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#montana sacra
rwpohl · 2 years
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heute, am 23.02.2023, ist mir kurz nach 12.00 uhr in der zlb wieder das betriebssystem meines computers gehackt. ich hatte dort gerade zu chodorkowski und russland recherchiert, das im kontext zum chilenischen regisseur alejandro jodorowsky: la cravate, montana sacra,  el topo...
alle bilddateien aus meinem arbeitsordner screenshots sind in diesem zusammenhang mit einem zeitstempel 12:00:12 aus diesem ordner verschwunden (screenshots von systemdysfunktionalitäten und visuelle notizen, webrecherche). dieser  arbeitsordner lässt sich in folge nicht mehr benutzen, aber auch nicht löschen:
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am 240223 fehlen dann am mittag etwa die hälfte der gestern abend für MATERIAL UND ANALYSE vorbereiteten stills des films der kleine prinz von konrad wolf. von etwa 300 Bildern sind noch genau 159 übrig, dies ergibt wieder eine wesentliche einschränkung, der von mir eigentlich für heute geplanten veröffentlichung - kontexte sind offensichtlich, aber eben heute noch nicht vollständig (zusätzlicher arbeitsaufwand etwa 2 stunden) . ...    
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https://www.boell.de/de/2014/01/16/wer-hat-michail-chodorkowski-befreit
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rastronomicals · 1 year
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1:31 AM EDT April 6, 2023:
Bardo Pond - "Montana Sacra II" From the album Ticket Crystals (June 6, 2006)
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freedomtripitaly · 4 years
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Da Almese a Venaus, da Bussoleno a Villar Dora: la splendida Val di Susa è un mondo tutto da scoprire. Tra laghi, parchi naturali e riserve, risulta spesso difficile conoscerla in tutti i suoi angoli nascosti. Ecco che allora, per rilanciare il turismo, anche di prossimità, sui social network della Val Susa Turismo si possono seguire una serie di appuntamenti live (da rivedere anche registrati) per conoscere tutto il territorio, con gli occhi di chi ci abita o ci lavora. Ambassador, ma anche escursionisti, guide alpine, addetti del soccorso alpino, scelti dai responsabili della promozione turistica dell’Unione montana, ogni settimana – nella rubrica “Ti aspettiamo in Val di Susa: racconti e interviste live” – raccontano in diretta un modo diverso di vivere la Val di Susa, offrendo spunti a viaggiatori e turisti per vivere esperienze per tutti i sensi, dalla vista al gusto. Ecco che allora basta ascoltare gli esperti per scoprire i più bei itinerari da percorrere in bicicletta, magari lungo la via Francigena, passando tra borghi e paesini della vallata. O ancora, in mountain bike magari percorrendo il Giro degli Orridi, un percorso di media montagna, con diversi sali e scendi che da Bruzolo si sposta attraverso l’orrido di Chianocco per raggiungere quello di Foresto. E poi camminate ed escursioni in montagna, dai cammini più semplici, ideali per tutti coloro che vogliono passeggiare in tranquillità, fino ai percorsi da professionisti, per arrivare fino ad alte cime e godere di panorami unici. Da Almese, con i suoi laghi, alla scoperta dell’Orsiera-Rocciavrè fino a Venaus e Novalesa, chi ama le escursioni potrà spingersi anche verso il confine con la Francia, verso colle del Moncenisio e le sue fortificazioni. Non mancano poi spazi dedicati ai climber che possono arrampicarsi in tutta sicurezza tra le falesie degli orridi di Foresto e di Chianocco, nelle pareti delle cave di gneiss di Borgone di Susa o percorrendo la ferrata della Riccia-Condove, ideale per i principianti e chi vuole cimentarsi in questo sport. Per chi ama i laghi, poi, la Val di Susa è perfetta. Qui si possono visitare diversi specchi d’acqua, ognuno dall’originale bellezza, come lago Verde, in Valle Stretta, a due passi da Bardonecchia. Oppure il lago di Rochemolles; i laghi di Avigliana e il particolare lago dei Sette Colori, nella zona di Cesana Torinese, vicina alla Francia, da vedere perché presenta particolari sfumature dell’arcobaleno. E poi borghi: come Bardonecchia, diviso tra borgo vecchio e nuovo, con uno dei più significativi complessi archeologici alto medioevali della zona; oppure Exilles, con il suo forte ricco di storie e leggende. Non mancano poi suggerimenti dedicati al buon cibo e della buona tavola, con itinerari dedicati ai vini, ai formaggi o alle birre artigianali. A cui si aggiungono spunti d’itinerari anche agli appassionati della fotografia con consigli sui luoghi più belli da fotografare, come la Sacra di San Michele o il Vallone di Savine. Insomma, una bella serie di suggerimenti per vivere emozioni ed esperienze legate a questo bellissimo territorio, tra bellezze tutte da scoprire. Lago Verde. Fonte: iStock https://ift.tt/2STxjHn Val di Susa, cosa vedere: il rilancio del turismo (e dei posti inconsueti) è tutto online Da Almese a Venaus, da Bussoleno a Villar Dora: la splendida Val di Susa è un mondo tutto da scoprire. Tra laghi, parchi naturali e riserve, risulta spesso difficile conoscerla in tutti i suoi angoli nascosti. Ecco che allora, per rilanciare il turismo, anche di prossimità, sui social network della Val Susa Turismo si possono seguire una serie di appuntamenti live (da rivedere anche registrati) per conoscere tutto il territorio, con gli occhi di chi ci abita o ci lavora. Ambassador, ma anche escursionisti, guide alpine, addetti del soccorso alpino, scelti dai responsabili della promozione turistica dell’Unione montana, ogni settimana – nella rubrica “Ti aspettiamo in Val di Susa: racconti e interviste live” – raccontano in diretta un modo diverso di vivere la Val di Susa, offrendo spunti a viaggiatori e turisti per vivere esperienze per tutti i sensi, dalla vista al gusto. Ecco che allora basta ascoltare gli esperti per scoprire i più bei itinerari da percorrere in bicicletta, magari lungo la via Francigena, passando tra borghi e paesini della vallata. O ancora, in mountain bike magari percorrendo il Giro degli Orridi, un percorso di media montagna, con diversi sali e scendi che da Bruzolo si sposta attraverso l’orrido di Chianocco per raggiungere quello di Foresto. E poi camminate ed escursioni in montagna, dai cammini più semplici, ideali per tutti coloro che vogliono passeggiare in tranquillità, fino ai percorsi da professionisti, per arrivare fino ad alte cime e godere di panorami unici. Da Almese, con i suoi laghi, alla scoperta dell’Orsiera-Rocciavrè fino a Venaus e Novalesa, chi ama le escursioni potrà spingersi anche verso il confine con la Francia, verso colle del Moncenisio e le sue fortificazioni. Non mancano poi spazi dedicati ai climber che possono arrampicarsi in tutta sicurezza tra le falesie degli orridi di Foresto e di Chianocco, nelle pareti delle cave di gneiss di Borgone di Susa o percorrendo la ferrata della Riccia-Condove, ideale per i principianti e chi vuole cimentarsi in questo sport. Per chi ama i laghi, poi, la Val di Susa è perfetta. Qui si possono visitare diversi specchi d’acqua, ognuno dall’originale bellezza, come lago Verde, in Valle Stretta, a due passi da Bardonecchia. Oppure il lago di Rochemolles; i laghi di Avigliana e il particolare lago dei Sette Colori, nella zona di Cesana Torinese, vicina alla Francia, da vedere perché presenta particolari sfumature dell’arcobaleno. E poi borghi: come Bardonecchia, diviso tra borgo vecchio e nuovo, con uno dei più significativi complessi archeologici alto medioevali della zona; oppure Exilles, con il suo forte ricco di storie e leggende. Non mancano poi suggerimenti dedicati al buon cibo e della buona tavola, con itinerari dedicati ai vini, ai formaggi o alle birre artigianali. A cui si aggiungono spunti d’itinerari anche agli appassionati della fotografia con consigli sui luoghi più belli da fotografare, come la Sacra di San Michele o il Vallone di Savine. Insomma, una bella serie di suggerimenti per vivere emozioni ed esperienze legate a questo bellissimo territorio, tra bellezze tutte da scoprire. Lago Verde. Fonte: iStock Tra percorsi in mountain bike, trekking, climbing, percorsi del gusto, dei laghi o dei borghi. La Val di Susa è un territorio tutto da scoprire ed il rilancio ora è tutto online.
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pinecait-blog · 6 years
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Giardino Giapponese Dal Fascino Raccolto: Il Roji O Giardino Del Tè (Parte 2)
Il giardino giapponese è un luogo dal fascino senza tempo, in cui ogni elemento decorativo e le composizioni geometriche sono studiate nei minimi particolari affinché appaiano disposti in maniera casuale così come avviene in natura.
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Sì, il paradosso più grande che il giardino nipponico riesce a raggiungere è proprio la capacità di curare i minimi particolari di un ambiente artificiale e ricreato dall’uomo. Ma in cui il fascino suggestivo e meditativo della natura appare identico a quello dei boschi selvatici.
Nella cultura Giapponese grande importanza ha il rituale del tè, in cui una speciale area della casa e del giardino è destinata ad accogliere gli ospiti per la celebrazione di questo momento importante. Il giardino del tè assume un ruolo centrale e un fascino innegabile.
Com’è Strutturato Il Giardino Del Tè
Così come avviene in altre ambientazioni dei giardini giapponesi di cui il roji è un esempio affascinante, la cultura e il senso del bello tipicamente nipponico guida la scelta e la composizione del giardino.
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Anche qui, in questo giardino in apparenza rustico e più selvatico quello che domina è il senso della pace e dell’armonia. Lo spirito del wabi il senso del bello che si trova in tutte le cose è dominante durante tutta la cerimonia del tè, detta proprio wabi-cha e si rispecchia nella cura per i particolari e gli elementi che aiutano gli ospiti a sentirsi a proprio agio. E in perfetta armonia con la natura che li circonda.
La casa del tè assume un ruolo centrale nella disposizione delle abitazioni giapponesi tradizionali. Qui si svolgono rituali del tè, ma si celebrano anche le cerimonie e i culti sacri. Il giardino che la circonda è il luogo che aiuta a infondere il senso di quiete meditativa che meglio si addice alla celebrazione di questi momenti speciali.
Alcuni elementi sono imprescindibili e servono per scandire i momenti della cerimonia e suddividere gli ambienti di conseguenza.
Riprodurre Gli Elementi Essenziali E Adattarli Alla Cultura Occidentale
In un giardino giapponese nulla è lasciato al caso e nel roji l’obiettivo è condurre l’ospite lontano dalle distrazioni del mondo esterno per consentirgli di immergersi nell’atmosfera sacra del rituale del tè.
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Gli elementi essenziali che non possono mancare sono quelli che compongono l’immaginario comune quando si pensa al giardino giapponese. La presenza dell’acqua è necessaria per dare modo all’ospite di sciacquare le mani prima di procedere verso la cerimonia. Lo Tsukubai è l’area in cui si trova la fonte o il catino con l’acqua. È di certo il punto centrale intorno a cui ruota la disposizione del giardino.
Le aree saranno suddivise in modo da identificare con chiarezza gli spazi. Un cancello anche simbolico che non oscura la vista ma delimita un’area riservata e il sentiero di pietre indica all’ospite dove dirigersi per partecipare alla cerimonia.
La scelta delle piante deve essere fatta in modo da ricreare un’ambientazione montana, quindi dovranno avere un aspetto selvatico e non dovranno essere potate per non venir meno a questa speciale suggestione.
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Il Castigo delle Lussuriose; Giovanni Segantini, 1894, pastello su cartoncino graffito. Zurigo, Kunsthouse. 
La rappresentazione di questo quadro venne ispirata nel pittore da un poema indiano, il Nirvana, a cui si era ispirato anche per il dipinto Le cattive madri. In un paesaggio desolato, innevato e quindi presumibilmente freddo, due donne una opposta all’altra, unite dalla medesima veste e con il seno scoperto, i lunghi capelli lasciati al vento, fluttuano a mezz’aria  a poca altezza dal suolo.  Sono le anime delle donne che hanno abortito, che hanno rifiutato la vita che avevano in grembo ( è significativo come la veste , che copre le due donne, le unisca al ventre ) e sono condannate a vagare nel silenzio eterno della desolata valle ghiacciata.
Il tema trattato in questi dipinti sta molto a cuore all’artista, che da piccolo era stato abbandonato da ogni membro della famiglia per poi essere dato in affidamento. Da ragazzo aveva vissuto in diretto contatto con la natura montana, il che aveva portato al puro dominio della montagna nei suoi quadri, simbolo di sacralità. La montagna come centro cosmico e luogo della divinità, o dove dio si manifesta, è infatti un aspetto di rilievo nella figurazione di Segantini. E la montagna è come espressione profonda di un silenzio superiore che è al tempo stesso pace e condanna. Insieme al simbolismo della montagna di grande importanza è il simbolismo dell'albero. Segantini guarda in specie all'associazione fra maternità sacra e albero della vita. Nell'iconografia cristiana l'albero è infatti il simbolo della vita voluta da dio, quindi sacra e inviolabile. L'albero è inoltre collegato al simbolismo della morte e della rinascita.
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esploriamo · 6 years
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La sacra casa nel santuario di Loreto con la Madonna Nera Santuario di Loreto #santuariodiloreto#madonnanera#blackmadonna #loreto#marche#appenninomarchigiano #visitmarche #viagemtop #viajemais #mountains #montana #sunset#tramonto#landscape #visititaly#fede#sacracasa#sainthouse (presso Santuario di Loreto (AN) Le Marche)
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viaggiatori · 7 years
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l mio viaggio in Myanmar è durato 13 giorni e ha previsto un itinerario classico completamente on the road.
Come già raccontato nel mio primo post dedicato ad impressioni e suggerimenti organizzativi, per realizzarlo mi sono affidata ad un driver, Usoe, di grande esperienza che ci ha permesso di viaggiare con un certo comfort e conoscere molti aspetti umani di questo paese.
Le nostre tappe, sono state quelle che tipicamente vengono proposte per un classico primo tour in Myanmar della durata del nostro, ha risentito di un cambio necessario (non c’è stato possibile fare il trekking a Kalaw) per avverse condizioni meteo e nostra indisposizione.
Proverò a ripercorrere in modo molto veloce le tappe ed offrire una idea di massima, senza soffermarmi troppo su ciascuna.
Questo itinerario può essere pensato anche con aerei domestici e\o mezzi pubblici. Ognuno può costruirlo in base alle proprie esigenze. Farlo in macchina ci ha portato a lunghe trasferte su strade non molto agevoli, ma neanche troppo pessime; ci ha permesso di assaporare aspetti della vita quotidiana delle popolazioni sopratutto nella tratta più rurale da Bagan al lago Inle.
Mi fa piacere scrivere che questo paese, per ciò che ho visto, non è ancora battuto da un turismo di massa troppo invadente e, sopratutto, la gente del luogo non sembra aver cambiato usi e costumi in modo troppo radicale, influenzata da noi occidentali.
Yangon
Yangon è quasi certamente la base di arrivo e di partenza di quasi tutti i turisti via aria. Pur non essendo la capitale del Myanmar ne possiede tutte le caratteristiche: la zona commerciale con banche in palazzi moderni, vecchi palazzi fatiscenti e coloniali, street food, China town, grandi mercati, traffico, templi e pagode dal fascino superbo.
Una sosta in questa città è d’obbligo, e deve prevedere almeno due notti. Nel traffico caotico come ogni altra città asiatica (forse appena meno di altre) Yangon si sviluppa in quartieri che raccontano passato coloniale (indiano, cinese, mussulmano), palazzi stile British, sfavillanti stupa e segni della sua storia politica recente.
In questa città ho visto gli unici ospedali attrezzati di tutto il Myanmar che ho visitato, e ciò non è un dato secondario e fa pensare sulle scelte politiche a sostegno della popolazione, da parte di un paese di recente apertura ed economicamente sofferente.
Fra le immagini che più mi ricordano la città, il mercato Bogyoke Aung San Market in cui abbiamo trascorso una mezza mattina, fra negozi che vendono a prezzi molto convenienti per noi europei, una buona selezione dell’artigianato locale che si incontra in tutto il Myanmar.
Particolarmente colorata la parte dedicata alle stoffe ed i vestiti, dove si possono acquistare le tipiche gonne (hta mein per donne e long gyi per gli uomini) ammirando colori e sarte all’opera nei dietro bottega.
Il monumento simbolo del Myanmar è la Shwedagon Paya ed è visibile, dicono, da ogni punto di Yangon. Essa é di grande impatto, non solo fisico. In maniera molto e troppo sbrigativa, mi limito a dire, per ora, che la Shwedagon Paya è uno dei luoghi più affascinanti che abbia mai visitato: un mix fra colori, forme, oro, riti ti accompagna nella sua visita e con rimpianto ho deciso, dopo ore che era giunto il tempo di lasciarlo.
Bago
Non molti la inseriscono negli itinerari sopratutto se si decide di prendere un aereo da Yangon per Bagan. È stata la nostra prima tappa fuori da Yangon, il primo effettivo giorno in Myanmar. Ho amato questo luogo, perché lo associo ai primi ricordi del mio viaggio. A Bago ho iniziato a capire come forse sarebbe stato questo paese, quali sarebbero stati i suoi colori, i tratti delle persone e cosa mi potevo realisticamente aspettare.
É una città che non appare se non attraverso i suoi tanti templi ricchi di leggende e di riti. Si può  scegliere quali prediligere. Noi abbiamo visitato i più famosi e scelto di vedere lo Snake Monastery, per le guide certamente secondario. Esso sorge vicino ad un sobborgo di case umili la cui gente si riversa a venerare un pitone, presunta incarnazione di un monaco od un nat. Il serpente è lungo ben 5 metri e riceve omaggi ed attenzioni dei pellegrini, molto particolare la sua atmosfera indubbiamente autentica.
Qui nessun turista, come in quasi tutti gli altri templi della città. Bago possiede dei mirabili tesori fra cui un magnifico Buddha sdraiato, Shwethalyaung Buddha, la Shwemawdaw Paya, simile seppur più modesta alla magnifica Shwedagon Paya di Yangon e i quattro magnifici Buddha seduti della Kyaik Pun Paya, posti uno dietro la schiena dell’altro che osservano, dall’alto, incensi, fiori, riti, cibo e preghiere dei tanti pellegrini scalzi e dei pochi turisti, che solcano il loro ingresso.
Il monte Popa
Arroccati sulla cima di un monte, un complesso di templi. Per arrivarci occorre una lunga salita.
Per giungere alla salita, e sopratutto al ritorno, meglio affidarsi al passaggio in motorino perché la strada è poco sicura in macchina, dopo un terremoto avvenuto neanche troppo tempo fa. L’ascesa sul monte è un’esperienza che consiglio. Abbiamo scalato questa montagna sacra a piedi scalzi fra venditori di cibo, oggetti sacri, souvenir, monaci e bimbe monache, osservati da scimmie ed evitando i loro escrementi, che giacciono sulle scale, alacremente pulite da uomini speranzosi di una mancia, dotati di acqua sporca e straccio.
La salita è faticosa ed allo stesso tempo suggestiva. In cima templi, riti, donazioni, ed un paesaggio, che ripaga di ogni stanchezza.
Bagan
Se si pensa al Myanmar da qualche parte, nella memoria, risale l’immagine nota delle mongolfiere che si sollevano fra il cielo e le pagode di questa città, ed i suoi tramonti. Bagan è una tappa che non può mancare ed il maggior numero di turisti si concentra in questa città. Centinaia di Pagode la affollano, piccole, grandi, enormi, visitate, abbandonate, restaurate, danneggiate dai frequenti terremoti.
Ognuna ha una atmosfera unica ed occorre selezionarne alcune fra le tante. Parlerò anche di Bagan in modo più approfondito, raccontando cosa abbiamo scelto di vedere, i mezzi più adatti e i tempi per farlo. Chi volesse intanto può studiarsi un po’ questa meta pensando che, se le pagode più famose sono da non perdere, altre, le minori hanno un loro fascino e occorre per vederle mettere in conto di chiedere a chi vi abita vicino, i custodi: in cambio di una piccola mancia potrete accedere a dei tesori.
Kalaw
Kalaw è una cittadina dall’atmosfera montana base per trekking di diversa durata. Per arrivarci da Bagan è stato necessario un lungo viaggio su una strada non agevole che ci ha però regalato scorci di una bellezza incredibile e di una rara umanità.
Qui la vita più rurale dei birmani, meno esposta e più legata alle tradizioni ti viene incontro. Non mancano occasioni di scambio umano con queste persone che sembrano uscite da un epoca fuori dal tempo e che ti guardano con discrezione, senza volere nulla da te se non al massimo un sorriso.
  Kalaw offre un centro animato da una pagoda a tratti psichedelica ed un folcloristico market dove trascorre un bel po di tempo come in altri luoghi del Myanmar.
La vita dei birmani scorre fra commerci, scambi, cibo di strada e  prodotti di diverso genere a volte dalla difficile identificazione per noi occidentali.
lago Inle
Il lago Inle è un luogo che ho amato molto. Questa meta, nel Myanmar orientale è visitato da molti turisti anche occidentali e gode di buone ricezioni turistiche. L’ esplorazione del lago via barca (della durata di circa 6 ore) consente di conoscere la vita dei villaggi che lo popolano: colture galleggianti, mercati, artigianato, pesca, religiosità.
Le ore trascorse in questo luogo non  sembreranno bastare e, anche se frequentato da turisti, il suo fascino, a me, è apparso quasi autentico. Lo si ritrova, in molti scorci, che rispecchiano la gente che vive coltivando verdure negli orti galleggianti, vendute poi, assieme a quelle che arrivano dai villaggi montani, nei mercati, a loro volta galleggianti ed itineranti; nei  profili dei pescatori in equilibrio su una gamba sola, le cui sembianze sembrano simili a ballerine sulle punte.
La vita tutta del lago Inle è sospesa fra le sue acque e la terra ferma, animata da umani dai tratti di anfibi, immersi in un paesaggio che non ricorda nulla di ciò che ci è troppo noto. Non c’è distanza e separazione fra acqua e terra qui: lo dicono le palafitte dove si trovano le manifatture ed il suo artigianato ed i villaggi. Lo dicono le donne che lavano i panni, lo dicono i bambini nudi che giocano nella sua acqua verdognola i cui colori rispecchiano la vegetazione; lo dice la grande armonia che c’è in tutto ciò.
Fra i tanti complessi quello di Shewe Indein Pagoda: migliaia di stupa alcune antiche e in rovina, altre più moderne, raggiungibili via barca; un incredibile colpo d’occhio.
Pidaya
Alla sommità di una lunghissima scalinata sorge Pindaya, un luogo assolutamente unico nel suo genere: una grotta affollata da 9000 Buddha.
Per raggiungerla, si percorre una lunghissima scalinata o si arriva comodamente in macchina a ridosso dell’entrata dove una enorme statua di un ragno nero ricorda la leggenda da cui nasce il culto di questo luogo. Il colpo d’occhio è incredibile, ci si perde dentro le insenature di queste grotte, un dedalo a volte alcune sono delle piccole nicchie. È un luogo difficile da fotografare e ci si perde senza mai perdersi nella sua unicità.
  Mandalay
Mandalay è una città dai tratti simili a Yangon. Purtroppo essa ci ha accolto con la pioggia nonostante fosse la stagione secca. Vi abbiamo trascorso due giorni visitando monasteri e osservando riti di monaci giustamente infastiditi da turisti poco rispettosi.
Anche su questa città e i suoi luoghi di culto c’è  dire tanto. Per ora solo un accenno ed il ricordo dell’ affascinante passeggiata su lungo ponte in teck tanto rappresentato nelle immagini che raccontano il Myanmar : U bein bridge.
La pioggia ha forse reso più suggestivo il nostro passaggio da una sponda all’altra, a caccia di particolari, colorati, sonori, unici del paesaggio circostante: dagli uccelli orientati dal pescatore con un richiamo, alle pagode, dal fiume secco, per la stagione, attraversato da uomini in moto, alle barche incagliate nel bagno asciuga, ai bambini sotto la pioggia, bagnati, incuranti di noi e della pioggia, liberi ed a piedi nudi.
Il profilo geografico del mio Myanmar, guardando una cartina geografica ed abbinando delle immagini, è stato all’incirca questo. La strada fisica è facilmente tacciabile e ripercorribile da chi volesse pensare ad un viaggio nell’ex Birmania. Chi come me ha la fortuna di sognare il Myanmar e di realizzare questo sogno, potrà unire questi punti e vestirli con le esperienze di un viaggio, che difficilmente gli farà dimenticare questa terra, e la sua gente.
Yagon, Bagan, Mandalay: i miei consigli di viaggio per il Myanmar l mio viaggio in Myanmar è durato 13 giorni e ha previsto un itinerario classico completamente on the road.
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raffaellamilandri · 7 years
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Il mio nome boscimane è Nxuwa
Sono molto fiera di essere membro adottivo della famiglia Black Eagle dei Crow, tribù di nativi americani del Montana. E sono fiera del mio nome in lingua originale, Baa Kuuxsheesh, che ha segnato una nuova tappa della mia vita e che significa “Aiuta gli altri”. Molti già lo sanno, ma vorrei ricordarlo e dirlo sempre ad alta voce. La fratellanza è sacra. Ora posso annunciare la mia adozione…
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berlindiscodance · 7 years
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https://soundcloud.com/slotmachineberlin/montana-sacra
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rastronomicals · 4 years
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10:41 AM EST December 24, 2020:
Bardo Pond - "Montana Sacra II" From the album Ticket Crystals (June 6, 2006)
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kinhagamer · 7 years
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Far Cry 5 recebe trailer, data de lançamento e história
Far Cry 5 recebe trailer, data de lançamento e história
Prepare-se para lutar contra a sacra opressão Desde o dia 16 a Ubisoft vem falando abertamente sobre Far Cry 5. No dia 22 foi lançado vários teasers mostrando um pouco do novo ambiente em que jogaremos. Seja bem-vindo à fictícia Hope County, localizada em Montana nos Estados Unidos. Finalmente no dia 26 tivemos o primeiro trailer! Foram liberadas muito mais informações sobre o game que deve ser…
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okmugello · 7 years
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E si chiude con ‘La Notte dei Musei’. “Amico Museo” si fa in 12. Alla rassegna della Regione Toscana il Sistema Museale Mugello Montagna Fiorentina partecipa dal 20 maggio al 4 giugno con tanti appuntamenti per grandi e piccoli, in ben 12 musei:
Il Museo Archeologico Alto Mugello di Palazzuolo sul Senio,
Il Museo dei Ferri Taglienti di Scarperia,
Il Centro Documentazione Archeologica di S. Agata,
La Raccolta di Arte Sacra di S. Agata e S. Agata e Artigiana e Contadina di Leprino,
Il Museo della Manifattura Chini & Piccolo Museo dei Bambini di Borgo San Lorenzo,
Il Museo della Civiltà Contadina ‘Casa d’Erci’ e l’Antico Mulino Faini di Grezzano,
La Casa di Giotto a Vespignano e il Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare ‘Beato Angelico’ di Vicchio,
il Museo Archeologico Comprensoriale Mugello e Val di Sieve di Dicomano,
il Museo della Vite e del Vino di Rufina.
E anche in questa edizione sono numerose, e prevalentemente a ingresso gratuito, le proposte per visitatori e famiglie, tra laboratori didattici e attività specifiche per bambini, visite guidate, mostre, itinerari. Eccone alcune: si va da ‘Affari di Lame’ al Museo dei Ferri Taglienti di Scarperia’ alla rassegna di musica popolare ‘Festa di Maggio’ al Museo della Civiltà Contadina ‘Casa d’Erci’ e all’‘Antico mestiere del mugnaio’ al Molino Faini a Grezzano nel comune di Borgo San Lorenzo, da ‘Mamma ti porto al museo’ e ‘Buono come il pane’ al Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare ‘Beato Angelico’ a ‘Giotto e Cimabue: amici o rivali’ a Casa di Giotto a Vespignano a Vicchio, da ‘Giocaceramica’ al Piccolo Museo dei Bambini di Borgo San Lorenzo a ‘Racconti inediti al Museo’ al Museo Archeologico Comprensoriale Mugello e Val di Sieve di Dicomano, dalle visite guidate al Centro Documentazione Archeologica e alla Raccolta di Arte Sacra di S. Agata ad  ‘Archeologi per un giorno’ al Museo Archeologico Alto Mugello di Palazzuolo sul Senio, ai ‘Personaggi in movimento di S. Agata e Artigiana e Contadina di Leprino, fino alla ‘Mostra di Filippo Dobrilla’ al Museo della Vite e del Vino di Rufina. Insomma, tante iniziative per visitare e vivere i musei con occasioni di crescita culturale e socializzazione ma anche svago e gioco.
Da non perdere inoltre “La notte dei Musei”, in programma il 20 maggio con l’apertura straordinaria a ingresso gratuito di 5 musei, dalle 21 alle 23: il Museo della Vite e del Vino di Rufina, il Museo Archeologico Alto Mugello di Palazzuolo sul Senio, il Museo Archeologico Comprensoriale Mugello e Val di Sieve di Dicomano, il Museo della Manifattura Chini di Borgo San Lorenzo, il Museo dei Ferri Taglienti di Scarperia.
Il programma completo è disponibili e scaricabile dal portale del turismo dell’Unione Montana Mugello, http://www.mugellotoscana.it
“Amico Museo”, in Mugello dal 20 maggio. Tutti gli appuntamenti E si chiude con 'La Notte dei Musei'. “Amico Museo” si fa in 12. Alla rassegna della Regione Toscana il Sistema Museale Mugello Montagna Fiorentina partecipa dal 20 maggio al 4 giugno con tanti appuntamenti per grandi e piccoli, in ben 12 musei:
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qdmnotizie-blog · 8 years
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#gallery-0-4 { margin: auto; } #gallery-0-4 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 25%; } #gallery-0-4 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-4 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
CUPRA MONTANA, 13 febbraio 2017 – Un successo di pubblico. E ovviamente c’è chi mastica amaro. Nonostante le polemiche, che hanno colorato il convegno “Dalla prostituzione Sacra.. al marciapiede”, la sala consiliare ieri pomeriggio (12 febbraio) era piena come un uovo. Insomma, involontariamente quel gruppetto di personaggi locali che hanno chiesto l’intervento delle consigliere di Parità della Provincia e della Regione per far rimuove i manifesti giudicati hot, alla fine hanno fatto un favoloso assist al vice sindaco Anna Ricci e ovviamente alla relatrice del convegno MariaRosa Milani.
Il tam tam mediatico innescato dalla querelle ha funzionato, eccome se ha funzionato. Tant’è che la conferenza ha visto la presenza di un bel numero di cittadini cuprensi ma soprattutto di persone giunte nella “capitale del verdicchio” proprio per assistere all’appuntamento. Tuttavia, la relatrice, la dott.ssa MariaRosa Milani, presidente dell’Accademia del Sarmento, non ha mai messo il dito nella piaga della polemica, concentrando il suo intervento sul tema del convegno. Un percorso a ritroso nel tempo, dalla venerazione sacra della donna fin dall’era primitiva i giorni d’oggi; un percorso che ha visto la donna da prima venerata perché il suo corpo aveva lo straordinario potere di dare origine ad una nuova creatura, e nutrirla con latte del proprio seno, per arrivare ai giorni nostri, dove la donna è un “oggetto” umiliato nel freddo della notte su tacchi a spillo tra  le luci,  clacson e  lustrini dove aspetta ogni volta una nuova alba nella speranza di non essere più in vendita.
(redazione)
  CUPRA MONTANA / “DALLA PROSTITUZIONE SACRA AL MARCIAPIEDE”, L’ASSIST DELLA POLEMICA HA FUNZIONATO: SUCCESSO DI PUBBLICO E C’È CHI MASTICA AMARO CUPRA MONTANA, 13 febbraio 2017 - Un successo di pubblico. E ovviamente c'è chi mastica amaro. Nonostante le polemiche, che hanno…
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Bardo Pond - Montana Sacra II  2006
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rastronomicals · 5 years
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Bardo Pond - "Montana Sacra II\" From the album Ticket Crystals (June 6, 2006)
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4:24 AM EDT April 30, 2019:
Bardo Pond - "Montana Sacra II\" From the album Ticket Crystals (June 6, 2006)
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