Alex was feeling a little FOMO after knowing that Dulce and Rubiya hung out. Alex didn't persuade his parents into going to Tartosa or anything, though! That's so uncool 🙄🙄 Their hands aren't trembling either, guys. It's just chilly out today.
Desidero partire – non per le Indie impossibili, o per le grandi isole a Sud di tutto, ma per qualsiasi luogo, villaggio o eremo, – che abbia in sé il non essere questo luogo.
bene così fibra e jax hanno denunciato il maiale per quella merda fatta con l'ai👍👍 questo farà sicuramente bene all'immagine della destra a *checks note* tre giorni dal voto
“ Lo vidi seduto sul letto. Il volto quasi arroventato se lo teneva con la destra al mento. I suoi occhi erano fissi: rimuginava qualcosa in un silenzio sconvolto da mille pensieri con i sintomi della lotta e della sconfitta. Il suo meditare tanto raccolto quanto concitato mi coinvolse e mi scosse fortemente. E, impalato lì davanti alla sua porta, mi pass�� per la mente quasi come un terribile presentimento il dramma di thiu Elia contro Forica, che lui a Baddevrustana mi aveva raccontato più volte. In quel momento mi sembrò che il conturbato silenzio del suo raccoglimento lo stesse disponendo affannosamente a una tremenda decisione: se accettare il ruolo di sconfitto o agguantare la pistola e ottenere con l’arma ciò che non aveva potuto ottenere con le braccia e con l’autorità. Scappare mi sembrava la cosa più naturale.
Mio padre non estrasse la pistola né il fucile, come spesso aveva visto fare in casi analoghi e come avevo tutte le ragioni per temere che facesse. Io continuai a rimanere in casa.
La convivenza, ora, era impossibile. Non ci si poteva più rivolgere la parola. Ci sentivamo in colpa tutti e due. Nello scontro ci eravamo denudati veramente l’uno di fronte all’altro. La rabbia aveva distrutto ogni timore e ogni tabù e ciascuno aveva detto all’altro cose sempre trattenute nel proprio intimo. Ora avevamo vergogna di rivestirci e l’orgoglio ci impediva di rinnegare quello che ci eravamo scagliato contro. Ci eravamo scontrati troppo violentemente. La mia ribellione, però, lo aveva turbato. Per la prima volta una lezione, inaspettata, a furia di spinte e urti penetrò nella sua natura rocciosa e vi lasciò una eco nella lingua che lui conosceva bene. La sentì più volte e la capì. La bufera lo scosse come un albero con i suoi frutti in boccio e per quella stagione restò infruttuoso. Avendolo privato dei suoi frutti, la bufera lo ridusse al silenzio e per qualche tempo lo mise in crisi.
I giorni passavano e tutto quel senso di colpa, di vergogna e di paura insieme mi si stava dissipando nella lettura dei libri.
Riuscii a rivedere mio padre fuori dal trambusto di quella rissa. La sua figura terribile, che fino ad allora aveva smorzato ogni mio slancio vitale, la rividi avulsa da me come qualcosa che non mi poteva più raggiungere. Inoltre mi rividi Gavino, senza nessun complesso per essermi opposto a mio padre. Mi sentii libero. Solo che rimanere a casa non mi sembrava più naturale. “
Gavino Ledda, Padre padrone, Rizzoli (collana Piccola Biblioteca La Scala), 2004, pp. 242-243.
[ 1ª edizione: Padre padrone. L’educazione di un pastore, (collana Franchi Narratori n° 19) Feltrinelli, Milano, 1975 ]
Sei con Frank Anthony Iero, tuo fidanzato di lunga data, quando ti propone di salire a fare una doccia assieme. Tu accetti. Entri in bagno ma non vedi il tuo caro Frank. Ti giri e scopri che sta tenendo una mazza chiodata in mano. Ti colpisce e muori. Questo perché gli avevi incasinato la chitarra che aveva passato mezzo pomeriggio ad accordare. Fine.
Ricordate bambini: non incasinate le chitarre a franky sennò fa come ai concerti e ve le tira in faccia :3