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#diana targa
therunwayarchive · 8 months
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Diana Targa at Armani Prive, Fall 2022 Haute Couture
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Armani Privé Fall 2021
Model: Diana Targa
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Alfieri della Repubblica, targa a tre liceali per l'aiuto a una compagna ucraina
Edoardo Dominijanni, Diana Enea e Paula Kalauz studenti al Carducci di Pisasource
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ms-mandy-m · 6 years
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Diana Targa for Armani Privé Spring 2019 Haute Couture
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likarotarublogger · 4 years
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GABRIELA ROMEO DI ROMA VINCE IL PREMIO DI MODA ‘’INTERNATIONAL FASHION ROMA BY E&R -ORIGINAL FAHION’’
‘’Un connubio  perfetto tra arte, moda, eleganza e fantasia questo è quello che esprime la stilista nei suoi modelli’’
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Dress by Gabriella Romeo - Roma 
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Model: Giulia Ruggeri, dress by Gabriella Romeo.
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Dress by Gabriella Romeo .
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Dress by Gabriella Romeo.
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International Fashion Roma by E&R  ideato dalla stilista internazionale Elena Rodica Rotaru.
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Si è svolta la seconda edizione il 28 Febbraio 2021, a Roma Città eterna, nello studio televisivo  GoldTv – , Via Giacomo Peroni, 131,   Canale digitale Terreste 177  Odeon 24, programma ‘’Faces’ Ideato da Cesare Romano e Giovanni Cipo, prodotto da Camelia Birlan e Cesare Romano Cr65eventi, presentano  dalla giornalista Barbara Castellani e l’attore Giovanni Cipo.
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Una cooperazione internazionale che unisce le culture dei popoli in tutto il suo splendore. Roma e la sola città D’Italia che non abbia memoria esclusivamente municipale; tutta la storia di Roma, dal tempo dei Cesari ai giorni nostri, e la storia di una città la cui importanza si estende infinitamente al di la del suo territorio; di una città cioè destinata a essere la capitale di un grande Stato.
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Una  giornata internazionale piena di emozioni  e di  colori multi culturali, i protagonisti più importanti dell’evento e della trasmissione  sono stati i modelli/e  alcuni vestiti con  costumi romani rappresentanti Cesari , gladiatori  e matrone. I vestiti realizzati  dalla ideatrice Elena Rodica Rotaru 
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Esemplari si esibiti per i stilisti  di alta moda che hanno  porta in passerella  le loro creazione per poi sono stati  nominati i vincitori della moda Internazionale il  Premio –INTERNATIONAL FASHION ROMA ‘’ORIGINAL FASHION’’ proseguendo  altri premi importanti della cultura, dell’arte  e  come protagonista il fascino della moda, del design, della bellezza e dei colori in qui la giuria presente nota il loro lavoro  attraverso la creatività.
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L’apertura  dell’evento con il balletto che risveglia la nostra TERRA ,T-shirt e  le gonne colorate di raso e tulle colori  che  significa:
Nero  ‘’Terra’’
Bianco  ‘’la purezza’’,
Rosso  ‘’l’amore’’ ,
Giallo  ‘’ il sole’’,
Verde   ‘’la speranza’’ ,
Blu  ‘’ calma ‘’,
Viola  ‘’spiritualità ’’.
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Attraverso questo ballo  Elena vuole  rappresentare una nuova rinascita ai tempi della pandemia  in qui viviamo oggi  sulla nostro Pianeta.‘’ Il Balletto con Patrick Biondo, Eliana Crecan , Desirè Cecchini, Chiara Lauritano, Michelle  Mastropaolo, Valeria Monfeli , Camilla Laurentis: la direzione artistica e costumi  di Elena Rodica Rotaru insieme con Eliana Crecan, coreografa , musica live di Arianna Seritti.
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La vetrina dell’evento  e dello studio  iniszia con la sfilata Internationale in qui ideatrice esibise le sue creazione storiche   di culture riportate dal tutto il mondo insieme allo stilista dall’Afghnistan stilista Jamali Idrees .
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I modelli/e che hanno incantato i ospiti e telespetatori  nello stesso tempo hanno valorizzati abiti internazionali  sono stati : Patrick Biondi, Swami Castellucci, Eliana Crencan, Elena Brandusa Netea, Giulia Ruggeri, Darius Danciu, Alessia Ciripa, Andrea Ciripa , Francesca Dumitru, Desidè Cecchini , Camilla Laurenti, Michelle Mastropaolo, Valeria Monpeli, Chiara Lauritano, Desire Di Tullio, Gaia Petta, Mattia Migiorini, Shinwari Haroon, Eleonora Mascaro , Elena  Pancello, Anna Rose Piccinini, Miriam Capodiferro, Anna Vabisevic, Kinga, Aurora Darsie, Andreea Duma, Veronica Ricci,Veronica Mastovic, Tiziana Saracino, Lorella Marco  Salone Rodriguez, Angela Kotere, Federica Lalla , Lucrezia Bimbi , Isabella Pascucci, Elena Paciello Menghi Cicatiello.
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Models: Shiwari Haroon e Alessia Ceripa ,dress by- Jamali Idrees 
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Dress by Jamali Idress 
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Dress by Jamali Idress.
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Models: Eliana Crecan ‘’Dubai’’, Andrea Ceripa ‘’Giordania’’ 
dress by Elena Rodica Rotaru 
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Model: Gladiatore- Mattia Migliorini & Desirè Cecchini Italia 
Stilista Rosanna Stega  accompagnata  da  Darius Danciu (Cesare)
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 La prima stilista in gara che ha  presentato la sua creatività è Rosanna Stega della Puglia –  la scenografia di Elena : Modello Patrick Biondo vestito Cesare di Elena  insieme con Valeri Di Maggio vestito Dea Diana ,Dea della caccia che rivoca la storia Greco-Culturale e che gli antichi romani ne hanno fatto la loro cultura ,La Dea Diana, proseguendo la sua sfilata  con i  altri abiti strepitosi che ha  una fantasia speciale alla sua creatività.
Sfila per Rosanna Stega : Brandusa Elena Netea,Desire Di Tulio,Elena Paciello ,Aurora Darise, Dalila Rodriguez, Meghi Cicatiello, Anna Vabi , Salome Rodriguez ,Anna Rose Piccinini, Gaia Petta .
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Model: Elena Brandusa Netea, dress by Rosanna Stega.
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 La stilista Rosanna Stega Vince il premio ‘’ Per la Critica’’
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Model: Valeria Di Maggio dress by Rosanna Stega 
Model: Patrick Biondi, dress by Elena Rodica Rotaru 
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Quadro Moda by Rosanna Stega -Puglia 
La seconda Stilista in gara è della Romania Larisa Liliana Craciun.
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Stilista Liliana Larisa Craciun con i presentatori  Barbara Castellani e Giovanni Cipo 
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  La seconda stilista in gara è della Romania Liliana Larisa Craciun-  ha studiato 5 anni l’accademia del lusso di moda a Roma dopo di che torna nella sua patria e inizia ad realizzare abiti. La  Musica che ha scelto per accompagnare la sfilata è autentica che spezza e al contempo stesso  valorizza le sue creazioni.
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Il suo lavoro si distingue proprio nella sua artigianalità,  in quanto realizzato totalmente a mano.  Si sottolinea che la minuziosità nell’eseguire i ricami a volte richiede anche una tempistica molto lunga , pure 3 anni . Una vera e propria arte che racchiude storie del tempo e di vita contemporanea.
Vince il premio ‘’Storia Della Moda’’
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Dress by Larisa Liliana Craciun -Romania 
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Quadro moda tradizionale della Romania  sono abiti dalla stilista Liliana Larisa Craciun .
il giovane attore/presentatore Giovanni Cipo che ha  indossa una camicia  di lino ricamato a mano dalla stilista Liliana Larisa Craciun.
Prosegue il concorso dei stilisti  Gianpaolo Esse Couture. 
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Stilista Gianpaolo Esse Couture –abiti eleganti,  casuale , dark ,floreali  che spunta diversi modelli creativi e  prevale la sua identità stilistica.
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Dress  by Gianpaolo Esse Couture.
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 Stilista Almaè Design Gioiello  –I vestiti neri semplici valorizza molto l’eleganza dei accessori sia dei metalli o pietre preziose che tutte le donne ama in una maniere tanto  fantastica che lo stesso tempo apprezza.
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La moda  di accessori fa parte della nostra vita : agnelli, colane, braccialetti e orecchini notta la donna elegante dai tempi romani ai tempi di oggi.
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Amaè Design stilista riceve un premio molto importante per il suo lavoro  ‘’Eleganza’’  
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Gioielli by Almaè Design - Make-up by Jonathan Tabacchiera - Hairstyle by Gianni Graziano  
Model: Tiziana Saracino, dress by Dafne Creazioni 
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La gara dei stilisti continua con le Creazione di Dafne in qui lei ha messo in scena abiti realizzati a mano le sue protagoniste accetta di sognare un giro nello studio per poi fare lanciare la sua arte. È de per questo la giuria consegna il premio ‘’ Per il CINEMA ‘’
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Model: Salone Rodriguez, dress by Dafne Creazioni.
Dress by Fabiana Gabellini & Paola Zannoni 
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Fabiana Gabellini – abiti della stilista in esclusivi tratti dalle opere dell’artista Paola Zannoni , testimonianza della sperimentazione, dell’innovazione  stilistica e della grande vitalità creativa di Fabiana Gabellini. Un dialogo con l’arte contemporanea tra antichità e modernità .
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Stilista  Fabiana Gabellini e  presentatrice Barbara Castellani (dress by Dafne Creazioni)
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Stilista Fabiana Gabellini insieme con  la sua testimone Andreea Duma, i presentatori Barbara Castellani e Giovanni Cipo.
Un momento teatrale con l’attore Jano di Gennaro e la modella Giulia Ruggeri
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L’attore/cantante Jano Di Gennaro insieme con modella Giulia Ruggeri hanno interpretato  il monologo ‘’Roma Quanto sei bella ‘’ (Testo/scenografia e costumi di Elena Rodica Rotaru). Hanno vinto il premio ‘’Per la migliore recitazione’’
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Per giudicare gli stilisti ed i protagonisti della bellezza, l’arte  e della moda sono stati presenti tra i ospiti: 
Presidente della giuria - Lucia Barboni fashion blogger , Gaetano Alaimo -giornalista, Arianna Edran Di Lembo -docente designer, Carlo Senes produttore tv,Gianni  Graziano -ELI Hairstyle Milano , Michelle Spanò makeup Roma ,Jonathan Tabacchiera makeup Pescara, 
Maria Luisa Lo Monte Giordano giornalista internazionale, dr Francesco Raponi, Antonio Rossano Ys Magazine, 
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Giuria dell’evento insieme a Barbara Castellani.
L’ospite dell’evento Anfonso Ottomana’’ Parlamento della legalità Internazionale’’. 
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Un’inaspettata sorpresa è stata fatta, alla fine della registrazione del programma , ad Elena Rodica Rotaru da Nicolò Mannino, presidente dal Parlamento Della Legalità Internazionale; il Dr. Alfonso Ottomana ha consegnato una targa-premio all’ideatrice dell’evento con le seguente motivazione;
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Premio a Elena Rodica Rotaru con profonda stima e ammirazione per il suo impegno sociale culturale a favore del linguaggio della bellezza .
Nicolò Mannino presidente del Parlamento Della Legalità Internazionale.
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Targhe-premi sono  state sponsorizzate di Roberto Costantini -4 C premiazioni Guidonia .
Voglio ringraziare molto per l’ospitalità e collaborazione a  Cesare Romano @cr65eventi  e Camelia Birlan,  perché senza  di loro non potevo mai fare la seconda edizione dell’evento,  ai tempi di oggi  molto delicati in qui viviamo sulla pianete, tanti ringraziamenti dalla mia persona con tutto il cuore va anche a Barbara Castellani, Giovanni Cipo, Manolo Ruggeri, Cristina Parrillo, Fiorentina Dumitru, un ringraziamento  speciale alla giuria, ospiti,  cantanti /artisti, stilisti e modelli/e. Ringraziamenti va anche a Pandatariafilm Carolina Modesti  e Sarteavventura Mariana Anca Popa dice l’ideatrice dell’evento Elena Rodica Rotaru 
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Mihaela Bolog- cantante rumena , abito della stilista Liliana Larisa Craciun.
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Nae Leonard- Ambasciadore della musica folclorista rumena.
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Cantante Tosha Rodrigues accompagnata da Patrick Biondi ( Cesare) 
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Cantante/attore Jano Di Gennaro.
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Cantante Calibro 40.
L’evento è stato organizzato dalla stilista  Elena Rodica Rotaru , Camelia Birlan e  Cesare Romanao  a  cura di Cr65eventi , Noi ragazzi fi oggi in tour ,Faces.
Per valorizzare  la bellezza dell’evento ci sono stati  Gianni Graziano ELI Hairsyle Milano e  Jonathan Tabacchiera  make-up artistico di Pescara.  
Puntate registrate andrà in onda ogni sabato alle 21.00  su Odeon24 digitale terreste 177 programma Faces di Cesare Romano e Giovanni Cipo prodotto da Camelia Birlan e Cesare Romano regia Luciano Morelli, assistete regie: 
 Cristina Parrillo, Fiorentina Dumitriu, Anna D’Onofrio ,Beatrice. 
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weirdesplinder · 5 years
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In libreria
Post dedicato alle uscite interessanti, a mio giudizio, che potete trovare in libreria. 
Partiamo con un romanzo storico ambientato in Australia. Non l’ho ancora letto, ma mi attira parecchio la trama perciò ho voluto sgnalarlo anche a voi:
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La moglie del cacciatore di perle
di Dhand Roxane
Trama: Una terra lontana. Un marito pericoloso. Un amore proibito.
È il 1912 quando la diciannovenne Maisie Porter guarda l'Inghilterra svanire in lontananza dal parapetto dell'Oceanic. Si appresta a un lungo viaggio verso Buccaneer Bay, nello sperduto nord-ovest dell'Australia, e verso l'incerto destino che l'attende: ovvero il matrimonio con il lontano cugino Maitland Sinclair, che lei non ha mai visto e che gestisce la ricerca delle perle in quel tratto di costa. Quando Maisie arriva, si ritrova in una sonnolenta cittadina nel mezzo del nulla, dove l'ipocrisia vittoriana che credeva di essersi lasciata alle spalle è più soffocante che mai. Delusa dal comportamento odioso del marito, misogino e arrogante, si ritroverà con l'unico conforto dell'affascinante pescatore William Cooper, che lavora per Sinclair: è lui il vero «cacciatore di perle», nonostante Sinclair si spacci per tale. È lui che si tuffa in mare per compiere ogni volta l'incredibile impresa di arrivare nelle acque profonde col solo aiuto dei polmoni, e portare alla luce le meraviglie che l'oceano nasconde. Ma l'amore che sboccia fortissimo tra Maisie e William troverà molti ostacoli... soprattutto quando scopriranno insieme il segreto terribile che Sinclair nasconde nel proprio passato.
Poi vi segnalo anche un uscita paranormal, si tratta di un romanzo breve di Deborah Harkness ambientato nello stesso universo della sua acclamata Trilogia delle Anime, che approfondisdce un personagio secondario della stessa serie. Ve lo consiglio solo se avete amato quella serie alla follia, poichè in realtà il libro è piuttosto deludente non aggiunge molto e non approfondisce molto, al punto che quasi mi son chiesta cosa lo ha scritto a fare se poi non mostra secondo me punti cruciali della vita di quel personaggio... mah. Comunque meritava una menzione. Così come la serie televisiva inglese dedicata alla Trilogia della anime che ho visto in lingua originale e che mi ha deluso pure lei parecchio. Molto lenta e anche lei si sofferma su cose secondo me inutili. Boh.
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Il figlio del tempo
Autore: Deborah Harkness
Trama: Si può, per amore, rinnegare la propria natura? Restare giovani per sempre, sfuggire alla tirannia del tempo: essere un vampiro vuol dire anche questo, e quando Matthew de Clermont fa la sua bizzarra e inquietante proposta al giovane Marcus - diventare, come lui, un non-morto - sta facendo molto più che salvargli la vita sul campo di battaglia. Gli sta offrendo l'opportunità di sconfiggere il tempo. È la fine del Settecento, e Matthew incontra il giovane chirurgo Marcus in piena Rivoluzione americana. Da quell'incontro provvidenziale comincia il suo viaggio nella storia e nell'eternità, sotto lo sguardo amorevole di Matthew e Diana, sua moglie e strega immortale, che lo considerano un figlio: è stato Matthew, in fondo, ad averlo fatto "rinascere". Ma diventare un vampiro vuol dire lasciarsi indietro una parte di sé, e liberarsi dalla mortalità significa rinunciare a ciò che, in fondo, ci rende umani. Due secoli dopo, a Parigi, sarà questo il tormento di Phoebe: umana, innamorata perdutamente di Marcus, dovrà decidere se accettare la meravigliosa e dolorosa transizione, e diventare vampira per seguire il suo cuore.
Altro libro paranormal che nomino e che ho appena scoperto, ma che è un paranormal horror è Nos4a2 che ho conosciuto grazie alla serie tv che ha ispirato e che va in onda su Amazon Prime video.
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NOS4A2 Ritorno a Christmasland
Autore: Joe Hill
Trama: Victoria McQueen ha la stupefacente capacità di trovare le cose: un braccialetto smarrito, una foto persa, risposte a interrogativi che non hanno soluzione. Quando passa con la sua bicicletta sul vecchio e traballante ponte coperto nei boschi dietro casa sua, emerge sempre nel posto in cui deve andare. Vie tiene segreta questa sua insolita abilità, perché sa che nessuno le crederebbe. Anche Charles Talent Manx ha una dote tutta sua. Gli piace portare in giro i bambini sulla sua Rolls-Royce del 1938 con la targa personalizzata NOS4A2. A bordo della macchina, lui e i suoi innocenti passeggeri possono uscire dalla realtà e percorrere strade segrete che portano a uno straordinario parco dei divertimenti che lui chiama Christmasland. Chilometro dopo chilometro, il viaggio sull'autostrada dell'immaginazione distorta di Charlie trasforma i suoi preziosi passeggeri, rendendoli terrificanti e inarrestabili quanto il loro "benefattore". Poi viene il giorno in cui Vic esce per cercare guai... e inevitabilmente la sua strada incrocia quella di Charlie. Questo è stato molto tempo fa. Ora l'unica ragazzina che sia riuscita a sfuggire al male implacabile di Charlie è diventata una donna che cerca, disperata, di dimenticare. Ma Charlie Manx non ha mai smesso di pensare all'eccezionale Victoria McQueen e non si fermerà finché non avrà avuto la sua vendetta. Vuole dare la caccia a qualcosa di molto speciale, qualcosa che Vic non potrà mai sostituire. 
Io amo un genere di paranormal diverso più personale, con magia, o vampiri o licantropi...più vicino al fantasy. Qui invece siamo più vicini alle atmosfere di Stephen King. Perciò se amate quel genere direi che fa per voi.     
Per concludere non potevo non consigliarvi anche il mio nuovo romanzo come lettura estiva. Su tratta di un romanzo rosa contemporaneo con protagonisti due cantanti che partecipano a X Factor:
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Piccola vipera
Autore: Mariachiara Cabrini       
Trama: Fin da piccola Roxanne ha avuto un unico sogno: diventare una cantante famosa. Ora è una giovane donna sicura di sé, impulsiva e temeraria che ha fondato persino una rock band per raggiungere lo scopo, ma tutto cambia quando incontra in un negozio di musica gli occhi verdi di Jessie. Di solo un anno più grande di lei, anche lui condivide il suo stesso sogno e lo insegue con altrettanta tenacia. I due sono così simili che finire per innamorarsi è inevitabile per entrambi. Quando cantano insieme creano una magia unica e sono convinti di essere inarrestabili. Ma la dura realtà li metterà davanti ad un bivio, Jessie compirà una scelta di cui si pentirà amaramente, e Roxanne ne pagherà le conseguenze. Una delusione d’amore a diciassette anni non dovrebbe fare così male, ma Roxy non è come tutte le altre ragazze della sua età. Quel dolore la plasmerà e la spronerà ancora di più a raggiungere i suoi obbiettivi, ma anche Jessie non è tipo da arrendersi e quando desidera qualcosa è disposto a tutto pur di ottenerla. Negli anni le loro strade si incroceranno più e più volte, ma sapranno finalmente mettere da parte orgoglio e ambizione per amore?
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graceandfamily · 6 years
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Un popolo ha pianto per Grace
Per il funerale si è fermata la vita del principato di Monaco.
19-09-1982
Nessun « estraneo » è potuto entrare a Montecarlo - Persino i treni si sono fermati - Ranieri, che seguiva la bara con i figli Carolina e Alberto, è apparso distrutto - Presenti numerose personalità politiche, principi, rappresentanti di famiglie regnanti e del mondo del cinema - Il rito funebre celebrato dall'arcivescovo Brand - La salma tumulata in una cappella della cattedrale.  
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MONTECARLO (Principato di Monaco). 18. – Per oltre tre ore oggi la vita del piccolo Principato di Monaco si è fermata. Le strade di accesso al Principato sono state bloccate e nessuna auto, escluse quelle ufficiali e quelle con targa di Monaco, ha potuto entrare in città. Perfino i treni non si sono fermati a Monaco. Tutto questo per evitare che la cerimonia funebre per sua altezza serenissima Grace potesse correre il rischio di trasformarsi in uno « spettacolo ». Ma probabilmente, anche se la sorveglianza del rigidissimo servizio di sicurezza fosse stata meno severa e qualcuno fosse riuscito ad arrivare fino alla piazza della cattedrale di San Nicola, sarebbe stato anche lui contagiato dall’atmosfera e dalla commozione. Soprattutto di fronte al grande dolore del principe Ranieri III apparso un uomo distrutto che più volte non è riuscito a trattenere le lacrime e non ha mai distolto gli occhi dalla bara. Durante tutta la cerimonia, mentre nella chiesa risuonavano le melodie di Bach, Haydn e Fauré più volte la principessa Carolina, anche lei visibilmente commossa e in lacrime, ha guardato attentamente il padre quasi temesse di vederlo crollare sopraffatto dal dolore. L’unico che è riuscito a controllare la propria commozione è stato il principe Alberto. Probabilmente, se le voci che circolano nel Principato sono vere, fra due anni potrebbe essere lui il nuovo principe di Monaco. Si dice, infatti, che Ranieri, sopraffatto dal dolore, abbia espresso il desiderio di abdicare in suo favore e di dedicarsi ai suoi studi di oceanografica. La cerimonia ha avuto inizio poco dopo le 10, quando tutti gli invitati e le delegazioni ufficiali avevano lasciato il grande albergo sulla piazza del Casinò per raggiungere il castello Grimaldi. Per l’Italia era presente il presidente del Senato Amintore Fanfani con la moglie Mariapia. Tanti i principi e i rappresentanti di famiglie regnanti: da lady Diana d’Inghilterra, al principe Filippo del Liechtenstein, al duca d’Aosta, dal principe Bertil di Svezia al principe Bernardo d’Olanda. E inoltre la signora Mitterrand. La moglie del presidente degli Stati Uniti Nancy Reagan. Molti anche i rappresentanti del mondo del cinema tra cui Frank Sinatra e Cary Grant (l’attore con il quale Grace, allora signorina Kelly, girò il film « Caccia al ladro » di cui alcune scene furono filmate proprio sulla strada dove lunedì scorso è avvenuto il tragico incidente). Fu proprio durante la lavorazione di questo film che Grace Kelly conobbe il principe Ranieri. Poi, ancora Farah Diba, madame Pompidou, Marie Helen Rotshild, il produttore Sam Spiegel, l’ex campione automobilista Jacky Stewart. Impossibile elencarli tutti. Mentre la campana della cattedrale suonava a morto nella piazza rullavano i tamburi, preceduta dalle corone portate dai volontari della Croce Rossa di cui Grace era presidentessa, dai membri della Confraternita dei penitenti neri della Misericordia (una pia associazione che assiste i malati) è uscita la bara coperta dalla bandiera bianca con lo stemma dei Grimaldi. Attorno le guardie d’onore con la divisa bianca e un nastro nero al braccio. Subito dietro, in tight nero, Ranieri con alla sinistra Alberto e alla destra Carolina la quale stringeva la mano del padre. Alberto sembrava sostenerlo tenendogli un braccio. Ancora dietro il fratello e le due sorelle di Grace giunti dagli Stati Uniti. Quindi il Consiglio di Stato, dignitari, il Corpo consolare e, via via, tutte le delegazioni ufficiali. Il corteo ha percorso le poche decine di metri che separano il palazzo dalla cattedrale (dove il 19 aprile del 1956 Grace e Ranieri si erano sposati) a passo lentissimo ritmato dal rullo dei tamburi. Lungo il percorso la gente ha seguito in silenzio, moltissimi erano visibilmente commossi. La bara è stata poi deposta ai piedi della scalinata della cattedrale per consentire alle personalità di rendere l’ultimo omaggio prima di entrare per la Messa. All’interno altri fiori, ma non moltissimi, secondo i desideri della stessa Grace che aveva chiesto di ricordarla continuando a sostenere le opere di assistenza a lei care. Il rito funebre è stato celebrato dall’arcivescovo di Monaco monsignor Charles Brand. All’omelia ha detto che « il popolo è unito nel dolore nel dolore della famiglia » ed ha aggiunto: « La rottura di questa vita eccezionale ci ricorda che al di là di tutti i problemi della scienza e delle tecniche, resta il mistero. La fede che riassume tutte le cose della vita e della morte ». È stato questo, insieme a quello della comunione, il momento più commovente. Caroline e Ranieri non sono riusciti a trattenere le lacrime mentre le note del « Requiem » di Fauré risuonavano fra le navate. Dopo la benedizione del feretro, Ranieri e i figli sono usciti dalla chiesa. Tra poco ancora un momento di grande commozione quando in forma strettamente privata la salma verrà tumulata nella cappella Grimaldi all’interno della cattedrale.
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dianarainbowcheese · 8 years
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targa turbo
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darthdodo · 4 years
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Ecco perché a questo bastardo non manca la mamma..
Premettiamo prima di tutto che la principessa Diana Spencer discende dallo stesso sangue bastardo dei Churchill ma non proprio plebeo, come quella trombona rimbambita e bombardona di Kate Middle-Class ( Catherine Elizabeth Middleton )
INFATTI.. Gli Spencer erano emersi come una cospicua famiglia della nobiltà terriera del Northamptonshire a partire dal XV secolo, accedendo alla nobiltà all'epoca degli Stuart[10]. Henry Spencer, I conte di Sunderland morì nel 1643 nella battaglia di Newbury combattendo per Carlo I nella guerra civile inglese; suo figlio Robert Spencer, II conte di Sunderland, fu lord presidente del Consiglio durante il regno di Giacomo II e il figlio di quest'ultimo, Charles Spencer, fu a sua volta lord presidente al servizio di Giorgio I. Il matrimonio tra il conte di Sunderland e lady Anne Churchill portò alla famiglia Spencer il patrimonio e i titoli Churchill. Si formarono così due famiglie, quella ducale di Marlborough, che nel 1817 assunse il doppio cognome Spencer-Churchill, e quella che assunse il titolo comitale di Earl Spencer: da quest'ultima discese lady Diana Spencer, principessa del Galles, figlia dell'VIII conte Spencer. (fonte Wikipedia)
Per quindi non è difficile ritenere la suddetta  Diana Frances Spencer un caso del destino, un modello intramontabile di integrità.. di genuinità, un autentico esempio di bontà, gentilezza, semplicità “DISUMANA”, e spontaneità laddove esisteva nelle condizioni favorevoli che la sbocciarono in tutta la sua fottuta riconoscenza che una puttana mantenuta nei soldi infiniti può emanare, e se non fosse per quel minuscolo quasi insignificante dettaglio che se vogliamo.. non è che le briciole e la nullità di suo marito o nient’altro che la polvere altruista che sollevava un oggetto sessuale votato all’ultimo assalto per farsi strada e nell’artefatto di una signora che oggi sguazza avvizzita seppure rispettabile nell’anonimato tra le arie di una codesta chiamiamola così rendita da arciduchessa porcagliola (nei dintorni della Cornovaglia con capatina in Provenza) come tante languide leggiadrie cagne dello stile libero scassato..
allora quasi nel disincanto, potremmo dire che per farsene una ragione molte di quelle altere letizie e primizie crebbero come bambinaie che si sbattevano come puttane alla tenera età del primo imene coi complessi di Peter Pan e si può capire quasi addirittura la disinvoltura snob che trovava la sua predisposizione naturale in Lady D-Day nell’esserne il suo centro gravitazionale ed universo del suo benessere, dalle idee e nella freddezza precoce, impagabile di un’autentica giostra pelvica spaccata nella femminilità che quell’immagine appassionata l’ha spesso cavalcata per decenni tuffandosi dal trampolino in uno stile egoista quanto spesso luridamente strumentale, avventato, carpiato e lievitato, avvitato o svitato, quando non era ritornato rappreso e ruminato, rovesciato e vomitato, e poi raggruppato per essere infine imboccato e rimbambito;
in ogni dove la superbia di una razza simile di parassiti può arrivare quando si fotte con tutte queste maiale crogiolate e abbronzate, strafogate sotto il sole dei tempi morti, dei tempi lenti, dei tempi perfetti e dei diletti intercontinentali diluiti nella vorace certezza che ogni ostrica ha conservata nella sua perla in ogni collana indiamantata, incastonata, infarcita, impreziosita di carati fino alla lucida consapevolezza che le illumina nella misera reputazione di cannibali e carnivore predatrici falliche e che anche in questa fottuta Lady D-Day ha ammirato i confini dell’oscenità; dove lì colei poteva spingere oltre la volontà stessa estesa ad una voluttà sempre nuova, quella parte più inconscia di fiore di geisha che non appassisce mai e crede di rinascere negli slanci e negli innamoramenti senza rimpianto ne lamento nemmai tormento e negli stridori di chiappe delle più pietose e tristi pieghe che le smagliature e le convinzioni alla fine trascinano con loro inevitabilmente.. in chi queste grazie le volle così e tutte inginocchiate a vent’anni sbocciandole fino all’ingoio di quella personalità in ognuna e in questa trombona nell’ossessione che trova ancora oggi gli scampoli di un mito e il coraggio di chi la difende nella logorrea di veri e propri prostituti mentali paraculi pronti e volentieri a leccarle il tafano per dedicarle una targa o un altro libro.
Nello spirito che mai le mancò o s’arrese davanti alle sfide, neppure se ne accorgesse, quando di fronte alla parabola discendente non doveva distoglierla nelle idee e ambizioni di una vacca divaricata che osava mentire e si atteggiarsi proprio come la sfacciata e ariosa che era col disprezzo dipinto in faccia, mentre sul viso accigliava le solite espressioni di sufficienza sbarazzina e smorfie tracimanti una falsità e una bastardaggine a priori figlie di una manipolatrice finalmente realizzata, e una spregiudicata perfezionista che quando l’occasione e la visione distorta, perversa, smoderata e sempre rivolta a finalizzarci un utile, un mezzo o un fine le consentiva di predisporre ogni cosa proiettava lei nella sua luminosa rosa celestiale, in quella quinta essenza.. e in un assolo che per pura apparenza di essere la bigotta, contorta, artefice protagonista e l’incazzata posa che soltanto una stronza avvilita può provare a dare se non ritorna subito ad accavallare le gambe quando glielo chiedono, magari non apre più le cosce a dovere quando deve fare la carriola nel kamasutra dei padroni d’Europa;
una monade che sapeva e doveva perché voleva accostarsi ad un genere infinito di doppiezza, convenienza, compiacenza infido, infimo, insidioso quant’oltremodo subdolo come intriso del viscido catrame nauseante e strisciante d’esserne nel vittimismo l’altra mater lacrimosa e piagnucolante che la sua mentita spoglia a Parigi non sarebbe mai stata, una manipolatrice che il male lo persegue da arpia capace di far uscire dal suo bozzolo ogni farfallone e incomodo, o intrigo per suggestionare stati interessanti, incoronazioni e scampanate sfracellando il mazzo e il cazzo successivamente in quello zimbello complice e in armonia colla sua maestade reginade tirannide razza nelle aspettative e nell’intuizione di un lieto tragico fine; in quella rinascita combattuta fra divorzi, amarezze, tradimenti e ineluttabili lutti, per trasmetterne l’ideale iconico che ha impresso le mode e la dimensione esasperata di un’esistenza tremendamente imperfetta che spazia e trasuda ogni abitudine informale e ovattata di eleganza a certe incoscienti generazionali che nel fare di questa divina si sono rispecchiate in una rivelazione all’eterna eredità ammiccata, imbonita, rimbambita e accattivante di suo figlio.. nonché nella posata sbiadita da cerimoniale di una mammalucca che ha di fatto inchiodato, incollato, rammollito e insomma e nonostante la sborra, spappolato la normalità di milioni di cittadini, babbani e pecorone e fanfaluche scoglionando nella sua smania di Godiva anche l’esistenza del vostro affezionatissimo alla causa dei santi e degli imbecilli internazionali che a quei tempi e a quel gioco l’avevano per così dire data in pasto ai tabloid solo per eleggerla sul contraltare di una fiaba santificata, osannata, canonizzata, immolata, sacrificata per i versi e alle traversie di una figura materna, patetica, empatica, amante laddove la seppero usare e motivare a diva nell’amalgama e nel carisma che aveva nella capacità di ammaliare di credibilità l’aura di una dinastia sanguinaria, macellaia, caina e sadica ancor di più che trovò pure la maniera giusta di far parlare di se quando scomparve, tastando costantemente nei fili e nelle corde dei deboli, negli spunti giusti per far sparlare nel bene e nel male, nella precisione dei gesti raffinati e cotonati di una soffice controinformazione.. quel che sapevano porgere solo quegli involucri di plastica pisciati di neologismi maestri del trasformismo, servendo più che da spazzatura apparendo, per farla sparire nell’uscita di scena di una mastodontica piovra lesbica medusea più consumata di un attrice coi tentativi e coi tentacoli della sua famiglia che superò nella stessa nella arte dramatica dell’Almà così da calarsi nei trucchi e nel mestiere di chi conosce gli appigli e la tecnica di arrampicarsi negli specchi quando sa pure come comportarsi se c’è da sporcarsi, da rotolarsi nel fango e esporsi all’attenzione e al clamore mediatico dei riflettori rilanciando sempre un osso, o per darsi a quel manierismo ammantato di preghiere e emozioni carezzevoli, svenevoli, ciuccevoli o ad ogni sprovveduto che le cascava ai piedi quando lei concedeva un’intervista.. non si era perfino sgocciolato sopra come un gelato, in tutta quella sua ROYAL stima.. 
Colei che si struggeva cuore e telecamere a furor di popolo arrossendo, atteggiandosi di commozione e natiche coll’emozione sulle guance.. e sulle gote stirate di fresco la cipria che l’hanno salvata da occhiaia e borse liftate sugli zigomi di una nottambula, frenetica e lunatica tutta discoteche e superalcolici, non era che l’alterego che venerava l’immagine di una reputazione costruita sulle mancanze altrui e a proposito che la potevano mettere su quel piedistallo di chi la sapeva lunga e scopriva ogni giorno come sciogliere l’inverno col disappunto, anche quando vi commiseravano o vi dilaniavano l’anima ieri, dovunque e ad ogni occasione si presentasse il conto salato di quelle colpe che nessuna famiglia così poteva mietere senza scontare.. continuando in quella finzione e in quella parte melodrammatica mentre tra un singhiozzo e un sospiro squagliava il fard con le lacrime dell’insinuazione, dell’ostentazione, della malizia e nella perseveranza, di una presenza che spappola ancora oggi i testicoli agli indifferenti, e di quei diffidenti che finivano per convincersi se faceva bagnare persino per il povero orfanello William anche la beata Cristina Parodi, l’esibizione fino al balletto sulle punte che da un eccesso all’altro avrebbe prodotto e massacrato in termini di aspettative ai minimi storici le palle, e i rapporti e la vivibilità di molti mariti, o la quieta normalità di quegli uomini di mondo costretti a comportarsi come padri modello per causa sua e alla faccia di chi per giunta e a discapito di quei cani maledetti ancora subisce teorie complottiste sventolate e sbandierate di vagonate d’amenità e retorica meschina, tra le favole rimacinate della buona notte e per queste madonne violoncelliste, menefreghiste o campionesse di frigidità e frigidura elevate a potenza di sporche sgualdrine e grandi castratrici orgasmiche della mimosa giudicate dalla storia più dei mortacci loro dei loro nonnini.. e inesorabilmente la piaga e la conseguenza di queste spine nel fianco che un impero di favori e tradizioni nella recrudescenza hanno restaurato e legittimato in quel consenso di meretrici e lesbiche bisbetiche che auspicavano una volta ogni semplicità nella famiglia e una vita sugli allori, perfettamente ed esattamente nella piena discendenza e ascendenza e accondiscendenza che ha prodotto i frutti avulsi, e nei seni spremuti quel mosto di viziosi e perversi e mai pervenuti cancri viventi come la metafora di quell’infiltrazione o la metastasi smielata della SOCIELITE’ che si insinua e spartisce privilegi a destra e a sinistra, strisciando, sfruttando e ammucchiando tesori per i capricci di questi ceti e miceti avvampati di certa felicità puttana che investe i profitti nel mercato nominale incominciando dallo slancio di un controllo autocratico per imporsi alle quote di maggioranza di un rilancio che il prestigio di questa categoria di signorili industriali e armieri con le mani nelle marmellate di comitati e di potentati che affermano le ragioni di una lobby petrolifera, diamantifera, e delle terre rare, stabiliscono cos’è lecito se il primo coglione che si alza una mattina per impadronirsi di tutto è disposto a scalare le vette e i lotti di un espropriazione, disintegrando tutte le conquiste della libertà, in quella forma di proprietà che vivacchiano, vi circondano e che vi ospitano nei lidi dell’estasi.. dell’estate che appartiene oramai solo alle prospettive lussuriose e lussureggianti di quello spazio vitale hitleriano, fatto di ecosistemi incontaminati, bonificati e cementificati sospesi a mezz’aria come giardini pensili nel benessere e nella brezza e la salsedine o nel profumo di quei vigneti rigogliosi colle cantine e le sinuosità di quelle colline che a perdita d’occhio si stagliano all’orizzonte tra terrazzamenti, e appezzamenti, e fra campi sterminati di Lavanda e culture autoctone a denominazione d’uve pregiate o d’origine protetta.. dalla Biscaglia fin laggiù in Borgogna e dalla Provenza alla Toscana.. e in ogni lago e ogni ogni dove rappresenti e ricrea i suoi castelli, le sue baite, i suoi ritrovi e i suoi casini o casinò, o nei bordelli ad alte quote sulle Alpi ammantate di bianco Natale fino a Pasqua dello strafotto cantonale, e nei luoghi dove rilassano il culo certe languide fluvie e gli istinti di certi puttanieri si accendono cogli stimoli e gli abbandoni di parentesi nudiste dove i piaceri si incontrano e albergano come sguazzano tra mille grazie di troie devote che ogni piscina a sfioro desiderano con vista mozzafiato da Patrasso al Mar Nero, e che dalla Tunisia al Mar Rosso fin laggiù a Famagosta compiono il loro balzello ovunque al destino per cui questi paradisi dei sensi esistono e possono servire queste supine prede carnali vittimizzate per rinfrancarsi e rincuorarsi e ripagarsi d’agio del disagio altrui e dal malincuore che solamente il senso compiuto di riservarsi un coperto ai circoli esclusivi e innominati Nizzardi, Girondini, Meneghini, Ginevrini, Parigini, Londinesi può placare.. e spiegare angoli di paradiso disseminati dalle Alpi alla Dalmazia fino alle isole del Mediterraneo che i buoni propositi condonati e sparpagliati tra questi ecomostri hanno risparmiato, nell’iniziativa di ghettizzare ogni vivibile possibilità di movimento, e nell’ostentazione a buona pace e nella giusta regola di entrare in ogni aspetto della vostra esistenza..
dall’invadenza e nell’arroganza immane che introdusse l’avidità come parametro dello status e diritto d’appartenenza nella sete di questi arrivisti dilapidò ogni sorta e forma di risparmio ..dagli anni 80 in poi per segnare lo spartiacque e il rinnovamento di quella stagione fatta a immagine e somiglianza di William e di suo padre per soggiornare ad una quiescenza esistenza spensierata, scialacquata, disinvolta e fuoriporta con visto sul passaporto e alle destinazioni svampite dei viaggi di una zoccola senza rimorsi come Lady D-Day, sull’agenda e sulle carte di credito delle medesime tappe che un pontefice itinerante come Woytila sapeva concedersi, e che pure quella cosiddetta borghesia o socialité dalla Dakar in una “normale destinazione esotica” poteva regalarsi, al modo in cui il tenore si riappropriava di una dimensione protetta, quasi familiare, quasi ideale e nel fine di blindare, precludere pur liberalizzando, per riscoprire le mete e quei luoghi o spazi appunto a dimensione di bambino a cui le nostre leggiadrie non potevano e non possono tuttora rinunciare.
Per colpa di William ..e per colei che invocava i fantasmi che sarebbero stati somministrazione col contagocce di un’inesauribile visione catastrofica, imprevedibile, inenarrabile dove utopia è l’illusione si mescolavano assieme nell’evasione dalla realtà.. e dove fenomeni inspiegabili come le mafie, Chernobyl, le guerre nei Balcani e il terrorismo sovvertivano gli scenari della sfiga per atterrirvi fino alla rinuncia appunto di tutta quella libertà.. ogni parentesi esaltata si dischiudeva da uno spettacolo pallonaro mondiale ad una Disneyland che apriva adesso alle tradizioni d’altura, alla portata delle tasche di tutti e di quelle famiglie soprattutto che sprofondarono intanto nella paranoia che l’agone e il magone della paura in quello spettro d’incertezza e d’invivibilità aveva previsto; soprattutto in quegli anni che per le adunanze di sorellanze femministe furono tutto e una parabola scanzonata, del vizio fatto la virtù oltre l’eccesso, d’invidia e il sudore del cazzone sulla fronte spinto nei meriti di quelle Carlà, Naomi, Moss, Castà che ad ogni calcio in bocca che diedero o ricevevano mentre si alzavano sui tacchi, e per ogni palpata sui seni eburnei e mansueti e muliebri ..zavorravano litrozzo dopo litrozzo labbra e davanzali di reggiseni come chiatte di silicone spianando gli inestetismi della cellulite coi laser e coi miracoli della prodigiosa chirurgia estetica, giacché col fotoritocco digitale e con le grinze fuori gioco adesso e a suffragio universale per le saffiche principesse sul pisello, che tante amicizie aride da anatre fluvie vantano con le troie glaciali Amnesty, avevano nuova linfa e rivali siffatte e motivate da ridurre come loro a delle bambole turgide col Rolex e un difetto da scatto di nervi.. Modellissime dello Star System in coma da pompini, nottambule e sonnambule, modaiole oltrechè festaiole e incallite verginiste capezzolate di voglie erogene pure sulla Giudecca.. che come cosmopolite dalle cene parigine russe londinesi milanesi newyorkesi venivano catapultate alla ribalta calendarizzando e proclamando l’inno alla gioia che si spogliava come per immortalare la loro fottuta leggiadria e candida per sempre da quel giorno rivendicandone diritti nel loro corpo in quel sogno edipico d’emancipazione libertina che le avrebbe innalzate agli attici di liberte maggiorate e masticate permettendogli di pianificare ascese e amplessi annaffiati di bollicine e uccellaggioni ritagliate sui favori di quelle grandi castratrici orgasmiche che si mantenettero nel primato e col mestiere dei più vecchi e abbeverati anni che le aveva fatte il simbolo dell’euforia e dei veri altari carnali come uniche e inimitabili buttane aristocratiche.. eterne troie col fabbisogno nell'ugola e il sogno di cagne colla fame del mondo assetate ogni giorno e anche di notte di cazzo umido anche a colazione e che più di queste millenarie sulle rotte intercontinentali di un mercato ricreato apposta per loro le transumava dal secolo che fu delle guerre mondiali all’insediamento e all’ inseguimento dei monopoli cambiando pelle e tramutandole per sempre in altere femmine stupefacenti insaziabili e impellicciate su ogni passerella o sfilata della fashion-week ad un rinascimento bestiale che ora più di prima col desiderio alla portata di ognuna gli si offriva ad un JetLag fatto di soggiorni, tempi lenti, shopping sfrenato e Traviate e crociere mordi e fuggi senza elemosinare più uno strappo sullo yacht del magnaccia, o tirarsi nel codazzo degli amici di questi cazzoni meno signorili e venerabili di questi cessi coronati e perché le ha inaugurate alla delizia e alla maniera di un ozio.
Un’epoca di distensione, di cagne distese, di generazioni distratte e concentrate nei discorsi e nelle interviste di queste divine odalische piene di se che rilasciavano e ruminavano ogni dire sui cazzi vostri quando ancora non esistevano i Reality, e il Royal Style Look era solo un bracciale al polsino.. così che nel 2021 a distanza di 24 anni da questa tragica dipartita ( poiché per tutti è lei è una vittima di femminicidio proprio come Reeva Steenkamp subì a causa della sua fama o fame) dobbiamo più che una lapide a Lady D-Day e forse più che un mausoleo, sospeso in un cielo di schiaffi e di pernacchi.
Il pretesto che certi autori registi televisivi paparazzi, signorili scesi a patti e ai compromessi in un innumerevole schiera di scribacchini lecchini nei tabloid hanno trasformato nella droga ad uso e consumo delle masse, che resuscita dall'oltretomba in ogni sfilata VALENTINO, VERSACE, GUCCI o PRADA quella leggerezza primavera estate e quella sufficienza fino all’idiosincrasia a questo  anniversario che da una puttana con l’abito nel pizzo lo indossa vuole anche una modella francese col dito nel coù-coù per celebrarlo a ricordo di questa mignotta col suo CLAN DINASTY nel genere limite e mostruoso dove nessuno riesce a intravedere le ragioni reali e una luce di speranza che li motiva assieme ad una fetta nutrita di fanghi che li ha tirati sulle spalle fino a trasformarli in esseri irraggiungibili, con la mezza certezza e quella poca verità, che mille versioni ufficiali, surreali, incestuose, pseudo-sanguinose o oltraggiose non hanno mai chiarito si nella sua presunta morte.. e sia a riprova di una fottuta Lady de Winter dove e quando per lei sono stati gli spunti e la ragion pura di quelle teorie pratiche che come lei chi le spinge negli scrupoli di queste teste di cazzo coronate, le fa sue per stare al gioco di un mondo spietato laddove conta ognuno che arriva solo se riesce a far desistere subito nel pensiero chi gli sta attorno o ancora col fiato sul collo per farlo abdicare..
Dove ieri imperava un neocolonialismo e nei suoi meandri la lucida consapevolezza di incasinare il mondo, quella padronanza di agire Lady D-Day la imparò anche sulle sponde di quella spiaggia Gold, dove visse e trascorse in una tenuta molti anni di abbronzature e passeggiate sulla battigia e nei pressi di quella striscia sabbiosa dove morirono decine di migliaia di inglesi sotto la pioggia termobarica e a Giugno i gabbiani reali nidificano, oggi non si contendono più i resti di quelle spoglie carbonizzate, dilaniate e sbrindellate per sfamare le loro covate, ma vicino a quegli alberghi che i figlioni frignoni di quei marescialli dell’aria si sfamano con l’aria fritta e la frittura di pesce e malgrado me e chiunque come me se la racconti abbastanza nel frattempo che se sa come stare al mondo non se la beve troppo intanto con quel pò di buon senso che gli resta o amor proprio che gli scorre ancora nelle vene.. l’ultima sfumatura di questa vittimista.
Ad ogni voltagabbana che la usa maldestramente nel sempre e nel solito ritratto della femminilità, svuotandovi nel ciò che vorreste essere.. in quel barlume che vorreste intravedere, rinsavire, sapere o sentire.. gettandovi palate e vagonate e pallettate di autocommiserazione trovando nella vostra delegittimazione e poi nella vostra supina immaginazione il rifugio della mentalità distorta e della constatazione che fanno la gioia e la scusa di queste lesbiche malate per adorare questi pazzi; protetti dall'autostima e dalle possibilità che solo un’iniziativa danno, negli ardori opachi tra i vizi e gli anni di pose e foto di cortesia, a favor di scatti rubati alla loro “intimità tormentata” dalle telenovelas e negli schianti che non offuscano mai i loro orizzonti, ne hanno nelle prospettive rimpianti o sconfitte quando divengono la piaga tremenda di questa Gently,  che negli sforzi e nei complici ha i media e i numeri per convincere la storia stessa di quello che non è mai accaduto; ma che nonostante questi cani comunque non riuscirà mai ad ammazzare la speranza che la forza dei fatti come la potenza di ogni parola li può ancora ferire.. e far sanguinare dopo 80 anni
Per questo e nonostante le vaccate e gli spunti che permettono di preparare nozze e cozze di 30 anni suonati a lune di miele sdolcinate per stramazzarle coi divorzi annunciati, preconfezionati e conditi alle pause e ai tempi celentani della dramatica o dell'estetica queste Royal-Bitches studiano ad Oxford e a Cambridge.. passando per la Sorbona e la CaFoscari a Venezia..
E nonostante questo e nel mare che corre tra il loro bene e il vostro male sembrano intoccabili sull’onda portante delle loro passioni animali anche nelle tempistiche quantomeno esasperate, in quel limite brutale e brutto da capire per i figli quando crescono e si confrontano con un mondo reale che li mette sul fatto compiuto e gli trasmette il cancro vivente, moribondo di un‘appartenenza che è recrudescenza e lievito in ciascuno di loro e davanti agli anni della giovinezza li sorregge leggeri e al massimo delle belve incontrastate che sono quando riempiono come monumenti di devianza o nei recipienti di imitazione dei loro amici le ore di disagio cogli illustri e i venerabili vecchini tra i salotti e le esperienze artificiali che hanno sempre l’appetito e il chiodo fisso in quelle camere da letto della sana consuetudine di dare sfogo alla violenza passionale sverginando e penetrando ogni vittima mansueta mentre danno libera vitalità agli istinti e alle pulsioni nel cuore di quelle fragili gioie che gli si abbandonano come prede carnali indifese all’orgasmo accarezzando la grazia che le fan fanciulle docili, facili e pronte come tele da lacerare, da vittimizzare da ammirare nelle irrefrenabili ripassate a colpi di pennello e delle anime da stuprare, da iniziare e da perpetuare.. ancora nel più brutto ricordo da rivedere.. da rivivere nelle loro abbrutite smorfiose aiuole figliole, nell’interminabile supplizio che diviene l’escalation di una verità difficile impossibile da ingoiare, da inculcare, da inginocchiare se nel frattempo quando questa politica di cose mal gestite non giustifica affatto tutti questi dissennati, e nel bel mezzo dell’imbarazzo resta il senso ameno di apparire buoni.. tiepidi cosìcché accade nella riprova e nel disgusto della dimostrazione di cosa è ludibrio e a quale impagabile figura materna sia capace di riflettersi e piegarsi un abietto e inconfessabile significato del fabbisogno inteso col tipico senno del poi che s’accorge troppo tardi di cosa é violenza o di chi sputando in faccia ad una generazione che ha tenuto gli occhi ben chiusi e ha ben poca dimestichezza con la crudeltà di certo sangue marcio, lurido, insalubre ha rappreso un pubblico che voleva ieri come oggi sempre affamato di essere e nel benessere aspetta degli anni o si accosta alle rime (come nelle fiabe) spesso e volentieri nella medesima ragione di compiacere.. farsi abbindolare.
Quelli che furono la mediocrità plebea e i gesti decresciuti.. subissati dagli Influencer o dal gossip nudista che tutto mischia nel mazzo del faceto per quanti idioti sanno crogiolarsi al sole e alle sfacciate di queste burattine mascherate, nell’indifferenza rinchiusa supina e strappa-applausi che quel ricamo sull’orlo l’ha cucito dove aumenta il clamore e l'interesse per queste maiale tiranne reginadi dinastiadi d’oltremare d’altri tempi e per quante come lei si sono rivalse sia nelle radici che la sua legenda ..quel che ha di regale nella sua appartenenza i tratti e la qualità nel vezzo un passato per fare presenza, è il domani e l’avvenire di amministrare le figlie concubine indispensabili di una famiglia allargata all’inverosimile che già nel suo ceppo ha l’inclinazione e nella predisposizione l’estetica naturale ad usare i tempi dell'agguato.. dell’esproprio.. dell’inganno ..per mentire senza chiedere scusa a nessuno mentre forzando lo spirito verso quella convenienza fatta tutta eleganza e personificazione.. si congegna l’espediente di una lucida ambizione fissata nella stella polare che ogni idea illumina di emanazione e gaudio e perseveranza anche quando trova nel lutto l’acme e il suo luogo per sfruttare a proprio vantaggio l’immagine vincente da tramandare accanto ad un marito oggettivamente fesso..
un partito se vogliamo Charles
che disponeva of course senza troppi biasimi già prima di conoscerla di un’assortita  panchina lunga di TROIE e prime scelte o “puttane titolari”  tra la FRANCIA e l’INGHILTERRA in perizoma.. piegate al TURN-OVER del furetto Charles che coi suoi AMIS avvenne nel diletto di inginocchiarle tutte e farle ognuna vittima sacrificata sull’altare pelvico del suo cospetto: Charles Philip Arthur George Mountbatten Windsor è stato tutto fuorché un esempio di Boyscout o fedeltà coniugale anche se per se e malgrado non fosse altro che la brutta copia di sua moglie dovette divorziando (in coscienza sua e nell’incoscienza in disparte) mantenere un basso profilo per avere avuto lei e comunque tutto il tempo di svezzare, crescere e iniziare i SUOI FIGLI.. assieme a LEI 
restandole sempre complice.. e vividamente vicino
Ogni neonato quando nasce e fissa le prime immagini del mondo che lo circonda all’età di 2-3 mesi, incomincia a distinguere forme, colori, facce, l’odore della pelle di sua madre, sensazioni grezze impalpabili come la salsedine o l’aria di campagna, quel climaterio frizzante e quelle nette carezze emozioni perfino nelle sensazioni inconfondibili della sua terra, della sua casa, nel clima dove percepisce il tepore della primavera, e addirittura incomincia a orientare lo sguardo distinguendo lo Sky-Line di una città come Parigi, o riconosce sua madre tra quelle facce di culo che non assomigliano per niente a lei, quelle suore di Biarritz col velo grigio, e i molluschi della Gendarmerié appuntata sui canali dei Carabinieri.. 
E purtroppo connotativamente tutto questo va in malora quando quel cervelletto si abitua pure alle facce di culo menzionate, perciò se il povero William fosse stato allevato da una madre diciamo putativa.. Lady Diana, all’età giusta sarebbe stata la ragione per essere informato da suo padre che la sua vera madre biologica è il meno FIVET-tato e sfortunato rovescio della medaglia che Henry invece rappresenta e che nel nasconderlo non avrà mai ragione d’esserlo per come l’ingombrante illegittimo erede di suo fratello, sia nella successione e sia come cocco-bello di suo padre (per via di sua madre Diana) la piega e la piaga nonostante tutto e quella disinvoltura che ha disinibito al pari di suo fratello la pratica del male e uno sport di travestitismo Nazi.
Di qui la povera LADY D- DAY assomiglia ad un pagliaccio per quante arie s’è data e per quanti sforzi abbia inscenato o oscenamente cercato di illudere apparendo convincente, dall’81 quando sposò e posò accanto ad uno scopofilo, un sessuomane da circa 15 anni, un puttaniere incallito fino all'estate di quel tragico 97 quando si diede alla macchia e per tutti quei cretini che ancora oggi la ricordano tramutò un’icona immortale di stile in una ricca e tranquilla pensionata rendita dalle parti di quegli stronzi in Normandia sulla spiaggia delle retoriche ammazzate dove le ondate di soldati Ryan inglesi s’infransero e trovarono la morte a causa della sua razza Coburgo-Churchill.. E nell’agio di una signora sessantenne che se la vive e se la spassa per ridere nel più totale anonimato irriconoscibile ai paparazzi che proprio grazie a lei si sono realizzati e grattandosi la schiena a vicenda come fanno le scimmie le hanno fornito l’alibi perfetto e l’uscita di scena più memorabile che questa maledetta abbia mai sceneggiato.. per lei, e per la causa di una dinastia, quella più bastarda d’Europa: Sassonia-Coburgo-Gotha, campione del piffero, nella praticità che doveva ridarsi lustro, vanto, rimanendo l'impressione e il ricordo indelebile della sua apparenza.. per sempre fissata in quell'acconciatura corta ben tenuta  nascosta tra le mode di quei cappellini ..e abbondantemente ossigenata per non tradire il riflesso meno biondo-castano e per non farsi mancare il vezzo chic e quella scappatoia che la sua stirpe maledetta di sotterfugi e luride passerelle ha lasciato ai posteri in ogni lettera scritta di suo pugno e in ogni chiacchera data in pasto per conto suo da quell’anatra anale e giuliva Middle-Class alle sue cortigiane.
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therunwayarchive · 5 years
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Diana Targa at Armani Prive, Spring 2019 Haute Couture
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Armani Privé Spring 2021
Model: Diana Targa
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tmnotizie · 5 years
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di Stefania Mezzina
SAN BENEDETTO – Fine d’anno ricco di appuntamenti, per l’Utes di San Benedetto del Tronto: la realtà associativa si è riunita per scambiarsi gli auguri, presso la palestra dove i soci effettuano i corsi di attività fisica e il direttivo ha assistito ad alcune esibizione delle corsiste.
Il periodo festivo ha visto anche l’impegno del Gruppo di Ballo dell’Utes, in un pomeriggio passato a rallegrare gli ospiti del centro Primavera.
Inoltre, soci e amici si sono ritrovati al ristorante Le Terrazze di Grottammare, dove la presidente Diana Lanciotti ha accolto quanti hanno scelto di partecipare, tra cui il Sindaco di San Benedetto, Pasqualino Piunti, il Consigliere regionale Fabio Urbinati, il Vice presidente del consiglio regionale Piero Celani e il sindaco di Cossignano, Giancarlo Vesperini.
L’evento si è aperto con la consegna di una targa riconoscimento alla consigliera onoraria Licia Romitelli ed è proseguito, tra gli applausi dei soci, nei confronti delle varie esibizioni artistiche, espressione di parte dei numerosi corsi della realtà: quello musicale, a tema natalizio, a cura del Coro dell’Utes, diretto da Valentina Bonci,  del  Corpo di ballo guidato da Lucilla Seghetti, e di parte del gruppo del corso di reggaeton fitness, tenuto da Tony Castilho.
Non sono mancati gli interventi, per la realtà sempre più in crescita, da parte del Sindaco Pasqualino Piunti, il quale ha lodato la realtà associativa per il suo impegno e per la conseguente crescita.
“Nel 2019, dopo quelle di Carassai e Cossignano, nostri sedi sono state aperte anche a Grottammare e a Pedaso, – è stato ricordato nel corso della serata – e i corsi sono stati aumentati, offrendo così ampia scelta ai nostri associati. Corsi per i quali, ulteriore novità del 2019 appena terminato,  a seconda dei casi prevedono il rilascio di attestati finali riconosciuti dalla Regione Marche”.
La conclusione della serata è stata tra i momenti di ballo, aperti a tutti, e il momento della torta: oltre a festeggiare il percorso del 2019, è stato anche presentato il nuovo direttivo, frutto del recente rinnovo. Riconfermata, avendo riscosso grandi preferenze al momento del voto, la presidente uscente Diana Lanciotti, vice è Roberto Basti, tesoriere Baldovino Mozzoni, segretaria Maria Pia Scelicot, Claudia Calvaresi addetta alle pubbliche relazioni. Consiglieri:Beniamino Bellavita, Paola Del Gobbo, Liliana Piunti, Antonella Orsetti, Ena Pellei e Silvana Pompei.
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Automotive and historical icon displayed by XJS Club
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A notable Jaguar XJ-S Cabriolet with royal connections will be one of a record number of stunning retro cars from the halcyon heydays of motoring appearing at next month’s London Classic Car Show at ExCeL London (15-18 February). While many of the 700+ wonderful automotive icons on display will have their own incredible histories, few if any will have better stories to tell than this totally one-off 150mph Jaguar – a sportscar which was fashioned especially for Diana, Princess of Wales. Dating back to 1983 this famous XJ-SC was not only one of the most photographed cars of its era but was also totally unique, built to the Princess’ own bespoke specification. While the other 5,012 cabriolets created in Coventry between 1983 and 1988 were all hedonistic two-seater speedsters, this stately XJ-SC (reg E763KYX) was uniquely fitted with two small rear seats just so the young Princes William and Harry could ride along with their mother and her bodyguard. It is generally accepted that the Princess enjoyed driving her custom-made Jag so much that her protection officer was often relegated to the front passenger seat! Additionally, the V12 powered regal cabriolet features an individually made, and permanently fixed, rear hard top to ensure that the two Princes could not strike their heads on the solid targa roof bar in the event of an accident. Also, unlike any other XJS, the once royal roadster is fitted with personalised leather and Harris Tweed seat trims, chosen by Princess Diana. What’s more the exterior bodywork came with four round headlights similar to those seen on the US export and was finished in British Racing Green to match the Aston Martin that husband Prince Charles had acquired around the same time. The Princess was regularly seen driving this majestic model from 1987 to 1991. Then, when the two Princes outgrew their small rear seats, she sold it to the Jaguar Heritage Trust, an educational charity established to preserve the legacy of Jaguar for the nation, in exchange for a contribution to one of her own charitable causes. The following year, Diana replaced the British-made XJ-SC with a German-made Mercedes 500SL – a controversial decision which caused quite a commotion at the time as no member of the Royal Family had purchased a foreign car in memory. “The London Classic Car Show is littered with cars boasting their own remarkable histories,” said Bas Bungish, Event Director. “There are F1 single-seaters raced in period by world champions such as Graham Hill and Michael Schumacher and getaway cars involved in staking out The Great Train Robbery. Princess Diana’s very own Jaguar is another of these evocative exhibits which will certainly conjure up many fond recollections among our visitors who really appreciate nostalgia. “Seeing the two Princes today, it’s hard to remember that they were once a pair of little boys strapped into those special passenger seats behind their mother. How time flies!” The tailor-made Jaguar is being exhibited at ExCeL by the XJS Club, one of an unprecedented number of enthusiastic car clubs putting together dedicated displays this year’s expanded London Classic Car Show. Classic car owners, collectors, experts and enthusiasts wanting to attend the 2018 London Classic Car Show can take advantage of significant discounts on offer when booking in advance. If purchased now, adult admission costs just £25 (£30 on the door) and a range of upgraded Premium and Family Tickets are also available online. Moreover, all tickets also include entry to the London Classic Car Show’s sister show Historic Motorsport International, which celebrates the UK’s leading role in all areas of historic motor sport. Full details can be found on the show’s official website – thelondonclassiccarshow.co.uk.
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Armani Privé Spring 2020
Model: Diana Targa
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therunwayarchive · 7 years
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Diana Targa at Giorgio Armani, Spring 2018
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