“Quand'ero piccola nonna mi diceva: "Non puoi uccidere un pesce affogandolo".
Ho sempre pensato intendesse che non si tratta di evitare ciò che ti spaventa, ma di farlo diventare il tuo elemento, abitarlo in profondità, imparare a tremare, solo in questo modo l'inquietudine può diventare la tua acqua. Solo così potrà tenerti in vita.”
Oggi, 5 ottobre, è la giornata mondiale degli insegnanti... vogliamo proporvi la lettura di alcune opere di scrittori che hanno, o hanno avuto, un'esperienza d'insegnamento e che hanno saputo trarre dalla loro professione i giusti elementi narrativi in grado di raccontare la vita, in ogni sua sfumatura, e spesso toccando anche temi non necessariamente scolastici.
Questi sono solo alcuni di quelli che ci sono venuti in mente, ma ce ne sono molti altri... nei commenti diteci i vostri insegnanti preferiti e quali ricordate con affetto, e quali secondo voi potevamo inserire in questa carrellata.
Io non voglio cambiare, non voglio essere diversa. Voglio essere sempre io ma con un nuovo modo di avere a che fare con il mondo. Un modo più sano e più maturo.
Interessante video di Telmo Pievani su come sia difficile insegnare l’evoluzione ai bambini. Chissà perché ci sono tutti i fraintendimenti nei quali anche gli adulti cadono molto spesso. Peccato il video duri solo pochi minuti.
[...] Per quello che mi riguarda, come insegnante, non credo di dover riempire vasi né ritengo di dover indicare ai miei alunni cosa pensare; ma ho la velleità di dare alle nuove generazioni qualche strumento per scoprire, capire e cambiare qualcosa del mondo immenso che sta fuori e dentro ciascuno di noi.
Insegno loro che se davvero vogliono essere donne e uomini liberi, debbono continuare a liberarsi dalla loro ignoranza e cominciare a pensare in modo critico e autonomo. Li esorto a non diffondere il pensiero altrui senza prima rifletterlo in sé stessi e farlo loro. Mostro che la cultura è una chiave e un grimaldello, ma anche un’arma letale che, se non impariamo ad usare in modo proprio, può essere usata contro di noi da chi ci manipola e ci sfrutta col nostro placido consenso. [...]
"Il mio insegnamento è semplicissimo, dritto al punto essenziale: vivi momento per momento, muori al passato, non proiettare alcun futuro, godi il silenzio, la gioia, la bellezza di questo momento."
Tra i miei più bei ricordi della scuola dell’infanzia ci sono le recite con il maestro di musica, che inventava le canzoni per noi, anche nelle lezioni. Erano personali, mi facevano immaginare Dario, nell’intimità della sua casa fatta a forma di chitarra, intento a scrivere canzoni per noi. Perché ci teneva.
Così, forse, sono diventata una maestra che scrive canzoni per i suoi bambini per poter regalare anche a loro un pizzico della mia felicità d’infanzia. Non pensavo gli interessasse molto, ma sono sembrati molto entusiasta della canzone dell’alfabeto.
Quindi chissà, non si riceve quello che si dà, ma quello che si dà, non finisce solo alle persone a cui diamo. Va oltre.
Non so se ti ricordi, ma quando eri piccola ti avevo chiesto di darmi dei giocattoli per i bambini terremotati. Tu mi consegnasti quelli che non usavi più, e io ti dissi: "un gesto d'amore non prevede gli scarti, bensì qualcosa a cui tieni". La stessa cosa vale per il tempo: il tempo che doni a qualcuno non può essere solo quello in cui tu non hai nulla da fare. L'amore richiede delle rinunce ma ti dona in cambio il sorriso della persona che ami. E ti assicuro che quando imparerai davvero cosa significa, saprai veramente cosa vuol dire essere felice. Questo è quello che ti auguro.