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#non è farina del mio sacco
unwinthehart · 1 year
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vivarai2off: Amarello living their best life ✨
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scogito · 1 year
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Avv. Perillo:
SINTESI dal WEB, non è farina del mio sacco ma confermo tutto.
Ve la spiego definitivamente con questa citazione. Poi non ci sarà nulla altro da aggiungere.
Ricapitolando:
•Le case farmaceutiche cercano invano per decenni di farsi approvare una nuova tecnica, l'Mrna, giudicata troppo pericolosa e bocciata sistematicamente.
•Arriva una pandemia di un virus fuoriuscito -accidentalmente o no- da un laboratorio cinese, e vengono fornite autorizzazioni emergenziali per produrre un vax a riguardo. Nessuno al mondo sa o osa dire perché siano state scelte queste tecnologie in luogo di quelle già collaudate in passato che hanno dimostrato affidabilità ed efficacia.
•Il virus e il relativo vax vengono messi sotto segreto militare. La gestione sanitaria del fenomeno assume natura anch'essa militare.
La società assume postura marziale.
•La comunità scientifica è perfettamente al corrente che nessun vax potrà bloccare una pandemia di coronavirus ma non si pronuncia. Chi lo fa è bandito e dichiarato demente. Gli studi avversi vengono invalidati e fatti sparire dalla letteratura.
•A premessa di ciò: i fondi internazionali finanziano le case farmaceutiche. Le case farmaceutiche finanziano le riviste scientifiche autorevoli, le università di ricerca, gli enti nazionali di controllo del farmaco, e i televirologi. L'organizzazione mondiale della sanità, che de facto appartiene ad un privato, finanzia e viene finanziata dai fondi di investimento.
•A premessa di ciò: tagli alla Sanità per 37 miliardi di euro in dieci anni.
•Vengono impedite le cure precoci, sospesi, radiati e demonizzati i medici che osano somministrare farmaci che si sono sempre usati contro qualsiasi altro coronavirus.
•I protocolli sviluppati per il virus "genitore" del nostro, il Sars Cov1, vengono fatti sparire
•Vengono stipulati dei contratti segreti tra stati e case farmaceutiche per la produzione di questi farmaci emergenziali. Soltanto dopo pressioni giuridiche vengono "resi pubblici", cioè pubblicate pagine e pagine di righe annerite per "proteggere segreti aziendali".
•Le case farmaceutiche negano l'accesso ai dati delle ricerche condotte per produrli. Soltanto dopo pressioni giuridiche vengono diffusi, col contagocce, rivelando miriadi di effetti avversi già messi in conto, trial falsificati, e soprattutto la non-facoltà di bloccare le trasmissioni dell'infezione.
•Vengono impedite le autopsie per indagare sulla natura del virus.
•Vengono inibite le segnalazioni degli effetti avversi e relegate al rango di suggestioni psicologiche.
•Le strutture ospedaliere cominciano a ricevere fiumi di denaro con un conteggio giornaliero per il ricovero dei malati di covid precedentemente lasciati in vigile attesa. Pur di fare rientrare chiunque tra i malati di covid vengono dichiarati tali i malati di qualsiasi altra patologia. I dati nazionali sull'andamento del virus vengono completamente sballati.
•Vengono finanziati a peso d'oro medici e santiari vaccinatori
•Il Parlamento viene esautorato e asservito unanimamente ad un solo uomo circondato dai suoi scagnozzi.
•Vengono promulgati decreti che stabiliscono comportamenti illogici e privi di fondamento scientifico.
•Media nazionali e influencer partecipano alla grancassa e si trasformano in un megafono personale del governo.
•Vengono sospesi e radiati medici che forniscono esenzioni anche se motivate e i cittadini in questione costretti a ricevere il siero anche se contro la propria salute, il tutto facendo firmare un documento di scarico delle responsabilità da parte delle autorità sanitarie e dello Stato.
•Viene istituto un lasciapassare che fornisce gli elementari diritti civili a chi ha ricevuto il farmaco e li nega a chi non lo ha voluto ricevere.
•Viene scatenata scientemente una campagna di lavaggio del cervello collettivo con relativa persecuzione di una parte della popolazione verso l'altra. La società si squarcia, famiglie e amicizie distrutte. Chi non è manipolato è complice, chi nessuna delle due è scomunicato.
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Sì, l'hanno fatto per la tua salute.
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imthedestination · 1 year
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Non è farina del mio sacco e mi è capitato di leggerlo mentre scorrevo tra i vari post, ma sono pienamente d’accordo con il tutto e nulla, buona lettura 💕
“Abbiamo paura di vivere la vita, e perciò non facciamo esperienze, non vediamo. Non sentiamo. Non rischiamo! Non prendiamo a cuore nulla! Non viviamo... perché la vita significa essere coinvolti attivamente. Vivere significa sporcarvi le mani. Vivere significa buttarvi con coraggio. Vivere significa cadere e sbattere il muso. Vivere significa andare al di là di voi stessi... tra le stelle!
Ma dovete decidere voi, per voi stessi. "Cosa significa per me la vita?" Sono convinta che se ogni giorno dedicassimo a pensare alla vita e a vivere e ad amare lo stesso tempo... no, un quarto del tempo che dedichiamo a preparare i pasti, saremmo incredibili!
Ma la vita ha un modo meraviglioso per risolvere questo problema. Per me è sempre affascinante perché, quando la vita non viene vissuta, esplode in noi. E' come cercare di bloccare il coperchio di una pentola che bolle. Succederà qualcosa, ne sono convinta. Finirete per piombare nella paura, nella sofferenza, nella solitudine, nella paranoia o nell'apatia. Tutti segni del fatto che non state vivendo! Quindi, se avvertite uno di questi sintomi, rimboccatevi le maniche e dite: "Ora devo vivere". Nell'attimo in cui incominciate a lasciarvi coinvolgere nella vita, il vapore fuoriesce, e siete salvi. Non è facile: ma la vita ci fa sapere che deve essere vissuta. Meraviglioso!
Perché c'è la morte? Io non so perché c'è la morte. Perché c'è la sofferenza? Vorrei che non ci fosse, ma non so perché c'è. Se passassi la vita a cercare le risposte a questi interrogativi, non vivrei mai.
Però a quelli che vengono da me dico che so qualcosa della vita. C'è una cosa chiamata gioia, perché io l'ho provata. E c'è una cosa chiamata follia meravigliosa, perché l'ho vissuta. E so che c'è una cosa chiamata amore perché ho amato. E so che c'è una cosa chiamata estasi perché ho conosciuto l'estasi. E so anche - perché ho conosciuto gente che ne ha fatto l'esperienza - che c'è una cosa chiamata rapimento. Oh, mi piace questa parola, "rapimento"! Cercate il rapimento! Mi rifiuto di morire fino a quando non avrò imparato che cos'è!
Perché uno si comporti così, bisogna che faccia molte scelte. Una delle più importanti è "scegliere se stesso". Scegliete voi stessi.
Finitela di odiarvi. Finitela di buttarvi giù. Abbracciatevi e dite: "Sai, va bene così! Starai perdendo i capelli, ma sei tutto ciò che ho!".
Quando vi riconciliate con le vostre debolezze, ce l'avete fatta! Non sono enormi, sono soltanto una piccola parte di voi.
Dovete scegliere voi stessi. Sono sicuro che coloro che si tolgono la vita, che non vivono, sono soprattutto coloro che non hanno rispetto per se stessi. Non so quando è stata l'ultima volta che qualcuno ha detto questo, ma voglio sottolinearlo: Voi siete un miracolo.”
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abatelunare · 2 years
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Cose che salto leggendo
Può essere l’abbia già detto. Da ragazzo io leggevo un libro dall’inizio alla fine. Anche quando si rilevava più pesante del previsto. Ora che ragazzo non sono più, ho fatto mio uno dei principi contenuti nell’unica opera di Pennac che io abbia letto: Come un romanzo. L’autore sostiene che uno dei diritti del lettore è quello di saltare le parti d’un libro che non ci garbano. Così faccio io. Evito sostanzialmente quattro tipi di cose: 1) L’esposizione di teorie politiche e filosofiche, siano esse personali (cioè farina del sacco di chi scrive) oppure generali. Perché non me ne frega un fico secco e tanto meno fresco 2) La descrizione geografica particolareggiata di paesaggi e affini. Perché detesto la geografia. E poi non sono in grado di visualizzare quanto viene descritto. 3) La descrizione, questo nei romanzi di fantascienza, di apparecchiature tecnologiche. Non ho una mente scientifica. E non riesco a visualizzare nemmen questo. 4) Infine, le spiegazioni strettamente scientifiche. Perché mi mancano del tutto le basi per poter capire di cosa cazzo si sta parlando. Il resto, però, lo leggo tutto. A meno che non ingeneri nella mia anatomia l’abnorme ingrossamento delle sacche scrotali. In quel caso salto pure quello.
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duca-66 · 2 years
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la madre
La madre passa di lì,
con gli zoccoli di legno. Ieri sera
il vento soffiava dal palo, i tetti si rompevano , i muri e i ponti
sono crollati , ha ululato tutta la notte con i suoi puma, e ora, in un mattino di sole gelido , arriva mia madre, la signora Trinidad Marverde, dolce come la timida frescura del sole nelle regioni tempestose, una minuscola lampadina e spegnersi, accendersi in modo che tutti possano vedere la strada.
Oh dolce mamma
-non potrei mai
dire matrigna-,
ora la
mia bocca trema a definirti,
perché appena
ho aperto il mio intendimento
ho visto la bontà vestita di un povero panno scuro,
la santità più utile:
quella dell'acqua e della farina,
e questo è quello che eri: la vita ti ha dato lui ha fatto il pane
e lì ti abbiamo consumato,
lungo inverno dopo inverno desolato
con le falle dentro
casa
e la tua onnipresente umiltà che
vacillava
sul ruvido
cereale della povertà
come se
distribuissi
un fiume di diamanti.
Oh mamma, come potrei
vivere senza ricordarti
ogni minuto di me?
Non è possibile.
Porto nel mio sangue il tuo Marverde, il
cognome
del pane che si distribuisce,
di quelle
mani dolci che tagliarono le mutande della mia infanzia dal
sacco di farina , di colei che cucinava, stirava, lavava, seminava, calmava la febbre, e quando tutto fu fatto, e ora potevo stare con piedi sicuri,
andò, appagata, buia,
alla piccola bara
dove per la prima volta rimase oziosa
sotto la forte pioggia di Temuco.
Pablo Neruda
Dal libro Memoriale di Isla Negra. Dal libro Poesie selezionate (1957-1964).
La poesia di Neruda è una commossa rievocazione della madre dell'autore, morta subito dopo il parto. La presenza, la vitalità e l'amore di una mamma nei versi immortali di Neruda. Un augurio a tutte le mamme. ❤️❤️❤️
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Pablo Neruda
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xsavannahx987 · 2 years
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Summit
Premetto di non aver visto l’intera diretta (già il fatto di dover cercare di tradurre in tempo reale mi fa saltare i nervi), quindi mi sono limitata a saltare direttamente alle parti che mi interessavano (il ballo a metà video che cazzo era? era proprio necessaria una cafonata del genere? mah!).  Partiamo col dire che sono entusiasta di questo “aggiornamento” per quanto riguarda i bambini. Alla fine ci sono voluti solo 8 anni per dare uno stramaledetto bambino “normale” al posto di amebe attaccate alla culla o di toddler che già corrono per casa manco fossero Bolt! Adoro l’animazione e quel box che si vede sulla destra mi fa impazzire. Mi auguro vivamente che abbiano allargato gli orizzonti intorno a ciò che concerne questa fascia di età, quindi spero di veder finalmente tornare i tanto agognati passeggini o, perlomeno, un qualcosa che permetta di portare questi benedetti bambini in giro con i genitori.  In tutto ciò, ovviamente, prego che vengano sistemate le facce di queste creature! EA sono mesi che ti chiediamo di fixare il bug! SONO TUTTI UGUALI!
Veniamo ora al secondo punto di mio interesse: Project Rene. Devo dilungarmi troppo? Credo non serva! E’ palese come la EA si stia letteralmente spaventando per l’avvento di Paralives, gioco in lavorazione ormai da anni che già ha mostrato diverse aggiunte che noi giocatori di The Sims chiediamo da 2 decenni. Project Rene è una scopiazzatura del tool di Paralives: ruota dei colori, scelta dei pattern, sostituzione di alcune parti del mobile e, molto probabilmente, anche trasformazione ad esempio di un letto singolo in matrimoniale e viceversa.  Mi fa sorridere come vengano annunciati certi contenuti, come se fossero farina del loro sacco e non un chiaro “furto” ai danni di chi sta sviluppando un gioco in totale autonomia e sovvenzionato solo dalle donazioni. EA puoi fare di meglio con i mezzi che hai a disposizione! Perchè rubi sempre le idee altrui?
Per concludere ecco che ci viene propinato la nuova App fiammente per mod e cc. Allora, posso anche accettare che questo elimini definitivamente siti come TSR dalla faccia della terra, ma dopo tutti i discorsi su early access di patreon, cambio nella policy, scandalo su materiale rubato e persone che hanno offeso gli utenti, tu EA che fai? Proponi persone che tengono CC in early access ben oltre il lasso di tempo consentito dalla TUA policy (o in paywall eterno)? In pratica mi stai dicendo che suddetti soggetti guadagneranno il doppio di quello che già incassano con patreon? Ottima mossa EA, davvero un bel colpo! 
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aitan · 2 years
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Ci sono persone che ti onorano, perché vengono da te, prendono ispirazione dalle tue idee e ne fanno una cosa migliore e persone che, copiando, ti banalizzano e ti fanno vergognare di essere la loro fonte di ispirazione; al punto che ti viene da rinnegare anche il percorso originale che avevi fatto tu e ti viene fatto di dichiarare che è tutta farina del loro sacco pure la macinazione del grano che hanno rubato al tuo mulino e che stenti a riconoscere perfino tu stesso, ora che è finita nel loro scipito pane.
Non so se mi sono capito.
Forse avrei fatto meglio a copiare questo concetto da codesto mio vecchio post di un paio d'anni fa:
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tempi-dispari · 2 months
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Lilyum: in black we trust
Veterani della scena black metal nostrana, i Lylium proseguono il loro cammino nel mondo oscuro. Percorso fatto di cambiamenti, evoluzione e voglia di non ripetersi. Sono arrivati alla nona fatica sulla lunga distanza con un disco che omaggia le origini del genere. In questa intervista si raccontano. Spiegano come è nato il loro ultimo lavoro, il loro concetto di underground e altri interessanti spunti.
Una presentazione per chi non ti conosce Kosmos Reversum: Ciao a tutti, siamo i Lilyum, suoniamo black metal dalla fine degli anni Novanta e veniamo da Torino. “We Are Disobedience” è il nostro nuovo e nono album e vede l’ingresso del batterista Summum Algor in formazione (vedi anche Adversam, Natassievila, Falhena, Tenebrae Oboriuntur). Volevamo realizzare il nostro disco più completo e violento di sempre e speriamo di esserci riusciti.
Iniziamo dal vostro ultimo lavoro. Come è nato? Kosmos Reversum: Ricollegandomi alla risposta precedente, nasce da una forte spinta nel voler fare qualcosa che rispecchiasse i vecchi canoni del black metal più intransigente. Da questo presupposto è nata anche la collaborazione con un batterista di talento e immerso appieno nella musica estrema come Summum Algor.
Sono bastati pochi discorsi con lui e abbiamo cominciato a scambiarci le nostre parti. Inizialmente lui mi passava delle basi di batteria e io incastonavo sopra i miei riff di chitarra. Alcuni li avevo già in cantiere e alcuni sono stati realizzati proprio prendendo spunto dagli input di batteria suoi. Successivamente è entrato in atto Lord Jotun col basso, le voci ed arrangiamenti di synth e tastiera, mentre per le chitarre soliste ci siamo un po’ suddivisi il lavoro, anche se le chitarre sono al 90% farina del mio sacco. Ne è venuto fuori un album davvero intransigente e che in più di un passaggio flirta col death metal. Siamo estremamente soddisfatti!
Lord Jotun: Va anche ricordato che il nostro precedente lavoro, “Circle of Ashes”, è stato interamente realizzato durante la pandemia, e aveva un taglio musicale molto più freddo e desolato. I Lilyum non realizzano mai lo stesso album due volte, quindi è stato uno sviluppo completamente naturale orientarci verso sonorità più aggressive e grezze, e verso un’impostazione più “live”.
Da dove nascono i vostri testi? Kosmos Reversum: Sono opera di Lord Jotun che ha fatto come sempre un lavoro egregio, andando anche a parlare direttamente di argomenti come perdite e lutti, unendo il suo solito stile ricercato. Come sempre si parla anche di misantropia, morte e dell’eterna lotta tra bene e male che l’uomo affronta ogni giorno. Per chiunque volesse leggere i suoi testi consiglio di comprare la copia fisica dell’album, dato che il libretto li contiene.
LORD JOTUN: per quest’album ho voluto privilegiare un approccio più diretto e in un certo senso minimale; anche se nella forma definitiva i testi hanno ovviamente subito un processo di revisione per adattarsi a riff, ritmiche, ecc., in linea di massima mi sono attenuto a un’idea generale per ogni pezzo, lasciandomi ispirare da essa a livello istintivo. Come sempre, un certo margine di interpretazione è lasciato all’ascoltatore, perché in fin dei conti scriviamo canzoni, non trattati o dissertazioni, ed è l’impatto emotivo a creare un canale di comunicazione fra artista e pubblico.
Data la vostra esperienza, come è cambiata la musica negli anni? Kosmos Reversum: C’è un sacco di ottima musica in ogni ambito e la gente dovrebbe prestare più attenzione alle nuove leve. Ovviamente, parlando per me, non sono molto attratto però dalle produzioni tutte uguali e tutte pettinate. Ogni band deve avere il suo suono e le sue particolarità, e il black metal ancora di più. La standardizzazione sta uccidendo l’attitudine ed il sentimento. Prodotti tutti simili producono ascoltatori distratti.
Vi riconoscete ancora nel panorama musicale odierno? Kosmos Reversum: Non troppo, per i motivi che elencavo nella risposta precedente. Anche il black metal sta subendo un “infighettimento” e una omologazione per fare in modo di piacere alla massa. Questo per me è rivoltante, è qualcosa che quasi mi fa incazzare. Lord Jotun: ci riconosciamo in quel panorama che vive e respira l’underground come fenomeno tutt’ora vivo e attuale.
C’è ancora spazio per il black metal? Lord Jotun: ritengo che ci sia più bisogno che mai di un genere non addomesticabile e iconoclasta come il black metal. Il titolo del nostro album rappresenta alla perfezione tale pensiero. Kosmos Reversum: Meno siamo meglio è! L’importante è che rimangano quelli buoni!
Perché avete scelto un tipo di produzione old school? LORD JOTUN: anche in fase di registrazione lasciamo abbastanza spazio all’improvvisazione e all’ispirazione del momento; non abbiamo una sorta di “canovaccio sonoro” a cui ci atteniamo per definire il suono dei Lilyum. Per quest’album ci siamo orientati verso suoni in più possibile naturali, e abbiamo inciso riprese continue limitando il più possibile ogni intervento di editing. Anche i pochi effetti presenti sono stati realizzati in maniera piuttosto “artigianale”; per esempio per alcune voci filtrate ho semplicemente usato un pedale distorsore senza altri orpelli. Il risultato è un album crudo e feroce nell’estetica e negli intenti, che è esattamente quello che avevamo in mente.
Kosmos Reversum: Per noi suonava bene così, quindi abbiamo scelto quello che ci piaceva. Noi non scegliamo una produzione piuttosto che un’altra, semplicemente applichiamo il sound che sentiamo più nostro. Tutto è migliorabile, ma per noi un disco di questo genere deve far male, suonare crudo e in your face. Speriamo di esserci riusciti!
Che cosa manca alla musica di oggi? Kosmos Reversum: Manca un accostamento ad una cultura. Se ci pensi in passato tutti i generi che hanno rivoluzionato la musica avevano una forte componente ideologica e culturale, che si parli di rock, punk, grunge, ecc…Oggi la gente ascolta solo musica ma non ha una identità culturale ed ideologica da associare ad uno stile musicale. In pratica la musica è solo diventato un passatempo, non più un movimento vero e proprio. E in questo passaggio si perdono molti elementi importanti, che costruiscono l’individuo anche per ciò che ascolta. Non puoi avere la stessa mentalità se suoni black o metalcore.
Lord Jotun: Oggi da ogni genere, anche quelli più di nicchia, ci si aspetta che ogni dettaglio – dalla produzione all’artwork, dalle tematiche dei testi alle fotografie dei membri – segua a menadito un elenco preimpostato di criteri, e tutto quello che si discosta da esso viene liquidato come fallimento. Eppure tutti gli album che hanno fatto la storia sono emersi anche grazie al loro carattere fortemente individuale. Trovo questa deriva decisamente deleteria per la crescita della musica come forma di espressione.
Se doveste iniziare adesso a fare musica, quale via scegliereste? Kosmos Reversum: I generi che ho sempre suonato principalmente con vari progetti: death, thrash e black metal. O non inizierei affatto, ahahahah!
Lord Jotun: scriverei jingle per le pubblicità, per guadagnarmi da vivere con tre accordi in venti secondi. Seriamente, credo proprio che finirei esattamente dove sono ora, perché non sono stato io a scegliere il metal, ma è il metal che ha scelto me, e dopo quasi un quarto di secolo di attività come musicista credo di potere escludere che si sia trattato “soltanto di una fase temporanea”.
Qual è oggi la difficoltà maggiore, secondo voi, per le band storiche (parliamo di underground)? Kosmos Reversum: In Italia è tutto difficile. Abbiamo venduto 10 copie del nostro disco e non penso faccia così cagare. Vai ai live e trovi le zie col barboncino a guardare i nipoti. Come pensi possa svilupparsi una scena?
Lord Jotun: costi proibitivi in generale e burocrazia infernale sono un vero paletto nel cuore per tante realtà di nicchia e non solo; dopo il disastro della pandemia, che ha affossato un settore live già in difficoltà da anni, l’unica via sembra essere ricostruire quasi da zero un ambiente underground attivo e fertile – ma, piaccia o meno, tanti di noi iniziano ad avere una certa età e non noto grande interesse da parte di potenziali nuove leve rispetto anche solo a dieci anni fa. Spero di sbagliarmi.
In tanti dicono che troppi artisti cercano di riprodurre ciò che è stato nel passato perché la musica di oggi non vale nulla. Il tuo punto di vista? Kosmos Reversum: Tutte stronzate, registrate un album che rompe il culo e promuovetelo e qualcuno si accorgerà di voi. Che sia roba già sentita o meno, se avrete l’attitudine giusta verrà a galla. Basta piangere, con un ep caricato solo su spotify in vent’anni di attività!
Lord Jotun: se si parla di musica mainstream è oggettivamente impossibile non riscontrare un notevole abbassamento di livello; basti pensare a Barbie Girl degli Aqua, tornata trendy dopo oltre 25 anni per via del film: una canzonetta bubblegum pop dalla complessità musicale paragonabile a Quarantaquattro Gatti, che però messa a confronto con roba che va per la maggiore da qualche anno sembra arrangiata dai Supertramp.
Per quando riguarda il nostro ambito, un’affermazione simile mi suona come la tipica semplificazione+polarizzazione esagerata, tanto in voga dell’epoca dei social, perché esiste un numero virtualmente infinito di possibilità espressive fra riscaldare una minestra stantia pedissequamente scopiazzata e cercare ossessivamente l’innovazione e l’avanguardia superficiali inserendo un assolo di flicorno suonato con lo sfintere in un ibrido di brutal death, synthpop e polka.
La musica oggi dovrebbe essere più…? Lord Jotun: più sincera, creata per esprimere qualcosa anziché cavalcare gli algoritmi. Kosmos Reversum: Più feroce, almeno il metal estremo. Dovrebbe essere fatta da gente col sangue agli occhi, con l’istinto omicida.
Un artista o una band per cui ti piacerebbe aprire? Kosmos Reversum: Urgehal. Lord Jotun: Emperor. Non mi importa se adesso Ihsahn sale sul palco con la barba impomatata e gli occhialoni da blogger, sono stati e saranno sempre una parte fondamentale del mio percorso artistico a cui devo tantissimo.
Una che vorresti aprisse per te? Kosmos Reversum: Butcher Babies. Menerei la parte maschile della band e porterei a fare una passeggiata romantica le due signore. Lord Jotun: se hanno ancora l’abitudine di gettare secchiate di sangue sul pubblico, Behexen, perché nel locale resterebbe soltanto la parte di pubblico abbastanza squilibrata per apprezzarci.
Il vostro concetto di underground? Kosmos Reversum: Fottersene di ogni trend, fottersene di tutti e continuare a fare ciò in cui si è convinti. Lord Jotun: passione, indipendenza, devozione.
La sua ‘malattia’ peggiore? La cura? Kosmos Reversum: L’esibizionismo. La cura sono gli schiaffi a mano aperta fino ad aprirgli le ghiance a questi fighetti strafottenti, tutti invasati di software alla moda, plugin e ciuffi perfetti. Bisogna spettinarli per ridestarli. Lord Jotun: troppe pecore, troppi pochi lupi. Risveglio o eutanasia? Chi vivrà vedrà.
Una band o un artista underground che consigliereste? Kosmos Reversum: Lilyum, Adversam. Lord Jotun: In Corpore Morris, Phenris, Orgiastic Pleasures, Rust
Una mainstream che ti stupisce? Kosmos Reversum: Potrebbe stupirti, ma i Meshuggah continuano a stupirmi. Anche gli Yob. Lord Jotun: Metallica. Avrebbero potuto ritirarsi a vivere da signori anni fa, invece continuano a fare quello che vogliono fregandosene di tutta la merda che mezzo mondo getta loro addosso appena respirano.
Ieri l’idea, oggi il disco, e domani… Kosmos Reversum: Altre mazzate sonore con una produzione ancora più anti-figa. Lord Jotun: e chi lo sa? Con Altar of Fear eravamo convinti di avere raggiunto il capolinea, e pochi anni dopo l’entità Lilyum ci ha presi per i capelli e ci ha ordinato di tornare a incidere.
Una domanda che non vi hanno mai posto ma vi piacerebbe vi fosse rivolta? Kosmos Reversum: Perchè continuate, dato che non vi caga nessuno e siete vecchi? Lord Jotun: vorreste 5000 euro per realizzare il prossimo album?
Se foste voi ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervistereste e cosa gli chiedereste? Kosmos Reversum: Eh, domanda difficile, sono tante le band che vorrei o avrei voluto intervistare. Ma credo che Jon Nödtveidt rimanga una delle figure più controverse ed interessanti non solo del black/death metal, ma di tutto il metal. Per me nascondeva un universo dentro di sè, che ha portato con coerenza dentro la sua mente fino a quando ha deciso di porre fine alla sua esistenza in questa dimensione. Lord Jotun: Euronymous, Peter Steele, Frank Zappa, John Lennon, Freddie Mercury e confermo anche io Nödtveidt. Credo sarebbe impossibile non avere una conversazione stimolante con menti del genere.
Un saluto e una raccomandazione a chi vi legge. Kosmos Reversum: Se amate il black metal ascoltateci. Se non amate il black metal non ascoltateci. Lord Jotun: grazie per lo spazio concessoci. Siate disobbedienza!
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michelemarongiu · 10 months
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Il cuore in frantumi
Questo è l’ultimo articolo che ho scritto per la rivista Vita Somasca. L’argomento che tratta mi sta molto a cuore per due motivi: perché ha dato una svolta al mio personale cammino e perché capovolge alcune idee, molto diffuse tra i cristiani, che ostacolano enormemente la gioia di vivere. Non è quasi in nulla farina del mio sacco, ma devo questa decisiva scoperta ai meravigliosi libri…
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umi-no-onnanoko · 1 year
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Capisco. Colgo l’occasione per farti i miei complimenti per il blog, posso domandarti se sei una scrittrice o scrivi per passione? Scrivi davvero molto bene e mi chiedevo se fosse tutta farina del tuo sacco, se si , i miei complimenti più sinceri
Ti ringrazio per i complimenti.
Ho sempre scritto dalle elementari, quindi da quando ho imparato a farlo, in poi è sempre stata la mia valvola di sfogo, il mezzo che prediligo per esprimere me stessa ed il mio mondo interiore, attraverso la scrittura mi sento me stessa e ciò che sono può apparire nel modo più cristallino possibile.
Non sono una scrittrice, però tempo fa scrissi una raccolta di poesie su wattpad, quando ero più piccolina, ma eliminai il profilo e la raccolta perché mi vergognavo troppo.
Grazie per i complimenti, scrivo per passione e quando ispirata, a volte sono frasi che mi vengono in mente, anche mentre dormo, e devo subito appuntare, a volte sono storie, eventi di vita personale o comune che mi ispirano, e mi piace sperimentare tra testi, storie, lettere, poesie o canzoni; sebbene preferisca la carta.
Grazie ancora.
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gcorvetti · 1 year
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Nuovo mese.
Lasciando il fatto che Aprile dovrebbe essere il mese della rinascita e quindi del bel tempo, diciamo così, qua invece nevica, siamo a zero gradi e non accenna al cambiamento. A parte il meteo che è relativo ma visto che è così da metà Ottobre mi sono anche un pò stufato e mi piacerebbe anche andare in giro in bicicletta. Sono un paio di giorni che vedo post su FB di lamentela che le IA, penso sia solo chatGPT, sono state (o è stata) bannate in Italia, beh si vede che a qualcuno dei piani alti non piacciono, ma c'è una sorta di paura che non potranno essere usate dagli italiani, ognuno fa quello che vuole ma onestamente dopo il tizio che c'ha scritto un libro e lo sta vendendo su Amazon, lo dice tranquillamente che è fatto dall'IA, fino a chi usa Blender sono tutti infuriati per sta cosa, cos'è vi eravate già privati del vostro cervello? Oppure non ne avete e dovete chiedere l'aiutino? Non vi nascondo che un aiutino lo avrei cercato anche io, un buon marketing per i miei prodotti e vivendo all'estero potrei anche farlo, ma quel giorno di non tanto tempo fa mi sono poi interrogato su alcune questioni tipo : Ma se l'AI mi dice che si va bè questo quello ma devo fare una campagna pubblicitaria da 10k? Oppure, mi avrebbe dato un risultato complesso che per metterlo in atto avrei dovuto rinunciare alla mia vita o una cosa del genere? Allora decisi di non usare l'AI per una cosa del genere e andare avanti con la mia testa, anche male ma usando la farina del mio sacco, come si suol dire.
Leggo poi nelle notizie che in Finlandia è salita la destra, come in Italia, come in parecchi paesi Europei, scommetto che c'è dietro lo zampino dello zio Sam, come in da noi quando c'era il partito comunista gli yankee si sono sempre messi di traverso nonostante un paio di volte la sinistra aveva vinto e hanno fatto di tutto per annullare le elezioni, sappiamo ora tutti che il PCI prendeva denaro da Mosca, di sicuro loro lo sapevano anche all'epoca, fatto sta che sono maestri in queste cose, destabilizzare un paese e se è necessario colpo di stato. Ci sono anche qua, in Estonia, quelli di destra si chiamiamoli tranquillamente neo-nazi, i politici in parlamento sono un pò più moderati perché non è tempo di olio di ricino, ma ricordo anni fa che dicevano la stessa cosa della Lega "prima gli Estoni", giustamente, a loro penso che faccia comodo il servilismo di un paese piccolo nei confronti di una potenza come gli USA, però non sanno che un giorno arriverà il conto, male che vada dovranno pagare a libitum per sempre.
In questi giorni ho anche cazzeggiato un pò in rete, senza nessuna meta, ho visto più di un video, almeno una ventina, di persone comuni che si lamentano del governo centrale Europeo, che sono stufi di questa guerra che nessuno voleva ma che alla fine è già passato più di un anno, e di come debbano pagarne le conseguenze (indirette) ma solo noi. Sono convinto (si lo so è brutta sta cosa) che gli yankee ci hanno voluto punire e per vendicarci dovremmo mandarli a fare in culo, proprio così, ma prima bisognerebbe far finire sta guerra poi dirgli :"Avete voluto l'ennesima guerra nel nostro territorio, adesso andatevene via siamo stufi". Leggevo che il famoso mondo occidentale che tanto i russi stanno odiando, per propaganda, altro non è che gli USA, of course, l'Europa e l'Australia, e il resto del mondo? I paesi asiatici, quelli africani? Beh i sud americani non penso siano in linea con quelli del nord; quindi in realtà che mondo stiamo difendendo? Un mondo occidentale che è al collasso? La Cina, che è la vera potenza mondiale, vuole chiudere questo capitolo della storia facendo si che l'economia mondiale non sia più nelle mani degli americani, ma loro, questo potrebbe fare partire una guerra fredda senza fine, ma se la Cina si unisce alla Russia sono cavoli amari. Non lo scrivo perché simpatizzo per l'oriente, ma semplicemente perché sono realista e una cosa del genere potrebbe capitare.
Concludo che mi è venuta fame, in tutto questo sono sempre al palo e non ne vedo la fine.
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clacclo · 1 year
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"Scrivi bene!"
È il complimento che mi fanno più spesso. Grazie, ma non dovrebbero conoscerla tutti la lingua italiana?
Le regole grammaticali, la sintassi, la punteggiatura e l'ortografia le inseriamo alle elementari e alle medie: saperle usare non è un gran vanto!
Mi piacerebbe, invece, quando mi dicono che sono originale, che sono appassionante, interessante, intrigante, divertente, eccitante o l'aggettivo che faccio venire in mente con i miei scritti e con i miei racconti. Questa è farina del mio sacco!
Ma scrivere bene delle stronzate non è un gran merito, secondo me...
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paolobrunelli · 2 years
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#100happydays #day983_1 …non è farina del mio sacco, ma sono bellissimi!!! Hemmm… sono buonissimi! (at Pressana) https://www.instagram.com/p/Ch0M_SYsh7V/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ultravita · 2 years
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BASSO
Sono sul divano con il computer sulle gambe e la pagina bianca aperta davanti a me. Il cursore lampeggia e non so che scrivere. Questo nuovo progetto è molto stimolante, scrivere qualcosa tutti i giorni non è facile, devono venirti idee, qualcosa di nuovo, qualcosa che non hai ancora scritto.
Proprio di fronte a me, vicino al mobiletto della televisione (rigorosamente spenta, fa parte anche questo delle regole del mese) c’è il mio basso.
Qualche giorno fa l’ho riportato a casa, un gran bel basso, rosso ciliegia, come recita l’altisonante nome attribuito da chi l’ha costruito, aveva il battipenna color avorio, cangiante, quando l’ho comprato vent’anni fa circa, ma adesso è nera, perché mi piaceva il pendant con la paletta, anch’essa nera, lucida.
Ho iniziato a suonare verso i diciotto anni, insieme ad un gruppo di amici con cui passavo gran parte del mio tempo libero, tra disastri, risate e sbornie colossali.
Ci piacevano i Timoria, sapevamo tutti i pezzi a memoria, avevamo sempre le loro cassettine nella radio delle prime macchine, o nei walkman della Sony, o nello stereo a casa.
Ma la prima canzone che ho imparato a suonare è stata Certe Notti di Ligabue.
Non mi piaceva Ligabue, non conoscevo quella canzone, ma in qualche modo fu la prima che uscì da quelle casse e dagli amplificatori della sala prove.
Una sala prove che sapeva di umido, come solo le sale prova possono sentire, con le stufette accese tutto l’inverno, con la prenotazione per poter andare a suonare fatta in un bar, che ormai non c’è più.
Alla fine non sono io ad aver scelto il basso, ma fu lui a scegliere me, perché il batterista aveva già una parvenza di saper picchiare su qualcosa, il chitarrista pure, il cantante cantava (non ha avuto bisogno di sapere o imparare) e quindi mancava il bassista.
Ovviamente il primo basso fu prestato da un altro amico, un basso vecchio, malconcio, senza tasti perché li avevano tolti non si sa per quale strano progetto.
E non c’era internet, non c’erano partiture o tablature, un altro amico con un po’ di orecchio mi aveva spiegato quali fossero (più o meno) le note giuste da fare.
E quindi abbiamo iniziato così, come fanno tutti i gruppi famosi, tra amici, solamente che noi non siamo mai diventati famosi e un po’ anche meno amici.
Dopo Ligabue è toccato, ovviamente, ad una canzone dei Timoria, Atti Osceni, e poi ad altre e ancora altre.
Poi come tutti i gruppi famosi, abbiamo deciso di cambiare cantante, diventando un po’ meno amici di quello vecchio e un po’ più amici del cantante nuovo.
Ma alla fine è proprio per l’amicizia che l’abbiamo fatto, perché il gruppo era di amici, veri, che alla fine suonavano per stare ancora insieme qualche ora in più.
La porta della sala prove era pesante, una porta di legno vecchia in un ex scuola di suore, all’interno era foderata di materiale isolante, economico e sulle pareti c’erano file di confezioni vuote di uova.
Sul pavimento una moquette sempre sporca, ogni tanto qualche altro gruppo provava a riordinare o a fare pulizia, ma il risultato era un confortevole casino.
Avevamo anche iniziato, come tutti i gruppi famosi, a fare canzoni nostre, e probabilmente anche questo ha contribuito a non farci diventare famosi.
Ricordo benissimo la versione punk Laudato Sii O Mio Signore, canzone scelta non perché venissimo da una cultura religiosa o oratoriale (anche se qualche prova l’abbiamo fatta nella sala prove sotto la chiesa) ma perché ci sembrava l’ennesima potenza della dissociazione punk-rock.
Ma questa non era tutta farina del nostro sacco, la canzone c’era già, noi l’abbiamo solamente suonata un po’ più veloce cambiando qualche parola (citando dell’alcol e della marijuana credo).
La nostra vera, prima, canzone fu Coccio.
Coccio, capite… adesso non ricordo più il testo ma sicuramente non continui a farci diventare famosi.
La data zero del nostro tour (scusate la parola) mi sfugge, non ricordo più se è stata sul cassone di un camion parcheggiato sulla spiaggia di un’insenatura del Lago di Como, oppure fuori dalla casa di montagna di un nostro amico dopo una ricca cena a base di non mi ricordo più che pietanze ma sicuramente annegata da litri di vino e cocktail improbabili.
O forse è stata nel pub, a fare da spalla a probabilmente il gruppo più talentuoso di tutta la valle, con la pretesa di saper suonare, avere dei suoni per poi subito essere asfaltati da un muro di accordi perfetti e ritmiche che si sentivano solo nei dichi.
Come primo nome avevamo scelto di chiamarci Espera, perché secondo noi era fighissimo avere una parola greca come nome (anche quello scopiazzato dai Timoria).
Espera tramontò quasi subito (da notare il gioco di parole tra Espera, sera in greco, e tramonto…) e fù subito sostituito da Neurodisnei, scritto così, con la i normale senza y per non incorrere in querele da parte di Walt ed eredi e successivo logo scritto proprio nei caratteri famosi a tutti e come simbolo un pagliaccio malefico (non so cosa centrasse ma lo aveva fatto gratuitamente il fratello del batterista).
Ed il nome rimase fino allo scioglimento della band, che avvenne senza litigate o motivi eclatanti, forse era solo passato il tempo, forse era tempo per altro, o forse era il tempo per farlo.
Poi tanti anni senza suonare, un po’ come la bici però, non si dimentica mai come farlo anche se perdi, ovviamente, la manualità e la velocità.
Poi il mio amico di sempre, Ivano, mi chiede di formare una nuova band, ci saremo noi due, il batterista, Fausto, e la cantante Mara.
Inizia quindi un gran bel periodo, fatto di prove nella vecchia scuola muratori della Vernuga, dove mettiamo a posto una vecchia aula, trasformandola in una grande sala dove suonare.
Era davvero grande, freddissima in inverno e, nonostante le tre stufette attaccate, non ci si riusciva proprio a scaldare.
Così da veri artigiani costruimmo un gazebo chiuso fatto di assi e celophane per limitare la dispersione di calore e suonarci dentro.
Facevamo cover, Deep Purple, ma anche Elisa e altre cantanti.
È stato davvero un bel periodo, abbiamo anche registrato un pezzo (o almeno un pezzo di un pezzo), il brano si intitolava “Il Viandante” e nel mentre avevamo perso anche il batterista.
Fausto era un folletto, sì, a me ha sempre fatto quell’impressione.
Ci faceva pisciare addosso dal ridere, le sue battute, i suoi commenti ed una barzelletta sempre pronta.
Era anche bravo a suonare la batteria ma non si ricordava mai i pezzi. O almeno, ci provava, ma nella sua confusione e memoria un po’ corta, le canzoni non venivano mai come volevamo.
Quindi decidemmo di congedarlo ma da lì a poco anche la band si sciolse.
Forse, anche in questo caso, perché ognuno di noi aveva vite diverse, interessi diversi e poco tempo da dedicarci a vicenda.
Passarono ancora anni e, complice un nuovo lavoro, incontro Alessandro che i propone di suonare con la sua band, i SuperMe!.
L’idea mi attira, dopo anni passati a suonare cover, fare dei pezzi scritti dal cantante, Andrea, e per di più in italiano, mi stimola a ributtarmi in un nuovo progetto.
Alla batteria c’è Giuseppe, anni a suonare in band di hard-rock, ed ora, anche lui, contento di cimentarsi con dei pezzi pop suonati con la batteria elettronica.
Il progetto funziona, in poco tempo registriamo un piccolo EP e usciamo a suonare.
Sono dei mesi davvero belli, mi diverto, ogni anno abbiamo dei pezzi nuovi da aggiungere per il nostro “tour” estivo.
Ma anche in questo caso è il batterista che non va, o almeno, Giuseppe non ha più voglia di spacchettare su di una batteria elettrica e allora decide di abbandonare la band.
Quindi ci reinventiamo introducendo ancora più elettronica che va a sostituire la parte ritmica.
Anche Andrea, che non nasce come cantante, decide che è il momento di lascio spazio a qualcuno più performante.
Lui si dedicherà alla scrittura, all’elettronica e alla chitarra mentre alla voce decidiamo di prendere una ragazza.
Anzi. Più di una, perché non si riesce a ricreare quell’alchimia, quella magia che c’era prima.
Complici gli impegni, la voglia un po’ passata, dopo alcuni concetti ed un altro brano registrato, anche io decido di fare un passo indietro.
Sono decisioni difficili da prendere, ma anche in questo caso le priorità sono altre, gli interessi cambiano e decido di dedicare il mio tempo a corse e organizzazione di gare.
Adesso il mio basso è fermo lì, sul piedistallo nero che lo tiene in piedi. Questa volta, credo, per sempre, perché penso che ci sia un tempo per tutto e, forse, quello per la musica è passato.
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libro-dimenticato · 6 years
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Hei, Non sei l'unica/o che è su quella bicicletta a pedalare su quel percorso dove non sei a conoscenza di quale direzione il tuo cuore sta cercando di cadere? Se continui a cercare di forzare te stessa/o a sterzare nella direzione opposta... cadrai e ti ammalerai.
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bicheco · 2 years
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Eva: Parli come un cioccolatino perugina. "Balenare" addirittura...
D: Non è farina del mio sacco, è roba scritta dai Manetti Bros. Ho appena visto il film "Diabolik".
E: Giudizio?
D: Lento. Noioso. I Manetti sono braccia rubate all'agricoltura.
E: E quando si parla di rubare tu sei un'autorità.
D: Direi. E poi gli attori sono sbagliati. Marinelli sarebbe anche bravo ma si vede che non ci crede. Diabolik non è solo una semplice calzamaglia. Diabolik è una rivoluzionaria filosofia di vita.
E: Eva invece com'è?
D: Eva è bona, ma non ha certo la tua classe ed algida bellezza.
E: Sei un gran paraculo! Ti amo anche per questo. Dimmi di Ginko.
D: Che vuoi dire di Ginko?! Hanno preso Mastandrea. Col parrucchino. Romano per romano tanto valeva prendere Zerocalcare almeno si rimaneva nel fumetto e ci scappava qualche risata volontaria.
E: Un disastro quindi? Non si salva niente?!
D: La scena in cui Eva si spoglia nuda cantando "Zitti e buoni" dei Maneskin...
E: Davvero?!!!
D: No scherzavo. Questo è quello che vorrei tu facessi adesso.
E: Ribadisco: paraculo. "Siamo fuori di testa, ma diversi da loro...."
D: "... diversi da loro....".
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