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danieleneandermancini · 4 months
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DA UN RAMO SCOMPARSO DEL NILO, LA VIA FLUVIALE DI TRASPORTO DEI MATERIALI DELLE PIRAMIDI!
DA UN RAMO SCOMPARSO DEL NILO, LA VIA FLUVIALE DI TRASPORTO DEI MATERIALI DELLE PIRAMIDI! n nuovo studio rileva che un ramo del Nilo, non più esistente,  contribuì alla costruzione di 31 delle famose piramidi egiziane, comprese le piramidi della Piana di Giza . I ricercatori hanno individuato che questo ramo, chiamato "Ahramat" (in arabo...
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unpoorno · 2 months
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Brandi Love,
pseudonimo di Tracey Lynn Livermore  - Releigh 29 Marzo 1973
Brandi nacque a Raleigh (Carolina del Nord), da famiglia di discendenza anglo-tedesca. Suo nonno era il celebre speculatore finanziario Jesse Livermore. 
Crebbe a Detroit, Michigan, e frequentò la Central Michigan University.
 La sua famiglia la allevò secondo i dettami del Presbiterianesimo. Nel 1994 si è sposata con Chris Potoski.
La coppia risiede nella Carolina del Nord.
Brandi iniziò la propria carriera nel mondo del porno nel giugno 2004 dando vita al proprio sito web BrandiLove.com. Successivamente, a partire dal 2011, ha iniziato a girare video porno professionali lavorando per varie case di produzione di film per adulti. È co-proprietaria della No Rivals Media, una compagnia multimediale di film per gli adulti; è anche creatrice del sito parentsadult.com, l'unica organizzazione filantropica dedicata ai genitori che lavorano nel mondo dell'hard.
È apparsa in programmi come The Tyra Banks Show, The Keith Ablow Show e The Howard Stern Show, così come ha recitato in The Penn & Teller: Bullshit!, episodio di The War on Porn. Nel 2008 ha inoltre pubblicato un libro intitolato Getting Wild Sex from Your Conservative Woman (letteralmente Ottenere sesso selvaggio dalla tua donna conservatrice).
Brandi ha lavorato negli ultimi anni principalmente con l'azienda canadese Brazzers
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susieporta · 5 months
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“Non mollerò finché non l’avrò trovata”.
La voce è quella di Giovanni Soldini, in quel momento ha 33 anni e sta correndo la Around Alone, la più dura regata intorno al mondo in solitaria mai concepita. Un uomo, una barca a vela, tre Oceani. Giovanni è terzo, dietro a Marc Thiercelin e Isabelle Autissier. È il 16 febbraio del 1999 e dalla radio di bordo arriva un Sos: l’imbarcazione Prb di Autissier, la prima classificata, si è cappottata e ora si trova alla deriva da qualche parte in mezzo al Pacifico, tra Auckland e Punta del Este, a 2000 miglia in linea d’aria circa da Capo Horn.
Giovanni non ci pensa due volte. Abbandona la propria rotta sicura a nord e si dirige a sud con la sua “Fila”, dritto contro l’Oceano in tempesta. Un solo pensiero in testa: salvare Isabelle, l’amica Isabelle, l’avversaria di decine di regate. Giovanni ha solo un vago segnale di soccorso e un’area di 5 miglia quadrate da setacciare palmo a palmo. Trovare uno scafo rovesciato in un tratto di mare di quelle dimensioni, in balia di cavalloni alti 4 metri, tra i chiaroscuri di un’alba che non arriva mai, è un po’ come cercare una pallina da flipper in un campo da football. Ma Giovanni non si dà per vinto. Non può farlo. Ha deciso. “Non mollerò finché non l’avrò trovata”.
Prima di essere un velista di fama mondiale, Giovanni è un marinaio, conosce le leggi del mare e i codici della navigazione. Giovanni non crede in Dio, ma sa che la vita là in mezzo è sacra. Dopo quasi un’ora di furibonda ricerca, alle 5.55 ora locale (le 15.25 in Italia), Giovanni trova la Prb, porta in salvo Isabelle e invia un succinto comunicato al centro operativo di gara: “Salve, qui Fila. Isa è a bordo con me. Stiamo tornando in gara.”
Giovanni fa sul serio. Riprende la rotta a nord, recupera il tempo perso, rimonta chi nel frattempo l’ha superato, scavalca Thiercelin e, meno di due mesi più tardi, il 9 maggio dello stesso anno trionfa sul traguardo di Charleston (South Carolina). È il primo italiano ad aver vinto un giro del mondo in solitaria, il primo uomo ad averlo fatto dopo aver salvato una donna, una concorrente, un’amica. Un essere umano.
Sono passati 25 anni esatti da allora e cinque dal post a cui sono in assoluto più legato. Giovanni tra pochi giorni compierà 58 anni, nel frattempo ha stabilito un’altra decina di primati e infranto ogni record in infinite specialità diverse. Al suo fianco, in ogni vittoria e nelle rare sconfitte, per cinque anni c’è stato un marinaio che di nome fa Tommaso Stella, 7 anni meno di Giovanni e una vita passata al timone.
A un certo punto Tommaso ha salutato Giovanni ed è partito volontario per una nuova missione: salvare vite in mare con una ong nel Mediterraneo. Niente più gare, niente più record, nessun avversario da battere. Soltanto silenzio e acqua a perdita d’occhio, per miglia e miglia. E poi la disperazione umana che ti arriva addosso all’improvviso, insieme a 60 migranti a bordo di un gommone non più lungo di un pulmino e non più largo di una Panda, perso da qualche parte alla deriva, a mollo sopra un cimitero senza croci né lapidi, inseguito da una motovedetta libica carica di uomini armati.
Tommaso carica i migranti a bordo della sua barca a vela, che si chiama Alex e curiosamente ricorda quella di Giovanni, e fa rotta verso l’Europa a tutta velocità, seminando i libici e il terrore e l’inferno dei lager, anche se quello non se ne va mai per davvero. A un certo punto sembra quasi una gara, come ai vecchi tempi con Giovanni, ma in palio ora non c’è un trofeo, e il cronometro segna solo il tempo che separa le persone dal limite di sopportazione umana. E gli arbitri non sono più giudici di gara, come un tempo, ma leggi disumane, governi spietati e ministri che giocano sulla pelle dei migranti, sulla pelle di tutti loro. E in quel momento Tommaso forse si ricorda di Isabella e di quella regata nel Pacifico di vent’anni anni prima e si chiede cosa avrebbe fatto Giovanni al suo posto. È un attimo, prima di puntare la prua verso il porto sicuro più vicino, senza chiedere il permesso a nessuno, senza chiedersi i rischi che corre, le multe che dovrà pagare, le leggi che violerà. In mare è tutta questione di tempo, e qui è scaduto da un pezzo, ogni attimo potrebbe essere decisivo. Tommaso attracca al molo di Lampedusa alle 5 di pomeriggio di un sabato di luglio di cinque anni fa, insieme ai 46 migranti rimasti e agli altri dieci uomini dell’equipaggio. Rimedia 16mila euro di multa e un’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma non è mai stato così felice nella sua vita. Si sente pieno, realizzato. Un uomo. Come mai gli era capitato prima di allora.
Giovanni in quel momento è a casa, in attesa di preparare una nuova sfida, quando apprende, come tutti, dell’impresa del suo vecchio skipper e compagno di tante traversate. E, quando un giornalista gli chiede cosa ne pensa, lui che da quarant’anni solca i mari di tutto il globo e ha visto passare più acqua sotto lo scafo che tutti i leghisti, i razzisti e gli hater di Italia messi insieme, Giovanni dice solo due cose. Dice: “Bravo Tommaso, hai fatto il marinaio”. E poi spiega meglio: “Da migliaia di anni queste cose esistono. I romani e i greci tiravano su la gente, mica la lasciavano in mare. Quando trovi uno che galleggia per miracolo, intanto lo tiri su. I distinguo, per quanto mi riguarda, si fanno a terra. Cinquanta persone su una barca da 18 metri sono una situazione di sopravvivenza. E, credetemi, se trascorri 48 ore in mare, i dubbi ti passano.”
Uno di cognome fa Soldini, l’altro Stella. Sono capitani, sono marinai, sono italiani. Sono colleghi, sono vecchi amici che avresti voglia di abbracciare. Sono vita vissuta controvento, sono alberi maestri che non si piegano, sono pelle scottata al sole, sono storie di mare. Sono Storia di un Paese che vogliono cancellare, nascondere, censurare, infangare, incriminare, e che abbiamo il dovere di raccontare.
Lorenzo Tosa
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pettirosso1959 · 5 months
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Il fondatore di Greenpeace
«Vi svelo la truffa ambientalista»
Uno dei padri dell’organizzazione: «La sinistra, capito che attorno all’ambientalismo girano soldi e potere, ne ha traviato la missione L’obiettivo è stato fare da megafono all’apocalisse climatica, con l’uomo unico responsabile da punire.
25 Apr 2024 FRANCO BATTAGLIA
Studioso, ecologista e leader di lungo corso nel campo ambientale internazionale, Patrick Moore, con un dottorato di ricerca in Ecologia dall’Università della British Columbia e un dottorato di ricerca onorario dalla North Carolina State University, è considerato uno dei più qualificati esperti di ambiente al mondo. Nel 1971 fondava Greenpeace, la più grande organizzazione di attivisti ambientali del mondo, ma l’ha lasciata nel 1986.
Come mai l’ha lasciata, dottor Moore?
«Greenpeace è stata “dirottata” dalla sinistra politica quando ha capito che c’erano soldi e potere nel movimento ambientalista. Gli attivisti politici di sinistra in Nord America e in Europa l’hanno trasformata da organizzazione scientifica a un’organizzazione politica di raccolta fondi. Oggi gli ambientalisti si concentrano principalmente sulla creazione di narrazioni progettate per infondere paura e sensi di colpa nel pubblico in modo che il pubblico invii loro denaro».
Cosa pensa dell’Ipcc, il Comitato dell’Onu sul clima? Fa scienza?
«L’Ipcc assume scienziati per fornire loro “informazioni” che supportino la narrazione dell’emergenza climatica. Le loro campagne contro i combustibili fossili, l’energia nucleare, la CO2, la plastica, etc., sono fuorvianti e mirano a far credere alla gente che il mondo finirà, a meno che non paralizziamo la nostra civiltà e distruggiamo la nostra economia. Sono ormai un’influenza negativa sul futuro dell’ambiente e della civiltà umana. Oggi la sinistra ha adottato molte politiche che sarebbero molto distruttive per la civiltà perché non sono tecnicamente realizzabili. Basti pensare all’incombente crisi energetica, una crisi che hanno creato loro stessi, rifiutandosi, opponendosi all’energia nucleare e adottando una posizione impossibile sui combustibili fossili in generale».
L’uomo è il nemico del pianeta…
«Già. Secondo i leader ambientalisti gli esseri umani sono i nemici del pianeta e della Natura. Secondo la nuova filosofia dominante, il mondo sarebbe migliore se esistesse meno gente. Ma le persone che dicono questo non si sono offerte volontarie a essere le prime ad andarsene».
Come accadde che lasciò Greenpeace?
«Ero uno dei 6 direttori di Greenpeace International, e l’unico ad avere una formazione scientifica formale, laurea con lode in scienze e foreste e dottorato in ecologia. I miei colleghi direttori decisero che Greenpeace avrebbe dovuto iniziare una campagna per “bandire il cloro in tutto il mondo”. Ma l’aggiunta di cloro all’acqua potabile, alle piscine e alle terme è stato uno dei progressi più significativi nella storia della sanità pubblica nel prevenire la diffusione del colera. Inoltre, circa l’85% dei prodotti farmaceutici è prodotto con chimica legata al cloro e circa il 25% di tutti i nostri farmaci contiene cloro.
Tutti gli alogeni, compresi cloro, bromo e iodio, sono potenti antibiotici, e senza di essi la medicina non sarebbe la stessa. Invece i miei colleghi pretendevano che il cloro passasse come l’elemento del diavolo” e che il Pvc, cloruro di polivinile, fosse etichettato come “la plastica velenosa”. L’obiettivo era di spaventare il pubblico. Inoltre, questa politica sbagliata rafforza l’atteggiamento secondo cui gli esseri umani non sono una specie degna e che il mondo starebbe meglio senza di loro. Non sono riuscito a convincere i miei colleghi di Greenpeace ad abbandonare questa politica sbagliata. Questo è stato il punto di svolta per me».
Una delle narrazioni di Greenpeace riguarda la scomparsa degli orsi polari
«Il Trattato internazionale sugli orsi polari, firmato da tutti i Paesi polari nel 1973 per vietare la caccia illimitata all’orso bianco, non viene mai citato dai media, da Greenpeace o dai politici che affermano che l’orso polare si sta estinguendo a causa dello scioglimento dei ghiacci nell’Artico. In realtà, la popolazione di orsi polari è aumentata da 6.000-8.000 esemplari nel 1973 a 30.000-50.000 oggi. L’obiettivo della narrazione è sostenere la teoria dell’apocalisse ambientale. Gli Aztechi gettavano le vergini nei vulcani, e gli europei e gli americani hanno bruciato le donne come streghe per 200 anni, sostenendo che così si sarebbe salvato il mondo. Gli esseri umani sono animali sociali con una gerarchia, ed è più facile ottenere una posizione elevata usando la paura e il controllo. La teoria dell’apocalisse ambientale riguarda soprattutto il potere e il controllo politico. Oggi, nei Paesi più ricchi, si stanno prendendo decisioni che i nostri nipoti dovranno pagare. È normale che le persone abbiano paura del futuro perché è sconosciuto e pieno di rischi e difficili decisioni. Alle giovani generazioni di oggi viene insegnato che gli esseri umani non sono degni e stanno distruggendo la Terra. Questo indottrinamento li ha fatti sentire colpevoli spingendoli a vergognarsi di sé stessi».
Perché è stata presa di mira la CO2?
«Il mondo si sta riscaldando dal 1700 circa, e l’ha fatto per due secoli prima dell’utilizzo dei combustibili fossili. Il 1700 è stato l’apice della Piccola era glaciale, un paio di secoli molto freddi che hanno patito scarsi raccolti e fame. Prima di allora, intorno al 1000 d.C., c’è stato il Periodo caldo medievale, quando i vichinghi coltivavano la Groenlandia. Alcuni credono che la CO2 sia la causa principale del riscaldamento degli ultimi decenni. Ma sono principalmente scienziati pagati da politici e burocrati, da media che fanno notizia o da attivisti che fanno soldi. Se l’anidride carbonica fosse la causa principale del riscaldamento, allora dovrebbe esserci un aumento della temperatura in corrispondenza dell’aumento della CO2, ma non è stato così. Inoltre, la CO2 è alla base di tutta la vita sulla Terra e la sua concentrazione nell’atmosfera oggi è più bassa di quanto sia stata per la maggior parte dell’esistenza della vita. L’aumento della CO2 è correlato all’aumento della vegetazione: quasi tutti i coltivatori di serre commerciali in tutto il mondo acquistano CO2 da iniettare nelle loro serre per ottenere raccolti con rese superiori fino al 60%. Gli allarmisti climatici preferiscono discutere delle conoscenze climatiche solo a partire dal 1850. Il periodo precedente viene definito “età preindustriale”. Questa “età preindustriale” è durata più di 3 miliardi di anni, quando la vita era presente sulla Terra. In quel periodo si sono verificati molti cambiamenti climatici, tra cui ere glaciali, ere temperate, grandi estinzioni. Oggi la Terra si trova nell’era glaciale del Pleistocene, iniziata 2.6 milioni di anni fa. Siamo ancora nel Pleistocene, per quanto gli allarmisti climatici vogliano negarlo.
La grande ironia dell’attuale panico climatico è che la Terra è più fredda oggi di quanto lo sia stata per 250 milioni di anni prima dell’inizio del Pleistocene. E la CO2 è più bassa oggi che nel 95% della storia della Terra. Ma non lo saprete mai se ascoltate solo tutte le persone che traggono vantaggio dalla menzogna del cambiamento climatico antropico».
Vogliono azzerare l’uso dei combustibili fossili…
«Non possiamo fermare l’aumento dell’uso dei combustibili fossili o ridurre le emissioni di CO2. Nel 2015, mentre partecipavo alla Cop (Conferenza delle parti) di Parigi, ho offerto una scommessa pubblica di 100.000 dollari in un comunicato stampa diffuso da oltre 200 media, secondo cui entro il 2025 le emissioni globali di CO2 sarebbero state superiori a quelle del 2015. Nessuno ha voluto scommettere con me. Russia, Cina e India rappresentano il 40% della popolazione mondiale e non sono d’accordo con l’agenda anticarbonio. Se aggiungiamo Brasile, Indonesia e la maggior parte dei Paesi africani, la maggioranza della popolazione mondiale non è preoccupata dal clima. Un’altra grande ironia è che molti Paesi con i climi più freddi, come Canada, Svezia, Germania e Regno Unito, sono i più preoccupati per il riscaldamento».
Vogliono produrre energia solo con fotovoltaico ed eolico…
«Le tecnologie fotovoltaica ed eolica sono entrambe molto costose e molto inaffidabili. È incredibile che a così tante persone sia stato fatto il lavaggio del cervello per pensare che interi Paesi possano essere sostenuti con queste tecnologie. Esse sono i parassiti di un’economia più ampia. In altre parole, rendono il Paese più povero rispetto al l’utilizzo di altre tecnologie più affidabili e meno costose. I fornitori di energia eolica e solare godono di sussidi governativi, sgravi fiscali e normative che obbligano i cittadini ad acquistare energia eolica e solare anche se più costosa, con il pretesto che è “rispettosa dell’ambiente”. Milioni di persone pagano di più per l’energia eolica e solare mentre poche persone si stanno arricchendo a spese dei primi. È una colossale frode. Senza contare che parchi eolici e solari utilizzano grandi quantità di combustibili fossili per l’estrazione, il trasporto e la costruzione. E in molti luoghi non producono, nel corso della loro vita, l’energia necessaria per costruirli e mantenerli».
Gli ambientalisti ce l’hanno anche con la plastica...
«La plastica non è un materiale tossico. Ed è per questo che se ne fa così largo uso!».
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diceriadelluntore · 8 months
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Memorie Della Collina
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Su Instagram mi è stato mandato uno di quei template da condividere con le serie tv. E tra la scelte c'è questa: rispetto ad altre dello stesso periodo (inizio anni 2000m la serie è andata in onda dal 2003 al 2012), è probabilmente meno famosa, ma One Tree Hill ha ancora dei fanche la ricordano con affetto. La serie, creata da Mark Schwahn, ambientata nella fittizia città di Tree Hill in Carolina del Nord e segue le vite di due fratellastri, Lucas Scott (Chad Michael Murray) e Nathan Scott (James Lafferty), il cui rapporto evolve, nel corso della serie, da acerrimi nemici a fratelli devoti. Tra gli altri protagonisti, Peyton Sawyer, interpretata da Hilarie Burton, Haley James, interpretata da Bethany Joy Lenz e Brooke Davis, interpretata da Sophia Bush (che sono i personaggi nella foto).
Tra le chicche della serie, due musicali: è stata l'unica serie, insieme a The Sopranos, ad avere il placet direttamente dai Led Zeppelin per l'utilizzo di un loro brano (in questo caso, Babe I'm Gonna Leave You); lo stesso titolo della serie, One Tree Hill, venne a Schwahn mentre ascoltava The Joshua Tree degli U2, che hanno una canzone dello stesso titolo. La quale è un gioiello dalla storia triste: One Tree Hill è infatti il nome di una località non lontana da Auckland da cui proveniva Greg Carroll, uno degli assistenti di Bono, morto in un incidente stradale in Irlanda mentre guidava la motocicletta nel 1986, dopo pochi giorni dall'inizio delle registrazioni del memorabile disco. Il brano è famoso perchè, ricorda Brian Eno, Bono lo riuscì a cantare per intero in una unica, toccante, registrazione, con il famoso finale cantato in falsetto.
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Ci giriamo per esporci al freddo, perdurante gelo Mentre il giorno supplica la notte di avere pietà Il tuo sole così splendente non lascia ombre, solo segni Scolpiti nella roccia sulla faccia della terra La luna è alta e su One Tree Hill Vediamo il sole tramontare nei tuoi occhi
Tu corri come un fiume verso il mare Come un fiume verso il mare
E nel mondo un cuore di tenebra, una zona di fuoco Dove i poeti parlano dei loro cuori Poi versano il loro sangue per averlo fatto Jara* cantava, la sua poesia un'arma, nelle mani dell'amore Lo sai il suo sangue ancora grida dalla terra Esso scorre come un fiume verso il mare Come un fiume verso il mare
Non credo in rose dipinte o cuori che sanguinano Finché le pallottole violentano la notte dei misericordiosi Ti vedrò ancora quando le stelle cadranno dal cielo E la luna diventerà rossa Su One Tree Hill
Oh grande oceano Oh grande mare Corri verso gli oceani Corri verso il mare
*Victor Jara, cantautore, musicista, regista teatrale e poeta cileno, fu barbaramente assassinato cinque giorni dopo il golpe dell'11 settembre 1973 contro il Presidente Salvador Allende, vittima della repressione messa in atto dal dittatore Augusto Pinochet
Chi leggerà questo post ha ricordi di questa serie? O ne ricorda un'altra legata ad una particolare canzone?
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gregor-samsung · 2 years
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“ Il 9 ottobre 1963, circa 300 milioni di metri cubi di roccia precipitarono nella riserva d’acqua della Valle del Vajont, provocando un’onda gigantesca che superò gli argini della diga e distrusse la cittadina di Longarone, uccidendo circa 2000 persone. Il disastro del Vajont è tra gli eventi piú tragici della storia del secondo dopoguerra in Italia; ciò nonostante, fu rimosso dalla memoria collettiva nazionale. A parte i lavori di pochi storici (Reberschak e Mattozzi 2009; Reberschak 2013), non ve ne sono tracce nella narrazione ufficiale del cosiddetto miracolo economico degli anni Sessanta. È stato grazie al lavoro di Marco Paolini, attore e autore di teatro, che alla fine degli anni Novanta la vicenda del Vajont è entrata a far parte della memoria collettiva del Paese, grazie a un monologo di due ore trasmesso dalla televisione pubblica. Evidentemente, la storia del modo in cui la modernità e la crescita economica si erano materializzate in una valle remota del Nord Italia grazie all’arroganza di una potente azienda idroelettrica e alla complicità dello Stato non erano adatte alla narrazione generale di un’Italia che finalmente diventava una società ricca e moderna. La storia del disastro del Vajont è un esempio da manuale della logica del Wasteocene. Nel nome del progresso e di un superiore «bene comune» (Roy 1999), alcuni luoghi ed esistenze vengono sacrificati, letteralmente messi al lavoro per il benessere di altri. Le wasting relationships che trasformarono una valle remota in una macchina idroelettrica non soltanto produssero vite di scarto – l’immenso cimitero di Longarone –, ma scartarono anche saperi e memorie. Saperi, sí, perché gli abitanti del posto tentarono piú volte di allertare le autorità riguardo ai prevedibili rischi che sarebbero derivati dalla diga, ma vennero ignorati o ridicolizzati. Fu una battaglia tra competenza scientifica ed esperti professionisti da una parte e la gente comune di una valle alpina dall’altra. La partita era persa fin dall’inizio.
Rifiutare la memoria del Vajont significò cancellare quella tragedia dalla narrazione storica dominante, ma anche addomesticarla. Mentre l’invisibilizzazione cancella ogni traccia di che cosa / chi è stato scartato, l’addomesticamento della memoria è forse una strategia piú sofisticata per continuare a riprodurre wasting relationships. Nei casi come quello del Vajont, addomesticare la memoria significa organizzare una certa versione della storia che non rivela le ingiustizie né lascia spazio alla rabbia sociale: piangere la perdita di vite umane può essere accettabile, ma lo si deve fare senza alcuna implicazione politica. Perciò il disastro del Vajont fu rappresentato semplicemente come uno sfortunato incidente, e il suo ricordo avrebbe dovuto portare pace e coesione, non rabbia e conflitto. Ricordando la propria esperienza, Carolina, sopravvissuta alla tragedia, ha spiegato questo processo di addomesticamento della memoria: Le istituzioni hanno fatto e fanno di tutto per dividere i buoni dai cattivi superstiti. I buoni sono quelli che raccontano del dolore, quelli che commuovono chi li ascolta, ma poi sanno fermarsi lí, sanno stare zitti e lasciare alle istituzioni il compito di raccontare i fatti e rendere cosí la memoria innocua in modo che non disturbi i poteri economici che ancora mettono al primo posto il profitto rispetto alla vita umana. I cattivi sono quelli che cercano giustizia e che lottano affinché i loro morti siano un monito ai vivi per non dimenticare mai di cosa sia capace l’uomo in difesa del profitto. I cattivi sono quelli che puntano il dito contro il sistema che privilegia i soldi alla vita umana (Vastano 2017). La giornalista Lucia Vastano (2008) ha raccontato la storia del cimitero delle vittime del Vajont in un modo che mi pare confermi meravigliosamente la mia idea dell’addomesticamento della memoria quale wasting relation istituita con mezzi diversi. Nel 2003, l’amministrazione comunale di Longarone decise di trasformare il vecchio cimitero di Fortogna, dove erano sepolte le vittime, in un monumento ufficiale alla memoria. Il vecchio cimitero venne raso al suolo, cancellando ancora una volta i ricordi e i simboli riuniti lí dai sopravvissuti, compresa la lapide della famiglia Paiola (sette morti, di cui tre bambini) sulla quale era inciso: Barbaramente e vilmente trucidati per leggerezza e cupidigia umana attendono invano giustizia per l’infame colpa. Eccidio premeditato (Vastano 2008, p. 157). Nel nuovo cimitero, il ricordo delle vittime fu organizzato in geometrici blocchi di marmo con la sola incisione dei nomi dei defunti: il lutto deve essere addomesticato, la logica del Wasteocene non può essere messa in questione. Se un episodio tragico rende lo scarto di vite umane troppo evidente per poter essere nascosto, va visto come un incidente e non come l’epifania del Wasteocene, la prova del fatto che il sistema si fonda sullo scarto di umani e non-umani, delle loro vite, del loro sapere e anche delle loro storie. “
Marco Armiero, L’era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale, traduzione di Maria Lorenza Chiesara, Einaudi (collana Passaggi), 2021. [Libro elettronico] [Edizione originale: Wasteocene. Stories from the global dump, Cambridge University Press, 2021]
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musicaintesta · 1 year
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Nina Simone: To be young, gifted and black
Corrado Antonini
21 Aprile 2023
Nel 1944 una ragazzina nera di undici anni, Eunice Kathleen Waymon, tiene il suo primo recital di pianoforte nella sala del municipio di Tyron, nella Carolina del Nord, Stati Uniti d’America. In paese è già una celebrità. La sua maestra di pianoforte, la signora Muriel Massinovitch, ha da poco aperto il “Fondo Eunice Waymon” per raccogliere del denaro affinché la ragazzina, cresciuta in una famiglia povera, possa seguire una lezione di pianoforte a settimana. I cittadini bianchi e neri di Tyron danno quel che possono ed Eunice, ogni tanto, offre loro un concerto così che possano verificare i suoi progressi, compiacendosi di avere un simile prodigio in paese. Quella sera, per la prima volta, Eunice si avvede di qualcosa che la turba ma che non riesce a decifrare appieno: quando è già sul palco, seduta al pianoforte, i suoi genitori, vestiti a festa per la serata, vengono invitati a lasciare la prima fila a beneficio di una famiglia di bianchi che Eunice non conosce. Nessuno obietta, men che meno i genitori di Eunice. Lei, undici anni, scosta lo sgabello, si alza dal pianoforte e stiracchiando il vestitino inamidato si rivolge alla platea: se volete sentirmi suonare è necessario che i miei genitori siano seduti in prima fila. Silenzio in sala. I genitori, imbarazzati, riguadagnano i loro posti. Eunice si risiede al pianoforte e, prima di mettersi a suonare il Bach previsto a programma, si accorge che alcuni spettatori bianchi stanno ridendo di lei.
Undici anni d’età, e undici anni prima di Rosa Parks.
Probabilmente nessuno come Nina Simone, fra le interpreti della sua generazione, ha saputo incarnare la concomitante oppressione di razzismo e sessismo nell’America degli anni ’50 e ‘60. Nina aveva conosciuto in prima persona la discriminazione e la violenza, lo sfruttamento e lo stupro.
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eleonorabuffon · 2 years
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what-u-com · 1 month
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roma-sera-giornale · 2 months
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Il dilemma di James Verone: libertà contro salute
il caso di James Verone, un uomo di 59 anni di Gastonia, nella Carolina del Nord, ha scosso le coscienze degli Stati Uniti nel giugno 2011. In un atto da molti considerato di brillante disperazione, Verone pianificò meticolosamente quella che lui stesso definì una “rapina”. Ha pagato l’affitto del mese scorso, si è sbarazzato dei suoi averi e si è recato in una banca locale con un biglietto che…
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attentionspoilers · 2 months
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“La ragazza della Palude”
Cari Spoilerinos, Benvenuti su Attention Spoilers! Oggi vi parlo di un film che ha catturato l’attenzione di molti: “La ragazza della Palude”. Trama:Il film, basato sul romanzo best-seller di Delia Owens, racconta la storia di Kya Clark, una giovane donna cresciuta nelle paludi della Carolina del Nord. Abbandonata dalla sua famiglia, Kya impara a sopravvivere da sola, sviluppando un legame…
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studentessamatta · 3 months
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Unforgettable Moments: June 2024 Arezzo Italian Language and Culture Program
Momenti indimenticabili: Programma di lingua e cultura italiana ad Arezzo, giugno 2024 Questo giugno, ho avuto il piacere di guidare un fantastico gruppo di sette studenti adulti di italiano provenienti da varie località: Vancouver, Canada; Halifax, Nova Scotia; tre dalla California; uno dalla Carolina del Nord; e uno dal Texas. This June, I had the pleasure of leading a fantastic group of seven…
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newsnoshonline · 3 months
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I detriti trovati nella Carolina del Nord provengono dalla SpaceX Dragon, afferma la NASA Detriti spaziali dalla SpaceX Dragon trovati in Carolina del Nord La NASA ha confermato che un pezzo di metallo trovato in un campeggio della Carolina del Nord proveniva dalla capsula SpaceX Dragon, ultimo di una serie di detriti spaziali atterrati sulla Terra. I detriti appartenevano alla SpaceX Dragon rientrata dopo un viaggio alla Stazione Spaziale Internazionale, senza causare danni strutturali, secondo l’agenzia. Scoperte recenti di detriti spaziali I detriti spaziali sono oggetti abbandonati nello spazio dagli umani e possono includere satelliti non funzionanti o componenti hardware. Recentemente, una famiglia in Florida ha intentato causa contro la NASA per detriti atterrati
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unita2org · 4 months
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HUNTER BIDEN CONDANNATO A 25 ANNI DI PRIGIONE. I PROLETARI USA TIRANO UN SOSPIRO DI SOLLIEVO
Joe e Hunter Biden di Redazione L’11 giugno Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, è stato riconosciuto colpevole da un tribunale federale di Wilmington, Carolina del Nord, di possesso illegale di un’arma da fuoco. Una sentenza che potrebbe mettere in difficoltà Joe Biden in vista delle presidenziali di novembre. Hunter Biden rischia fino a 25 anni di prigione. Una condanna…
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diceriadelluntore · 2 years
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Divinità
Sotto questa riga scritta, c’è un reperto eccezionale: il volto di Dio
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o meglio l’elaborazione composta dall’intelligenza artificiale su indicazioni di un campione rappresentativo di cristiani statunitensi, in uno studio pubblicato nel 2018 dall’Università della Carolina Del Nord. Il sistema prevedeva la visione al campione di una serie di volti umani generati al computer, divisi per valori etici, spirituali e sociali. Tutti i volti erano in scale di grigio: la media ottenuta dette questo risultato, che oltre la familiarità (la NBC riprendendo la notizia disse che Dio somiglia a Elon Musk) mostra chiaramente l’associazione del volto divino a quello di un uomo statunitense di origine caucasica, secondo le loro stramba tassonomia.
D’altronde nel libro del Genesi (Cap. 1, vv 26-27) Dio dice: Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò
Se Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, dovrebbe essere piuttosto “semplice” stabilire come è fatto Dio. È con questo desiderio che Francesca Stavrakopoulou, professoressa di Bibbia Ebraica e Religione Antica all’Università di Exeter, e autrice televisiva e radiofonica di interessanti documentari per la BBC, ha scritto questo meraviglioso saggio:
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L’autrice immagina di ispezionare il corpo del divino in ogni sua parte, in un percorso “fisico” che assomiglia a quello immaginato in un famoso testo medioevale, Membra Jesu Nostri (1250 ca.). Il corpo di Dio è diviso in sezioni: Gambe e Piedi, Genitali, Torace, Braccia e Mani, Testa fino ad un finale, sconvolgente, che si intitola Un’Autopsia. Non se ne raccontano solo le caratteristiche fisiche, ma anche quelle relative ai sensi di quelle parti (tatto, udito, vista, odorato) e altre cose affini (il profilo, il respiro, i vestiti, i sandali e così via). Il fulcro principale dello studio della Stavrakopoulou è interessantissimo: cosa ha spinto nel tempo a declinare la descrizione fisica del Divino, che in tutta la Bibbia (intesa sia come Antico Testamento, che Nuovo Testamento, secondo la divisione cristiana) è fortissima e ricorrente, nel Dio “immateriale” che siamo pensati a pensare?
L’autrice parte da lontano, cioè dal passaggio dal politeismo al monoteismo: Yahweh infatti era una divinità del pantheon guidato da El, nel culto delle popolazioni dell’Asia orientale verso il 1500 prima della nascita di Gesù. Il passaggio, che ai più sembra dirompente, lo si ritrova ancora nella etimologia sia di El (cioè Dio), sia nel nomi ebraici cari a Yahweh: Emanuele, Gabriele, Samuele, Sariele, Elia e così via. Dato che El nei racconti delle popolazioni autoctone aveva la sua epopea e il suo corpo, nel passaggio al Dio Unico non si sono affatto perse le caratteristiche “fisiche” delle sue braccia, gambe, mani, testa, collo, busto, cosce e sesso, così Dio doveva avere in misura simile, ma non uguale (è per sempre un essere superiore!) le stesse parti del corpo. E la questione si complica ancora di più quando entra in scena Gesù, corpo di Dio: non sto qui a ricordare la fondamentale questione sulla natura di Dio Uno e Trino, che ha tenuto impegnati i teologi per circa mille anni, dal Concilio di Nicea del 325 a quello “conclusivo” Quarto Lateranense del 1215, in cui la questione sulla “sostanza” di Dio viene messa nera su bianco nel famoso dogma substantia seu natura simplex, sostanza o natura assolutamente semplice. Stavrakopoulou arriva a ciò con una vertiginosa analisi filologica sui termini, la maggior parte dei quali del tutto epurati del significato letterale rispetto a quello simbolico odierno dalle successive traduzioni e interpretazioni dei testi, in cui i profeti che incontrano Dio ne descrivono le fattezze. Lascio a chi ha voglia di leggere un saggio scritto come un romanzo (nonostante la mole gigantesca di dati, citazioni e riferimenti evidentemente tecnici) di capirne i raffinati meccanismi, le meravigliose sfaccettature e le questioni politiche che ogni scelta suo malgrado alimenta, ma non posso esimersi dal raccontare qualche storia divertente che, nonostante la scelta “politica” che ho appena accennato, lascia trasparire come la dimensione corporale della divinità, seppur epurata, sia del tutto fondamentale nella vicenda biblica.
Nel Libro dell’Esodo, sulla sommità del Monte Sinai, per continuare il faticoso viaggio per condurre gli israeliti fuori dall’Egitto verso la Terra Promessa, Mosè chiede a Dio: Mostrami la tua gloria!. Yahweh accetta con il solo limite di non poter vedere il viso. Sebbene altre volte abbia accettato di parlare faccia a faccia con Mosè, stavolta decide diversamente e permette a Mosè, nascosto in una grotta, di intravedere il suo corpo che gli cammina davanti, coprendo con la sua mano il volto divino, guardandolo verso le spalle. Orbene, oltra la meravigliosa scenografia del gesto, e la sua simbologia, Yahweh permette a Mosè di guardare il suo “deretano”, poichè il termine più antico, che adesso viene tradotto con ”spalle”, era lo stesso usato nella stessa Bibbia per definire il posteriore di un animale che deve essere lavato prima del sacrificio.
La questione se Gesù fosse stato circonciso, in quanto ebreo, è chiarita dal Vangelo di Luca (2, vv 21-24): Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. Presentazione di Gesù al tempio. Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Del suo prepuzio, considerata reliquia preziosissima, si raccontano numerose leggende: la più famosa vuole che una levatrice che assistette all’operazione lo conservò con l’aiuto del figlio profumiere in una ampolla di alabastro in un prezioso olio. Era ricercatissimo il Santo Prepuzio, tanto che la sua scoperta, in varie zone e in vario numero di doppioni, veniva considerata come segno divino dell’ubiquità santa del Cristo. La più famosa fan della reliquia è  Santa Caterina da Siena, che in una delle sue famose lettere, scritta nel Giorno della circoncisione di Gesù, 1° gennaio, dice: “Sposi a Te l’anime nostre con lo anello della tua carne (...) ben vedi che tu sei sposa, e che egli t’ha sposata, e te, e ogni creatura, e non con anello d’argento: ma con anello della carne sua. Vedi quello dolce pargolo, che in otto dì quando è circonciso si leva tanta carne, quanta è una estremità di anello”.
Uno che ha lasciato un solco fondamentale nella visione fisica del divino è Michelangelo. Le sembianze di Dio che ci vengono in mente unanimemente alla fisionomia divina sono relative alla figura del Dio che crea Adamo negli stupefacenti affreschi della Cappella Sistina. Ma da giovane fece altro, scolpendo il primo Gesù nudo della scultura occidentale. Conservato presso il Monastero di San Vincenzo a Bassano Romano, è meravigliosamente bello e nudo
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L’opera del 1514-1516 tuttavia fu rifatta poichè nel marmo, all’altezza del volto del Cristo, si presentò una suggestiva vena nera nella pietra che Michelangelo considerò non appropriata all’opera e al prestigio dei committenti (dei potentissimi canonici di San Pietro).
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Ne fece una seconda versione, terminata nel 1520, e conservata presso la Basilica di Santa Maria sopra Minerva a Roma. Nella seconda versione che era lo stesso nuda fu apposto un panneggio dopo il Concilio di Trento
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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Risultati europee 2024: le candidate elette al parlamento europeo
Risultati europee 2024: quali donne italiane candidate al parlamento europeo sono state elette e governeranno nei prossimi cinque anni? Iniziamo col dire che: le candidate elette per il centro e la sinistra sono 13: 8 nel PD, 3 in AVS e 2 nel M5S mentre le elette per la destra sono 9: 5 nelle fila di Fratelli d'Italia, 2 per Forza Italia e 4 per la Lega. Risultati europee 2024: le parlamentari del PD Le europarlamentari elette per il PD sono: - Cecilia Strada. Ex presidente di Emergency, è al suo debutto in politica. Nella sua campagna elettorale ha puntato su temi come inclusione e umanità. - Irene Tinagli. Eurodeputata al Parlamento europeo per il PD dal 2019, ha presieduto la Commissione per i problemi economici e monetari. - Alessandra Moretti. La sua carriera politica nei primi anni Duemila nelle istituzioni locali, approda poi nel parlamento italiano nel 2013 e in quello europeo l'anno seguente. Attualmente è al suo terzo mandato in Europa. - Elisabetta Gualmini. Politica e politologa, insegna Scienze Politiche presso l'Università di Bologna. Dal 2014 al 2019 è stata assessore al welfare e politiche sociali della regione Emilia-Romagna. - Camilla Laureti. Dopo alcuni incarichi nell'amministrazione comunale di Spoleto, è eletta segretaria provinciale del PD in provincia di Perugia e nel 2023 entra nella Segreteria nazionale del PD. Entra nel parlamento europeo nel 2022 in seguito alla morte di David Sassoli. - Lucia Annunziata. Volto noto del giornalismo televisivo italiano, è risultata la seconda candidata più votata per il PD nella circoscrizione meridionale. - Pina Picierno. Eletta deputato nel 2008 oggi è al suo terzo mandato europeo. Nel 2022 è stata eletta tra i 14 vicepresidenti del Parlamento europeo. - Georgia Tramacere. Già vicesindaco di Aradeo, ha avuto un vero e proprio exploit alle elezioni europee. Le parlamentari di AVS Le candidate che siederanno al parlamento europeo per AVS sono: - Ilaria Salis. Il suo nome occupa le cronache da mesi per la sua detenzione in Ungheria in condizioni disumane. - Benedetta Scuderi. Candidata non eletta alle ultime elezioni politiche, l'attivista è al suo primo mandato europeo. - Cristina Guarda. Già Consigliera della Regione Veneto, per il quale si occupa di ambiente, agricoltura e salute, è al suo primo mandato europeo. Le parlamentari di M5S Siederanno sugli scranni del parlamento europeo per il M5S: - Carolina Morace. Ex calciatrice, allenatrice di calcio è al suo primo mandato europeo eletta nella circoscrizione Italia Centro. - Valentina Palmisano. Deputata per il M5S nel 2018, non viene confermata nel 2022; entra nel consiglio comunale di Ostuni e ora approda in Europa. Le europarlamentari di FdI Per Fratelli d'Italia sono state elette: - Lara Magoni. Eletta consigliera regionale della Lombardia per la Lega Nord nel 2013, nel 2018 lascia il partito e aderisce a Fratelli d'Italia. Nel 2018 è stata eletta senatrice. Nel 2023 è stata eletta al Consiglio regionale della Lombardia. E' al suo primo mandato europeo. - Mariateresa Vivaldini. Dopo diversi incarichi nelle amministrazioni locali del bresciano, la Vivaldini è approdata al parlamento europeo. - Elena Donazzan. Ministro regionale (Veneto) più longevo e uno dei ministri più longevi della politica veneziana in diversi partiti di destra, dal Movimento sociale ad Alleanza Nazionale, passando per Forza Italia, ora è al suo primo mandato in Europa. - Antonella Sberna. Già consigliera comunale di Viterbo, siederà al parlamento europeo per la prima volta. - Chiara Gemma. Eletta in Europa nel 2019 con il M5S, lascia il movimento con la scissione voluta da Luigi Di Maio per poi entrare nel 2023 in Fratelli d'Italia. Le candidate elette per FI Per Forza Italia andranno al parlamento europeo: - Letizia Moratti. Politica di lungo corso con numerosi incarichi sia a livello locale che nazionale, nel 2023 ha aderito a Forza Italia. - Giuseppina Princi. Dirigente scolastica e consulente del MIUR, nel 2021 è stata nominata vice-presidente della Regione Calabria. Anche lei è al suo primo mandato europeo. Le parlamentari della Lega Le parlamentari italiane quota Lega sono: Isabella Tovaglieri. Avvocato, inizia la sua carriera politica nel 2011 nelle istituzioni locali di Busto Arsizio. Ora è al suo secondo mandato europeo dopo quello del 2019.Anna Maria Cisint. Già sindaco di Monfalcone, il suo nome è salito agli onori delle cronache per la sua decisione di chiudere i luoghi di culto musulmani. E' al suo primo mandato europeo.Silvia Sardone. Ha iniziato la sua carriera politica a livello locale con Forza Italia, partito che lascia nel 2018 per aderire alla Lega. Questo per lei è il secondo mandato europeo.Susanna Ceccardi. Sindaca di Cascina, è stata eletta europarlamentare per la seconda volta: la prima era stata nel 2019. Il caso Giorgia Quanti voti ha avuto Giorgia? Siederà anche lei al parlamento europeo? Ci permettiamo di chiamarla solo per nome su suo stesso invito lanciato durante la campagna elettorale. Il nostro presidente del consiglio, infatti, si è candidata alle europee dicendosi fiera di portare in Europa una figlia del popolo. Peccato, però, che la carica che riveste non sia compatibile con la presenza in Europa. Chi ha votato Giorgia, quindi, non la vedrà mai al parlamento europeo ma al suo posto ci saranno altri 5 candidati, uno per ogni circoscrizione in cui si era candidata. Lapsus? Ovviamente no. Test politico? Anche. Unicum in questa tornata elettorale? Sì. Nessun capo di governo europeo si è cimentato in questa operazione. In copertina foto di Dušan Cvetanović da Pixabay Read the full article
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