Tumgik
#ricetta fredda ricetta estiva
veggiechannel · 3 years
Link
Un’insalata estiva per consumare a pranzo o cena in una giornata torrida, perché si serve fredda.
0 notes
holmeshero · 5 years
Text
Crostata di pomodoro spagnolo (Coca de Trempó)
È quel periodo in Nebraska in cui i pomodori da giardino stanno maturando e gli orti del cortile stanno scoppiando. I miei genitori mi hanno dato di recente qualche chilo di pomodori da giardino in cambio di qualche chilo di pomodori da giardino mentre erano in Europa. Mi è venuta in mente solo una ricetta per onorare questo raccolto di fine estate: Crostata di pomodoro spagnolo o Coca de Trempó.
Tumblr media
Come abitante di appartamenti, una delle cose che mi manca di più è avere un giardino pieno di prodotti freschi pronti per ogni mio capriccio culinario. Mi piacciono i Farmers Markets come ogni millennio, ma preferisco passare il sabato mattina a sorseggiare il caffè. Fortunatamente, mia madre è un'appassionata giardiniera ed è sempre felice di condividere il bottino del suo duro lavoro. Oltre ai pomodori, mi ha mandato a casa con zucchine, peperoni e un sacchetto di basilico fresco, timo, prezzemolo e salvia.
La crostata di pomodoro spagnola è una variante di una ricetta della Scuola di cucina catacuriana, a sud di Barcellona. Ho già scritto sul blog della mia esperienza al Catacurian. È stato lì che ho sviluppato il gusto per il vino Priorat e ho imparato le tecniche corrette per la Paella Mixta, il Pane di Pomodoro Spagnolo, il Suquet de Peix e la Tortilla Spagnola. Anche se il mio viaggio in Spagna è stato una vita (e un matrimonio) fa, il mio apprezzamento per la cucina e la cultura spagnola non diminuirà mai.
Coca de Trempó proviene dalle Isole Baleari, un arcipelago del Mar Mediterraneo. Trempó, un'insalata di verdure a base di pomodori freschi, peperoni e cipolla, è uno dei piatti preferiti d'estate. La Coca è una variante maiorchina della pizza, fatta senza formaggio. Quando questa insalata estiva si combina con la focaccia, il risultato è la Coca de Trempó, uno splendido piatto vegetariano a base di pomodori, peperoni, cipolla ed erbe fresche accentate con pimentón affumicato e olio d'oliva.
La base di questo piatto è una semplice crosta di pasta frolla di burro, farina, sale e acqua. All'inizio ho provato una crosta tutta d'olio d'oliva, ma ho trovato troppo difficile lavorarla. La crosta tutta al burro, che ho usato recentemente nella mia Blueberry Pie with Vanilla Crumble, è facile da preparare in un robot da cucina. Il sapore burroso e la consistenza a scaglie della pasta accentuano la semplicità del Trempó dolce e affumicato.
Tumblr media
Mentre la pasta della pasticceria riposava, ho preparato il Trempó, mescolando pomodori freschi tagliati a pezzetti con peperoni rossi e verdi, cipolla, aglio, olio d'oliva, pimentón piccante e prezzemolo e timo freschi tagliati a pezzetti.
Il pimentón o paprika spagnola affumicata è una spezia secca a base di peperoncini rossi arrostiti, ed è un alimento base della cucina spagnola. È protetta ed etichettata con le Denominazioni d'Origine. Trovate il Pimentón su TJ Maxx, World Market, il vostro negozio di alimentari locale o online.
Per fare la crostata di pomodoro spagnola, è semplice come stendere la pasta, sgocciolare il trempó (conservare il liquido per un cocktail) e spalmarlo sulla crosta. Dopo 45 minuti di cottura, le verdure erano deliziosamente morbide e la crosta era di un bel marrone dorato.
Con le verdure dell'orto affumicate, l'olio d'oliva fruttato e la crosta a scaglie, la crostata di pomodoro spagnolo è un elegante piatto principale vegetariano o un antipasto per un incontro o una cena estiva. Può essere mangiata calda, a temperatura ambiente o fredda. Abbinate questo piatto con il vostro rosso o bianco spagnolo preferito, o per un tocco più festoso, un bicchiere di cava spagnolo frizzante.
youtube
Tempo di preparazione
1 ora Tempo di cottura 45 minuti Tempo totale 1 ora e 45 minuti
Ingredienti
Crosta di burro
Farina multiuso da 1¼ di tazza
½ cucchiaino di sale marino o kosher
1 bastoncino (8 cucchiai) di burro, freddo e tagliato a dadini
Da 3 a 5 cucchiai di acqua ghiacciata
Riempimento di pomodoro (Trempo)
1 libbra di pomodori freschi, tagliati a dadini
1 cipolla grande, tagliata a dadini
1 peperone verde piccolo, tagliato a dadini
1 peperone rosso piccolo, tagliato a dadini
2 spicchi d'aglio tritati
2-3 cucchiaini di pimenton (paprika spagnola affumicata)
3-4 cucchiai di erbe fresche miste (consigliato prezzemolo, timo ed erba cipollina)
1-2 cucchiai di olio d'oliva
Sale e pepe, a piacere
Istruzioni
Preriscaldare il forno a 375 gradi. Preparare una teglia da forno ricoprendola con carta pergamena.
Preparare l'impasto aggiungendo la farina e il sale a un robot da cucina. Impulsare per 10 secondi per combinare. Aggiungere il burro e pulsare fino a quando l'impasto non assomiglia alla sabbia grossolana. Aggiungere un cucchiaio di acqua ghiacciata e pulsare per combinare. Continuare ad aggiungere acqua con il cucchiaio da tavola fino a quando l'impasto non inizia a formare una palla e tirare via dal lato del robot da cucina.
Scaricare su una superficie leggermente infarinata e tamponare in un disco rotondo. Avvolgere in un involucro di plastica e lasciare riposare almeno 30 minuti in frigorifero.
Mentre l'impasto riposa, preparare il composto di pomodoro. Tritare i pomodori, i peperoni, le cipolle e l'aglio in un dado piccolo. Mescolare in una ciotola e condire con pimenton, olio d'oliva, sale e pepe. Lasciare riposare mentre si stende la pasta.
Stendere la pasta in un rettangolo o in una forma oblunga (per riempire la teglia). Pungere con i rebbi di una forchetta.
Scolate il composto di pomodoro e distribuitelo uniformemente sull'impasto.
Cuocere fino a quando la crosta è dorata e il composto di pomodoro si è sciolto nell'impasto, circa 45 minuti a 1 ora. Lasciare raffreddare leggermente e servire caldo, a temperatura ambiente o freddo.
1 note · View note
quellodeiborghi · 2 years
Text
LA PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA 2022/23 DI BORGHI D’EUROPA AL RISTORANTE ABITUDINI E FOLLIE DI ROMA
Borghi d'Europa organizza la presentazione dei programmi 2022/23 del progetto “L'Europa delle scienze e della cultura” patrocinato da IAI-Iniziativa Adriatico Jonica - Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica, a Roma, presso il ristorante e pinseria “Abitudini e Follie”. Il ristorante si trova in zona Piazza Bologna/Policlinico, ed è un locale moderno, poliedrico ed accogliente, dove mangiare e bere bene in ogni momento della giornata. “Siamo un originale coffee bar, un ristorante di qualità, un locale piacevole per pause dessert e un accogliente open pace per un aperitivo o una degustazione di vini” ci spiega Francesca, una dei titolari. In questo contesto si terrà la conferenza stampa/degustazione di Borghi d'Europa, che prevede, fra gli altri temi, anche un simpatico confronto fra Porchetta di Ariccia e Porchetta Trevigiana, che saranno utilizzate nella farcitura della Pinsa romana. Emanuele Spader, il 'Virgilio' de “La via dei Norcini”, titolare dell'omonimo Salumificio di Mosnigo, proporrà e racconterà la propria Porchetta Trevigiana. LA PORCHETTA TREVIGIANA Come specialità locale, la porchetta nasce solo nel 1919, tenuta a battesimo da Ermete Beltrame nella sua birreria sotto il Palazzo dei Trecento a Treviso. La porchetta trevigiana, da considerarsi quindi una preparazione moderna, è molto diversa dalla ricetta del centro Italia. Si presenta, come una specie di prosciutto ottenuto da un maiale che abbia meno di un anno; può essere con ossa o disossata, ma sempre a forma cilindrica. Presenta internamente una colorazione bianchiccia, con delle parti in cui è evidente la speziatura, mentre esternamente si presenta dorata. È molto fragrante, saporita e gustosa e può essere arricchita di altri sapori A soddisfazione dei buongustai ricordiamo che la porchetta non è un alimento grasso, poiché nella fase di cottura i grassi vengono sciolti dal calore e raccolti in leccarde o in speciali vaschette. Una volta pronta, la porchetta va servita fredda e, nonostante sia (come deve essere) priva di additivi e conservanti, rimane saporita e fragrante almeno per due settimane se mantenuta in luogo refrigerato. LA PORCHETTA DI ARICCIA IGP La Porchetta ad Ariccia vanta una tradizione millenaria, presumibilmente risale all’ epoca preromana e alla popolazione dei Latini. Infatti, non solo si attribuisce ad Ariccia l’usanza di offrire le carni suine in sacrificio agli dei, ma si ritiene anche che, grazie alla presenza della nobiltà romana – che era solita trasferirsi ad Ariccia per la stagione estiva o per organizzare battute di caccia – si sia potuta sviluppare quella maestria artigiana nel preparare la porchetta che continua a tramandarsi nelle famiglie ariccine di padre in figlio. La Porchetta di Ariccia IGP, di forma cilindrica, è caratterizzata da una crosta croccante di colore marrone. La carne è di colore bianco-rosa, inframmezzata dal marrone delle spezie. Al gusto si presenta molto saporita grazie alla presenza di rosmarino, aglio e pepe nero. Le carcasse vengono disossate manualmente, asportando la carne in eccesso; successivamente si procede alla salatura con sale marino; seguono le fasi di riposo e di massaggio manuale per eliminare l’eventuale sale che non sia stato assorbito dalla carne. Si procede quindi alla speziatura con aglio, rosmarino e pepe nero, in polvere o macinato grossolanamente. Prima della cottura la porchetta viene legata con uno spago in modo da mantenere la compattezza originaria. La cottura dura dalle tre alle sei ore, ad una temperatura compresa fra 160 e 280°C. Dopo essere stata sfornata viene posta nei locali di raffreddamento. LA PINSA ROMANA Un alimento moderno, dalle radici antiche Si tratta di una preparazione diventata famosa da poco tempo, ma che vanta origini antichissime. Risale niente meno che alle “mense” degli antichi romani, di cui parla Virgilio, dicendo che Enea, appena arrivato nel Lazio, fu costretto dalla fame a cibarsi delle mense. Queste erano dischi di pasta di pane non (o pochissimo) lievitato, che servivano, come piatto ai soldati al campo o anche, nel periodo imperiale, come vassoi per mangiare, distesi sul triclinio, particolarmente i cibi sugosi. Questi “piatti” venivano poi dati da mangiare agli schiavi. Col passare del tempo, queste mense vennero usate anche come “street food” per mangiare quando si era fuori casa e divennero sempre più lievitate e quindi adatte ad essere degustate, assieme ai cibi che vi si poneva sopra. Ancor oggi si riscontrano precise eredità gastronomiche di questi usi, non solo nella Pizza Napoletana e nella Pisa Romana, ma anche nelle Piadine Romagnole e le Tigelle in uso nell’Appennino fra Modena e Bologna ed in tanti altri cibi tradizionali di quasi tutte le regioni d’Italia. Le caratteristiche che distinguono la Pinsa Romana dalla Pizza Napoletana, sono innanzi tutto le dimensioni più ridotte e la forma ad elisse della prima, che predilige l’uso di nuove farine e cereali, come il kamut, ma anche orzo, farro e miglio soia e riso, e l'aggiunta di erbe aromatiche selvatiche. La Pinsa prevede un apporto maggiore di acqua, e una percentuale più bassa di lievito, risultando così più digeribile e meno calorica, grazie anche alle lunghe lievitazioni (minimo 24 ore), all’alta idratazione dell'impasto (80% di acqua), al mix di farine, alla presenza di lievito madre, all'assenza di grasso animale ed all'impiego di una quantità limitata di olio. La morbidezza dell'interno della pinsa è frutto soprattutto della farina di riso, a cui spetta il compito di "fissare" l'acqua versata nell'impasto durante la cottura. Un cibo dunque dalle caratteristiche assai interessanti, che merita di essere degustato, assieme agli alimenti che la nostra fantasia ci suggerirà di porci sopra. Vinca il migliore! Gianluigi Pagano
0 notes
giorginodj69 · 3 years
Photo
Tumblr media
Reposted from @deliziosetentazionidivale PASTA FREDDA ALLA NORMA 📌 Salva il post Un classico amatissimo in versione estiva, l'avete mai provata?? A me è piaciuta davvero tantissimo, fresca dal gusto fantastico😋 ✔️Per la ricetta fai swipe up nelle storie o clicca su 👇👇👇👇 👉@deliziosetentazionidivale👈 e segui il link in bio (quello blu)❣️ 🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥 Se vuoi rimanere aggiornato e non perdere nemmeno una ricetta, salva nel tuo cellulare 👉3516645064 come DELIZIOSE TENTAZIONI👈scrivimi il tuo nome e cognome nella chat di whatsapp, RICEVERAI LE ANTEPRIME DIRETTAMENTE SUL TUO CELLULARE https://www.instagram.com/p/CR69-M0gjwy/?utm_medium=tumblr
0 notes
keticonte · 3 years
Photo
Tumblr media
Cheesecake ai frutti di bosco fredda! 🍰 Pazzesca! Trovi questa ricetta anche sul mio canale YouTube: “sapore puro” cheesecake ai frutti di bosco Ingredienti: 400 gr di biscotti Follini 250 gr di mascarpone 250 gr di formaggio spalmabile 500 gr di panna (per una crema più abbondante) estratto di vaniglia 1 uovo 150 gr di burro 1 bustina di vanillina (O un pizzico di sale) 100 gr di zucchero Frutti di bosco freschi o congelati Metodo: frullate finemente i biscotti, aggiungete la vanillina, il burro e lasciate riposare per 30 minuti in frigorifero. In una ciotola versate lo zucchero e l'uovo e montate bene con le fruste elettriche, aggiungere il formaggio spalmabile, il mascarpone, la panna, l'estratto di vaniglia e frullare bene il tutto. versare la crema di formaggi sulla base del biscotto ed infine guarnire con frutti di bosco freschi o una salsa ai frutti di bosco cotti 10 minuti a fuoco medio di frutti di bosco, poco limone e zucchero a piacere Mandateci le foto se vi va 🤗 . . #cheesecake #fredda #senzacottura #fruttidibosco #dolce #desert #sweet #torta #estiva #ricette #cucino #ricettafacile #ricettaveloce #dopocena #pasticceria #panna #mascarpone #biscotti #vaniglia #philadelphia #reel https://www.instagram.com/p/CRyqkaElm7h/?utm_medium=tumblr
0 notes
gabri2812-blog · 6 years
Video
youtube
PASTA FREDDA INTEGRALE - RICETTA ESTIVA
1 note · View note
wdonnait · 4 years
Text
Pelle : consigli trattamento viso dall'estate all'autunno
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/pelle-consigli-trattamento-viso-dallestate-allautunno/109725?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=109725
Pelle : consigli trattamento viso dall'estate all'autunno
Tumblr media
L’ inizio dell’autunno è una stagione di transizione, durante la quale la nostra pelle passa dalla frequente ed intensa esposizione solare estiva ad un clima più mite. In questo periodo la cute di irribustisce e si preparara ad affrontare il freddo invernale. Per questo motivo, la parola d’ordine in autunno è esfoliare.
Cosa fare dunque? Iniziare con uno scrub leggero almeno ,due volta alla settimana che aiuterà la pelle a riprendersi da scottature. Questo servirà contro spellature ed irritazioni, oltre che a contribuire a ridarle un colore omogeneo ed uniforme .
Potete anche procedere ad un vero ciclo di peeling fatto dal medico o a base di glicolico al 50 % oppure Prx o anche il Carbon peel o lo Spectra peel. Questi ultimi sono tutti efficaci , non invasivi o tali da non permettere un’ immediata ripresa di attività.Per chi invece vuol fare da se a casa può orientarsi su un prodotto domestico tipo Kerapeel Mavi. È ovviamente anche il caso di rifare un ciclo di biostimolazioni per contrastare il danno ossidativo del sole estivo.
GLI ACIDI
Parlando di una vera routine cosmetica quotidiana per la stagione fredda, sarebbe consigliabile per una strategia antiage attendibile, l’ idrossiacido o un retinoide la sera ed una protezione solare al mattino . Infatti la stagione invernale è quella in cui in una routine davvero corretta si ricominciano gli ACIDI , iniziando col piu affrontabile Glicolico.
(Esempio Collagenil8 e 15%,Neostrata 15 crema levigante,Canova 15 -che pur essendo una crema corpo va benissimo pure sul viso-Canova 8+2 con glicolico e cogico in funzione schiarente e depigmentante , crema glicolico Fitocose al 12%,Paula’s Choice Resist Weekly Resurfacing Treatment 10% AHA Exfoliant with Glycolic Acid, fino ai noti Glicosal e Glicocrema composti da glicolico e salicilico e da usare secondo l’ eta e il protocollo Dermaclub che si chiama “micropeeling” reperibile sul sito.In particolare ricordo che la Glicocrema è piu indicata dopo i 50 mentre Glicosal va meglio in eta più giovane.).
Quello con acido glicolico è un trattamento da usare per l’ INTERO inverno con una pausa se volete la domenica in cui si applica una crema lenitiva e idratante come Unguento emolliente Most o Physiogel Il mattino potete usare siero o crema con vit C o E , con peptidi o con ceramidi piu una protez solare a seguire, la quale al nord puo essere piu bassa come ad es Clinique sun city block. Un must have è sicuramente la maschera al glicolico come GLYCOLIC ACID MASQUE 10% di Mycli che Purifica, restringe i pori dilatati, riduce le piccole rughe ed ammorbidisce i primi segni dell’invecchiamento. Ad azione immediata e da fare una volta la settimana.
I RETINOIDI
Per chi invece vuole iniziare un percorso di acidi piu radicale puo valutare i RETINOIDI derivati della vitamina A che comprendono retinolo, retinaldeide e tretinoina . Quest’ultima è un vero farmaco e si prende con ricetta ed è conosciuta meglio come Airol . Esistono numerosi studi che avvallano l’uso dell acido retinoico per trattare i sintomi del foto invecchiamento , delle righe sottili ,delle rughe marcate e dell iper pigmentazione . . I retinoidi sono molto potenti per cui dosi topiche inferiori all 1 %sono gia significative mentre per il retinolo le percentuali vanno da 0,3 s 1%. Credo si sappia da parte di tutte della cautela necessaria nell’ uso di questi prodotti; sono si efficaci ma possono provocare dermatiti da retinoidi o irritazioni e desquamazioni importanti se mal usati. I prodotti di riferimento sono per il retinoico oltre il citato e noto Airol allo 0,05 anche: La Tretinoina same ,ma esistono anche preparazione piu leggere e meno concentrate come Retinol 0,3 Skinceuticals , Strivectin Advanced RETINOL Intensive Night Moisturizer o anche l ottimo Overnight retinol repair di Dermalogica .
Segnalo anche la valida linea Obagi ma a parte il costo notevole ,essa non è reperibile se non da medici accreditati dalla ditta .È ovvio però che i Risultati migliori si hanno in assoluto con Airol o tretinoina se disposte ad accettare un periodo di desquamazione o lieve rossore.
ALTERNATIVE
Per coloro che invece non se la sentono di affrontare alcun acido perche di pelle delicata e molto reattiva ,la sera possono continuare Acidi piu blandi ma sempre efficaci . Alcuni esempio: la Vit C , (tra le tante vit C segnalo due nuovi ottimi prodotti che sono Citrix vit c cream 20 % e anche Vit C+E complex di Skin medica ), acido lipoico di Tiobec o ancora mandelico alternandoli tra loro .
Valutate formulazioni di glicolico a bassa gradazione che non danno assolutamente irritazione come Skin peel o Skin plus di Giulia Penazzi. Ricordo comunque che le marche dei prodotti che cito sono esempi orientativi, se avete qualcosa di simile come attivi e formula con cui vi trovate bene continuate pure Qualsiasi routine scegliate raccomando la gradualità. Perche la pelle non va mai aggredita ,ma abituata pian piano.
Trattare pelle in autunno
Il consihglio è quello di usare in estate una protezione alta ed antimacchia In questo modo potrete trattare la pelle con prodotti giusti anche in autunno. Utile sarebber lo scrub tipo Bioderma Sebium exfoliating oppure Dermalogica daily microfoliant Inizia a trattare la cuta fin dal risveglio: per il Mattino ad azione idratante c è un gel come Reidral di Omegapharma o una crema come Eos natura e infine la sera prevedi un siero di vit C ad azione antiossidante.
0 notes
lebouffe · 5 years
Photo
Tumblr media
Insalata di riso ricette, insalate estive, insalata di riso fredda, insalata di riso salmone, rice salad, insalata di riso particolare, insalata di riso estiva, insalata di riso con tonno, insalata di riso giallo zafferano, insalata di riso avocado, riso freddo ricette, #ricettadelgiorno #recipe #blog #blogger #ricette #ricetta #giallozafferano #cucina #recipes #insalatadiriso #ricesalad #ricettefacili #ricetteestive #ricetteveloci #ricetteitaliane http://lebouffe.com https://ift.tt/1Y1GQXx
0 notes
gullygully · 4 years
Video
youtube
Riso Tonno e Fagioli Ricetta Calda o Fredda Estiva - Tuna and Beans Rice...
0 notes
thefoodellers · 5 years
Link
Ricetta pasta e fagioli fredda
0 notes
yewavenue3-blog · 6 years
Text
Sciroppo di rose, la gentilezza di un mondo antico
Ero seduta fuori, con un vecchio costume scompagnato e occhiali da sole scuri, per darmi un’aria da diva e per nascondere la sonnolenza che mi prende sempre quando mi faccio coccolare dal tempore pomeridiano e dal profumo di erba schiacciata. Prendevo il sole, allungandomi pigramente su una sdraio con un quaderno e con la mia penna preferita, dalla punta fine. La mia intenzione era quella di scrivere indisturbata, avevo un pomeriggio libero e qualche storia da raccontare.
La mia pelle profumava di crema solare e di cocco. Le cicale si erano messe d’accordo, mi facevano da colonna sonora con la loro melodia ipnotica, le sentivo lontane ma costanti, sulle querce alla fine del giardino. Mi sono addormentata. Non è stato uno di quei sonni profondi, durante i quali perdi quasi coscienza e che ti lasciano leggermente intontita, con l’impronta del cuscino su una guancia. È stato più una sorta di pisolino estivo, leggero.
Sentivo gli uccellini che cinguettavano incuranti del gatto che faceva la ronda in giardino, il vento che agitava le foglie di quercia e le faceva suonare, le api che ronzavano nel cespuglio di rose lì accanto a me.
La mia pelle si stava lentamente scaldando, i capelli mi facevano il solletico sulle spalle nude. Anche con gli occhi chiusi potevo avvertire il cambiamento di luce quando la brezza marina sospingeva una nuvola solitaria attraverso il cielo. Abitiamo a un’ora dalla costa del Tirreno, eppure quando il vento soffia da ovest puoi davvero annusare il salmastro nell’aria, e ti senti un po’ al mare.
Durante questo sonnellino in stato di semi coscienza ho dato il benvenuto nei miei sogni all’estate, ai suoi rituali, alle sue abitudini radicate negli anni, al suo cibo e ai suoi ingredienti, ai suoi ritmi. 
Cullata da questa brezza profumata e dal frinire delle cicale, ero perfettamente cosciente di dove fossi, ma non di quando. Poteva essere venticinque anni fa, quando portavo fuori i miei libri durante quelle lunghissime vacanze estive per leggere e sognare di posti lontani, o poteva essere lo scorso anno, quando abbiamo riscoperto il significato di staycation, quando abbiamo imparato a sentirci in vacanza anche sotto casa.
Queste sono le mie fragole bianche, una varietà antica profumatissima che adoro.
E così eccoci, all’inizio di una nuova estate
Il poter godere di tre lunghissimi mesi di vacanze estive fino ai diciotto anni mi ha lasciata con la sensazione che la bella stagione può darti i super poteri: ad esempio, puoi espandere il tempo e lo spazio per vivere infinite avventure nell’arco di una giornata. I tuoi sensi amplificati ti trasformano in un rabdomante, alla ricerca del prossimo piacere estivo: un cespuglio di menta seccato dal sole che rilascia il suo profumo balsamico quanto ci cammini sopra, pesche succose e mature, dolci come il miele, la terra bagnata sotto una pianta di pomodoro. L’estate è una festa per i sensi. 
Lo sciroppo di rose
Dopo lo sciroppo di fiori di sambuco, ho preparato il più romantico degli sciroppi, tanto per il suo profumo floreale quanto per il suo colore, un rosa antico che si scalda nei torni dell’arancione quando un raggio di sole lo attraversa. Ho fatto lo sciroppo di petali di rosa. Non serve poi tanto per abbandonarsi alla bella stagione con tutte le migliori intenzioni, o per ammorbidire gli spigoli di una giornata storta: un cucchiaino di sciroppo di rose a volte fa magie.
Usa le rose più profumate che riesci a trovare, l’importante è che non siano trattate. Mamma ama le rose, ci sono cespugli colorati sparsi per tutto giardino, ma solo due rose hanno quel profumo inebriante che stavo cercando. Pare che mamma abbia portato proprio quelle due piante di rose rosa qui da San Gimignano, quasi quarant’anni fa.
Nel fare il mio sciroppo di rose ho seguito la ricetta di Annalisa.
Piatto: Bevanda
Cucina: Italiana
Keyword: rosa, sciroppo, zucchero
300 g di petali di rosa
1 l d'acqua
1 limone biologico
1 kg di zucchero
Fate una passeggiata in giardino - o al negozio di fiori più vicino - e raccogliete i petali di rosa in uno scolapasta. Ricordatevi di usare solo petali di rosa biologici, che non sono stati trattati. Risciacquate delicatamente i petali di rosa sotto l'acqua fredda per rimuovere eventuali ospiti indesiderati.
Scuotete i petali e trasferiteli in una ciotola capiente.
Coprite i petali di rosa con acqua bollente, poi spremeteci dentro un limone.
Pestate i petali con un cucchiaio di legno per estrarre la loro essenza romantica, poi coprite la ciotola con un coperchio, o con un piatto, e lasciate in infusione per 24 ore.
Il giorno successivo, versate l'acqua di rose in una pentola attraverso una garza. Spremete i petali per estrarre tutta l’acqua possibile. Sarete avvolti da una nuvola profumata di rosa.
Aggiungete lo zucchero all'acqua di rose e mescolate per scioglierlo. Portate l’acqua di rose a un leggero bollore, poi fatela sobbollire a fiamma bassa per 15 minuti.
Versate lo sciroppo di petali di rosa in bottiglie o barattoli sterilizzati e conservatelo in un luogo fresco e buio. Una volta aperta la bottiglia o il barattolo, conservatelo in frigorifero.
Come usare lo sciroppo di rose
Tengo il mio sciroppo di rose in frigo, così che è sempre freddo, pronto da versare in un bicchiere di acqua fredda per una bibita dissetante e vecchio stile da preparare all’ultimo secondo. Ne puoi versare un cucchiaio anche in un bicchiere di prosecco, aggiungendo qualche lampone fresco per un cocktail molto romantico e raffinato.
Versane un po’ su una macedonia di frutta estiva, su uno yogurt bianco, su una meringa accompagnata da un po’ di panna montata. Sciogli lo sciroppo in pari quantità di acqua per spennellare un dolce al cioccolato o una torta di compleanno. Aggiungi un ultimo tocco con lo sciroppo di rose a una confettura di fragole o di lamponi, da versare proprio prima di chiudere il vasetto. Quando hai bisogno di una carezza, o di un abbraccio gentile, apri la bottiglietta dello sciroppo di rose e inala il suo profumo antico, che sa di un mondo buono.
Link love
Valentina e Zaira poche settimane fa hanno pubblicato due post con un inconfondibile profumo di rosa, un rosolio e delle crostatine alla confettura di rose. Puoi leggere i loro post qui e qui.
Se pensi che lo sciroppo di rose non sia sufficientemente romantico, forse puoi provare questa ricetta di Diana Henry e fare queste pesche cotte nel vino e nello sciroppo di rose, con pistacchi e petali di rose.
Qui un approfondimento sullo sciroppo di rose.
Da Simonetta, puoi leggere quali sono le rose più adatte per fare lo sciroppo. 
Source: https://it.julskitchen.com/bevande/sciroppo-di-rose
0 notes
giallozafferanooooo · 6 years
Photo
Tumblr media
Pasta e fagioli
La ricetta della pasta e fagioli è un classico della cucina italiana, un primo piatto dal sapore inconfondibile che affonda le radici nella tradizione rurale. Nella sua versione più rustica viene insaporita con le cotiche di maiale, come nella pasta e fagioli alla napoletana, mentre in altre varianti i legumi vengono abbinati a molluschi che conferiscono alla pietanza un intenso sapore di mare, come nei cicatielli con cozze e fagioli. Un piatto povero ed economico, quindi, ma sempre estremamente gustoso e genuino. Proprio come la nostra versione della pasta e fagioli! Abbastanza densa da "reggere il cucchiaio in piedi" (i più tradizionalisti dicono sia questo il modo per riconoscere la giusta consistenza, cremosa e corposa al tempo stesso) e ricca di aromi, con l'immancabile nota sapida data dall’aggiunta del lardo e del prosciutto crudo. Un intramontabile comfort food all’italiana che scalda il cuore e mette d’accordo tutti grazie al suo sapore senza tempo, da provare anche nella versione estiva con i legumi freschi. Assaggiate la nostra pasta e fagioli e vedrete che non la lascerete più!
Ingredienti
Ditaloni Rigati 320 g
Fagioli borlotti secchi200 g
Passata di pomodoro250 g
Lardo80 g
Prosciutto crudo80 g
Cipolle30 g
Sedano30 g
Carote30 g
Aglio1 spicchio
Rosmarino3 rametti
Alloro2 foglie
Olio extravergine d'oliva10 g
Pepe neroq.b.
Sale finoq.b.
Per preparare la pasta e fagioli, per prima cosa lasciate i fagioli secchi in ammollo per tutta la notte . Il giorno dopo risciacquateli , trasferiteli in una pentola, copriteli con abbondante acqua fredda, aggiungete 2 foglie di alloro e lessateli per circa 80 minuti.
Nel frattempo preparate gli altri ingredienti per la ricetta: mondate e tritate finemente la cipolla, il sedano e la carota , poi tagliate il prosciutto  e il lardo a listarelle .
Scaldate l’olio in una casseruola, aggiungete uno spicchio d’aglio sbucciato e le verdure tritate ; lasciate soffriggere per circa 5 minuti, poi unite le striscioline di prosciutto e di lardo e cuocete ancora per un paio di minuti. Prelevate i fagioli con una schiumarola e aggiungeteli al soffritto ,
poi unite un mestolo della loro acqua di cottura : conservate il resto dell’acqua di cottura perché vi servirà in seguito. Ora versate all’interno della pentola anche la passata di pomodoro , salate con moderazione, pepate e fate cuocere per 20 minuti a fiamma moderata, dopodiché potrete aggiungere la pasta. Prima di aggiungere la pasta, prelevate due mestoli dal composto e versateli in un contenitore ,
poi frullateli con un frullatore a immersione  e tenete da parte la crema ottenuta. Aggiungete i ditaloni rigati direttamente nella pentola , coprite con l’acqua di cottura dei fagioli e portate la pasta a cottura mescolando di tanto in tanto, sempre a fiamma moderata .
Quando la pasta sarà al dente, aggiungete il composto frullato in precedenza  e il rosmarino tritato , poi spegnete il fuoco, coprite con il coperchio e lasciate riposare per 3 minuti . Un’ultima spolverata di pepe nero e la vostra pasta e fagioli è pronta per essere servita! giallozafferano.it
0 notes
Text
3 días en Granada (España)
Ciao ragazzi e bentornati nel mio blog!
Il mio ultimo viaggio ha avuto luogo nel sud della Spagna, in uno dei cuori di quella splendida terra che è l’Andalucía: Granada.
Tumblr media
Sento ancora i canti gitani riecheggiare nella mia mente...
Il nome della città ha un legame imprescindibile con la pianta del melograno, nota anche come punica granatum, originaria, come si può evincere dal nome latino, della città di Cartagine (Punica), situata in Tunisia. Il simbolo della città è, infatti, proprio il frutto, che in spagnolo prende, così, il nome di granada.
Tumblr media
La città è molto piccola e visitabile in pochi giorni; la posizione nell’entroterra la rende calda l’estate, con temperature che di giorno possono superare facilmente i 30° e che di sera possono scendere repentinamente di 13°-15° per via della vicinanza alla Sierra Nevada, il complesso montuoso che abbraccia la città a sud-est, impedendo al mare di addolcire il clima dopo il tramonto del sole.
DÍA #1
Il mio primo giorno inizia proprio nel pieno centro della città, in Calle Gran Vía Colón, che prende il nome dal noto navigatore conosciuto in Italia come Cristoforo Colombo (Cristóbal Colón, per gli spagnoli). Emozionata ed elettrizzata mi dirigo immediatamente verso la tanto attesa Catedral de Granada o Catedral de la Encarnación, così chiamata perché fu proprio durante el día de la Encarnación, il 25 Marzo, che iniziarono i suoi lavori.
Qui sotto, le foto della sua Capilla Mayor.
Tumblr media Tumblr media
La Cattedrale fu costruita per volere della regina Isabella (Isabel la Católica) a partire dall’anno 1505 - anno in cui Granada era già tornata ad essere sotto il dominio degli spagnoli, che l’avevano riconquistata nel 1492 - e fu progettata dall’architetto Enrique Egas e, successivamente, da Diego Siloé. È proprio per questo motivo che si può notare come il complesso unisca con semplicità più stili, alternando il rinascimentale al gotico.
A fianco all’edificio, inoltre, è ubicata la Capilla Real (al cui interno, ahimé, non è possibile scattare foto), la quale ospita i resti dei Reyes Católicos: Isabel I de Castilla e Fernando II de Aragón. Quest’ultimo lasciò, infatti, scritto nel suo testamento:
Y, por ende, queremos que los huesos nuestros estén allí para siempre, donde también han de estar sepultados los de la dicha serenísima señora para que, juntamente, loen y bendigan su santo nombre.
Continuando nei pressi dell’edificio si accede anche al Palacio de la Madraza, la prima università della città, inaugurata nell’anno 1349 dall’allora re nazarí Yusuf I de Granada. L’antica università si sviluppa su due piani, al piano terra vi è collocata la sala di preghiera (oratorio musulmán);
Tumblr media
sulle cui pareti è ben leggibile la dicitura: لا غالب إلا الله, ovvero: “Non v’è altro vincitore al di fuori di Allah” (vedi foto);
Tumblr media
mentre al piano superiore, vi è il salón de Caballeros XXIV, la sala in cui avvenivano le riunioni dei regidores (chi era al governo) della città.
Uscendo dal complesso proseguo su Calle Gran Vía Colón sino a Plaza Isabel la Católica, in cui si erge la statua, realizzata nel 1892, che vede la regina nell’atto di autorizzare Cristoforo Colombo ad intraprendere il suo viaggio nelle Indie.
Tumblr media
La via che incrocia la piazza si chiama Calle Reyes Católicos
Tumblr media
e conduce direttamente all’edificio che durante il regno dei Nasridi venne utilizzato come locanda per commercianti: il Corral del Carbón. La struttura venne anche impiegata come magazzino e, solo in seguito, adibita a teatro; non a caso, nel periodo del Barocco, questa tipologia di palazzo - (inizialmente casa privata) sviluppata su due o tre livelli, costituiti da un patio centrale e da una serie di balconi - divenne scenario per numerose rappresentazioni private e non, che vedevano il pubblico occupare lo spazio centrale del patio e gli attori muoversi lungo i piani dei balconi e al pianterreno, in un palco posizionato dinanzi agli stessi spettatori.
Oggi l’edificio è sede della Delegazione Provinciale della Cultura Andalusa ed al centro del suo cortile interno vi è la fontana visibile nella foto qui sotto.
Tumblr media
A questo punto, decido di tornare su Calle Reyes Católicos passando per la strada da cui provengo, Calle Puente del Carbón, ed attraverso la strada per proseguire, così, su Calle López Rubio, che mi si apre proprio davanti. La strada mi conduce all’Alcaicería, un piccolo barrio della città suddiviso in numerose stradine e pieno di negozi e bancarelle tipici.
Tumblr media
Un tempo questo era il luogo dedicato alla fabbricazione e alla vendita di sete preziose tipiche orientali e di altre merci di valore; in arabo prendeva il cosiddetto nome di sūq e rappresentava uno dei poli più attivi della città.
Tumblr media
Uscendo dalle stradine del mercato faccio capolino su Plaza de Bib-Rambla, al cui centro si staglia la fuente de los Gigantes con la statua di Neptuno che si erge sulla sua sommità (vedi foto);
Tumblr media
la piazza, durante il regno musulmano, è sempre stata luogo di feste, corridas de toros e tornei. Oggi, invece, è una delle piazze più frequentate dai suoi cittadini e soprattutto dai turisti; vi ha sede, infatti, un noto café della città, famoso per i suoi deliziosi churros accompagnati da una tazza di cioccolata calda (vedi foto).
Tumblr media
Una pausa era proprio quello che ci voleva...
Tumblr media
Dalla piazza è visibile Calle Principe, che mi conduce nuovamente su Calle Reyes Católicos; mi faccio, così, largo tra la folla che riempie il corso e scorgo dall’altra parte della strada il municipio della città, il cosiddetto Ayuntamiento.
Tumblr media
Sulla cima dell’edificio è possibile scorgere la statua di un cavaliere nudo e bendato sugli occhi che cavalca un cavallo al trotto. L’opera, dall’aspetto inusuale, è chiamata El instante preciso ed è stata realizzata dall’artista spagnolo Guillermo Pérez Villalta; secondo l’autore rappresenta la felicità, il momento perfetto e l’istante fugace di cui solo si ha coscienza quando, ormai, l’attimo è passato e la famosa benda ci cade dagli occhi.
Sotto la statua prende posto, inoltre, un orologio, sulla cui cornice vi è incisa la frase: “Feliz quien ve sus horas en dorado presente”. 
Tumblr media
Ritorno su Calle Reyes Católicos e proseguo in direzione di Plaza Nueva, la piazza in cui confluiscono le vie più importanti della città, quali, appunto, Calle Reyes Católicos, Calle Elvira (la strada de las teterías, ovvero le sale da tè arabe) e la nota e antica Carrera del Darro.
Tumblr media
Da quest’ultima è possibile ammirare l’imponente figura dell’Alhambra ergersi tra le fronde del bosco, ed ascoltare il mormorio del fiume Darro che scorre lungo il margine.
Lungo la strada si giunge a El Bañuelo, gli antichi e storici bagni arabi che si dice risalgano all’XI secolo, nonostante la presenza di voci discordanti che affermino risalga ad un periodo ancora precedente.
Nella foto un angolo del particolare soffitto che abbraccia le stanze dell’hammam, il complesso termale suddiviso in tre sale (una fredda, una tiepida ed una calda) dedicate, appunto, alle tre fasi di purificazione.
Tumblr media
Fanno parte di questa tipologia di edificio tipico arabo anche altri palazzi che si possono incontrare per la città come la Casa Horno de Oro (vedi foto)
Tumblr media
e la Casa de Zafra (vedi foto) in Calle Zafra.
Tumblr media Tumblr media
Ma facciamo un salto a ritroso e torniamo a Calle Elvira, una delle vie più frequentate dagli abitanti di Granada, che ho menzionato poc’anzi.
Tumblr media
La strada possiede uno dei nomi femminili più comuni nella Spagna del sud, Elvira (nome con cui tra l’altro veniva inizialmente chiamata la città di Granada), ed è tipica per las teterías che si trovano lungo il cammino. È il momento perfetto per un buon té arabo con latte...
Tumblr media
A servirmi è un giovane marocchino che mi invita a provare una cachimba (comunemente nota in italiano con il nome di “narghilè”), tipico apparato per il fumo, nato in Egitto, e caratterizzato da una vasta gamma di sapori e profumi che lo rendono un piacevole intervallo. Mi lascio tentare.
Tumblr media
Proseguendo lungo la via in direzione nord giungo all’antica Puerta de Elvira, nota per essere stata il più importante accesso alla città durante la dominazione islamica. Oggi rimane solo una parte del muro che faceva da recinzione alla città/fortezza unitamente al suo arco che, appunto, fungeva da ingresso.
Guardo l’orologio, è quasi l’ora di tapear... il mio stomaco borbotta e i bar della città si riempiono di gente...
Il verbo tapear significa letteralmente “tomar tapas”, ovvero prendere le tapas, che altro non sono che degli “assaggi” di pietanze tipiche spagnole, che vengono consumati dagli spagnoli solitamente nell’ora del nostro aperitivo italiano, e che spesso finiscono per saziare ed arrivare a coprire anche il pasto della cena.
Tumblr media
Tapear è quasi uno stile di vita. Si esce e si fanno piccole tappe per diversi bar e locali del posto, ci si ferma per un bicchiere di buon vino o di sangría e si accompagna il tutto con questi piccoli assaggi. Tapear diventa, così, un atto sociale che unisce le persone, le fa incontrare e scambiare idee e soprattutto tante risate.
In foto un buon bicchiere di sangría (vedi foto), tipica bevanda spagnola a base di vino, frutta (nel mio caso già aromatizzata dalla produzione) e spezie.
Tumblr media Tumblr media
In foto qui sotto, un bicchiere di gazpacho andaluz, la tipica zuppa fredda estiva a base di verdure. (Per la ricetta clicca qui: https://justcallmejemma.tumblr.com/post/156170905783/gazpacho-andaluz)
Tumblr media
La serata si prospetta piacevole e posso solo che lasciarmi guidare...
DÍA #2
C’è una targa in Plaza de las Pasiegas che recita:
Dale limosna, mujer,
que no hay en la vida nada
como la pena de ser
ciego en Granada.
Tumblr media
Il messaggio è chiaro, Granada è una di quelle città che restano nel cuore e che è un peccato non aver visto almeno una volta nella vita.
Sono emozionata, la direzione della mattinata è l’immensa Alhambra (vedi foto), l’antica sede del califfato della dinastia nasride, che crollò nel fatidico anno 1492; anno in cui, oltre all’epico evento della cosiddetta “scoperta dell’America”, terminò anche la Reconquista con la presa di Granada (toma de Granada) - l’ultima città della Spagna ad essere riconquistata dagli spagnoli - ed in cui avvenne anche la cacciata degli ebrei dal paese: solo los conversos (i convertiti al Cristianesimo) poterono rimanere ed inserirsi nella comunità.
Tumblr media Tumblr media
La Alhambra si estende poderosa sulla collina della Sabika; circondata da mura è una vera e propria città murata (medina), proclamata patrimonio dall’UNESCO nel 1934.
Tumblr media Tumblr media
Al suo interno vi si trovano numerosi edifici, all’epoca dedicati a varie attività; ed il meraviglioso e rigoglioso giardino del Generalife, anche questo dichiarato patrimonio culturale dell’umanità dall’UNESCO.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Qui sotto, il pergolato de los Jardines de San Francisco:
Tumblr media
e qualche scatto rubato ai numerosi gatti che popolano i suoi giardini:
Tumblr media Tumblr media
Al suo interno la Alhambra, come menzionato sopra, è suddivisa in numerosi edifici. Vi è la Alcazaba, la parte più antica dell’intero complesso, all’epoca utilizzata come punto di vedetta per avvistare il nemico. Costruita da Mohammed I, è composta da tre torri principali: la Torre Quebrada, la Torre del Homenaje e la Torre de la Vela.
In foto, la Puerta de los Siete Suelos, la porta d’ingresso alla medina.
Tumblr media
Vi sono poi los Palacios Nazaries, suddivisi in:
Palacio de Comares, al cui interno vi è il noto Patio de los Arrayanes (vedi foto)
Tumblr media Tumblr media
e attraverso cui si accede dalla sala del Mexuar (vedi foto), la sala dedicata alle udienze ed agli incontri amministrativi;
Tumblr media
Nella zona esterna, invece, nel cosiddetto giardino del Partal, vi è una piccola ed indipendente struttura dedicata alla preghiera: l’Oratorio.
Tumblr media
Palacio de los Leones (vedi foto), che venne costruito per ordine di Yusuf I e che costituiva le stanze private della famiglia reale,
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
al cui interno vi si trova il Patio de los Leones (vedi foto), la cui pianta rettangolare è incorniciata da ben 124 colonne di marmo bianco di Almería.
Tumblr media Tumblr media
Dal patio vi è l’accesso alla sala de los Mocárabes; a quella de los Reyes, a quella de las Dos Hermanas; Ajimeces; al Mirador de Darax (vedi foto);
Tumblr media
 a quella de los Abencerrajes (vedi foto)
Tumblr media
e del Harén (vedi foto).
Tumblr media
Uscendo dal complesso in pieno stile arabo, che racchiude i palazzi e le sale sopramenzionate, si giunge ad un edificio di stile rinascimentale, il cui anno di costruzione risale al 1526: il Palacio de Carlos V.
Tumblr media
L’edificio, nel Rinascimento, divenne dimora di Carlos V, allora imperatore del Sacro Romano Impero, il quale decise che l’edifico avrebbe dovuto seguire lo stile architettonico romano, che prevedeva una pianta circolare inscritta in un quadrato. Visto da fuori, infatti, risulta un quadrato perfetto.
Tumblr media
Si avvicina l’ora del almuerzo, dove andare a mangiare?
Uscendo dall’Alhambra, il percorso è in discesa.
Tumblr media Tumblr media
Voglio dirigermi verso Plaza de la Pescadería, non troppo distante dalla Catedral. Ordino una paella ed un buon calice di Rioja, un vino tipico spagnolo.
¡Buen provecho!
Tumblr media
Nel pomeriggio decido di salire ed addentrarmi nel quartiere dell’Albayzín, che si trova più in collina rispetto al resto della città, esattamente di fronte alla collina che ospita la meravigliosa Alhambra. È proprio quest’ultima, infatti, che voglio arrivare ad ammirare da uno dei più importanti belvedere della città: il famoso Mirador de San Nicolás.
Tumblr media Tumblr media
Da qui si vede tutta la città estendersi ai piedi della collina della Sabika, e l’imponente Sierra Nevada alle sue spalle. Gitanos di strada si esibiscono in veri e propri spettacoli di flamenco in cui la chitarra e la voce diventano le uniche vere protagoniste.
Ritorno tra le vie del quartiere e decido di perdermi. Via la mappa. Non vi è cosa più bella dello scoprire la città lasciandosi guidare dall’istinto.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
DÍA #3
L’ultimo giorno granadino decido di tornare alla Puerta de Elvira e di attraversare Plaza del Triunfo, al cui centro si staglia la statua del volto di Cristóbal Colón (vedi foto), sul cui capo si erge la bandiera spagnola.
Tumblr media Tumblr media
Lungo la strada, chiamata Avenida de la Constitución, si ha il piacere di incontrare numerose statue dedicate alle più note personalità che hanno lasciato traccia nella storia della Spagna, come, per esempio, il noto poeta Federico García Lorca (vedi foto), che si incontra seduto su una panchina con in mano il libro di una delle sue opere più famose: El Romancero gitano. Quest’opera è composta di diciotto romances (un tipo di composizione poetica articolata in metri) dedicati ognuno a diversi temi tipici della cultura gitana, che sempre ha interessato il poeta lungo il corso di tutta la sua vita.
Tumblr media Tumblr media
Uno dei romances, dal titolo San Miguel, è dedicato, infatti, proprio alla città:
San Miguel
A Diego Buigas de Dalmau
Se ven desde las barandas,
por el monte, monte, monte,
mulos y sombras de mulos
cargados de girasoles.
Sus ojos en las umbrías
se empañan de inmensa noche.
En los recodos del aire
cruje la aurora salobre.
Un cielo de mulos blancos
cierra sus ojos de azogue
dando a la quieta penumbra
un final de corazones.
Y el agua se pone fría
para que nadie la toque.
Agua loca y descubierta
por el monte, monte, monte.
San Miguel lleno de encajes
en la alcoba de su torre,
enseña sus bellos muslos
ceñidos por los faroles.
Arcángel domesticado
en el gesto de las doce,
finge una cólera dulce
de plumas y ruiseñores.
San Miguel canta en los vidrios;
efebo de tres mil noches,
fragante de agua colonia
y lejano de las flores.
El mar baila por la playa,
un poema de balcones.
Las villas de la luna
pierden juncos, ganan voces.
Vienen manolas comiendo
semillas de girasoles,
los culos grandes y ocultos
como planetas de cobre.
Vienen altos caballeros
y damas de triste porte,
morenas por la nostalgia
de un ayer de ruiseñores.
Y el obispo de Manila,
ciego de azafrán y pobre,
dice misa con dos filos
para mujeres y hombres
San Miguel se estaba quieto
en la alcoba de su torre,
con las enaguas cuajadas
de espejitos y entredoses.
San Miguel, rey de los globos
y de los números nones,
en el primor berberisco
de gritos y miradores.
Il poema racconta di una tale San Miguel, il patrono della città (festeggiato ogni 29 Settembre), la cui statua si erge in cima a Sacromonte, il quartiere più remoto della città per la sua posizione in cima alla collina. Lorca descrive l’aspetto effeminato della statua e racconta dei pellegrinaggi de los gitanos che spesso avvengono dal quartiere Albayzín (prossimo a Sacromonte) verso la statua del santo.
Sacromonte, infatti, resta tutt’oggi il quartiere gitano del flamenco. 
Tumblr media Tumblr media
Las cuevas (grotte), che all’epoca utilizzavano los gitanos come dimore, oggi sono una delle attrazioni maggiori della città. Al loro interno, infatti, si tengono numerosi spettacoli di flamenco e zambra (”festa”, in dialetto marocchino).
In foto, una delle cuevas più note del quartiere.
Tumblr media
Il quartiere è molto tipico e folkloristico con le  mura delle sue grotte fatte di calce. Quante leggende girano per le sue stradine...
Tumblr media
Anche questo viaggio giunge al termine purtroppo. 
Vi aspetto alla prossima avventura, cari lettori!
Hasta luego,
JeMMa.
0 notes
jucks72 · 7 years
Text
Confettura perfetta: i segreti per prepararla in casa
New Post has been published on http://www.it-gourmet.it/2017/10/05/confettura-perfetta-i-segreti-per-prepararla-in-casa/
Confettura perfetta: i segreti per prepararla in casa
La frutta estiva si sta man mano esaurendo. E c’è soltanto  una soluzione per chi desidera poter godere ancora per qualche tempo del sapore di frutti deliziosi come pesche, albicocche e fichi. Quella di trasformarli in una dolce marmellata. Si può ottenere un’ottima confettura anche in casa. Purché nella sua preparazione ci si attenga ad alcune piccole accortezze, valide per qualsiasi tipo di conserva si decida confezionare. Le ha raccolte Le Figaro attingendo direttamente dai consigli dell’esperto Stephan Perrotte. Non a caso miglior marmellatiere di Francia 2014 e campione del mondo di confettura 2015.
La frutta è la cosa più importante per una confettura perfetta
Non bisogna mai fidarsi di chi dice di scegliere frutta troppo matura o danneggiata. Per preparare qualunque buona ricetta la materia prima deve essere di qualità. E questo vale anche per la confettura. Sui tipi di frutta da scegliere si può spaziare con la fantasia. Per quanto riguarda gli utensili, non c’è bisogno di possedere chissà quale attrezzatura. Basta un paiolo di rame con il fondo spesso, o in alternativa un wok. Non una casseruola perché i bordi dritti non favoriscono l’evaporazione. Un colino o un mestolo forato per rimuovere le impurità in superficie si rivelerà molto utile. Così come un termometro per tenere sott’occhio la temperatura. Fondamentali, infine, i vasetti da sterilizzare, passandoli dieci minuti in forno a 150° o in vaporiera.
Lo zucchero e il gelificante sono il segreto per la buona riuscita
Una confettura perfetta non è tale se non si scelgono con attenzione due degli ingredienti chiave. Innanzitutto lo zucchero. Il caro buon vecchio zucchero bianco resta la scelta migliore. Meglio evitare dolcificanti come aspartame e stevia. Così come lo zucchero di canna che ha un sapore pronunciato. Chi desidera usarlo dovrà fare attenzione alle dosi e ridurne la quantità. Veniamo alle proporzioni. La più classica delle ricette prevede l’utilizzo del 50% di zucchero e 50% di frutta. Chi desidera un confettura un po’ meno dolce potrà, invece, calcolare 650 o 700 grammi di zucchero per un chilo di frutta.
Marmellata di fragole
Per rendere la marmellata densa e compatta si devono scegliere i giusti gelificanti. Si possono utilizzare, ad esempio, due fogli di gelatina per ogni chilo di frutta. Vengono ricavati da pelle e ossa degli animali e devono soltanto essere reidratati in acqua fredda prima di essere incorporati al composto. Oppure, per vegani e vagetariani, 1 o 2 grammi di agar-agar, ottenuto dalle alghe rosse. O ancora, infine, 15 grammi di pectina, una sostanza di derivazione naturale contenuta nei semi di diversi frutti e nelle zeste degli agrumi.
I metodi di cottura per una confettura da leccarsi i baffi
Per ottenere una marmellata deliziosa si possono far macerare gli ingredienti tutti assieme. Basta mettere la frutta, lo zucchero, il succo di limone e il gelificante in un paiolo di rame. In 18-20 minuti la confettura sarà pronta. In alternativa si può far macerare la frutta in uno sciroppo concentrato ottenuto dalla frutta cotta. In entrambi i casi è importante che il composto non superi 105° di temperatura. Soprattutto le prime volte potrebbero verificarsi alcuni piccoli inconvenienti. Ma niente paura, perché nella maggior parte dei casi si può rimediare. Per correggere una confettura con troppo liquido basterà aggiungere un po’ di gelificante. Una marmellata troppo densa potrà essere diluita con un poco d’acqua. Una troppo dolce con un poco di succo di limone.
0 notes
lebouffe · 5 years
Photo
Tumblr media
PASTA FREDDA CON PISELLI E PROSCIUTTO ricetta pasta estiva, pasta ricette,pasta fredda ricette, pasta fredda estiva, pasta fredda buffet, piselli ricette, prosciutto ricette, giallo zafferano ricette, giallo zafferano primi,pasta da portare al mare, #ricettadelgiorno #recipe #blog #blogger #ricette #ricetta #giallozafferano #cucina #recipes #pastafredda #pasta #piselli #prosciutto #pastafacile #pastaveloce #mare #estate http://lebouffe.com http://bit.ly/1Y1GQXx
0 notes
lebouffe · 5 years
Photo
Tumblr media
TORTA FREDDA ALLE PESCHE ricetta estiva torta alle pesche facile, torta facile, torta veloce, torta alle pesche, pesche ricette, giallo zafferano dolci, giallo zafferano ricette, ricetta estiva, torta estiva #ricettadelgiorno #recipe #blog #blogger #ricette #ricetta #giallozafferano #recipes #cucina #pesche #ricettaestiva #tortafacile #tortaveloce http://lebouffe.com http://bit.ly/1Y1GQXx
0 notes