Tumgik
#domille fanfiction
giulia-liddell · 5 years
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Una dichiarazione
Parole: 1603
No beta, we die like men
Fandom: Sanremo RPF
Avvertimenti: probabili strafalcioni gramamticali dovuti a mancanza di sonno, sdolcinatezza, discussione molto vaga sull’omofobia italiana, menzioni della performance finale di Achille Lauro 
Ship: Domille/Bossille
Note autore: Ah. Io che non so niente né su Achille Lauro né su Boss Doms che provo a scrivere una fic su di loro perché sono #Iconic e perché della gente molto carina me lo ha chiesto... Perdonatemi se ci sono errori/cavolate varie/roba che non ci azzecca. Sono un po’ fuori dalla mia comfort zone. Tutti guardano questa ship e sono tipo “rough and kinky dads” e io sono tipo “patati loro”
La stanza d’albergo è illuminata dalla luce dell’alba quando Boss si sveglia con le lenzuola attorcigliate intorno alle gambe. Si prende qualche momento per stiracchiarsi e levarsi il torpore del sonno. Non si aspettava di alzarsi così presto e ha ancora gli occhi che bruciano. Non è facile dover sopportare i ritmi del festival di Sanremo: tutte quelle prove, le serate interminabili e i convenevoli a fine di ogni puntata… Per fortuna sono arrivati alla finale, dopo questa sera potrà dormire quanto vorrà.
Appena si sveglia abbastanza Boss si rende conto che l’altro lato del letto è vuoto. Possibile che Lauro si sia svegliato ancora prima di lui? Non si alza mai così presto, anzi, di solito Boss è costretto a prenderlo a cuscinate finché non si rianima. Boss si alza per cercarlo e barcolla leggermente sulle gambe ancora intorpidite.
Lauro è seduto sul terrazzino della loro camera, con addosso solo un paio di pantaloni, curvo sul tavolino e si mordicchia un dito mentre scrive qualcosa. Boss ammira la serenità che emana seduto in silenzio alla luce dell’alba ed ammira la concentrazione con cui si dedica alla scrittura: la fronte corrugata, le dita strette intorno alla penna come se stesse impugnando un’arma e quello sguardo illuminato negli occhi. È talmente concentrato che non sente nemmeno il chitarrista avvicinarsi. Boss si piazza alle sue spalle e fa scivolare le mani sul suo petto, poi si abbassa per baciargli il collo «’Giorno…» sussurra con voce roca appoggiando le labbra al suo orecchio.
Lauro si riprende all’improvviso dal suo stato di trance creativa e si volta per baciare il suo chitarrista sulle labbra «Ciao…» sussurra con un leggero sorriso sulle labbra «Finalmente sei sveglio anche tu.» aggiunge e subito Boss si tira indietro sorpreso «”Finalmente”? Lauro, non sono neanche le sette del mattino… Abbiamo dormito cosa? Due ore?» dice confuso mentre Lauro gli accarezza una guancia e sorride «Per essere precisi, tu hai dormito due ore e quaranta minuti e io non ho dormito affatto.» risponde il cantante. Boss strabuzza gli occhi per la sorpresa «Come non hai dormito? Lauro non va bene… Hai lavorato parecchio e ci aspetta un’altra giornata di lavoro intenso e… Non puoi…» Lauro lo zittisce con un altro bacio. «Edo, non abbiamo prove fino al tardo pomeriggio, posso dormire questa mattina se tu me lo permetti… E non ti preoccupare, so che è importante risposare… È solo che… Avevo voglia di scrivere e non riuscivo ad addormentarmi, quindi sono rimasto sveglio…» risponde Lauro indicando i fogli che sono impilati sul tavolino. Boss non può fare a meno di sorridere «Davvero sei rimasto sveglio per scrivere? Questa potrebbe essere la cosa più da te che ti abbia mai visto fare…» commenta il chitarrista e Lauro abbassa lo sguardo evidentemente in imbarazzo «Mi… Mi sentivo ispirato…» si giustifica.
«Posso leggere?» chiede Boss facendo un cenno in direzione dei fogli e Lauro annuisce lentamente «È… Non è veramente un testo… Non ancora… Solo una raccolta di idee… Dovrò sistemare poi tutto quanto… Sai la confusione che ho in testa a volte…» Boss gli lascia un bacio su una tempia e gli accarezza le spalle «Sono certo che sia meraviglioso.» dice e lo pensa davvero. Si sorprende a volte di quanto Lauro possa essere insicuro della sua musica mentre la sta creando. Una volta che rilascia una nuova canzone è sempre sicuro che sia esattamente quello che voleva e che sia perfetta, ma quando la sta ancora scrivendo continua a dubitare di ogni frase e di ogni nota anche se poi non cambia molto nel prodotto finale.
Il chitarrista prende uno dei fogli ed inizia a leggere in silenzio con Lauro che appoggia la testa contro la sua spalla. «Allora? Che ne pensi?» chiede il cantante con una punta d’ansia nella voce «Edo? Ci sei?». Boss si riprende, appoggia il foglio e prende il volto di Lauro tra le mani per baciarlo «È stupendo. Sei stupendo. Dio, come diavolo faccio a meritarmi uno come te?» commenta subito il chitarrista con un ampio sorriso «Il modo in cui descrivi la nostra relazione e… E tutta l’emozione che ci hai messo… Davvero io non so come fai… Sei magico.» continua sempre più entusiasta. Lauro si lascia scappare una risatina soddisfatta e bacia ancora Boss «Grazi-» inizia a dire, ma subito il chitarrista lo interrompe «Però voglio sapere una cosa… Sei sicuro?» chiede con l’espressione più seria che mai.
«Sicuro di cosa?» Lauro corruga la fronte «Tutti i tuoi testi sono intimi... Lo dici tu stesso che non si può scrivere una canzone senza metterci una parte di sé… E questo… Questo potrebbe essere il testo più personale che tu abbia scritto fino ad ora… Quindi ti chiedo se sei sicuro di voler trasformare questo in una canzone: sarà pubblicata, la ascolteranno tutti e…» Boss non finisce la frase, ma Lauro sa perfettamente cosa intende «… e tutti sapranno di noi.» conclude. «Esatto!» esclama il chitarrista «Per me non è un problema lo sai, anzi sarei felicissimo di non dover fare tutto di nascosto, di non dover mantenere i nostri contatti in pubblico limitati alle nostre performance, ma… Voglio che ne sia felice anche tu… Non voglio che tu ti senta costretto a caricarti di questo peso… Già non godi di una buona reputazione con chiunque non abbia una mente aperta, non vorrei che tutto il backlash che ci sarà per questo ti ferisca…» spiega Boss e la sua voce sembra leggermente disperata. Lauro sa che è sincero, sa che sta dicendo tutto questo solo perché tiene a lui.
«Edo… È proprio questo il punto… Io so che ti preoccupi e sono contento che ti interessi di come potrei gestire la cosa, ma… Non posso tenerlo nascosto per sempre e onestamente mi sento un ipocrita in questo momento… Ogni volta che ci intervistano dico sempre quanto sia importante per l’espressione della propria personalità, fare tutto quello che si vuole, non farsi condizionare dalla mascolinità tossica e non lasciar vincere tutte le cazzate omofobe che circolano nella musica italiana di oggi e poi… E poi non parlo di questo, non parlo di noi… Che cazzo la nostra canzone quest’anno si chiama “Me ne frego” e io cosa sto a fare? Lascio vincere i bigotti e gli omofobi che dico di voler sconfiggere!» mentre si agita sempre di più Lauro inizia a passeggiare da un punto all’altro della stanza, agitando le braccia.
«Lauro… Non è così semplice e tu lo sai… Sì è vero che dovremmo essere tutti aperti e che fai bene a predicare questo concetto, ma tutti quelli come me e te sanno benissimo che non è così semplice nella vita reale. Anche se non vivi in un ambiente ostile puoi comunque sentirti isolato una volta che “esci allo scoperto” … E nel mondo della musica spesso è anche peggio… Nessuno ti biasima e soprattutto io non ti biasimo.» cerca di confortarlo il chitarrista, ma senza ottenere grandi effetti.
Lauro si blocca in mezzo alla stanza e guarda Boss dritto negli occhi «Edo, non nascondiamoci dietro ad un dito. Io non ho detto niente fino ad ora ed ho forzato anche te in questo, non per qualche istinto di conservazione, ma perché ho paura. Ho paura e continuo a ripetere a tutti di non averne. Questa è la definizione da manuale di ipocrisia. Ho pensato che se avessi tenuto questa parte di me e quello che c’è tra noi solo per le performance sarei stato “più giusto”. Questa è la cazzo di verità, sono un cazzo di ipocrita e non voglio più esserlo. Santo Dio, guarda la gente che si è esibita a questo festival! Mika, Tiziano, la Nannini… Tutti artisti, come noi, che sono apertamente gay! La tua domanda è se sono sicuro di voler “uscire allo scoperto”? Ecco la mia risposta: Sì, sì, lo sono, cazzo è davvero l’ora.» Lauro ha gli occhi lucidi ed il labbro gli trama leggermente. Boss lo abbraccia subito più forte che può e gli stampa decine di baci in faccia «Perfetto! Ti amo! Ti amo! Dio, quanto ti amo!» esclama mentre continua a ricoprire Lauro di baci.
La loro giornata scorre tranquillamente, tra i preparativi e le prove per la finale ed insieme perfezionano la loro grande esibizione. Deve essere perfetta, devono fare in modo che nessuno se la possa dimenticare. Nel backstage, nei loro maestosi costumi, prima di essere chiamati sul palco Lauro sorride a Boss più radioso che mai «Siamo proprio fantastici stasera. Saremo fantastici.» commenta il cantante «Fiero di essere al vostro fianco, Vostra Altezza.» scherza Boss prima di avviarsi per entrare sul palco.
È davvero l’esibizione perfetta. Non c’è un singolo momento in cui Lauro si trattenga dallo stare addosso a Edo. È così evidente che non può esserci nessuno che non se ne sia accorto. Il modo in cui gravitano l’uno intorno all’altro, in cui si appoggiano per ogni passo e si stuzzicano per tutta la performance. Ma Lauro vuole chiudere davvero in bellezza, vuole fare qualcosa che gridi “Quest’uomo è mio.” e si appoggia alla sua schiena allungando una mano per stringergli il collo. Boss riesce per miracolo a mantenere la concentrazione sulla performance. Quando si ritrovano faccia a faccia sanno tutti e due che è il momento, ma boss vuole lasciare che sia Lauro a controllare tutto, vuole che sia lui a fare quel passo, quella decisione, perché tra loro è quello che ne ha più bisogno. Lauro stringe la faccia del suo chitarrista e lo bacia nel bel mezzo del palco. È il suo modo di dichiarare non solo al mondo, ma soprattutto a lui, ad Edo, che non ha più dubbi.
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habithatcantbreak · 5 years
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Lauro: “Edoardo mi vuoi sposare?”
Edoardo: “si sposiamoci qua”
*pinky promise*
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pinacotheque · 5 years
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*spunta da un vicolo buio* ehi, ehi tu, vuoi del porno su Achille Lauro? porno nei camerini di Sanremo? fresco fresco di giornata? *apre l’impermeabile*
FAI DI ME QUEL CHE VUOI | 1,5k | Achille Lauro/Boss Doms | PWP
“Dimmelo tu cosa vuoi fare perché io -”
“Tutto,” sbotta Doms, “tutto quello che vuoi tu.”
[ AO3 | WattPad ]
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chezgender · 5 years
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Angelo blu
Finalmente sono arrivat* con 'sta fanfiction promessa da giorni! Spero vi possa piacere, buona lettura!
Fandom: Sanremo RPF
Ship: Domille, Bossille, Achille Lauro/Boss Doms o comunque vogliate chiamare questa coppia fantastica.
Storiella non troppo angst e, a giudicare da ciò che hanno detto i miei amici, "adorabile". Ambientata a Roma ben prima che Lauro ed Edo diventassero in qualche modo famosi.
Note: ringrazio @lovegayships per avermi dato quest'idea💜, e @missaristocrat che ha betato ogni singolo dialogo in romanesco🖤
Word count: 2k
Lauro aveva avuto una giornata di merda, ma di quelle davvero orrende: sin dal mattino, sembrava che il mondo stesse complottando contro di lui e la sua sanità. E inoltre, non c'era un singolo istante di pausa.
Era buio, lui ed Edoardo avevano appena concluso una serata in una piccola discoteca. Ora erano troppo lontani da casa per avere davvero voglia di tornarci, ma non sapevano comunque dove andare o cosa fare. 
"Ma se andassimo boh, che ne so, al Mc?" propose Edo, con le mani ficcate nelle tasche della giacca. Faceva un freddo assurdo quella notte.
"Se vabbè, perché ce sta n’Mc aperto de notte qui, vè?" ribatté Lauro, non senza una punta di ironia. Poteva ancora sentire i bassi risuonargli nel petto, gli occhi gli facevano quasi male per le luci. Camminarono in silenzio per un po' lungo il viale, ogni tanto i fari di un'auto illuminavano i loro volti stanchi.
Fu Edoardo a rompere nuovamente il silenzio, per indicare un'altura piuttosto lontana: "Sai che là ce sta un posto co’ ‘na vista stupenda?" 
"Vabbè, ce voi andà?"
"A piedi? Ma che sei scemo?." E rise. Lauro adorava la sua risata: riusciva a mettergli allegria senza nemmeno parlare. Il più giovane scrollò le spalle: camminare non era un problema per lui, lo aveva fatto per tutta la vita. E comunque, farlo avrebbe forse potuto aiutarlo a smaltire tutta l'adrenalina, che gli faceva tremare le mani.
Alla fine comunque, presero un autobus scassato e vuoto, dove si sedettero in tutta comodità occupando due sedili a testa. 
"Comunque avemo spaccato prima." esordì Lauro, poco prima che scendessero alla fermata più vicina. Edo annuì in assenso: apprezzava che Achille considerasse il loro rapporto come un duo. Non è che avessero già chissà quale nome: erano a malapena riusciti a trovare un posto dove esibirsi con qualche inedito tra le tante canzoni che avevano creato. Ma andava bene così.
Camminarono per un po', la salita era leggermente ripida da fare a piedi, ma niente che non si potesse fare. Parlarono del più e del meno, perchè non si erano visti per più di una settimana e sembrava importante raccontare ogni singolo istante della loro esistenza. Achille si era da poco lasciato con una ragazza, erano stati insieme circa 4 mesi. Arrivarono finalmente in cima all'altura, per sedersi vicino al guardrail, con il fiato un po' corto.
"C’ho pure scritto ‘na mezza canzone, ma non è ancora pronta."
"Ma com'è che ve siete lasciati?" Domandò Edoardo, estraendo il pacchetto di sigarette e l'accendino dalla tasca. Ne offrì una all'amico, che rifiutò con garbo, poco prima che il suo viso si rabbuiasse alla domanda.
"Che ne so? Casini. Cazzo, già lei stava fori de testa, in più s’è messa co’ uno pieno de problemi come me… non può uscì niente de buono. Ma sai, certe volte dici 'fanculo, famolo, e alla fine ce rimani sempre inculato."
"Non c’ho capito un cazzo." affermò il maggiore, prendendo un tiro dalla sigaretta che teneva stretta tra le labbra. Si mise più comodo, stendendo le gambe avvolte in un paio di jeans piuttosto stretti e altrettanto sdruciti.
"Manco io. Boh sai, forse non so’ fatto pe’ amà." Lauro sospirò, guardando dritto al cielo. Edoardo lo guardò un po' di traverso, pensando a quanto l'amico tendesse alla drammaticità. Tipico suo.  Edoardo alzò le spalle, per non dar corda alle stronzate che Achille cercava di raccontarsi ogni giorno: "Non credo sia quello er problema."
Lauro roteò gli occhi, per poi guardare lontano. "Boh, forse me piace un'altra persona e n’ c’ho la testa pe’ fa finta de amà qualcun altro. Le cazzate non le so dì in generale, figurate a me stesso.."
"Ma perché ha letto qualche messaggio, o roba del genere?"
"No, figurate. Però se capiva che n’ ero innamorato. Er problema è che n’ so manco se me piace davvero un'altra persona o no. Forse so’ solo un cojone." Concluse, portandosi le dita alla bocca e mordicchiando distrattamente le unghie. Brutto vizio che ogni giorno si riprometteva di abbandonare, per poi fallire, come al solito. 
"Forse dovresti esse sincero con te stesso pe ‘na vorta." quelle parole scossero il più giovane, che si sentì toccato nel profondo. Odiava mentirsi, ma non poteva farne a meno. Certe volte nascondersi le cose era il modo migliore per non finire sotto un treno.
"Cambiamo argomento o parlamo de me pe’ l'eternità?" Disse, infastidito e piuttosto colpito dalla schiettezza di Edoardo. Era sempre stato completamente onesto nei suoi confronti, ma mai a quel livello.
Proprio Edo in quel momento si passò una mano sul viso, quasi con rassegnazione, assumendo poi un'espressione quasi preoccupata: "Lauro, cazzo, è importante. Nun poi continuà a seppellì i sentimenti pe’ fa finta che va tutto bene e stampatte ‘n cazzo de soriso in faccia quando stai morendo dentro. Semo migliori amici pe ‘n cazzo?" 
Lauro rimase in silenzio per un tempo indefinito, a guardare il vuoto. Edoardo nel frattempo aveva spento la cicca sulla terra secca, e solo una volta alzato lo sguardo si era reso conto delle lacrime che scorrevano sul volto quasi impassibile del minore.
"Oh, ma stai…?" Cercò di avvicinare una mano al volto dell'amico, ma poi si fermò a mezz'aria. Non era sicuro che fosse una buona idea.
"Odio sta qua." Sussurrò, per poi esalare un sospiro. Fortunatamente era seduto, perchè sentiva il corpo talmente stanco che se fosse stato in piedi sarebbe crollato sul momento. 
Il crollo fu, piuttosto, mentale. Finì per rannicchiarsi con il viso sepolto nell'incavo fra gli avambracci le ginocchia che stringeva al petto. 
Non gli piaceva piangere, gli capitava raramente, e stava di merda.
Presto respirare divenne più difficile del previsto: il suo petto sembrava non riuscire ad accogliere abbastanza aria. Il fiato si accorciò in fretta e Lauro si sentiva isolato, solo, con la parte più distruttiva di sé stesso.
Edoardo ci mise un po' a realizzare che cosa stesse succedendo. Degli attacchi di panico aveva solo letto da qualche parte sul web, e l'unica cosa che sapeva era di dover aiutare Lauro a respirare. Si inginocchiò accanto a lui, Achille sembrava davvero piccolo in quel momento: avvolto nella giacca pesante, rannicchiato, con le mani sulle orecchie per isolare chissà quali voci. Stava anche tremando, mentre la sua schiena si muoveva ritmicamente con il corpo alla ricerca di ossigeno.
"Lauro, me senti?" Edoardo lo chiese piano, cercando di tenere la voce bassa, così che potesse aiutare l'amico a calmarsi. Il cantante annuì, quasi incapace di parlare. 
"Te posso toccà?" Domandò ancora, e solo quando ricevette un "sì" soffocato, prese le mani di Lauro e le strinse, intrecciando le loro dita che sembravano unirsi perfettamente.
Lauro pensò di stare per morire. Non solo stava avendo un attacco di panico in mezzo al nulla, ma il suo migliore amico era lì e gli teneva le mani e lo stava vedendo in quelle condizioni. Così debole e vulnerabile. Niente avrebbe potuto aiutarlo a quel punto.
Stupidissime lacrime continuavano a scorrergli lungo le guance, e non poteva controllarsi, non poteva nemmeno respirare decentemente. Non era del tutto cosciente di cosa stesse succedendo: la mancanza di aria gli rendeva la testa confusa, nel senso negativo della cosa. 
"Cerca de pensà a cose belle." Propose Edo, prima di insultarsi mentalmente: come se quella cosa potesse essere d'aiuto. Lauro sembrò ignorare quel consiglio, più che altro perchè non poteva pensare a nulla di coerente. "Te capita spesso?"
"O-ogni tanto." Lauro inciampò sulle vocali, mentre si malediceva in ogni lingua per aver bevuto al locale e per non avere con sé dell'acqua. Tornò a concentrarsi sul respiro, i suoi occhi sembravano terrorizzati.
Erano già passati diversi minuti, e Edoardo stava facendo del suo meglio per ricordare tutte le informazioni che aveva letto a cuor leggero, senza immaginare che gli sarebbero servite un giorno. Non gli veniva in mente nulla, quindi fece semplicemente ciò che gli stava rimbalzando in testa da qualche secondo.
Il che significò baciare Lauro e sperare che non svenisse. Achille non smise realmente di tremare ma perlomeno, smise di respirare. Edoardo non era sicuro se fosse un bene o meno.
Durò qualche secondo. Lauro ne contò sei, Edo poteva giurare che fossero stati più di dieci, ma non aveva importanza. Una volta che si separarono, si guardarono negli occhi per un po'.
"M’hai appena…" il più giovane iniziò, non del tutto coerente, e lasciò la frase in sospeso. Il cuore gli batteva all'impazzata, ma almeno riusciva a controllare il proprio respiro.
Edoardo guardò dalla parte opposta, mentre la realizzazione di quello che aveva appena fatto lo investiva come un treno: "Ho letto che trattenè il respiro aiuta."
A quel punto, Lauro lo abbracciò e lo strinse, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo. Edoardo non ebbe problemi a tenerlo lì, mentre si calmava.
Achille aveva le famose, famosissime farfalle nello stomaco e stava bene, si sentiva a casa, felice. E il suo cuore continuava a battere veloce, senza nessuna ragione apparente.
"Non me potevi semplicemente dì de trattenè il respiro?" Domandò quindi, la voce soffocata da un sorriso che gli spuntava sulle labbra e dai vestiti di Edoardo che sapevano di colonia e di erba.
Cazzo.
In quel momento tutto prese forma e senso: il perché non poteva amare la tipa con cui stava, perché il sesso non gli piaceva granché, perché il cuore gli batteva così forte e perché non gli aveva fatto schifo l'idea di baciare Edoardo.
Edoardo, cazzo. Era innamorato di Edo.
"Perchè te conosco troppo bene, figurate se me davi retta." Il maggiore rispose prima di sospirare: era tutto finito, dovevano solo tornare a casa. Magari potevano dormire da lui, perchè sicuramente casa di Lauro era invasa da qualche spacciatore, ed era meglio evitare per quella sera.
Il minore si accigliò a quelle parole, e alzò la testa per guardare negli occhi dell'altro: "Te sbaji. Farei quarsiasi cosa me chiedessi, qualriasi cosa pe te. Andrei all'inferno pe’ te, Edoà, e niente pò cambià ‘sta cosa." Confessò piano, senza riuscire a guardare l'altro negli occhi. Quelle parole erano vere, sentite; parole che aveva soffocato per anni cercando di farsi piacere altre persone e fallendo mirabilmente perché nessuna era Edo, nessuna lo faceva sentire come solo lui poteva.
Se ne stava già pentendo, però.
"’o so che te pò sembrà assurdo e improvviso, e forse tu non senti la stessa cosa-"
Ma Edoardo gli prese il mento e lo interruppe: "Statte zitto." sussurrò prima di baciarlo di nuovo, questa volta cercando di godersi ogni istante, ogni sensazione: il sapore al gin tonic delle labbra di Lauro, e il modo in cui si stavano curvando in un sorriso incontrollabile, per poi approfondire quel bacio. E il più piccolo intrecciò le dita tra i capelli tinti di Edo, un appiglio alla sopravvivenza perchè il suo cuore stava per esplodere di sentimenti, di felicità.
Si separarono dopo un po’, e nessuno questa volta si era impegnato a contare i secondi, ma entrambi avevano desiderato che durasse per sempre.
Gli occhi verdi di Lauro sembravano quasi gialli sotto la debole luce di un lampione poco lontano, e i lineamenti di Edoardo sembravano quelli di una scultura.
Si alzarono in piedi dopo qualche minuto speso in silenzio, seduti a tenersi la mano. Si accesero una sigaretta, per cercare di zittire la botta emotiva e, probabilmente, anche il desiderio di rimanere lì fino all’alba.
Nessuno dei due si pose il problema di cosa sarebbe successo dopo nella loro relazione, era come se non ce ne fosse nemmeno bisogno. 
“Annamo a casa?” Domandò Lauro, finalmente calmo. C'era il suono di un sorriso nella sua voce, e ciò portò Edo a sorridere di rimando. 
Il maggiore prese un lungo tiro dalla sigaretta, imitato immediatamente dall’altro. “Daje, vieni da me?”
“Daje.” Lauro, ovviamente, fece l'occhiolino e si beccò una leggera gomitata nello sterno. Entrambi risero, e passarono il tragitto inverso a piedi, poi in autobus e infine in auto, ridendo e parlando tranquillamente del più e del meno, del futuro, di cosa avrebbero fatto con la loro musica, dell’album e mille progetti. 
Qualsiasi cosa fosse successa tra loro, non aveva fatto altro che unirli di più, e non serviva nemmeno parlarne con l’imbarazzo tipico di chi non sa bene come comportarsi dopo un evento simile.
Arrivati a casa, il divano rimase vuoto. Questa volta, al contrario delle precedenti, non servì proprio: dormivano nello stesso letto, stretti sicuramente, ma non per questo scomodi.
Tag list: taggherò la gente che ha commentato sotto i post dove parlavo di scrivere questa fic (ma alcuni non riuscivo a taggarli). Spero non vi dispiaccia!
@coralsin @shadowsofkpop @giulia-liddell @earthlingsander @waffleandcomics @irislvcia @marypapayagaya @slipperydevorak @kissesfromearth @lovegayships @beepbeepjesus @oopshiaddict @nalularry9194 @braiinz
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giulia-liddell · 5 years
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Il malvagio piano di Fiorello
Parole: 1609
No beta, we die like men
Fandom: Sanremo RPF (Non ci credo che ho davvero scritto questa cosa)
Ship: Amadello, side Bossille/Domille, mentioned Ferro e suo marito
Note autore: Doveva essere una drabble, è diventata una one-shot... Dal fondo del trash, vi prensento la fanfiction amadello ufficiale! Yay! Non ho idea di cosa ho scritto perché non ho riletto una parola... Potrebbe essere piena di errori e salti di logica, ma va beh... Godetevela in tutto il suo trash!
Fiorello si sta preparando nel suo camerino. Questa è l’ultima serata, la grande finale, l’epica conclusione del settantesimo festival di Sanremo e tutto è andato secondo i piani.
Fiorello sorride al suo riflesso nello specchio mentre si sistema la sua elegante e luccicante giacca. Gli mancherà un po’ indossare abiti così sfarzosi una volta finito il festival, ma al momento gli interessa solo quanto bene gli sta questa giacca e quanto renderà migliore la serata che sta per iniziare.
Qualcuno bussa alla porta «Signor Fiorello, tra cinque minuti sul palco!» annuncia un tecnico aprendo appena uno spiraglio per farsi sentire. «Certo, certo. Grazie.» risponde Fiorello e improvvisamente sente che gli tremano le mani. Era completamente calmo fino ad ora, ma adesso, con la realizzazione che la serata sta davvero per cominciare, l’agitazione ha cominciato a salire. «Ce la puoi fare. Sei uno showman. Sarà una passeggiata per te.» si dice guardandosi un’ultima volta allo specchio. «È andato tutto perfettamente secondo i piani fino ad adesso e così sarà anche stasera.»
L’Ariston è pronto per la finale, il palco sembra più luminoso che mai, file di vasi pieni di fiori decorano ogni angolo libero e Amadeus sta salutando il pubblico. Fiorello si incanta un momento a guardarlo e si lascia scappare un sorriso “Quella giacca è orrenda…” pensa “Ma minchia, gli sta da Dio…” e prima che possa ritornare del tutto alla realtà sente il suo segnale e deve correre sul palco per il suo sketch di apertura.
Fiorello sorride con il suo miglior sorriso da showman, ma è ancora disorientato e assorto nei suoi pensieri. Non riesce proprio a concentrarsi. Amadeus se ne deve essere accorto perché gli lancia un’occhiata un po’ preoccupata e poi cerca di coprirla con una battuta «Ah, niente costumi stasera?» chiede con quel sorriso a trentadue denti e Fiorello è abbastanza sicuro di aver visto una traccia di rossore sulle guance del suo Ama’. «Ah, no, no… Stasera dobbiamo essere molto seri, Amadeus. È la finale dopotutto, è importante, non c’è spazio per le sciocchezze.» risponde Fiorello facendo del suo meglio per rimanere serio fino alla fine. L’espressione confusa di Amadeus è abbastanza per confermargli che ci è riuscito. Amadeus si riprende e annuncia la prima esibizione prima di ritirarsi velocemente dietro le quinte insieme a Fiorello.
«Fiore, senti, tutto okay? Ti ho visto un po’… Troppo serio… Stai cercando di nascondermi qualcosa? Uno sketch particolare? Mi vuoi fare qualche scherzo?» chiede subito Amadeus con gli occhi pieni di preoccupazione e Fiorello deve fare del suo meglio per non mettersi subito a rassicurarlo. Si costringe a ricordarsi il suo piano e risponde con il tono più freddo possibile «Sono molto serio, Amadeus. Sei il conduttore, dovresti capire che questa è la serata in cui bisogna essere seri, o forse hai dimenticato come fare il tuo lavoro?» Amadeus resta senza parole e Fiorello pensa che forse ha esagerato, ma adesso è troppo tardi per tornare indietro, così decide di non aggiungere altro e si allontana.
Amadeus è un professionista, in fondo, e riesce ad affrontare il resto della serata senza farsi distrarre troppo dalle parole di Fiorello, ma lui lo osserva bene, lo conosce, sa che nel fondo della sua mente Amadeus ci ha rimuginato tutta la sera. Ma il conduttore continua a comportarsi come le altre sere: accoglie i suoi sketch con entusiasmo, ride ampiamente alle sue battute e continua a chiamarlo “ciurì”. Il cuore di Fiorello si scioglie ancora ogni volta, ma deve mantenere la sua apparenza seria e posata: non ricambia il soprannome, non ride tanto quanto le altre sere, si tiene sempre ad un passo o due di distanza e si comporta con la sua solita amichevolezza solo con gli ospiti e gli artisti. In particolare con Tiziano Ferro da il suo massimo: se qualcuno dovesse spiegare il significato di “gay” userebbe sicuramente qualche immagine di Fiorello e Tiziano in questa serata. Ogni limite che si può oltrepassare, Fiorello lo oltrepassa, ma sempre mantenendo le distanze da Amadeus.
Nel backstage Tiziano lo prende da parte per un attimo «Non stai esagerando un po’? Vic mi ha dato il permesso di aiutarti con il tuo folle piano, ma… Insomma, Fiore non credevo che arrivassi a tanto…» il cantante sembra genuinamente preoccupato e Fiorello è un po’ commosso «Tranquillo Tiziano, ho tutto sotto controllo e il bello deve ancora arrivare.» risponde lui sorridendo con aria di sfida, mentre Tiziano sgrana gli occhi «Oh no. Così mi spaventi sul serio, Fiore.» Fiorello ride «Beh, puoi dire a Vic che si divertirà molto…» Tiziano lo guarda male per un attimo «Rosario, Vic è in sala stasera, faccio un po’ fatica ad andare a parlargli, non credi?»
La serata continua a scorrere e Fiorello può vedere la confusione crescere sul volto di Amadeus di minuto in minuto. Si sente un po’ in colpa, ma solo un po’. Adesso sta per esserci l’ultima esibizione, quella di Achille Lauro, e l’attenzione di tutti è al massimo. Fiorello si affretta a raggiungere il giovane cantante nel backstage.
Achille sfoggia un meraviglioso costume da diavolo ispirato a quello di Elton John: ha davvero superato sé stesso stasera con la sua sfida a tutti i boomer di Sanremo, non solo un vestito provocante, non solo un vestito ispirato ad una grande icona LGBT, ma un vestito che richiama il Diavolo. Fiorello si sente fiero come un genitore. «Pronto, Fiorello?» chiede Achille mentre finisce di controllare il suo costume, Boss Dom è accanto a lui che lo aiuta. «Sono nato pronto, caro Achille. Vuoi due?» rilancia Fiorello e Boss Dom sorride compiaciuto «Stavamo aspettando questa occasione da quando siamo stati selezionati per il festival. Sarà epico.» Fiorello annuisce e sono tutti pronti per partire. Un attimo prima del loro segnare Achille da un bacio a Boss Dom «Dovresti risparmiarti per dopo.» lo prende in giro lui e Achille risponde a tono «Scusa, non potevo resistere.» Fiorello continua a sentirsi un genitore fiero, ma anche un po’ un terzo incomodo.
Ed ecco il momento decisivo. Achille viene chiamato sul palco e arriva accolto da scoscianti applausi. Il suo costume fa davvero effetto. Fiorello segue a ruota con una specie di vestito addosso e il pubblico è visibilmente confuso dalla sua presenza. La musica parte e Fiorello divide il microfono con Achille, dando tutto sé stesso. Ed ecco che al ritornello si toglie il vestito per rivelare la tutina semitrasparente da Freddie Mercury che Achille ha indossato la prima sera. Boss gli sorride e Achille gli si avvicina per mettergli il rossetto. Fiorello continua a cantare e a saltellare di qua e di là, il pubblico è sempre più confuso, ma non può evitare di essere anche entusiasta: è una performance meravigliosa. Purtroppo finisce quasi troppo presto. Le ultime note scompaiono e Fiorello si appoggia ad Achille esausto, ma con un sorriso soddisfatto. Il pubblico si alza in piedi per applaudire, Fiorello riesce a vedere che Vic, il marito di Tiziano, sta già ridendo come un matto. Adesso bisogna vedere se tutto si concluderà come previsto.
Amadeus torna sul palco confuso, estasiato e rosso come un peperone. Fiorello se la ride tra sé e sé. «Achille Lauro, signore e signori! E Rosario Fiorello! Wow! Eh… Non sapevo che questo sarebbe successo… Ma wow! Le sorprese della diretta, eh?» si avvicina ai due artisti e continua a lanciare occhiate a Fiorello che non muove un dito per rimettersi qualcosa addosso e coprire quella tutina. «Rosario… Rosario, ciurì, non mi avevi detto di questa cosa… Da quanto…? Non so neanche se vale come esibizione dato che hai cantato anche tu…» Amadeus è disorientato e non sa più cosa dire, lo ha pure chiamato per nome… Fiorello è un po’ intenerito. «Ma, Ama… L’esibizione non è finita.» risponde sorridendo come lo Stregatto. Il momento è arrivato. «Ah no?» Amadeus non riesce ad aggiungere altro per un momento «Che cosa c’è adesso?» aggiunge ancora incantato da Fiorello. Lui si avvicina, afferra il bavero del conduttore e lo bacia.
È uno di quei momenti in cui nessuno capisce cosa stia succedendo, c’è solo una gran confusione e un sussulto che coinvolge tutto il teatro, poi l’orchestra inizia a suonare una musica romantica. Se avessero detto ad Amadeus che l’ultima esibizione di Sanremo 2020 si sarebbe conclusa con Fiorello che se lo limona in mondovisione vestito da Freddie Mercury, non ci avrebbe mai creduto. Eppure eccolo qui, tra le braccia di Fiorello, del suo ciurì, con svariati segni di rossetto intorno alla bocca.
Quando Fiorello lo lascia andare sono entrambi senza fiato per un qualche momento «Fior… Fio… Fiore… Credev… Credevo che non mi sopportassi più… Insomma da come mi hai trattat…» Amadeus cerca di parlare, ma Fiorello lo interrompe con un altro bacio, molto più casto, che dura appena un secondo. Amadeus sa che dovrebbe condurre il dannato settantesimo festival di Sanremo in questo momento, ma per come Fiorello lo sta guardando, può andare tutto al diavolo: il festival, l’Ariston e la Rai. «Volevo farti ingelosire un po’… Per tastare il terreno vedere se avevo una chance… E stasera volevo sorprenderti… Quindi il miglior modo era tenerti lontano, farti credere che non ci fosse assolutamente niente, che le scorse serate fossero state solo show. Ma nemmeno io sono uno showman così bravo da fingere tutto quello: era davvero tutto per te, il vestito da Don Matteo, il vestito da De Filippi, la canzone che ho cantato ieri… E avevo detto di aver messo la tutina di Achille, no?»
I microfoni sono ancora accesi. Tutti hanno sentito tutto. Tutti hanno visto tutto. E adesso all’Ariston regna un silenzio di tomba. L’unica cosa che si sente è Vic, che continua a morire dal ridere.
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giulia-liddell · 5 years
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I have a list of prompts for the Sanremo RPF (I seriously just wrote that sentence) and I don't know in which order I should write them, so feel free to suggest what I should do first?
Amadello/Amarello (Amadeus x Fiorello)
- Oscars AU
- Bedsharing
-The one where Amadeus twerks (and I seriously wrote this sentence too)
Domille/Bossille (Achille Lauro x Boss Doms)
-Pride Parade
- Teachers AU (I don't know why, okay?)
Lamborketa/Kelettra (Elettra Lamborghini x Myss Keta)
-Fake Dating AU
-Secret Agents AU (which I have no idea how to write, but it sounds fun)
Also, feel free to request anything!
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giulia-liddell · 5 years
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Va tutto bene
Flash Fic per l’ultima serata di rewatch
Parole: 3953
No beta, we die like men
Fandom: Sanremo RPF
Ship: Amadello, mentioned Levodie, mentioned Anacore, mentioned Bossille, mentioned Lamborketa, mentioned Gabbanacci, mentioned Borgan, mentioned Vibrazioni (se non siete su Discord vi siete persi sviluppi importanti), mentioned Fasmann
Avvertimenti: uhm…., sdolcinatezze, brutti commenti della Pavone, utilizzo di “venti venti” (il male fisico che mi ha fatto scriverlo, non ne avete idea), Cristicchi, sviluppo confuso, possibilissimi errori grammaticali, troppi personaggi nessuno ha abbastanza spazio perdonatemi, Nigiotti è super chill
Note autore: la vostra autrice è un po’ stanchina e non ha riletto una sola parola di questa roba… Comunque! Sarebbe per il Cenone AU di Discord, ma dovrebbe essere abbastanza comprensibile per tutti. Un giorno con più tempo vorrei fare una versione più dettagliata (e magari approfondimenti per tutti i retroscena qui solo menzionati)… Ho deciso di chiamare Marco Sentieri “Blu” perché ci sono troppi “Marco” e perché temevo che nessuno associasse il nome alla sua faccia…
Amadeus corre da un punto all’altro della cucina per raccogliere tutti i piatti e le decorazioni che deve sistemare sul tavolo. Ha riempito la casa di candele colorate, di rametti di pungitopo e di stupidi pupazzetti a forma di renne ed elfi. È tutto molto ridicolo, ma ha un’aria natalizia, un’aria di calore e di famiglia e quello è lo spirito che Amedeo Sebastiani vuole per la sua casa. Non è il primo cenone di Natale della famiglia Sebastiani-Fiorello, anzi, però è quello che spera vada bene. Sarebbe la prima volta. Nonostante i disastri degli anni scorsi Amedeo ha grandi speranze per quest’anno. Ci sono tante cose positive. Lauro ed Edo si sono ufficialmente fidanzati e potranno discutere dei preparativi per il matrimonio; Levante ed Elodie vengono per la prima volta come coppia e da bravo zio non vede l’ora di vederle felici e contente; Tosca ha detto che porterà una persona speciale da presentare e magari sarà abbastanza per distrarre le zie e le nonne dal fare discorsi inappropriati… Ci sono tante cose positive, tutto andrà benissimo. Amadeus se la sente. Quest’anno non sarà come gli altri. Davvero. Il cenone di famiglia venti-venti sarà un successo.
Rosario gli passa accanto di fretta mentre lo aiuta a sistemare la tavola e gli dà un bacio veloce. «Aspetta!» esclama Amedeo di botto facendo arrestare d’improvviso suo marito «Che c’è?» chiede preoccupato Rosario guardandosi intorno per capire che cosa sia andato storto «Non mettere il vino a tavola!» risponde subito Amedeo teso come una corda di violino, sembra che stia pensando a qualcosa di orribile, come se mettere il vino sulla tavola equivalesse a lanciare una granata in casa. Rosario lo guarda confuso ed alza un sopracciglio per chiedere silenziosamente quale sia il problema. «Piero sarà uno dei primi ad arrivare…» spiega Amadeus con calma «Vuoi davvero che il vino sia la prima cosa che noti sulla tavola?» aggiunge subito ed uno sguardo di realizzazione spunta sulla faccia di Rosario. Ha improvvisamente dei flashback di una costosa bottiglia di Mille ed una Notte che si infrange contro il bellissimo quadro regalo di suo fratello Beppe, per poi far colare il prezioso liquido rosso sul muro bianco del salotto ed infine sul bel divano in microfibra, bianco anch’esso. Ricorda ancora quanto hanno penato per ripulire la parete e cambiare divano e scusarsi con suo fratello… Rosario fa il dietro-front più veloce della sua vita e va a riporre le bottiglie di vino al sicuro in cucina.
Quando ritorna abbraccia Amadeus da dietro appoggiando la testa sulla sua spalla «Allora, il cibo è tutto pronto per essere infornato… Il forno lo abbiamo scaldato… Ho preparato apposta i piatti vegetariani a parte, ho controllato che il vino possa stare nascosto almeno per qualche ora… Ho messo i piatti buoni al sicuro e sistemato la tavola con i set comprati dai cinesi… I dolci sono a posto nel frigo e ho controllato che ci sia spazio per tutto quello che porteranno gli altri…» elenca con calma mentre prende le mani di Ama tra le sue e le accarezza dolcemente. Amedeo annuisce in approvazione e butta la testa all’indietro appoggiandosi a Rosario «Mhhh…. Direi che è tutto… Aspetta. Il caffè?» chiede appena dopo aver riflettuto sulla checklist, Fiore sorride e si avvicina un po’ per dargli un bacio «Abbiamo abbastanza caffè per un esercito ed abbastanza caffettiere per due eserciti, quindi penso che ce la caveremo.» risponde prontamente Rosario facendo sorridere suo marito «Oh… Meno male… Grazie di tutto, Ciuri… Come farei senza di te?» sospira Amadeus «Te la caveresti lo stesso, ma saresti molto più iperattivo… e stressato… e probabilmente costantemente eccitato…» commenta Rosario beccandosi un buffetto sulle mani da parte di Amadeus «Ehi! È Natale, non è il caso di dire certe cose…» lo rimprovera, ma ottiene solo l’effetto di farlo ridacchiare «Non comportarti come se non fosse vero… E come se non avessi decisamente comprato qualcosa per questa notte…» aggiunge Rosario prima di scivolare via dalle braccia di Amadeus per correre a rispondere al campanello che ha appena suonato e per evitare gli attacchi di un molto offeso Ama.
Tra i primi ad arrivare ci sono Piero Pelù e Tosca, che è venuta in compagnia di una bellissima donna spagnola. «Ah che piacere conoscerti.» si presenta subito Amedeo «Sai che so un po’ di spagnolo?» aggiunge e subito Rosario gli appoggia le mani sulle spalle e scuote la testa «No, amore, non lo sai. Lascia perdere.» lo ferma prima che possa provare e fallire miseramente a parlare in spagnolo. «Comunque questa è Silvia.» interviene Tosca per placare gli animi, prima che succeda qualcosa. Sono passati solo dieci minuti, è un po’ presto per fare danni, perfino per i loro standard. Piero intanto entra tutto sorridente facendo sentire subito ai preoccupatissimi Rosario ed Amedeo che odora già di alcol. Altri scenari da guerra tornano in mente a tutti e due ed Ama si volta verso suo marito con uno sguardo pieno di panico, in una silenziosa richiesta di aiuto. Senza dire nulla lui si affretta a far accomodare Piero sul divano «Ti porto dell’acqua, okay?» gli dice prima di recuperare un bicchiere dal suo posto tavola, perché ovviamente Amadeus si è curato di sistemare la tavola addirittura con dei segna posto. «Acqua? Ma che acqua? È una festa!» esclama Pelù di rimando, ma Rosario gli forza un bicchiere d’acqua tra le mani «Acqua. Fidati che è meglio.» gli dice. E così hanno sistemato i primi ospiti. Non sta andando tanto male. Possono davvero farcela quest’anno.
All’arrivo della mandria di cugini e nipoti sono meno sicuri di potercela fare. Il caos inizia a manifestarsi. È ancora caos positivo, per carità. Sono tutti allegri e salutano con entusiasmo gli altri. I Pinguini in particolare. Riccardo sta saltellando da una parte all’altra della sala per distribuire baci a tutti i cugini, mentre Elio dispensa abbracci da orso in giro. Amadeus si sente felice a vederli tutti così pieni di energia e decide di chiedere subito tutte le novità che può ai pinguini prima che ci sia troppa confusione. Intanto accoglie Levante ed Elodie, appena arrivate ed esprime tutta la sua felicità per la loro nuova relazione aggiungendo un “Se Antonio vi dà fastidio, ditemelo mi raccomando” e quando si dice “parlando del diavolo” … Antonio Diodato viene fatto entrare proprio in quel momento da Fiore e la prima cosa che fa è lanciare un’occhiataccia alle due donne che si tengono per mano. Amadeus fa per andare nella sua direzione, ma Levante lo ferma «Non ti preoccupare, zio… Che si rovini la serata da solo.» gli dice con un sorriso ed Amadeus rimane di stucco «Mi hai chiamato zio… Ehm, volevo dire… Sicura Claudia?» chiede confuso appoggiando una mano sulla sua spalla «Sicurissima. E certo che ti ho chiamato zio, hai sposato o no zio Rosario? Sì. Quindi sei uno zio anche tu.» risponde con naturalezza sorridendo ancora ed Elodie si lascia scappare una risatina mentre accarezza le spalle dello zio per consolarlo. Amedeo si volta verso di lei con gli occhi spalancati «Oh, sono così felice per tutte e due. È proprio una ragazza d’oro, non fartela scappare, tesoro.» dice ad Elodie, forse con un accenno di lacrime che gli riempiono gli occhi. Elodie gli dà un bacio sulla guancia e poi guarda Levante con una gli occhi pieni di adorazione «Non ti preoccupare zio Ama, non me la faccio assolutamente scappare.». Rosario li raggiunge dopo aver sistemato il cappotto di Antonio in un’altra stanza e sorride alle due donne facendo loro i suoi complimenti, poi guarda Amedeo e si accorge della sua faccia stravolta «Cosa gli avete detto?» chiede mentre gli accarezza la schiena ed Elodie ride ancora «Claudia lo ha chiamato zio.» spiega e Rosario strabuzza gli occhi «Claudia, non puoi fare così… Me lo vuoi far sciogliere prima ancora che la serata inizi? Poverino…» dice scherzoso facendo ridere Levante prima che si allontani con la sua ragazza. «Sicuro di arrivare a fine serata? Tra poco arrivano Lauro ed Edo… Avranno degli anelli di fidanzamento… Riuscirai a non piangere?» chiede sottovoce Rosario al marito «Non ti posso promettere niente, Ciuri… Ma ci proverò…» risponde piano.
Le zie e i nonni arrivano in elegante ritardo e con l’aria già scocciata. Tutti vengono sommersi da una serie di “c’era davvero troppo traffico, non si può fare così.”, “ah, bello Antonio, come va?”, “Ma Lauro ed il suo amico sono già arrivati?”, “Certo Claudia che farti scappare uno come Antonio, come hai fatto?” e addirittura “Ah nessuno ha invitato quel delinquente con i capelli rosa, vero?”. Alcuni si guardano intorno preoccupati, ma tirano un sospiro di sollievo quando notano che Anastasio non è ancora arrivato. Amadeus resta pietrificato, mentre Fiore si affretta a raccogliere i cappotti di tutti e a rispondere a denti stretti con «No, Lauro ed il suo fidanzato non sono ancora qui. Antonio va sempre bene, informatevi anche sugli altri nipoti una volta tanto. Claudia non si è fatta scappare Antonio, anzi è il contrario e lei ed Elodie sono molto felici insieme, comunque. Zia Rita non provare mai più a parlare in quel modo di amici di famiglia come Ghali o di qualsiasi altra persona in generale.». Si allontana con i cappotti prima che qualcuno possa replicare. Intanto nonno Tricheco e nonno Beppe salutano tutti e fanno i loro auguri.
I prossimi ad arrivare sono Edo e Lauro che sorridono allegri mentre dispensano auguri ed aggiungo i loro regali alla montagna che si è creata nella camera degli ospiti. Rosario cerca di non scoppiare a ridere quando Lauro fa vedere gli anelli agli altri ed Amedeo rischia davvero di piangere. Tutti li riempiono di congratulazioni finché la nonna Marina si mette in mezzo «Ah che bello, quindi diventate coinquilini adesso?» commenta e quasi tutti i cugini si voltano a fissarla, Lauro diventa improvvisamente serio ed Edoardo ha la faccia di uno che vuole andarsene ancora prima che cominci la festa «Nonna, convivo con Edo da anni. La novità è che ci stiamo per sposare.» spiega Lauro con voce piatta, mostrando l’anello per sottolineare le sue parole. «Quindi finalmente avete trovato delle ragazze e non ce lo avete detto?» continua la nonna ed Edo deve allontanare Lauro di forza prima che attacchi una sua stessa parente. «Lo so, Lauro, lo so. Non importa. È Natale. Lascia correre. Fregatene.» gli ripete come una cantilena mentre Riccardo salta in mezzo alla sala per sviare il discorso su altri argomenti. I suoi sforzi hanno un discreto successo ed Amadeus riesce a tirare un sospiro di sollievo mentre si ritira in cucina con Rosario.
«Oddio. Ce la faremo? Ti prego Ciuri, dimmi che ce la faremo.» mormora Amadeus mentre appoggia la testa contro il petto del marito che gli accarezza la testa «Certo, certo… Mancano ancora Junior, Anastasio e Rancore, però…» commenta e subito Ama emette un verso strozzato pensando alle prospettive di discussioni e piatti che volano «Ma, dai ce la faremo. E poi tra poco arrivano Enrico e Giordana! E Tiziano e Vic! Loro sono tranquilli.» si affretta a dire Rosario nel tentativo di ritirargli su il morale. Amadeus si rimette dritto «Sì… Sì… Sta procedendo tutto bene. Non è ancora stato rotto nulla. Piero non ha ancora iniziato a bere, se non contiamo il mezzo litro di whiskey che si è scolato prima di arrivare. Le zie sono state insolitamente tranquille, per adesso. Lo zio Zucchero è relativamente calmo. Elettra se ne sta tranquilla al telefono e va bene… Sta parlando con Keta?» inizia a dire sempre più agitato Amedeo. Rosario gli si piazza davanti e gli stringe le spalle «Okay. Fai un bel respiro. Sì, sta andando tutto bene. La casa è ancora intera. Io sono qui con te e ti amo. E sono abbastanza certo che Elettra stia parlando con Keta, non posso biasimarla, lei è a casa Savino con la sua famiglia…» risponde Fiore ed Amedeo sospira «Oh. A casa Savino? Che bello. Sai che non hanno mai rotto un piatto a casa Savino? E poi nonno Vincenzo non si mette a litigare con nessuno e Arisa e Simone sono proprio buonissimi e gli amici di Tecla e Leo sono tutti adorabili… Non che i nostri nipoti e cugini non siano adorabili, vorrei solo che potessero stare un po’ più sereni…» dice Amadeus a bassa voce e Rosario si lascia scappare una risatina «Sereni? Loro lo sono già… Tutti loro… Non vedi che differenza c’è tra le loro generazioni e la nostra o quella di Tiziano e Vic? Loro sono aperti già da così giovani e non hanno paura di doversi difendere da nessuno… Perfino dalla loro famiglia… Ma ce lo vedi me da giovane che vado contro ai miei nonni? Che gli dico che sbagliano? Che li critico per i loro pensieri politici o perché sono bigotti? Noi non le facevamo queste cose… Diamine a me e te quanti anni ci sono voluti per arrivare dove siamo adesso? E invece Edo e Lauro? Hanno la metà dei nostri anni e già un anello al dito… Davvero li ammiro tanto. Noi abbiamo perso tempo, ci siamo fatti frenare dalle nostre paure. Perfino Francesco che ha sempre fatto il ribelle e in teoria non doveva preoccuparsi della disapprovazione di nessuno ci ha messo così tanti ad ammettere anche solo a sé stesso la sua identità, ed è vero che adesso è più felice che mai ed è sempre bello vedere lui ed i suoi fidanzati ai vari pride, però non pensi mai a quante parate in più si sarebbero potuti godere se fossero stati coraggiosi, intraprendenti e sì, anche incazzati, come le nuove generazioni?» Rosario parla seriamente, lasciando che il peso delle parole che sta dicendo abbia lentamente effetto su Amedeo, che annuisce lentamente «Sì… Hai ragione… I nostri giovani sono forti così… Ma non sto tanto a dispiacermi per il tempo perso: sono grato di starne avendo adesso, di aver trovato quel coraggio e quella forza che mi mancavano. Di aver trovato te. Di avere questo anello al dito e stare in questa casa… Adesso ti posso chiamare “amore” quanto mi pare e mi basta questo.» risponde Amedeo con la stessa serietà mentre abbozza un sorriso. Fiore non trova le parole giuste per rispondere, quindi si limita a baciarlo sorridendo sulle sue labbra. Baciare suo marito. Che bella cosa da pensare. Non si stancherà mai di farlo, anche se sono passati anni.
Zio Bugo e Morgan per qualche coincidenza astrale arrivano quasi contemporaneamente e si mantengono a distanza come al solito, buttando qualche occhiata solo quando l’altro non sta guardando. Enrico e Giordana arrivano pieni di regali e con i maglioni coordinati e subito Enrico corre in cucina per dare una mano a star dietro alle varie portate. Junior, Rancore ed Anastasio arrivano in grande stile e vestiti monocromatici. Riccardo gli corre incontro per salutarli e poi urla complimenti per il completo di Anastasio, che vengono accettati con un po’ di timidezza, mentre cerca di consegnare ad Enrico i pandori che ha portato. Subito dopo fanno il loro ingresso Tiziano e Vic che salutano calorosamente tutti i quanti e lanciano qualche occhiata di compatimento ad Amadeus. Infine si presentano Francesco e Paolo, sorridenti come sempre e Irene con già una sigaretta in mano che Fiore le fa subito buttare via prima che venga notata da Amedeo. Ci sono tutti. E tutto sta andando bene. Riescono a stringersi intorno alla tavola ed iniziare a mangiare. Qualcuno fa battute, qualcuno ride, Morgan e Piero finiscono quasi una bottiglia a testa di vino e la zia Rita inizia a spararle sempre più grosse. Hanno un ben accetto momento di distrazione quando Simone passa per salutare tutti. Nessuno riesce a ricordarsi di averlo fatto entrare, ma sono contenti di poter scambiare gli auguri con lui, almeno finché non chiede «Ma Michele?» e l’unico a rispondere è lo zio Bugo «Anche io mi stavo chiedendo quando sarebbe arrivato… Lo avete sentito?» si aggrega voltandosi verso Amedeo e Rosario per chiedere a loro. I due padroni di casa restano un attimo immobili «So che Francesco ed i suoi ragazzi sono in ritardo, ci hanno detto che arriveranno dopo cena… Ehm… Ama?» chiede stordito Rosario voltandosi verso il marito che cerca di balbettare una risposta «Zar-Zarrillo… Non lo abbiamo invitato…» riesce a sussurrare e mezza tavolata scoppia a ridere mentre l’orrore della realizzazione si fissa sulla faccia di Ama. Bugo resta un attimo interdetto e si volta verso Simone per cercare comprensione, lui gli poggia una mano sulla spalla e sorride «Non ti preoccupare Cristian, a casa Savino possiamo sempre aggiungere un posto a tavola.» gli dice facendo un occhiolino e poi se ne va. Nessuno lo ha visto uscire dalla porta, ma Riccardo tira su la testa dal telefono e sussurra ad Elio «Eugenio mi ha detto che è a casa Savino adesso… Come cavolo…?» commenta ma Elio riesce solo a fare un’alzata di spalle e subito nessuno ci pensa più.
Anastasio in una pausa tra una portata e l’altra tira fuori il telefono per scambiare qualche messaggio con Leo e i cugini lo guardano di nascosto trattenendo sorrisi quando lo vedono arrossire leggermente. Solo Tarek non sorride come gli altri. Junior sta per dire qualcosa in merito e potrebbe diventare un momento molto carino, ma la zia Rita decide di parlare «Oh, Marco. Che asociale che sei, tirare fuori quell’aggeggio mentre mangiamo…» commenta con voce acida «Ma non stiamo mang-» cerca di ribattere Anastasio, subito interrotto «Ribatti pure? Sei proprio un maleducato. Certo, c’è da aspettarselo perché sei un giovane di oggi… Non combinate mai nulla, non sapete mai cosa votare, non sapete più fare i cambiamenti quelli veri… Siete tutti lobotomizzati e seguite solo i media come delle pecorelle…» più la zia va avanti a parlare più Anastasio stringe i pugni e Rancore lo guarda preoccupato. Amedeo, Rosario, Tiziano e Vic restano pietrificati, mentre tutti i cugini si sporgono in avanti seguendo la conversazione con attenzione. Tarek si avvicina leggermente ad Anastasio per sussurrargli nell’orecchio «Marco, lascia perdere… Non ne vale la pena…» Anastasio sembra rilassarsi per attimo quando sente la voce di Rancore, ma la zia ritorna all’attacco «Visto, vi parlate pure nell’orecchio. Dei veri maleducati. Non si parla male della gente di fronte a loro, lo sapete vero? Oppure stavate parlando di quelle cose vostre da delinquenti? Eh?» Tarek alza le mani in segno di resa e si allontana leggermente per fare spazio ad Anastasio «Scherzavo, fai pure.» dice e subito iniziano a volare piatti. Junior assiste Anastasio lanciando posate come se fossero freccette mentre i cugini riprendono tutto e li incitano. Amadeus si sente morire e Fiore gli accarezza la schiena in un vano tentativo di consolarlo.
Enrico arriva dalla cucina con dei piatti nuovi e le prossime portare e gli animi sembrano essersi calmati un po’, finche zio Piero non si alza e tira fuori degli strumenti musicali da chissà dove per mettersi a cantare «Piero, stiamo ancora mangiando…» prova a fermarlo Amadeus, ma è tutto inutile. Tutti rompono le righe: solo la metà della gente rimane a tavola, mentre gli altri si alzano o si vanno a sedere in salotto per cantare con zio Piero. Dopo qualche minuto Rosario ha in mano un tamburello e sta tenendo il tempo mentre canta a squarciagola con Piero. Amedeo sospira. Vorrebbe incazzarsi con Rosario, perché lo dovrebbe aiutare a mantenere l’ordine non a crearne altro, però non ci riesce davvero. È così contento. Come può incazzarsi con uno così contento? Enrico intanto continua a sistemare la tavola e a raccogliere i cocci dei piatti che sono sparsi per terra, occasionalmente aiutato da Giordana.
Amedeo si sposta in salotto per osservare gli altri che cantano ed è almeno rincuorato dal vedere Francesco e Paolo che stanno facendo un duetto, sorridendo come sempre. Ah i loro sorrisi sono una garanzia. Gli ricordano che nonostante i disastri è bello avere tutti lì. Anche se Lauro e Junior devono lanciare insulti ad Antonio perché sta trattando male Levante ed Elodie; anche se Anastasio finisce per incazzarsi sempre, a ragione, con la zia Rita; anche se Zio Zucchero e zio Pelù seminano il caos per tutta la casa, è sempre bello avere tutta la famiglia. Tutta la loro famiglia, lì con loro. Proprio mentre si sta facendo intenerire da questo pensiero vede Bugo che si allontana di fretta seguito lentamente da un confuso Morgan. «Oh, no.» si lascia sfuggire mentre si avvicina per capire cosa sia successo «Marco? Cosa c’è? Dov’è andato Cristian?» chiede preoccupato subito raggiunto da Rosario che decide poi di andare dietro a Bugo. «Io, non lo so… Stavamo parlando e…» Morgan è chiaramente confuso e da quello che Amadeus può sentire anche leggermente alticcio. Dal corridoio arriva la voce di Fiore che strilla «Si è chiuso in bagno! Ma sta male?» e subito Morgan si sposta verso il bagno «Ci penso io!» esclama non troppo convinto andando a prendere il posto del padrone di casa davanti alla porta del bagno. “Nessun bisogno di andare nel panico” si dice Amadeus “Ci pensa Morgan.” continua “CI PENSA MORGAN. OKAY TUTTO IL BISOGNO DI ANDARE NEL PANICO.” Amadeus strabuzza gli occhi e sente il cuore che gli batte più veloce, ma subito Rosario lo abbraccia da dietro «Ehi, ehi, ehi… No, niente panico, niente panico. Marco non è la persona più affidabile, vero, ma magari è la volta buona che risolvono qualcosa, no? Pensa a rilassarti… Bevi qualcosa…» cerca di distrarlo ed Amedeo lascia andare la tensione «Lo sai che non bevo, Ciuri.» risponde con un sorriso «Mangia uno dei biscotti di Enrico allora, sono come una droga, immagino che avranno gli stessi effetti calmanti…» scherza lasciando un bacio sul suo collo. «Oppure puoi venire di la a cantare con me, ti potrebbe aiutare a rilassarti… O non sono più il tuo Lexotan?» aggiunge con un sorriso. Amedeo si volta lo bacia intensamente «Certo che sei ancora il mio Lexotan.» gli sussurra sorridendo.
Così i due padroni di casa si spostano in salotto ed invitano Raphael a suonare qualcosa al piano per loro. Cantano un duetto, poi cantano con i loro nipoti e sorridono tutto il tempo. E per un po’ la preoccupazione ed i dubbi per Morgan e Bugo abbandonano la testa di Amadeus. Solo per un po’. Intanto iniziano una lunga cerimonia di apertura dei regali intervallata da pause caffè e dolci, che vengono gentilmente serviti da Enrico insieme ad ampi sorrisi. Per un momento sono una famiglia serena. Poi le nonne cominciano a litigare sulla Famosa Questione ed Amadeus perde di nuovo le speranze. In tutto questo Anastasio scatta in piedi all’improvviso lanciando un esulto da stadio e tutti si voltano verso di lui preoccupati «GRANDE LEO! CE L’HA FATTA! CON FASMA, CE L’HA FATTA! IL PIANO DEL VISCHIO DI TECLA E BLU HA FUNZIONATO!» grida sorridendo tutto contento. Amadeus vede il broncio sparire dal volto di Tarek per essere sostituito da uno sguardo soddisfatto e scambia un’occhiata compiaciuta con Rosario dall’altra parte della stanza. Poi la loro attenzione viene catturata da Morgan e Bugo che ritornano in salotto non esattamente tenendosi per mano, soltanto mantenendo appena un contatto con le punte delle dita, e cercando di nascondere dei piccoli sorrisi. Per la prima volta dopo chissà quanti anni si siedono vicini ed Amadeus sente che tutto va bene. Anche se dovessero volare altri piatti, anche se dovessero piombare in casa i vicini, anche se dovessero spuntare altri litigi, anche se Piero trovasse qualche bottiglia da lanciare, Amedeo Sebastiani sa che va tutto bene. Tutto sommato può dire che il cenone venti venti è stato un successo e l’unica cosa che gli manca per completarlo è festeggiare con suo marito una volta che gli ospiti se ne saranno andati.
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giulia-liddell · 5 years
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Dovrei smettere di postare roba su Sanremo e risparmiarmi i post per gli Oscar... Però se mi tengo buoni 150 post dovrei essere a cavallo fino al prossimo reset
Detto questo, con i post che ho deciso di permettermi di sprecare, qualcuno è interessato se posto un paio di fic?
(devo decidere ancora bene su chi e su cosa, ma ho voglia di scrivere, ho promesso di fare qualcosa su domille/bossille e magari kelettra/lamborketa e non voglio abbandonare il tag amadello, quindi qualcosa mi farò venire in mente)
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giulia-liddell · 5 years
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Idea for a new fic:
Fabio and Alessio, the desperate techies, discuss everything that went down at the Sanremo Festival on and off stage, over several beers
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giulia-liddell · 5 years
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There's a problem: ao3 has decided to hate me apparently and it crashes every time I try to create the famous Sanremo RPF fic exchange...
Anyone with an ao3 account wants to step in and save this marvellous idea?
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giulia-liddell · 5 years
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Visto che ho sentito persone simpaticissime berciare che la ship Bossille non è fattibile perché Boss è fidanzato con una figlia e pare che anche Achille sia impegnato, please consider: polyamorous relationship in cui la piccola Mina viene cresciuta da quattro genitori tra cui due flamboyant bisexuals e una donna in carriera con una furiosa top energy- Ok ora posso pure svanire *vola via*
Di solito quando scrivo (o leggo) delle fic su ship varie (rpf e non) preferisco non considerare le coppie canoniche/reali... Come se non esistessero proprio in alcuna forma
Ma come idea per un prompt non è per niente male, quindi la accetto
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habithatcantbreak · 5 years
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Chapters: 1/1
Fandom: Festival di Sanremo RPF
Rating: Explicit
Warnings: Creator Chose Not To Use Archive Warnings
Relationships: Achille Lauro/Boss Doms
Characters: Achille Lauro | Lauro De Marinis, Boss Doms | Edoardo Manozzi
Additional Tags: Festival di Sanremo, Plot What Plot/Porn Without Plot, Porn With Plot, Porn with Feelings, Friendship/Love
Summary: Pechino Express, Filippine. “Erano così vicini adesso che poteva sentire il respiro di Edoardo sulle sue labbra, iniziava già a pregustare il suo sapore. Voleva baciarlo, così tanto, che non si rese conto, per un primo momento, che il più grande aveva posato le sue soffici labbra sulle sue.”
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habithatcantbreak · 5 years
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Achille Lauro & Boss Doms FanFiction
[writes in Italian]
1. Stelline | AchilleLauroXBossDoms, by merywritesthings
2. Ardeo Invidia | Achille LauroXBossDoms, by sunshinebipolarmind
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