La benedizione delle messi e delle bestie fertili.
Festoni, processione, frittelle e griglia mista maiale, cinquina, musica-musica-musica, vinaccio. Scrofe e porci indistinti sulla graticola e a sudare sulla pista liscia.
Suona l'orchestra "Gelso e i tulipani", tutti col bel vestito della festa, ma Gelso ha la camicia aperta, alla moda paesana, col vello maschio e i fiori sulla camicia. Lui ce l'ha diversa, verde, gli altri rossa. Che fan bandiera cha-cha-cha.
Mazurca ora, saltellano quei due, guardali guardali, che s'incrocian tutti che pare che cadano, ma non cadono mai, e poi mai. Che è come l'amore difficile, quello che l'equilibrio lo trovi solo se ti muovi, come a camminare che vien facile e non si fa fatica solo perchè si impara a mettere avanti il piede e a caderci sopra. Solo che è veloce.
Va' va' come vanno, se scopan così, ciao Pep, chissà che urla quella ecco perchè è tutto asciutto lui, ben drenato.
"51, 72, 64, 37", veloce la tombola, senza i commenti da smorfia, che qui l'unica acqua che si vede è quella del Ticino e quelle cose non sono arrivate su. Veloci a segnare coi fagioli sulle cartelle consunte conservate con cura dalla perpetua, nel cassetto della sagrestia, tra i ritagli d'ostia.
Che la tombola quest'anno è un corredo niente male, che poi era quello della figlia del Santino, che poveri cristiani i genitori, se n'è partita all'avventura con quel poco di buono del Tano, arrivato giusto per portarsela via lasciando il Cecco lì con la sua verginità. Che aveva fatto così fatica pure a farsi fare la sega da quella là, che invece col Tano pareva fosse una giumenta imbizzarrita. Pensa te.
"Va beh, dai, ciao... tombola!", eccola. Fatta dalla Marta, che c'ha un culo porco cane! Che poi quel culo pare sia una figa, da quel che dice il marito, che non manca mai di lodarlo. "Ma te ce l'hai piccolo, ti vien facile così!", e giù tutti a ridere, con la Fagiana che non ce la fa a non guardargli il pacco, più per riflesso incondizionato che per golosità, ma si sa, la Fagiana è la Fagiana.
Che quello che sono, l'amore che provo, lo porto fieramente al collo, come fosse un ciondolo prezioso. E non dovrebbe essere così pesante, non dovrebbe essere faticoso indossarlo, eppure. Eppure ci si scorda che è l'amore a muovere il mondo, si perde di vista la bellezza. E allora urliamo, cantiamo, balliamo per svegliare dal torpore dell'ignoranza: alla fine si chiede solo di poter amare (se stessi, gli altri, o semplicemente qualcosa).
Eventually I’m gonna have to decide that enough is enough and stop with the bullshit. But today is not that day. The sun is shining the sheets are clean. Balliamo 💃🏽
i cccp salgono sul palco e mi chiedo se sono ancora fedeli alla linea quella linea a cui mi piacque pensare d’esser fedele anche io ma che non seppi davvero mai tracciare o spiegare o spiegarmi e forse come tanti convenuti come me a questa gigantesca festa di classe operaia di chi era vivo negli anni ottanta non mi frega poi troppo della risposta perché giovanni lindo ferretti di adesso fa di tutto per interpretare al meglio il giovanni lindo ferretti di allora ed in fondo è questo quello che volevo quello che volevamo e queste le aspettative che abbiamo prodotto e questo che vogliamo consumare in attesa di crepare e certo non che il magone non sia presente e che sia dovuto al pensare invece alle aspettative che avevamo in quegli anni distanti di mondo da cambiare e di mondo poi in cambiamento quando crollò il muro ed una linea almeno ed intendo quella che separava l’est dall’ovest venne cancellata e dicevo il mondo in cambiamento ed adesso che innegabilmente è cambiato ma non come avremmo voluto cambiarlo noi e lo vediamo cambiato e ce lo diciamo come sei cambiato quando incontriamo qualcuno di quei vecchi amici e lui lo dice a noi ed allora se non altro consapevoli che è un carnevale una festa in maschera una interpretazione alziamo i pugni chiusi al cielo quando compare una bandiera del pci e balliamo e non studiamo non lavoriamo non guardiamo la tv non andiamo al cinema non facciamo sport e chiediamo di essere curati e ammettiamo la paranoia emiliana mentre invitiamo yuri a sparare e se ne vanno due ore e con loro tanto lo strato di polvere che avevamo su certi ricordi quanto l’illusione d’aver contato qualcosa di aver fatto qualcosa ed invece forte sale un gusto amaro di chi ha fallito come uomo e come generazione e del fatto che non ne frega nulla a nessuno noi compresi però tu amami ancora e fallo dolcemente un giorno un mese un’ora che la vita la mia non è ancora finita e ci sarà forse tempo per dare un senso a tutto quanto o se non altro a farsene una ragione che il senso manchi come qui manca la punteggiatura
I pensieri felici sono quelli che ti fanno cambiare delicatamente l'umore, che ti fanno fare un accenno di sorriso senza che te ne accorgi, che ti tolgono ragnatele dagli occhi e massaggiano un po' il petto.
Il mio pensiero felice del momento è il ricordo di una sera d'estate di credo otto anni fa, metà agosto, è il compleanno di zio e come al solito per i grandi compleanni viene organizzata una festa nella "piazzetta" tra la casa e la legnaia, vengono messi dei tavoli da osteria, si tirano fuori tutte le sedie e le panche, zia cucina le fettuccine al sugo di fianchetto, l'altra zia porta tre quattro casatielli, zio apre la sua riserva di vino che millanta ogni anno come il più buono di sempre e tutti parlano, ridono ad alto volume, i bambini giocano e c'è una bella atmosfera da inizio festa, l'aria è tiepida nonostante sia metà agosto, non fa tanto caldo. Sul gradone sul fondo della piazzetta ci sono i fratelli di mia zia che suonano, sono bravissimi, la batteria, il sax, le chitarre, le voci, sono cresciuta con loro che suonano rock, blues, canzoni napoletane, rock progressivo e non mi stancherei mai di sentirli.
Ad un certo punto succede, parte zio Augusto alla batteria e cominciano a suonare lei. Io sono da un lato della piazzetta con il mio bicchiere di carta con un po' di vino dentro e, come ci fosse una calamita, incrocio lo sguardo di mio cugino, appoggiato al muro dalla parte opposta alla mia con la sua camicia bianca di lino da artista, i capelli arruffati in tanti riccioli ribelli e una sigaretta in bocca, che con un sorriso complice e cretino mi guarda. E' una sorta di richiamo il nostro: inevitabile e naturale. Cominciamo a muoverci, spalle lui, fianchi io, ogni movimento è un passo l'uno verso l'altro. Ed è così che in pochi secondi siamo al centro della piazzetta a ballare, sinuosi, buffi e seducenti, un ballo di quelli che ti vengono spontanei quando segui la musica e vuoi solo divertirti, è viscerale, è bellissimo. Mentre ballo scendo lenta sulle ginocchia come fosse un passo di danza, poso il bicchiere a terra, mi alzo e gli rubo la sigaretta, lui apre le braccia e canta. Dietro le sue spalle vedo mia cugina che si avvicina ballando, si tiene la gonna ampia arrotolata con una mano alla vita, è bellissima, poi arriva mia madre col suo modo buffissimo di ballare che le scompiglia i capelli, mio zio con i suoi passi avanti e indietro veloci con le braccia aperte, si aggiunge anche Barba (è il suo battesimo di fuoco), tutti cantiamo e balliamo.
E' una serata come tante ed è unica allo stesso tempo, gli zii suonano tutte le nostre canzoni preferite e noi facciamo i cretini, c'è tanto casino ma anche tanta calma.