Tumgik
#seconda generazione
yourtrashcollector · 6 months
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«Ecco il punto! Non voglio essere un uomo moderno! Voglio vivere come sono destinato a vivere! Voglio tornare in Oriente!»
«Ah, be'... lo vogliamo tutti, no?» mormorò Shiva, rimestando le cipolle e i peperoni nella padella. «Io me ne sono andato quando avevo tre anni. In questo paese non ho combinato un cazzo. Ma chi ce li ha i quattrini per il biglietto dell'aereo? Chi vuole vivere in una baracca con altri quattordici camerieri? Chi lo sa che cosa sarebbe diventato Shiva Bhagwati se fosse rimasto a Calcutta? Un principe o un mendicante? E chi» continuò Shiva, con un po' della vecchia bellezza che gli accendeva la faccia «potrebbe strappargli da dentro l'Occidente, ora che ci è entrato?»
Zadie Smith, Denti bianchi
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cornerihaunt · 8 months
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e se ho pianto guardando ghali cantare un italiano vero. what about it
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fairycele95 · 9 months
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dopo di che la nostra si laurea e finalmente le trovo un lavoro nella carriera affaristica 💼
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omarfor-orchestra · 1 year
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Tired noise
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ilpianistasultetto · 12 days
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La Meloni ha parlato chiaro agli imprenditori. "Appena finita la guerra in Ucraina ci sara' da ricostruire quel Paese e per voi imprenditori si aprira' l'Eldorado su quello spicchio di globo terracqueo. Dovrete comprarvi portafogli a fisarmonica per quanti soldi metterete in tasca." Ha omesso una seconda parte, quella di chi mettera' i soldi che ingolferanno le tasche degli imprenditori. Per non dilungarmi troppo, la faccio breve. I soldi li dovranno stanziare i governi Europei mettendo per diversi anni le mani nelle tasche dei 250milioni di cittadini europei. Soldi che andranno nelle tasche di qualche migliaio di ricconi europei e di qualche centinaio di oligarchi Ucraini che diventeranno stra-ricconi. E la matematica insegna che un Paese come il nostro che dovra' mettere 5miliardi l'anno per ricostruire l'Ucraina, avra' 5 miliardi in meno per scuola, sanita' e pensioni, qualunque sia il colore del governo. Insomma, abbiamo ipotecato il futuro di almeno una generazione di nuovi nati. Capolavoro! @ilpianistasultetto
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mchiti · 8 months
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Non sei finito sul podio ma ti ringrazio per aver dato voce a tante cose. Alla Palestina. A noi figli di immigrati. A noi italiani di seconda generazione. Grazie per aver cantato Bayna. Grazie per aver portato l’arabo sul palco di sanremo, una cosa che mai avrei pensato di vedere in vita mia. Grazie perché hai fatto commuovere anche mio papà marocchino. Grazie perché mia madre avrebbe urlato se fosse stata qui a vederlo. Grazie per aver parlato di genocidio. Ti voglio bene. Tbarkallah 3lik akhouya🩷
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t-annhauser · 2 months
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I drammi dell'ineluttabilità borghese, cioè dell'impossibilità di uscire dai propri panni non solo civili, ma anche dal proprio Sé, come dicono gli psicanalisti. Un istinto da rabdomante mi portò a leggere, finita la scuola, il Fu Mattia Pascal e La coscienza di Zeno (il terzo fu L'Ulisse di Joyce del quale sto ancora portando a termine la mia personale traduzione, sono attualmente impantanato nel IX episodio, Scilla e Cariddi). Pirandello mi piace ma è di un'amarezza che abbatte, Svevo invece si addice più alla mia personalità, al mio gusto tragicomico. In entrambi i casi si tratta della descrizione esatta di come la vita conduca il borghese moderno, così libero a parole, in direzione opposta rispetto alle sue risibili aspirazioni. Essendo io un uomo d'altri tempi trovo questi due libri più interessanti di un abbonamento a Netflix. Imparare a leggere quel che è stato scritto di buono sarebbe un buon esercizio per noi generazione di sfessati rimbecilliti dalla noia di vivere fino al cinismo. Memento vivere, diceva Nietzsche, poi trasformato in macchietta futurista in Memento audere dal nostro sommo vate sdentato con l'alito che puzzava d'uovo (così Savinio descrive Gabriele D'Annunzio, di cui tutte le mie insegnanti di letteratura alle medie erano innamorate).
Sentire le cose, ci spiega Nietzsche nella seconda inattuale, invece di limitarsi a "farsele imparare" a scuola, ma ciò comporta irrimediabilmente il rischio di vivere.
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fiorescente · 3 months
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Oggi ultime interviste. Farò per la prima volta domande tematiche e forse sono un po' stupide e scontate. Ho scritto nel curriculum: "Tesi di ricerca in Antropologia sociale e culturale che studia i temi dell'identità, del razzismo e del fondamentalismo culturale e delle comunità transnazionali attraverso interviste informali con persone immigrate di prima e seconda generazione dall'Africa occidentale e dal Maghreb" e sembra tutto molto più serio rispetto a quello che è.
C'è il cinema in piazza, c'è la mostra di Alice Rohrwacher e io e la mia amica ci sentiamo cittadine.
Ho perso tanti capelli, sono piena di lividi e devo studiare. Vorrei aiutare mamma, ma non riesco.
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falcemartello · 11 months
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+++Breaking News+++
Orde di magrebbini di seconda generazione contro attivisti del clima.
Wee ar so frucking bek🚀🚀
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Nel frattempo ad Adigeo...
Per che non lo sapesse, lAdigeo, a Verona, è un centro commerciale che nel fine settimana diventa una sorta di centro accoglienza immigrati, tutti ragazzini extracomunitari che fanno casino e a volte rubano, oppure ragazzine che si prostituiscono. Gli attivisti avranno trovato una brutta accoglienza.
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quandotuttosifabuio · 3 months
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Questa generazione potrebbe cambiare la sua mentalità, in una seconda vita.
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yourtrashcollector · 6 months
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Qualche mese prima, il giorno in cui Magid compiva nove anni, un gruppo di ragazzini bianchi molto carini e dai modi inappuntabili aveva suonato alla porta e chiesto di Mark Smith. «Mark? Non c'è nessun Mark, qui» aveva detto Alsana, chinandosi fino al loro livello, con un gran sorriso. «Qui vive solo la famiglia Iqbal. Avete sbagliato casa.» Ma prima che avesse finito la frase, era arrivato di corsa Magid, che aveva spinto la madre da una parte. «Salve, ragazzi.» «Salve, Mark.» «Andiamo al circolo degli scacchi, mamma.» «Sì, M... M... Mark» aveva detto Alsana, prossima alle lacrime per quell'oltraggio finale, la sostituzione di "Amma" con "Mamma". «Non fare tardi.» «TI HO MESSO UN NOME GLORIOSO COME MAGID MAH-FOOZ MURSHED MUBTASIM IQBAL!» aveva urlato Samad a Magid, quando quella sera era tornato a casa per schizzare come un proiettile su per le scale e andare a nascondersi nella sua stanza. «E TU TI FAI CHIAMARE MARK SMITH!» Ma quello era solo un sintomo di un malessere più profondo. Magid desiderava realmente trovarsi in un'altra famiglia. Voleva possedere gatti e non scarafaggi, voleva che sua madre emettesse la musica di un violoncello, non il suono della macchina da cucire; voleva avere tralci di fiori sul lato della casa, invece del sempre crescente cumulo di immondizie dei vicini; nell'ingresso voleva un pianoforte e non la portiera rotta della macchina del cugino Kurshed; voleva fare le vacanze in bicicletta in Francia, e non viaggi di un giorno a Blackpool per andare a trovare le zie; voleva che il pavimento della sua stanza fosse di legno lucido, non della logora moquette verde e gialla avanzata dal ristorante; voleva che suo padre facesse il medico, non il cameriere con una mano sola; e quel mese Magid aveva convertito tutti questi desideri nella voglia di partecipare alla Festa del Raccolto come avrebbe fatto un Mark Smith. Come avrebbe fatto chiunque altro. MA VOGLIAMO FARLO, ALTRIMENTI CI BECCHIAMO UNA PUNIZIONE. LA SIGNORA OWENS DICE CHE È LA TRADIZIONE. Samad perse la pazienza. «La tradizione di chi?» urlò, mentre Magid, in lacrime, ricominciava a scrivere freneticamente. «Maledizione, tu sei un musulmano, non un folletto dei boschi! Te l'ho detto, Magid, te l'ho spiegato quali sono le condizioni per ottenere il permesso di andarci. Prima vieni con me sull'haj. Se mai riuscirò a toccare quella pietra nera prima di morire, voglio farlo con a fianco mio figlio maggiore.» Magid ruppe la punta della matita a metà della risposta, e scrisse l'altra metà usando il mozzicone. NON È GIUSTO! NON POSSO ANDARE SULL'HAJ. DEVO ANDARE A SCUOLA. NON HO TEMPO PER ANDARE ALLA MECCA. NON È GIUSTO! «Benvenuto nel ventesimo secolo. Non è giusto. Niente è giusto.»
Zadie Smith, Denti bianchi
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buscandoelparaiso · 2 months
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io amo questi atleti azzurri italiani di seconda generazione perchè li vedi così e poi aprono la bocca e parlano come il berlusca, francesco totti o geolier sono bellissimi
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vaerjs · 1 year
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unpopular opinion: lasciate stare le nuove generazioni
sono un po' annoiata dalla retorica di questi post che leggo sui social in cui si confronta lesame di maturità dellə millennial alle generazioni precedenti.
"io me la ricordo la mia maturità. jeans e maglietta sgualcita, sudata fradicia, pallida come una dama dell'Ottocento e con le occhiaie fino alle ginocchia. ore sono tutte con il completo, la piega fatta e il bouquet di fiori"
commenti di questo tipo ne leggo a decine, a centinaia. e onestamente, ME COJONI.
anche io me la ricordo la mia maturità. il giorno della prima prova scritta mi è arrivato il ciclo, sono corsa in bagno per cambiare l'assorbente e il flusso era talmente abbondante che non riuscivo a tirarmi su i pantaloni. mentre con una mano scrivevo, con l'altra stringevo il banco per il dolore dei campi. il giorno della terza prova ho avuto una gastrite acuta da stress che mi ha fatto vomitare sangue e non mi sono presentata. mi ha telefonato sul cellulare la professoressa di inglese chiedendomi come stessi e promettendomi che avrebbe trovato una soluzione. ho svolto la terza prova due giorni dopo da sola circondata da 10 professori che mi fissavano. il mio esame orale è stato posticipato all'ultimo giorno in extremis. ho fatto un'interrogazione da ottimi voti, ed ero completamente sola - neanche la mia migliore amica che era passata prima di me era rimasta ad aspettarmi. ho ringraziato e sono uscita. la professoressa di inglese mi ha abbracciata e mi ha detto "mi dispiace che sei rimasta da sola". ho camminato fino alla stazione, ho aspettato il treno per un'ora. scesa a destinazione ho scritto alla mia famiglia per chiedere un passaggio in paese ma si erano dimenticati che sarei dovuta tornare e non potevano venirmi a prendere. così mi sono fatta altri 6 km a piedi risalendo sotto il sole cocente di luglio le vigne del Monferrato.
questo è il ricordo della mia maturità. io, sola, sempre. quando sono arrivata a casa mi sono fatta una doccia e sono andata a dormire. nessuno mi ha chiesto come fosse andata. come stavo. cosa avrei voluto fare, dopo l'esame, durante l'estate o nella vita. vuoto.
è un bel ricordo? no. lo avrei voluto diverso? sì.
perciò lasciate stare lə ragazzinə che hanno qualcunə che lə supporta. lasciate che festeggiano questo traguardo - perché, fidatevi, con il tasso di abbandono scolastico italiano, il diploma è un traguardo non da poco. lasciate che si facciano bellə e che si cimentino nelle cose da grandi per un giorno con tailleur e completo formali mentre convincono la commissione che la loro tesina sulla seconda guerra mondiale è originalissima. lasciate che si godano quel momento di gioia misto nostalgia che si prova quando si termina un percorso faticoso. e applauditelə, coccolatelə, celebrate i loro traguardi perché non c'è nessun vanto nell'aver avuto possibilità diverse, non c'è vanto nell'aver sofferto. insegniamo alle nuove generazioni che le quelle che per noi sono state cose banali possono essere bei ricordi, insegniamo loro che si possono celebrare le vittorie piccole o grandi che siano, che è bello condividere le emozioni. non diventiamo la nuova generazione del "ai miei tempi era meglio perché si stava peggio e si sgobbava". io non voglio appartenere a chi pensa che stare male e lavorare il triplo senza garanzie sia non solo norma ma dignità. io voglio essere parte di chi accetta che la vita è anche festeggiare con un mazzo di fiori un esame. fotografare la patente dopo averla presa, regalarsi un giorno di permesso per una bella notizia.
non siamo fatti per soffrire.
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fairycele95 · 9 months
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Inoltre Merlino cresce 🎉 Il giorno dopo cresce anche Michael 🩵 purtroppo la piccola Noelle sta male andiamo dal veterinario 🐶🐾
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diceriadelluntore · 6 months
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Storia Di Musica #319 - Black Country Communion, Black Country Communion, 2010
Il mese delle storia degli album delle band con "black" nel nome si conclude oggi. Vorrei ringraziare i suggerimenti, alcuni davvero interessanti, come Federica che mi ha suggerito i Beast Of Black (un gruppo heavy metal scandinavo che ama inserire le tastiere stile anni '80 nelle loro canzoni, e fa cover di qualsiasi cosa, persino di Michael Jackson e non solo dei Manowar), ma ho scelto per chiudere questa carrellata, necessariamente parziale e soprattutto cercando di andare oltre le scelte più ovvie (i Black Sabbath, già protagonisti di questa rubrica, o i Black Keys) un gruppo che ritengo estremamente interessante. L'ultima storia riguarda un supergruppo, che i più attenti hanno già percepito essere un'altra di quelle piccole passioni musicali personali. Questo è uno dei più recenti, e soprattutto uno tra i meglio amalgamati e capace di cose, a mio avviso, davvero notevoli. Tutto nasce quando, per una serie di concerti, Glen Hughes e Joe Bonamassa iniziano a suonare insieme nel 2009. Sono due personaggi grandiosi: Hughes, bassista, è stata una delle voci più belle degli anni '70. Iniziò con i Trapeze, prima un quintetto, poi un trio, che pubblicò nel 1970 due dischi bellissimi, Trapeze e Medusa, quest'ultimo uno dei dischi "tesoro nascosto" di quel periodo, poi nel 1973 viene chiamato a sostituire Roger Glover e Ian Gillian nei Deep Purple: è la seconda voce con David Coverdale in Burn, grandioso disco della band inglese, sebbene non venga accreditato tra gli autori per problemi legali. Continuerà nei Deep Purple fino al 1976, poi deciderà a lungo di andare a suonare un po' a piacere (i suoi anni da zingaro li ha sempre definiti), dischi solisti, cantante anche dei Black Sabbath al posto di Ozzy Osbourne e tante altre cose tra cui ricoveri, dipendenze, collaborazioni. Joe Bonamassa è uno dei più grandi chitarristi rock\blues di questa generazione, collezionista di strumenti vintage, amante del suono puro della chitarra con pochissimi effetti, fondatore e presidente della Keeping The Blues Alive Records, etichetta che permette ai giovani di avvicinarsi al genere e produce i più talentuosi giovani performer. Insieme a loro c'è il grande produttore Kevin Shirley (conosciuto come The Caveman, produttore e ingegnere del suono tra gli altri di Aerosmith, Iron Maiden, Journey, Rush, gli ultimi dischi dei Led Zeppelin) che è incaricato di trovare altri musicisti per un progetto di supergruppo. Shirley chiama due suoni amici: Derek Sherinian, tastierista ex Dream Theater, che furono prodotti da Kevin, e Jason Bonham, figlio del leggendario John "Bonzo", batterista come il padre. Scelgono come nome, in questa sorta di unione anglo americana (Hughes e Bohnam sono inglese, Bonamassa e Sherinian americani) Black Country Communion, dal nome della contea delle West Midlands che si chiamana così per l'effetto dello smog provocato sia dalle miniere che dalle fabbriche che usavano il carbone per l'energia.
L'idea della band è di riprendere il suono vintage del rock anni '70 e di catapultarlo in una atmosfera contemporanea. Non sempre le individualità favolose dei singoli nei supergruppi funzionano come le aspettative vorrebbero, ma stavolta l'amalgama e la musica non lasciano dubbi: sebbene non sia un disco innovativo, Black Country Communion, che esce nel Settembre del 2010 è un disco di grande rock "classico", registrato in poco tempo, con pochi aggiustamenti, sincero, fiero e suonato alla grande. Basta l'intro di Black Country e la sua evoluzione hard rock, per capire che questo non è solo un omaggio ad uno dei periodi storici del rock, ma è la voglia di mostrarsi ancora capaci: sono tre minuti e quindici da antologia. One Last Soul, che fu il singolo di promozione, è più leggera ma prepara il terreno per una prima parte di disco stupenda: The Great Divide, Down Again, Beggarman con assolo favoloso di Bonamassa, ma soprattutto la stupenda Song Of Yesterday, che parte come uno slow blues, sale fino in cima e negli ultimi minuti sfodera una cavalcata che sa di ore passate a suonare insieme. Nella second parte, la bella No Time, la ripresa di uno dei brani che Hughes scrisse con i Trapeze, Medusa, che perde l'atmosfera folk prog della sua versione originale, diviene più muscolare e potente ma si mantiene convincente. Il disco si chiude con due brani molto particolari: Stand, che fa della complessità dei ritmi e della stratificazione degli stili (è il brano più progressive in repertorio) il suo fascino, Sista Jane è un brano in stile AC\DC e gli 11 minuti di Too Late For The Sun sono il commiato jam rock di questo disco, tra acrobazie strumentali da pelle d'oca. In tutto il disco, la voce di Hughes giganteggia, a ricordare che negli anni '70 era soprannominato The Voice of Rock, con la solidità tecnica di Bonamassa, di Bonham e di Sherinian a creare un suono che rimane convincente. Il progetto continuerà con un Black Country Communion II nel 2011, un tour in Europa, racchiuso in parte nello splendido Live Over Europe (con alcune gemme, tipo Burn dei Deep Purple, The Ballad Of John Henry di Mississippi John Hurt suonata dal solo Bonamassa, l'intro di Won't Get Fooled Again degli Who prima di Sista Jane) ma dopo Afterglow del 2012 Bonamassa si chiama fuori. Durerà poco, perchè il piacere è così tanto che già nel 2016 ritornano insieme, e proprio di questi giorni è l'uscita del loro ultimo lavoro, V, a 7 anni da BCCIV.
Questi sono i miei auguri di Pasqua. Decisamente rock.
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ilpianistasultetto · 1 year
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Non bastava la nuova politica governativa che alza il vessillo della moderna arianita'. Adesso tanti si uniscono al coro, ultimo in ordine di arrivo, un generale della Folgore, tal Roberto Vannacci. Agli omosessuali manda a dire: “Normali non lo siete, fatevene una ragione”. Verso poveri e disoccupati: "siete la feccia del Paese, gente che vuole essere mantenuta da chi lavora e produce" per finire con i migranti neri di seconda generazione prendendo di petto la pallavolista della nazionale italiana, Paola Egonu: “Italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. Ormai tutti si sentono in diritto di dire ad alta voce cio' che si e' sempre pensato in silenzio o detto sottovoce ed e' la maggioranza del Paese. Inutile nascondere l'ipocrisia, questo e' l'attuale pensiero dominante sostenuto anche da tanti di quelli chiamati in causa da certi personaggi..
@ilpianistasultetto
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