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vvhiteangel-warframe · 5 months
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Actualités Warframe de la Semaine ! Quoi de beau du 13 au 19 Mai 2024 ?
Les Actus de la Semaine ! L’Édito FIN DU NORA MIX VOL.5 & UN PEU DE CONTENU ! C’est une semaine sous le signe du NEUF ! De la màj ! Des choses à se mettre sous la dent. Le Mercredi 15 Mai, vous pourrez mettre la main sur deux nouvelles armes de Liche Kuva / Soeur de Parvos en plus de la nouvelle saison de Nora ! Qui dit nouveau Mix de Nora, dit forcément nouveaux mods d’augmentation,…
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multiverseofseries · 7 months
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Tutti Tranne Te: il ritorno della grande rom-com americana?
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Tutto troppo bello per essere vero? Sì, ma va bene così, perché da un pò che non si vedeva una classica commedia romantica divertente, leggera e intelligente.
In Tutti tranne te di Will Gluck funziona tutto, dal cast alla più piccola battuta. E funziona perché parte da un presupposto affatto banale: legarsi alle regole della commedia romantica ma, allo stesso tempo, volerle superare, piazzandole in un film che mischia l'amore moderno ai conflitti generazionali, passando poi per una consapevolezza di sé possibile, anche, grazie all'aiuto di qualcun altro. E’ una rom-com che dimostra anche quanto il genere, dopo aver attraversato un crisi profonda (e la causa forse è da incentrare sopratutto alle produzioni streaming, che hanno svilito i toni con prodotti assai mediocri), abbia ancora tanto da dire e ritrovando un pubblico che finisce per ridere di gusto.
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Tutti tranne te: Glen Powell e Sydney Sweeney nel film
Senza voler esagerare, la commedia di Will Gluck prosegue il discorso iniziato già da Billy Wilder, e continuato poi, anche se con presupposti diversi, rispettivamente da Rob Reiner, Cameron Crowe, Nora Ephron fino ad arrivare a P.J. Hogan, regista de Il matrimonio del mio migliore amico, di cui Tutti tranne te è uno sfumato omaggio (che il cast ha rivelato durante le interviste è stato il film rivisto prima delle riprese). Paragoni chiari, ma senza volerli scopiazzare: come detto, la rom-com di Gluck, pur rimanendo fedelissima ai canoni, è nuova perché arriva in un momento di stasi, irrompendo con una carica talmente irruente da risultare irresistibile.
Parlando dei canoni e delle regole legate alle commedie romantiche americane. In Tutti tranne te (Anyone but you, titolo originale) ritroviamo tutto il repertorio: un matrimonio da tenersi dall'altra parte del mondo, in Australia per la precisione; le camicie di lino; due coppie di genitori bonari ma invadenti; l'ex fuori luogo; una spalla comica estemporanea; un colpo di fulmine, e due protagonisti che si amano senza saperlo. Al centro della sceneggiatura scritta da Will Gluck insieme a Ilana Wolpert ecco Bea e Ben, interpretati da Sydney Sweeney e Glen Powell.
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Tutti tranne te: Glen Powell e Sydney Sweeney nel film
La trama è più o meno questa Bea e Ben si conosco per caso, e passano la notte a chiacchierare. Lei ha lasciato la facoltà di giurisprudenza (senza dirlo ai suoi genitori), lui è un dipendente della Goldman Sachs. Si piacciono. Ma un malinteso, però, finisce per farli allontanare la mattina seguente. Si ritroveranno, sei mesi dopo, molto arrabbiati l’un con l'altra, quando la sorella di Bea, Halle (Hadley Robinson), sta per sposarsi con Claudia (Alexandra Ship), sorella di Pete (GaTa), miglior amico di Ben. Va da sé, che tutti sono invitati alle nozze. La destinazione? Sydney. Il week-end, però non parte per niente bene: E Bea e Ben, con i loro continui litigi, rischiano di mandare all'aria il matrimonio. Così Le famiglie escogitano uno strampalato piano per farli riappacificare.
Parlando di irresistibilità. Tutti tranne te, con i suoi colori saturi, i suoi paesaggi accesi, le sue spettinate arguzie, pensato proprio per un grandissimo pubblico, regala un'ora e mezza di salvifico divertimento. Per certi versi, la rom-com di Will Gluck è una sorta di regalo: ci distende, ci distrae, ci fa sognare. Un film che il pubblico meritava, nella sua giocosa rilettura di un genere di cui si è sentita la mancanza. Segnando forse il ritorno della grande commedia romantica americana, Tutti tranne te, nel suo profondo, si lega ad un linguaggio contemporaneo e generazionale. Qua e là, la sceneggiatura offre sferzate di affabile accusa contro le generazioni precedenti, ancora incollate a certi paradigmi (e incapaci di ascoltare i bisogni dei propri figli), e riflette su quanto al giorno d’oggi, le relazioni amorose, siano messe in pericolo da una latente negazione delle emozioni.
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Tutti tranne te, Glen Powell e Sydney Sweeney in un momento romantico
Emozioni interrotte e alterate dalla paura stessa di doversi aprire all'altra persona. Per questo, tra risate e tra le spassose trovate e placidi koala, Tutti tranne te sposta in avanti lo sguardo, guardando con una giusta prospettiva i suoi due protagonisti, impauriti da un'emotività che li ha portati ad essere indietro rispetto agli obblighi di una società votata sempre più alla perfezione. Con una parentesi: va detto però che molto probabilmente Tutti tranne te non sarebbe stato lo stesso senza Sydney Sweeney e Glen Powell; non sarebbe stato lo stesso film senza la loro alchimia e leggerezza. A tratti dolci, a tratti erotici e a tratti arruffati e indifesi, ma sempre legati da uno stupendo senso dell'umorismo. Quindi sì è vero la rom-com di Will Gluck riporta in sesto il genere, rivitalizzandolo, e puntando ad un costante senso di bellezza. Forse addirittura, troppo bella per essere vera.
In conclusione tutto troppo bello per essere vero? Sì, ma nel contesto del film creato da Will Gluck, si entra nella tipica rom-com americana, ridendo di gusto insieme a due grandiosi protagonisti, Sydney Sweeney e Glen Powell. Con un alchimia alle stelle e un'intesa che rende il film assolutamente da vedere.
Perché ci piace 👍🏻
- Sydney Sweeney e Glen Powell, grandiosi.
- Divertentissima e Leggera
- Classico repertorio da rom-com.
Cosa non va 👎🏻
- Se non amate il genere, passate avanti.
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scontomio · 1 year
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page-a-pages · 4 years
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Au coeur d’identités: Le Palais des orties de Marie Nimier, Fille de Camille Laurens
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Il y a vingt ans, c’était en 2000,  Henriette Zoughebi, alors directrice du Salon du livre de jeunesse, et le CPLJ-93 organisaient un colloque portant le titre “Féminin-Masculin, voyage au coeur des identités”, présenté de la manière suivante: “La différence des sexes, l’identique et le différent, structurent la pensée, la relation humaine, la culture. La relation à l’autre nous définit. Emprunter ensemble les chemins qui façonnent les comportements de chacun, sa relation à l’autre sexe, comprendre les jeux de la sexuation et de la mixité, les logiques d’identification familiales, culturelles, sociales, croiser les cheminements individuels et collectifs, s’aventurer plus avant sur ce territoire intime, sensible, vivant: telle est la proposition de ce périple au coeur des identités. »
A ce colloque s’étaient succédés Arlette Farge, Geneviève Fraisse, Michel Surya, Geneviève Morel, Christophe Honoré, Lydie Salvayre, Patrick Ben Soussan, Maryse Vaillant, Marie Nimier, Fethi Benslama, Philippe Alonzo, Camille Laurens, Thierry Guichard, Claire Simon et d’autres encore. Les deux journées avaient été closes par Julia Kristeva. Bien que n’ pas novice, j’avais été impressionnée par la qualité des interventions et la notoriété des intervenants. Je prenais et apprenais. A l’époque je n’avais encore lu ni Marie Nimier, ni Camille Laurens.
Le 20 août 2020, la Fondation Jan Michalski, à Montricher, invite Marie Nimier à parler de son nouveau roman, « Le Palais des orties », qui sort le jour même. Je l’ai lu et me réjouis de la réentendre. Quant à Camille Laurens, elle est présidente d’honneur du Livre sur les quais, à Morges, début septembre, et présente elle aussi son nouveau roman, « Fille ». L’une comme l’autre continuent à se questionner sur les identités, sur la femme.
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Marie Nimier. Fondation Jan Michalski © Wiktoria Bosc
Le Palais des orties
Dans la ferme familiale dont Simon, le mari de Nora, a hérité et où le couple élève deux enfants adolescents, on cultive l’ortie. La transition vers cette plante s’est effectuée au décès des parents de Fred. Ce choix, qui pourrait sembler écologique ou farfelu branché, a été induit par la nécessité de vivre, pour ne pas dire de survivre.  L’ortie pousse abondante et prolifère autour et bien au-delà du cocon familial, au gré des années qui filent, rythmées par le travail et les enfants à élever. Le fils, Noé, est un gentil garçon de treize ans, encore dans son monde, mais très manuel et toujours prêt à rendre service. Anaïs, sa sœur, dreadlocks et sarouel, sort tranquillement de l’adolescence. A dix-sept ans, les pieds sur terre, elle s’intéresse au monde, très à l’aise sur les réseaux de communication. Depuis peu, elle est interne dans un lycée agricole, mais continue à distance à participer à la vie familiale, voire à diriger la ferme, et souhaite développer la petite entreprise. La récolte des orties approche et les bras manquent. Anaïs a l’idée de brancher ses parents sur le woofing : contre le gîte et le couvert, un jeune offre ses forces de travail. Cette pratique permet de financer un voyage, par exemple, ou de découvrir la vie dans une ferme. C’est ainsi qu’un jour arrive Frederica d’on ne sait où, ni pourquoi.
Si Marie Nimier avait prévu d’écrire une histoire d’amour, elle s’est laissé entraîner sans trop s’en rendre compte à écrire sur le travail à la ferme et l’environnement familial, de sorte que, selon elle, le roman ne commence que bien plus tard. Pourtant, ces cent-cinquante premières pages sont un régal. En rendant son manuscrit à son éditeur, Marie lui a demandé de beaucoup élaguer le début – de désherber les mauvaises herbes ? - Lequel lui a répondu qu’il ne fallait surtout pas y toucher.
Fred débarque dans les premières pages et déjà l’équilibre de la famille s’en trouve bouleversé.
L’arrivée de Fred marque le début d’un cycle nouveau. Une page se tourne. Il devient important de se souvenir.
Après tout, c’est normal ! Jusqu’ici ils ont vécu entre eux. Le couple est fort, lié par l’enfance compliquée de l’un et l’autre. Simon est un taiseux, Nora semble très maternelle. On comprend que s’ils vivent là, cela n’a pas toujours été le cas et que c’est par la force des choses qu’ils se sont installés à la ferme du vivant des parents et y ont développé des racines, sans doute plus encore après la mort de ces derniers. Ils vivent de débrouille, dans leur réalité, même si, plus tard dans le roman, ils iront vers une forme d’utopie amenée par les idées de Fred et de leur fille Anaïs.
Nora observe, avertit le lecteur. Ce dernier se demande sur qui la foudre va tomber, du couple, des enfants, des voisins, du village…
Qu’elle s’en aille, je me dis. Trop belle pour travailler dans les orties.
Mais voilà… Nous n’avions pas les moyens de renvoyer une bénévole sous prétexte qu’elle était arrivée vingt-quatre heures en avance et que ses chevilles étaient plus fines que les pattes du chien.
Fred, la sans racines, reste et s’installe ; elle est travailleuse et a besoin d’être appréciée, aimée. Nora est sur la réserve. On la sent jalouse, mais de qui, de quoi ? Pourtant les rapports entre les deux femmes vont se tisser doucement dans les interstices du travail quotidien, y ouvrant des échancrures.
L’ortie, plante rudérale - elle pousse sur les décombre – et envahissante, migre et se moque des territoires, des frontières, des barbelés, du sang et de la poussière que l’on retrouve dans le roman. Les orties piquent, on ne les aime pas et on les arrache. Elles ont pourtant des propriétés intéressantes, bénéfiques. Tout comme Fred. C’est dans la chaleur et le vert de ses orties que Nora, la narratrice, réveille nos sens ; ses mots portent des images, des sensations. Sa sensibilité est contagieuse quand elle nous conte les semaines qui vont suivre, jusqu’au lendemain blafard. Le livre se referme sur la famille et le lecteur sait déjà qu’il en conservera des images fortes et sensuelles, cinématographiques.
Fille
Laurence Barraqué grandit avec sa sœur dans les années 1960 à Rouen. « Vous avez des enfants ? demande-t-on à son père. – Non, j’ai deux filles », répond-il. Naître garçon aurait sans doute facilité les choses. Un garçon, c’est toujours mieux qu’une garce. Puis Laurence devient mère dans les années 1990. Être une fille, avoir une fille : comment faire ? Que transmettre ?  Quittons la quatrième de couverture et entrons dans l’histoire de cette fille qui, presque dès sa naissance dans les années soixante, réalise qu’elle n’a pas la même valeur qu’un garçon. Il n’est que se pencher sur la langue française pour le comprendre, ce que fait abondamment, de façon chirurgicale et avec délectation, Camille Laurens au début de son roman qu’on sait – pour partie du moins – autobiographique. Que ce soit au niveau de l’éducation, du couple, de la place dans la société, tout est à faire. Et de rêver que dans sa chair, la femme ne soit plus blessée, que certains mots tels règles douloureuses, avortements, abus, accouchements difficiles, sexualité non consentie sortent, d’une certaine manière, du dictionnaire. Même si l’écriture et le ton sont très différents, on se souvient des romans d’Anne Ernaux dont le témoignage nous a appris et continue de nous apprendre à être femme.
Son roman, Camille Laurens le dédicace à sa merveilleuse fille. Tout au long de sa lecture, il faudra s’en rappeler car l’auteure n’épargne pas son lecteur, sa lectrice. « Fille » gratte où ça fait mal. Les jeux sur les mots s’enchaînent, ironiques. On aimerait rire jaune, prendre du recul et trouver l’apaisement. Elle, Laurence, le trouvera en apprenant petit à s’affranchir et à être mère de sa fille. Cela ne se fera pas tout seul et il lui faudra du temps pour se défaire de l’angoisse liée à cette enfant, au doux prénom d’Alice, qui, jusqu’à l’adolescence, voudra être un garçon. On pense alors au fils perdu à la naissance, celui de Laurence, de Camille, au trou béant qu’Alice peut-être a voulu combler. Mais foin de psychologie pour nous pencher sur le système narratif magistral utilisé par l’auteure.
Le premier chapitre relate la naissance de Laurence : « C’est une fille. » L’auteure, comme si elle se penchait au-dessus du berceau, y utilise le tutoiement qui la mène jusqu’aux trois ans de la petite et à cette dernière phrase du chapitre : « C’est quoi, tes souvenirs de fille ? » Laurence a trois ans, elle sait maintenant parler et va pouvoir répondre dès le second chapitre, égrainant ses souvenirs d’enfant, ses hontes, ses questionnements. Elle laisse la place, trop vite, dès les premières lignes du chapitre quatre, à l’auteure Camille Laurens : Je la vois, dis-je. À travers le temps, je me reconnais en cette enfant comme dans un miroir, mais c’est à une autre que les choses arrivent, sinon je ne peux pas. Elle sort de la baraque aux lapins, elle vient de leur glisser des fanes de carottes à travers le grillage du clapier. Elle porte un short en vichy et une chemisette roses. Je ne sais pas exactement quel âge elle a, je dirais qu’elle va sur ses neuf ans : C’est le premier été à La Chaux sans son papy Maurice, et cela n’aurait pas pu avoir lieu avant, quand il était vivant, personne n’aurait osé. Ce n’est pas arrivé plus tard non plus parce que l’année de ses dix ans elle sera tout le temps malade, c’est l’année où sa peau se plaint, où son corps porte plainte.
Lui, c’est le frère aîné de son grand-père […]
Le « Je » ne pourra réapparaître que des années plus tard lorsqu’Alice découvrira le désir, lorsque Camille Laurens la sentira prête :
Tu te souviens d’elle, de cette fille-là, de l’irruption fracassante du désir dans sa vie ? Oui, je m’en souviens.
Qui dit désir, dit sexe. Pas forcément bon. Puis un avortement. Fin de la première partie et de l��adolescence. Alice est adulte quand s’ouvre la seconde partie du roman. Elle accouche de son premier enfant, un garçon :
Tu n’en reviens pas, tu as un « garçon » à l’intérieur de toi. Ce mot est ton triomphe. […] C’est ton père qui va être content, tout de suite tu penses à lui, à son espoir que tu réalises enfin, le décalant seulement d’un rang : à défaut d’être le père, il sera le grand-père d’un garçon ; […] Tu vas rendre ton père heureux – pas trop tôt.
L’accouchement, catastrophique, est mené par un obstétricien incompétent recommandé par le père de Laurence, une alliance mondaine dira cette dernière. Le petit Tristan n’y survit pas. Camille Laurens est revenue au «Tu». Elle le conservera durant l’entier de la seconde partie du récit. Et si les mots sont empreints de dérision, c’est sans doute parce que l’auteure a déjà écrit auparavant sur « Philippe » (1995), « Cet absent-là » (2004).
Puis un jour naît Alice. Avec son arrivée, Laurence va apprendre à être mère, elle parvient désormais à tenir sa vie dans ses propres mains. Le lecteur lui en est reconnaissant. Il avait besoin de ce « Je » qu’il lui souhaite définitif.
Le Palais des orties, Marie Nimier, Gallimard, 2020 Fille, Camille Laurens, Gallimard, 2020
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Au moment de prendre en photo les couvertures des livres sur le balcon, la lumière d’automne illumine les arbres, le ciel, les montagnes et un échantillon du lac. Dans la réalité, les couleurs sont plus vives, plus chaudes, les nuages se teintent de rose.
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pearly--rose · 4 years
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10 favorite characters
I’m so behind on tagged posts I’m sorry!
@kurikaesu-haru​ tagged me in this one :)
rules: name 10 favorite characters from 10 different things then tag 10 people
Brienne of Tarth, A Song of Ice and Fire 
Spike, Buffy the Vampire Slayer
Ron Weasley, Harry Potter
Sydney Bristow, Alias
Robyn Brooks, High Fidelity (2020)
Leslie Knope, Parks and Recreation
Amélie Poulain, Amélie
Offred/June, The Handmaid’s Tale
Prairie/Nina/The OA, The OA
Nora Durst, The Leftovers
This was really hard for me to come up with 10 different things, because I have multiple faves for the handful of fandoms I care about!
(Not tagging anyone because this was from ages ago and I can’t remember who’s done it already.)
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ethanmilkon-blog · 5 years
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Biografia di Ethan Milkon
Ethan Milkon è stato un personaggio della soap opera statunitense Telenovela D'Amore, interpretato da Jamie Dornan dal 2018 al 2019, anno in cui il suo personaggio muore. In precedenza è stato interpretato da Matt Lanter dal 2015 al 2016. Universo Telenovela D'Amore 1ª app. in 10 settembre 2015 Ultima app. in 10 settembre 2019 (morte) Interpretato da Matt Lanter (2015-2016) Jamie Dornan (2018-2019) Voce italiana Gabriele Lopez Sesso Maschio Professione Stilista della Foresta Modello della Foresta Ex Stilista della Allison Y Designs Ex Modello della Allison Y Designs Parenti Amanda Milkon (figlia avuta da Janet) Mia Milkon (figlia avuta da Allison) Amanda Wood (madre, deceduta) Dave Milkon (padre, deceduto) Austin Milkon (fratello) Jake Milkon (fratello) Chad Milkon (fratello, deceduto) Edward Milkon (fratello da parte del padre) Drake Milkon (zio) Dario Milkon (zio) Taylor Wood (zia) Nick Wood (zio) Katie Wood (zia) Jane Milkon (cugina, deceduta) Jacob Milkon (cugino) Matt Milkon (cugino) Kevin Wood (cugino) Mya Milkon (nipote, figlia di Jake) Maddy Milkon (nipote, figlia di Austin) Beck Young (procugino) Nancy Wood (cugina di II grado) Nora Wood (cugina di II grado) Natalie Wood (cugina di II grado, deceduta) Allison Young (ex fidanzata) Sophia Young (fidanzata, deceduta) Janet Foresta (ex moglie) Elizabeth Horton (fidanzata)
Biografia del personaggio Ethan Milkon entra in scena chiamato dal fratello Jake e dalla cognata Serena Foresta, per cercare di calmare Allison, la quale è andata in depressione dopo aver scoperto che Louis Chiummi ha ucciso sua sorella. Ethan è un ragazzo molto bello, e certe volte supera Louis Chiummi come fisico e bellezza. Ethan prima di trasferirsi a Los Angeles, abitava a Londra ed era il ragazzo più carino di tutta la sua scuola dove frequentava. Ethan usa le ragazze solo per il sesso e certe volte suo fratello Jake dice di stare in guardia di non mettere incinta nessuna. Il cambiamento del personaggio cambia quando si innamora di Allison Young riuscendo a far fare pace lei e Louis. In seguito si contenderà la ragazza con suo fratello Jake, il quale ha messo incinta Allison cosi chiude i rapporti con entrambi.
L'arrivo a Los Angeles, la relazione con Allison Young e il flirt con Donna Foresta Arrivato a Los Angeles chiamato dalla cognata Serena e dal fratello Jake, per cercare di calmare la bella Allison Young in depressione dopo aver saputo che Louis ha ucciso sua sorellaCamilla, Allison vede i fantasmi di lei. Ethan dice ai due sposi che ci penserà lui per Allison, ma l'arrivo dei genitori di quest'ultima vogliono mettere in un'istituto per malati mentali la figlia. Ethan non vuole e dice ai due che Allison dovrà affrontare la morte di Camilla, perdonando Louis. Con quest'ultimo e Theresa, Serena e Jake, Louis riesce a raccontare cosa è accaduto tempo fa a Camilla, e alla fine Bethany, Liam e Allison riescono a perdonare Louis, facendo uscire di scena Bethany e Liam, genitori di Allison. Quest'ultima ringrazia Ethan e si baciano iniziando cosi una relazione. Ethan affronterà tante volte Louis, ma alla fine quest'ultimo si arrende iniziando una relazione con Serena, cognata di Ethan visto che è sposata con il fratello Jake. Poi la cognata Serena offre un posto di lavoro alla Foresta facendo modello e stilista accanto alla sua nuova fidanzata Allison. Più avanti Ethan finisce a letto con Donna Foresta, migliore amica di Allison, che quando quest'ultima lo scopre lascia Ethan. Quest'ultimo continua a flirtare con Donna ma alla fine torna nuovamente con Allison. Ma poi Donna scopre la gravidanza di Allison incinta di Jake, fratello di Ethan, lo dice a quest'ultimo, il quale affranto lascia di nuovo Allison, che quest'ultima inizia una propria relazione con Jake, fratello di Ethan.
L'attrazione verso Sophia Young e l'uscita di scena Ethan, per dimenticare Allison, che ora ha una relazione stabile con Jake, fratello di Ethan, quest'ultimo con l'aiuto dell'amica Serena, inizia a frequentare Sophia, sorella gemella di Allison. Sophia e Ethan si frequentano e iniziano un tipo di relazione, poi saranno coinvolti in una colluttazione dove Sophia muore tra le braccia di Ethan disperato. Dopo la morte di Sophia, Ethan decide di tornare a Londra per riflettere un pò sulla sua vita lasciando campo libero a Jake di continuare la sua relazione con Allison, quindi dopo aver salutato la coppia Jake e Allison, Ethan esce di scena.
Il ritorno a Los Angeles, La rivalità con Jake Milkon per Allison e Le notti con Janet Foresta Ethan torna a Los Angeles per il funerale di sua madre Amanda. Ethan rivede Allison dopo tanto tempo e quindi decide di restare a Los Angeles per tentare di riconquistare la moglie del fratello. Allison vuole aprire una nuova casa di moda e cosi chiede aiuto a Jake, Ethan e a Stephanie, cugina di Allison. Allison ospita Ethan a casa di lei e Jake, anche se quest'ultimo prima rifiuta poi accetta di ospitare il fratello a casa anche se è geloso a causa del passato tra Ethan e Allison. Ethan è ancora innamorato di lei che le ricorda Sophia Young, la sorella gemella deceduta di Allison morta anni fa. Quando Ethan e Luke si incontrano nel locale Shiley, scoppia una rissa: Ethan non ha mai dimenticato la morte di Sophia causata anni fa a causa di Quinn Shiley, madre di Luke. Inoltre Ethan scopre da sua cugina Nancy Wood che sua madre Amanda mesi fa ha avuto una relazione segreta con Luke e ci sta pure un video porno tra i due. Ethan sconvolto odia ancora di più Luke e la famiglia Shiley, ma è felice che Quinn non vive più a Los Angeles. In seguito Ethan tenta di sedurre Allison dichiarando i suoi sentimenti per lei e che non l'ha mai dimenticata veramente. Ethan conosce Janet Foresta e finiscono a letto insieme. Jake caccia Ethan di casa anche perché Ethan è ancora innamorato di Allison. Jake e Ethan tornano a litigare per Allison. In seguito Allison assume Ethan come stilista e modello alla Allison Y Designs.
La rivalità con Daniel Walter per Janet In seguito Ethan si scontra con Daniel Walter per Janet. Janet scopre di essere incinta di Ethan ma dice di essere incinta di Daniel per tenersi legata a se Daniel. In seguito però Jasmine smaschera Janet grazie al test di paternità di Janet e cosi tutti scoprono che Janet è incinta di Ethan. Janet abbandonata da tutti tenta il suicidio da una rupe ma Ethan e Daniel salvano Janet. Ethan perdona Janet.
Le notti con Jessica Horton Ethan e Jessica finiscono a letto insieme diverse volte facendo sesso violento e diventando amici di letto ma alla fine decidono di restare soltanto amici anche perché Jessica inizia una relazione con Austin Milkon, fratello di Ethan.
La notte con Allison Young In seguito Annika ossessionata da Jake rapisce Mya figlia di Jake e Allison. In seguito Ethan vede il fantasma della sua ex fidanzata Sophia che dice a Ethan che Mya è in serio pericolo e che Ethan deve andare ad avvisare Jake e Allison che devono salvarla. Jake e Allison sono disperati per la scomparsa della loro figlia Mya e denunciano la scomparsa. Annika attenta la vita a Allison senza farsi vedere. In seguito Ethan e Allison finiscono a letto insieme. In seguito Annika rapisce Allison tenendola prigioniera assieme alla figlia Mya. Allison riesce a liberarsi e ha una colluttazione con Annika. I detective Alex e Owen salvano Allison e Mya e arrestano Annika. Jake è felice che moglie e figlia stanno bene e anche Ethan è felice che Allison e Mya stanno bene. Allison scopre di essere incinta di Ethan ed è sconvolta disperata. In seguito Allison e Janet tornano a scontrarsi per Ethan. Janet scopre dalla borsa di Allison il test di paternità che Allison è incinta di Ethan. Janet corre a dirlo a Jake il quale affronta Ethan e Allison accusandoli di tradimento. Jake e Ethan tornano a litigare per Allison. Allison litiga con Janet. Jake si ubriaca e finisce a letto con Janet. In seguito Jake confessa del tradimento ad Allison ed in seguito Jake e Allison si perdonano a vicenda per i tradimenti ed il loro matrimonio prosegue mentre Ethan si riavvicina a Janet. Jake si scontra con Ethan per Allison ma in seguito Ethan decide di continuare la sua relazione con Janet ma Ethan ci sarà per la bambina che ha in grembo Allison. Jake e Ethan fanno pace.
Il matrimonio con Janet Foresta Ethan e Janet capiscono di amarsi ed iniziano una relazione quando Janet si allontana da Kevin Wood. La relazione tra Ethan e Janet prosegue e anche la gravidanza di Janet. Alcuni mesi dopo, Ethan chiede a Janet di sposarlo, lei accetta tutta felice. Ethan si scontra con Jared Foresta, fratello di Janet perché Jared crede che Ethan vuole sposare la sorella Janet soltanto per i soldi. Ethan cerca di far cambiare idea a Jared ma quest'ultimo non cambia idea e si ubriaca. Durante il matrimonio tra Ethan e Janet, Jared ubriaco ferma il matrimonio della sorella e punta una pistola contro Ethan. Ethan incita Jared a sparargli ma Jessica colpisce Jared per fermarlo. Alex e Owen arrestano Jared e poi Ethan e Janet si sposano. Dopo il matrimonio, Ethan paga la cauzione al cognato Jared facendolo uscire di prigione e cerca di farlo ragionare. Ethan e Janet vanno in luna di miele. Tornati dalla luna di miele, il matrimonio tra Ethan e Janet prosegue e non vedono l'ora che nasca la loro bambina. In seguito Ethan si avvicina a Stephanie Young, cugina di Allison. Ethan e Steph passano del tempo insieme. Janet si scontra con Stephanie Young perché crede che quest'ultima sia innamorata di Ethan. Janet minaccia di morte Steph e le dice di stare lontana da Ethan se non vuole passare dei guai. Steph si innamora di Ethan e lo bacia venendo visti da Janet che impazzisce scagliandosi contro Steph. Janet tenta di uccidere con una pistola Steph che viene salvata da Coop, Charlie, Ethan e Adam. Steph si allontana da Ethan e si avvicina a Cane Milkon. Cane e Steph si avvicinano e iniziano una relazione facendo ingelosire Ethan. Ethan divorzia da Janet. Ethan è innamorato di Steph e tenta di conquistarla scontrandosi con suo zio Cane. Ethan torna a lavorare come stilista e modello alla Foresta dopo la chiusura della Allison Y Designs. Nascono Amanda Milkon figlia che ha avuto dalla ex moglie Janet Foresta e Mia Milkon avuta dalla ex fidanzata Allison Young.
La relazione con Liz Horton e Le notti con Stephanie Young Ethan si avvicina a Liz Horton fidanzata con Cooper Foresta. Ethan e Liz finiscono a letto insieme, Liz resta incinta di Ethan, Coop scopre tutto e lascia Liz. Ethan e Liz iniziano una relazione e vanno a vivere insieme a Jake e Steph a casa Milkon. Le due coppie sono felici. Mesi dopo Ethan difende Steph finita sulla sedia a rotelle a causa dell'incidente accusata da Adam per la morte di Jane cugina di Ethan. Ethan difende Steph scontrandosi con Adam che ormai impazzito per la morte della fidanzata Jane, Adam prova ad uccidere Jake e Steph. Adam cerca di uccidere Jake ma Ethan lo salva. Ethan e Steph finiscono a letto insieme diverse volte e rimane incinta. Adam scopre tutto e per vendicarsi rivela a Jake che Steph è andata a letto con Ethan fratello di Jake e che è rimasta incinta di Ethan. Jake si scontra con Ethan e Steph ma poi in seguito li perdona tornando con Steph mentre Ethan si fa perdonare dalla fidanzata Liz.
La tragica morte Ethan e Jake continuano a scontrarsi con Adam per difendere la loro amata Steph. In seguito Adam per vendicarsi di Steph spiazza delle bombe in casa Milkon e le fa esplodere con all'interno Ethan che muore all'interno della casa Milkon lasciando in disperazione Jake, Liz e Steph che fuori di casa vedono la loro casa Milkon esplodere per colpa di Adam.
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concourschanceux · 2 years
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GAGNEZ LE TOUT NOUVEAU ROMAN DE NORA ROBERTS – À L’OMBRE DE LA NUIT.
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Concours du Québec - GAGNEZ LE TOUT NOUVEAU ROMAN DE NORA ROBERTS – À L’OMBRE DE LA NUIT. Voici un nouveau concours que notre équipe vous propose. Nous vous invitons à ✔ Aimer la publication ✔ Commenter avec qui tu veux le partager ✔ Cliquer sur le lien pour vous inscrire. Au nom de toute l'équipe, nous vous souhaitons la meilleure des chances à ce concours. GAGNEZ LE TOUT NOUVEAU ROMAN DE NORA ROBERTS – À L’OMBRE DE LA NUIT. ❤ Bonne chance à tous!  ❤ #cadeau #chance #Concours #concoursquébec #concoursquebec #jeuconcours #concoursgratuit #gagnant #jeu #prix #quebec #giveway #contest #contestcanada Ce concours est commandité par -> MICHEL LAFON CANADA ****************** LE MEILLEUR SITE DE CONCOURS GRATUITS en France Concours Gratuits en ligne Séjours | Argent | Voyages | Techno Lots à gagner tous les jours. www.concourschanceux.com DESCRIPTION DU PRIX Concours du Québec- GAGNEZ LE TOUT NOUVEAU ROMAN DE NORA ROBERTS – À L’OMBRE DE LA NUIT. - Concours commandité par MICHEL LAFON CANADA COMMENT PARTICIPER À CE JEUX CONCOURS de France Inscription et règlements complets sur la page Web du commanditaire ! Le concours se termine le 12 Aout 2022 Pour participer, c’est très simple. Vous devez cliquer sur le lien ci-bas et suivre les étapes proposées par le commanditaire du concours. Le commanditaire est responsable d'effectuer les tirages et d'aviser les personnes gagnantes. Vous avez besoin d'aide ? Cliquez ici pour comprendre comment participer aux jeux concours que notre équipe vous proposent tous les jours. Ce commanditaire est très généreux! Pour le remercier, nous vous invitons à y participer et partager leur jeu concours  à vos amis (es) afin de leur donner une belle visibilité * * * * * * * * * Le gagnant sera pigé au sort à la fin du concours. Informez-vous auprès du commanditaire qui offre ce prix de participation à son concours. Suivez-nous sur FACEBOOK et ne manquez plus la chance de gagner ! ♣ → PARTICIPER AU CONCOURS QUEBEC CHANCEUX ICI ← ♣ CE CONCOURS DU JOUR EN RÉSUMÉ - Concours de France - GAGNEZ LE TOUT NOUVEAU ROMAN DE NORA ROBERTS – À L’OMBRE DE LA NUIT. - Ce concours chanceux de France est commandité par : MICHEL LAFON CANADA   - Ainsi, ce concours est valide pour les participants du Québec Amusez-vous et bonne chance ! ♥  Votre référence en concours de Québec, Canada et de la France!  ♥ Besoin d'aide ? Comment jouer et participer aux concours? ** INFORMEZ-VOUS  MAINTENANT ICI  ** Vous aimez ce concours ? Commentez et partagez-le à vos amis :) ↓ Read the full article
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qdmnotizie-blog · 6 years
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JESI, 26 ottobre 2018 – Prenderà il via tra la fine di quest’anno e l’immediato inizio del prossimo Start Up Emporio Solidale di Jesi, un progetto di solidarietà che vede coinvolti oltre alla Fondazione Cariverona, che finanzia un terzo del progetto, la Fondazione Centro Servizi Caritas Jesina Padre Oscar e l’Associazione Anteas Marche.
L’articolazione dell’innovativo progetto sta nel fatto che sarà creato un «emporio solidale, concepito come spazio fisico dove le persone in condizioni di disagio socio-economico possono recarsi a fare la spesa utilizzando – ed è questa la novità del progetto – non il denaro, ma una tessera con punti assegnati da una equipe professionale sulla base dei bisogni espressi dal nucleo e scaturenti dalla valutazionesociale».
Questo emporio è destinato solo a residenti nel territorio dell’Ambito territoriale IX (in pratica ai circa 110mila abitanti nei 21 comuni della Vallesina e dintorni). Tali beneficiari dovranno trovarsi in condizioni di disagio economico-sociale che sarà valutato dal servizio socio/professionale dell’Azienda Servizi alla Persona dell’ambito territoriale 9.
Alla presentazione del progetto hanno preso parte il vescovo, don Gerardo Rocconi, presidente della Caritas diocesana, Sergio Mosconi, presidente Asp9, la sua vice, Martina Coppari, il direttore Franco Pesaresi, Marco D’Aurizio, direttore del centro servizi Caritas di Jesi, oltre ai rappresentanti della associazioni di volontariato che sostengono il progetto, come il Forum del terzo settore, l’Auser provinciale Ovd di Ancona che supporta la Caritas jesina, l’alleanza contro la povertà delle Marche ed il Banco alimentare Marche Onlus rappresentati da Sergio Gradara,  Maurizio Tomassini, quindi Cinzia Verdenelli dell’Anteas servizi, Nora Bianchi e Maria Pina Massella, assistenti sociali Uoc disagio Asp9, Lorenza Gagliano, referente dell’Emporio.
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Tutte le personalità convocate hanno espresso il loro pensiero su questo interessante progetto dell’Emporio solidale che troverà ospitalità nell’attuale sede della Caritas diocesana, in viale Papa Giovanni XXIII. Tra le cose messe in evidenza, come detto, la scomparsa di quello che è stato definito «mero contributo economico assistenzialistico», al suo posto ci sarà la card dei punti la cui distribuzione «sarà subordinata all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione sociale in cui potranno essere previste lo svolgimento di alcune ore di volontariato, l’adesione ad un corso di formazione per volontari, l’adesione a corsi di formazione sull’economia domestica e altro».
«In altre parole, oltre all’aiuto in materia di distribuzione di viveri, il progetto offre alle famiglie l’opportunità di superare la condizione di crisi e consentire di fronteggiare la difficoltà un manieraattiva».
Particolari trattamenti saranno riservati a quei cittadini di Jesi o di uno dei comuni dell’Asp9 che per motivi di salute, ad esempio, si troveranno in difficoltà per raggiungere l’Emporio cittadino.
(s.b.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
JESI / LOTTA AL DISAGIO, ALL’EMPORIO SOLIDALE SI FARÀ SPESA CON UNA CARD A PUNTI JESI, 26 ottobre 2018 – Prenderà il via tra la fine di quest’anno e l’immediato inizio…
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Actualités Warframe de la Semaine ! Quoi de beau du 9 au 15 Septembre 2024 ?
L'Actualité de la semaine en condensé avec : Les rotations de Teshin / Nora night / sa boutique / Baro ki teer / Prime Resurgence / Archonte / Circuit normal - circuit route de l'acier / et Archimédée profonde ! C'est ici !
Les Actus de la Semaine ! L’Édito La nouvelle saison de nora est là ! Nora Night vol.7 c’est parti ! Il est temps de se lancer dans les défis et quoi de mieux que de prendre un peu d’avance plutôt que de stresser à boucler le rang 30 à la toute – toute fin ! Au programme des nouveautés de cette saison, du cosmétique stylé stalker, des mods pour les armes du stalker (Dread et Hate). Mais aussi…
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agl03 · 7 years
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Thanks @fitzjemma for the heads up!
Best TV Show - Drama 1. Outlander: 686 2. Marvel’s Agents of SHIELD: 501 3. The Leftovers: 380
Best Actor - Drama 1. Sam Heughan, Outlander: 559 2. Freddie Highmore, The Good Doctor: 450 3. Iain de Caestecker, Agents of Shield: 340
Best Episode - Drama 1. "Self-Control," Agents of Shield: 621 2. "Spoils of War," Game of Thrones: 488 3. "Praimfaya," The 100: 318
Best Couple of 2017 (Drama or Comedy) 1. Jamie and Claire, Outlander: 566 2. Jake and Amy, Brooklyn 99: 487 3. Fitz and Simmons, Agents of SHIELD: 440
There is a Wedding Category I’m hoping we get to slay in next year. 
Best Character Development 1. Steve Harrington, Stranger Things: 531 2. Rosa Diaz, Brooklyn 99: 513 3. Daisy Johnson, Agents of Shield: 415
Best Character in a Drama 1. Jamie Fraser, Outlander: 655 2. Offred/June, The Handmaid’s Tale: 416 3. Nora Durst, The Leftovers/Leopold Fitz, Agents of Shield: 200
Best TV Friendship of 2017 1. Bellamy and Clarke, The 100: 620 2. Jemma and Daisy, Agents of SHIELD: 619 3. Dustin and Steve, Stranger Things: 369
Underrated Drama 1. Marvel’s Agents of Shield: 520 2. Timeless: 419 3. iZombie: 309
Underrated Actress 1. Chloe Bennet, Agents of Shield: 701 2. Yvonne Strahovski, The Handmaid’s Tale: 598 3. Lindsey Morgan, The 100: 496
Most Improved Show of 2017 1. Marvel's Agents of Shield: 720 2. How to Get Away with Murder: 449 3. Legends of Tomorrow: 400
Most Shocking Plot Twist 1. The Good Place season 1 finale: 702 2. Viserion’s death and resurrection, Game of Thrones/Team Shield is in the future, Marvel's Agents of Shield: 412 3. The 100 season 4 finale + flash forward: 278
Acting Revelation/Breakout Star in a Drama 1. Mallory Jansen, Agents of Shield: 842 2. Noah Schnapp, Stranger Things: 462 3. Katherine Langford, 13 Reasons Why: 400
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cdwb-yaasruby · 7 years
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My Best Episodes of TV 2017
“The Book of Nora” The Leftovers 
“Time’s Arrow” BoJack Horseman 
 “Sliding Doors” Broad City 
 “Dance Dance Resolution” The Good Place 
“Kimmy’s Roommate Lemonades” Unbreakable Kimmy Schmidt 
“Pilot” FEUD: Bette and Joan 
“Offred” The Handmaid's Tale 
 “Head Full of Snow” American Gods 
 “Money’s in the Chase” GLOW 
 “Pilot” The Marvelous Mrs. Maisel 
 Featuring My Top 5 Most Played Songs of 2017 
 "So Emotional" Whitney Houston 
"Green Light" Lorde 
"From the Dining Table" Harry Styles 
"Want You Back" Haim 
"Everything Now" Arcade Fire
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rattisfaction · 4 years
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Titre : Les Enfants de Peakwood
Auteur : Rod Marty
Pages : environ 332
Résumé : "Quels sont ces étranges maux qui affligent les habitants de Peakwood, petite ville du Montana, USA?D'où viennent les blessures qui apparaissent sur le corps de certains de ses habitants? Pourquoi d'autres commencent-ils à agir étrangement?Seuls Chayton, le médecin de la ville, et son père, vieux chaman au savoir ancestral, savent reconnaître les signes. Le bouleversement qui approche. Quelque chose en lien avec un accident qui n'aurait jamais dû avoir lieu, dix ans plus tôt. Un secret dont ils ont juré de ne jamais reparler...Félicitations, la mort vous offre une seconde chance..."
Note Booknode : 7.18/10
Ma note : 5/10
Mon avis : Je suis plutôt mitigé après la lecture de ce roman. Je ne sais pas trop quoi en penser, si j’ai aimée, si il m’a laissé indifférente, si je n’ai pas aimée. Le roman est bien écrit, bien structuré, sur la forme, l'écriture je n’ai strictement rien à redire ! L'histoire est bien menée du début à la fin. Je n’ai relevée aucune incohérence malgré la pléthore de personnages différents. Chacun à un petit truc bien à lui qui les différencies bien des uns des autres. On suit quelques épisodes de la vie de chacun, ce qui nous permet d'en apprendre plus sur eux et ainsi de nous rapprocher un peu. Les personnages dont nous nous sommes senties les plus proche sont Tom et Nora. Peut-être car ce sont ceux auxquels je me suis le plus identifiée ? Je n’ai pas eu de mal a rentrer dans l'histoire. Les changements de points de vu ne sont pas dérangeant ni difficile à suivre / comprendre. Ils sont bien placés et font que l'histoire et tout le roman prennent vie de cette manière. L'intrigue est bien ficelé et la chute a été une vraie surprise pour moi, je ne m’y attendais pas bien que j’avais devinée certaines petites choses avant cela. Je n’ai pas été emportés dans l'histoire au point de vouloir connaitre absolument le dénouement. Néanmoins, la lecture étant fluide, bien écrite et pas ennuyeuse pour un sous j’ai quand même désirer connaître le dénouement à celle-ci. 
Pour résumer : beaucoup de personnages différents qui ne sont pas difficile à retenir, des changements de points de vu qui ne dérange absolument pas. Un scénario et une intrigue bien ficelés et entretenu tout du long du roman. Une lecture fluide et pas de tout ennuyeuse. Est-ce que je le recommanderais ? Probablement pas, néanmoins, si vous avez envie d'une petite lecture qui ne vous fera pas vous ennuyez et avec laquelle vous n'avez pas envie de vous triturez le cerveau. Une lecture sans prise de tête, et bien vous pouvez aller le lire sans soucis vous ne serez probablement pas déçu du petit voyage à Peakwood. Si vous l'avez lu, qu'en avez vous pensé ? Quel est ou quels sont vos personnages préférés ?
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shady-business · 7 years
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Favorite Television 2017
I’ve completed my list of favorite TV series, performances and episodes for 2017. I wanted to keep going with supporting roles, guest stars, etc but I wanted to keep it succinct. Anyway, here is my list:
Series 1. The Leftovers 2. Halt and Catch Fire 3. The Handmaid’s Tale 4. Bojack Horseman 5. Fargo
Performances 1. Carrie Coon - Nora Durst in The Leftovers and Gloria Burgle in Fargo 2. Nicole Kidman - Celeste Wright in Big Little Lies 3. Tatiana Maslany - Sarah, Cosima, Alison, Helena, Rachel, Beth, Krystal, M.K., Camilla, Unnamed Clone in Orphan Black (yes, she plays 7-10 different characters every season) 4. Elisabeth Moss - Offred in The Handmaid’s Tale 5. Mackenzie Davis and Kerry Bishe - Cameron and Donna in Halt and Catch Fire
Best Episodes 1. “The Book of Nora”, “Certified”, “G'day Melbourne”, “The Most Powerful Man In The World (And His Identical Twin Brother)” - The Leftovers 2. “Search”/“Ten of Swords” - Halt and Catch Fire 3. “Michael’s Gambit” The Good Place 4. “You Get What You Need” - Big Little Lies 5. “Time’s Arrow” - Bojack Horseman
Notes: Carrie Coon ties with herself (on another series) for number 1 performance because she’s that good, sorry bout it. And since the 4 best episodes were from the same series, they share the number 1 spot so that other great episodes can fill out the Top 5.
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lekol-maron · 4 years
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Manifeste de Lékol maron
Lékol maron, en tant que projet et espace artistiques, se base sur l’affirmation de Nicolas Bourriaud selon laquelle on peut « considérer l’échange interhumain en tant qu’esthétique à part entière ». Le lieu et les interactions qui s’y créent font œuvre. C’est le contexte qui prime.
"In lékol maron" est, à l'origine, en créole réunionnais, une école non-officielle, où étaient donnés des cours pendant les vacances, généralement chez une dame, qui avait les connaissances nécessaires pour enseigner, mais agissait hors le cadre institutionnel. Pour moi, Lékol maron est un projet et un espace artistiques basé sur la création et le partage, se tenant sous le chapiteau d'estampe, dans la cour de l'Ecole supérieure d'art de La Réunion. Dans la suite d'un mouvement de grève qui avait paralysé l'ESA-R plus d'un mois fin 2019, le projet s'est inscrit comme une réponse dissidente à la crise (dans un premier temps, proposition de débats sur le thème de l'école d'art). Le but du projet est de promouvoir le vivre ensemble et d'initier un changement constructif. Le troc de savoirs et le partage de connaissances sont, ici, plus que jamais d’actualité.
Échange horizontal / Partage d’expériences
A Lékol maron, on ne partage pas ses talents, mais plutôt des savoirs ou des savoir-faire que l’on maîtrise, ou non. Le savoir est mieux assimilé quand il respecte les lois naturelles de l’apprentissage (mobiliser le corps, les fonctions du langage, la transversalité, la répétition, mettre en avant les choix de l’apprenant (1)).
Pour apporter un complément à une transmission souvent unilatérale, on n’insistera jamais assez sur le rôle des échanges – souvent les plus formateurs – hors les cours et hors les murs. Le savoir n’est pas détenu par une élite culturelle et intellectuelle, les connaissances populaires sont aussi dignes d’intérêt, et méritent d’être partagées par des gens de tous âges et de tous bords.
Le projet de Lékol maron, ce serait avant tout d’activer les échanges internes, ces échanges d’artiste à artiste, d’égal à égal : toi, tu sais coudre, ce que moi j’ignore faire ; par contre, moi, je suis fort en danse, et toi non. Alors toi, tu m’apprendras la couture, et moi, je te montrerai mes chorégraphies préférées. On pourrait ainsi se transmettre des choses que l’on n’apprendra jamais en cours, les choses qu’on a toujours voulu savoir, en construisant un organe de transmission parallèle. Chaque corps crée de nouveaux gestes, de nouvelles manières d’agir. Comme le disait Joseph Beuys : “Nous sommes tous des artistes. Et si nous ne savons pas tous faire ce qu'on appelle de belles sculptures ou de belles peintures, nous sommes néanmoins tous capables de créer !”  (2)
Tout le monde peut intervenir et partager ses idées : artistes jeunes, étudiants, artistes moins jeunes, enseignants. Mais ici, il n’y aura pas de hiérarchie, simplement des êtres humains généreux et curieux d’apprendre, comme de transmettre. Les expérimentations répétées nous permettront aussi d’accéder à un savoir plus large.
Equipe
Je propose, vous disposez : chacun.e est libre de suggérer des modes d’action et de prendre des initiatives. Ainsi, chacun.e pourra décider de quel savoir ou savoir-faire il pourra faire profiter aux autres, en proposant : un débat, une projection, un partage de références, l’écriture d’un projet commun, etc.
Structures proposées
Récupérathèque
Le sens premier du terme économie, selon le philosophe Alain Deneault, est l’exploitation intelligente des ressources en accord avec son environnement. Le terme écologie vient des sciences, il s’agit de la science de la nature. Il est utilisé pour pallier l’emploi généralisé du terme économie pour des modèles de société ne respectant pas la nature. Ici, on pratiquera l’économie de la nature. La Récupérathèque sera le poumon vert de notre école, le pilier fondamental de notre dynamique. “Une Récupérathèque est un magasin collaboratif de matériaux de réemploi au sein d’une école de création (arts, architecture, design, stylisme, arts de la scène, etc) fonctionnant avec sa propre monnaie ou son propre système d’échange, et visant à favoriser la durabilité, la solidarité, et la création de lien social.”, selon la Fédération des récupérathèques, qui en rassemble 13 dans toute la France. Le principe est simple : récupérer tout ce qui peut être réutilisé, dans l’enceinte de l’ESA, et chez des partenaires, et proposer aux étudiants de choisir ce dont ils ont besoin. Les matériaux pourront être troqués. On expérimentera donc le troc sous toutes ses formes.
Nota bene Le troc est l’action d’échanger un bien ou un service contre un autre sans utiliser d’autre moyen d’échange, comme de l’argent. Une économie de troc diffère d’une économie classique sur plusieurs points. Le Premier point, c’est que les biens et les services sont échangés immédiatement, et que l’échange est réciproque, c’est à dire que c’est un échange juste pour les deux parties.
Économie circulaire
À Lékol maron, le recyclage et la revalorisation des déchets, ainsi que le jardinage bio et le développement d’une pensée en accord avec la “sobriété heureuse” évoquée par Pierre Rabhi, seront la priorité numéro un. Ce que le gouvernement n’est pas capable de promouvoir et de chérir, nous en ferons notre cheval de bataille. Nous pourrons ainsi remettre au goût du jour, des pratiques ancestrales telles que le troc et le service rendu. Un dessin pourra s’échanger contre une One minute sculpture (Erwin Wurm) ou un plant de tomate. Nous recyclerons aussi bien nos pièces (artistiques) que nos barquettes usagées et autres déchets. Nous promouvrons le raté comme moteur indispensable de la création, sinon comme but (comme chez Robert Filliou, bien fait = mal fait = pas fait). Tests de matière, assemblages improbables et autres combinaisons douteuses s’entasseront dans notre Récuperathèque avant de trouver preneur. Ainsi, je peux commencer une pièce que tu finiras, ou encore, nous pouvons, ensemble, réfléchir à un concept commun.
Jardin (s)
Je pense qu’il serait bienvenu, dans un contexte de chaleur, tous les ans plus insupportable, d’organiser un verdissement de l’école. Nous pourrions militer pour un environnement luxuriant et accueillant, en un mot : ombragé. De nombreux projets, pour un bien-être effectif, qui viserait également à repeupler l’école, qui a connu des jours plus animés. On pourrait également travailler à  une coopération réelle entre les deux écoles habitant l’endroit (école d’architecture / école d’art), projet qui pourrait venir se greffer à celui de jardin : l’ouverture d’une cafète, l’organisation de soirées et l’invitation de membres extérieurs à l’ESA et à l’ENSAM… Je rêve de démonter les chapiteaux qui bouchent la vue sur le ciel, et nous empêchent de respirer et de rêver. Pratiquons d’énormes trous dans ce béton inhospitalier, et plantons-y des arbres fruitiers, des arbres de vie, des végétaux en lien avec l’histoire locale et le savoir séculier. Ensemble. A l’avenir, Lékol maron pourra se tenir sous un arbre à palabres.
Repenser le monde
Les pratiques de la sociologie, de l’anthropologie, des sciences, de la littérature, etc., offre autant de méthodes et d’outils, en relation avec l’actualité et nos pratiques respectives. Repenser ces méthodes et outils ensemble et les activer, sur le mode de l’échange, au sein de notre école, pour les faire mûrir, sera le plaisir de tous les écoliers marons qui se joindront au projet.
Programme
Créolité : définir les origines et les usages du mot “maron”, de “lékol maron” et promouvoir la littérature réunionnaise et d’outremer. Interroger les origines du troc dans le “tan lontan” à La Réunion. Low tech : Pratiquer des techniques prosaïques et anciennes, comme le crochet, le tricot, et tout ce qui ne requiert que peu d’investissement et de technicité. Jardinage bio : planter ensemble, des choses qui se mangent et/ou qui font du bien au corps et à l’esprit. Débats : discuter de l’actualité, de féminisme, d’écologie et d’art engagé. Cinéma : proposer des projections de films indépendants et d’auteur, en relation avec le Service de Documentation. Lectures : Proposer des lectures commentées de livres provenant de nos propres ressources documentaires ou du Service de Documentation.
Nora Ottenwaelder, L3, ESA-R, décembre 2020
Notes
(1) voir Les lois naturelles de l’enfant, de Céline Alvarez, qui, pour moi, s’applique également au contexte estudiantin (2) cf « La sculpture sociale de Joseph Beuys » Par JACQUES MICHEL, in Le Monde (https://www.lemonde.fr/archives/article/1981/01/29/la-sculpture-sociale-de-joseph-beuys_2718778_1819218.html)
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booksbywomennl · 4 years
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Isabelle Carré - Les rêveurs Autobiographie romancée d'une adolescence dans les années 70, Isabelle Carré nous offre ici une très belle auto-fiction sur une famille décalée, qui semble en marge de la réalité. Comment vivre dans cet espace-temps hors du réel quand on est adolescente ? L'autrice nous confie la découverte de l'adultat, les difficultés qui l'accompagnent et comment le théâtre l'a aidé à se découvrir et se révéler. Une histoire très touchante, une belle langue et beaucoup de mélancolie pour ce beau texte qui vient d'ailleurs, pour les plus petits budgets, de paraître en poche. Nora Krug - Heimat ; loin de mon pays, l'Allemagne Heimat, nom féminin : lieu ou paysage(réel ou imaginaire) auquel on associe un sentiment de familiarité. Alors qu'un non-dit plane sur sa famille et sa participation pendant la seconde Guerre Mondiale, Nora part à la recherche de la vérité en Allemagne. Un vrai coup de cœur pour ce livre, à la fois une bande-dessinée, à la fois un carnet de voyage et un journal intime, celui plein de photos et de collages. Une introspection qui interroge plus globalement sur le sentiment de "fierté culturelle" dans des pays occidentaux avec des passifs comme les nôtres. Aurore Callias - L’île aux chiens (A partir de 4 ans) Sur une île vit Ida et ses nombreux chiens. Un peu fatiguée d’être perdue au milieu de tous ces toutous, elle décide de les nommer avec des noms d'autres animaux pour mieux les reconnaître. Ce petit acte anodin aura pour conséquence leurs transformations. Ainsi le dalmatien devient Vache, le shar-pei devient Morse et le loulou de Poméranie devient Lion. A mi-chemin entre l'album et l'imagier, ce joli livre comblera assurément tous les adorateurs de toutous ♥
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paukzen · 5 years
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Sardegna Gran Tour
(O - come da hashtag ufficiale su Instangram - #SardiniaGranTour, anche se poi, pensandoci adesso, sarebbe stato meglio #SardiniaBikeTour, vabbè)
Fu così che Ricky lanciò la proposta di un giro della Sardegna in 5 giorni da effettuarsi in novembre, mese notoriamente soleggiato e caldo. Gli invitati accettano pur facendo notare che 5 giorni forse sono un po’ pochi (così si estende a 9). Sul periodo, invece, nulla in contrario: impossibile che piova a novembre.
Partecipanti: Paukzen (il sottoscritto), Ricky, Luca e Paolo (lui solo da Cagliari in poi). Spoiler: Luca si rivelerà compagno di viaggio perfetto: gli va bene tutto e non si lamenta mai (cioè a parte del pedalare, ma questo è secondario).
Itinerario: seguire da Porto Torres tutta la costa della Sardegna tornando al punto di partenza, facile, no? Km previsti 11.000, dislivello previsto: sconosciuto, ma abbiamo calcolato non meno di 1000 m ds+ a tappa.
Nota: le foto sono mie, di Paolo e le più belle di Ricky, fate voi
1 tappa: Porto Torres - Stintino - Alghero - Bosa: 140,63 km e 949 m ds+
Si parte!!! E la prima tappa tutto bene, cioè: a parte la foratura di Ricky appena uscito di casa, la ruota dimenticata davanti ad un bar di Porto Torres (a seguito del cambio di camera d’aria), e poi recuperata, e gli abbondanti scroscioni (grossi scrosci, boh) di pioggia. 
Siamo comunque talmente freschi che già deroghiamo alla più o meno implicita regola di evitare degli avanti e indietro su strade chiuse e deviamo per Stintino (che poi questo era più o meno previsto), prima località turistica del giro.
Eccoci quì (due su tre), fiduciosi e ottimisti.
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La strada da Alghero a Bosa sono 40 km di nulla, ed è fantastica, e per l’occasione viene scattata la foto migliore della vacanza, a mio insindacabile giudizio.
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Alla fine si arriva a Bosa, si trova un B&B che neanche mi ricordo com’era e si mangia pizza al trancio (buonissima) seduti all’aperto nel bar accanto, che ha il merito soprattutto (l’unico) di offrire birra Ichnusa da 0,66 l alla modica cifra di 2,50 euro. 
Il viaggio non poteva iniziare meglio, ma poi.
2. Bosa / Cuglieri - S’Archittu - Oristano: 70,29 km e + 675 m ds+
Ed ecco finalmente la pioggia che tanto temevamo, tutto il giorno e a secchiate. D’altro canto le previsioni erano ideali.
La tappa odierna oltretutto parte malissimo con due gomme a terra su sei (una di Luca durante la notte e una mia, in camera in diretta, giuro). Si scopre che ho un copertone distrutto, ma grazie ad un ragazzo appassionato di bici che gestisce il B&B Muraglia Vecchia (che ovviamente consiglio a tutti quelli che andranno a Bosa) rattoppiamo il tutto e in qualche modo si riparte.
L’attrazione turistica del giorno è l’arco di S’Archittu che infatti fotografiamo (sotto la pioggia).
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Decidiamo poi saggiamente, visto la pioggia incesssante, di saltare a piè pari la penisola del Sinis, così
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e andiamo diretti a Oristano dove ci attende un hotel a 4 stelle che di 4 stelle aveva soltanto la sfarzosità degli spazi comuni. Comunque l’abbiamo pagato 70 euro in tre con colazione abbondante, quindi, noi che alla fine badiamo solo alla pancia, non ci lamentiamo.
Faccio notare solo (tralasciando l’acqua calda della doccia che arrivava solo a momenti) che per esempio non aveva il servizio lavanderia e così ci tocca andare in una lavanderia (appunto) a gettoni, con asciugatrice. Scopriamo tra l’altro essere un posto ideale per rimorchiare se non fosse che c’erano solo 60enni. Però potenzialmente, eh.
Alla sera i miei due compagni di viaggio vogliono mangiare assolutamente carne ma non si mettono d’accordo sul grado di cottura così seconda sera, seconda pizza, vabbè.
Segue breve passeggiata per Oristano e buonanotte.
Ah! Dimenticavo il super-gioco del viaggio: contare le vecchie Panda! Ce ne sono ancora un sacco in Sardegna e, se non fosse per il loro stato (e le targhe delle più diverse città continentali), mi verrebbe da pensare che ci sia una produzione ancora attiva in loco. Sui numeri siamo sulle 50 panda per tappa, mica cazzi. Avevo pensato anche di fare una sorta di media al km di Panda per tappa ma poi anche chi se ne frega.
3. Oristano - Arborea - Marceddì - Costa Verde -  Arbus - Sulcis - Buggerru - Nebida: 121,50 km e 1.846 m ds+
I vostri affezionatissimi quì partono separati. Io vado dal ciclista a comprare due nuovi copertoni (ma apre alle 8,30), loro si avviano senza di me (il gruppo si riunirà più tardi sulla scena del disastro, ved. dopo).
Il primo pensiero della mattina comunque è: stasera niente pizza!
Dopo la brutta strada SS fino ad Arborea (e vi risparmio le lunghe digressioni di dove mettono gli accenti i sardi) si passa dalla Costa Verde, quella delle dune di Piscinas, con paesaggi naturalmente molto belli, e, sulla successiva temibile salita verso Montevecchio, avviene il patatrac... (suspense mentre agevolo una foto della Costa Verde)
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E cioè a Ricky si rompe la sella e finisce con il culo a terra, buon per lui che aveva la borsa e così se lo salva (almeno fino ad oggi, eh! eh!)
Ad ogni modo arriva ad Arbus alla bersagliera, 
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dove troviamo un ciclista (o quasi) che ripara in qualche modo il danno e mangiamo tre panini spettacolari con 4,26 euro totali (e ci regalano pure una birra, forse perchè sono notoriamente bello, vai a sapè).
Ecco i panini.
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Quindi ripartiamo verso la temibilissima salita di Buggerru (che poi sarebbero ben due, una prima e una dopo, e che soffriamo un sacco, come testimoniato ampiamente dai lamenti di Luca) che ci conduce a Nebida, dove dormiamo in un B&B gestito da amici guide/arrampicatori di Ricky.
A Nemida c’è il famoso Pan di Zucchero, che poi sarebbe quella cosa là in fondo nella foto sotto, ma ammetto che ci sono immagini migliori.
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Per cena ci dicono che c’è una sola cosa aperta: una pizzeria, alè!
Primo giorno senza pioggia: di nuovo alè! Stavolta senza ironia.
4. Nebida - Sant’Antioco e le saline - Porto Pino - Chia - Pula: 136,15 km e 1.017 m ds+
Oggi si parte con tipo 20 km di discesa (ottimo) e con un vergognoso vento a favore che ci porta, ad una media di 60 km/h (o forse era leggermente meno), a Sant’Antioco dove troviamo un cielo nero nero nero ma nero e allora decidiamo di evitarne il giro, tiè.
Dopodichè, per espiazione, ci infiliamo in una strada sterrata in mezzo alle saline e al vento (stavolta più o meno contro) e da lì andiamo al bel Porto Pino (dove non c’è un caxxo di aperto per il pranzo), poi a Chia (altro posto fantasma in questo periodo) e infine, su una brutta strada, a Pula.
A Porto Pino ci siamo tutti e tre, anzi quattro col porto, indovinate qual’’è il porto.
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Poichè ho più o meno deciso di mettere due foto per giorno, la seconda è dedicata ai numerosissimi porta-bici sardi che hanno solo un difetto che vi faccio indovinare da soli.
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La sera dormiamo in un affittacamere con un giardino curatissimo da dei tipi particolari (= alcolizzati = simpatici) che hanno tipo 11 gatti, così va la vita.
E indovinate un po’? Non mangiamo la pizza!!! 
Tra l’altro anche oggi alla fine non prendiamo pioggia perciò va tutto per il meglio, anzi no (ved. giorno successivo). 
5. Pula - Nora - Cagliari - Villasimius - Punta Carbonara - Costa Rei - Muravera: 152,19 km e 1.251 m ds+
E infatti oggi ci dovrebbe essere l’incontro con Paolo che però rimane vittima del maltempo con conseguente ritardo mostruoso del traghetto che lo traghetta a Porto Torres con tipo 8 ore di ritardo e quindi giungerà a Cagliari solo la sera.
Necessariamente quindi l’incontro avverrà solo il giorno successivo sulla strada per Lotzorai e noi tre ci spariamo il super-tappone di 152 km fino a sera a Muravera (questo l’ho scritto solo per fare la rima).
Note: fino a Cagliari strada bruttissima dove ci siamo giocati almeno 2 vite a testa, da Quartu a Muravera invece forse la più bella strada del viaggio. Andateci (in bici).
Le foto delle tappa di oggi lo dimostrano:
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Figo, eh?
Per completezza concludo dicendo che la notte l’abbiamo passata in un appartamento con cucina alla incredibile cifra di 45 euro in tre. Poi per rimediare abbiamo fatto 88 euro di spesa, vabbè.
6. Muravera - Lotzorai: 87.61 km e 586 m ds+
Tappa facile facile, unendoci finalmente con Paolo a Muravera che alle 9,00 del mattino si era già sparato 60 km da Cagliari, ben gli sta.
Noi invece al suo arrivo eravamo alla seconda colazione.
Ed ecco finalmente Paolo, dal davanti
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e poi anche dal di dietro (è quello con la maglia verde, ovvio)
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Ad ogni modo a pranzo siamo già nei pressi di Lotzorai e mangiamo in un posto pessimo al porto di Arbatax che per vegetariani offre solo delle pastasciutte precotte che lasciamo perdere. Ma me lo ricorderò per il futuro, cari miei.
Il pomeriggio lo passiamo al fantastico B&B The Lemon House di Ricky & Elena a riposare. Ne approfittiamo per vedere (per quanto mi riguarda per l’ennesima volta) il film cult coreano Old Boy, che solo i veri intenditori di cinema sanno apprezzare (quì c’è una frecciata che qualcuno coglierà di sicuro).
Ne approfittiamo anche per lavare e asciugare tutto il nostro vestiario per l’ultima volta.
Per cena siamo invitati dall’ospitalissima famiglia di Luca per una grigliata a base di carne. A me, in quanto vegetariano, viene offerto, oltre ad un ottimo pesce spada sempre alla griglia (sono un vegetariano che però mangia pesce, eh), un minestrone fantastico e come dessert, questo per tutti, un tiramisù come raramente ne ho mangiati in vita mia. Il tutto accompagnato da vino come se piovesse. Si è fatto baldoria insomma.
7. Lotzorai - Passo Genna Silana - Dorgali - Orosei - Siniscola - Budoni: 137,76 km e 1.728 m ds+
Uhhh!!!! Oggi c’è in programma, subito alla partenza, la cima Coppi del giro che i due locali conoscono a memoria (fatta tipo due volte in bici in vita loro).
La bagarre per la conquista della vetta è stata veramente avvincente, come testimoniato dalla mia bellissima foto.
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Pantani ci fa un baffo.
Comunque ce l’abbiamo fatta, ecco la prova:
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Per il resto la tappa passa da Dorgali, Orosei (bella), Siniscola (bella) e finisce a Budoni. Si capisce che non la ricordo bene?
A Budoni dormiamo in un bel appartamento dove purtroppo si mangia veramente male (carbonara con vongole, secondo un antica ricetta inventata al momento da Ricky). Ah, no! Ho controllato ora, esiste davvero. Sarà che non abbiamo aggiunto il ciuffo di prezzemolo...
Purtroppo visto che l’abbiamo cucinata noi non possiamo lamentarci con nessuno.
8. Budoni - Golfo Aranci e Porto Rotondo - Costa Smeralda e Porto Cervo - Palau - Santa Teresa di Gallura: 142,69 km e 1505 m ds+
La tappa odierna inizia, e poi prosegue, con la pioggia e prevederebbe un pedissequo costeggiamento (?) del mare.  
Peccato che Ricky, febbricitante, tenta ad ogni bivio di boicottarla palesandoci scenari apocalittici di maltempo, salite tipo Mont Ventoux sulla costa, km inverosimili (dice 180, facendo la costa) e orario di arrivo improponibile (alle 20,00 di sera, assicura).
Al bivio per Porto Cervo quindi c’è il primo vero momento di contrasto, si fa per dire, nel gruppo.
Le posizioni sono le seguenti: Ricky vuole accorciare, Fede vuole essere fedele al piano e passare da Porto Cervo, Luca si rimette alla maggioranza (ma lamentandosi preventivamente).
La situazione è più o meno questa.
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Situazione di stallo, quindi (alla messicana? No purtroppo, che tanto mi avrebbe fatto sentire in un film di Tarantino). 
La decisione sta quindi a Paolo che dopo decine di minuti di tensione dice una cosa tipo: “Ma vaffanculo, passiamo da porto Cervo!”, così ha parlato e così si fa. 
Si merita l’unica foto del giorno.
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Pranziamo in un posto tipico (benzinaio) visto che è tutto chiuso o con prezzi improponibili (Porto Cervo è un enclave svizzera, no?) e veloci come il vento giungiamo a Palau e infine a Santa Teresa di Gallura.
Una cosa: la Costa Smeralda è anche detta in gallurese (esiste il gallurese? sì) Monti di Mola (scopro ora), il che per tutto il giorno mi ha fatto rimbombare nella testa l’omonima canzone di De Andrè che parla di un giovane che si innamora di un asina (e viceversa). Eccola quì.
Alla sera dormiamo in uno scadente hotel, anche conosciuto come topaia o bettola, scelto da Luca, che (non l’hotel, ma Luca) dopo avere visto la reception del posto, la prima cosa che dice è: “Domani la colazione non la facciamo quì” E noi naturalmente ubbidiremo.
A questo punto del viaggio ci è tornata la voglia di pizza e, complice anche una pioggia clamorosa che non ci fa allontanare dall’hotel per più di 100 metri, ci infiliamo in una pizzeria (appunto) di fronte alla sopracitata topaia (o bettola) e concludiamo la serata con birra a volontà.
9. Santa Teresa di Gallura - Porto Torres: 109,97 km e 1047 m ds+
In teoria doveva essere una tappa facile, ma. 
Ma un sacco di saliscendi e vento contro (alla fine, almeno quello, per la prima volta dall’inizio del giro) ci rendono la tappa più dura del previsto.
Per fortuna la formazione belga a ventaglio è ormai collaudatissima.
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Il morale però è alto sia per la vicinanza del traguardo sia perchè miracolosamente riusciamo a schivare la pioggia. 
A pranzo mangiamo un super-panino a Castelsardo, che ha il terribile difetto di potere essere raggiunto solo dopo una salita interminabile (e successiva discesa), ed è la prima volta che come vegetariano non mi trattano da appestato, bene.
Lungo il tragitto vediamo un sacco di cacciatori (è domenica) che in gruppi di 20 alla volta vanno a caccia di cinghiali, facile, eh? Codardi che non siete altro. Comunque (noi compagni cinghiali) conquisteremo il mondo, è solo questione di tempo, daje!
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Sul porto di Porto Torres (o quasi) facciamo le foto di fine giro tutti contenti come bambini.
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Totale: km: 1.098,79 / m ds+: 10.604
Foto sparse del giro.
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Fine! Ah, che nostalgia...
Si ringrazia lo sponsor ufficiale (usato a profusione da Ricky)
Una dedica speciale va anche al nostro ispiratore, colui che ha fatto questo:
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