo che abbiamo legato un po’ Ogni tanto metto post di migliori amiche e lei mette sempre un cuore ( per come ho capito si pensa che sono riferite a te ) però è che ne io ne lei abbiamo il coraggio di fa il primo passo 5 gg fa mi ha abbracciata dicendo stai bene .. ( nn là mai fatto ) poi stavo con il cell e ridevo io lei è come se si fosse ingelosita … nn so che pensare tu che dici ?
Non so perché tu lo chieda proprio a me ahaha, è una cosa che dovresti sapere tu. Onestamente si vede che a quanto pare provi qualcosa o hai bisogno di sostituire la tua ex migliore amica. Ma la cosa ambigua è che inizialmente lo descrivi come un appoggio per la delusione dell'ex migliore amica e poi parli di primi passi e gelosia; parlane direttamente con lei, perché potrebbe anche essere tutto nella tua testa. Mandi questo messaggio in anonimo, e sembra proprio che tu voglia autoconvincerti e convincere chi legga che ci sia un qualcosa di reale dietro a questo sentimento, è già una risposta
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my-sweet-cherry-pie · 2 years
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“Amo fotografare le donne perché sono solidale: devono ancora superare tanti ostacoli verso la felicità, in questa società maschilista che le vuole eternamente giovani, belle, con una concezione dell’amore che spesso, in realtà, è solo possesso. E cerco gli occhi profondi e sognanti delle bambine: mi ricordano me stessa a dieci anni, quando mi resi conto, di colpo, che il mondo non era poi così bello. Era la fine della guerra, tornammo a Palermo da Trieste, dove avevamo vissuto. Io scorrazzavo in bicicletta, come avevo sempre fatto: un giorno un uomo mi fermò e aprì il suo impermeabile. Lo riferii a casa e la mia vita cambiò: mio padre mi tolse la libertà, e io sognavo solo di fuggire dalla sua gelosia. Ecco perché le bimbe che ritraggo non ridono mai: le voglio serie nei confronti del mondo, come lo sono stata io”.
- Letizia Battaglia -
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benzedrina · 2 years
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No, mi sono spiegato male. Intendevo che se tu avessi detto al tuo fidanzato o fidanzata "io sono poliamoroso", lui o lei, se monogamo/a, magari avrebbe capito e ti avrebbe lasciato libero. Perché è giusto che nessuno imponga la propria visione dell'amore a nessun altro. Se hai avuto una relazione esclusiva che non volevi avere, dovevi mettere subito in chiaro le cose
Esco di casa, incontro gli amici, alcuni di loro sono coppie da anni, alcuni vivono dei flirt, altri sono single e altri ancora vivono momenti di gelosia perché l'altra persona non li ha fatti sentire abbastanza. Intorno a me sento un botto di gente parlare di amore, di relazioni, di responsabilità, di quanto sia appagante sentirsi completi in una relazione. Leggo tantissimo e in alcuni di questi libri trovo queste sensazioni che riconosco come mie, finalmente qualcun* da un nome a queste cose che sento. Ci rimugino sopra, ci penso, e ne parlo con gli altri. E le risposte sono quasi le stesse perché queste emozioni sono letterarie, esistono solo nei libri, nessuno è capace di vivere l'amore così, le coppie devono restare coppie sennò scoppiano. E sai cosa? Ci credo. Lo standard è quello e io sto male a sentirmi sbagliato su una cosa talmente profonda da permeare pensieri, ispirazioni, voglie. Mi adeguo e vivo quello che vivono gli altri e funziona per un po', poi mi accorgo che in un'altra zona del cuore qualcosa nasce, cresce e diventa talmente grande che mi è difficile ignorarla e la racconto, la descrivo e trovo comprensione ma la comprensione diventa un "superare una crisi", però io la crisi non la sento, io sto bene, anzi, io voglio condividere quello che sento, parlarne fino a notte profonda e la "crisi" diventa gelosia perché parlo di amore con chi dovrei amare unicamente, e io sopprimo perché l'altra persona sta male. Si vive per la coppia, si respira per la coppia, si va avanti per la coppia e questa narrazione continua. Poi succede che sopprimi uno, sopprimi due, sopprimi tre, il concetto di coppia e relazione e delle "crisi" ti sta stretto perché quel sentimento trasversale è libero, è colorato, e tu lo stai contaminando con concetti di responsabilità e di mancanza di sentimento da parte mia. Sto male per un sentimento felice e vivo in me il paradosso di chi vorrebbe essere libero e invece non può perché si è creato un mostro di fango e di malumori tra noi che cresce perché la concezione dell'amore tra di noi è differente. E io capisco che devo staccarmi il cordone e camminare per una strada impervia, senza te perché le basi del nostro rapporto erano diverse da quello che ho capito di me e da quello che tu hai capito di me.
Perché non l'ho capito prima? Perché se guardo in ogni dove trovo questo standard. Quando cresci, degli standard un po' te ne freghi.
Ora sono chiaro e sincero fin dal primo momento. E sto male perché certi rapporti vorrei continuarli ma dall'altra parte cercano esclusività perché se non sei esclusivo vuol dire che non ami abbastanza e per me quella quantificazione dell'amore è devastante. Così come trovo aberranti il concetto di tradimento e tutte le implicazioni della gelosia.
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salfadog · 3 years
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Buondì Salfadog. Ho una perplessità. Il mio splendido cane, un meticcio di circa 30 chili (portato via da cucciolo da un canile lager coperto di cicatrici e col terrore degli umani e degli altri cani) dopo due anni di amore, coccole e rispetto sta finalmente acquisendo un comportamento più sereno e baldanzoso.
Mi piacerebbe introdurlo nella mia cerchia di amici con cani, per poterlo portare a divertirsi al fiume con altri quadrupedi (adora l'acqua).
A grandi linee, come posso procedere per far si che possa inserirsi nel gruppo canino nel rispetto dei suoi tempi? Le relazioni con i pochi cani con cui ha avuto a che fare finora hanno avuto fortune alterne, con una propensione per la paura e l'aggressività.
A mia volta vorrei tenere un comportamento meno preoccupato in queste situazioni, mi rendo conto che la mia tensione viene percepita e di conseguenza esacerba le sue emozioni canine. Anche qua, un consiglio per me? Per poter creare delle situazioni positive per lui senza che debba sentirsi in dovere di essere agitato a causa mia.
Grazie in anticipo.
Ciao @biggestluca,
come ogni volta, scoprire persone con la tua sensibilità per il loro amico fraterno mi riempie di gioia. Hai già superato il più grande ostacolo: non chiuderti a lui seguendo bias vecchi e disfunzionali ma includerTi nell'equazione con l'obiettivo di raggiungere assieme, come i fratelli di sangue che siamo, una vita più serena.
vorrei tenere un comportamento meno preoccupato in queste situazioni, mi rendo conto che la mia tensione viene percepita e di conseguenza esacerba le sue emozioni canine. Anche qua, un consiglio per me?
Affronta il problema per gradi (vedi sotto), lavora in sicurezza e serenità, fidati di lui. 
Le relazioni con i pochi cani con cui ha avuto a che fare finora hanno avuto fortune alterne, con una propensione per la paura e l'aggressività.
I nostri cani non sono dei pazzi sociopatici.Se il tuo lo fosse stato, avrebbe avuto una risposta ben determinata, non alternante. In ogni caso ascolta lui e non metterlo in situazioni in cui lo vedi preoccpato o troppo agitato a meno che tu non sappia che l’altro cane è in grado di gestire un cane poco esperto (vedi il link sotto).
Una socializzazione (nei limiti del possibile positiva) con terzi estranei al branco è sempre da incoraggiare -anche quando finisce male- perché fornisce comunque un prezioso bagaglio esperienziale al cane e arricchirà le sue capacità (ma non tutti sono in grado di farlo all’inizio, quindi, ripeto, vai per gradi. Piccoli passi ma consapevoli).        
Intanto ti linko una mia precedente risposta sull’argomento e poi amplio il concetto. Inizia da qui: https://salfadog.tumblr.com/post/171354966596/mi-aggiungo-allinesauribile-coda-ahah-di
(rileggendolo mi sono reso conto di quanto tecnico e nebuloso sia stato quel post).
Inizia da cani del sesso opposto, ormonalmente più semplici da gestire. Individui maturi che sappiano giocare e stare sereni assieme agli altri sarebbero ideali per affinare la sua comunicazione intraspecifica (cane-cane) che i nostri fratelli hanno così poco tempo per esercitare. Ma ogni esperienza conta. 
Inizia con piccoli gruppi di cani/umani (all’inizio conoscerli uno/due per volta può aiutare per non metterlo troppo sotto pressione) che non abbiano problemi a gestire i suoi tentativi inesperti di comunicare con loro. Aspetta che sia sereno con i singoli prima di introduirlo al gruppo e ricorda che ogni cane in più aumenta esponenzialmente le interazioni. Due cani hanno N^2 interazioni possibili, tre N^3 e così via. 
Ottimo andare al fiume, dove l’attenzione è concentrata sul nuoto e sull’attività ma attenzione a non eccedere nell’arousal (eccitazione) che potrebbe portare troppo stress con sé. 
Se noti situazioni che lui non riesce a gestire, allontanatevi con calma (ma resta sempre in vista e, se non indispensabile, non trascinarlo via) e, se non trovi un modo per superare l’ostacolo, fatti aiutare da un educatore esperto in socializzazione. 
Infine due cani devono conoscersi liberi, senza guinzaglio, a distanza dai propri umani che possono essere motivo di litigio (gelosia, protezione ecc.), in modo da potersi muoversi liberamente e gestire le proprie posture e distanze senza intralci (la loro comunicazione). Altrimenti sarebbe come andare a uno speed date con la pallina sadomaso in bocca. Una dichiarazione decisa ma non troppo efficace, temo. 
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È settembre e a settembre di solito succedono le cose che ricordo meglio fino all'autunno successivo. Forse perché l'estate si esaurisce con esperienze che smettono di avere effetti appena varcata la soglia di casa dopo i lunghi viaggi, non importa quanto di ciò che ero in primavera sia rimasto intatto e quanto sia cambiato (di solito, quasi tutto), non importa quanto abbia significato per me quel periodo di giornate così lunghe da farmi scordare l'esistenza dei disturbi depressivi. Anche l'angoscia che ho provato ad agosto, come la serenità, passa senza lasciare traccia. E poi arriva repentina la resa dei conti. A settembre di solito succedono le cose, io divento un po' più triste ma riesco a trasformare quel rumore confuso proveniente dal fondo dei miei pensieri in un dialogo pacifico, a volte mi ritrovo ad affrontare inizi faticosi per la mia debole dose di stabilità e sono costretta a guardare le mie paure allo specchio, a vederle nitidamente e a riconoscere la loro esistenza, ma è anche il momento in cui penso che, a giudicare dalle loro ombre, sembravano più grandi. A settembre di solito succedono le cose, come nel 2016, quando ho messo in pausa la mia corsa a rapporti tossici e impersonali, che perpetuavo nel tentativo di mostrarmi più forte di ciò che la società si aspettava da me, delle norme sociali che mi volevano monogama e seria, senza rendermi conto che volevo solo dimostrare, aspettare che la mia ribellione fosse approvata dall'esterno. Intanto mi accingevo ad adattare i miei ritmi a quelli di qualcun altro, forse per compensazione, o perché l'idea dell'amore mi era sempre mancata. Come nel 2017, quando iniziavo l'università ed ero tranquilla e mi accorgevo di essere cambiata, di aver perso familiarità con l'ansia sociale e con gli attacchi di panico, ma di essere comunque un po' spaventata da tutta quella serenità perché era una dinamica che non conoscevo, perché credevo di aver bisogno del conflitto per evolvermi e realizzavo di sentirmi un po' in trappola, di essere incastrata in una relazione che non cresceva con me, di stare con una persona che provava gelosia e invidia di fronte alla mia capacità di superare i limiti, di aprirmi alle persone come non ero mai stata in grado di fare, di aver messo un po' meno radici e di aver camminato con un po' più di leggerezza, come di passaggio. E mi accorgevo di avere di fianco qualcuno che mi attraeva ancora ma mi piaceva sempre meno, che non mi colpiva più quando parlava con persone nuove nel mezzo di una cena e lo vedevo come se fossi una degli altri, come se lo stessi conoscendo allora per la prima volta e ciò che provavo era: nulla, se non un po' di fastidio per tutti i difetti che iniziavo a tollerare con fatica. Come nel 2018, quando quel senso di oppressione si era concretizzato e il cinque settembre prendevo un aereo per Bordeaux e me ne andavo, imparavo a respirare ricominciando da capo, facevo i conti con tutte le debolezze che in adolescenza mi avevano portata a odiarmi. Come nel 2019, quando era chiaro che non avrei mai trovato pace per più di sei mesi senza avvertire un senso di mancanza che svuota e riempie, senza il bisogno di cambiare aria, di abbandonare qualcosa a cui tenevo o di farmi carico di problemi irrisolti per impedirmi di adagiarmi, e che questa inquietudine aveva condizionato in modo irreversibile il mio modo di vivere le relazioni romantiche. Tornavo ad avvicinarmi mentre dall'altra parte percepivo la distanza, poi il giro cambiava nuovamente e questa altalena sembrava il mio sport preferito, ma solo perché il tentativo di capirsi era fallito. Chiudevo quel pezzo di vita durato anni e me ne andavo di nuovo in un posto esotico, da sola, mi distraevo, ma al mio ritorno era autunno inoltrato e trovavo ad aspettarmi un altro episodio depressivo, un'ansia ingombrante e quasi invalidante. È stato questo a costringermi a pensare ad altro, a non farmi piangere troppo sulla fine di un capitolo anche mentre mi sentivo mutilata, perché, oltre quel dolore, in gioco c'era tutta la mia identità racchiusa in una mente dilaniata da disturbi
incontrollabili. Pensavo ad altro, infatti, quando ho iniziato a rivivere le emozioni come non mi capitava da tempo, istintivamente, senza pensare ad esse quando non c'erano e senza essere infastidita dalla loro presenza quando mi accompagnavano, con innocenza quasi. Pensavo ad altro quando, a fine estate, leggevo la campana di vetro e parallelamente uscivo dalla campana che io stessa mi ero costruita, iniziavo ad accorgermi delle persone, della loro complessità, ma anche della spontaneità con cui potevo costruire e decostruire il mio modo di legarmi, senza sentirmi condannata. Pensavo ad altro anche nell'autunno del 2020, messa a dura prova dall'universo, un po' più consapevole ma anche più scettica, indipendente e al tempo stesso dipendente dall'immagine idealizzata della persona che aveva risvegliato in me la capacità di innamorarmi. La conoscevo meglio, quella persona, e sapevo che ero innamorata davvero, ma che ci sarebbe sempre stato uno squilibrio di potere tra noi, che quell'incertezza mi dava l'adrenalina necessaria per sentirmi viva e intera ma mi precludeva la possibilità di fidarmi, di costruire qualcosa di duraturo. E tutto si dileguava appena prima di ricadere in un lungo inverno di isolamento, in una casa nuova che iniziavo a sentire mia ma che appariva un mondo a parte, estraneo alla città che la circondava. Come a settembre del 2021, dopo un anno fatto di ripetizione di gesti, persone nuove, successi e insuccessi che, nel complesso, hanno avuto somma zero. Nessun dramma, nessun sollievo, solo tanta ripetizione, retorica del lavoro su me stessa come unica consolazione, quella di saper cucinare meglio e ambientarmi in grandi città e vivere nel mondo un po' di più e aver lasciato dietro di me zaini pesanti e chiedermi come potessi vivere con quella paura di socializzare. Ma, in fondo, niente che mi abbia fatto sentire abbastanza felice da volerne ancora, niente che non sia stato calcolato, che mi abbia permesso di lasciarmi andare, di mettere in pausa il freddo ragionamento su costi e benefici di ogni scelta. A settembre del 2021 torna anche lui, dopo che, per un anno intero, o forse due, ogni persona che incontravo, a ogni delusione, mi portava ad aggiungere un tassello al mosaico del suo ricordo, e nessun sentimento reggeva mai il confronto con ciò che ero riuscita a provare, in modo così dirompente e inaspettato, per qualcuno che non era ancora parte della mia vita. Torna anche lui e quando leggo il suo messaggio divento cosciente di ogni capillare del mio corpo, perdo un attimo l'equilibrio e il battito e poi ritorno in me, misuro attentamente le parole e i silenzi, misuro le attese. Poi succede che anche leggere il suo nome è immaginare il tono della sua voce, il suo sguardo e il movimento delle sue sopracciglia diventa abitudine, e per quei minuti o quelle ore in cui ho il controllo, tutta la matassa emotiva si affievolisce e metto in discussione ciò che pretendevo di definire amore. Ma è solo un'illusione: non appena rispondo, facendo un passo verso di lui, il potere torna nelle sue mani e io torno a provare quella trepidazione in ogni parte del corpo che mi fa venire voglia di scrivere di lui, più che a lui, perché questo è ciò che ho sentito la prima volta e che continuo a sentire, come un bisogno fisiologico di dare forma a un concetto, al tempo stesso incredibilmente astratto e tragicamente carnale, troppo pesante da portarmi dietro. Eppure, mi sento stanca. E aspetto che la stanchezza superi la determinazione di inseguire sempre ciò che non posso avere.
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