Il Mosaico Pavimentale della Basilica Cattedrale di Otranto, Italy
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Annuncio ritardo: il treno della vita che passa una volta sola arriverà con un ritardo previsto di novanta anni ci scusiamo per il disagio.
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“The real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes, but in having new eyes.” – Marcel Proust | Otranto LE, Italy
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi paesaggi, ma nell'avere nuovi occhi.” – Marcel Proust | Otranto LE, Italia
© Kevin Charles Ward
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Mine Vaganti / Loose Cannons
Ferzan Özpetek. 2010
Ruins
Masseria Cippano, SP87, 73028 Otranto LE, Italy
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Two-tailed mermaid.
Otranto Cathedral floor mosaic.
Executed between 1163 and 1165 by a group of artists headed by Pantaleon, a basilian monk from the monastery of San Nicola di Casole.
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“ Le campane di Otranto suonavano a piena festa, mentre da ogni quartiere della città uomini e donne, vestiti di mille colori, con andatura disinvolta, gioiosa e spedita, che dava a tutti un piglio di giovinezza, avanzavano verso la piazza della cattedrale, raccontandosela e ridendo, sotto i raggi del sole ottobrino rimbalzanti con tanta leggiadria dalla terra al mare che il mondo sembrava improvvisamente piombato in una eccezionale pausa di felicità. Spiccavano tra gli uomini di guerra dame di fattura delicata, di carne fresca, in sopravveste di broccatello, belle più che mai e fiere come se fossero state la gloria stessa dei soldati vincitori fattasi persona. Qua e là invece qualche vecchio nobile salentino camminava da filosofo de contemnenda gloria, sguardando la folla festosa, in mezzo a cui ufficiali napoletani caracollavano su bestie snelle e capricciose, ornate di frange d’oro, eccitate dalla novità. Erano i primi di ottobre dell’ anno 1481 e a Otranto si festeggiava solennemente con un Te Deum nella cattedrale la liberazione della città, avvenuta il 13 settembre dello stesso anno ad opera delle milizie di don Alfonso d’Aragona. Dai tempi della giovinezza io non vedevo Otranto in un giorno di festa, gli stendardi sulla torre gialla, il dragone, il crocefisso con la scritta d’oro "Recordatus sum virtutis eius" e le sbarre rosse di casa d’Aragona, da quando la mia famiglia s’era trasferita a Napoli e io avevo vent’anni. Era dunque passata una decina d’anni, durante i quali la distanza dalla città nativa, la vita della capitale e della corte avevano trasformato Otranto in una di quelle realtà interiori che assomigliano più a un fatto dell’immaginazione che a una somma di cose vere: le piccole case bianche dei pescatori nei paraggi del porto, complici dei miei avvenimenti infantili e delle fantasie d’allora, vivevano entro la mia anima di una vita specialissima, intermittente, legata alle occasioni della solitudine e del profondo raccoglimento. Quando il duca Alfonso radunò le truppe per liberare la città dall’occupazione turchesca, mi trovai di mezzo fra gli agi pacifici della vita napoletana e il richiamo sottile della mia giovinezza; optai per il secondo e presi parte alla spedizione. “
Maria Corti, L'ora di tutti, con un saggio di Oreste Macrì, Bompiani (collana Tascabili n° 164), 2008¹⁷; pp. 312-313.
[1ª Edizione originale: 1962]
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Arriva sera
Ho atteso il tramonto
Seduta sul lungomare.
Nel vento,il brusio delle onde
Che giungono a riva
Sul punto di mutarsi in parole.
Fisso l'orizzonte lontano
Quell'invisibile altrove
Dove nasce il futuro.
Ascolto.
Il rosa del cielo addolcisce l'attesa
La foschia ammorbidisce
I contorni e la luce che muore
C'é una calma irreale.
In cima al mare,fra poco
Forse apparirá la tua nave.
La pallida luna che piano sale
E mi viene a parlare.
@klimt7
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#otranto #puglia #italia #apulia #italia #nofilter (at Porto di Otranto) https://www.instagram.com/p/CjDBH75j9TW/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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