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#ritiro sociale
lattebiscotti · 11 months
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buongiorno amicy mi fanno molto sorridere suddettə attivistə che ci tengono sempre a specificare che il loro è un attivismo basato principalmente sui social (‘io con ig ci lavoro’ e via discorrendo) che sentendosi chiamatə in causa per non aver speso mezza parola sugli avvenimenti recenti a cui stiamo assistendo rispondono che l’attivismo va fatto in piazza. pezzettin
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PRIMA PAGINA Il T di Oggi martedì, 20 agosto 2024
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diceriadelluntore · 4 months
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Alto Bordo
Come mi ero promesso, ogni trimestre sto recuperando un classico in lettura. Martedi ho finito di leggere La Signora Delle Camelie di Alexandre Dumas Figlio. Pubblicato nel 1848, capolavoro della letteratura dell'Ottocento, Dumas racconta la storia d'amore tra Marguerite Gautier e Armand Duval, un affresco incredibile, e dai tratti molto moderni (soprattutto per quanto riguarda il carattere e le idee di Gautier, tanto che all'epoca fece scandalo e trascinò il romanzo ad un tumultuoso successo) di quel demi monde del tempo, cioè un ambiente sociale corrotto e che ostenta gli atteggiamenti propri di un ceto elevato (lo stesso Dumas scrisse una commedia nel 1855 dallo stesso titolo, e fu lui l'inventore di questo termine).
Più che la storia, celeberrima anche perchè Dumas ne ricavò un'opera teatrale in 5 atti e Giuseppe Verdi ne musicò una versione su libretto di Francesco Maria Piave, La Traviata (1853 la prima rappresentazione) considerata il suo capolavoro e che fu tratta direttamente dalla trasposizione teatrale di Dumas e da allora una delle opere liriche più famose e rappresentate del mondo, c'è un particolare meno noto.
A fine libro Dumas scrive: "...scrissi questa storia esattamente come mi era stata raccontata. Essa ha un solo merito che le sarà contestato, quello di essere vera". Non è solo un espediente narrativo, ma è davvero la realtà: Dumas infatti si ispirò alla sua relazione con Marie Duplessin per il personaggio di Marguerite. Eccola in un bellissimo quadro dell'artista Édouard Vienot
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Nata poverissima in Normandia, fu presto abbandonata dalla madre. Il suo vero nome era Alphonsine Rose Plessis, e quando arrivò giovanissima a Parigi, lavorando come sarta, un negoziante, per cui lei lavorava, nel 1839, quando ha solo 15 anni, diviene il suo primo amante. Inizia così una scalata sociale incredibile, in pochi mesi diviene l'amante di personaggi sempre più illustri e la protagonista delle serate mondane parigine. Cambia nome in Marie Duplessis, in cui l'aggiunta del du al cognome d'origine, conferisce un tocco aristocratico, impara non solo a leggere e scrivere (arriverà ad avere una biblioteca enorme) ma anche a suonare il pianoforte, diviene l'amante di uno dei più potenti aristocratici parigini, e fece scandalo incredibile la sua relazione con Agénor de Gramont duca di Guichem, che innamorato pazzo di lei si fa vedere ovunque con Marie, tanto che la famiglia, scandalizzata dalla frequentazione di tale personaggio, gli impone di lasciare Parigi. Con Dumas, ebbe una relazione di circa un anno, dal settembre 1844 all'agosto 1845. Alexandre e Marie trascorrono un periodo insieme in campagna a Saint-Germain-en-Laye, un piccolo comune dell'Ile de France a poca distanza da Parigi (episodio che verrà replicato identico nel libro, quando Armand e Marguerite vanno a Bougival, paesino che diventerà una sorta di mito dei dintorni di Parigi per il romanzo e perché buen ritiro dei maggiori pittori impressionisti). Dumas la lascia con una famosa lettera, che esiste ancora, dopo l'ennesimo tradimento. Tra gli amanti famosi, anche il compositore Franz Listz, il conte svedese von Stakelberg, ambasciatore a San Pietroburgo e il conte Édouard de Perrégaux col quale convola a nozze a Londra nel 1846. Travolta dai debiti e soprattutto debilitata dalla tisi, muore il 3 febbraio 1847. Ai suoi funerali partecipa una folla enorme e la vendita all'incanto dei suoi beni, disposta per risarcire i numerosi creditori, vedrà i partecipanti strapparsi di mano, con morbosa attrazione, gli oggetti andati all'asta, e tra i pezzi forti le opere prime di famosi romanzi dell'epoca firmati per lei dai più grandi autori (anche questo fatto ripreso pari pari nel romanzo). Aveva passione per i gioielli, per le stole di pellicce, per i cavalli e soprattutto per le camelie, sempre presenti nel suo appartamento: spesso rosa e bianche, rosse quando non poteva ricevere i suoi amanti.
Marie Duplessis è la più famosa delle lorette: il termine fu coniato dal giornalista Nestor Roqueplan in un articolo del 20 Gennaio del 1841 su uno dei primi giornali autoprodotti, una cosiddetta Nouvelles à la main, che aveva indicato le cortigiane con un certo gusto e stile con questo termine, preso in prestito dalla Chiesa della Madonna di Loreto (Notre Dame De Lorette, nel IX arrondissement.
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Lì si radunavano le giovani donne con stile, che si contrapponevano alle grisette (le sartine), che popolavano il quartiere latino, che erano ragazze che vivevano fuori dalla famiglia che accettavano regali dagli uomini di ceto sociale più elevato, senza necessariamente prostituirsi: grisette deriva da quello di una stoffa adatta da lavoro, con la quale si confezionavano vestiti di basso valore, spesso di colore grigio. È interessante come dei toponimi indicassero in maniera elegante un mestiere che sebbene all'epoca niente affatto scandaloso, veniva "nascosto" perchè in società non si poteva dire.
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cole-palmer · 4 months
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nazionale francese farà gara di drip con foto su foto, video su video dell’arrivo al ritiro dei giocatori vestiti nei modi piú assurdi per fare hype, poi c’è spallettone che si mette una giacca vintage italia ‘90 in conferenza stampa e fa il botto su tutti i social. Amo il mio paese!
È incredibile l’hype che ha creato quella felpa semplicemente trendsetter senza neanche sforzarci con un middle aged man pelato a sponsorizzarla
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curiositasmundi · 10 months
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L'associazione Meglio Legale ha appena concluso un flash mob in Piazza Montecitorio per il lancio della Proposta di Legge di iniziativa popolare sulla coltivazione personale di cannabis. Insieme a Meglio Legale, la proposta è sostenuta da una rete di oltre 30 partner, tra cui l'Ass. Luca Coscioni rappresentata in Piazza da Marco Cappato, Marco Perduca e Matteo Mainardi. L’obiettivo è quello di raccogliere 50.000 sottoscrizioni così come previsto dalla legge italiana; sarà possibile firmare online con Identità Digitale (SPID) al sito https://www.iocoltivo.org/ La Proposta di Legge vuole consentire la coltivazione domestica fino a 4 piante di cannabis, esclusivamente per uso personale. Allo stesso tempo, prevede la creazione delle Associazioni di Coltivatori (Cannabis Social Club) con lo scopo della coltivazione della cannabis e della sua distribuzione solamente ai membri. Inoltre, la proposta prevede la decriminalizzazione dell’uso personale. Ciò vuol dire che sarà consentito il trasporto fino a 30 grammi e le sanzioni amministrative oggi previste, come il ritiro della patente e del passaporto, verranno abolite. Resta naturalmente punibile la guida in stato di alterazione. La futura legge punta così alla creazione di un sistema con regole precise affinché ciò avvenga in maniera legale, ma soprattutto sicura per tutti. La manifestazione è stata inizialmente fermata dalle forze dell'ordine perché, nonostante la richiesta della piazza avanzata dall'Associazione, la questura di Roma non ne aveva autorizzato lo svolgimento. Dato l'arbitrario divieto, l'Associazione, coordinata da Antonella Soldo, ha deciso tenere ugualmente il presidio. Grazie all'interlocuzione dell'Onorevole Riccardo Magi (+Europa) con il gabinetto del questore, gli attivisti sono riusciti ad entrare nella piazza, scortati anche da altri parlamentari tra cui Giulia Pastorella (Azione) e Rachele Scarpa (PD).
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animatormentata · 11 months
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Io mi ritiro dalla vita sociale basta
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anchesetuttinoino · 3 months
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(...) Questa incapacità generale di accettare un pensiero avverso al proprio è sintomatica di una decadenza generale umana, giuridica, sociale. Non mi fa più specie. Non ci sto male. Semplicemente mi alzo e mi ritiro. Nulla è più sciocco del seguitare a conversare con chi è indisposto ad ascoltare. (...)
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abr · 6 months
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Il punto di questo sistema statalista giustizialista proibizionista, fondato su sanzioni non su opzioni reali: tipo, sei costretto a orari o zone di sosta sbagliate? Sei un bastardo egoista che evita i sani e perfettamente organizzati mezzi pubblici: multa. Sbagli velocità pur in assenza di rischi, sulla base di statistiche di incidentalità manipolate? Sei un asociale pericoloso come sopra: multa e punti in meno. Svolti a destra col verde ma in presenza di controviali? Aaargh come passare col rosso, multa, punti se lo fai due volte ti ritiro la patente. Per non parlare della guida post mezzo bicchier di vino, pur avendo record decennale zero incidenti. Etc.etc.
Il punto è che i pubblici amministratori giustizialisti passivi aggressivi lo fan solo per la grana, ma avendo la coda di paglia puntano sul cretinismo dell'elettore benecomunista livoroso: per giustificare l'estorsione, la spacciano come "educativa".
Se lo facessero per "educare", allora la prima volta lo farebbero presente senza sanzionare - tipo in un paesino turistico di nazione confinante, dove i vigili lasciavano bigliettino d'avviso sulle auto: attenzione qui è sosta vietata, se ripassiamo e la ritroviamo qui, sarà multa; che lezione di rispetto dell'intelligenza individuale, qual diversità da loro vicini miopi straccioni predoni liguri, quale intelligente contributo ad immagine, attrattività, business locale.
In ogni caso, fosse educativo davvero, come mai allora non adottano tale sistema sgarri-e-paghi-subito coi ragazzi a scuola? Prepariamoli alla vita. Multe pecuniarie e voti detratti e chi non salda entro 5 giorni, sequestri e punizioni corporali. Paura di denunce e sospensioni o di venir linciati sui social da mamme isteriche, eh!
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susieporta · 11 months
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In questi giorni, due distacchi, a breve spazio temporale l'uno dall'altro.
Un estate fa, per motivi professionali, ho avuto a che fare con dei militari che stavano uscendo dall'inferno del disturbo da stress posta traumatico.
uno di essi, riabilitato e rimandato al fronte, non è piu tra noi.
Mi ha scritto la moglie.
Questa estate, invece, ho passato un periodo di tempo assieme a 'reporter' di nazionalità varie.
Uno di essi, è morto a Gaza.
Sono certo che, se potessi tornare indietro, e cercassi di dissuaderli dal tornare in prima linea non mi avrebbero ascoltato.
Erano e sono uomini posseduti, divorati, completamente significati dal loro desiderio.
Nessun compromesso, nessuna resa.
Loro, davvero, come scrive Mc cormach, 'portavano il fuoco'.
E' solo col tempo che pago il prezzo di quello che, tempo fa, forse giovane, non capivo: la posizione etica dell'analista comporta dei prezzi , che sono sempre piu duri da pagare.
Dei due di cui sopra non ero certo l'analista, ma un confidente-amico.
Ma per altri il prezzo a volte è duro da ingoiare.
Sapete perchè?
Perché un analista deve sapere andare contro l'ordine sociale, per certi versi sovvertirlo , questo lo fa quando c'è da sostenere un desiderio che appare incomprensibile ai piu.
Esempi.
Il sacerdote che si innamora, e vuole lasciare la chiesa e coronare il suo amore, prima di andare da un analista, passa una pletora di luoghi comuni, istanze , amici che lo consigliano caldamente di stare al suo posto.
Un analista no. Lo sostiene nel suo desiderio, sino in fondo, sapendo che per lui si apre spesso la via dell'inferno sociale.
Ancora: l'uomo di affari che, avendo visto cose innominabili nella su azienda, sviluppa dei sensi di colpa che diventano insonnia e sintomi perché a tutti i costi vuole denunciare le malefatte viste, prima di sedersi sul lettino e spiegare quale peso abbia sul cuore, attraversa una infinta selva di persone che lo vogliono dissuadere, placare, irretire.
E quando lo fa, te lo trovi licenziato per strada, sapendo che tu hai sostenuto ed accompagnato quello che lui voleva fare.
E via dicendo
Sono enormi i prezzi che le persone pagano per dare forma ai loro desideri, e le ricadute sull'analista, che pure è un uomo che sa a quali baratri vanno incontro, non sono poi cosi' piccoli.
p.S
Sto ancora cercando di recuperare gli amici persi su fb, dopo il ko. Ogni volta che vedo qualcuno, lo ricontatto
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Vedevo il tuo sgretolarti. I passi, i visi, gli sguardi, nulla riusciva piu’ a fermare il terreno, a contenere la frana che da dietro ti mangiava le spalle, ti faceva sentire il fiato corto. Il terreno franato è quella parte di vita sulla quale hai poggiato male le gambe. Le pietre che pensavi sconnesse si sono disposte in un altro ordine. Una via capace di mostrati orizzonti che non credevi esistessero, volti amici, il cui sorriso hai preferito non vedere. Un odore di terra finalmente gradevole, una piccola frana nella parte piu’ tarda della tua vita. Una fatica arrivare sin qua, uno spreco la prima parte della vita. Ma tu non mi ascoltavi. Dovevi diventare vecchio, saggio, sedere sulla frana. Ricordo che scegliesti di scrivere. Nell’istante in cui prendesti quella decisione, avvertì la morte come costretta a prendere tempo. Tempo, quell’elemento che ti aveva fregato. Non c’era tempo sufficiente, forse non ce ne era mai stato. Il tempo, quella variabile che tutti tendiamo a trascurare. Quel domani che crediamo infinito. Se credi all’immortalità, perché mai dovresti scrivere? Scrivere era un mestiere per poveri di futuro. Non avevi messo in conto il furto del furto, la possibilità, remota, di incontrare qualcuno o qualcosa capace di ipotecarlo a tal punto da accorciarti la vita. La depressione, la camera a gas dell’aria, il cortocircuito del tempo. Tempo, tempo, tempo passato a pregare, a sussurrare. A corteggiare, a correre. Di colpo, tutto finito. In quella dimensione di sofferenza e ritiro, si chiudeva e riassumeva una vita. La tua. Riconsiderasti tutti quei momenti nei quali, seduto davanti alla testiera, avevi considerato lo scrivere come tempo perso. Lo era, si, perché il tempo ti avanzava. Ora, che il quotidiano si era rappreso in pochi istanti che si davano il cambio come a fine turno, le cose erano cambiate. Valeva la pena scrivere. I tuoi pensieri , incompleti, avrebbero potuto diventare il pezzo mancante di discorsi altrui, piu’ importanti ed articolati. La tua fine, poteva essere l’incipit di qualche racconto di chi aveva più tempo. Ma avevi smesso di ascoltarmi. La gioventu’ progressivamente inquieta e spaventa. Quel tempo che ti avanzava, diventava prezioso. Ci si ritrovò goffi, farfuglianti davanti ad una donna, rigidi ed impacciati verso il figlio che ti salta in braccio. Campare da consumati è assai peggio che ammalarsi.Amico carote lo dicevo da tempo che fuori è buio,che scendono i lupi, che saresti stata in pericolo.Se fossi stato li con te, la notte non ti avrebbe sorpreso.Te lo avevo detto di abbracciarmi. Non avresti visto quello che resta della notte.Ora è tardi, il respiro che sento poggiando le mie mani sulle tue, è un sibilo gelido, un vento di chi se e sta per andare.
Non potrò piu' scriverti nulla.
Ora che manchi, patirò freddo.
Maurizio Montanari
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fossettaa · 2 years
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Vi spiego la mia ansia sociale: non riesco ad andare a ritirare un pacco che ho ordinato, pagato, che mi interessa avere, e si è instaurato un meccanismo di procrastinazione per cui ora sono eccessivamente in ritardo per il ritiro e probabilmente il mio pacco è stato o sarà rispedito in giacenza
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scontomio · 28 days
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gdsradio7 · 30 days
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Szczesny annuncia il ritiro dal calcio: "Ho dato tutto, ora la famiglia"
“Ho dato tutto quello che avevo. Ho deciso di ritirarmi dal calcio professionistico”. L’annuncio a sorpresa di Wojciech Szczesny. Il portiere polacco, che in estate ha ‘rotto’ con la Juventus, ha preso in contropiede, con un lungo post sui social, tutti coloro che pensavano per lui a un ricco futuro in Arabia o negli Stati Uniti. “Ho lasciato Varsavia, la mia città, nel giugno del 2006 per andare…
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m2024a · 2 months
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Sospetti su Angela Carini e il ritiro con Imane Khelif: spunta un video del 2022 che la inguaia Quello con Imane Khelif non è stato l’unico ritiro in un incontro di boxe di Angela Carini che ha scatenato polemica: un vecchio video accende sospetti sull’italiana. Sui social network ancora divampa la discussione sull’atleta algerina che avrebbe troppo testosterone per essere considerata donna. Dopo un solo pugno, l’italiana Angela Carini ha deciso di lasciare il ring perché si era fatta male. Ma ora è tornato dal passato, ed è diventato virale, un video che mette sotto un’altra Carini. Si tratta di un incontro del 2022 che vedeva la boxeur italiana affrontare la turca Busenaz Surmeneli. LEGGI ANCHE Parigi 2024, nazionale calcio di Israele fischiata e accolta al grido “Heil Hitler” Parigi 2024, eroe misterioso salva gara di nuoto: ecco chi è “Bob the cap catcher” Parigi 2024, calderone olimpico senza fiamma: scopri tutti i segreti e le curiosità Sospetti sul ritiro di Angela Carini: il precedente Durante i Mondiali di boxe del 2022, nei sedicesimi di finale della categoria fino a 66 kg, Angela Carini ha incontrato la fortissima turca Busenaz Surmeneli. A 15 secondi dal termine del primo round, l’italiana cade e si ritira per un infortunio alla caviglia. In quella occasione uscì dal quadrato in barella. Ma ora quel video sta facendo il giro dei social mettendo in dubbio la veridicità dell’infortunio. Su Reddit si è aperta una discussione sulla strana caduta di Carini e sul fatto che sembra ripercorrere gli stessi eventi accaduti con Imane Khelif. Anche ai mondiali del 2022 la turca era molto più forte della Carini e viene quindi avanzato il sospetto che per tenere un buon ranking si preferisca il ritiro alla sconfitta. La polemica sul caso Imane Khelif Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono state teatro di una accesa controversia che ha infiammato il dibattito sullo sport e sull’identità di genere. Protagonista indiscussa è stata la pugile algerina Imane Khelif, la cui partecipazione ai giochi ha scatenato una tempesta di polemiche a livello internazionale. Al centro della disputa, la questione del testosterone. Khelif, pur essendo nata femmina, presenta livelli di testosterone superiori alla norma per le donne. Questa condizione, definita iperandrogenismo, ha sollevato dubbi sulla sua partecipazione alle competizioni femminili, in quanto potrebbe conferirle un vantaggio fisico rispetto alle avversarie. Una questione complessa con sfumature politiche La vicenda di Khelif ha messo in luce una questione estremamente complessa, che intreccia aspetti scientifici, etici e politici. Da un lato, ci sono coloro che sostengono il diritto di ogni atleta a gareggiare, indipendentemente dalle proprie caratteristiche fisiologiche, invocando il principio dell’uguaglianza e della non discriminazione. Dall’altro, vi sono coloro che temono che l’ammissione di atlete con livelli elevati di testosterone possa svantaggiare le altre concorrenti e minare l’integrità delle competizioni femminili. La polemica si è ulteriormente intensificata a causa di strumentalizzazioni politiche, con alcuni che hanno cercato di sfruttare la vicenda per promuovere ideologie e visioni del mondo spesso lontane dai valori olimpici. Seguici anche su Google News: clicca qui L'articolo Sospetti su Angela Carini e il ritiro con Imane Khelif: spunta un video del 2022 che la inguaia proviene da Bake News.
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finnianson · 2 months
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La lezione di Hiroshima e Nagasaki
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Il 6 agosto del 1945 alle 8:15 della mattina, un bombardiere statunitense lanciò la prima bomba nucleare della storia sulla città giapponese di Hiroshima, uccidendo in un sol colpo oltre 100.000 persone e provocando sofferenze indicibili ai sopravvissuti. Il 9 agosto, un secondo attacco analogo contro Nagasaki.
Incredibilmente oggi, nel 2024, una guerra nucleare è ritornata possibile.
Per la prima volta, dopo decenni, è ripartita la corsa agli armamenti rendendo probabile l’aumento dell’arsenale nucleare nei prossimi anni.
Negli ultimi anni tutti i trattati che limitavano l'uso delle bombe nucleari in guerra sono stati stracciati:
Trattato ABM anti missili balistici firmato da USA ed URSS nel 1972. Prevedeva una parità strategica basata sulla dottrina della mutua distruzione assicurata. Nel 2002 ritiro degli USA.
Trattato sui cieli aperti (Open Skies). A maggio 2020 il presidente Trump ne ha ufficializzato l’uscita.
Trattato INF [Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, NdR] sui missili nucleari a raggio intermedio del 1987. Gli Stati Uniti con Donald Trump annunciano il ritiro unilaterale nel 2019. Fino ad allora vietava alle due superpotenze il dispiegamento a terra di armi nucleari a medio raggio, ossia con una gittata tra i 500 e 5500 chilometri e il loro uso.
Al contempo le grandi potenze miniaturizzano le testate, chiamandole "tattiche", in modo da renderne l'utilizzo sempre meno "inaccettabile".
Anche il sistema mediatico parla di "guerra atomica" con sempre maggiore disinvoltura. Escono film di Hollywood ambigui sull'uso del nucleare in guerra. Sui giornali fioriscono termini ed espressioni militari anche su argomenti che nulla hanno a che vedere con il settore bellico. Spuntano applicazioni sui telefoni che diramano messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti. La televisione trasmette solo violenza, sia nell'intrattenimento che nel clima dei dibattiti. Le oligarchie che ci governano stanno militarizzando le democrazie in un clima di sempre maggiore intolleranza nei confronti di chi dissente dal pensiero dominante.
Le oligarchie propongono un modello che è bellico in ogni suo aspetto: sia sul piano sociale, che economico e culturale.
Beninteso è un modello capitalista morente che si allontana sempre di più dalla vita umana e che sta attraversando una crisi terminale. Ma intanto ci mette tutti a rischio.
Intanto gli Stati Uniti sono già entrati in Svezia. Un accordo concede loro accesso illimitato a 17 basi militari svedesi. Qui gli Stati Uniti potranno schierare anche armi nucleari.
Un accordo analogo è stato stipulato dagli USA con la Finlandia, entrata nella NATO sotto comando USA lo scorso aprile. La Finlandia concede agli Stati Uniti l’accesso illimitato a 15 basi militari, compreso il pre-posizionamento di armamenti e l’ingresso di aerei, navi e veicoli militari statunitensi. Cinque delle 15 basi si trovano in Lapponia al confine con la Russia.
Quest'anno è molto importante partecipare alle commemorazioni, che avvengono in ogni angolo del mondo, delle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Si tratta di una ricorrenza tanto più importante nel nostro presente, perché la lezione di Hiroshima e Nagasaki è una lezione che l'umanità sta dimenticando.
Dobbiamo essere saldi anche nel nostro quotidiano nello scegliere una direzione vitale, diversa da quella bellica proposta ogni giorno dalle oligarchie che ci governano.
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cinquecolonnemagazine · 2 months
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Pino Maddaloni: la medaglia d'oro al commento televisivo
Pino Maddaloni, nome che evoca immediatamente l'immagine di un guerriero sul tatami, è una figura di spicco nello sport italiano. Nato a Napoli nel 1976, ha legato indissolubilmente il suo nome alla disciplina del judo, conquistando un posto d'onore nell'olimpo degli atleti italiani. La sua carriera è costellata di successi, ma è il 16 settembre 2000 a Sydney che il suo nome viene inciso indelebilmente nella storia dello sport italiano. In quell'occasione, con una dimostrazione di forza e tecnica, Maddaloni si aggiudica la medaglia d'oro olimpica nella categoria -73 kg, regalando all'Italia una gioia immensa. Chi è Pino Maddaloni? La passione per il judo nasce in Maddaloni fin da giovanissimo, grazie all'influenza del padre, anch'egli judoka. Il talento è evidente fin da subito, e i successi arrivano presto. Prima dei trionfi internazionali, infatti, colleziona numerosi titoli a livello nazionale e continentale, confermandosi come uno dei migliori judoka della sua generazione. Un leader dentro e fuori dal tatami Ma Pino Maddaloni non è solo un campione sportivo. È anche un uomo dai forti valori, un esempio per le nuove generazioni. La sua determinazione, la sua umiltà e la sua capacità di superare gli ostacoli lo rendono un modello da seguire. Dopo il ritiro dalle competizioni, infatti, si dedica alla formazione dei giovani atleti, trasmettendo loro non solo le tecniche del judo, ma anche i principi fondamentali dello sport e della vita. Un nuovo capitolo per Pino Maddaloni Dopo le Olimpiadi di Pechino 2008, Maddaloni intraprende una nuova avventura, diventando allenatore della nazionale italiana dei non vedenti. Con la stessa passione e determinazione che lo hanno contraddistinto da atleta, si dedica a questa nuova sfida, ottenendo risultati straordinari. Sotto la sua guida, gli atleti non vedenti italiani conquistano numerose medaglie a livello internazionale, dimostrando che con la giusta preparazione e la volontà si possono superare qualsiasi limite. Inoltre, nel maggio 2017, ottiene la qualifica di arbitro internazionale grazie ad un nuovo percorso pensato per atleti di alto livello internazionale. Un'eredità che va oltre lo sport Pino Maddaloni è molto più di un semplice judoka. È un simbolo di rinascita, di riscatto sociale e di inclusione. La sua storia è un esempio per tutti coloro che vogliono raggiungere i propri obiettivi, superando ogni ostacolo. L'eredità di Pino Maddaloni è destinata a durare nel tempo. Le sue parole e le sue azioni continuano a ispirare giovani atleti e non solo. La sua storia dimostra che con la passione, la determinazione e il duro lavoro si possono raggiungere traguardi impensabili. Immagine di copertina: DepositPhotos Read the full article
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curiositasmundi · 1 month
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Apparentemente l’Occidente, nella fase finale del suo incontenibile declino, è vittima delle sue schegge impazzite, i due Frankenstein pazzi furiosi che ha armato e continua ad armare fino ai denti e che ogni giorno che passa, anche per salvaguardare i propri tristissimi destini personali, spingono un po’ più il pianeta verso l’abisso della guerra globale necessariamente combattuta colle testate nucleari.
Mi riferisco ovviamente al criminale genocida Netanyahu che fa ogni giorno centinaia di vittime civili, soprattutto bambini, allontanando ogni prospettiva di pace, perché come ben sanno lui e i suoi compari più o meno fascisti al governo di Israele, la vera pace stabile e giusta può basarsi solo sul ritiro delle truppe di occupazione dai Territori palestinesi di Gaza e della Cisgiordania.Inquietano certe chat sioniste in cui si discetta allegramente sulla possibilità di liquidare ì palestinesi e i loro amici anche sul territorio italiano senza considerare le aggressioni già avvenute, come quella su danni di Chef Rubio. Tutto ciò nell’apparente inerzia di polizia e magistratura che è chiaramente inaccettabile.
L’altra mosca cocchiera che, come un virus malefico, sembrerebbe aver preso il controllo dei gangli nervosi dell’Occidente, risponde invece al nome di Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino che sta giocando a poker col futuro dell’umanità e che ha scatenato la folle e suicida offensiva contro Kursk, nel chiaro intento, come rivelato dal Washington Post, di bloccare la ripresa dei negoziati di pace, dato che anche in questo caso l’unica pace possibile e giusta è quella basata sul riconoscimento degli interessi di sicurezza della Russia, che comportano la neutralità permanente dell’Ucraina e del diritto all’autodeterminazione dei popoli del Donbass e della Crimea.
Occorre tuttavia constatare come la resistibile ascesa di queste schegge impazzite è chiaramente connessa a quella di forze ben più potenti e significative che stanno affiorando dal ventre putrido dell’Occidente. Si tratta delle lobby finanziarie che non hanno mai avuto di mira obiettivi diversi da quello dell’ accumulazione del proprio capitale che, in perfetta coerenza colle previsioni scientifiche formulate oltre centocinquanta anni fa da Karl Marx, perseguono in tutti i modi e ad ogni costo, fosse pure quello della fine miseranda del pianeta e dell’umanità.
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E qui è il caso di introdurre un terzo apocalittico personaggio, che risponde al nome di Elon Musk, e che, approfittando delle sue immense risorse, ha deciso di scatenare una nuova offensiva neoliberista estrema contro gli Stati in quanto tali. Questo signore è stato la punta di lancia dell’offensiva contro il popolo venezolano e Nicolas Maduro, come denuncia il presidente stesso, dato che in Venezuela si trovano le principali risorse petrolifere del pianeta. Ma Musk non ha disdegnato nemmeno di attaccare un leader moderato e profondamente insoddisfacente per gli interessi popolari come il laburista inglese Keith Starmer, fomentando l’ignobile campagna d’odio della destra razzista che ha approfittato dell’uccisione di tre bambine da parte di uno squilibrato per attaccare i migranti in tutta la Gran Bretagna. Infine il miliardario è strategicamente ostile alla Cina che, grazie alla superiorità del suo sistema economico, politico e sociale, sta minando le sue posizioni nel settore dell’automotive elettrico.Oggi Musk è abbastanza furbo e spregiudicato da fare l’occhietto a Putin ma si candida a leader mondiale della destra feroce dei Trump, dei Milei, dei Bolsonaro e sicuramente si incontrerà colle schegge impazzite dei cui sopra in in comune sforzo distruttivo, unica possibilità di esistenza per un Occidente che non ha più nulla da offrire alla civiltà. La parola d’ordine di costoro è la distruzione di ogni spazio pubblico come pure il ricorso allo strumento bellico come fattore decisivo per opporre il dominio brutale all’egemonia che stanno perdendo. E per contrastare questa destra feroce non serviranno a nulla certe caricature della sinistra che non perdono occasione per confermarsi ciecamente subalterne al capitale.
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