Tumgik
#troppo facile
Ti insegnano che devi lottare, che niente ti viene regalato; al contrario, bisogna sempre sudarselo. Che in amore vince chi fugge o chi riesce a farsi rincorrere. Che anche quando le cose vanno male, bisogna stringere i denti, tenere duro, resistere.
Ti insegnano che esiste il dolore, che è giusto sopportarne un po' e che se non si soffre, se qualcosa è troppo facile o troppo semplice, allora probabilmente è banale, di scarso valore e puoi avere di meglio.
Sono mesi quindi che mi interrogo su che tipo di relazione e amore io stia vivendo.
È la prima volta che mi capita, nella vita, di non dovermi sforzare, impegnare particolarmente per far andare bene le cose.
Non ci sono grossi angoli appuntiti da smussare, nessun incastro forzato, niente di sofferto.
È tutto talmente naturale e semplice, che mi preoccupa e spaventa. Perché è questo che siamo stati abituati a fare: preoccuparci in anticipo. "Meglio prevenire che curare"; non farsi cogliere impreparati, ma cercare di attutire i colpi che arriveranno.
Perché arriveranno. È un dato di fatto.
Costantemente, mi domando se quando giungerà il primo ostacolo saremo in grado di affrontarlo, insieme, poichè non ci siamo preparati adeguatamente. Non abbiamo forgiato il nostro rapporto nel dolore, quindi saremo in grado di sopravvivere alle avversità?
Poi lo guardo dormire sereno ogni notte, lui che è stato insonne tutta la vita, e mi dico che forse ciò che ci insegnano è sbagliato.
O, quantomeno, non si applica ad ogni cosa. Che esistono le persone che sanno semplificarti, migliorarti le giornate e la vita, invece di fare l'opposto, solo che non sempre le riconosciamo a colpo d'occhio e magari ci sfuggono fra le dita, quando dovremo invece tenerle strette.
Occorre spesso più di un incontro, più di uno sguardo, il giusto momento... però succede.
E allora, pensando questo, chiudo gli occhi anch'io e lascio che il suo respiro mi culli, chè tanto se anche mi perdessi in brutti sogni dovuti a pensieri negativi, la sua mano calda mi riporterebbe alla realtà.
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earanie · 1 year
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honestly una piaga sociale la mancanza di baretti intorno alle chiese di sto paesino
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mynameis-gloria · 1 year
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Ok inizio a pensare a troppe cose e Gloria SMETTILA, ma se davvero non fossi all'altezza? È chiaro che dovrò ingranare e rispolverare le azioni e le mansioni, ma sono cose che so e che soprattutto amo fare, perché quel lavoro mi piace nonostante alcuni lati negativi, ma anche qui mi viene da aggiungere: come in tutti i lavori! Però penso anche al:
-"e se non fosse la scelta più giusta, Tornare?"
-"Se questo in qualche modo peggiorasse quello che ho cercato e sto cercando di superare in questi mesi?"
- "Se mi facesse ricadere in quel vortice?"
Se se se e con i se non si va da nessuna parte, è vero anche questo. Sto facendo un monologo con me stessa e me ne rendo conto ma a volte è utile no?
Okkkk adesso mi calmo, giovedì è ancora distante!
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mybittersweet · 1 year
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Se qualcuno indovina che tipo di uomo mi piace
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icecoldversace · 2 years
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ma è davvero impossibile creare una sorta di playlist per una festa da mandare al dj dove bisogna accontentare i proprietari del venue, i tuoi amici italiani che ascoltano musica da maranza, le amiche che non si esprimono sui gusti musicali, le americane, tua sorella e quell’ebete del suo moroso, quello che ascolta esclusivamente la tecno stra underground, la superfan di alessandra amoroso, quello rimasto nel 2015, te stessa, sapendo perfettamente che tanto saranno tutti ubriachi ammerda e basta che ci sia qualcosa da ballare
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Manca poco più di un mese al festival di sanremo e so che finirò la squadra del fantasanremo due ore prima delle chiusura
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omarfor-orchestra · 2 years
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Sì vabbè non sarà mai lui dai è troppo presto
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jabeur · 2 months
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direttamente dall'alto di zurigo da cui si vede tutto il centro storico: gruppo di italiani di fianco a me che parla di carbonara e cacio e pepe
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Troppo facile amarti in vacanza, Giacomo Keison Bevilacqua
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“Beh, ma è a questo che servono le vacanze, no? Ad andare via per un po' da un posto, e cercare”.  “Cercare? Cercare cosa?"
Ho sempre pensato che entrare nel viaggio di qualcun altro, oltre che difficile, sia anche offensivo. È anche vero però come, chi scrive una storia, ci invita a prendere parte ad un viaggio come compagni. Giacomo Bevilacqua ci fa entrare nel viaggio di Linda e del suo cane, Follia, un viaggio da Roma al nord dove si inizia a camminare a pagina 1, ma che inizia a tutti gli effetti a pagina 30. Potrei dire che Troppo facile amarti in vacanza sia un “romanzo illustrato”, più che una graphic novel.
Consiglio: è un libro che va letto due volte, una per seguire la storia di Linda, l'altra (forse la lettura più bella) seguendo il volere di Bevilacqua: ciò che balza subito all'occhio è che ogni capitolo, dieci, sia il titolo di una canzone. In fondo ogni viaggio ha le sue note. Questo è un viaggio particolare che, seppur con la sua musica, ha dei lunghi spazi vòlti al silenzio. Quelle prime trenta pagine solo illustrano ne sono un esempio. In quegli "spazi bianchi" Linda, mentre cammina, riflette.
Riflette sul perché sia ​​così arrabbiata . La sua è una rabbia giovanile, un comune sentimento della nostra generazione. D'altronde il viaggio, qui, è una evidente critica al sistema che vede molti giovani lasciare il nostro Paese, alla ricerca di condizioni migliori, soprattutto lavorative. Questa sua rabbia si riflette nel paesaggio che la circonda, un'Italia post-apocalittica deserta, dove la natura si riprende il suo spazio (altra critica alla crisi ambientale che sta vivendo il nostro pianeta), e dove gli unici sopravvissuti non sono volti confortanti , ma individui grotteschi, stereotipati, incattiviti dall'esistenza.
Linda ha paura di loro, non lo nasconde, ma fa parte del gioco, cioè del viaggio. Lapsus ha voluto, in quanto l'incontro con queste figure è concepito, dall'autore, come una sorta di duello finale di un videogioco dove si vince la vita, e il viaggio non è altro che la missione di tutto il gioco. I paesaggi da lei attraversati, a livello grafico, hanno un impatto fortissimo, con intere tavole realizzate in campo lungo, dai colori che ricordano quelli di alcuni titoli famosi come Kingdom Hearts o Life Is Strange.
Colori cupi ma al contempo vivaci.
Questo è un contrasto voluto, d'altronde Linda stessa è animata da sensazioni contrastanti, che troveranno pace solo nell'incontro con Aman , un ragazzo più grande di lei nel quale la rabbia si è mutata in aspra dolcezza, dovuta alle dure prove allle quali la vita lo ha sottoposto: in lui, fabula e intreccio dell'intera storia si ricongiungono, facendoci capire il vero senso della storia.
Come nel migliore dei bildungsromance, il viaggio qui è a tutti gli effetti personaggio, anzi, proprio il compagno “di viaggio” di Linda, che arriva alla sua destinazione (forse, perchè in effetti, se sia arrivata o meno, rimane il mistero dei misteri) diversamente da come è partita, e proprio in questo viaggio, accompagnata nelle ultime pagine dalle note di Resistere de La Rappresentante di lista, capirà che la vita implica il dover imparare a convivere con la rabbia interiore, che può diventare capacità di resistere alle avversità della vita.
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watchoveryou · 1 year
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Ho la strizza perché ho finito gli esami ma ho dei crediti da recuperare quindi sto preparando un altro esame in due settimane altrimenti niente laurea a maggio AAAAAA
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ilpianistasultetto · 2 months
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MEDAGLIA D'ORO.
Ieri sera la Imane Khelif  ha vinto la medaglia d'oro nella finale contro la cinese Yang Liu. 
Sono contento. Non tanto per la medaglia di pugile, piu' come risarcimento morale, direi. Non un premio all'atleta ma un premio alla persona. Una specie di risarcimento morale per tutte le cose scritte e dette su di lei : " e' un uomo, ha il fisico e i muscoli da uomo. Una falsa donna col pisello tra le gambe che vuole vincere facile combattendo contro "donne femmine".
Ecco, tutti hanno parlato di Imane Khelif come atleta ma nessuno lo ha fatto pensando a Imane persona. Una bimbetta nata femmina che scopre di avere un problema fisico, un corpo che produce troppo testosterone rendendola ne' donna donna, ne' uomo uomo. Una donna dimezzata, una specie di fenomeno strano, da irridere, una donna che suscita solo battutacce, una da compatire. Una bimba che cresce tra mille complessi . Chissa' quanti maschietti avranno detto: "quella non la scoperei manco morto". Qualcuno si e' chiesto che vita d'inferno avra' passato Imane Khelif? I baci mancati, il sesso negato, le amicizie, la sofferenza di un padre e di una madre per gestire quella situazione?
Per questa volta, lo sport lo accantono e metto questa medaglia d'oro al collo di una donna. Una medaglia al coraggio di affrontare una vita che ha regalato mille avversita'. Una medaglia per tutte le donne che come lei vengono ripudiate da una societa' che fa enorme fatica ad accettarle.
@ilpianistasultetto
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yomersapiens · 11 days
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A Vienna piove ininterrottamente da giorni. È allarme in tutta l'Austria. C'è così tanta acqua dappertutto che non dovrei uscire di casa ma io esco lo stesso perché devo vedere con i miei occhi e documentare e ricordare. Il canale non troppo distante da dove abito è stato costruito a ridosso della metropolitana che ora è chiusa per rischio di esondazione. Sono passato a controllare e butta davvero male. Per anni ho guardato questo canale pensando "Ma a che diavolo serve una roba così se passa sempre un rivoletto deprimente di acqua". Adesso, a ondate, sta straripando. Mentre camminavo sotto la pioggia ero senza ombrello. Io già di mio ho problemi con gli ombrelli, non mi piacciono, sono solo una responsabilità, devi ricordarti sempre di averceli dietro e portarli con te e stare attento a non perderli. Penso la stessa cosa dei figli. Entrambe sono una responsabilità che non voglio sobbarcarmi. Camminare sotto la pioggia e senza ombrello vuol dire che devi fare una scelta: camminare in mezzo alla strada, dove diciamo ti becchi tutte le gocce possibili ma sono quelle piccole e standard della pioggia, oppure camminare rasente ai muri dei palazzi, che vuol dire evitare una buona percentuale di gocce standard ma incappare nei goccioni che cadono ogni tot metri quando le diverse grondaie dei tetti convergono. Sono quelle goccione pesanti, che si schiantano sul cappuccio del giubbotto facendo una bella esplosione rumorosa. Mentre cammino provo a contarle. Meglio un centinaio di gocce di dimensioni minori o una ventina di gocce di dimensioni maggiori? Provo a fare lo stesso calcolo con i baci, meglio dieci baci che non sanno di niente o uno che sa di tutto? Ecco questa è facile però. Meglio non confondere le cose, ché a essere dei finti romantici da tempo uggioso (o da catastrofe naturale) si finisce ad annegare in un mare che m'è dolce oh cazzo, l'ho fatto di nuovo.
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lady--vixen · 1 month
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l'archivio
Spiegatemi: perché il mio archivio non si vede più? Com'è che dei vostri qualcuno lo vedo e qualcuno no? Qual è la differenza? Pagare la versione premium? Giusto per capire.
Oggi, grazie a un like di non so chi a un post del 2020, seguendo i post a ritroso, ho fatto un tuffo nel delirio di quel periodo. Il reparto di oncologia, la testa pelata, il PICC nel braccio, il covid, gli ospedali, le compagne di chemio, la merdina anonima che mi ha scritto le cose più ignobili (lo stronzo che, da quando ho scoperto chi è, non si è più azzardato) e l'anon (non più anonimo) che mi scriveva parole gentili e mi dava forza ❤️ E ho riletto di quel dolore sordo e cieco in cui mi ero inabissata. Quel pensiero fisso, quell'ossessione che mi stava uccidendo.
Da qui, oggi, a 4 anni e 95 cm di cicatrici di distanza, sarebbe facile dire "ma come ho potuto?" ma sarebbe una domanda stupida. Io lo so come ho potuto. Così come so quanto mi è costato sopravvivere, andare avanti, trovare il MIO percorso.
Una parte di me è irrimediabilmente rotta. Mi spiace per chi ora si trova davanti un enigma fin troppo facile da comprendere: ho paura, quindi cerco di tenere spesso le distanze, perché conosco i pericoli che si corrono. Non sempre ci riesco. Quando mi sciolgo, nascono le emozioni più belle, le giornate più memorabili. Poi mi spavento e scappo a cercare un rifugio che mi protegga. E via di nuovo in loop, come un granchio sotto anfetamina.
Lo so che non esiste rifugio sicuro, se non quello che riesco a creare con le parole. Lì va tutto bene. Lì anche il dolore può diventare arte.
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Vabbè, ma detto questo, perché qualcuno di voi ha l'archivio e qualcuno no?
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fuoridalcloro · 12 days
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L’umiltà non fa rumore. Camminavo con mio padre, quando all’improvviso si arrestò ad una curva e dopo un breve silenzio mi domandò: “Oltre al canto dei passeri, senti qualcos’altro?”. Aguzzai le orecchie e dopo alcuni secondi gli risposi: “Il rumore di un carretto”. “Giusto – mi disse –. È un carretto vuoto”. Io gli domandai: “Come fai a sapere che si tratta di un carretto vuoto se non lo hai ancora visto?”. Mi rispose: “È facile capire quando un carretto è vuoto, dal momento che quanto più è vuoto, tanto più fa rumore”. Divenni adulto e anche oggi quando vedo una persona che parla troppo, interrompe la conversazione degli altri, è invadente, si vanta delle doti che pensa di avere, è prepotente e pensa di poter fare a meno degli altri, ho l’impressione di ascoltare la voce di mio padre che dice: “Quanto più il carretto è vuoto, tanto più fa rumore”.
-Bruno Ferrero-
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omarfor-orchestra · 6 months
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Chissà se si è sentitə così chi ha visto Baby dopo BraccialettiRossi
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crazy-so-na-sega · 8 days
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La base di ogni volere è bisogno, mancanza, ossia dolore, a cui l'uomo è vincolato dall'origine, per natura. Venendogli invece a mancare oggetti del desiderio, quando questo è tolto via da un troppo facile appagamento, tremendo vuoto e noia l'opprimono: cioè la sua natura e il suo essere medesimo gli diventano intollerabile peso. La sua vita oscilla quindi come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che sono in realtà i suoi veri elementi costitutivi.
-Arthur Schopenhauer, "Il mondo come volontà e rappresentazione"
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