Tumgik
#e con questo è arrivato il momento di passare alla prossima ossessione
useless-rambling · 9 months
Text
che poi, pur accantonando i simuel, se il pubblico target non fosse stato quel che è manuel avrebbe comunque dovuto avere (anche) un love interest maschile
(la confusione nel non capire cosa prova per il proprio migliore amico; avere le prime esperienze con lo stesso sesso con detto migliore amico, ma realizzare di non provare niente di più profondo della pura attrazione fisica; cercare, quindi, di risanare il rapporto platonico preesistente e contemporaneamente tirare un sospiro di sollievo davanti a ciò che si convince sia l'eccezione alla regola, il caso isolato che non si ripeterà mai più; fare la conoscenza, intanto, di una nuova compagna di classe da cui è immediatamente attratto, cementificando l'idea di essere assolutamente etero -- solamente per essere sorpreso dalla vita ancora una volta in seguito all'incontro con un ragazzo che non solo - fatica ad ammetterlo - lo attrae, ma la cui presenza gli manda il cervello in panne, il cuore in subbuglio e gli fa contorcere lo stomaco -- sono queste le famose farfalle?; farsi coraggio e parlarne con simone, con cui hanno riallacciato pienamente i rapporti e che non lo giudicherebbe mai, ponendo così le basi per quel rapporto fraterno - consolidatosi, purtroppo, off screen - millantato dagli sceneggiatori; parlarne anche con sua sorella, che ha dei modi bruschi ma che lo adora; ricevere le rassicurazioni di cui ha bisogno, smettendo di avere paura e accettando - finalmente - se stesso >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> sequestro di minore).
9 notes · View notes
Text
Il lavoro dei tuoi sogni (?)
Questa storia partecipa al COWT di Lande di Fandom. Settimana: terza Missione: M3 Prompt: Teatro + Ossessione + “Stop texting me weird stuff so late at night” N° Parole: 983
--------------------------------------------
Calvin aveva sempre sognato di entrare nel mondo del teatro. Quel luogo così magico ai suoi occhi, permeato di luci, colori e costumi spesso meravigliosi che si fondevano insieme per creare qualcosa che andava ben oltre la realtà. Era proprio per questo che, quando nel teatro della sua città si era reso disponibile un posto da stagista, lui si era presentato e aveva fatto di tutto per farsi assumere. Certo, i suoi compiti come novellino della compagnia si erano rivelati i più disparati e, nemmeno a dirlo, i meno interessanti. Porta il caffè, stampa i copioni, prepara i camerini, controlla che ci siano tutti i costumi di scena, e insomma gli unici ruoli che fino ad ora gli erano stati assegnati sul palco erano stati quelli di comparsa o elemento di sfondo: per capirsi, doveva interpretare un albero oppure il semplice passante che attraversava il palco insieme ad un gruppo di altre persone per “fare ambiente” e rendere la scena più dinamica. Non che se ne fosse mai lamentato, ovviamente, anche perché il suo timore che una lamentela di troppo avrebbe potuto allontanarlo per sempre dal palco era davvero troppo grande.
Ma finalmente dopo quasi sei mesi sembrava arrivato il suo momento per farsi notare. Eccezionalmente, per la rappresentazione di un’opera molto in voga al momento nel paese, la compagnia era riuscita ad ingaggiare per due spettacoli Conor Frink, uno dei migliori artisti in circolazione di quegli anni, qualcuno che avrebbe attirato frotte di spettatori da tutti gli angoli ansiosi di vederlo interpretare il difficile ed emozionante ruolo del protagonista. E, a coronare quel meraviglioso evento, Calvin era stato assegnato nientedimeno a Conor come suo assistente personale. Questo significava passare tutto il tempo con lui, assicurandosi che avesse sempre ciò che desiderava, che si sentisse a suo agio e che fosse sempre nello stato mentale più adatto per svolgere le prove ed arrivare al massimo della forma alla prima. Quello che il ragazzo aveva imparato fino ad ora, però, era che Conor da brava star aveva un pessimo carattere e delle ossessioni alquanto particolari. E che non ricordava quasi mai il suo nome. Era un ragazzo alto e affascinante, poco meno che trentenne, dal fisico asciutto ma non imponente, con corti capelli castani e profondi occhi nocciola che, pur non avendo dalla loro parte un colore memorabile, sapevano comunque ammaliare chi si trovava ad osservarli. Passava la maggior parte del tempo con il naso nel copione, snocciolando richieste a destra e a manca a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il suo camerino doveva essere immacolato e disinfettato, con meno oggetti possibili all’interno, perché il rischio che si potesse accumulare la polvere – e quindi batteri – era troppo elevato, ed i suoi delicati polmoni non dovevano subire nessuno stress, sia mai che potesse contrarre una brutta tosse o il mal di gola prima di uno spettacolo. Tutte le mattine prendeva un cappuccino tiepido decaffeinato con schiuma di latte di soia e non accettava nessun altro tipo di bevanda, desiderava la luce ad un’intensità particolare sul palco per far risaltare al meglio i suoi lineamenti e la luminosità della sua pelle, insomma per il sempre più demoralizzato Calvin non sembrava esserci un attimo di respiro.
A due giorni dalla messa in scena ufficiale dello spettacolo però, il sempre più esigente Conor iniziò a manifestare una nuova e bizzarra ossessione: gli hot-dog. Ne ingurgitava una quantità impressionante, a qualunque ora del giorno, a pranzo e cena, come spuntino, insomma praticamente si nutriva solo di quelli. Secondo la sua opinione, si trattava di una dieta “energetica” che intraprendeva sempre poco prima di uno spettacolo importante, dato che quell’eccesso di calorie, a suo dire, lo mantenevano attivo e vigile. Calvin non ne era esattamente convinto, ma non era di certo nessuno per contraddirlo e per sindacare le abitudini alimentari altrui. Certo, questo fino alla notte prima dello spettacolo. Erano le tre del mattino, il ragazzo dormiva beatamente nel suo morbido letto a una piazza e mezza posto al centro del suo minuscolo monolocale, quando il display del suo cellulare si illuminò ed il driiiin di un messaggio in arrivo lo fece svegliare di soprassalto.
Chi diamine è?! «Ciao Malvin, sono rimasto fino a tardi a teatro per provare, ma ho una tremenda voglia di wurstel, sei pregato di raggiungermi al più presto!» EH? «Conor, non ti sembra un po’ tardi per provare ancora? Dovresti riposarti, invece di scrivermi cose strane. Ah, e mi chiamo Calvin» «Devo finire le ultime battute. Dai, ti prego, solo tu puoi soddisfare il mio bisogno!» «Ma non puoi farlo da solo?» «Come faccio a fare da solo? Mi serve un’altra persona che mi porti la mia dose di wurstel. Tu sei il mio stagista, quindi tocca a te» Se non sapessi di cosa sta parlando, questa conversazione sarebbe imbarazzante «Va bene, va bene. Il solito con senape e formaggio? Certo, magari la prossima volta potresti scrivere in maniera meno equivoca, cosa sarebbe successo se lo avesse letto una ragazza?» «Vuoi davvero farmi credere che ne hai una? HAHAHA. Si il solito, ti aspetto qui!»
Calvin appoggiò nuovamente il telefono sul comodino e roteò gli occhi, insomma davvero quel tipo voleva un dannato hot-dog alle tre del mattino, e doveva essere lui a portarglielo?! Si tirò fuori a fatica da sotto le coperte, infilò le pantofole e iniziò ad aggirarsi per la stanza in cerca di un paio di pantaloni e caso e una maglia pulita, giusto per non dover andare in giro in pigiama. Sapeva che con tutta probabilità non sarebbe tornato a casa in fretta, quindi tanto valeva vestirsi decentemente. Prese le chiavi, si avviò verso la porta e, poco prima di uscire, si voltò a guardare il suo letto caldo che se ne stava solitario e vuoto al centro della stanza. Se dopo questi spettacoli non mi danno per lo meno una piccola promozione, li faccio tutti secchi.
0 notes