Tumgik
#salasso
deathshallbenomore · 2 years
Text
e quindi andiamo a bologna per una settimanella beppe <3
5 notes · View notes
1sileno · 8 months
Text
uagliu ma voi come vivete la relazione con il fatto che Sgarbi (tra gli altri poi) sia sottosegretario alla cultura? perché ogni volta che ci penso mi viene voglia di farmi un salasso per morire lentamente e dolorosamente
7 notes · View notes
teredo-navalis · 9 months
Text
Cosa dovrei fare: studiare
Cosa sto facendo: esplodendo perché quest'estate vorrei fare vacanza in Tunisia ma i voli sono un salasso😫😫😫😭
9 notes · View notes
pettirosso1959 · 2 months
Text
Finiti i sussidi, ecco che tutti i nodi vengono al pettine. Niente solare sul tetto (chi è il folle che spende 30 mila euro per pannelli FV che non restituiranno nemmeno la metà della somma spesa?), fine delle auto elettriche. I sussidi sono una distorsione del mercato, ma anche un modo legale per dirottare ingenti somme di denaro verso le lobby che speculano... Rammento che GM sta perdendo, in media, 10 mila dollari per ogni veicolo elettrico prodotto, tanto da arrivare a perdite nel settore per oltre 9 miliardi di dollari, un vero e proprio salasso economico.
Luglio 2024 drammatico per le auto elettriche in Germania: 30.762 unità vendute, con un crollo del 37% rispetto a luglio 2023. Tutto in tendenza, così che la crisi si aggrava nel più importante mercato di vetture d’Europa. Il calo più pesante da dicembre 2023, quando il governo tedesco ha improvvisamente eliminato i sussidi per i veicoli elettrici, evidenza Automotive News, in base ai numeri dell’autorità federale tedesca per i trasporti a motore KBA rivelati il 5 agosto. Di contro, le immatricolazioni dei veicoli senza spina sono aumentate del 7%.
Senza ecobonus statali, neppure i tedeschi, come gli altri abitanti del Vecchio Continente, comprano le elettriche, sempre molto costose per via degli investimenti delle Case. La situazione spinge a far dire a Constantin Gall, consulente di EY, che “l’aumento della mobilità elettrica si sta rivelando finora insostenibile. Il mercato ha perso tutto lo slancio e molti clienti dubitano delle prospettive delle auto elettriche”.
Chi cerca consolazione in altre statistiche ne resta deluso: la quota di vendite di veicoli elettrici in Germania a luglio è precipitata a poco meno del 13% dal 20% dell’anno precedente. Proprio quando i costruttori si aspettavano una rapida adozione di veicoli alimentati a batteria. Un problema sovrannazionale e trasversale, un virus che colpisce addirittura la Svezia, leader dei veicoli elettrici: consegne giù del 15%. In Svizzera -19%.
Il più grande, il Gruppo Volkswagen, ha dichiarato la scorsa settimana di aver tagliato la capacità negli stabilimenti ad alto costo in Germania e potrebbe anche cambiare i tempi di avvio della produzione di batterie. Mercedes e BMW meditano sul da farsi innanzi alla Caporetto del full electric.
Adesso, i colossi teutonici (come tutte le Case) fanno i conti con lo spettro delle multe dell’Unione europea, decisa a confermare il bando termico del 2035: o viene proposta una certa quota di elettriche, o scattano sanzioni pesantissime. In alternativa, si spende tantissimo per comprare ancora i crediti ecologici di Tesla.
Il tutto, mentre VW rischia di affrontare un impatto negativo di 2 miliardi di euro sugli utili il prossimo anno, secondo l’analista UBS Patrick Hummel. Come un effetto domino, le aziende chiedono meno batterie per elettriche ai fornitori, che vanno in “debito d’ossigeno” avendo meno commesse: la francese Valeo sta cercando acquirenti per due stabilimenti che non producono a sufficienza. Uno di questi era già stato ristrutturato per produrre parti di auto elettriche. OPmobility, un altro produttore francese di componenti, ha affermato che la produzione di veicoli elettrici è circa la metà rispetto alle attese.
2 notes · View notes
coolarlindo · 3 months
Text
"Zoologia mirifica: il basilisco in metallurgia e in cucina"
Attorno al mille e cento, un monaco esperto nell'arte di produrre e riparare codici miniati, retabli, vetrate, calici e quant'altro redasse l'enciclopedico manuale 'De diversis artibus'. A un certo punto, l'autore tira fuori questa ricetta per la produzione dell'oro detto "ispanico":
«[Questo] tipo di oro si fa con rame, cenere di basilisco, sangue umano e aceto. I Gentili allevano dei basilischi nel seguente modo.
«Allestiscono un abitacolo sotterraneo, con due feritoie che a malapena lascino filtrare qualche raggio di luce, e vi introducono due galli vecchi, dandogli cibo in quantità. Quando saranno ingrassati, con la pinguedine viene loro l'estro venereo, si accoppiano e depongono delle uova.
«Si tirano fuori i galli e per covare le uova subentrano dei rospi: nascono poi dei piccoli di sesso maschile, simili ai pulcini delle galline, con coda di serpente.
 «Si prendono dei vasi di bronzo di grandi dimensioni, si sigillano e si mettono sul fuoco, finché le bestiole non sono carbonizzate. Si mescolano allora col sangue di un uomo dai capelli rossi e con aceto forte. Poi, si prendono delle lastre sottilissime di rame, si spalmano con questa miscela e si mettono sul fuoco. Quando diventano incandescenti si estraggono, si spengono e si lavano e rilavano con la stessa miscela, finché il rame non abbia guadagnato il peso e il colore dell'oro. Questo oro è adatto a tutti gli usi. »
₪ Meno male che il capitolo è una ricetta alchemica in linguaggio cifrato ‒ perché se gli esseri, gli ingredienti, le procedure che vi figurano non fossero simbolici, ci troveremmo davanti a un rituale di magia nera, con un uomo accoppato per un salasso integrale... E chi vorrà provare ad arricchirsi con questa ricetta, non ha che decifrare il codice simbolico del capitolo e mettersi all'opera.
Se invece qualcuno preferisce allevare dei basilischi per fini gastronomici, gli converrà consultare Animali misteriosi e come mangiarli, dove troverà un'intrigante ricetta di club sandwich di basilisco ai profumi d'oriente 😎 
Arlindo José Nicau Castanho
Tumblr media
2 notes · View notes
pazza-ma-di-che · 5 months
Text
"Non c'è cosa che richieda cautela più che la verità: dirla è come farsi un salasso al cuore. Occorre tanta abilità per saperla dire, quanta se ne richiede per saperla tacere".
- Baltasar Gracián
3 notes · View notes
tatrankyy · 6 months
Text
Dall’ultimo libro di Pietro Minto, in cui racconta di aver ristudiato il programma di matematica delle superiori, ho capito perché è stato così naturale per me studiarla. Scrive:
Abū Ja‘far Muḥammad ibn Mūsā al-Khuwārizmī, visse nel IX secolo e nell’830 pubblicò al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-jabr wa al-muqābala, lunga sequenza di parole di cui vorrei isolarne una sola: al-jabr, da cui «algebra». Il primo utilizzo del termine «algebra» in Europa non si trova in matematica: in seguito alla Reconquista della Spagna da parte dei cristiani, divenne piuttosto comune vedere delle insegne di botteghe che si presentavano come «Algebrista y Sangrador» («algebrista e salassatore»). Erano perlopiú negozi di barbieri che alternavano il taglio della barba ad altri tipi di servizi medici, come il salasso o l’attività di conciaossa. Fu cosí che nell’Italia del Quattrocento «la parola “algebra” prese a indicare “l’arte di aggiustare le ossa”»: non si tratta di un malinteso o un errore di traduzione, ma di una traduzione letterale dall’arabo. Al-jabr significa appunto «ristabilire», rimettere a posto – numeri, ma anche, perché no, omeri e femori fratturati.
Ecco, ristabilire, rimettere a posto, semplificare. Credo sia questo il motivo per cui a 8 anni ero così sereno quando mi avventuravo in una foresta di numeri.
2 notes · View notes
Text
Che cazzo di salasso economico che sono le macchine,spero l'evoluzione nei prossimi 20 anni ci faccia emancipare dal bisogno di mantenere questi bestioni incasinati e con 300 tasse da pagare.
Non si vede che mi è arrivata una raccomandata 10 minuti fa,vero?
4 notes · View notes
stranotizie · 25 days
Link
- L'inflazione in Italia rallenta ad agosto, attestandosi al +1,1% su base annua, rispetto al +1,3% di luglio, secondo i dati provvisori diffusi stamattina dall'Istat. Tuttavia, sebbene la decelerazione dell’inflazione rappresenti un segnale positivo per l’economia, i costi legati alle vacanze e ai prodotti alimentari continuano a mettere sotto pressione i bilanci delle famiglie italiane.Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, descrive questa estate come "rovente" dal punto di vista dei rincari. I servizi ricettivi e di ristorazione hanno registrato un aumento del 4,4% rispetto all'agosto 2023, costringendo le famiglie a spendere di più durante le ferie. Secondo l'Unione Nazionale Consumatori, una coppia con due figli ha speso in media 108 euro in più rispetto all'anno precedente solo per alloggi e ristoranti. L'aumento dei prezzi ha colpito anche il carrello della spesa, con un rialzo di 88 euro annui per la stessa famiglia, aggravando ulteriormente il costo della vita.Il Codacons conferma l’analisi, evidenziando come i rincari abbiano colpito in particolare i pacchetti vacanza, con un aumento del 37,4% su base annua. Anche campeggi e villaggi vacanze hanno subito un rincaro del 12,9%, mentre i prezzi degli alberghi sono aumentati del 4,2%. Questa impennata dei costi ha avuto un impatto diretto sulle scelte delle famiglie, con il 41,3% degli italiani che ha scelto di trascorrere vacanze brevi e improntate al risparmio.Nonostante la flessione dell’inflazione, i dati dell’Istat mostrano come i consumi restino fragili, riflesso anche nel calo della fiducia dei consumatori, scesa da 98,9 a 96,1 punti ad agosto. L’aumento dei costi per beni di prima necessità, unitamente alla crescita delle spese scolastiche +6,6% per il corredo e +18% per i libri, contribuisce a frenare la domanda interna.In questo contesto, le associazioni dei consumatori e gli esperti economici chiedono alla Banca Centrale Europea di allentare la stretta monetaria, per permettere una ripresa dei consumi e ridurre la pressione sui bilanci familiari. Inoltre, si invoca un intervento del Governo per sostenere le famiglie più vulnerabili, con misure come il Fondo di contrasto alla povertà energetica e alimentare, una riforma delle aliquote Iva sui beni di largo consumo e maggiori aiuti per le spese scolastiche.Mentre l'inflazione continua a pesare sulle famiglie, l'auspicio è che il rallentamento dell'economia e l'aumento dell'occupazione possano consolidare il potere d'acquisto degli italiani, spianando la strada a un futuro più stabile. Tuttavia, resta da vedere se le politiche monetarie e fiscali riusciranno a far fronte alle sfide ancora aperte. Fonte
0 notes
isacopraxolu · 2 months
Text
Condizionatori e ventilatori, come evitare un salasso in bolletta #supercaldo #tfnews #17luglio
0 notes
Text
Cacao alle stelle. L'uovo di Pasqua sarà un salasso
AGI – A pochi giorni dalla Pasqua, i prezzi del cacao hanno toccato nuovi massimi storici, superando i 10.000 dollari alla tonnellata a New York, per poi arretrare leggermente, spinti dalla scarsità dell’offerta dovuta ai cattivi raccolti. Il contratto di cacao più scambiato a New York per la consegna a maggio era quotato a 9.666 dollari alle 18:10, dopo aver già superato la barriera dei 10.000…
View On WordPress
0 notes
notiziariofinanziario · 6 months
Text
Salasso finanziario per Luca Cordero di Montezemolo.
A causa di un investimento andato male Luca Cordero di Montezemolo ha trascinato in tribunale due consulenti finanziari italiani, operanti dalla Svizzera. In totale la famiglia Montezemolo, stando al portale elvetico Gotham City, specializzato in articoli sulla criminalità economica, avrebbe perso ben 50 milioni di euro, seguendo i consigli di Federico Faleschini e Daniele Migani. Read the full article
0 notes
radiofrank · 1 year
Text
Caro libro, ti scrivo. I testi costano sempre di più, leggere diventa un lusso, ogni anno i volumi scolastici sono un salasso per le famiglie. Ho parlato di tutto questo con Carlotta Sanzogni delle librerie Libraccio:
0 notes
giancarlonicoli · 1 year
Text
20 ago 2023 18:48
“IL FATTO QUOTIDIANO” ESCE DAL CORO DI LODI A ROBERTO COLANINNO, MORTO IERI A 80 ANNI: “L’APICE LO TOCCA A INIZIO 1999. CON LA BENEDIZIONE DI PALAZZO CHIGI DOVE ALL’EPOCA SIEDE D’ALEMA, CREA UNA CORDATA E CON UN SISTEMA DI SCATOLE CINESI PORTA AL SUCCESSO UN’OPA TOTALITARIA SU TELECOM, PRIVATIZZATA DA POCO, PAGANDO LA CIFRA MONSTRE DI 117 MILA MILIARDI DI LIRE. POI RIVERSA I DEBITI SUL GIGANTE DELLE TLC EUROPEE, CHE NON SI È PIÙ RIPRESO” – D’ALEMA: “VINSE IL MERCATO, NON I SALOTTI” (FACCE RIDE) – DE BENEDETTI: “LA CONSIDERAVO UN’IMPRESA ARDUA E SBAGLIATA. LUI LA FECE LO STESSO” -
1. COLANINNO, ADDIO AL RAIDER “PADANO” DEL DOPPIO DISASTRO TELECOM E ALITALIA
Estratto dell’articolo di Nicola Borzi per “il Fatto quotidiano”
Morto ieri a 80 anni, Roberto Colaninno da tempo era lontano dai riflettori della finanza. Ma da metà anni 90 per un quindicennio il manager e imprenditore di Mantova aveva tenuto banco nelle cronache per le sue numerose scorribande, spesso benedette dalla politica nazionale ma non sempre dal successo.
De mortuis nisi bonum è il mantra di questo Paese: dunque giù lodi per un capitano d’azienda che ha fatto parlare molto di sé, ma le due cui due maggiori avventure, Telecom e Alitalia, non sono tra le case history da insegnare nelle business school.
[…]  Da Mantova “l’ingegnere” lo porta a Ivrea, dove nel 1995 prende le redini della Olivetti in crisi nera. Colaninno cede l’informatica e trasforma l’azienda in holding di telecomunicazioni. Nel 1998 vende per oltre 7 miliardi Omnitel, all’epoca secondo gestore nazionale dei cellulari.
[…]  L’apice lo tocca a inizio 1999 quando, con la benedizione di Palazzo Chigi dove all’epoca siede Massimo D’Alema (“l’unica merchant bank dove non si parla inglese”), Olivetti crea una cordata di imprenditori del Nord tra i quali il bresciano Emilio Gnutti […] e con un sistema di scatole cinesi societarie porta al successo un’offerta pubblica di acquisto totalitaria su Telecom Italia, privatizzata da poco e gestita da un “nocciolino duro” di azioni, pagando la cifra monstre di 117 mila miliardi di lire, suppergiù 59 miliardi di euro.
Poi riversa i debiti per “la madre di tutte le Opa” sul gigante delle Tlc europee, che nonostante due decenni di tagli e cessioni da quel salasso non si è più ripreso e ormai è un attore di secondo piano nel settore.
Lui ne esce nel 2001, cedendo a Trochetti Provera in cambio di un gruzzolo adeguato e della Immsi. […] a dicembre 2008 nuova avventura: il governo Berlusconi benedice i “capitani coraggiosi” guidati da Colaninno che comprano il 75% di Alitalia-Cai. A ottobre 2013 Cai arriva al capolinea dopo aver perso un miliardo e 252 milioni in 4 anni e 7 mesi.  A confronto, i 5 miliardi di perdite in 20 anni dell’Alitalia pubblica erano quasi meglio. […]
2. MASSIMO D’ALEMA “NON ERA UNO SPECULATORE TELECOM UN’OPERAZIONE STORICA VINSE IL MERCATO, NON I SALOTTI” LA PRIVATIZZAZIONE “
Estratto dell’articolo di Fabio Martini per “La Stampa”
[…] D'Alema ha un ricordo forte: «Devo dire la verità: credo che sia una perdita significativa per l'economia italiana: oramai non abbiamo più, tra i grandi, molti imprenditori-produttori, che cioè abbiamo un interesse preminente per la produzione di beni. In occasione dell'Opa su Telecom, Colaninno fu protagonista di un'operazione senza precedenti: in Italia mai una grande impresa era passata di mano sul mercato, ma sempre attraverso i salotti».
Sono passati 24 anni dalla celebre Opa Telecom ad opera dei "capitani coraggiosi", da allora se ne è molto discettato e tra i principali protagonisti ci fu una strana coppia: il primo presidente comunista della storia d'Italia e quel figlio di un sottufficiale dell'esercito e di una sarta, che aveva studiato ragioneria e aveva dovuto smettere l'Università a Parma per iniziare a lavorare.
Roberto Colaninno aveva mostrato subito di saperci fare alla guida di piccole e grandi imprese, fino a quando alla fine degli anni Novanta, consigliato da banchieri d'affari interessati a guadagnare commissioni miliardarie, si era deciso al grande passo: tentare la conquista di Telecom.
A Palazzo Chigi piaceva l'idea di campioni nazionali capaci di conquistarsi un posto al sole e questa simpatia ha incoraggiato dietrologie di ogni tipo sul rapporto personale tra Colaninno e D'Alema.
L'ex presidente del Consiglio affronta l'argomento con un sorriso divertito, privo del proverbiale sarcasmo: «Quando lui fece la famosa Opa, io non lo conoscevo personalmente, cosa alla quale non credeva nessuno e tutti si facevano matte risate, ma in realtà diversi anni dopo Colaninno mi disse: "Caro D'Alema hanno messo in giro la voce che avrei pagato tangenti per Telecom e noi sappiamo come stanno le cose e perciò ti chiedo: ti posso offrire una cena?". Un aneddoto che D'Alema corona così: «Ricordo che andammo a cena con le nostre famiglie».
[…] Massimo D'Alema chiosa così: «Parliamoci chiaro: in Italia mai una grande impresa era stata acquisita sul mercato, ma sempre attraverso i salotti. Era un'operazione di mercato in un contesto di capitalismo asfittico e controllato da pochi. Ricordo che dissi ad Umberto Agnelli: il governo non c'entra e se lo ritenete possibile, perché non fate una controfferta?».
Operazione con forti margini di rischio, legata ad una scommessa: colmare il forte debito del passato con gli utili del futuro. E infatti non mancarono le riserve, a cominciare da quella di Draghi, allora direttore generale del Tesoro. Ricorda D'Alema: «La linea del governo ovviamente la decidemmo assieme. Avevo come ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi, che non era precisamente uno che facesse quel che dicevo io. Con lui discutevamo con grande rispetto reciproco.
L'idea in definitiva era questa: se davanti ad un'operazione di mercato, il governo fosse intervenuto per impedirla, sarebbe stato un messaggio molto antipatico, che avrebbe potuto allontanare investitori stranieri».
Lo Stato avrebbe potuto far valere i propri "diritti" su una azienda strategica come Telecom? D'Alema obietta: «Avremmo potuto far leva su una piccola quota pubblica, ma come avremmo potuto opporre un interesse strategico del Paese, quando un gruppo di italiani voleva comparsi un'azienda italiana? Capisco, se fossero stati ostrogoti…».
[…] Per D'Alema, «Colaninno avrebbe dato un'impronta diversa alla storia delle tlc nel nostro Paese». E dunque quale è stata la sua cifra imprenditoriale ed umana? «Anche alla Piaggio ha dimostrato di essere un industriale e di non essere uno speculatore. Era un uomo estremamente perbene».
3. CARLO DE BENEDETTI SU ROBERTO COLANINNO: «ERAVAMO CONCORRENTI, POI DIVENTÒ UN MIO GRANDE AMICO»
Estratto dell'articolo di Nicola Saldutti per il “Corriere della Sera”
«È l’unica persona che ha vissuto un pezzo di strada importantissima con me. Aveva con me una sorta di rapporto di figliolanza, anche se avevamo soltanto nove anni di differenza. L’Italia perde un grande imprenditore, aveva una capacità di lavoro, un coraggio e un ottimismo di cui c’è un gran bisogno per questo Paese».
Carlo De Benedetti ripercorre la lunga storia insieme a Roberto Colaninno. Due uomini profondamente diversi, le cui strade si sono incrociate tanti anni fa: «Colaninno lavorava in un’azienda a Mantova, la Fiaam Filter, di filtri olio e aria per auto. All’epoca ero a capo della Gilardini. Eravamo concorrenti…».
Concorrenti?
«Sì, anche noi producevamo filtri. Ci siamo conosciuti allora e ho visto in lui un grande potenziale […]. Così insieme abbiamo fondato la Sogefi nel 1981, lui amministratore delegato, io presidente. Il nostro lungo rapporto è nato così».
Poi la svolta dell’Olivetti?
«Quando in Olivetti mi ritrovai senza amministratore delegato, con l’uscita di Caio, conoscendo le sue capacità, la sua dedizione al lavoro e le sue doti gli proposi di lasciare Sogefi. E diventò lui il capo azienda dell’Olivetti […] Prendemmo insieme la decisione di vendere la perla Omnitel (la società di telefonia mobile, ndr) ai tedeschi di Mannesmann che poi la rivendettero a Vodafone. In quegli anni fece un lavoro straordinario, cercò di ridurre i costi anche perché l’Olivetti era in una strana situazione, non c’erano più i prodotti per cui era nata, le macchine da scrivere, ed era diventata la società più liquida d’Italia, una specie di cassaforte che però continuava a perdere sul suo business tradizionale…».
Allora partì per l’avventura Telecom. Era stata la madre di tutte le privatizzazioni e diventò la madre di tutte le scalate...
«Entrò in contatto con il gruppo dei soci bresciani, in particolare Gnutti, e inventarono di comprare Telecom Italia. Un’operazione alla quale, e glielo dissi, ero assolutamente contrario perché non ritenevo avessimo la squadra per gestirla. La consideravo un’impresa ardua e sbagliata. Lui la fece lo stesso perché era una persona totalmente indipendente e determinata. Si organizzò l’Offerta pubblica di acquisto, poi mio figlio Marco andò con lui e Colaninno lo scelse come amministratore delegato di Tim».
[…] Vi sentivate ancora?
«Per lungo tempo ci siamo sentiti la domenica mattina alle dieci. Lo facevamo sempre. Lui mi parlava dei suoi progetti, dall’apertura del nuovo stabilimento in Vietnam a nuove idee di imprese possibili. Questo era Colaninno e queste conversazioni sono uno dei ricordi più belli che custodirò di noi».
0 notes
s-memorando · 1 year
Text
Felicità
Stamattina un messaggio di Piera mi ha messo la pulce in un orecchio e ho telefonato alla Smart. La macchina era pronta. Mi sono precipitata e con due autobus il 32 e poi il 14 sono andata a prenderla. La spesa? Un bel salasso, ma la felicità di avere di nuovo le mie quattro ruote è impagabile. Vuol dire che farò qualche sacrificio in più.Mentre andavo a prenderla mi è venuto di pensare a mia…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
roma-sera-giornale · 1 year
Text
Trump potrebbe diventare il "Presidente Carcerato "
De Ficchy Giovanni Trump potrebbe candidarsi dal carcere e perdonarsi come presidente Se studiamo la cronologia del 2024, tutto sembra indicare che gli eventi della campagna repubblicana (processo primario, convenzione…) coincideranno con i processi pendenti del magnate newyorkese L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump  Nonostante la cascata di cause legali , anche il salasso…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes