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#racconto brevissimo
paoloxl · 1 year
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La Procura della Repubblica di Roma ha chiuso le indagini sul pestaggio che ha avuto come vittime tre ragazzini di 16 anni. Gli autori dell’aggressione sono poliziotti. I fatti si sono consumati nella tarda serata del 9 giugno del 2022, e tutto è stato immortalato dalle videocamere di sorveglianza che hanno incastrato i tre agenti.
Il racconto delle tre vittime dell’aggressione
Si è trattato di 5 minuti di follia. I tre ragazzini, alle 23 e 55,  erano diretti al Mc Donald’s, come riporta La Repubblica, nei pressi della Circonvallazione Cornelia quando sono arrivati e subito dopo sono sopraggiunte anche due pattuglie della Polizia. Dopo quei fatidici 5 minuti le auto blu vanno via. Ma in quel lasso temporale cosa è successo? I tre 16enne racconteranno di essere stati picchiati dai poliziotti e a uno questi ultimi avrebbero anche spaccato il cellulare con il quale stava cercando di chiedere aiuto al padre. Fatti che hanno trovato conferme nelle immagini delle telecamere.
La chiusura indagini e le accuse nei confronti degli agenti
Ora la Procura ha chiuso le indagini a carico degli agenti e, sulla base dei racconti delle vittime e dei video reperiti dagli investigatori che confermerebbero il racconto dei ragazzini, l’accusa per tutti è di abuso d’ufficio e lesioni. A uno viene contestato anche il danneggiamento, mentre un altro di depistaggio, in quanto avrebbe negato i fatti realmente accaduti.
L’aggressione s’è consumata in un brevissimo lasso temporale. I poliziotti erano stati inviati sul posto dalla centrale operativa per una rissa tra stranieri. Ma una volta arrivati sul posto avevano trovato solo il gruppo di ragazzini che stava giocando con il carrello della spesa. A quel punto, secondo il racconto delle vittime, non ci sarebbe stato niente altro che l’aggressione. Una scarica di botte ingiustificate, come avrebbero poi raccontato agli investigatori.
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Da: LE STREGHE DI SHAKESPEARE - di Gianpiero Menniti
L'ORIGINE DI OGNI RACCONTO
[...] Era facile perdersi in un sogno dopo quei giorni di novità e di misteri. Il sogno si mischia alla percezione del reale, diventando memoria irreale, dissociata, aliena: è quell’istante nel quale il risveglio da un sonno profondo si accompagna a un brevissimo ma intenso smarrimento dell’Io, tra paura inspiegabile, incertezza, la sensazione di uno sdoppiamento tra il corpo e la mente, come se questa lo abitasse senza esserne parte. Si avverte un’insolita percezione, comparabile, chissà, all’ineffabile esordio alla vita, una memoria che riappare, per la frazione di un secondo, fino a colmare la distanza con la verità dell’essere. Ed è piacevole, è un segno di leggerezza che pone l’individuo di fronte alla realtà fenomenica così come appare, priva di ogni mediazione. [...]
Dipinto: René Magritte (1898 - 1967)"Il castello dei Pirenei", 1959, Museo d’Israele di Gerusalemme In copertina: Maria Casalanguida, Interpretazione de ‘Il bagno turco di Ingres’, 1976, collezione privata
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silviascorcella · 10 months
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Rahul Mishra, Butterfly People: gli artigiani sono farfalle che ricamano il giardino della vita
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“Vivere non è abbastanza" disse la farfalla, “uno deve avere il sole, la libertà e un piccolo fiore”: l’essenza del racconto prezioso che si dipana nella collezione Couture a/i 2020-21 Rahul Mishra la incastona qui, in queste parole che hanno la semplicità della realtà e la suggestione della fantasia. Sono, infatti, parole prese in prestito da una fiaba di Hans Christian Andersen, opera, come lo sono tutte le fiabe, di sincerità e poesia: ovvero un’alchimia narrativa creata con minuzia e dedizione generosa, per intessere nelle trame surreali composte di parole e immaginari gli insegnamenti universali che compongono la grande trama della vita vera.
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L’antica fiaba in questione s’intitola “il farfallone”: narra le vicende di una farfalla che spreca la giovinezza sua e della primavera rigogliosa scartando la bellezza peculiare di ogni fiore in virtù della ricerca di una egoistica perfezione, finché giunto l’inverno che spegne la natura e con essa anche la gioventù, il farfallone si ritrova invecchiato e imprigionato nel compromesso di sopravvivere chiuso dentro una casa, appuntato con uno spillo dentro una teca, privato della bellezza essenziale della vita di cui ha scoperto e rimpianto ormai troppo tardi il sentimento.
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Ecco, come fosse un gesto di ribaltamento al contempo romantico ed eroico, Rahul Mishra ha creato la collezione Couture a/i 2020  su quello che il farfallone della fiaba aveva dato per scontato: il valore vitale della bellezza della natura che va difesa e celebrata. Ma anche, e soprattutto il valore etico della condivisione umana che tale bellezza la crea ogni giorno nell’armonia del lavoro da cui sbocciano i capolavori couture, così come le farfalle nutrono ogni giorno la linfa vitale della natura.
La fiaba contemporanea narrata da Rahul Mishra s’intitola per l’appunto “Butterfly People”: ed è un gesto di celebrazione e ringraziamento alle “sue” farfalle, ovvero i Karigar, gli artigiani ricamatori e sarti indiani che con le loro mani abili e le conoscenze sapienti danno forma e vita alla meraviglia delle creazioni. Ed è anche un gesto di profonda consapevolezza che dalla dimensione personale abbraccia con gentilezza anche quella universale: la forza dell’ispirazione e del messaggio della collezione si rinsaldano con la violenza della pandemia che si è abbattuta in India infliggendo al suo popolo una crisi devastante, in cui migliaia di lavoratori migranti si sono ritrovati chiusi in casa, privati del lavoro, a lottare per sopravvivere. Rahul Mishra, infatti, che sin dall’inizio ha fondato l’essenza del  brand sull’etica della “migrazione inversa”, cioè valorizzando il lavoro artigiano dislocato nei villaggi indiani d’appartenenza anziché convogliare gli artigiani in massa nella capitale dove sono gli headquarter, non solo è riuscito a realizzare la collezione Couture a/i 2020 ma l’ha trasformata in un diario interiore, e al contempo in una grande metafora di umanità che in ogni ricamo narra e celebra l’importanza della partecipazione collettiva alla co-creazione della vita.
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Un’allegoria dell’animo che si dipana sui tessuti diafani: nel cuore dell’immaginario c’è il giardino, quello che in natura riprende a fiorire rigoglioso grazie al lock-down che blocca l’intervento infestante dell’uomo, e quello metaforico della couture, in cui Rahul Mishra è il couturier-giardiniere che solo grazie alla sinergia con i suoi artigiani-farfalla può ricreare a distanza l’ecosistema dell’atelier e realizzare la meraviglia rigogliosa delle creazioni, facendo fronte al lock-down con un’azione collettiva in cui in brevissimo tempo son stati recuperati ricami e stoffe dall’archivio di collezioni precedenti, e in sei settimane son stati plasmati gli abiti, una paillette alla volta, una perlina alla volta.
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Una storia ricamata che narra il ritorno alla vita: le gru e gli uccelli migratori che sono tornati a volare nei cieli di Delhi che nel frattempo si sono tinti di sfumature di un blu mai stato così intenso, la leggerezza poetica delle libellule che sono tornate a brillare sui fiumi, la magnificenza dei fiori di loto che celebrano la rinascita di una vita purificata, i fondali marini con le barriere coralline guarite dall’inquinamento e dallo sfruttamento.
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Una storia che con i ricami sartoriali narra l’importanza vitale del lavoro che nobilita l’animo degli artigiani eccellenti che la allestiscono: artigiani che di solito esprimono la propria preziosa impressione sulle opere attraverso le espressioni delle labbra, ma che ora per via delle mascherine hanno trasferito la loro validazione nell’espressione degli occhi, sfumature di linguaggio che Rahul Mishra per primo ha imparato a decodificare, un cambiamento piccolo eppur epocale che ha riportato nelle mascherine in collezione, che sembrano sculture, ma che nella bellezza racchiudono il valore del monito sociale, e nessun intento commerciale.
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La collezione Couture a/i 20-21 è stata presentata alla Paris Couture Week nella sua edizione digitale: tutte le suggestioni, e la bellezza della realizzazione delle creazioni ad opera delle Butterfly People sono narrate in un bellissimo fashion film realizzato in collaborazione con il fotografo e film-maker Hormis Anthony Tharkan.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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riflussi · 11 months
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"Le nozze di al-Zain" - T. Salih
Premetto che questo libro l’ho messo in pausa per un bel po’ perché mi stava annoiando. Ma, rullo di tamburi, devo dire che superata la prima metà diventa davvero bello.
Premetto che questo libro non va letto come qualcosa per "staccare". I racconti di Salih sono racconti che vogliono trasmettere molto del mondo rurale, non tecnologico, a livello strutturale diverso dal modello dei paesi colonizzatori e che piano piano si stava instaurando nei paesi colonizzati. Come per Bakr (che, tra l’altro, con la situazione attuale a Gaza, trovo più che mai attuale quando parla di censura e di giornalisti marginalizzati dalle idee non conformi a quelle delle istituzioni), il focus sono le persone, il vissuto, le violenze subite "dall’alto". La novella sulle nozze di al-Zain - che probabilmente a questo punto dovrei rileggere perché sento di non aver colto bene il punto - è seguita brevissimo racconto dove emerge con forza la volontà dell’autore di mettere in luce i soprusi dello stato nei confronti delle abitudini e dei rituali dei villaggi, delle persone. I libri cercano di risvegliare le coscienze. Forse tutta questa tecnologia aiuta, ma non dobbiamo mai dimenticare da dove veniamo, da dove siamo venuti, chi ci ha preceduti, cosa ci ha reso quello che siamo oggi. Non deve essere un mezzo per cancellare e dimenticare, perché cancellare e dimenticare significa, spesso, giustificare violenza e distruzione. Sono proprio contenta di aver finito questi due libri, mi sembrano davvero necessari e illuminanti, anche perché additano con fermezza la colonizzazione, sottolineando l’importanza della costruzione di mondi e modi di vivere diversi da quelli imposti.
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pedrop61 · 2 years
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Nel frattempo la terza banca americana, in un brevissimo lasso di tempo, sembra andata.
Mortgage First Republic Bank (la quattordicesima banca statunitense nell'elenco delle attività consolidate della Fed, con oltre 213 miliardi di dollari di asset in gestione) è crollata del 66% questo lunedì nel premarket. Questo nonostante il fatto che ieri la Fed abbia annunciato che la banca avrebbe avuto accesso a ulteriori 70 miliardi di dollari di liquidità.
Ma non doveva crollare il sistema finanziario russo?
Seguitemi su Vi racconto la Russia
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storieditramonti · 28 days
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Naturalmente sono in ritardo, giusto di un paio di mesi... Ok, let'see if I remember... Letti fra Giugno e Agosto, l'ordine non è esatto.
"Nella stanza dell'imperatore", di Sonia Aggio: ambientazione storica, fra Costantinopoli e l'Anatolia... bel libro, in cui l'aspetto storico non prende il sopravvento su quello romanzesco e fantastico ma è di grande supporto.
Sempre storico è anche il secondo, e sempre ambientato a Istanbul... "Parle-leur de batailles, de rois et d'éléphants", di Mathias Enard , in cui lo scrittore fantastica su una possibile commessa a Michelangelo Buonarroti proveniente dalla Sublime Porta. Letto in francese. Carino.
"Il canto del Profeta" di Michael Lynch , ambientato in un futuro distopico in cui un governo dittatoriale si afferma e comincia a dare la caccia a chiunque si opponga, provocando l'inizio di forme di resistenza... Bel romanzo: cupo, con sviluppi tristi, tiene agganciati dalla prima pagina all'ultima.
"Lucy davanti al mare", di Elisabeth Strout: non mi piace il tipo di scrittura, molto colloquiale, lineare, che la scrittrice, o la traduttrice, ha deciso di abbracciare. La storia "non storia", legata al venir fuori della minaccia Covid a metà del 2020 negli USA, è soprattutto una storia legata all'affrontare la terza età con tutte le sue implicazioni di salute traballante, figli che si allontanano, precedenti partners che come fantasmi emergono saltuariamente dal passato, sfera sentimentale e sessuale da adattare a una realtà diversa... Il romanzo scava nell'intimo della protagonista, nelle sue riflessioni e nei tentativi di destreggiarsi nella bolla creata a causa del Covid. Non male, ma in genere preferisco altro.
"Il canto dei cuori ribelli", di Thirty Umrigar, un bel romanzo ambientato in un'India rurale ancora profondamente spaccata dalla contrapposizione fra hindu e mussulmani. Storia d'amore inter-religioso che finisce male.
"Fuoco", di Shida Bazyar. Il caso ha voluto che lo leggessi prima e mentre ero in viaggio in Germania, e in un certo senso mi ha aperto gli occhi e la mente su un sistema sociale che all'apparenza sembra perfettamente funzionante. Non è sempre così facile, e il razzismo strisciante è una piaga che può roderti l'anima. Difficile scrivere della trama, perché tutto resta in bilico fra una possibile realtà e il desiderio della voce narrante di trovare una via d'uscita.
"La ricreazione è finita", di Dario Ferrari. A me è piaciuto un sacco, l'ho passato, credo lo regalerò in versione cartacea perché merita. Il libro passa da un registro buffo, umoristico, a uno più serio nella seconda parte, con scioltezza, senza risultare forzata, anzi dando concretezza al testo, con una credibile ricostruzione degli anni di piombo come potevano essere vissuti all'interno di una cittadina toscana. Mi ha fatto pensare a mio fratello in quel di Arezzo in quegli anni, e alle perquisizioni in casa: ecco, queste storie hanno quel genere di credibilità. Bello, bravo Ferrari, e mi stupisco che nel 2023 non sia rientrato nella sfera magica dello Strega.
"Il filo della tua storia", di Nikki Erlich. Ah beh, a parte la contrapposizione fra "filicorti" e "fililunghi", dimenticando che esistono un mare di lunghezze medie in mezzo a quelle estreme, e a parte che la cosa più semplice, se davvero capitasse di trovarsi davanti a una realtà fantastica come quella narrata, sarebbe di fottersene e non aprire la scatola, tanto quello che deve accadere accade lo stesso, il romanzo è sicuramente godibile e induce alla riflessione.
"Il silenzio", di Don De Lillo, un racconto praticamente, è brevissimo. Del tipo, "che succede se tutta questa tecnologia su cui ormai facciamo affidamento all'improvviso smettesse di funzionare?" Bella domanda, a cui De Lillo risponde con i vaneggiamenti di una serie di personaggi a cui è difficile dare molto credito. Non indimenticabile, di De Lillo ho letto sicuramente di meglio.
Finiamo con "The Midnight Library", di Matt Haigh, letto in inglese. Una trentacinquenne sfigata tenta il suicidio, ma si ritrova davanti alla possibilità di scoprire che tutte le svolte immaginate e lasciate fuggire nel corso della sua vita non avrebbero portato a nulla di buono, e che comunque ogni scelta, anche la più piccola, può avere un significato che va oltre a quanto è possibile immaginare. Molto bello, o almeno, a me è piaciuto tanto.
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apsaralaura · 7 months
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S*gna
Breve brevissimo simpatico racconto su temi semplici come l'impermanenza della vita e il potere della parola hahaha... Questo è per dare un tono a quello che ho scritto. Mentre lo facevo ridevo tantissimo, sto diventando la miglior compagnia di me stessa, sarà la vecchiaia? Ora è giunto il momento di condividerlo. Buona lettura! :)
Sogna di Laura Iachetta
L’associazione Piconpalla di Signa provincia di Firenze, ha chiesto di cambiare il nome del comune in Sogna. La referente dell’associazione dice “ È piú moderno, al passo con i tempi, la fisica quantistica, le filosofie orientali, il risveglio spirituale..” Gli abitanti si dividono: ci sono quelli contenti di diventare sognatori, tra questi qualcuno rivendica di esserlo da sempre e che quindi si troverebbero finalmente a proprio agio con il nuovo nome*; poi ci sono quelli che non lo sono, non lo sono mai stati e non ne vogliono sapere di essere sognatori. Ed infine chi si astiene, troppo indaffarati per pensare a queste stupidaggini. Ah, scusate, un piccolo gruppo di femministe ci tiene a dichiarare che l’idea piace loro, ma si rifiutano categoricamente di usare il termine sognatrice, tutt’al piú sognatora, grazie. Chi ha proposto il cambio cerca di raccogliere quante piú adesioni. Da tutta l’Italia sono tante le persone che stanno pensando di trasferirsi nella nuova città. Le agenzie immobiliari premono affinché avvenga il cambio il prima possibile. La sindaca è perplessa, c’è chi dice che l’hanno sentita dire “non sono preparata a gestire dei sognatori" . La referente della Pincopalla replica "se non è adatta può sempre ritirarsi e il suo ruolo verrà sostituito da una persona capace di guidare i cittadini e le cittadine di Sogna" . Immobiliare "il bassotto" ha già cambiato nome, sulla pagina facebook scrive “Ora siamo: Agenzia immobiliare: il bassotto sognatore! Ecco la nostra nuova insegna, anzi “insogna” faccina che ride con lacrime, faccina felice con lacrime, faccina felice con lacrime”. **
Intanto, un po’ più a sud al di là del fiume, a Lastra a Signa sono in crisi, una nebbia grigia è caduta sulla cittá, tutti brancolano per le strade si chiedono come faranno senza la loro cittá rivale. Una signora racconta “eh bisognerá prendere qualche provvedimento serio. Ora che Signa vuole cambiare nome. Un giorno ero sul treno e ho conosciuto delle persone, erano di Milano, ma erano molto simpatiche, mi hanno aiutato con le valigie, avevo dell’uva, l’abbiamo mangiata insieme. Ad un certo punto è venuto fuori che io vengo da Lastra a Signa, e loro “ ah sí Signa, conosciamo” “ eh no” ho detto “Io abito a Lastra a Signa” e da lí la solita tiritera sulla differenza tra Signa e Lastra ecc ecc. Ha capito cosa vuol dire? Eh, lo fanno apposta, perché non voglio che parliamo piú, muti dobbiamo stare”.***
Il sindaco di Lastra a Signa, non essendo capace di rincuorare gli animi, un giorno decise di non andare al lavoro. Il segretario vide una lettera sulla scrivania, lasciata dal sindaco il giorno prima. Caro Mauro, prendi tu incarico la questione che tanto scuote gli animi di questa cittá. Queste della Pincopalla, "stanno ancora rompendo le .." "No, Mauro..ormai ti leggo nel pensiero..." Stanno già pensando di cambiare anche il nome dell’Arno, una delle alternative è Ganga River #41, roba da matti, riesci ad immaginare la confusione e al Manzoni dove facciamo risciacquare i panni? Nessuno piú studierà Dante, sarà incomprensibile come i geroglifici egizi. È l'apocalisse! Mauro, capisci, il vecchio mondo, la Terra, davvero sta cambiando, hanno trovato già nuovo nome anche per lei, cambierà tutto, le cartine giografiche sono solo l'inizio, ma l'uso della guerra è totalmente inutile. No, no, Mauro, non cado in questi stupidi giochi di potere, non voglio lottare per un sogno che non è il mio. No! Mauro, la mia anima è scossa, un fulmine a ciel sereno, ma non barcollo nella nebbia dell’incertezza o della rabbia, ora so. Io ho scelto di seguire il mio sogno, lascio tutto sí, tutto ciò che ho creato fino ad ora, lascio tutto alle mie nipotine adorate, sono pronto per una nuova avventura, parto, alla ricerca dei tesori d’oriente, desidero circondarmi di bellezza e poesia. Mentre leggerai questa lettera saró in viaggio, inizio da Kathmandu. Ah.. Kathmandu, Kathmandu. Questa parola risuona dentro di me, risveglia memorie lontane e al contempo nuove, memorie magiche, una magia sotterrata da tempo in un luogo remoto della mia anima. Non mi aspettate. Non mi cercate. Grazie” Mauro finita la lettera scoppió a piangere. Non poteva vivere senza di lui, voleva almeno farglielo sapere, e ci sarebbe riuscito, in cuor suo era fiducioso e mentre si asciugava le lacrime, sul suo smartphone appariva la scritta: Mauro, il tuo volo è confermato, Kathmandu ti aspetta!
Bene, questa storia sta prendendo una piega romantica, drammatica, apocalittica. Chissà se un giorno la nostra autrice deciderà di scrivere un nuovo breve brevissimo simpatico episodio? ****
Sogna è giá una nuova meta di un turismo tutto particolare, mentre Lastra a Signa rimane nel buio, c’è chi dice che uno della dinastia dei conti Dracula possa decidere di trasferircisi...
Intanto a macchia d’olio, a Ponterotto frazione di Empoli si chiedono se sia meglio Pontenuovo o sarebbe piú onesto Ponteaggiustato.. Che dire.. Quelli di Femminamorta hanno varie opzioni Femminaviva la piú banale, Femminafelice, Femminaebasta, c’è chi vorrebbe dargli un tocco spagnoleggiante con Femminayaestá e cosí via.. Ora tocca a voi, con quale nome chiamereste la vostra cittá? Mio papà dopo aver letto dice Milano-Miluna, l’ho trovato molto creativoe totalmente inaspettato, decisamente romantico, con un nome cosí forse, le Milunesi, troverebbero il modo di fermarsi e non lavorare tanto. La cotoletta alla Milunese avrebbe forma di luna piena.***** Poi Abbiategrasso- Abbiatesnello, io propongo Abbiategrassomoltograssosevuoimangiaremangiasevuoifaresportemangiaresanofallosiicomevuoiseguiituoivaloriciocheèimportantepertesiionestacontestessaetisentiraisicuramentebeneefelicecheèlacosapiúimportante..******
Questa è la fine, ma non è detto che il racconto non venga trasformato*******(sette asterischi), perché ci sto prendendo gusto e mentre lo copiavo è già stato modificato molto e nella prima versione ho riso, in questa ho pianto., poi ho riso con le lacrime, la coinquilina Amelie si è allarmata ed è venuta controllare se tutto era a posto... Sí, succede anche questo. Che bello!
(Dedicato a zia Ida)
* (come quando sei donna nata negli anni 80, vedi un film al cinema e le protagoniste sono donne, ma non si disperano, non soffrono, non sono isteriche perché nessun uomo la vuole cosí com'è, no, sono avventuriere, sperimentano e si sentono comode nei loro panni qualunque essi siano, allora esci dal cinema felice e te la ridi, finalmente lo specchio riflette la tua immagine, finalmente non sei piú invisibile)
**“Awww, che cagnolino adorabile” esclamano le giovani, quelle che usano awww termini come boomer, ormai per indicare le vecchie che non capiscono niente che non sono degne di vivere in questo nuovo mondo.. Ma forse queste giovani hanno anche ragione, fin quando non si trasformeranno in quelle stesse vecchie ottuse incapaci di trasformare il proprio pensiero, la propria vita a bordo delle loro auto volanti… Ma torniamo alla nostra storia..
***(Abbiamo poi scoperto che era originaria di Caltanissetta)
****Conoscendola non credo, non sognate troppo. Magari potrebbe farne una serie, con l'aiuto di sceneggiatoritrici troppo simpaticiche..? Che devo dire, passate il mio contatto, al momento sono disoccupata poi non so se avrò bisogno di fare la schiava a pagamento con un contratto regolare, si spera, e allora chissà dove dovrò trasferirmi perché qui dove vivo cercano in tutti i modi di non pagare per il lavoro svolto, mi riferisco soprattutto al mondo del turismo che parliamoci chiaro, quanto cazzo costa andare in vacanza , fare un week end, vogliamo pagare decentemente le persone, perché stiamo parlando di persone che lavorano.. Ma! Torniamo a noi!
*****ecco l'ispirazione per un nuovo menú ipergalatticoplanetario.
****** per esempio a me piace ispirare chiunque, ma soprattutto le donne, che taggiá dí! È la mia ferita da sanare..
(sette *) perché un'altra cosa che richiede molto sforzo da parte mia è proprio: accettarmi per quello che sono, restare nel flusso costantemente mutabile della vita, a me piace fluire per varie correnti, prendere una strada, poi un'altra, tornare alla precedente, cosí come quando parlo che non si capisce niente, neanche io mi capisco, perché la mia mente apre innumerevoli parentesi, asterischi, scenari, immagini, che poi sono difficili da decifrare, organizzare, esprimere. La scrittura mi aiuta, è il mio sfogo creativo, è come preparare una torta. La mia natura è questa, altrimenti muoio. Lasciati vivere!
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claudiotrezzani · 11 months
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Se vogliamo, anche in fotografia come in pittura è possibile creare mondi paralleli.
Ma vogliamo?
A volerlo deve essere l'autore ed il fruitore.
Certo, direttamente giostrare con pigmenti - come mirabilmente fa Angelika An - è cosa  che gronda la carne che poesia è.
Fosse questo un sito di pittura, a lungo mi cullerei in parole nel vano tentativo di restituire il pregnante, lirico fascino di questo dipinto.
Ma qui ci occupiamo di fotografia.
Di Jean-Luc Billet e Silkemetzartivist, nella fattispecie.
Jean-Luc  dedica un racconto breve al suo scatto.
Brevissimo, ma d'ariosa densità allorché congiunge il passato al presente.
O della persistenza, del passato, quando i fili della memoria e della passione serbano accorata tensione.
Anche Silkemetzartivist odora di passato.
La tessitura, ancora carne che stende uno stratificato palpitante deposito.
Sul tempo, sulle emozioni.
E sì, Angelika, Jean-Luc,  Silkemetzartivist creano mondi paralleli.
Ogni  volta, essi rivivono nel singolo universo che alligna dentro ciascuno di noi.
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Claudio Trezzani
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lamilanomagazine · 1 year
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Gallipoli: professionista minacciato con una pistola puntata e una tanica di benzina
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Gallipoli: professionista minacciato con una pistola puntata e una tanica di benzina. Avrebbe minacciato la vittima con una pistola puntata direttamente sulla persona e lasciato, a scopo intimidatorio, sullo scooter di quest’ultima, una tanica di benzina. Il tutto allo scopo di ottenere la somma di 50mila euro. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gallipoli, la vittima aveva svolto una prestazione professionale in favore della compagna del presunto autore dell’estorsione, a seguito della quale alla donna era stata riconosciuta, a titolo di risarcimento danni per un sinistro in cui era stata coinvolta, una determinata somma di denaro, stabilita sulla base di oggettivi parametri tabellari, ma ritenuta insufficiente dall’odierno arrestato che, invece, ha preteso dal menzionato professionista, appunto, ulteriori 50.000 euro. Il professionista, nonostante le reiterate e gravi minacce, non ha esitato a rivolgersi alla Polizia e gli agenti del Commissariato di P.S. di Gallipoli hanno avviato immediatamente l’attività necessaria a riscontrare il racconto. Escussi i testimoni ed esaminate le immagini è stata informata la Procura della Repubblica di Lecce che ha, in brevissimo tempo, chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare personale in carcere, eseguita martedì 2 agosto. I detective del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gallipoli, con le unità cinofile antidroga e antiesplosivi della Polizia di Stato, hanno eseguito all’atto dell’arresto del 44enne, già noto alle forze di polizia, alcune perquisizioni domiciliari, rinvenendo nella disponibilità dell’indagato una pistola ed un tirapugni di acciaio. Accertamenti sono in corso per stabilire natura dell’arma e se in passato è stata utilizzata. L’arrestato, tradotto nel carcere di Lecce, è ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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frabooks · 1 year
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Povera gente, considerazioni generali
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Direttamente da Wikipedia:
Povera gente è il primo romanzo di Fëdor Dostoevskij, che riuscì a scrivere in nove mesi. Fu pubblicato per la prima volta nel 1846, e fu subito acclamato dal critico letterario Vissarion Grigor'evič Belinskij, che definì l'autore come il nuovo Gogol'. Infatti questo romanzo è in parte ispirato al racconto di Gogol' Il cappotto, di cui il protagonista maschile è un copista. 
Proprio come il racconto di Gogol', Povera gente dà un resoconto delle vite dei russi di umili condizioni nella metà del XIX secolo. Dostoevskij, dopo aver ascoltato i critici della prima edizione, modificò tre volte l'opera per finalizzarla: nel 1847, nel 1860 e nel 1865.
Attenzione quindi a tre aspetti: 
1) è il primo romanzo mai scritto da Dostoevskij; fino allora aveva solo tradotto testi dal francese.
2) lo modifica più volte; dopo questo primo successo, infatti, anche a causa delle altissime aspettative che si erano create, è andato incontro a tantissime delusioni. I romanzi subito successivi, almeno fino al 1849, anno della condanna, non furono ben accolti dalla critica e Dostoevskij fu considerato un sopravvalutato.
3) è, appunto, l’unico romanzo pre condanna davvero significativo. Neanche Le notti bianche, a mio parere (e secondo anche molti critici letterari), è a livello del Dostoevskij post condanna.
È un romanzetto lungo circa 100 pagine molto godibile e leggibile, consigliatissimo per chiunque voglia approcciare Dostoevskij. Non ha la profondità dei romanzoni post condanna, né dal punto di vista filosofico nè di quello strutturale, però c’è Dostoevskij e si sente.
Ispirato al cappotto. Il protagonista ha similitudini per minutezza, carattere mite e timido e chiuso, limitato.
Povertà totale ed estrema, che Dostoevskij racconta bene. Le scene sono spettacolari: si parla di corridoi, scale, stambugi. Sofferenza, limitatezza, disperazione di mezzi.
Il giudizio altrui, l’essere accettato dalla società: makav non è preoccupato di non poter bere neanche il tè da quanto è povero, è preoccupato dalle chiacchiere della gente.
Makav è un personaggio di Dostoevskij: enorme, vastissimo. È un trascrittore, piccolo funzionario senza responsabilità né ambizioni. Non ha studiato, legge pochissimo, non ha relazioni sociali se non con Varen’ka.
In ufficio si fa piccolissimo, invisibile. Viene preso in giro sia in ufficio sia nel condominio e non capisce mai davvero quanto venga preso in giro. È succube, sciocco. Lo scrittore che a un certo punto lo schernisce , prima lo fa stare male; poi le cose cambiano e lo scrittore, da classica persona normale ipocrita, dice che non lo prendeva in giro veramente e che pensa bene di lui, e lui ci crede. 
Un’altro fatto che lo rende normale: cambia idea più volte su Fedora, l’amica e padrona di casa di Varenk’ka; è una banderuola.
Varen’ka è un’altra disperata. Orfana, limitata nel fisico soprattutto, non sa fare altro che cucire, è sempre malata. Non sa cosa fare, come vivere. Si fa dare, inconsapevolmente, soldi dal poverissimo Makav, poi quando scopre i sacrifici di lui si strugge. Alla fine, come unica soluzione c’è sposarsi con un uomo ricco che non conosce, lei non conosce altri modi.
Romanzo brevissimo, scorrevolissimo che racconta la disperazione e i rapporti strazianti tra esseri umani vastissimi. Un piccolo concentrato del Dostoevskij che arriverà 10-15 anni buoni più tardi.
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“Distorsioni” di Massimiliano Pane
Una vita da rock star “Distorsioni” di Massimiliano Pane edito da Les Flâneurs Edizioni è un libro molto attuale, che racconta l’incapacità di far fronte al successo improvviso. Sono molto spesso i giovani che perdono il controllo della propria vita. Nel vortice degli eccessi si fa presto ad essere inghiottiti e questo Marvin, il protagonista del romanzo, lo sa. Marvin è il frontman degli “Psycho”, una rock band che in brevissimo tempo scala le classifiche radiofoniche. Ma la gioia dura poco. Una serie di eventi travolge il protagonista che deve affrontare anche il dolore causato da un incidente che fa andare in coma la sua ragazza.  Il libro è uno spaccato di vita che mette in luce la fragilità umana, i demoni con cui ognuno di noi deve combatte e le scelte importanti da prendere per ritrovare la strada maestra.  Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche battuta con Massimiliano Pane che ci ha raccontato la sua storia e quella del protagonista.  “Distorsioni” di Massimiliano Pane: intervista all’autore Salve Massimiliano, “Distorsioni” è fresco di stampa. Si tratta del suo primo romanzo? I lettori di Cinquecolonne non la conoscono ancora, potrebbe presentarsi brevemente? Buongiorno Francesca. Sono un architetto di quarantatré anni, titolare di un’impresa di costruzioni che opera principalmente nel restauro di beni vincolati e nel recupero del patrimonio edilizio. Il mio lavoro e la mia terra, la penisola Sorrentina, mi mettono in costante relazione con il Bello e sono una fonte di riflessione e ambizione quando sono davanti al pc, che uso sia per disegnare sia per scrivere. Fin dal ginnasio coltivo la passione della scrittura, Distorsioni è il mio primo romanzo edito. Il libro racconta una storia molto attuale. I ragazzi che raggiungono il successo molto spesso si perdono e smarriscono se stessi. Come le è nata l’idea di raccontare questo aspetto? Internet, così come i molteplici talent televisivi, sono un palcoscenico assai instabile dove tutti possono salire e mettersi in mostra, ma la visibilità è assai diversa dal successo. Marvin, il protagonista del libro, è un musicista che ancor prima di aver davvero dimostrato il suo genio, per una serie di circostanze estranee al suo lavoro -verrà persino coinvolto in un omicidio- diventerà popolare. Ama troppo la musica per accettare questo status senza meriti e lotterà innanzitutto contro le proprie debolezze per farsi apprezzare dal pubblico e dalla critica. Incuriosiamo un po’ in nostri lettori. Qual è stato il momento che l’ha emozionata di più mentre scriveva “Distorsioni”? Il manoscritto racconta e descrive la genesi d’un album di musica rock dal titolo “Exit” e nel testo sono inserite diverse canzoni del disco. Nell’arco temporale degli eventi e delle vicende si potrà comprendere il processo creativo e psicologico del protagonista, quelle “scintille” che hanno armato la sua chitarra e la sua penna. Quest’espediente mi ha dato modo di unire in un solo racconto prosa e versi, due registri di scrittura che amo e mi emozionano in egual modo. Marvin, il protagonista della storia, scopre che la sua fidanzata ha una vita segreta. Non vogliamo spoilerare, ma questa scoperta cambia in qualche modo il protagonista? Assolutamente sì. Marvin dovrà affrontare le dirette conseguenze delle azioni della sua Giulia e ne subirà un pesante tracollo psicologico. Sarà così costretto ad affrontare i suoi demoni e a scendere a patti con le proprie fragilità, solo in questo modo riuscirà a descrivere e musicare il mutamento delle sue emozioni. Solo così potrà liberarsi dai fantasmi di un amore insano e comprendere che l’amore non può essere una droga.  Relativamente alla scrittura, tra tutti gli step dell’atto creativo, qual è il momento che le preferisce di più? Non so, la ricerca del materiale, la definizione dei personaggi, la descrizione degli ambienti … Amo la musica rock e sono un lettore di gialli. In base alla legge “scrivi solo quello che ti farebbe piacere leggere”, in Distorsioni ho cercato di unire queste mie passioni in un’unica storia e per farlo ho tentato di definire al meglio i personaggi e di costruire un intreccio narrativo coerente, anche con qualche colpo di scena. Spero di non deludere chi avrà la bontà di trascorrere del tempo con queste Distorsioni.    Read the full article
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gazzaladra · 7 years
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Un brevissimo racconto horror Ci vediamo a casa di Elena Lazzaretto Ho fatto i gradini a due a due. Ho in mano la chiave, quella più lunga, quella che puoi conficcare nel volto di una persona.
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vial-faux · 3 years
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Ernesto se ne stava seduto su di una panchina al parco, da solo, fumando pensieroso, quando una giovane ragazza si sedette di fianco a lui, senza che lui se ne accorgesse. La ragazza, con lo sguardo basso, osservava la mano di lui che teneva la sigaretta. Ernesto porta la mano alla bocca per aspirare il fumo, con questa si alza anche lo sguardo della ragazza che si sofferma a guardarlo. Ha gli occhi scavati dai dispiaceri di una vita, le rughe delle frustrazioni di un'esistenza mediocre e i capelli leggermente brizzolati. A cosa pensi, domanda la ragazza. Ernesto la fissa un momento, guarda l'orologio ed espira il fumo dai polmoni poi abbassa lo sguardo. La ragazza è perplessa, convinta di essere stata troppo invadente. Alla morte, risponde poco dopo Ernesto. La ragazza lo guarda negli occhi, sembra impaurita da quella risposta e abbassa quindi lo sguardo. Sai – riprende Ernesto – tu hai paura. La ragazza sembra sentirsi offesa, si contrae. Paura, e di cosa? Gli chiede. Non saprei ben dire – risponde lui buttando la sigaretta – non mi è ancora chiaro se tu abbia paura della morte o di me, che ti ho detto di star pensando ad essa. La ragazza è ancora più confusa. Okay, okay, ho sbagliato a disturbarti, me ne vado, dice lei che fa per alzarsi dalla panchina. La mano di lui la trattiene, senza forza, senza costrizione, ma con dolcezza. Lei sembra capirlo e torna a sedere. C'è un momento di silenzio tra i due. É che sai – rompe il silenzio Ernesto – sei stata tu a chiedermi a cosa io stessi pensando, così ti ho risposto. Sì, sì, certo... tituba la ragazza. Ma vedi, continua lei, siamo due perfetti sconosciuti, cercavo un modo carino di approcciarmi a te e tu, invece, mi hai dato quella risposta. Mi ha fatto strano, tutto qui. Ernesto la guarda poco convinto, poi le chiede e perché cercavi di approcciarti a me? La ragazza è ancora una volta confusa, sembra stizzita dall'atteggiamento dell'uomo. Senti, davvero, ho sbagliato a sedermi qui, dice lei. No, io non credo. La interrompe Ernesto. Vedi, continua, se ti sei seduta qua, vicino a me, un motivo c'è. E c'è anche un motivo se ho dato quella risposta alla tua domanda. La maggior parte delle persone non accetta la realtà, sia questa una risposta sincera o la morte stessa, capisci? La ragazza invece sembra non capire. Ernesto fa per accendersi un'altra sigaretta, guarda l'orologio e poi continua, sai in realtà non stavo pensando alla morte, prima. Guardavo quell'oca laggiù, sulla sponda opposta del fiume, la vedi? La ragazza sorride, sì, la vedo... E' molto bella, dice. Ernesto allora ruota il busto verso la giovane in un sussulto, con un ghigno particolare sul volto, mentre aspira dalla sigaretta ad occhi chiusi. Vedi, se ti avessi risposto subito che stavo guardando quell'oca, forse, i nostri primi minuti insieme sarebbero stati diversi, scommetto più piacevoli ma forse anche meno autentici. La ragazza torna a stare sulle sue, non ti seguo ancora una volta, dice lei all'uomo. Ernesto sorridendo abbassa lo sguardo sull'orologio, butta fuori il fumo dal naso e fa per alzarsi dalla panchina. É ora che io vada, dice rivolgendosi alla ragazza seduta ancora sulla panchina. Lei lo guarda dal basso. Comunque mi chiamo Anna, dice. Ernesto continua a sorridere, lo sapevo, risponde mentre si gira allontanandosi dalla panchina. La ragazza è confusa.
Anna morì pochi istanti dopo, travolta da un'auto fuori controllo uscita di strada e finita contro la panchina dove stava seduta a riflettere su quella strana conversazione.
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Da: LE STREGHE DI SHAKESPEARE - di Gianpiero Menniti 
L'ORIGINE DI OGNI RACCONTO
[...] Era facile perdersi in un sogno dopo quei giorni di novità e di misteri. Il sogno si mischia alla percezione del reale, diventando memoria irreale, dissociata, aliena: è quell’istante nel quale il risveglio da un sonno profondo si accompagna a un brevissimo ma intenso smarrimento dell’Io, tra paura inspiegabile, incertezza, la sensazione di uno sdoppiamento tra il corpo e la mente, come se questa lo abitasse senza esserne parte. Si avverte un’insolita percezione, comparabile, chissà, all’ineffabile esordio alla vita, una memoria che riappare, per la frazione di un secondo, fino a colmare la distanza con la verità dell’essere. Ed è piacevole, è un segno di leggerezza che pone l’individuo di fronte alla realtà fenomenica così come appare, priva di ogni mediazione. [...]
Dipinto: René Magritte (1898 - 1967)"Il castello dei Pirenei", 1959, Museo d’Israele di Gerusalemme In copertina: Maria Casalanguida, Interpretazione de ‘Il bagno turco di Ingres’, 1976, collezione privata
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vaginosibatterica · 3 years
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Le mie letture preferite del 2021 sono state: Notti al circo, Zoo o lettere non d'amore, Jakob von Gunter, Il diario intimo di Sally Mara (questi romanzi sono entrati nell'olimpo dei miei libri preferiti in assoluto -> Olimpo perché è un luogo politeista ed affollato), La Vittima di Saul Bellow, La difesa di Luzin, Racconti sentimentali e satirici di Zoscenko, I turbamenti del giovane Torless, L'ultimo degli Eltysev, qualche racconto degli Amori Difficili, Chilografia.
È stato divertente leggere saggi su polpi e formiche; la conta dei saggi letti quest'anno è di soli nove libri (su 63, ma il calcolo totale è un po' gonfiato dalle 12 graphic novel).
In inglese ho letto (non contando i fumetti) un saggio di Silvia Federici e Piranesi.
Ho letto due raccolte di poesie (Nina Cassian e Anne Sexton).
Dopo il giudizio mediocre di dieci anni fa ho riletto L'Isola di Arturo e l'ho trovato bellissimo, tanto che mi è dispiaciuto averlo poi dato via, ma ormai avevo preso un impegno.
Ho letto tutti i libri di Dacia Maraini che sembravano potermi interessare dalla descrizione (5), ma non ho trovato NIENTE che mi prendesse come è accaduto per "Mio marito", così è finita che adesso detesto proprio il modo in cui Dacia Maraini scrive e Dacia Maraini stessa, anche se con Isoina e Memorie di una ladra ha individuato nel mucchio delle belle storie, storie che valeva la pena raccontare insomma.
Tra i doppioni ci sono Burroughs (Ragazzi Selvaggi e Pasto Nudo + Queer dello scorso anno) e Raymond Queneau (Fiori blu e Sally Mara di cui parlavo più su). Ho letto quasi tutta la produzione di Zerocalcare.
Il nuovo romanzo di Gianni Solla (pur meritando molte stelline) mi ha deluso in modo che non saprei spiegare. Il libro più brutto che io abbia letto quest'anno è un volumetto brevissimo di Philip Roth.
Non ho letto niente di lungo, nessun Dostoevskij.
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manoomagoo · 3 years
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Alla prima lezione del corso di scrittura creativa, il docente ha chiesto di scrivere un racconto che contenesse queste tre parole: filosofo, montagna e pietra.
Il mio primo è brevissimo testo (che mi sono guardata bene dal leggere) recita:
Caro filosofo,
Sono in montagna proprio nel posto in cui ci siamo incontrati ed ho trovato qualcosa che potrebbe diventare il tuo marchio di fabbrica: una piccola pietra a forma di cuore.
La trovi nella busta assieme a queste poche scarne parole.
Per sempre libera e mai più tua discepola,
Xxx
Ne avevo anche un altro autobiografico ma non credo rispettasse l'arco inizio, svolgimento e fine.
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