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#postmodernos
alessandro55 · 22 days
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Neoclassico
Impero, Biedermeier e Postmoderno nella casa di oggi
Testi di Melanie Fleischmann - Fotografie di Mick Hales
ideaLibri, Milano 1989, 160 pagine, 26x26cm, ISBN 88-7082--156-0
euro 25,00
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An examination of the Empire style, Biedermeier and Postmodern, as seen in couches, cabinets, wall hangings, silverwork and porcelain from the Napoleonic era. Demonstrates how such forms can be applied to today's homes, and looks at the work of a variety of designers who have used the neoclassical style
Soggetto: Arte del Legno (Cornice, Intaglio, Mobili..),Design,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
04/09/24
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marcogiovenale · 2 years
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anacronismi. giovanni di stefano e la pittura cieca / alberto d'amico. 2023
Anacronismi Giovanni Di Stefano ha qualche anno più di me, uno o due, non ricordo. Non so come ma ci siamo trovati subito in sintonia, sarà per l’umorismo simile, un po’ pazzoide, per questa vena malinconica che ci contraddistingue e anche perché siamo diversi e quindi siamo incuriositi l’uno dall’altro. Perché ho pensato al titolo “anacronismi” scrivendo di Giovanni? Perché ricordo quel giorno…
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È la natura della morte moderna, - considerò Murray. - Ha una vita indipendente da noi. Sta crescendo in prestigio e dimensione. Dispone di uno slancio mai conosciuto prima. Noi la studiamo obiettivamente. Possiamo predirne l'aspetto, seguirne il corso nel corpo. Possiamo ritrarla in sezione, registrarne su nastro tremori e onde. Non le siamo mai stati tanto vicini, mai abbiamo avuto tanta famigliarità con le sue abitudini e i suoi atteggiamenti. La conosciamo nell'intimo. Ma lei continua a crescere, ad aumentare in dimensione e portata, ad acquisire nuovi sbocchi, nuovi passaggi e mezzi. Più ne apprendiamo, più cresce. Che sia una legge della fisica? Ogni progresso in conoscenza e tecnica viene pareggiato da un nuovo tipo di morte, da una nuova specie. La morte si adatta, come un agente virale. Forse è una legge di natura. O forse una mia superstizione personale. Sento che i morti ci sono più vicini che mai. Avverto che abitiamo la loro stessa atmosfera. Ricorda Lao Tse: «Non vi è differenza tra i vivi e i morti. Sono un unico canale di vitalità». L'ha detto seicento anni prima di Cristo. Ed è ancora una volta vero, forse più che mai.
Rumore bianco, D. DeLillo, 1985
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samzarazua-blog · 11 months
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Pina Bausch
Explora la mente creativa que redefinió la danza contemporánea: Pina Bausch, una pionera indiscutible.
View this post on Instagram A post shared by Tanztheater Wuppertal Pina Bausch Terrain Boris Charmatz (@tanztheaterwuppertal) (27 de julio de 1940 en Solingen, 1940- el 30 de junio de 2009 en Wuppertal, Alemania) Pina Bausch adquirió una sólida formación en la Folkwang Hochschule de Essen, bajo la tutela de Kurt Joos, seguido por estudios en la prestigiosa Juilliard School de Nueva York. Sus…
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rideretremando · 1 year
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"Ferraris non cessava di ricordare a noi studenti quando, la notte del 1991 in cui gli aerei delle Nazioni Unite avevano iniziato a bombardare l’Iraq, Vattimo era stato interrotto in diretta dalla notizia proprio mentre affermava che, nella postmodernità, la guerra non esiste se non come immagine.
(...)
Vattimo si trovava a suo agio, credo, non soltanto in queste contraddizioni, ma con un dibattito pubblico che sembrava confermare la componente descrittiva delle sue ipotesi sulla nostra epoca, sposandosi alla perfezione con la sua ironia. Quest’ultima lo spinse di lì a poco a dichiararsi “comunista”, mettendo il suo attivismo al servizio di nostalgici non tanto del comunismo come tale ma dei campi siberiani e che, in alcuni casi, avrebbero presto corteggiato l’estrema destra. Spiegò questa scelta rispondendo, sul Manifesto, alla lettera di un lettore che gli contestava di aver costruito il pensiero debole proprio contro il marxismo. Lui gli dava ragione, ma puntualizzava che il suo obiettivo era stato – a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta – contrastare le componenti armate della sinistra extraparlamentare, ostaggio a suo parere di un “pensiero forte” che non avrebbe portato alla libertà, ma a sofferenze e oppressione.
(...)
L’idea che qualunque concetto di verità o realtà sia “violento” (di una violenza “metafisica” che fa sfoggio di un uso per lo più fuorviante di questa nozione) è diffusa come allora. Lo è anche quella secondo cui l’opposizione politica consiste nello scegliere passivamente, tra poli narrativi esistenti e in contrasto tra loro, quello che, per avventura, è in questo momento il più debole. Il pensiero diviene allora così debole, anche con le migliori intenzioni, da limitarsi a porre a margine del discorso pubblico un simbolo di negazione, per ritirarsi nella completa impotenza."
Davide Grasso
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qksclan · 2 years
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@ETc.Paintings
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dominousworld · 2 years
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L'ARCHITETTURA DEL POSTMODERNO
di Alexander Dugin “L’architettura del postmoderno è priva di centro, asse, equilibrio e armonia. La postmodernità è mezzanotte. La modernità corrisponde alla sera, al tramonto: ci sono ancora residui del mondo tradizionale, di luce, di soggettività, di razionalità e di totalità. Ci sono famiglie, società, stati e uomini. Nella postmodernità tutto questo viene sostituito da dio, cyborg e entità…
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crazy-so-na-sega · 1 month
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tutto sulle Trans-Olimpiadi
"Lo spettacolo inteso come inversione del reale diventa la realtà. L’obiettivo olimpico – i Giochi sono lo spettacolo per eccellenza, rafforzato dalle bandiere nazionali, dall’aggiornamento del medagliere come bollettino quotidiano di guerra, dal tifo “nazionale” di anonime folle televisive- è quello di legittimare i rapporti sociali di dominio, presentandosi, senza possibilità di vera contestazione, come intrinsecamente positivo, un benefico oppio dei popoli postmoderno con interruzioni pubblicitarie. La spettacolarizzazione della realtà, sotto il prisma della competizione sportiva, delle medaglie, i rituali di premiazione con tanto di inni nazionali, prende il posto della guerra, o forse la prepara."
[estratto]
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Julio Cortazar, scrittore e poeta amatissimo, la sua modernità, pur essendo nato nei primi anni del '900, é sconcertante, e la sua scrittura, inconfondibile.
È riuscito a innalzare il destino dell'uomo sottraendolo ai suoi meri impulsi razionali. Cortázar sublima la letteratura ribaltandola, dando dignità e senso alla finzione, con una capacità straordinaria di creare mondi fantastici, di credibile luminosità.
Cortazar ha rivoluzionato lo stile mescolando il realismo magico della letteratura latino americana con sperimentazioni, avanguardismi, scivolando nel surreale, più moderno di un postmoderno e ti chiedi come facesse ad avere uno spirito così anticipatorio sui tempi essendo nato nel periodo della Prima guerra mondiale che nel mio immaginario è legata a un mondo decadente e in disfacimento.
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t-annhauser · 3 months
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Perché da giovani ci appassionava tanto Nietzsche? Be', perché innanzitutto scriveva bene. Questo è un tratto che Nietzsche ha ereditato dal suo primo maestro Schopenhauer. Era anche spiritoso, per giunta, non spiritoso come Schopenhauer, ma c'era una certa vena umoristica. E poi perché Nietzsche è il genio incompreso che siamo stati tutti noi genî incompresi a quell'età. Ci sentivamo spavaldi con Nietzsche sotto il braccio. Me li sono portati tutti i miei Nietzsche, si sono fatti un viaggio di 1000 km via FedEx, gli Adelphi gialli con la copertina ruvida. Andavo a comprarli apposta a Milano, alla Feltrinelli che c'era in Galleria. Milano, sì, un altro mio grande rimpianto assieme a Como. Avrei voluto finire l'università a Milano, ma ero troppo timido, ed era troppo grande Milano. Vorrei ritornare a vivere al nord, a Como, e a Milano. Chissà, magari un giorno, con una misera pensioncina, in un microlocale, come quelli di Hong Kong. Nietzsche ovviamente e ampiamente frainteso, magari piegato alle ragioni del postmoderno, che è come dire le fettuccine Alfredo, una schifezza. Mi impegnerò a rileggermelo Nietzsche, vi farò sapere.
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gianlucavisconti · 6 months
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“Il pensatore postmoderno”
Art by Javier Jaén.
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abr · 1 year
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«Voi cattolici avete resistito impavidi per quasi due secoli all’assedio della modernità. Avete ceduto proprio poco prima che il mondo vi desse ragione. Se tenevate duro ancora per un po’, si sarebbe scoperto che gli “aggiornati”, i profeti del futuro postmoderno eravate proprio voi, i conservatori. Peccato. Un consiglio da laico: se proprio volete cambiare ancora, restaurate, non riformate». (Gianni Vattimo, 4/1/1936 – 19/9/2023)
via https://maurizioblondet.it/gianni-vattimo-in-memoriam/…
Un avversario resipisciente. Btw già che ci siamo, specifichiamo: non TUTTI i cattolici, Gianni, solo gran parte delle GERARCHIE.
Senza saperlo offre un monito che, in questi tempi deneuronalizzati, vale a maggior ragione anche fuor di religione.
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xennnnnnnn · 11 months
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spero che mi cada una grazia dal cielo (preferibilmente nella forma di un mattone postmoderno o di *****) altrimenti non rispondo più delle mie azioni
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notasfilosoficas · 1 year
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“Hemos caído en el pánico inmoral de la indiferenciación, de la confusión de todos los criterios”
Jean Baudrillard
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Fue un ensayista y sociólogo francés nacido en Reims en julio de 1929.
Sus abuelos fueron campesinos y sus padres empleados públicos. De joven dió clases de alemán y estudió filología germánica en la Sorbona, en donde se desempeño como traductor de las obras de Karl Marx, Bertolt Brecht y Peter Weiss.
Su interés por la política inició con la Guerra de Argelia, la cual tuvo lugar entre 1954 y 1962. Entre 1962 y 1963 publicó críticas literarias en la revista “Les Temps Modernes” del filósofo existencialista Jean Paul Sartre y participó en la fundación de la revista “Utopie” con el filósofo estructuralista francés Roland Barthes.
En los años de 1960, sostuvo que las teorías marxistas habían quedado desactualizadas: ya que según su pensamiento, la nueva base del orden social a diferencia de Marx, era el consumo y no la producción.
Baudrillard fue de los pioneros en explicar el surgimiento de la sociedad de consumo, centrándose en los medios de comunicación como creadores de simulacros (manipulación de la información) y de la cultura virtual como concreción de un mundo hiperreal en que los sujetos pasan a ser objetos.
Por sus puntos de vista subjetivos y deliberadamente polémicos, fue considerado uno de los pensadores mas representativos de la posmodernidad, pese a que no se ganó una clara respetabilidad académica en la historia de la filosofía moderna como sus colegas y compatriotas suyos Foucault, Lacan, Deluz o Derrida.
Una de sus tesis mas conocidas, es que en el mundo posmoderno no hay realidad, sino simulacro de la realidad, una suerte de realidad virtual creada por los medios de comunicación. En cierto modo, “Baudrillard se adelantó a los creadores de Matrix” (elmundo.es)
Una de las ideas especialmente resonantes, fue en relación a la guerra del golfo, de la cual pensaba que esta guerra no ocurriría, y cuando las bombas habían caído sobre Bagdad,” mantuvo la misma idea de que esa guerra para la gran mayoría del planeta, había sido un espectáculo televisivo y no había sido real, y en donde “con sus seguros bombardeos aéreos, habían participado en ella como jugadores de videojuegos”.
En su opinión “la television crea una densa red que envuelve al individuo”, convirtiéndose en una fuente única de percepción y la comprensión de aquello que conviene que suceda.
En este mundo postmoderno, “el terrorismo es, para él, como un exceso de realidad”, una sacudida de realidad, artificialmente provocada para lograr la quiebra ideológica de la estrategia virtual para que el mundo entre en crisis.
Baudrillard centró su atención en Estados Unidos como arquetipo de la sociedad posmoderna.
Entre sus obras cabe señalar “La génesis ideológica de las necesidades” (1969), “El espejo de la producción” (1973), “De la seducción” (1981), “La moral de los objetos” (1969), “Cultura y Simulacro” (1978) y “La izquierda divina” (1985). A raíz de los atentados del 11 de septiembre publicó “Requiem pour les Twin Towers” y “Léspirit du terrorisme” (2002).
Baudrillard muere en marzo del 2007 en Paris a la edad de 77 años.
Fuentes: Wikipedia, elmundo.es biografiasyvidas.com
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fashionbooksmilano · 2 years
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FontanaArte   Vivere nel vetro House of Glass
a cura di  Christian Larsen
Skira, Milano 2022, 192 pagine, Italiano/English, 31,5 x 24,5 cm, ISBN  978-8857248011
euro 38,00
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La storia della leggendaria vetreria milanese nel nuovo capitolo de Le Stanze del Vetro FontanaArte. Vivere nel vetro è una pubblicazione dedicata alla produzione della leggendaria manifattura milanese di complementi d'arredo in vetro nel periodo che vide l'avvicendamento di quattro grandi direttori artistici: Gio Ponti (1932-1933, con un coinvolgimento costante anche in seguito), Pietro Chiesa (1933-1948), Max Ingrand (1954-1967) e Gae Aulenti (1979-1996). Il volume, realizzato a corredo dell'esposizione veneziana, traccia l'itinerario storico e stilistico di FontanaArte attraverso il design del XX secolo, da quando Ponti fondò l'azienda nel 1932 fino al momento in cui Aulenti la lascerà nel 1996, dalla logica razionale del modernismo all'arguzia ludica del postmoderno. In tutto questo tempo l'azienda ha sempre definito gli standard del design italiano: la continuità tra il passato classico e il presente tecnologico, il perfetto connubio tra arte e industria, la qualità superlativa dei materiali e della lavorazione artigianale, l'elevazione dell'oggetto quotidiano a lussuoso simbolo di art de vivre. Curato da Christian Larsen, il volume propone un percorso suddiviso in capitoli dedicati a ognuno dei designer (Gio Ponti e Pietro Chiesa; Max Ingrand; Gae Aulenti), cui segue House of Glass, la "casa di vetro", una sezione che rievoca uno spazio domestico arredato esclusivamente con oggetti FontanaArte. I saggi critici degli autori presentati nel catalogo (Renata Codello, Christian Larsen, Kellie Riggs, Pierre Martin-Vivier, Andrew Gardner) descrivono una complessa rete di relazioni capace di esprimere l'idea di "Vivere nel vetro", tracciando percorsi di comprensione in buona parte nuovi e, quindi, aperti a indagini, ricerche e approfondimenti.
06/11/22
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simonettiwalter · 1 year
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Il Testamento di Simonetti Walter alias Halloween, femminuccia, mongoloide, Dino per gli amici e in sostanza il santo mistico degli Assassini postmoderno post-verità!
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