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#elio vittorini
garadinervi · 11 months
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Ernest Hemingway, with Natalia Ginzburg, Italo Calvino, and Giulio Einaudi, to Elio Vittorini [October 1, 1948] [Archivio Elio Vittorini, Centro Apice, Università degli Studi di Milano, Milano]
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canesenzafissadimora · 2 months
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Io so che cosa vuol dire un uomo senza una donna, credere in una, essere di una, eppure non averla, passare anche anni senza che tu sia uomo con una donna, e allora prenderne una che non è la tua ed ecco, in una camera d'albergo avere, invece dell'amore, il suo deserto.
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onenakedfarmer · 3 months
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SICILIA! 20th Anniversary Restoration Danièle Huillet and Jean-Marie Straub Italy-France, 1999
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hosgeldinhuzun · 2 years
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İnsan hikâyesini anlatmaya başladı mı ,
sonunu da getirmeli,
hem hikâyesini anlatmakla gerçeğe
varır insan.
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tuportamiviareturn · 2 months
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La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio.
Elio Vittorini (Siracusa, 23 luglio 1908 – Milano, 12 febbraio 1966)
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liviaserpieri · 1 year
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Nome e lagrime
Io scrivevo sulla ghiaia del giardino e già era buio da un pezzo con le luci accese a tutte le finestre. Passò il guardiano. ≪Che scrivete?≫ mi chiese. ≪Una parola≫ risposi. Egli si chinò a guardare, ma non vide. ≪Che parola è?≫ chiese di nuovo. ≪Bene≫ dissi io. ≪È un nome.≫ Egli agitò le sue chiavi. ≪Niente viva? Niente abbasso?≫ ≪Oh no!≫ io esclamai. E risi anche. ≪È un nome di persona≫ dissi. ≪Di una persona che aspettate?≫ egli chiese. ≪Sì≫ io risposi. ≪L’aspetto.≫ Il guardiano allora si allontanò, e io ripresi a scrivere. Scrissi e incontrai la terra sotto la ghiaia, e scavai, e scrissi, e la notte fu più nera.
Ritornò il guardiano. ≪Ancora scrivete?≫ disse. ≪Sì≫ dissi io. ≪Ho scritto un altro poco.≫ ≪Che altro avete scritto?≫ egli chiese. ≪Niente d’altro≫ io risposi. ≪Nient’altro che quella parola.≫ ≪Come?≫ il guardiano gridò. ≪Nient’altro che quel nome?≫ E di nuovo agitò le sue chiavi, accese la sua lanterna per guardare. ≪Vedo≫ disse. ≪Non è altro che quel nome.≫ Alzò la lanterna e mi guardò in faccia. ≪L’ho scritto più profondo≫ spiegai io. ≪Ah così?≫ egli disse a questo. ≪Se volete continuare vi do una zappa.≫ ≪Datemela≫ risposi io. II guardiano mi diede la zappa, poi di nuovo si allontanò, e con la zappaio scavai e scrissi il nome sino a molto profondo nella terra. L’avrei scritto, invero, sino al carbone e al ferro, sino ai più segreti metalli che sono nomi antichi. Ma il guardiano tornò ancora una volta e disse: ≪Ora dovete andarvene. Qui si chiude≫.
Io uscii dalle fosse del nome. ≪Va bene≫ risposi. Posai la zappa, e mi asciugai la fronte, guardai la città intorno a me, di là dagli alberi oscuri. ≪Va bene≫ dissi. ≪Va bene.≫ Il guardiano sogghignò. ≪Non è venuta, eh?≫ ≪Non è venuta≫ dissi io. Ma subito dopo chiesi: ≪Chi non è venuta?≫ II guardiano alzò lì sua lanterna a guardarmi in faccia come prima. ≪La persona che aspettavate≫ disse. ≪Sì≫ dissi io ≪non è venuta.≫ Ma, di nuovo, subito dopo, chiesi: ≪Quale persona?≫ ≪Diamine!≫ il guardiano disse. ≪La persona del nome.≫ E agitò la sua lanterna, agitò le sue chiavi, soggiunse: ≪Se volete aspettare ancora un poco, non fate complimenti.≫ ≪Non è questo che conta≫ dissi io. ≪Grazie.≫
Ma non me ne andai, rimasi, e il guardiano rimase con me, come a tenermi compagnia. ≪Bella notte!≫ disse. ≪Bella≫ dissi io.
Quindi egli fece qualche passo, con la sua lanterna in mano, verso gli alberi. ≪Ma≫ disse ≪siete sicuro che non sia là?≫ Io sapevo che non poteva venire, pure trasalii. ≪Dove?≫ dissi sottovoce. ≪Là≫ il guardiano disse. ≪Seduta sulla panca.≫ Foglie, a queste parole, si mossero; una donna si alzò dal buio e cominciò a camminare sulla ghiaia. Io chiusi gli occhi per il suono dei suoi passi. ≪Era venuta, eh?≫ disse il guardiano. Senza rispondergli io m’avviai dietro a quella donna. ≪Si chiude≫ il guardiano gridò. ≪Si chiude.≫ Gridando ≪si chiude≫ si allontanò tra gli alberi.
Io andai dietro alla donna fuori dal giardino, e poi per le strade della città. La seguii dietro a quello ch’era stato il suono dei suoi passi sulla ghiaia. Posso dire anzi: guidato dal ricordo dei suoi passi. E fu un camminare lungo, un seguire lungo, ora nella folla e ora per marciapiedi solitari fino a che per la prima volta, non alzai gli occhi e la vidi, una passante, nella luce dell’ultimo negozio. Vidi i suoi capelli, invero. Non altro. Ed ebbi paura di perderla, cominciai a correre. La città, a quelle latitudini, si alternava in prati e alte case, Campi di Marte oscuri e fiere di lumi, con l’occhio rosso del gasogeno al fondo. Domandai più volte: ≪È passata di qua?≫. Tutti mi rispondevano di non sapere. Ma una bambina beffarda si avvicinò, veloce su pattini a rotelle e rise. ≪Aaah!≫ rise. ≪Scommetto che cerchi mia sorella.≫ ≪Tua sorella?≫ io esclamai. ≪Come si chiama?≫ ≪Non te lo dico≫ la bambina rispose. E di nuovo rise; fece, sui suoi pattini, un giro di danza della morte intorno a me. ≪Aaah!≫ rise. ≪Dimmi allora dov’è≫ io le domandai. ≪Aaah!≫ la bambina rise. ≪È in un portone.≫ Turbinò intorno a me nella sua danza della morte ancora un minuto, poi pattinò via sull’infinito viale, e rideva. ≪È in un portone≫ gridò da lungi, ridendo.
C’erano abbiette coppie nei portoni ma io giunsi ad uno ch’era deserto e ignudo. Il battente si aprì quando lo spinsi, salii le scale e cominciai a sentir piangere. ≪È lei che piange?≫ chiesi alla portinaia. La vecchia dormiva seduta a metà delle scale, coi suoi stracci in mano, e si svegliò, mi guardò. ≪Non so≫ rispose. ≪Volete l’ascensore?≫ lo non lo volli, volevo andare sino a quel pianto, e continuai a salire le scale tra le nere finestre spalancate. Arrivai infine dov’era il pianto; dietro un uscio bianco. Entrai e l’ebbi vicino, accesi la luce. Ma non vidi nella stanza nessuno, né udii più nulla. Pure, sul divano, c’era il fazzoletto delle sue lagrime.
Elio Vittorini in «Corrente», 19, 31 ottobre 1939, poi in Conversazione in Sicilia, Firenze, Parenti, 1941.
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bagnabraghe · 10 months
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Perché "Il garofano rosso" di Vittorini è un romanzo giovanile (involontario)
Nella prefazione alla prima edizione in volume del Garofano rosso, nel ’48, Vittorini riconosce come, in seguito al cambiamento che ha coinvolto la sua ispirazione stilistica, il romanzo «gli diventava ad un tratto composito, intermittente, discontinuo; gli diventava giovanile…» <48. L’autore non è più in grado di scrivere, dice, «guardando all’indietro» <49. In effetti, il Garofano è…
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adrianomaini · 10 months
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Perché "Il garofano rosso" di Vittorini è un romanzo giovanile (involontario)
Nella prefazione alla prima edizione in volume del Garofano rosso, nel ’48, Vittorini riconosce come, in seguito al cambiamento che ha coinvolto la sua ispirazione stilistica, il romanzo «gli diventava ad un tratto composito, intermittente, discontinuo; gli diventava giovanile…» <48. L’autore non è più in grado di scrivere, dice, «guardando all’indietro» <49. In effetti, il Garofano è…
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botallo · 1 year
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Il tortuoso cammino dell’esordio di Beppe Fenoglio
Il tortuoso cammino dell’esordio di Beppe Fenoglio
Il primo riscontro ufficiale del rapporto di Fenoglio con Einaudi è la lettera che gli scrive Italo Calvino, in data 2 novembre 1950, nella quale viene espresso un giudizio sulla ‘Paga del sabato’ decisamente favorevole: “Sai centrare situazioni psicologiche particolarissime con una sicurezza che davvero mi sembra rara. (…) Hai coraggio, hai idee chiare su quello che fa e che pensa la gente, e lo…
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officialpenisenvy · 3 months
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sorry this happens every time i come back to rome after being in sicily for a while. usually it's salvatore quasimodo or goliarda sapienza though so i welcome the change
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stilouniverse · 1 year
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"Americana. Raccolta di racconti" a cura di Elio Vittorini, presentazione
“Fu grazie all’introduzione di Emilio Cecchi, proposta qui in appendice, che il libro poté essere ristampato dopo il primo sequestro a opera della censura fascista. Le introduzioni di Vittorini alle sezioni, proibite a suo tempo dal regime, insieme alle immagini e alle didascalie originali, costituiscono un’affascinante interpretazione dello sviluppo letterario americano e una guida alla scoperta…
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il volto sorrideva per sessuale malizia, per tutta la dolcezza che era in lei...
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falcemartello · 6 months
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Lo sai che cosa vorrei?
Che cosa?
Un giorno della mia infanzia.
(Elio Vittorini)
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hosgeldinhuzun · 2 years
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İnsan bazen sağır olmaz, sadece duymaktan bıkmış olabilir.
Böyle olunca da hiç karşılık vermez kendisine söylenenlere.
Ama bu duymuyor demek de��ildir.
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alle00 · 8 months
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Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia
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perpassareiltempo · 11 months
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Pensai: “E se la baciassi?” Di nuovo mi assalì il caldo del ricordo di quando rotolavo sui mucchi di fieno (…) e pensai “baciarla” come se fosse significato portarla su uno di quei mucchi, rotolare fino al tramonto di quel pomeriggio con lei che mi aveva mandato un garofano rosso." 
Elio Vittorini - Il garofano rosso
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