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#torino terapia
mezzopieno-news · 2 months
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RACCOGLIE 95.000 CICCHE DI SIGARETTE E VINCE LA SUA ANSIA
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Circa 95mila cicche di sigarette raccolte a Piossasco, una piccola città in provincia di Torino, in quasi due anni. A ripulire le strade è un ragazzo, Marco Accattino, 32 enne piossaschese che ogni giorno svolge spontaneamente un servizio alla cittadinanza a titolo volontario per consegnare ai cittadini vie più pulite. Dietro alla raccolta c’è la storia personale di un giovane che, come tanti altri, si è ritrovato in una situazione difficile.
Cinque anni fa Marco ha iniziato ad avere attacchi di panico che sono peggiorati così tanto da non farlo più uscire di casa. In prenda all’ansia ha iniziato a seguire una terapia e a percorrere nuovamente i vicoli di Piossasco. “Mentre camminavo però – racconta – mi accorgevo che le strade erano piene di sigarette e mascherine e provavo fastidio a vedere la mia città così sporca. Così ho iniziato a raccoglierle e ho scoperto che mi aiutava a diminuire i livelli di ansia. Quindi ho proseguito, supportato anche dalla famiglia e dalla fidanzata”. Marco si è poi comprato il contapersone per conoscere il numero esatto di mozziconi raccolti e rendere palese a tutti quanti piccoli rifiuti ricoprono le vie della città. L’ansia non è sparita, ma Marco adesso la riesce a tenere sotto controllo ed è per questo che invita tutti coloro che non riescono a gestire gli attacchi di panico a concentrarsi su piccole azioni quotidiane ripetitive e semplici. Poi se queste azioni vanno anche a vantaggio di tutta la comunità e possono essere anche di esempio, ancora meglio.
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Fonte: Mezzopieno; foto per gentile concessione di Marco Accattino
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nonamewhiteee · 8 months
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ciao, a volte vorrei veramente essere senza nome, proprio come il tabacco che accompagna le mie giornate. è l'ultimo di gennaio e fra poco più di una decina di giorni dovrò ricordarmi di non sbagliare la mia nuova età. è solo un numero, e i numeri mi piacciono come i gatti, i girasoli, ma sono sempre stato sbadato riguardo queste cose. non vado in terapia da mesi e per questo mi maledico per non essere in grado di farcela e per essermi affidato alla sanità pubblica. di conseguenza è davvero molto difficile trovare piacere anche nelle cose che prima adoravo così tanto fare, preferisco quando possibile anestetizzarmi e non sentire nulla. provo vergogna quando mi capita di guardarmi allo specchio: la barba incolta e disordinata, le occhiaie, le labbra che non hanno mai saputo come non sembrare imbarazzanti in un sorriso, quei pensieri che non mi hanno mai abbandonato e che in pochissime occasioni mi hanno fatto sentire "presentabile". anni su anni di farmaci, il centro, Torino, errori, Bari, altri errori, ma sono sempre qui a cercare di consolarmi per non farmi ulteriore male. sempre qui, già.
#me
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lapastaasciutta · 1 year
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Ero sotto i portici di piazza San Carlo e sono stata aggredita da una foto gigante dei charlos di Bahrein 2022 @ Torino pagami la terapia per riprendermi
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violamilalba · 6 months
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stanotte ho sognato di avere un cucciolo di tigre bianca
molte cose da fare. concentrarsi su lavorare. mettere da parte i soldi. fare la terapia (contattare subito lo psicologo), leggere per non perire, camminare, programmare. programmare il ritorno in palestra, schematizzare le spese per programmare il ritorno a torino. studiare. cosa studiare? studiare per lavorare. mettere da parte i soldi. per la terapia. per la palestra. per torino. per stare meglio. per non piangere. per smettere di piangere. per poter in qualche modo esistere.
lavarsi i denti. preparare il pranzo per me e per il mio cane. pulire casa prima che torni mia madre. non piangere. muovermi. lavorare. riordinare. qualcosa che dovevo assolutamente ricordare. ma non lo ricordo. non piangere per tutto quello che ricordo. qualcuno è ancora vivo. qualcuno invece è morto. ed io sono qui a fare la derelitta, che non ho mai discusso il mio privilegio di viva. mi piace essere viva. non ho mai voluto altro che vivere. diamoci da fare.
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lamilanomagazine · 5 months
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Brescia premiata al Salone Internazionale del Libro a Torino per il progetto "Lettura in terapia intensiva neonatale"
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Brescia premiata al Salone Internazionale del Libro a Torino per il progetto "Lettura in terapia intensiva neonatale" Il progetto “Lettura in terapia intensiva neonatale”, promosso da ASST Spedali Civili di Brescia, ATS Brescia e Sistema Bibliotecario Urbano del Comune di Brescia, ha vinto la sezione Reti di libri – Progetto esordiente della XV edizione del Premio nazionale Nati per Leggere, con la motivazione “Per la lodevole iniziativa nata e cresciuta in ambito ospedaliero, per la perseveranza e la cura verso ogni aspetto del programma  Nati per leggere (NpL), dalla comunicazione, al dono del libro, alla formazione di tutti i soggetti coinvolti e per l’entusiasmo nel trasmettere la forza del libro e dei benefici della lettura.” Lunedì 13 maggio 2024 si è tenuta la premiazione ufficiale al Salone Internazionale del Libro di Torino. La lettura di un libro è una pratica che offre innumerevoli benefici allo sviluppo di tutti i bambini, stimolando il cervello, sviluppando il linguaggio e migliorando la comunicazione. Nei bambini nati pretermine l’esposizione a suoni dotati di significato e specificatamente rivolti al singolo bambino (nel rispetto dei suoi segnali comportamentali) attraverso la lettura ad alta voce, si rivela una sicura strategia di intervento per il loro sviluppo neurocomportamentale. Inoltre, gli esperti hanno dimostrato che il contatto umano e la familiarità delle voci possono essere terapeuticamente benefici per i neonati, aiutandoli nella loro guarigione e sviluppo. Da luglio 2023 ha preso quindi avvio nel reparto Terapia Intensiva Neonatale della ASST Spedali Civili di Brescia - con il supporto della Psicologia Pediatrica Ospedaliera e dall'Associazione TINCORAGGIO che ha acquistato i libri da donare ai genitori - un progetto di lettura dedicato ai neonati prematuri e malati che necessitano di cure intensive. Il premio conferito il 13 maggio è il risultato tangibile della forte collaborazione tra ASST Spedali Civili, Agenzia tutela salute (ATS )Brescia e le Biblioteche del Comune di Brescia che da anni, in modo sinergico, promuovono la lettura come strumento di relazione e benessere. L’elemento caratterizzante il progetto è la creazione di un setting nel quale il libro viene donato ai genitori come strumento “da utilizzare” durante la degenza del bambino in ospedale, creando così un contesto che renda possibile l’adozione di un comportamento favorevole alla salute, secondo i principi della promozione della salute. Infatti, in occasione del primo colloquio con i genitori, viene donato un libro appositamente selezionato - che il medico e la psicologa ritengono appropriato - e date indicazioni sul suo utilizzo così da favorire l’esposizione del bambino alla voce dei genitori: il libro resta in reparto ad uso esclusivo di quella specifica famiglia e viene portato a casa al momento della dimissione. Inoltre, gli operatori sanitari sostengono e stimolano i genitori alla lettura e durante le loro attività di assistenza al bambino accompagnano con le parole le azioni che stanno compiendo, oppure raccontano filastrocche, storie e canzoni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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m2024a · 7 months
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/fedez-cuore-aperto-su-soldi-fama-e.html Fedez a cuore aperto su soldi, fama e salute mentale Consapevole dell'assedio dei paparazzi, la possibilità (alta) di domande scomode sul presunto divorzio da Chiara Ferragni e l'intricata faccenda Muschio Selvaggio, Fedez ha deciso di non mancare all'appuntamento con i giovani al Circolo dei lettori di Torino. Argomento principe dell'incontro la battaglia per cui si è molto speso negli ultimi mesi, l’importanza della salute mentale e della terapia soprattutto nella fascia dei giovanissimi e la volontà di ridurre lo stigma sulla depressione e l’uso di psicofarmaci. Ripercorrendo l’intervista rilasciata al Corriere della Sera e nel salotto di Fabio Fazio, questa volta davanti a 350 ragazzi al Circolo dei lettori di Torino per un evento organizzato dall'associazione Acmos in collaborazione con la Fondazione Fedez, il giudice di X Factor arrivato con look total black (e sì anche la fede all'anulare sinistro) ha preso la parola per ribadire la necessità istituzionale di dare il giusto peso al benessere mentale. "La salute mentale e fisica devono andare di pari passo, ma quella mentale in questo Paese non viene considerata", ha spiegato il 34enne, che partendo dal racconto della depressione acuta in cui è caduto un anno fa ha voluto specificare come soldi e fama non funzionino come kryptonite per la salute mentale. "Ho affrontato un tumore al pancreas molto raro e ho dovuto fare i conti con la morte. Nonostante io sia un privilegiato in quel periodo ho avuto l’esperienza peggiore con gli psicofarmaci. Ne prendevo addirittura sette e il medico che me li dava non comprendeva che stavo male. Sono arrivato alla balbuzie", ha ammesso Federico, "a quel punto ho smesso di prenderli di botto e sono andato in una depressione ancora più acuta. La mia ignoranza sul tema della salute mentale è però un fenomeno che riguarda tutti, non importa il privilegio. Non c’è distinzione di età o sociale". E poi, "Io ho sempre raccontato la mia vita, non so se può aver dato fastidio a qualcuno. Ho sempre raccontato il bello e il cattivo tempo e non credo che l'esegesi di quello che racconto attraverso i social sia che la fama, il successo e i soldi siano splendidi. Anzi credo di essere testimone del fatto che denaro e fama, soprattutto denaro, risolvono un problema, ma non tutti. So che sembra retorico, ma è così". La mission è di normalizzare la terapia farmacologica. "Io stesso credo di essere vittima dello stigma, perché quando nell'ambiente televisivo e discografico gira voce che un artista o conduttore fa uso di psicofarmaci si tende a vederlo come una cosa respingente", ha continuato spiegando il motivo che l'ha spinto a parlarne pubblicamente e condividere la sua storia, "di primo acchito non mi è venuto da raccontarlo. Poi ho avuto due emorragie interne e un principio ischemico allo stomaco, ho rischiato di morire, ho perso metà del sangue che avevo in corpo e mentre ero nel letto dell'ospedale mi sono detto 'che c**** me ne frega'". Senza filtri anche nelle risposte delle domande dei ragazzi in sala. Dal momento più difficile "quando il pensiero di morire ti dà più sollievo rispetto a quello di svegliarti il giorno dopo" e la paura che i figli Leone e Vittoria non si sarebbero ricordati di lui "più forte della paura della morte" all'incidenza della depressione nella sua vita ("È ovvio che ti cambia, è difficile riuscire a capire che c'è sempre luce in fondo al tunnel e non può piovere per sempre [...] quando hai la depressione hai bisogno di aiuto. Il consiglio che vi do se doveste prendere farmaci è di non abbandonate la terapia, errore che ho fatto io e poi ero una macchina allo sbando e di chiedere aiuto"). Una considerazione anche sul ruolo dei social nella fragilità della Gen Z: "Questa generazione è la cavia dei social. Andrebbero studiate le ripercussioni psicologiche, psichiatriche e sociali degli stessi social network, ma oggi ci sono pochissimi studi, per questo siamo cavie".
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Nuovi strumenti in dono al Sant'Anna in aiuto dei bimbi prematuri
Un tiralatte professionale con un carrello d’emergenza e una culletta “Baby blue 360”. Questa la nuova strumentazione che è stata donata questo pomeriggio al reparto di terapia intensiva neonatale – Tinc – dell’ospedale Sant’Anna di Torino dall’associazione “Matteo è con noi”. Una donazione che si aggiunge alle altre fatte in questi nove anni e che arriva in occasione dell’anniversario della…
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paoloferrario · 8 months
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IO SONO UN PO' MATTO E TU, Regia di Dario D'Ambrosi, film documentario
vai alle schede: https://www.mymovies.it/film/2023/io-sono-un-po-matto-e-tu/ https://www.torinofilmfest.org/it/41-torino-film-festival/film/io-sono-un-po’-matto-e-tu?/50857/ il documentario diretto da Dario D’Ambrosi, segue un gruppo di giovani ragazzi e ragazze con disabilità durante un periodo di teatro-terapia. Al fine di migliorare lo stato della propria patologia psico-cognitiva, questo…
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infocastellazzi · 2 years
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La tecnica del botulino, anche conosciuta come botulino terapia o Botox, è un trattamento cosmetico non invasivo che utilizza una forma purificata della tossina botulinica per ridurre temporaneamente l'aspetto delle rughe e delle linee sottili sulla fronte e intorno agli occhi, come le zampe di gallina. Il botulino funziona bloccando temporaneamente i segnali nervosi che vengono inviati ai muscoli responsabili della formazione delle rughe. Ciò riduce la contrazione muscolare e permette alla pelle di rilassarsi, riducendo l'aspetto delle rughe e delle linee sottili. Il trattamento con botulino è rapido e indolore, e solitamente non richiede anestesia locale. Il medico inietta una piccola quantità di botulino nella zona da trattare utilizzando un ago sottile, e il paziente può tornare alle normali attività immediatamente dopo il trattamento. L'effetto del botulino dura solitamente da tre a sei mesi, dopodiché le rughe possono gradualmente riapparire. Tuttavia, molti pazienti scelgono di ripetere il trattamento regolarmente per mantenere l'aspetto giovanile e fresco della pelle. È importante rivolgersi al Dr Castellazzi che e’ qualificato per il trattamento con botulino, per garantire la sicurezza e l'efficacia del trattamento. #botulino #botulinoterapia #Botox #rughe #lineesottili #fronte #zampedigallina #trattamentocosmetico #rilassamentomuscolare #anestesialocale #medicoesperto #sicurezza #efficacia. (presso Torino Centro) https://www.instagram.com/p/CqF8SF-oWxP/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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enkeynetwork · 2 years
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mezzopieno-news · 5 months
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ARRIVA LA PRIMA TERAPIA PER LA SLA CHE SI SCIOGLIE IN BOCCA
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È stata approvata ed è ora disponibile in Italia la prima formulazione orodispersibile dell’unica molecola finora approvata per rallentare la progressione della Sclerosi Laterale Amiotrofica, il riluzolo.
Prodotta dall’azienda italiana Zambon, è una sottile pellicola da sciogliere sopra la lingua senza necessità di acqua né di sforzo muscolare, che favorisce il mantenimento dell’autonomia di chi vive con Sclerosi Laterale Amiotrofica e migliora l’aderenza terapeutica anche in caso di disfagia, la difficoltà a deglutire cibi solidi e liquidi che colpisce 8 pazienti di SLA su 10. “La disfagia condiziona la vita delle persone con la SLA: alle ripercussioni psicologiche e sociali del non poter più mangiare come un tempo, si aggiungono anche quelle sull’aderenza al trattamento. I dati di un’indagine europea mostrano che la difficoltà di deglutire abbia portato a rinunciare o a ritardare l’assunzione della terapia quotidiana. È quindi chiara la portata della formulazione orodispersibile di riluzolo potrà favorire l’assunzione della terapia – evitando di dover frantumare le compresse e rischiando quindi una perdita di principio attivo – con effetti positivi sia sull’aderenza al trattamento, sia sull’autonomia dei pazienti” commenta il Professore Adriano Chiò, Direttore della Neurologia della Città della Salute e della Scienza di Torino.
In Europa e in Italia il riluzolo è oggi l’unico farmaco approvato per la SLA. Agisce sul glutammato, un messaggero chimico del cervello e del midollo spinale che causa la distruzione delle cellule nervose se presente in quantità eccessiva. ___________________
Fonte: Zambon; Adnkronos; foto di Fernanda Latronico
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Aferetica, crescita internazionale fatta di Ricerca e Innovazione
Ricerca ed innovazione. Due temi che vanno sempre di pari passo diventando in certi momento addirittura complementari. Le nostre storie, giorno dopo giorno, raccontano anche di queste importanti realtà e proprio una di queste è la protagonista di oggi, Aferetica. Ricerca e Innovazione, le chiavi per il futuro al centro di un workshop a Milano Le nuove frontiere del Trapianto, Sepsi e Terapia intensiva e i risultati ottenuti sono stati al centro del Workshop ‘From Research to Clinical Evidence’, realizzato nei giorni scorsi a Milano, che ha visto un Comitato Scientifico d’eccezione con esperti quali: Massimo Cardillo (Direttore Centro Nazionale Trapianti, ISS-Ministero della Salute); Antonio Pesenti (Direttore Anestesia e Rianimazione IRCCS Policlinico, Milano); Marco Ranieri (Direttore Anestesia e Terapia intensiva Policlinico Sant’Orsola Malpighi,  Bologna); Giuseppe Remuzzi (Direttore Istituto Mario Negri, Milano); Mauro Rinaldi (Direttore SC di Cardiochirurgia - AOU Città della Salute e della Scienza, Torino); 38 relatori nazionali e internazionali, oltre 80 ricerche originali presentate, e l’adesione entusiasta della comunità medico-scientifica, per oltre 450 partecipanti. Intervista a Mauro Atti, Amministratore Delegato di Aferetica Siete curiosi di sapere la storia dietro Aferetica? Volete sapete come nasce e di cosa si occupa? È, quindi, giunto il momento dell'intervista. Queste domande sono state poste a Mauro Atti, Amministratore Delegato di Aferetica: Tracciamo un punto di partenza per questa storia di oggi: cos'è e come nasce Aferetica? Aferetica è nata a gennaio 2014 come start up innovativa iscritta nel registro nazionale (Legge 221/2012), all’interno dell’incubatore del Parco scientifico e tecnologico di Mirandola. Dal 2019, Aferetica diventa PMI innovativa. L’ambito di intervento è quello dell’AFERESI TERAPEUTICA la ‘depurazione/purificazione’ vista come TERAPIA. Oltre al Trapianto, è possibile intervenire con efficacia e innovazione in vasti e diversificati ambiti clinici, quali: Neurologia, Malattie autoimmuni, Diabetologia, Reumatologia, Nefrologia e Terapia Intensiva, in alternativa e/o in integrazione a farmaci costosi e a sistemi invasivi. Intuizioni e know how di Aferetica provengono da un’esperienza pluridecennale dei fondatori di Aferetica nei Medical Devices Da circa un anno, avete implementato questo importante sistema, PerLife: come sta andando? Nell’anno appena trascorso abbiamo visto oltre 50 trapianti effettuati grazie al rivoluzionario sistema PerLife®, che vede l’integrazione del nuovo sorbente espressamente realizzato per Aferetica da CytoSorbents, dedicato alla depurazione degli organi. Il sistema diventa così un vero e proprio ‘ponte per il trapianto’. Siamo più che mai grati alla comunità scientifica italiana e internazionale, per quanto stiamo realizzando e realizzeremo insieme e più che mai motivati, nell’intensificare e rafforzare la nostra apertura internazionale Quanto è stato importante il recente workshop di Milano? Il Workshop di Milano è stata un’ulteriore tappa significativa, veramente entusiasmante, per la capacità di aggregare e coinvolgere alcuni tra i più accreditati esperti nazionali e internazionali. La forza di questa attività di ricerca condotta insieme, la vivacità del dibattito e dello scambio medico-scientifico ci spronano a proseguire su questa strada, che sta portando a risultati definiti straordinari dai più riconosciuti esperti del settore Foto di Darko Stojanovic da Pixabay Read the full article
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sudokulife · 2 years
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Iniziato a scrivere Venerdì 14 e terminato lunedì 17 october
👍🏻😬👍🏻yee
E niente è quasi tutto così ora, incasinato un bel po o almeno c’è una parte della mia vita che lo è ma sembra tutto risolvibile, devo farlo per non ripiombare nel mio solito oblio… sono da poco andato dalla mia psichiatra per esempio e so che dovrò fare terapia con un csm per rimettermi in sesto e questa cosa devi dire che mi tranquillizza alquanto, c’era inizialmente qualche problemino per far sì che mi prendessero in carico ma fortunatamente ho trovato una soluzione quindi nada, ora inizierò terapia appena prenoterò e mi prenderà in carico il csm mmmentre il percorso della transizione sta andando avanti.
Fattore famiglia come dicevo prima è un po’ tutto un casino..spiego: dovrò andare a “casa vecchia “ a badare al mio dog a causa di qualche problemino famigliare dalla parte di mio padre che appunto andrà via una settimana, in realtà non pensavo di dovermi assentare così tanto (pensavo ci stesse mia mamma o comunque si aggiustasse diversamente dato che si incazza se comincio a ricordargli che ho comunque una vita qui e impegni a 60 km da quella che era prima la mia abitazione pff ma questa è un’altra storia che magari spiego dopo col fattore cane e spiegazioni annesse se serve e soprattutto se ho voglia di scrivere)e comunque non pensavo di dover rimandare o avere poi difficoltà con impegni ecc perché sono comunque da fare dato che ho preso l’impegno di esserci ad esempio per diverse visite o per lo sport o altro, il punto è che come al solito ha fatto il doppio gioco di m e a me sta in culo sta cosa ceh, dimmi tutto bene, non che mi abbindoli dicendomi che vengo per rilassarmi col cane e poi scopro cose tre giorni prima caaaa, ora vabe ci vado lo stesso perché ormai ho dato la mia parola a persone che non mi vedono da tempo che ci sarei stato però così non si fa e tra l’altro se mi rifiutavo mi avrebbe comunque ricattato (anzi ci ha provato)perché a parte tutto mi sto per iscrivere in una scuola di fumetto e per i prossimi tre anni o almeno per il primo, (per ora )non ho i soldi per l’iscrizione è gli ho chiesto un favore alla meno peggio anche se avrei voluto evitare ma era l’ultima spiaggia davvero se volevo iniziare quest’anno, conto di ridarglieli intanto il prima possibile eh! Non vorrei ma mi è toccato per forza di cose 😔 scusate le ripetizioni ma ho troppa ansia se penso a pureste cose perché spero pian piano migliorino col resto. Poi il corso me lo pagherò mensilmente io tanto, so che dovrò però intanto tirare abbastanza per andare avanti e per ridare i soldi a lui intanto ma sono pronto a tutto per iniziare una nuova routine, per una vita sana per me stesso e vivere il meglio possibile con tutto partendo dal “contorno”.
Per il resto fortunatamente qui a Torino sembra tutto risolvibile tra sentimenti e cose di tutti i giorni,come dicevo per la terapia. Soltanto che per la prima ci vuole tempo, io sinceramente parlando sono deciso dei miei sentimenti e di tutte le cose che provo perché sono serio, serissimo in tutto ciò però penso sia giusto anche aspettare e soprattutto vedere come va e poi chissà.. io spero in bene perché ci sto mettendo tutto me stesso e mi impegno per essere migliore, tra sentimenti e tutto poi aumenta ogni giorno di più la cosa intanto quindi .. Cazzo basta soffrire , questo per entrambi più di quanto non succeda già a causa delle nostre vite eddai, ce lo meritiamo perché stiamo lottando tanto e nessuno sembra veditelo a parte noi stessi reciprocamente quindi nulla avanti così e basta ci meritiamo di stare bene, equesto è quanto
Spiegato un attimo sto periodo penso sia tutto, o quasi..
Domani mattina cercherò online il csm centrale con l’indirizzo che mi ha dato l’altro giorno la psichiatra così gli dico dove vorrei segnarmi e loro se e disponibile almeno mi prenoto per le sedute prossime e bona poi mattinata patente e pomeriggio penso qualche film in buonissima compagnia mentre domani sera hockey e daje così, settimana breve fino a giovedì che poi finito allenamento (21/21.30circa tipo) viene mia madre a prendermi tornato a casa per portarmi a casa vecchia dato che mio padre sloggia al mattino. Poi dal giorno dopo si ricomincia da la e nada vedrò di far andare le cose al meglio da parte mia, non ha senso stare incazzato per una settimana tanto già so che ogni tanto si imbucherà mia madre che come già detto e ridetto è risaputo che non mi va a genio per troppe cose però non ha senso rendermi la settimana una merda per questo, io sono meglio di così, preferirei ingoiare il boccone amaro fino al giovedì successivo per un fatto di tranquillità e passare la settimana prossima in pace reciproca finché nn torno che mi sembra la cosa migliore per tutti, mi sforzerò per stare bene e penso sia la miglior cosa quando temo di non farcela fare come prima quando ero lì, staccarmi da tutto e stare in tranquillità con me stesso e fare ciò che mi rende felice e mi da pace come ad esempio una passeggiata in campagna col cane, una bella chiacchierata è così via.
Ps scusate per gli sfoghi. Ps2 In bocca al lupo a me per il prossimissimo futuro delle prossime due settimane che saranno bel po piene 🤞🏼🤞🏼🤞🏼Magari scriverò sfoghi o cose se mi andrà boooo ad ogni modo
Saludo, Leo
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corallorosso · 3 years
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Le avevano dato poche speranze di vita. E, se anche ce l’avesse fatta, non sarebbe mai riuscita a camminare. E invece non solo Sofia, 3 anni, è sopravvissuta alla Sma, rara malattia genetica degenerativa, ma è anche riuscita a fare quello che si credeva impossibile: stare sulle proprie gambe. Sofia è in piedi, ora si attendono i primi passi. Tutto grazie a una innovativa terapia genica e chirurgica messa a punto dal Dipartimento Patologia e Cura del Bambino Regina Margherita di Torino diretto dalla dottoressa Franca Fagioli ed eseguita dalla dottoressa Federica Ricci. Sì, proprio quella terapia genica che migliaia di ignoranti in questi mesi si sono messi in bocca senza neanche sapere di cosa parlano. L’unica che esiste davvero. Quella che salva la vita delle persone, e che permetterà alla piccola Sofia di imparare a camminare come tutte le altre bambine. Grazie a due grandi dottoresse e al lavoro, spesso nel silenzio, della ricerca italiana. Queste sono le notizie che vorremmo sempre leggere. Lorenzo Tosa
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lamilanomagazine · 10 months
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Alessandria: arrestato l’autore del duplice tentato omicidio di due cittadini africani del 10 aprile scorso.
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Alessandria: arrestato l’autore del duplice tentato omicidio di due cittadini africani del 10 aprile scorso. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Alessandria hanno arrestato un 56enne nella flagranza del reato di detenzione di armi da fuoco clandestine e alterate, a carico del quale, in sede di convalida, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare anche per il tentato omicidio di due cittadini africani, avvenuto lo scorso 10 aprile a Tortona. Nella circostanza, i Carabinieri di Tortona erano intervenuti presso l’abitazione di due cittadini africani a seguito di una segnalazione al 112 per colpi di arma da fuoco. Giunti sul posto, i Carabinieri trovavano sulla pubblica via un 23enne guineano con una profonda ferita al ginocchio destro, verosimilmente causata da un colpo di arma da fuoco. Immediatamente soccorso, il giovane veniva trasportato al Pronto Soccorso di Tortona, dove gli venivano riscontrate ulteriori lesioni da arma da taglio sul collo e sulla schiena. Nel frattempo, presso l’ospedale si presentava un 31enne ghanese, anch’egli con una ferita di arma da fuoco al mento. Sulla scorta delle prime indagini, eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Alessandria, con il supporto dei colleghi tortonesi, si appurava che i due feriti domiciliavano nell’appartamento oggetto della segnalazione ed erano stati attinti da colpi di arma da fuoco nella medesima circostanza, come in parte confermato dal rinvenimento di alcuni bossoli di pistola calibro 7,65 e delle vistose tracce ematiche presenti sul pavimento. Le immediate indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo venivano indirizzate nell’ambiente degli stupefacenti – in quanto sul luogo del delitto veniva rinvenuto anche un discreto quantitativo di hashish suddiviso in panetti – ritenendo plausibile che l’evento fosse riconducibile a questioni sorte nell’ambito dello spaccio locale. Venivano eseguite nella stessa notte dell’evento diverse perquisizioni nei confronti di soggetti legati all’ambiente, sequestrando ulteriore stupefacente, sebbene non direttamente riconducibile al grave fatto criminoso. Nei giorni successivi all’evento, il 23enne veniva trasferito presso il CTO di Torino in coma farmacologico, dove si rendeva necessaria l’amputazione della gamba per le gravi ferite riportate, mentre il 31enne veniva ricoverato presso la terapia intensiva di Alessandria e sottoposto a intervento chirurgico per l’estrazione dal mento del proiettile, venendo dimesso alcuni giorni più tardi. Le approfondite indagini, eseguite con il supporto di articolate e complesse attività tecniche, e delle testimonianze assunte, portavano all’individuazione di un 56enne italiano da poco trasferitosi in provincia, con il quale una delle vittime aveva avuto rapporti nell’ambito di comuni amicizie. Ritenuto che l’uomo potesse essere l’autore del duplice tentato omicidio, i Carabinieri, su autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, procedevano a una perquisizione presso l’abitazione dell’interessato, con l’ausilio di unità cinofile, rivenendo un fucile a canne mozze con matricola abrasa, una pistola calibro 7,65 non censita e due coltelli di tipo militare, compatibili con le armi usate per il grave episodio criminoso. All’interno dell’abitazione erano presenti anche una paletta di segnalazione della “Polizia di Stato” con matricola abrasa e un apprezzabile quantitativo di munizioni per le armi rinvenute, una delle quali, la pistola, risultava carica e pronta all’uso. L’uomo veniva quindi tratto in arresto per l’illecita detenzione di armi da fuoco clandestine e alterate e condotto presso la Casa Circondariale di Alessandria, dove, a seguito dell’interrogatorio di garanzia davanti al G.I.P., confessava di essere l’autore del ferimento dei due cittadini africani e di avere agito per un presunto senso di giustizia a fronte del dilagare della criminalità, ritenendo i due responsabili dello spaccio di droga sul territorio, anche a minori. L’Autorità Giudiziaria, concordando pienamente con le risultanze investigative dei Carabinieri, suffragate dalla confessione del 56enne, ha quindi emesso una misura cautelare in carcere in ordine alla detenzione illegale delle armi e al duplice tentato omicidio. Dalla ricostruzione degli eventi, il 56enne si sarebbe presentato a casa delle vittime, qualificandosi come appartenente alle Forze dell’Ordine, esibendo la paletta della “Polizia di Stato” sequestrata, e una volta all’interno dell’appartamento sparava con la pistola all’indirizzo del 31enne attinto al mento, che si dava immediatamente alla fuga da una finestra, quindi imbracciava il fucile a canne mozze e sparava a bruciapelo al 23enne, colpendolo al ginocchio solo grazie alla reazione istintiva della vittima, che abbassava il fucile evitando che il colpo lo attingesse al corpo. Nonostante la grave ferita, il 23enne tentava la fuga, ma veniva raggiunto in strada dall’aggressore, che lo colpiva ripetutamente al collo e alla schiena con un coltello, prima di dileguarsi. Arrestato dai Carabinieri, il 56enne si trova oggi in carcere in attesa di giudizio. La parallela attività di indagine, scaturita dal rinvenimento dell’hashish nell’appartamento delle vittime, ha portato alla contestazione a carico del 23enne guineano del reato di spaccio di sostanze stupefacenti, attività protratta nel tempo sul territorio tortonese da almeno un anno.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Ugo Cerletti, 1938
«125-135 volt, 0,3-0,6 ampere, per 1/10 di secondo.»
Ugo Cerletti, figlio un illustre enologo di Chiavenna, era il secondo di tre figli. La sua famiglia apparteneva all'alta borghesia. Nel 1886 la famiglia Cerletti si trasferì a Roma, dove Ugo dapprima frequentò l'istituto Massimo e poi si iscrisse al Liceo Classico Visconti. Nel 1895 dopo aver conseguito il diploma liceale decise di iscriversi a medicina. Terminato il primo anno di studi, poiché la famiglia si stabilì a Milano, si trasferì presso l'università di Torino. Nel 1898 fece poi ritorno a Roma dove studiò con Giovanni Mingazzini ed Ezio Sciamanna. Approfondì i suoi studi con i più eminenti neurologi del suo tempo, prima a Parigi e poi a Monaco, con Emil Kraepelin (il "padre" della psichiatria scientifica moderna) e Alois Alzheimer. Tornato dal soggiorno in Germania, Cerletti frequentò il suo ultimo anno di corso presso l'Università di Roma, dove si laureò il 16 luglio 1901 presentando la tesi “Sopra i processi di assorbimento consecutivi a lesioni della sostanza cerebrale”. Nel 1905 ottenne la libera docenza in psichiatria. Allo scoppio della Prima guerra mondiale Cerletti partì per il fronte, dove rivestì la carica di capitano medico. Dal 1916 iniziò a lavorare su un'arma speciale, la “spoletta a scoppio differito”, un ordigno programmato in modo tale da esplodere anche a distanza di parecchie ore dal momento del lancio.
 Pochi conoscono che fu un macello di Roma che ispirò la procedura cosiddetta scientifica dell’elettroshock (ECT) o terapia elettroconvulsivante (TEC). Negli anni ’30 Cerletti diede inizio ad una serie di trattamenti sperimentali d’elettroshock sugli animali dopo aver osservato in un macello romano come i maiali erano tramortiti con shock elettrico per renderli più docili prima di ucciderli. Condusse personalmente centinaia di applicazioni e alla fine scrisse: «Queste evidenti prove fecero svanire alla fine tutti i miei dubbi, e senza ulteriori indugi diedi istruzioni alla clinica di intraprendere l’esperimento sull’uomo. Molto probabilmente, se non ci fosse stata questa circostanza fortuita e fortunata del macello l’ECT non sarebbe nato.».
Cerletti usò per la prima volta la terapia elettroconvulsivante l'11 aprile del 1938, con un apparecchio messo a punto dal suo assistente Lucio Bini, su un paziente di quarant'anni affetto da schizofrenia con sintomi di delirio, allucinazione e confusione. Dopo due mesi di prove sui pazienti Cerletti decise di presentare il nuovo metodo di cura alla comunità scientifica tenendo una relazione, con tanto di dimostrazione su un malato, all'Accademia di Roma. Il successo fu immediato. Già nell'Ottobre del 1938 l'apparecchio per provocare lo shock iniziò ad essere prodotto. Il suo lavoro e le sue ricerche ebbero un'influenza notevole e l'uso della terapia si diffuse velocemente in tutto il mondo. La terapia costituì una novità radicale poiché permise di provocare la crisi epilettica senza alcuna operazione chirurgica sul cervello o somministrazione di tossici convulsionanti.
 Il dizionario medico Larousse riporta i valori utilizzati da Cerletti: 125-135 volt, 0,3-0,6 ampere, per 1/10 di secondo; specifica anche che una crisi si ottiene anche con soli 60 volt (assenza epilettica o infra-crisi neuroni.
 Nel 1950 ricevette la Laurea honoris causa dal Collège de Sorbonne dell'Università di Parigi. Massone, fece parte della Loggia Cristoforo Colombo di Roma e fu membro effettivo del Supremo Consiglio del Rito scozzese antico e accettato. Morì a Roma il 25 luglio 1963 per trombosi cerebrale.
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