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#Michele Montanari
perfettamentechic · 1 year
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11 luglio … ricordiamo …
11 luglio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2021: Renée Deneuve, all’anagrafe Jeanne-Renée Deneuve, attrice teatrale e doppiatrice francese. Era la madre delle attrici Catherine Deneuve e Françoise Dorléac. Si sposò con l’attore Aimé Clariond, da cui ebbe una figlia, Danielle. In seguito si sposò con l’attore Maurice Dorléac, dal quale ebbe le celebri attrici Françoise Paulette Louise Dorléac, Catherine Fabienne Dorléac nota come Catherine…
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luegootravez · 6 months
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Michelle Gutknecht by © Matteo Montanari
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Lavoro a 15.000 eritrei nell'Eritrea italiana gestita dalle donne
Lavoro a 15.000 eritrei nell’Eritrea italiana gestita dalle donne
QUELLO CHE SI E’ VOLUTO DIMENTICARE. Chi sfoglia la “GUIDA COMMERCIALE DELL’ERITREA” che appare per la prima volta ad Asmara nel 1946, per iniziativa dell’editore Angelo Gnarini,si trova dinnanzi ad un bilancio ricco e inatteso. “Non appena la tormenta bellica che sconvolse il mondo si è allontanata da queste terre – si legge nella presentazione – gli uomini di buona volontà hanno ripreso una…
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gregor-samsung · 2 years
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PERCHÉ VENIAMO A SCUOLA ORA
A poco a poco abbiamo scoperto che questa è una scuola particolare: non c’è né voti, né pagelle, né rischio di bocciare o di ripetere. Con le molte ore e i molti giorni di scuola che facciamo, gli esami ci restano piuttosto facili, per cui possiamo permetterci di passare quasi tutto l’anno senza pensarci. Però non li trascuriamo del tutto perché vogliamo contentare i nostri genitori con quel pezzo di carta che stimano tanto, altrimenti non ci manderebbero più a scuola. Comunque ci avanza una tale abbondanza di ore che possiamo utilizzarle per approfondire le materie del programma o per studiare di nuove più appassionanti. Questa scuola dunque, senza paure, più profonda e più ricca, dopo pochi giorni ha appassionato ognuno di noi a venirci. Non solo: dopo pochi mesi ognuno li noi si è affezionato anche al sapere in sé. Ma ci restava da fare ancora una scoperta: anche amare il sapere può essere egoismo. Il priore ci propone un ideale più alto: cercare il sapere solo per usarlo al servizio del prossimo, per es. dedicarci da grandi all’insegnamento, alla politica, al sindacato, all’apostolato o simili. Per questo qui si rammentano spesso e ci si schiera sempre dalla parte dei più deboli: africani, asiatici, meridionali, italiani, operai, contadini, montanari. Ma il priore dice che non potremo far nulla per il prossimo, in nessun campo, finché non sapremo comunicare. Perciò qui le lingue sono, come numero di ore, la materia principale. Prima l’italiano perché sennò non si riesce a imparare nemmeno le lingue straniere. Poi più lingue possibile, perché al mondo non ci siamo soltanto noi. Vorremmo che tutti i poveri del mondo studiassero lingue per potersi intendere e organizzare fra loro. Così non ci sarebbero più oppressori, né patrie, né guerre.
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Brano tratto dalla lettera dei ragazzi di Barbiana ai ragazzi di Piadena dell’1 novembre 1963 raccolta in:
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Milano, A. Mondadori (collana Oscar n° 431), 1976 [1ª Edizione: 1970]; pp. 170-171.
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Anna Goryachova was born in Leningrad (Saint-Petersburg). In 2008 she graduated with distinction from the Vocals Faculty of the Rimsky-Korsakov St Petersburg State Conservatory (class of Tamara Novichenko and subsequently class of Galina Kiseleva). From 2009 to 2011 she trained under Renata Scotto and Anna Vandi at the Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Rome) and also under Romualdo Savastano at the A.R.T. Musica academy (Rome). From 2008 to 2011 Anna was a soloist at the Mikhailovsky Theatre and the St Petersburg Chamber Opera. In 2010 she was nominated for Russia’s Golden Mask National Theatre Award for her performance of the role of Donna Elvira in the opera Don Giovanni staged by Yuri Alexandrov. In 2011 under the direction of Alberto Zedda she made her debut at the Vlaamse Opera (Flemish Opera) in Antwerp as the Marchesa Melibea (Il viaggio a Reims, Mariame Clément’s production). From 2012 to 2017 Anna was a soloist at the Opernhaus Zürich, where she performed the roles of Adalgisa (Bob Wilson’s production of Norma), Rosina (Rossini’s Il barbiere di Siviglia), Polina (The Queen of Spades), Magdalena (Die Meistersinger von Nürnberg), Zerlina (Don Giovanni), Eustazio (Handel’s Rinaldo), Zelim (Vivaldi’s La verità in cimento), Masha (Eötvös’ Three Sisters), Marchesa Melibea and so many others. She has collaborated with such conductors as Teodor Currentzis, Nello Santi, Fabio Luisi, Alain Altinoglu, Enrique Mazzola, Riccardo Frizza, Ottavio Dantone, Stefano Montanari and Daniele Rustioni among others. Took part in the world premiere of Christian Jost’s opera Rote Laterne (2015). In 2012 Anna sang the role of Alcina (Orlando paladino) at the Théâtre du Châtelet in Paris and made her debut at the Rossini Festival in Pesaro (Italy) as Edoardo (Matilde di Shabran) staged by Mario Martone and conducted by Michele Mariotti. In 2020 at the Grand Théâtre de Genève she sang the roles of Angelina (La Cenerentola) and Sesto (La clemenza di Tito, staged by Milo Rau) in addition to making her debut at the Vienna State Opera in the role of Olga (Dmitri Tcherniakov’s production of Eugene Onegin); in Vienna she subsequently performed the roles of Angelina and Carmen. In 2022 as Angelina she made her debut at the Mariinsky Theatre (St.Petersburg). In the 2020–21 season Anna received Valencia’s “Best Mezzo-Soprano of the Season” award for the role of Angelina in La Cenerentola, staged by Laurent Pelly at the Palau de les Arts Reina Sofía. We all know that this has been a pretty tough time for the socio-political environment, which affected also the arts in a considerable way, and it was so beautiful to see you and your Ukrainian colleague hugging each other during the standing ovation. What do you think about this matter, about the way theaters, but also the society, took actions towards the Russian artists? Honestly, during these 3 months I have never found any change of attitude from my colleagues, nor from the theaters. The political conflict should not affect the cultural environment. Indeed, you all seemed such an united team on stage and behind it! Was it your first Carmen in the amazing production of Calixto Bieito, which such a passionate stage parter as Vittorio Grigòlo, for his debut at Don José? There was such an amazing energy coming from the stage towards us, in the audience! Thank you so much, I already sung in this production in Madrid in 2017. It’s a very intense staging. And I was very much touched to see the standing ovations in Wiener Staatsoper every evening. I never met Vittorio before and we really enjoyed playing and singing together. It was a perfect artistic match, I think! I adore Vittorio! He is not only an incredibly talented artist, but he is also a very nice person offstage. And his role debut was sensational! reposted from https://opera-charm.com/
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atomheartmagazine · 2 years
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Nuovo post su Atom Heart Magazine
Nuovo post pubblicato su https://www.atomheartmagazine.com/arrivederci-berlinguer-in-anteprima-a-cinemazero-il-2-aprile/
"Arrivederci, Berlinguer!" in anteprima a Cinemazero il 2 aprile
La musica di Massimo Zamboni e il girato di alcuni tra i maggiori cineasti italiani: “Arrivederci, Berlinguer!” unisce questi ingredienti in un cineconcerto in anteprima assoluta a Cinemazero, per il gran finale della XVI edizione del Pordenone Docs Fest, domenica 2 aprile 20:45. I quasi quarant’anni dalla morte di Enrico Berlinguer, avvenuta nel 1984, sono l’occasione per ricordare la sua assenza, senza eccesso di nostalgia, e consentono di ripensare e raccontare la figura di un politico capace di parole pesate e dense, partecipato e partecipante. Produttori del film-spettacolo, per la regia di Michele Mellara e Alessandro Rossi, sono lo stesso festival e l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, in collaborazione con Mammut Film. Sul palco, accanto a Zamboni, alla voce e chitarre, ci saranno Erik Montanari e Cristiano Roversi. 
“L’addio a Enrico Berlinguer“, il film corale sui suoi funerali, realizzato all’epoca, tra gli altri, da Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Silvano Agosti, Roberto Benigni, Carlo Lizzani, Luigi Magni, Giuliano Montaldo, Ettore Scola e Gillo Pontecorvo, è stato rimontato e attualizzato, arricchito di materiali inediti, per mostrare il rapporto umano, caldo e vivo, che il politico riuscì ad avere con le masse popolari. Nella nuova versione, è un film che guarda in avanti, che non vuole celebrare ma dare spunti: per riflettere su cosa significa fare politica, viverla come comunità e in prima persona: oggi urgenza quanto mai necessaria. 
«L’umanità della figura di Berlinguer restituisce dignità, integrità e forza alla politica. Lo raccontiamo a partire dalla grande partecipazione popolare al suo funerale, – spiegano i registi. – Nel nuovo assemblaggio, a intervallare i tempi espansi della lunga cerimonia, abbiamo inserito alcuni suoi interventi che riguardano i temi che ci sembravano più vicini all’oggi: generazioni, donne, famiglia, questione morale, lavoro, e su cui ebbe parole  ancora di estrema attualità, che continuano a farci riflettere». 
Le immagini, provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, sono state girate per lo più in pellicola, tra le fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta, soprattutto durante convegni e appuntamenti pubblici a cui prese parte Berlinguer. Mostrano l’uomo politico, nella sua veste istituzionale, concedendo poco al privato. Il leader viene rappresentato sempre – forse, a volte, con una dose di serietà eccessiva – nei momenti ufficiali, nell’impeto oratorio di un comizio, nell’incontro di sezione con i militanti del partito. A questi filmati, però, se ne aggiungono alcuni che lo ritraggono nella vita privata, più caldi, momenti che restituiscono, almeno in parte, l’umanità e le fragilità dell’uomo. 
Il montaggio del nuovo film, “Arrivederci, Berlinguer!”, è pensato in chiave emozionale, per coinvolgere il pubblico poggiandosi sulle composizioni musicali e la chitarra di Massimo Zamboni: la reiterazione del gesto, le folle, la commozione delle donne, dei politici, delle masse operaie, degli ultimi e dei capi di stato, i pugni alzati: tutto questo diventa sinfonia visiva e musicale allo stesso tempo.
Dopo la prima a Pordenone, il cineconcerto inizierà il suo tour in altre sale italiane e il film, con le musiche di Zamboni, verrà distribuito il prossimo anno. 
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Michele Montanari canta Una zingara m'ha detto (1939)
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thewasteland2 · 2 years
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Lucca (Tuscany). Art expressions in churches. I break a spear for a "secular" instagram (a term that I am not enthusiastic about, but which historically I prefer to "confessional" and "clerical"). In this sense I share the ideas of Tomaso Montanari - art historian, rector of the University for foreigners of Siena, anti-fascist, close to the ideas of Don Milani - according to which most of the artistic treasure is present in the churches, which however are often closed and when they are open they can be visited for a fee ... Montanari claims that the churches are the real art exhibitions, much more than those as such, moreover where art is placed in hybrid atmospheres. Lucca is full of churches, like many other cities. At this juncture we see (strictly closed, also for reasons of hour...): santa Maria forisportam (12th century, also called santa Maria bianca), san Cristoforo (11th century, with decisive alterations in the 12th and 14th centuries), san Michele in foro (VIII - XI - XIV century). The three churches recall the Pisan Romanesque style and see Guidetto among the builders. #style #instagram #see #treasure #reason #atmosphere #expression #builders #lucca #tuscany #toscana #art #churches #break #ideas #sense #university #artistic #travel #traveling #visiting #instatravel #travelling #tourism #instatraveling #travelgram #travelingram #massimopistis #sovVERSIvi #estremisti Information for the purchase of my new book "Extremists!": The book at a cost of 12.00 euros (120 pages), can be ordered in the bookstore (ISBN 978-88-591-5719-9 - Editore Aletti) or requested to the e-mail [email protected] with additional postage (currently 1.28 euros - fold of books). https://www.instagram.com/p/CkEGe48D7dP/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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sydmorrisonblog · 2 years
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LA CADUTA DEGLI ANGELI RIBELLI - Agostino Fasolato (Palazzo Leoni Montanari di Vicenza)
Pare che esistano due Agostino Fasolato, entrambi tagliapietre, operanti circa negli stessi anni nel territorio veneto. Un Agostino pare avesse un taglio più rustico della pietra, un lavoro tutto sommato dignitoso ma modesto. L’altro Agostino invece aveva un approccio decisamente più virtuoso, un rapporto col marmo più intimo. Potrebbe però essere lo stesso unico Agostino che esercitava due tracciati della propria personalità. La caduta degli angeli ribelli è una scultura con sessanta figure che provengono tutte da un blocco unico di marmo di Carrara. Da un solo uniforme blocco deriva la scrematura tra bene e male, tra divino e satanico. Arrivando davanti a questa piramide bianca avrete il desiderio di entrare in quel vortice, di capire se esiste in tutto questo complesso un solo punto di divisione. Non esiste alcuna separazione, tutte le figure hanno un punto finissimo e impercettibile che le unisce, se anche paiono libere, sono legate insieme dall’origine. 
La caduta degli angeli ribelli entra nel nostro occhio ribaltata, San Michele è a testa in giù, e solo grazie al nostro nervo ottico lo riportiamo alla sua origine verticale, per gravitazione lui vola, è Satana che cade. Dalle ali alle corna, dalla spada al forcone: sono sempre appendici di una stessa struttura. San Michele e il diavolo combattono contro sé stessi, contro una stessa comune origine.
La caduta degli angeli ribelli siamo noi. Siamo l’uomo che scegliamo di essere, che combatte contro l’uomo che in realtà è, che è diverso ancora da quello che mostriamo. Siamo tutti San Michele e Satana, siamo esattamente in queste sessanta figure esasperate, siamo continuamente nello iato della scelta.
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perfettamentechic · 3 years
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11 luglio … ricordiamo …
11 luglio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic #felicementechic #lynda
2010: Gisella Passarelli, giornalista, poetessa e scrittrice italiana. Visse ed operò perlopiù a Milano, ottenendo vari riconoscimenti e premi giornalistici e di poesia. (n. 1913) …Poesia poesia dove mi conduci a meditare con l’abito della gioia e lo smarrimento dell’essere quando tutto accade fra notte e giorno e tu intingi la penna nella tua ispirazione e segni un punto nell’iride del sole e…
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isabelcostasixties · 8 years
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Swinging Paris in June 7, 1967 Michele Montanari, Star Of The Music Hall School Of The Olympia. Paris. Photo by Jean-Claude Deutsch, Paris Match
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bluebandit16 · 6 years
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Claudia D'Acunzo - Roma Videoclip XVI edizione
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Squad!au - Introduzione
Ciao a tutti! sono Asia e da sei mesi a questa parte vivo esclusivamente di headcanon e au in compagnia della mia twin Milena <3
Ciao sono Milena e commenterò questo post scritto da Asia in corsivetto
La squad!au è nata dal mio impellente bisogno (la stramaggioranza delle nostre au sono nate da miei impellenti bisogni che santa Milena asseconda) (mi piace che riconosci che sono una santa) di vedere Ermal, Fabrizio ed altri magiki amiki in un contesto alla Friends, HIMYM, SKAMItalia Uni edition e quindi eccola qui.
è complicata, ragazz* miei, ed è lunga, molto lunga. Copre, più o meno, un arco temporale che va dai cinque ai dieci anni, quindi esporla tutta sarà difficile e ci vorrà tempo, so... iniziamo dai nostri protagonisti.
Andiamo in ordine di santità, quindi parliamo di Marco Montanari. Lui è basic!Macco, mamma chioccia per eccellenza, mememaster del gruppo, appassionato di musica e infatti frequenta il conservatorio ed è polistrumentista. Uno dei suoi pochi talenti (a parer suo) è proprio quello di essere in grado di suonare qualsiasi strumento gli capiti tra le mani. L’altro è quello di avere la bestemmia molto difficile, nonostante le sue origini romagnole. È infatti un fervente cattolico, cosa che gli procura diversi problemi nell’accettare di essere gay e di avere un’enorme cotta per il suo coinquilino...
...Michele Bravi! Sì, credevate che fosse Ermal e invece no, chupa! (Che poi la storia di come si trovano a essere coinquilini fa ridere sopratutto per la cosa del trasferimento lmao) Michele è il più giovane del gruppo (ma non il più pykkolo, a lui arriviamo dopo) e ne fa parte solo per il suo essere il coinquilino di Marco e benefattore di qualcuno di cui parleremo nel prossimo punto. Michele è ricco di famiglia, ma se ne frega, quindi fa sempre regali costosissimi che mettono in imbarazzo i suoi amici (tranne uno). È sarcastico af e non sopporta che gli venga rimarcato che fa parte del gruppo solo per Marco (cosa che Ermal fa spesso, perché è strunz). Michele studia architettura e i suoi altri interessi risiedono nell’arte, nell’aesthetically pleasing, nel molestare la vita a Marco, nella musica, nell’ammirare Ermal senza ammetterlo, nel consolare le sue amiche (non che sia davvero un suo interesse, è che è caritatevole), nel giocare continuamente il gioco delle coppie (shippa più che respirare. Sì, è uno di noi) e nei film Disney. Tutti i film Disney (ma Coco un po’ di più).
Arriviamo a uno dei due membri del gruppo senza il quale questo non esisterebbe (ma questa è un’altra storia): Francesco Gabbani. Scroccone di professione, riceve una paghetta settimanale di 50 euro da Michele e nessuno ha capito perché (i genitori approvano perché bravo Michele aiuta i poveri. Che poi gabbani non è povero è solo approfittatore ), questo in aggiunta al suo vivere abusivamente a casa di Marco e Michele (il che non è un problema solo perché l’appartamento è dei signori Bravi) (chiamalo appartamento è un cazzo di attico) da quando è stato sfrattato perché non pagava le bollette e le sue coinquiline non lo sopportavano più. Gabba studia “linguaggi della musica e dei media”: cosa sia non l’ha capito nemmeno lui, dato che dà un esame ogni morte di papa, perché è più divertente infastidire gli altri o dormire. Se la squad!au fosse una serie tv/sitcom, lui ne sarebbe il narratore, senza essere però il Ted Mosby della situazione, perché quella è…
…Annalisa Scarrone. Sì, lo so, vi starete chiedendo cosa ci fanno tutti questi qui. Ci sono e basta, perché siamo trash, molto trash. Annalisa è alla continua ricerca del vero amore, che puntualmente le sfugge tra le mani quando ha a che fare con l’ennesimo stronzo che la lascia senza motivo (o per fin troppi motivi, come piace rimarcare a Marco) (o per un solo motivo, come vedremo poi). Svampita, all’apparenza fredda ma in realtà molto dolce, studia fisica, nonostante fosse destinata a molto di più, ma non le piace pensarci. è la più grande nemica di se stessa, per la quale non nutre troppo amore, nel senso che dire “ha zero autostima” è un eufemismo.
Ermal, con cui vive dal primo anno di università, ha preso come missione personale quella di farle cambiare idea. E questo è un tratto della personalità di Ermal che è molto importante in questa au. È sottone, ma tipo in modo imbarazzante. E tutti posso vederlo, a livello che spesso “l’affetto” per Annalisa sembra essere l’unico tratto della sua personalità. Ermal è il nostro caro Ermal. Permaloso e - come si dice in Italy - stronzo fino all’inverosimile, abilissimo con le parole (anche fin troppo, a detta di Marco), studia lingue perché (oltre che per Annalisa) è sottone per la linguistica, ma sogna di mollare ogni due per tre, perché cosa voglia davvero dalla vita non lo sa (o cerca di ignorarlo in ogni modo, perché di secondo nome fa “Denial” ed ha la tendenza ad ignorare ciò che gli fa paura). Ed è falso, ragazz*, falsissimo (una moneta del monopoly da 17 Euro è realistica in confronto), tanto che per fargli ammettere di avere una cotta ci sono volute innumerevoli fatiche (ma questo lo vedremo nel prossimo post)
Ovviamente la cotta è nei confronti di Fabrizio Mobrici, l’attraente barista del Tre Capelli, il bar che, fin dal primo anno di università, la squad usa come ritrovo. Anche detto Santo Bizio da Pietralcina, Fabrizio porta pazienza, tanta pazienza. Specialmente con Ermal, per cui stravede e con il quale sta da poco, nel senso che sono usciti quattro volte e il loro primo appuntamento nemmeno era voluto. Il vero grande amore di Fabrizio, oltre alla chitarra, è la sua tazza de a Lazio, tazza che rischia sempre di fare una brutta fine, visto che...
Alessandra, la sua migliore amica, che lo ospita nel suo non avere un’abitazione fissa al momento, è una romanista incallita. Ed odia quella tazza tanto quanto ama Fabrizio, quindi molto. Alessandra - e cito letteralmente la ff di Milena (andatela a leggere) - vive d’ardore. Non c’è niente che faccia con pacatezza perché lei niente di pacato ha. Alessandra è il tipo di ragazza che ti rovina un’agognato limone una serata in discoteca perché un tipo continua a palpare insistentemente una ragazza che palesemente non vuole, quindi il tipo va fermato e va fermato con una gomitata tattica in faccia, gomitata che si trasforma in una rissa in cui lei urla e tira calci all’Arya e Fabrizio e Francesco le prendono. Alessandra è la mamma del gruppo e senza di lei, loro cosa sono?
Un’altra con l’istinto materno è Anna. (Anna povera figlia mia) E questa è probabilmente l’unica cosa che ha in comune con Alessandra, perché se lei è una lattina di Coca Cola agitata e pronta a scoppiare, Anna è una bottiglia d’acqua, limpida, calma, che c’è sempre quando hai bisogno di lei e ti “soddisfa”, nel senso che è lì per te e ti aiuta. Anna è maglioni enormi e caldi, Anna è una tazza di tè in autunno, quando inizia il freddo e fuori piove, Anna è il silenzio in biblioteca mentre ti perdi a leggere il tuo libro preferito o sei davvero interessato a ciò che stai studiando. Anna che sobbalza quando qualcuno ride troppo forte o si avvicina troppo. Anna che ringrazia di aver incontrato Marco quel giorno e di avere degli amici adesso, anche se con loro sembra non avere nulla da spartire. Anna che è l’essere più dolce e zuccheroso del pianeta e se la batte forse soltanto con...
Andrea. Vige. Lui non lo fa apposta, davvero. è soltanto che l’aria da bambino dell’asilo che vuoi proteggere ce l’ha attaccata in faccia, lo sapete no? Andrea è il più pykkolo del gruppo, anche se è un anno più grande di Michele (che è il suo best friend). Andrea abita con un gruppo di ragazze che lo adorano, perché in casa fa tutto lui. Ed è davvero un angelo sceso in terra, tanto che Ermal, Ermal, l’ha segnato sul telefono come “Cucciolo”. Ermal, eh. è impossibile non volere bene ad Andrea. Quindi è giusto chiudere con lui, perché così siete soft e mi faccio voler bene anch’io. Sfrutto la luce riflessa di Andrea, skst
Milena vi deve anche dire, ragazzi miei, che questi sono i nostri protagonisti /principali/. Poi ci sono gli altri, tipo la indie squad. Capeggiata da Calcutta, che sta con Alessandra e nessuno ha mai capito come e perché. E poi c’è Rinald. Rinald che è la mascotte del gruppo e quando viene a trovare Ermal scoppiano i Kasini perché è un birbante di quelli potenti. E insomma, i kasini Tm sono anche quelli che faremo per spiegare la trama. Chiamatela trama, dieci anni di vita. Io boh.
E questo è tutto, per ora. Ovviamente ci sono altri personaggi e situazioni e kose che verranno inserite poi (anche da Milena, se vorrà) e piano, perché insomma raga sta roba è oro. Me lo dico da sola, sì. è oro a tal punto che io, insicura cronica, me lo dico da sola, avete capito bene. 
Ci vediamo alla prossima, per scoprire come la squad ha fatto capitolare Erma Denial Meta
ho inserito talmente tanti foreshadowing che piango malissimo
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crazy-so-na-sega · 2 years
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la caduta degli angeli ribelli è scultura alta quasi due metri ricavata da un unico blocco di marmo
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L'opera, realizzata dello scultore padovano Agostino Fasolato, è una piramide di sessanta figurine scolpite in un unico pezzo di marmo di Carrara alto quasi due metri e si trova al centro della sala di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza.
La scultura rappresenta il combattimento tra l’esercito del bene e quello del male, tra l’arcangelo Michele, con la spada sguainata e lo scudo legato al polso con inciso QVIS UT DEVS, e da Satana, così come raccontato nell’Apocalisse di Giovanni.
Il resto delle figurine, alte circa 30 cm ciascuna, rappresenta la moltitudine degli angeli ribelli scacciati dal paradiso e divenuti di conseguenza "angeli caduti" come Lucifero, tra i quali si muovono anche altre creature demoniache come draghi e serpenti.
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magari ci fosse un rigurgito del genere.....:-(
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abr · 3 years
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La lista dei firmatari dell’appello “anche noi coglioni dobbiamo sentirci pienamente rappresentati nel governo Draghi”: sono 130, una "manifestazione di vicinanza" voluta dallo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni e che ha riunito personalità come Don Luigi Ciotti, Antonio Scurati, Gianrico Carofiglio, Corrado Augias, Michele Serra, Gian Carlo Caselli, Francesco Guccini, Gabriele Salvatores, Neri Marcorè, Ferzan Ozpetek, Gabriele Lavia, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Monica Guerritore, Tomaso Montanari, Moni Ovadia, Domenico De Masi, Gianfranco Pasquino, Nadia Urbinati, Gianfranco Viesti, Norma Rangeri, Marco Travaglio, Andrea Scanzi, Gad Lerner.
E’ bello, naturale per il gregge sinistro sentirsi guidati dalle avanguardie latranti. 
Sull’altro lato della barricata ideale, noi Deplorabili troppo impegnati a coltivare i nostri piccoli o grandi successi personali e/o di converso a inseguire i nostri guai, noi non ci incazziamo, sorridiamo Maria: non avendo tempo da perdere approfittiamo delle cortesi indicazioni dei loro coglioni in capo, con l’accortezza di dirigerci a 180 gradi rispetto alle stesse. E sentitamente ringraziamo. 
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corallorosso · 3 years
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La Croce Rossa di Susa: “Qui tra le nevi censiti in 1.077 in un mese: sempre più i bambini” DI GAD LERNER Solo nel novembre scorso la Croce Rossa di Susa ne ha censiti 1.077, tra adulti e bambini. Non c’è stanzialità. Per raccogliere le forze i migranti si fermano una notte, raramente due, e poi sfidano la montagna nella speranza che il buio li aiuti a eludere i controlli della polizia di frontiera francese. Giovedì, per dire, un ragazzo algerino è finito nella Dora, alle Gorge di San Gervasio, quando saranno state le nove di sera. Se l’è cavata grazie al Soccorso alpino. Gli sciatori che ci vanno di giorno sanno che si tratta di un luogo bellissimo, tra Cesana e Clavière. Ma di notte puoi morirci assiderato. A raccontarmi il suo inverno valsusino fra i turisti e i migranti, sotto la neve che cade fitta, è un giovane uomo di 29 anni, Michele Belmondo, nativo di Bussoleno. (...) “Da quando la Francia ha sospeso il trattato di Schengen e richiuso le frontiere – racconta – abbiamo conosciuto diversi tipi di viaggi della disperazione. Dapprima, soprattutto intorno a Bardonecchia, africani giovanissimi e inesperti che sfidavano la sorte in scarpe da ginnastica. D’estate è più facile. Ma questi la neve non l’avevano mai vista, e d’inverno si avventuravano in zone a rischio valanghe”. Continua a ricordare Michele Belmondo: “Dopo sono arrivati i ragazzi che speravano di ottenere protezione umanitaria in Italia, spinti a cercar fortuna altrove dai decreti Salvini. Meno sprovveduti, pensavano di cavarsela a scavalcare le Alpi, grazie alla app del telefonino. Se respinti, ritentavano subito: i più ce l’hanno fatta”. E adesso? “Ora dalla rotta balcanica stanno arrivando famiglie numerose, magari separate in gruppi diversi. Questi sanno già cos’è la neve, ma ciò rende più difficile dissuaderli dall’affrontare la traversata in una notte d’inverno. Se li immagina, al buio in marcia coi bambini sulle spalle?”. (...) I montanari non si fanno troppe domande politiche quando c’è di mezzo la vita delle persone. Cercano di fargli capire quanto possano essere pericolosi un orrido, una forra, le trappole nascoste in un passaggio di neve fresca. Sono stranieri diversi da quelli benestanti che, per fortuna, tornano a riempire gli alberghi di Sestrière, Sansicario, Cesana, Sauze d’Oulx? Pazienza, che siano poveri non fa paura. Però c’è bisogno di tutto per garantire loro la sopravvivenza in alta quota. (...) Facciamo un po’ di conti: “Il kit di assistenza comprende una coperta termica, mascherine chirurgiche, gel lavamani, acqua, barrette energetiche, scaldamani/piedi e poncho antipioggia. Costa 10 euro”. Il primo obiettivo della Fondazione è di acquistarne 500. Poi c’è la fornitura di pasti e bevande autoriscaldanti: “Ogni fornitura costa 5 euro”. Per questo, l’obiettivo della Fondazione è di acquistarne almeno mille. È solo l’inizio, contiamo sulla generosità dei lettori.
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