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#cosa guardare in televisione
themhac · 2 years
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fare il rewatch di the oc per avere una serie comfort di quelle che guardavo da piccola? mmmh grandissima idea
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fridagentileschi · 3 months
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💡 👉 L'ultimo saluto qualche anno fa a Raffaella Carrà è stato anche l'ultimo saluto da un paese scomparso
Quando la Carrà ti accoglieva in prima serata con educazione e rispetto oltre alla professionalità, lei come i suoi esimi colleghi: Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Corrado oltre a tanti altri come Sandra Mondaini e Raimondo Vianello...guardare ( per chi ci riesce) la tv oggi dove tutto o quasi è volgare, politicamente corretto e quindi atto alla cancellazione della tradizione italiana ti fa venire in mente quelle prime serate.
Ti senti come trasportato in tempi passati: al fascino che avevano quei programmi probabilmente lo può capire solo chi è nato prima di questi ultimi anni di sfacelo, solo chi ha memoria e non ha perso la capacità di vedere la realtà.
La verità è che molti degli indigeni italiani che stanno morendo in questo paese guardano indietro con nostalgia quando si riunivano sul divano con tutta la famiglia: i bambini appena lavati, in pigiama o in accappatoio. Un'intera nazione unita davanti alla televisione per guardare un popolare spettacolo del sabato sera: una cosa del genere probabilmente non accadrà mai più.
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kon-igi · 10 months
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UN VIAGGIO NELL'ORRORE
Tranquilli, non è il vostro viaggio ma il mio.
Io sono nato all'inizio degli anni '70, quindi mi sono fatto prima tutta la cinematografia horror di Dario Argento&co e poi tutti gli slasher americani con le icone classiche quali Jason, Freddy, Leatherface etc.
Ma c'è un problema...
Io non ho mai visto nessuno di quei film fino al 1990.
Vedete, io vivevo in una famiglia molto particolare™ dove la televisione era vista come il male assoluto, ragion per cui fino ai 14 anni io sono stato costretto ad andare a letto alle nove di sera e durante il giorno potevo guardare solo un'ora di televisione (stranamente non era conteggiato il tempo davanti al Commodore 64 e indovinate un po' chi era il mio migliore amico).
In quell'ora a disposizione io cercavo, ovviamente, di farci stare i miei cartoni animati preferiti ma non mi era possibile guardare film, tantomeno di sera.
Me li facevo raccontare.
Sì perché, evidentemente, il concetto di film non adatto ai bambini si applicava solo a me mentre tutti i miei amici, invece, rimanevano alzati fino a tardi a guardare film pazzeschi insieme ai loro genitori e il giorno dopo me li raccontavano.
A difesa dei miei genitori posso dire che in effetti ero un bambino particolarmente impressionabile ed è forse a causa dei sogni che facevo alle elementari che scelsero di non espormi a quello che in linguaggio tecnico viene definito nightmare fuel.
Non che ne avessi bisogno, intendiamoci.
Per esempio, in terza o in quarta elementare fui perseguitato da quello che io avevo soprannominato Il Burattinaio Cadavere, che si manifestava nel seguente modo: prima io mi trovavo in un qualsiasi luogo a me conosciuto (casa, scuola, parco giochi etc) poi improvvisamente tutto diventava scuro e dei fili tipo ragnatele scendevano dal cielo per toccare le decine di cadaveri che improvvisamente erano apparsi accasciati a terra, i quali si rianimavano come burattini e mi venivano barcollando incontro. Ovviamente mi svegliavo urlando come un ossesso.
E che dire della Lamante, una donna che ogni notte mi faceva vedere un buco sul braccio e mi sussurrava 'Se mi aspetti poi ti faccio vedere cosa mi hanno fatto'. E dopo tornava con le braccia amputate e due lame lunghissime innestate cercando di trafiggermi.
E poi il Buio, la Porta, il Verme Oculare, lo Sghignazzatore Maledetto...
(Beh, forse ero un qualcosa di diverso da 'impressionabile' ma vabbe'...)
Comunque, il primo film horror che vidi a casa di un amico fu Halloween di John Carpenter e al di là dell'angoscia di vedere REALMENTE un qualcosa horror, mi piacque parecchio e lì cominciò la mia collezione di problemi.
Come qualsiasi manuale di pedagogia insegna fin dai primi capitoli, la lunga privazione di un qualcosa di proibito che ero l'unico a non possedere mi spinse a fare binge watching di ogni film horror, di ogni libro di Stephen King, Clive Barker, Lovecraft e persino a scegliere come gioco di ruolo preferito Call of Cthulhu invece del più innocuo Dungeons&Dragons.
Andai fuori di testa.
Ogni notte un Geteit Chemosit che indossava la faccia strappata di mia madre cercava di entrare in camera mia e di giorno giravo sempre armato perché non si sa mai.
Mandai quasi in ospedale la mia povera mamma che ebbe la pessima idea di entrare in camera mia perché mi lamentavo nel sonno (non avevo capito che la faccia era attaccata alla persona giusta) e a distanza di anni ancora ridiamo con i miei amici di quando in campeggio tenni sollevato per il collo lo sventurato che fece un verso sospetto quando, uscendo per pisciare ancora mezzo addormentato, calpestai per sbaglio il suo sacco a pelo.
Per me valeva il motto 'L'uomo che dorme con un machete sotto al cuscino è un pazzo tutte le notti tranne una' e infatti la routine serale dei miei amici era aspettare che mi addormentassi e poi nascondere tutte le mie armi (grazie Francesca perché quella notte particolare avrei senza dubbio ucciso tutti con la mia Katana).
La notte, insomma, non mi è stata mai amica perché forte in me era la convinzione, per non dire la certezza, che il sonno rendesse possibile la venuta di orrori innominabili che si arrampicavano lungo la parte sbagliata della luce.
Verso i diciannove anni facemmo una festa per la fine della Maturità in un'enorme casa di campagna di non mi ricordo chi e dopo aver bevuto l'impossibile ognuno si appropriò di una stanza a casa, chi per trombare (non io) chi per collassare (io).
Solo che non collassai.
Come in un racconto breve di Stephen King mi misi a sedere su un vecchio letto col materasso di lana e tenendo i piedi nudi su un pavimento di cotto dalle piastrelle tutte storte (assurdo come certi particolari rimangano impressi) cominciai a fissare la porta chiusa.
Faceva caldo ma l'avevo chiusa.
Improvvisamente sento una sensazione strana sulla schiena, come di brividi, e i capelli mi si rizzano sulla nuca.
Un pensiero mi si insinua nelle tempie come un ago nel polistirolo...
'Sta arrivando'.
E poi abbasso lo sguardo e vedo che sto tenendo in mano un lungo coltello da macellaio, che evidentemente non ricordavo di aver preso giù in cucina.
Non ricordavo di averlo preso o forse in quel momento avevo capito qualcosa?
Sta arrivando
Punto i piedi a terra...
STA ARRIVANDO
Mi alzo e stringo più forte il coltello
STA ARRIV...
Ma io mi muovo per primo e scatto verso la porta con un fendente dal basso verso l'alto che avrebbe aperto in due la pancia dell'essere non appena avesse spalancato la porta.
TUNC!
Guardo la lama affondata a metà nel pannello della porta chiusa, assolutamente chiusa ma così chiusa che pareva l'emblema della possibilità che io quella sera trombassi.
Allora scendo in cucina, rimetto il coltello nel cassetto e tra i gorgoglii dei conati di vomito di chi aveva ecceduto e l'assoluto silenzio di chi non stava minimamente trombando, mi sdraio sul letto e mi addormento di un sonno senza sogni.
La parte più nobile e metafisica di me vuole pensare che con quell'ultimo fendente dato al vuoto in realtà uccisi definitivamente l'oscurità in me ma in realtà credo di aver semplicemente realizzato che chiunque fosse entrato in quel particolare momento si sarebbe visto rovesciare gli intestini sul pavimento e questo non rientrava tra le cose che avrei voluto fare da grande.
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generalevannacci · 11 months
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Paola Ronco
Ma la grande, enorme stanchezza di vivere in un paese in cui crollano ponti, si alluvionano città e si ammucchiano barelle nei corridoi esausti degli ospedali, mentre l'intera opinione pubblica si lascia distrarre dai giochi di prestigio, oppure si rassegna al fatto di non poter restare incazzata per ventiquattr'ore al giorno e quindi la prende sul ridere, oppure si dedica a fare la punta alle metafore e alle sue opinioni che non incidono su nulla di nulla, generando un rumore di fondo assordante che non arriva mai a una sintesi.
Un paese in cui è possibile guardare i fuori onda di un giornalista messo lì grazie all'influenza della sua relazione senza vedere davvero il substrato di molestia sul posto di lavoro, familismo, delirio di onnipotenza - per non parlare del consumo di stupefacenti, che sulla carta sarebbero illegali ma vengono utilizzati e soprattutto acquistati da gente che sempre sulla carta e per ovvi motivi non dovrebbe avere legami con chi produce e smercia illegalmente sostanze illegali - gente che poi toh, la trovi sempre a sbraitare contro la legalizzazione.
Un paese in cui a decidere quali siano i fuori onda che puoi guardare e quelli che no è una televisione privata posseduta dalla famiglia di un uomo politico che ha governato per vent'anni, il cui partito politico sta attualmente governando, autorizzandoti a pensare che forse, tra dossieraggi e ricatti più o meno evidenti, forse c'è un grosso problema di opportunità, di equilibri e gestione del potere, di senso delle istituzioni totalmente scomparso e soprattutto di decenza.
Un paese che non solo è devastato dalle mafie, dalla corruzione e dal disprezzo per la cosa pubblica, ma che inoltre non riesce a levarsi di dosso questo estenuante e infinito modo becero e laido di vedere e trattare le donne e il femminile: la molestia sul luogo di lavoro da deplorare sempre, certo, ma insieme la domanda allusiva sul perché chi ne è vittima non reagisca, e che ci vorrà mai, in fondo se non lo fai forse sei d'accordo, forse in realtà ti piace, di certo ti lusinga; e poi, sempre, la maniera squallida e deprimente con la quale si parla di sesso in questo paese, tra risate e gomitate, quello castiga le femmine, quella viene invitata perché è una sua 'amica' con le virgolette, e le corna che ridere, e mo vedi dove gliela mette la pesca; e un preciso sistema di potere che esiste da decenni, nel quale gli affari migliori e le spartizioni si fanno a cena, oliando i meccanismi con favori che includono regali costosi, cocaina - sempre quella roba illegale che dicevamo sopra, prodotta e venduta dalle mafie più potenti del mondo - e donne da cedere come fossero dei rolex quando non degli swatch, oggetti di bell'aspetto che poi si possono sempre disprezzare, lamentandosi che 'certe donne' si prestino a tanto senza vedere il marcio sovrastante, facendone una questione moralistica stucchevole, inutile e perfettamente innocua.
Un paese in cui parecchie persone in perfetta buona fede credono sinceramente che il capo di un paese occidentale stamattina si sia svegliato e abbia deciso di troncare la sua relazione con un tweet così, esattamente come farebbero loro. Un paese che si avvita sul gossip, sul battutismo a ogni costo, sull'opinionismo d'accatto di chi si indigna a targhe alterne, chi si scoccia per l'indignazione altrui, chi preme sul moralismo e chi lo disprezza platealmente, in un tripudio di bandierine, cori da stadio, altre battute, allusioni e filippiche inutili come questa qui, mentre sullo sfondo di questo posto devastato dalle mafie in cui le infrastrutture crollano e la gente lavora dodici ore - e a volte ci muore - per quattro spicci vivendo disperata e rabbiosa sull'orlo perenne della resa, sullo sfondo di questo posto qui, dicevo, un vecchio sistema di potere va avanti per inerzia, calpestando le vite e l'ambiente, cieco e sordo a tutto quello che non sia il suo interesse personale.
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veritanascoste · 10 months
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La maggior parte dell'umanità è predisposta alla sottomissione.
Gente inconsapevole, gestita completamente.
Chi ha capito, ha capito, non ha bisogno di consigli.
Chi non ha capito,
non capirà mai.
Io non biasimo queste persone perché sono struttutate per vivere e basta.
Cosa vuol dire vivere e basta?
Mangiare, bere, respirare, partorire, lavorare, guardare la televisione, mangiare la pizza il sabato sera, andare a vedere la partita, il loro mondo finisce li.
Non sono in grado di percepire altro.
C'è un piccolissimo gruppo di esseri umani che sono "difetti di fabbricazione"; sono sfuggiti al controllo qualità della linea di produzione.
Sono pochi,
sono eretici,
sono guerrieri.
Carlos Castaneda
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Non mi preoccupa un errore grammaticale se il pensiero è intelligente; un congiuntivo si può sempre correggere, un idiota no.
Qualche giorno fa avevo scritto un post su Socrate e un signore mi ha dato dell’ignorante perché per errore avevo scritto «gli» invece di «vi». Tempo addietro una mia lettrice è stata insultata pesantemente perché a detta di un altro signore non sapeva «scrivere». Lasciatemele dire: odio i saccenti, gli arroganti, quelli che non fanno che mettersi in mostra, quello che si sentono migliori degli altri solo per il fatto di possedere una laurea.
Vedete, con il tempo ho notato una cosa. Le persone che magari hanno letto migliaia di libri, ma non hanno un diploma sono sempre umili. E lo stesso vale per i grandi. Ti parlano con semplicità, non si vantano mai di ciò che sanno. Sono quelli convinti di sapere già tutto che sono presuntuosi. E pericolosi, perché la cultura non è essere un’enciclopedia vivente di fatti, nomi e date.
Ogni giorno provo a far entrare nella testa dei ragazzi questa cosa qui: che la «cultura» è qualcosa di più di un bel voto o di dimostrare di essere il più bravo del tuo compagno che sta all’ultimo banco, di tuo cugino, di tuo fratello o di chicchessia. Ma fare dell’apprendimento una sorta di «gara», significa non aver capito nulla della cultura. Non abbiamo bisogno di altra gente incapace di scendere anche soltanto per un minuto dal loro piedistallo; invece abbiamo bisogno di persone che sappiano mettersi in discussione, che sappiano ragionare e guardare alla sostanza, senza farsi impressionare dai titoli o dai discorsi altisonanti.
Perché, fateci caso, in televisione, nelle arene politiche e perfino al lavoro c’è gente che sa parlare benissimo, che usa parole ricercate, altisonanti e un eloquio forbito, ma poi quando vai a tirare le somme, ti rendi conto che non hanno detto nulla. E a coloro che sono convinti di sapere tutto e di essere migliori degli altri, voglio rispondere così: «ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno».
Guendalina Middei
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firewalker · 2 years
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That's my spot
Dunque. Quando io e Simo abbiamo comprato casa, l'abbiamo arredata per poter avere almeno un ospite a dormire. Siamo orsi asociali, ma non del tutto. Quindi abbiamo comprato un divano tipo questo
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Che per due persone è enorme, ma si trasforma facilmente in letto.
Ora, consideriamo Tata. Nella normalità delle cose, la disposizione è questa:
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(mi stupisco sempre di quanto io riesca a disegnare "bene". Ah, Tata non ha la coda, l'ho fatta per far capire che quel coso che ho disegnato è un cane)
La disposizione è dettata dal fatto che ai bordi del divano ci sono dei comodini dove poggiamo le nostre cose, tipicamente delle bibite (tè, caffè...), che beviamo mentre guardiamo la televisione.
A volte capita che Tata si metta dalla mia parte. Negli anni, abbiamo perfezionato il comando "levati", ovvero: quando si metteva dalla mia parte, cominciavo a dire "levati" e a spintonarla. Era una specie di gioco che durava qualche minuto, finché non la prendevo in braccio (cosa che a lei non piace) e la spostavo di peso. Ci ha messo un po', ma ora ha associato il "levati" a questo trattamento. E generalmente si rimette lì, al centro.
Oggi faceva particolarmente freddo e non avevo bibite con me. Tata era nella sua cuccia, così ho deciso di mettermi al suo posto, sfruttando la coperta che si era presa Simo, e guardare - una volta tanto - la tv un po' più vicini. Mi siedo, accendiamo la tv, arriva Tata. Ci guarda, salta sul divano e PASSEGGIA SULLE MIE GAMBE (17 kg di cane), mi guarda e non accenna a muoversi. Esige di mettersi al centro. E niente, mi sono spostato dalla mia parte. Stavolta è stata lei a farmi il "levati".
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anja-anja · 2 years
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Seduta al PC, scambio qualche parola con una persona che da qualche giorno m’intriga sessualmente, visto che non accade mi chiede qualcosa sono frettolosa nel rispondere ed evidentemente la cosa lo incuriosisce e m’inizia a gironzolare attorno per comprendere cosa mi distrae.
Ha capito che chiudo delle finestre, quindi si mette dietro di me in piedi e finge di guardare la televisione.
Appena ho un attimo dove son di nuovo sola davanti al monitor, pur se a malincuore avviso che chiudo e spengo tutto.
Le nostre figlie sono già in camera da un po’, forse dormono, mi sembra pure strano perché sua figlia ogni volta che dorme da noi non prende mai sonno facilmente, ma oggi per lei è stata una giornata particolarmente piena d’impegni e può essere pure che sia crollata.
Mi cambio, con l’intenzione di andarmene a dormire, non ho voglia di vedere la tivù, nemmeno leggere, e l’unica cosa che davvero mi sarebbe andata ho dovuto spegnerla proprio quando iniziava a scaldare la mia parte di donna passionale e se vogliamo pure perversa.
Entro in camera, lui dovrebbe visto il tempo che mi sono trattenuta in bagno essere già da un po’ sotto le coperte, invece lo sento dietro le spalle, chiude la porta e non contento da persino un giro di chiave. Spegne la luce, e accende la lampada rossa che è sul comò.
Poi si avvicina e inizia a toccarmi, mentre lo fa, mi sussurra che avrebbe preferito non mi fossi lavata la parte intima.
La sua bocca mi sussurra un sacco di cose, tra queste che mentre ero al PC all’improvviso avevo cambiato espressione.
Non mi permette di dire nulla, solo che l’espressione da maiala che vedeva l’ha portato a desiderarmi, e che ora vuol giocare con me.
M’invita a mettere un intimo leopardato che mi ha regalato qualche settimana addietro, dice che se metterò le calze a rete lo ecciterebbe ancor di più.
Mentre indosso quel che mi ha chiesto, dalla mia scarpiera sceglie un paio di stivaloni che uso raramente perché troppo volgari.
Ha in testa qualcosa, ma ancora non mi è facile capire cosa.
Salgo sui trampoli e vado verso lui come mi chiede.
Mi guida sul lettone, mi fa mettere a quattro zampe, prende un polso e lo lega alla ringhiera del letto, e poi lega l’altro.
Non amo mi si leghi se non sono già partita di testa, lui lo sa, benissimo, quindi cosa voglia fare lo comprendo sempre meno.
Si alza e mette la lampadina rossa per terra, davanti alla ringhiera del letto, la pone in modo che rifletta contro lo specchio che ho davanti.
Insomma il mio viso è in primo piano di riflesso.
Mi fa indietreggiare con le ginocchia, le mie braccia sono tese, in asse con la mia schiena.
Chiedo cosa vuole fare, ma non mi risponde e continua a frugare nella cassapanca, dove teniamo i giochi per adulti che abbiamo comprato durante i vari anni della nostra convivenza.
Sale sul letto e si siede dietro di me, ha messo dei cuscini sotto al sedere per riuscirmi a guardare il viso allo specchio.
Non è ancora contento, scende dal letto e blocca pure i miei piedi.
Non mi eccita tutto questo, non so perché ma non riesco a lasciarmi andare.
Mi ripete che avrebbe voluto non mi lavassi.
Questo lo ripete mentre mi passa sull’intimo un frustino, poi a un tratto mi lascia andare un paio di colpetti sulle natiche e mi dice che devo restare immobile, e in silenzio.
Dico che va bene, e lui mi sferra un altro colpetto con il frustino, questa volta non sul culo, ma tra la mia fessura velata dall’intimo che ha scelto.
Perché non mi rimostri la faccia da zoccola che avevi prima in sala?
Cerco di girare la testa, ma il frustino mi ricolpisce tra le cosce.
Ok, devo stare ferma e immobile, però evidentemente quel viso non riesco a proporlo, perché mi ripete la cosa altre cinque o sei volte.
Attende un minuto e mi dice che forse è meglio se mi concentro un po’.
Si versa un po’ di whisky nel bicchiere e dopo averci imbevuto il frustino, dice che vuole che lo lecchi, lo so che mi darà un’altra, frustata, mi vien però normale dirgli che questi giochi a freddo, non mi eccitata.
Pensa a quello che ti eccitava al computer, allora mi dice, mentre passa le sue mani sotto i miei seni e li stringe.
Finalmente inizio a capire qualcosa, desidera, infatti, che condivida cosa stavo vedendo in salone mentre lui guardava la televisione.
Non direi mai che ero con un uomo su Messenger, troppo geloso, se proprio me lo chiederà, dirò che vedevo un film.
In realtà però penso a quello che mi stavo scrivendo con quel porcello del mio amico e al solo pensare la mia testa parte e il mio corpo inizia a prendere fuoco.
Brava, la mia Rita!
Vedo con piacere che stai ritornando ad avere la faccia che avevi prima, mentre lo dice, si avvicina dietro, struscia la sua eccitazione sul corpo e mi cala l’intimo a mezza gamba.
A quel punto mi mostra il vibratore più grande che abbiamo comprato, uno di quelli che non uso, in sostanza mai perché troppo grande, lo accende e lo lascia vibrare sulla mia schiena.
Prende l’altro più piccolo e dopo averlo acceso, lo mette vicino all’altro.
Torna a sorseggiare il suo whisky e poi accende quello corto ma tozzo nero.
Certo che stasera è strano davvero penso mentre non so se lasciarmi andare del tutto o meno.
Sai a cosa pensavo prima?
Con la testa dico no e questa volta non mi concede di essermi mossa, con due dita lascia andare un colpo secco sul culo e di riflesso oltre vibrare per un po’ per il colpo ricevuto, gridacchio un “ahiaaa”.
Vuoi svegliare le bimbe troia!
Mentre me lo dice, lascia andare un altro colpo sull’altra natica, non trattengo nemmeno il secondo “ahiaa” ma effettivamente se continuo rischio davvero di svegliarle.
Sta per riversarmi il terzo colpo, abbasso istintivamente il culo.
Mi accarezza la schiena dicendomi che ho fatto bene a scansarlo perché avrei urlato più forte.
A quel punto prende il fallo nero lo avvicina alla mia bocca e mi dice che è meglio che lo tengo tra i denti, perché son poco ubbidiente, e lui non ha intenzione di essere troppo permissivo questa notte.
Sorseggia altro whisky, di nuovo ancora, non è ubriaco, ma la lucidità non è tra le migliori.
Prende il fallo che spesso uso per masturbarmi e dopo avermi insalivato il dietro senza troppi complementi, me lo fa entrare tutto dentro in un colpo, mi piace esser presa da dietro, ma come si comporta non mi permette di rilassarmi e godermi nulla.
Ora ha il dildo grande, me lo fa passare ovunque sul corpo, i miei capezzoli duri lo portano ad alzarsi dal letto e uscire dalla stanza, tarda a tornare e mi spaventa l’idea che qualcuna si alzi e si affacci alla porta perché mi troverebbe come mai vorrei.
Torna con delle mollette da bucato, non si è preoccupato che qualcun’entrasse perché in realtà era nella stanza, affianco alla nostra e questo mi fa tirare un sospiro certamente di sollievo.
Continua di nuovo a passare il dildo su capezzoli, il seno pende verso il materasso e quando vede che più di così i capezzoli non diventano turgidi, ci mette le mollette, due per parte.
Sono nuove e mi fanno un male incredibile, poi scende e perché a regalarmi l’intimo, è stato lui, decide di tagliarmi il perizoma, la sua testa è tra le mie gambe, la sua lingua mi penetra e pettina il pelo, avvicina la punta del dildo alla mia natura, continua a sfiorare il clitoride e poi si mette in ginocchio dietro di me, mi guarda dallo specchio, mentre le sue dita stanno dandomi piacere, riprende il dildo, abbassa la vibrazione con il telecomando e mentre lo avvicina alla mia tana, mi dice perché il mio cazzo non ti basta, ho pensato di usare questo!
Dico con la testa NO, un paio di volte, però a lui non interessa, lento lo fa entrare e mentre lo mette, sempre più dentro continua a ripetermi che “pensare a un altro cazzo oltre al suo mi potrebbe aiutare”.
La mia mente prende a pensare a mille cose, penso pure alle foto che ho visto sul PC e capisco.
Che senza saperlo è di quelle che è geloso.
Ora il dildo entra senza farmi troppo male, non posso nemmeno fingere, perché scorre così bene dentro che sarebbe impossibile far credere che non mi piace.
Continua, a fottermi con quel dildo e stavolta mette le roteazioni al massimo, mentre continua a ripetermi che ora è soddisfatto perché rivede la stessa faccia da troia che avevo prima al PC e per rivederla avevo bisogno di avere più uomini addosso.
Si tocca sino a godermi sulla schiena, mentre con l’altra mano tiene il dildo e ogni tanto muove quello dietro.
E’ stata proprio strana questa notte, penso mentre mi toglie, il vibro grosso, poi quello dietro, lascio così andare quello che ho tra i denti, ma ignoro che non ha ancora voglia di liberarmi polsi e caviglie, credo scherzi quando mi dice che vuole resti così aperta e sporca di lui per un po’, un po’ che dura almeno un’altra mezz’ora e che a un certo punto ho temuto durasse tutta la notte, e mentre mi guardava, così bloccata, ogni tanto mi ripeteva che sarebbe piaciuto anche ad altri vedermi così indifesa e punita, ma che era certo che sapessero che ero la troia che lui stava guardando
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scogito · 2 years
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Chi non è presente a se stesso non ha quasi mai una bella espressione. Anzi assume le sembianze di chi potrebbe davvero essere definito brutto.
Puoi vederlo guardare la televisione o fare qualsiasi cosa, ma ti accorgi che in realtà ha l'attenzione rivolta ai propri pensieri. È addentrato in un rimugino continuo, divorato da prospettive che di solito alterano il volto e lo rendono grigio. Hanno un'espressione logora di insoddisfazione, la mandibola è sempre stretta, lo sguardo privo di direzione, l'emozione che passa è cupa, o persa, ingabbiata dalla sofferenza o intrisa di rabbia.
Rendersi conto che il pensiero può essere il tuo primo ostacolo significa che riesci a osservare tutte le volte che ne sei fagocitato. Immerso nei suoi giri, nei suoi flash e tra milioni di collegamenti al minuto. Praticamente sei il suo burattino, e mentre credi che il punto sia quello di non pensare ...stai già pensando! Guidato da quella mente che il 90% delle volte produce pensieri dettati dalla personalità.
E la personalità non sei Tu.
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vintagebiker43 · 1 year
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[...] Ogni giorno vedo la gente diventare cattiva per niente, odiare quella che non conosce, ripetere i tormentoni della televisione invece di dire quello che c'ha dentro. Allora mi arrabbio. E a me, glielo dico subito, se la borsa sale o scende non me ne frega niente. Io vedo se sale o scende l'avidità e la cattiveria. E sa cosa le dico? Ma che miseria, che crisi! Noi siamo un paese che potrebbe esportarla l'allegria, come le arance, aiutare gli altri paesi, potremmo essere gente che regala la speranza, invece di avere paura di tutto e montare le fotoelettriche intorno alla casa.
– Ma che discorsi sconnessi. Ci vorrà pure un po' di ordine – sbuffò il Silenzioso.
– Ha ragione ha ragione, sto esagerando. Volevo solo spiegarle perché passo il mio tempo qui. Perché penso che bisognerebbe sempre sentirsi come se si partisse il giorno dopo, o come se si fosse appena tornati. Tutto diventa più prezioso; quello che si lascia e quello che si trova. Il dolore è facile da ascoltare, quello ti arriva addosso, urla, ha una voce terribile, è sempre lui a raggiungerti. La speranza è una vocina sottile, bisogna andarla a cercare da dove viene, guardare sotto il letto per poterla ascoltare. O vivere in una stazione.
Stefano Benni, Bar Sport Duemila
#Cultura libera, apertamente
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libero-de-mente · 2 years
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La dieta pre natalizia
Natale è alle porte, anche questo anno cadrà il 25 dicembre. Un caso? Non credo proprio.
Nel mese che precede l'evento degli eventi sarà cosa buona e giusta mantenere un regime alimentare dietetico, per evitare durante le festività di andare in sovrappeso sul sovrappeso del sovrappeso di base.Vi consiglio dunque alcune semplici diete:
1. Dieta Mediterranea
Consiste nel pasteggiare con cibi prodotti sul Mediterraneo e bevendo l'acqua del Mar Mediterraneo. Non va bene quella troppo ricca di Ionio o l'Adriatico che è ricca di sali di sabbia. In pratica non riuscirete a mangiare, così dimagrirete. Nonostante gli sforzi, essendo sotto le festività natalizie, vi invitano a ventordici cene di lavoro, ottordici cene tra amici vari, trenttanta compleanni, tre o quattro cene scolastiche/oratorio/congrega dei cazzari e vari aperitivi. Niente, morirete grassi. Giudizio: speravo de morì prima.
2. Dieta DASH
Una dieta che va bene anche con le besse temperature invernali, un misurino prima dei pasti e un POD dopo i pasti, se non andrete al Creatore diventerete sicuramente cangianti dentro. Finalmente qualcuno che potrà asserire di essere "bello dentro", senza dover avere la conferma del proprio radiologo. Giudizio: mecojoni.
3. Cronodieta e dieta mima digiuno
Devi sbrigarti, hai pochi secondi per ingurgitare quello che hai nel tuo piatto. Pronti? 3.. 2.. 1.. stop! Tempo finito. A questo punto per riuscire a finire il cibo nel piatto dovrai per forza ridurre le quantità. Se alla fine del tempo resterà qualcosa nel piatto subirai una penalità: digiuno minimo per 6 ore. Questa dieta vi darà un grande insegnamento: che l'uomo non sopporta il peso del tempo, figuriamoci quello del grasso corporeo. Giudizio: esticazzi.
4. La Dieta Paleolitica
Una dieta semplice e ancestrale. Per prima cosa trova un sito dove vissero l'Homo habilis o l'Homo erectus, appropriati delle grotte e segui lo stile di vita di questi nostri antenati. Vantaggi: dopo i primi duri giorni all'addiaccio, affamati e assetati avrete delle visioni mistiche; infatti vi apparirà Alberto Angela che vi racconterà la storia dell'umanità. Se alla fine della dieta non sarete ridotti a reperti paleontologici sarete di sicuro acculturati. Degli zombie che sbranerebbero un altro essere umano, ma con un sacco di cultura dura e pura. Volete mettere? Giudizio: daje!
5. La Dieta Dissociata
Molto semplice quanto complessa. Bisogna dissociarsi. Con tutto e tutti. Non prendere mai una posizione ben delineata ma restare nel limbo anarco-rivoluzionario-bastian contrario. Pasta con la basta... forse è il contrario. Vi dissocerete così tanto da diventare dei NoDietox convinti. Vi convincerete invece che guardare alla televisione per quattro ore al giorno programmi di allenamenti, vi farà dimagrire dal divano. Giudizio: in culo te c’entra, ma in testa no.
6. La Dieta Zona
Scegliete quale zona vi aggrada, zona 30, zona ZTL. Se abitate a Milano potete comodamente trasformarle in aree: Area B e Area C.Parlo delle zone d'accesso alla cucina e che delimitano dispense, frigoriferi e cantine con alcol e salumi appesi.Se accedi a una di queste zone negli orari che non solo la pausa pranzo o la cena: multa.Se apri il frigorifero negli orari non consentiti: multa. Se il cibo "uscito" dal frigorifero non è Sugar 0, 1 o al massimo 2: multa. Se la vostra zona erogena sono i carboidrati: multa. Se la vostra zona comfort ha le dimensioni, la consistenza e la farcitura di una pizza: multa. Giudizio: mavattelaapijànderculo
7. Weight Watchers
Che tradotto dall'inglese significa "controllo del peso". Sarai controllato, come in un Grande Fratello VIP (Vaffanmocc Icchè Pelànda). Sarà tutto sotto controllo, anche il vostro peso. Non potrete mangiare più di nascosto dentro la doccia, sotto le lenzuola o chiusi in un armadio. Tutto sorveglia con l'occhio del Grande Budello. Se vi becca sarete espulsi dalla casa, nel vero senso della parola. Vi sarà concesso di vivere in auto, se non avete un'auto vi verrà dato d'ufficio un sotto ponte dove dimorare. Giudizio: si' te pijo t'arovino, te corco.
8. La Dieta chetogenica
Una dieta stile anni '80 ma sempre un bel amarcord. Mangerete libri di cibernetica e insalata di matematica, se si sgarra con il cibo verrete severamente puniti con dei raggi gamma. Dopo la prima fase di dimagrimento rapido perderete leggermente l'uso della parola. Non riuscirete più a dire "chetogenica", ma "chetogenca", dopo due settimane "hetogenica" per finire con un patetico "gnegnica". Probabilmente la dieta starà modificandovi il DNA ma voi non lo saprete perché "non ve l'ho dicono!11!". Giudizio: te rivorta come ‘n carzino.
9. La Dieta Atkins
Fu scritta dal Faraone Tutankhatkins II. La dieta piramidale, nel senso che per bruciare calorie dovrete costruire una piramide in blocchi di granito. Se sarete bravi e ligi nel rispettare le consegne alla fine verrete premiati dall'ex Ministro delle antichità dell'Egitto Zahi Hawass, con il premio la Sfinge Tapiro d'oro. All'inaugurazione della piramide ci sarà anche Roberto Giacobbo che, con un permesso speciale, infilerà una sonda con telecamera nel vostro esofago per dimostrare che è perfettamente vuoto. "Omar, attento all'ugola lì si scivola" (cit.). Giudizio: a ‘nfame!
10. La Dieta Plank
La dieta risale agli ultimi anni dell'800, fu scritta da Karl Plank nel suo libro "Il Capitone". Come dimagrire cercando di mangiare capitoni vivi. A mani nude sia chiaro. Dimagrirete di stenti e fatiche, questa è una dieta che i proletari imponevano alla borghesia, rea di mangiare capitoni fritti impanati e poi ripassati in forno, mentre il popolo doveva accontentarsi degli scarti. L'unico modo di mangiare un capitone in umido senza ingrassare è quello di andarselo a pescare in alto mare con le reti a mano. Giudizio: ma va’ mmorì ammazzato!
Bonus:11. La dieta delle banane
Come tutte le diete da me spiegate sopra, anche questa è stata sperimentata direttamente da me. Per descrivervi questa dieta dovrete però aspettare che io smetta di saltare da un ramo all'altro degli alberi che ho in giardino. Uh uh uh uhn attimo e poi recensirò anche questah-ahah pyow pyow pyow... hack hack hack hack! Giudizio provvisorio: stamme a ‘n parmo dar culo.
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iptvmiglior · 21 days
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Abbonamenti Iptv
Il futuro della TV è qui: 5 motivi per sottoscrivere un abbonamento IPTV
La tradizionale televisione via cavo sta gradualmente venendo sostituita da soluzioni più innovative e flessibili. Sottoscrivere un abbonamenti iptv è la scelta migliore che si possa fare.
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Ma cosa rende l'IPTV così attraente da essere diventata un nome familiare in molte parti del mondo? Ecco cinque motivi convincenti per cui dovresti prendere in considerazione l'idea di sottoscrivere un abbonamento IPTV.
1. Ampia Selezione Di Canali E Contenuti
Uno dei principali vantaggi dell'IPTV è la vasta gamma di canali e contenuti che offre.
A differenza della tradizionale TV via cavo o satellitare, che spesso limita gli spettatori a un pacchetto predefinito di canali, i servizi IPTV in genere offrono una selezione più ampia.
Ciò include canali locali e internazionali, film on demand, programmi TV, sport e persino contenuti di nicchia su misura per interessi o regioni specifiche.
La possibilità di accedere a una così ampia varietà di contenuti significa che gli abbonati IPTV possono personalizzare la propria esperienza di visione in base alle proprie preferenze, che siano appassionati di sport, film, notizie o generi specifici.
2. Flessibilità E Praticità
IPTV offre flessibilità e praticità senza pari, che è una delle sue caratteristiche distintive. Con un abbonamento iptv italiana, puoi guardare i tuoi programmi e film preferiti sempre e ovunque, purché tu abbia una connessione Internet.
Questo elimina la necessità di attenersi a rigidi programmi di trasmissione. Che tu sia a casa, in viaggio o in movimento, i servizi IPTV ti consentono di utilizzare più dispositivi, tra cui smartphone, tablet, laptop e smart TV, per accedere ai tuoi contenuti.
Questa versatilità rende IPTV una soluzione perfetta per le persone con stili di vita frenetici che vogliono recuperare i propri programmi preferiti al proprio ritmo.
3. Soluzione Conveniente
Rispetto ai tradizionali servizi TV via cavo o via satellite, IPTV è spesso più conveniente. Molti pacchetti via cavo hanno tariffe mensili elevate, spesso abbinate a canali che gli spettatori potrebbero anche non guardare.
D'altro canto, i provider IPTV in genere offrono vari piani di abbonamento che soddisfano esigenze e budget diversi.
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Alcuni servizi IPTV consentono inoltre di pagare solo per i canali desiderati, riducendo i costi non necessari.
I prezzi competitivi e le opzioni personalizzabili rendono l'IPTV un'opzione interessante per coloro che cercano di risparmiare denaro senza compromettere l'intrattenimento.
4. Streaming Di Alta Qualità E Affidabilità
L'IPTV è rinomata per offrire esperienze di streaming di alta qualità. Con i progressi nell'infrastruttura Internet e nella tecnologia di streaming, i servizi IPTV possono fornire contenuti in HD e persino in risoluzione 4K, offrendo un'esperienza di visione superiore.
A differenza della TV tradizionale, che può soffrire di problemi di segnale dovuti a limitazioni meteorologiche o geografiche, l'IPTV si basa su una connessione Internet stabile, garantendo un servizio coerente e affidabile.
Molti provider IPTV offrono anche funzionalità come catch-up TV, opzioni di registrazione e capacità di riavvolgimento, migliorando l'esperienza di visione complessiva.
Conclusione
Gli abbonamenti IPTV offrono numerosi vantaggi che soddisfano le esigenze dello spettatore moderno. Da un'ampia selezione di canali e contenuti a flessibilità, convenienza, streaming di alta qualità e funzionalità interattive, miglior iptv offre un'esperienza di visione completa e soddisfacente.
Man mano che la tecnologia continua a evolversi, IPTV è pronta a diventare il futuro della televisione, offrendo un modo più intelligente e più comodo per godersi l'intrattenimento.
Se stai cercando di migliorare la tua esperienza di visione della TV, investire in un abbonamento IPTV potrebbe essere una scelta saggia.
Dai un'occhiata a questo sito web per ottenere maggiori informazioni relative a iptv.
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m2024a · 1 month
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Sharon Verzeni, è stato il compagno Sergio Ruocco? L'interrogatorio, le analisi sul corpo e sul telefono, il movente: cosa sappiamo Si brancola ancora nel buio per l'omicidio di Sharon Verzeni, la barista 33enne uccisa con e 4 coltellate nella notte tra il 29 e il 30 luglio, poco prima dell'1, a Terno d'Isola (Bergamo) dove abitava da tre anni insieme al compagno Sergio Ruocco. Proprio lui, che la notte dell'omicidio era a letto, è stato sentito per 5 ore dai carabinieri. Che possa c'entrare qualcosa con la morte di Sharon? La vita di lei non sembra dare altre piste, ma anche dalle analisi su di lui - l'interrogatorio, il cellulare, il pc - non risulta nulla di sospetto per il momento. E il movente di un delitto del genere sembra non esserci. L'interrogatorio Ruocco martedì è stato risentito in caserma, dov'è rimasto per oltre cinque ore. Continua a non essere indagato perché il suo alibi, l'esser rimasto a casa, a letto, è stato confermato. «Purtroppo non credo di essere stato di grande aiuto. Mi hanno chiesto le solite cose, come andava tra noi, come era la vita di Sharon, anche dei suoi rapporti al lavoro» ha detto dopo l'interrogatorio Ruocco. Sharon e Sergio non hanno mai litigato «Sentivamo litigare la coppia che occupava l’appartamento precedentemente - raccontano i vicini di casa di Sharon e Sergio, come riportato dal Corriere della Sera - e infatti si sono lasciati, ma con loro in tre anni non è mai capitato, a stento si sentiva la televisione». Una coppia solida, la loro, una relazione lunga, un amore che ha occupato quasi la metà delle loro vite e che volevano coronare con le nozze. Non avevano ancora scelto una data, ma avevano iniziato a pianificare dopo aver finito il corso per fidanzati: «Stavamo iniziando a guardare i ristoranti». Sergio non ha nessuna ferita In caserma i carabinieri hanno anche fatto spogliare Ruocco, alla ricerca di qualcosa che potesse risultare sospetto. L'idraulico però non porta nessun segno sul corpo: nessun graffio, nessuna ferita che si potrebbe essere procurato scavalcando una siepe che separa le villette dalla strada sterrata. Neanche la siepe riporta alcun danno. E non risulta ancora nulla dall'analisi del suo cellulare e dei suoi altri dispositivi elettronici. La famiglia di Sharon ha fiducia in Sergio Bruno Verzeni, papà di Sharon, ha fiducia in Sergio Ruocco, non sospetta di lui. Sull'ultima sera passata insieme a sua figlia racconta: «Avevano cenato insieme, ma poi lui era stanco ed è andato a dormire. Non si è reso conto che Sharon fosse uscita. Lo hanno svegliato i carabinieri e per quanto ci riguarda è un ragazzo splendido».
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powerpoison · 3 months
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Oggi sono andata a comprare la droga al supermercato. Come stanno li, stanno al sicuro a casa mia, come a pasqua con la colomba, sarò stata l italiana ha comprato più di tutti colomba, tipo tutti i giorni la mangiavo e vomitavo , ero ingrassata poi dimagrita tra una colomba e l altra e altro cibo... Assurdo. La colomba fa schifo, sono i granelli di zucchero il problema, infatti lo so ed evito, ultimamente ho preso una ciambella con quei granelli di zucchero, subito ho pensato questo è un pericolo, mai più presa, come la panna montata, quando un alimento è troppo buono o lo mangio e vomito così tanto da passarmi la voglia o lo evito perché voglio essere piu forte del cibo. Allora se ci penso è un po' stupido mangiare solo per il sapore perché il corpo non ha bisogno di così tanto cibo, non sono fatta per abbuffarmi, ma purtroppo sono cresciuta praticamente da sola davanti alla televisione, ho più ricordi di uno schermo che con i familiari e tanti ricordi con quello schermo blu, tutte le informazioni e disinformazioni del cazzo, pubblicità, suonerie ancora riecheggiano nel mio cervello, i film horror, criminale minds, non so cosa è stato più invalidante, se sono una persona vera se anche i miei familiari sono naturali o modificati dalla tv. Sono stata obbligata a guardare i teletubbies e cartoni animati che influenzano, mia mamma dice che piangevo che non volevo vedere i teletubbies e perché allora non spegneva quella cazzo di televisione ma me li imponeva? Io non farò mai questo a mio figlio, vorrei partorire in casa se in ospedale è obbligato a farsi i vaccini.
Comunque sono tutti buoni i cereali, i migliori quelli Kellogg's, gli altri due quelli cameo con la scatola per persone vaccinate rosa con scritto high protein non è il massimo, proprio come il vaccino 🤣 anche quelli Cruesli. Sentivo al supermercato che non erano necessari! La frutta secca adoro, e il cioccolato ma non esageratamente perché troppo dolce mi nausea e fa ingrassare pure a vomitare vario gli alimenti già odio sentirmi così dipendente da fare la spesa, mi sento come se ha vinto la pubblicità della spesa dell Eurospin mi sembra. Mi viene voglia di ammazzarvi😀 fare lo stesso trattamento
Chissà cosa vuol dire come scatto le foto , la larghezza del mio buco del culo e i gusti di cibo.. interessante. Vorrei analizzare anche io le altre persone 😃 o ognuno per i cavoli suoi , ma no qui noi nasciamo e siamo stuprati la gente è innocente, cosa ci guadagna un assassino ma poi qual è la soddisfazione nel fare male alla gente? È meglio che ognuno si fa i cavoli suoi, la tecnologia non dovrebbe esistere
Mi si sono spezzate le unghie perché mi chiedo se i biscotti balocco nella terza foto sono venuti prima o dopo quelli mulino bianco. Le confezioni tutte blu o azzurre di alimenti tipo gelato e biscotti consiglio di evitare perché non sono tanto buoni. Sono da mangiare con intelligenza quindi nel mio caso... Non c'è il mio caso
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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Il libro cuore
Primi anni ’50, frequento le elementari a Benevento. Il mio compagno di banco S. B., detto “Bovolone”, è grande e grasso, con occhi bovini azzurro slavato, capelli biondicci stopposi, l’aria torpida e assente, è il primo della classe, anche perché è il nipote del sindaco e il figlio di un imprenditore edile che in quegli anni stava ricostruendo Benevento dai danni di guerra. All’epoca si faceva anche il compito in classe di disegno: la mia tragedia, ero totalmente inetto e incapace. Quella volta bisognava fare il disegno di un oggetto solido, non ricordo quale. Bovolone oltre a essere il più ricco e il primo della classe, era anche un chiattillo inenarrabile e quando si faceva compito in classe, si metteva di traverso con il grasso braccio sul foglio per impedire che qualcuno copiasse. Quella volta tentai di gettare più di una volta lo sguardo sul compito di Bovolone che prima mi diede una gomitata nel fianco, poi urlò a pieni polmoni: “Maestro!! ABBATE COPIA!” Non rammento come finì. Ricordo solo che ebbi un brutto voto in Disegno. Ma rammento cosa successe a Bovolone un po’ di tempo dopo. Il nonno gli comprò una bicicletta da corsa come quella di Fausto Coppi. Bovolone, ovviamente non avendo il fisico adatto, finì in un campo di granoturco, distrusse la bici e si ruppe entrambe le braccia. Esiste la giustizia divina. Ma oltre alla giustizia divina, la vendetta è un piatto che va mangiato freddo. A quei tempi dopo la licenza elementare per frequentare la scuola media era necessario sostenere un esame di ammissione. E Bovolone capitò, guarda caso, seduto nel banco vicino al mio. Ricordo ancora il compito d’italiano: Parla del tuo personaggio preferito di Cuore di De Amicis. Bovolone oltre al disegno, alle raccolte di figurine e a sfoggiare la nuova bicicletta, questa volta da passeggio e con le rotelline, non aveva interessi di studio. Ma doveva frequentare la scuola media, lo aspettava un destino di geometra nell’impresa di costruzioni di famiglia. Cuore lo conoscevo bene, dopo la dettatura del tema inizio a scrivere di getto. Bovolone al contrario rimase immobile a guardare il soffitto. A quel tempo, inizi anni 50, non c’era ancora la televisione e leggevo tantissimo. E tra i tanti libri anche la lettura edificante di Cuore. Quei personaggi e quelle storie non è che mi convincessero molto: i buoni poveri erano sfigatissimi e facevano quasi sempre una brutta fine; i buoni ricchi invece erano generosi, disponibili ed altruisti. I cattivi invece erano sempre puniti per le loro cattiverie ed erano quasi sempre poveri. Già allora mi resi conto che nella vita le cose non funzionavano come raccontava De Amicis. Non mi rendevo conto se fossi povero o ricco. Ma mi rendevo conto che quelli ricchi – e ce n’erano tra i miei compagni che avevano più giocattoli di me, non erano per nulla altruisti. Anzi il contrario. Il tema lo feci come si aspettavano gli insegnanti, parlando bene di Garrone, un ripetente dalla testa grossa che invece di spaccare la faccia a quella testa di cazzo di Franti gli dava lezioni di morale. In meno di un’ora finii il tema. Intanto Bovolone continuava a guardare il soffitto senza scrivere nulla. Quando capì che avevo finito, mi lanciò uno sguardo di disperazione e questa volta sottovoce: Abbate fammi copiare, ti regalo tutte le figurine che ti mancano nell’album dei calciatori. Io generoso: “Non ti preoccupare, tutto gratis.” E su un foglio bianco scrissi velocemente tutto quello che pensavo per davvero di Franti e di Garrone. Sorridendo da infame, lo allungai a Bovolone che lo ricopiò in bella, senza neanche rendersi conto di ciò che stava scrivendo. Per certi versi anticipai l’elogio dell’infame Franti di Umberto Eco. Anche se stavolta l’infame fui io e il povero Bovolone ingoiò amo e lenza. La commissione, come avevo previsto, apprezzò il mio elaborato. Quello di Bovolone non ricevette il medesimo apprezzamento, si vede che nella commissione di esame non c’erano dei simil Umberto Eco. Difatti quando uscirono i “quadri” in corrispondenza del suo nome c’era una scritta rossa: NON AMMESSO. Dopo lo persi completamente di vista. Qualche anno fa lessi di lui: “costruttore edile e politico di piccolo cabotaggio – e non è il caso di precisare di quale partito, condannato per corruzione, concussione, truffa a danno dello stato, e appropriazione indebita”. E’ stato per diverso tempo ospite delle patrie galere, poi è stato affidato ai servizi sociali e chissà se ha ancora l’abitudine di urlare: “Maestro! Abbate COPIA!” Foto generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine Read the full article
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zabahronz · 9 months
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H come Acca Larentia
Prima di commentare sulla questione dei saluti romani e delle frasi fasciste emulate in occasione della commemorazione ai caduti della strage che ha visto vittime tre giovani militanti dell'MSI ad opera di un nucleo terroristico di estrema sinistra, mi sono voluta prendere un paio di giorni di riflessione (quello che vado a commentare è un argomento delicato, che il lettore me lo conceda). Ho letto articoli, visto programmi alla televisione, ascoltato l'opinione di altri molto più qualificati di me in merito, ed ho visto in linea generale il formarsi di due schiere di pensiero: chi grida all'allarme fascismo e chi invece considera la questione uno dei tanti fuocherelli di paglia (polemiche sterili insomma).
Gli esponenti della prima scuola di pensiero guardano inorriditi le immagini virali, urlano a gran voce all'emergenza fascismo, si rivolgono inferociti nei confronti della premier affinché provveda in merito alla questione. I secondi invece, vuoi per una certa lungimiranza o vuoi per una semplice ottusità (a voi la scelta), considerano le vicende di Acca Larentia un evento insignificante e di passaggio, i cui protagonisti sono semplici nostalgici e che non ha e non avrà nessuna conseguenza rilevante.
La questione è l'ennesimo ritrovarsi a discutere su una diatriba che ci portiamo da praticamente la nascita della nostra repubblica: il diritto indiscutibile alla libertà di pensiero e d'opinione e il reato di apologia al fascismo che ne fa da limitatore. Coloro che si trovano concordi con i camerati ripresi nel suddetto video si appellano ormai da decenni all'articolo 21 della nostra Costituzione per legittimare pensieri, parole, opere e omissioni che per eufenismo mi permetto di definire "vintage".
"Dove finisce la tua libertà inizia la mia", così potremmo riassumere in parole molto spicciole la linea di pensiero promossa da questi ultimi. Fin qui nulla di male potreste dire, ma la questione a mio parere è un tantino più spinosa, per un dettaglio all'apparenza insignificante, ma che è come un elefante in mezzo a una vetreria: la nostra identità nazionale, che non può esistere se non anteponiamo come condizione stessa della sua esistenza l'antifascismo. Non vi sarà un'emergenza fascismo, come diranno alcuni, ma una cosa è certa: i fatti commessi hanno una loro gravità, perché in uno Stato che ha nell'antifascismo un suo principio cardine atti del genere non possono essere tollerati.
Le persone riprese nel video non saranno un pericolo alla sicurezza pubblica (ricordiamoci, sono cittadini a cui è garantito quanto me di esprimere la propria opinione), ma sono anche dell'idea che se il nostro paese deve guardare al futuro allora è necessario dare un taglio definitivo con il passato. Detto ciò colgo l'occasione per dire che questo post non vuole per nulla lenire la memoria dei ragazzi commemorati, vittime di un periodo storico in cui si considerava la violenza l'unica forma di confronto nei processi politici ed anzi, ricordiamoci di loro e di tante altre vittime di quel decennio sanguinoso nell'auspicio che, anche se si è agli antipodi, il dialogo e la comprensione reciproca siano il nostro imperativo.
PS: A chi si aspetta una dichiarazione della Meloni in cui si dissocia dai fatti e dalle persone di Acca Larentia vi esorto a perdere le speranze, sarebbe praticamente come sputare sul piatto su cui hai mangiato e su cui continui a mangiare.
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