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chez-mimich · 1 year
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YURI ANCARANI: "LASCIA STARE I SOGNI"
In una intervista, per altro non molto recente, Yuri Ancarani, videomaker italiano, afferma che tutte le immagini filmiche (o quasi tutte) e tutte le immagini televisive (in questo caso proprio tutte), portano con sé una visione del mondo, accompagnano cioè lo spettatore, in una “narrazione”, come si dice oggi. Ancarani adotta un punto di vista molto diverso: la macchina da presa è spesso fissa e lascia parlare le immagini. La sua mostra al Pac di Milano aperta fino al prossimo 11 giugno, fa il punto su oltre vent’anni di lavoro dell’artista ravennate. “Lascia stare i sogni”, è il significativo titolo di questa interessante rassegna di video che toccano temi molto diversi tra loro, ma che sono legati da questo sguardo, algido ma attento, neutro ma rivelatore, degli stridenti contrasti del nostro vivere. “Il Capo” proiettato su uno schermo gigantesco, accoglie il visitatore con la sua solenne imponenza. Si tratta di un video del 2010 girato in una cava di marmo delle Alpi Apuane, dove un uomo con una mimica più simile a quella di un direttore d’orchestra che di un cavatore di pietre, dirige con sapiente maestria il movimento di escavatori che tagliano e spostano giganteschi e candidi blocchi di marmo. Il sonoro del video è dato solo dai lontani rumori delle macchine che contribuiscono a determinare un doppio e contrapposto effetto di straniamento e nudo realismo proponendoli ad uno spettatore troppo abituato ad immagini commentate come accade nei documentari o nei servizi televisivi. “Piattaforma luna” è ambientato in una camera iperbolica, ambiente claustrofobico in questo caso accentuato da una colonna sonora di Ben Frost.
Toni freddi e scostanti caratterizzano due video paralleli (nella sala 4 del Pac), si tratta di "San Siro" e "San Vittore" com un accostamenti che non è certo frutto del caso. Nel primo, il tempio del calcio, è rivelato attraverso le strutture architettoniche e le infrastrutture tecnologiche come cavi, tombini, porte di sicurezza, sotterranei, ripresi negli attimni che precedono l'inzio di una partita. Di contro, "San Vittore", propone una apparentemente asettica descrizione visiva di tutti i controlli a cui sono sottoposti i minori per poter visitare i propri genitori detenuti nella strutture carcerarie. Un video che nella sua scarna oggettività presenta, senza ombra di retorica o di didattico paternalismo, una realtà crudele e disumana. Il nome della psicanalista Marina Valcarenghi è abbastanza noto da non necessitare di ulteriori parole. Su di lei Yuri Ancarani propone il video di un magnifico monologo tenuto nel “Cortile della legnaia” dell’Università Statale di Milano dal titolo “Il popolo delle donne”. Letture di testimonianze di tribunali, discorsi astrattamente teorici e ferite legate alla sua esperienza sul campo con al centro la violenza uomo vs donna, ma anche sull’istinto della violenza tout court. Anche qui si tratta di una osservazione imparziale su tema di scottante attualità. Tra i notevolissimi video in proiezione, "The Challenge" è certamente il più intimamente misterioso e in un certo senso il più surreale. Ma Ancarani non lavora sulla suerraltà, bensi su realtà che tendono ad apparire come delle iperrealtà. Le immagini sono quelle del deserto del Qatar durante i preparativi di una competizione di falconeria (con citazione per la Land Art attraverso la celeberrima stele di Richard Serra). Le immagini della competizione sono inframezzate da sequenze che sembrano ruotare attorno al culto del motore e della velocità, nonché una stridente fascinazione nel rapporto natura/tecnologia. In particolare un raduno di motociclisti in un deserto texano, e una Lamborghini che trasporto un ghepardo. In entrambi i video è la rigorosa e simmetrica geomteria della stara a rendere iconicamente assai pregevoli le immagini e a dettarne il ritmo narrativo. Con "Wipping Zombie", titolo tratto dal nome di una danza tradizionale haitiana. Una espressività corporea di una lotta e che rimanda alla violenza coloniale subita dai nativi e che vorrebbe tendere a esorcizzare la violenza subita. Ma in "Wipping Zombie" c'è dell'altro, come la reiterizzazione di gesti quotidiani come battere una lamiera, per trasformare un barile in un materiale utile alla vita quotidiana, che denuncia silenziosamente la povertà e la vita pedestre delle popolazioni e locali. C'è un filone e una tradizione piuttosto consolidata su queste tematiche che coinvolge opere di celebrati videomakers come Ben Rivers o Neil Beloufa. Molte altri i video proiettati nelle sale in una delle mostre più interessanti presentate al Pac che negli ultimi sembra aver spostato, cime molte altre istituzioni museali ed espositive, il suo baricentro verso esperienze artistiche a carattere etnico e fortemente politiche nonché verso quelle che un tempo risultavano essere le periferie del mondo (e non solo in senso geografico).
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sounds-right · 28 days
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"Frenesia (non parlare)", nuovo singolo per Sisc0  
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Dal 30 agosto 2024 sarà in rotazione radiofonica "Frenesia (non parlare)", il nuovo singolo di Sisc0  disponibile su tutte le piattaforme digitali di streaming.
"Frenesia (non parlare)" è un brano pop/dance che nasce proprio con l'idea di far divertire e ballare chi l'ascolta. La canzone nasce tra aprile e maggio del 2024 e il significato è molto semplice, racconta di una storia d'amore nata in un locale. Un lampo improvviso che sembra essere destinato a durare per sempre ma che poi finisce presto e nonostante ciò va comunque bene, perché in fondo si sa che le cose belle non durano per sempre come dice l'artista anche nella canzone: "per stasera lasciamo tutto com'è, tu gli occhiali neri fumé ed io non so neanche perché vorrei non finisse mai più".
Ascolta ora il brano: 
L'artista commenta così la nuova release: "Che effetto strano mi toglie il fiato questa Frenesia".
Il videoclip di "Frenesia" è stato registrato in un locale di Senago in provincia di Monza, il Davinci Cocktail Music. Il contesto riprende il sound dance del pezzo, il tutto ricoperto da brillantini, luci e strobo. L'ispirazione è quella ai videoclip pop come quelli di Paola e Chiara, Elodie, Annalisa.
Nel videoclip troviamo l'artista e le due ballerine Sara Cezza e Noemi Lanotte. Il punto focale del video e del la coreografia è sicuramente il ritornello dove è stata costruita una sequenza di passi semplici e facilmente ripetibili da chi le guarda come quelle di Mahmood in "Tuta Gold". Le due registe del videoclip sono Margherita Benzoni e Elsa Spatola, due Videomaker di grande talento, che hanno già collaborato per nomi importanti tra cui le registrazioni di vari Radio Italia Live.
Guarda il videoclip su YouTube: 
youtube
Biografia
Sisc0, all'anagrafe Francesco, classe 2000, è un artista nato e cresciuto nella provincia di Milano. Sin da piccolo muove i primi passi nella musica che da sempre è stata la sua passione ed inizia a frequentare un corso di canto dove appunto nascerà il sogno di diventare cantante. Studia canto e danza per oltre 13 anni fino a quando nel 2021 inizia la collaborazione con i phaser studios di Seveso con i quali incide e pubblico diversi brani come allora sorrido che conta più 20k ascolti su spotify. Da sempre influenzato da grandi voci pop e dance , sonorità che l'artista decide di riportare nelle sue canzoni passando da artisti leggendari come Michael Jackson e Whitney Houston fino a quelli più recenti come Dua Lipa , The Weeknd e Ariana Grande per non parlare della passione per il pop italiano con artiste come Emma, Annalisa ed Elodie . Una vita abbastanza travagliata quella dell'arista, che cerca di riproporre nei suoi testi per dare a chi lo ascolta supporto e un luogo sicuro in cui rifugiarsi, emozionarsi e allo stesso tempo divertirsi cercando di lasciare pregiudizi e problemi alle spalle.
"Frenesia (non parlare)" è il nuovo singolo di Sisc0 disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 2 agosto 2024 e in rotazione radiofonica dal 30 agosto.
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tarditardi · 28 days
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"Frenesia (non parlare)", nuovo singolo per Sisc0  
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Dal 30 agosto 2024 sarà in rotazione radiofonica "Frenesia (non parlare)", il nuovo singolo di Sisc0  disponibile su tutte le piattaforme digitali di streaming.
"Frenesia (non parlare)" è un brano pop/dance che nasce proprio con l'idea di far divertire e ballare chi l'ascolta. La canzone nasce tra aprile e maggio del 2024 e il significato è molto semplice, racconta di una storia d'amore nata in un locale. Un lampo improvviso che sembra essere destinato a durare per sempre ma che poi finisce presto e nonostante ciò va comunque bene, perché in fondo si sa che le cose belle non durano per sempre come dice l'artista anche nella canzone: "per stasera lasciamo tutto com'è, tu gli occhiali neri fumé ed io non so neanche perché vorrei non finisse mai più".
Ascolta ora il brano: 
L'artista commenta così la nuova release: "Che effetto strano mi toglie il fiato questa Frenesia".
Il videoclip di "Frenesia" è stato registrato in un locale di Senago in provincia di Monza, il Davinci Cocktail Music. Il contesto riprende il sound dance del pezzo, il tutto ricoperto da brillantini, luci e strobo. L'ispirazione è quella ai videoclip pop come quelli di Paola e Chiara, Elodie, Annalisa.
Nel videoclip troviamo l'artista e le due ballerine Sara Cezza e Noemi Lanotte. Il punto focale del video e del la coreografia è sicuramente il ritornello dove è stata costruita una sequenza di passi semplici e facilmente ripetibili da chi le guarda come quelle di Mahmood in "Tuta Gold". Le due registe del videoclip sono Margherita Benzoni e Elsa Spatola, due Videomaker di grande talento, che hanno già collaborato per nomi importanti tra cui le registrazioni di vari Radio Italia Live.
Guarda il videoclip su YouTube: 
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Biografia
Sisc0, all'anagrafe Francesco, classe 2000, è un artista nato e cresciuto nella provincia di Milano. Sin da piccolo muove i primi passi nella musica che da sempre è stata la sua passione ed inizia a frequentare un corso di canto dove appunto nascerà il sogno di diventare cantante. Studia canto e danza per oltre 13 anni fino a quando nel 2021 inizia la collaborazione con i phaser studios di Seveso con i quali incide e pubblico diversi brani come allora sorrido che conta più 20k ascolti su spotify. Da sempre influenzato da grandi voci pop e dance , sonorità che l'artista decide di riportare nelle sue canzoni passando da artisti leggendari come Michael Jackson e Whitney Houston fino a quelli più recenti come Dua Lipa , The Weeknd e Ariana Grande per non parlare della passione per il pop italiano con artiste come Emma, Annalisa ed Elodie . Una vita abbastanza travagliata quella dell'arista, che cerca di riproporre nei suoi testi per dare a chi lo ascolta supporto e un luogo sicuro in cui rifugiarsi, emozionarsi e allo stesso tempo divertirsi cercando di lasciare pregiudizi e problemi alle spalle.
"Frenesia (non parlare)" è il nuovo singolo di Sisc0 disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 2 agosto 2024 e in rotazione radiofonica dal 30 agosto.
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personal-reporter · 1 year
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I grandi marchi: Sammontana
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Un cornetto che, da un logo ormai leggendario, sorride all’estate che arriva…. La storia di Sammontana, oggi una delle più grandi aziende italiane nel settore dei gelati, cominciò negli anni Quaranta, quando Romeo Bagnoli acquistò a Empoli l’omonima latteria, che prendeva il nome dalla fattoria che forniva il latte. Nel 1946 Renzo, il figlio di Romeo, trasformò la latteria in un Bar – Gelateria, iniziando così la produzione del gelato Sammontana. Dieci anni dopo, in seguito all’aumento delle vendite di gelato, l’azienda decise di commercializzare il gelato al di fuori di Empoli e così la gelateria divenne un vero e proprio laboratorio artigianale. Nel 1957 nasce il famoso spot dei Gelati all’italiana, creato per distinguere il gelato di Sammontana dall’ice-cream che era stato portato in Italia dai soldati americani, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale e, due anni più tardi, fu la volta del mitico Barattolino, ancora oggi simbolo del brand. Dopo il successo nel 1960 i fratelli Bagnoli inaugurarono lo stabilimento produttivo di Sammontana ad Empoli, che è la prima sede dell’azienda. L’azienda acquisì nel 2008 Gran Milano, assieme ai suoi marchi Sanson, Tre Marie e Mongelo,  ed è tra le prime cento aziende agroalimentari italiane, collocata  ai vertici del mercato italiano dei gelati industriali accanto alle grandi multinazionali del freddo. Il primo logo Sammontana, creato negli anni Cinquanta, era con il nome dell’azienda scritto con il colore rosso e con uno stile calligrafico tipico dell’epoca, dove dalla lettera finale partiva una lunga sottolineatura e, al di sopra di esso, c’era la scritta Gelati di colore azzurro, posizionata in alto a sinistra. Nel 1959 il pittore Sineo Geminiani ebbe il compito di creare un personaggio per rafforzare la comunicazione del brand, nacque il logo con all’interno un simpatico corsaro che lecca un gelato facendo l’occhiolino, al di sopra del nome dell’azienda scritto con il colore giallo. Con gli anni Sessanta, il logo fu nuovamente modificato grazie a un nuovo logotipo, stavolta con la sottolineatura allungata rispetto alle vecchie versioni, inscritto in un ovale rosso. Nel 1968 nacque il cono umanizzato con gli occhi, la bocca e la lingua rossa, accompagnato dal nome dell’azienda in colore nero e scritto in bastone maiuscolo. Milton Glaser, autore di immagini conosciuto in tutto il mondo, nel 1980 fu incaricato di rivisitare il cono, collocandolo al centro di una mezzaluna orizzontale, che è ancora oggi l’emblema riconoscibile del brand. Nel 2015 ci fu il restyling del marchio, dove il conetto  diventa più centrale mantenendo evidenti i valori del brand che si modernizza, lasciando alle scritte Sammontana e Gelati all’italiana il compito di creare il semicerchio tipico del marchio. Inoltre Sammontana, per raccontare la sua storia in maniera unica e originale, propose il cortometraggio Sammontana: la storia di un sorriso diretto da Virgilio Villoresi, videomaker fiorentino, che ripercorre i sessant’anni di storia dell'azienda toscana, dalla latteria Sammontana alla nascita dei Gelati all'Italiana, dagli anni del boom economico all'arrivo di Barattolino nelle case degli Italiani, fino ai giorni nostri. Read the full article
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Borseggi a Milano, il videomaker che li filma: "Non riesco a girarmi dall'altra parte"
Lazza Ramo: “La nostra non e’ caccia, pero’ non possiamo risolvere noi il problema”source
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chez-mimich · 1 year
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sounds-right · 5 months
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Emanuele Santalena al Fuorisalone
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Emanuele Santalena, giovane designer italiano, grazie alle sue proposte innovative, riconoscibili, contemporanee e visionarie è sempre più apprezzato nel panorama internazionale.
In occasione del Fuorisalone 2024, Santalena presente CACTUS SIDE TABLE, GIOCO ESTETICO TRA LE FORME: un approccio estetico formale dove il marmo, attraverso delle lavorazioni superficiali, diventa elemento caratterizzante. Il senso di due corpi separati, ma uniti, trasmette un senso di leggerezza. Nella pesantezza del materiale stesso c'è però il movimento armonico di due corpi uniti di marmo che ricordano il movimento organico e naturale del cactus. 
Realizzato in verde borgogna Cactus side table nasce proprio dall'idea di trasmettere quel senso di leggerezza dettata dallo slittamento di due corpi di marmo.
La gamba del side table diventa elemento caratterizzante dato dalla lavorazione di un singolo blocco di marmo che allude a due elementi distinti.
Il progetto rappresenta il debutto dello studio di interior design 20100 design (www.20100design.com), fondato dallo stesso Santalena con l'imprenditore e giornalista Valentino Odorico
CACTUS SIDE TABLE
c/o Memà Champagnerì – Cafè 
Largo Fra Paolo Bellintani, 2 - Milano
Bio
Emanuele Santalena nasce a Livorno nel 1996 e nel 2019 consegue la laurea in Disegno Industriale presso l'Università degli Studi Firenze. Nel 2018, prima della fine del percorso universitario, viene selezionato per una internship come graphic designer alle Nazioni Unite di New York presso il Department of Economic and Social Affair-Digital Government Branch. Qui si occupa di tutto lo sviluppo grafico e digital del dipartimento e nello specifico nella creazione di infographics riassuntive dell'E-Government Survey, pubblicazione annuale che raccoglie le conoscenze sulle tendenze e le problematiche globali dell'e-government e sulle pratiche innovative e sul livello di digitalizzazione dei paesi, nonché sulle sfide e le opportunità per lo sviluppo dell'e-government. 
È proprio a New York che inizia a muovere i suoi primi passi entrando a contatto con artisti, designer, videomaker, agenzie pubblicitarie e studi di designer e architettura. Sicuramente la Grande Mela offre gli stimoli giusti che portano Emanuele a vivere a pieno ritmo tutte le opportunità, cercando di studiare e capire a fondo i trend del settore e come il design italiano possa diventare trainante nello sviluppo di nuovi concepì, sia di interior che di prodotti. Il perpetuo dinamismo di New York stimola un continuo flusso di ispirazione nelle forme, che lo porta a creare la prima collezione minimalista di prodotti bespoke, con l'obiettivo di esaltare l'eleganza e la purezza del design.  È proprio nella moltitudine dei contatti sviluppati a New York che avvia la prima collaborazione con un cliente privato per la progettazione di un concept di interior per tre ambienti, conl'obiettibo di esaltare il concetto dell'arte e del design come elementi comunicativi in uno spazio.
Una volta rientrato in Italia nel 2019, decide di specializzarsi nella pratica di renderizzazione foto realistica di interni e di prodotti, con l'obiettivo di concepire interni e prodotti sempre più fedeli alla realtà e far sì che qualsiasi cliente possa immergersi e visualizzare al meglio ogni dettaglio del progetto. Questo continuo studio sulla cura del dettaglio gli permette di sviluppare ulteriori collaborazioni, di cui alcune ancora attive, con studi di design e architettura con sede a New York, Miami, Montecarlo e Milano.
Ha collaborato per due anni con Bespoke Interior Studio in Via Montenapoleone, è co-founder di uno studio a Milano - che si occupa principalmente di sviluppo di progetti residenziali e spazi commerciali - e ha anche una sezione dedicata allo sviluppo di rendering fotorealistici. All'inizio del 2023 lancia la sua Collectible design collection ed è rappresentato da Pietra Casa Miami.
Attualmente vive a Milano.
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djs-party-edm-italia · 5 months
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Emanuele Santalena al Fuorisalone
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Emanuele Santalena, giovane designer italiano, grazie alle sue proposte innovative, riconoscibili, contemporanee e visionarie è sempre più apprezzato nel panorama internazionale.
In occasione del Fuorisalone 2024, Santalena presente CACTUS SIDE TABLE, GIOCO ESTETICO TRA LE FORME: un approccio estetico formale dove il marmo, attraverso delle lavorazioni superficiali, diventa elemento caratterizzante. Il senso di due corpi separati, ma uniti, trasmette un senso di leggerezza. Nella pesantezza del materiale stesso c'è però il movimento armonico di due corpi uniti di marmo che ricordano il movimento organico e naturale del cactus. 
Realizzato in verde borgogna Cactus side table nasce proprio dall'idea di trasmettere quel senso di leggerezza dettata dallo slittamento di due corpi di marmo.
La gamba del side table diventa elemento caratterizzante dato dalla lavorazione di un singolo blocco di marmo che allude a due elementi distinti.
Il progetto rappresenta il debutto dello studio di interior design 20100 design (www.20100design.com), fondato dallo stesso Santalena con l'imprenditore e giornalista Valentino Odorico
CACTUS SIDE TABLE
c/o Memà Champagnerì – Cafè 
Largo Fra Paolo Bellintani, 2 - Milano
Bio
Emanuele Santalena nasce a Livorno nel 1996 e nel 2019 consegue la laurea in Disegno Industriale presso l'Università degli Studi Firenze. Nel 2018, prima della fine del percorso universitario, viene selezionato per una internship come graphic designer alle Nazioni Unite di New York presso il Department of Economic and Social Affair-Digital Government Branch. Qui si occupa di tutto lo sviluppo grafico e digital del dipartimento e nello specifico nella creazione di infographics riassuntive dell'E-Government Survey, pubblicazione annuale che raccoglie le conoscenze sulle tendenze e le problematiche globali dell'e-government e sulle pratiche innovative e sul livello di digitalizzazione dei paesi, nonché sulle sfide e le opportunità per lo sviluppo dell'e-government. 
È proprio a New York che inizia a muovere i suoi primi passi entrando a contatto con artisti, designer, videomaker, agenzie pubblicitarie e studi di designer e architettura. Sicuramente la Grande Mela offre gli stimoli giusti che portano Emanuele a vivere a pieno ritmo tutte le opportunità, cercando di studiare e capire a fondo i trend del settore e come il design italiano possa diventare trainante nello sviluppo di nuovi concepì, sia di interior che di prodotti. Il perpetuo dinamismo di New York stimola un continuo flusso di ispirazione nelle forme, che lo porta a creare la prima collezione minimalista di prodotti bespoke, con l'obiettivo di esaltare l'eleganza e la purezza del design.  È proprio nella moltitudine dei contatti sviluppati a New York che avvia la prima collaborazione con un cliente privato per la progettazione di un concept di interior per tre ambienti, conl'obiettibo di esaltare il concetto dell'arte e del design come elementi comunicativi in uno spazio.
Una volta rientrato in Italia nel 2019, decide di specializzarsi nella pratica di renderizzazione foto realistica di interni e di prodotti, con l'obiettivo di concepire interni e prodotti sempre più fedeli alla realtà e far sì che qualsiasi cliente possa immergersi e visualizzare al meglio ogni dettaglio del progetto. Questo continuo studio sulla cura del dettaglio gli permette di sviluppare ulteriori collaborazioni, di cui alcune ancora attive, con studi di design e architettura con sede a New York, Miami, Montecarlo e Milano.
Ha collaborato per due anni con Bespoke Interior Studio in Via Montenapoleone, è co-founder di uno studio a Milano - che si occupa principalmente di sviluppo di progetti residenziali e spazi commerciali - e ha anche una sezione dedicata allo sviluppo di rendering fotorealistici. All'inizio del 2023 lancia la sua Collectible design collection ed è rappresentato da Pietra Casa Miami.
Attualmente vive a Milano.
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tarditardi · 5 months
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Emanuele Santalena al Fuorisalone
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Emanuele Santalena, giovane designer italiano, grazie alle sue proposte innovative, riconoscibili, contemporanee e visionarie è sempre più apprezzato nel panorama internazionale.
In occasione del Fuorisalone 2024, Santalena presente CACTUS SIDE TABLE, GIOCO ESTETICO TRA LE FORME: un approccio estetico formale dove il marmo, attraverso delle lavorazioni superficiali, diventa elemento caratterizzante. Il senso di due corpi separati, ma uniti, trasmette un senso di leggerezza. Nella pesantezza del materiale stesso c'è però il movimento armonico di due corpi uniti di marmo che ricordano il movimento organico e naturale del cactus. 
Realizzato in verde borgogna Cactus side table nasce proprio dall'idea di trasmettere quel senso di leggerezza dettata dallo slittamento di due corpi di marmo.
La gamba del side table diventa elemento caratterizzante dato dalla lavorazione di un singolo blocco di marmo che allude a due elementi distinti.
Il progetto rappresenta il debutto dello studio di interior design 20100 design (www.20100design.com), fondato dallo stesso Santalena con l'imprenditore e giornalista Valentino Odorico
CACTUS SIDE TABLE
c/o Memà Champagnerì – Cafè 
Largo Fra Paolo Bellintani, 2 - Milano
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Emanuele Santalena nasce a Livorno nel 1996 e nel 2019 consegue la laurea in Disegno Industriale presso l'Università degli Studi Firenze. Nel 2018, prima della fine del percorso universitario, viene selezionato per una internship come graphic designer alle Nazioni Unite di New York presso il Department of Economic and Social Affair-Digital Government Branch. Qui si occupa di tutto lo sviluppo grafico e digital del dipartimento e nello specifico nella creazione di infographics riassuntive dell'E-Government Survey, pubblicazione annuale che raccoglie le conoscenze sulle tendenze e le problematiche globali dell'e-government e sulle pratiche innovative e sul livello di digitalizzazione dei paesi, nonché sulle sfide e le opportunità per lo sviluppo dell'e-government. 
È proprio a New York che inizia a muovere i suoi primi passi entrando a contatto con artisti, designer, videomaker, agenzie pubblicitarie e studi di designer e architettura. Sicuramente la Grande Mela offre gli stimoli giusti che portano Emanuele a vivere a pieno ritmo tutte le opportunità, cercando di studiare e capire a fondo i trend del settore e come il design italiano possa diventare trainante nello sviluppo di nuovi concepì, sia di interior che di prodotti. Il perpetuo dinamismo di New York stimola un continuo flusso di ispirazione nelle forme, che lo porta a creare la prima collezione minimalista di prodotti bespoke, con l'obiettivo di esaltare l'eleganza e la purezza del design.  È proprio nella moltitudine dei contatti sviluppati a New York che avvia la prima collaborazione con un cliente privato per la progettazione di un concept di interior per tre ambienti, conl'obiettibo di esaltare il concetto dell'arte e del design come elementi comunicativi in uno spazio.
Una volta rientrato in Italia nel 2019, decide di specializzarsi nella pratica di renderizzazione foto realistica di interni e di prodotti, con l'obiettivo di concepire interni e prodotti sempre più fedeli alla realtà e far sì che qualsiasi cliente possa immergersi e visualizzare al meglio ogni dettaglio del progetto. Questo continuo studio sulla cura del dettaglio gli permette di sviluppare ulteriori collaborazioni, di cui alcune ancora attive, con studi di design e architettura con sede a New York, Miami, Montecarlo e Milano.
Ha collaborato per due anni con Bespoke Interior Studio in Via Montenapoleone, è co-founder di uno studio a Milano - che si occupa principalmente di sviluppo di progetti residenziali e spazi commerciali - e ha anche una sezione dedicata allo sviluppo di rendering fotorealistici. All'inizio del 2023 lancia la sua Collectible design collection ed è rappresentato da Pietra Casa Miami.
Attualmente vive a Milano.
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superfuji · 3 years
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Il vuoto sotto il governo Draghi
di Marco Damilano
Partiti, sindacati, associazioni sembrano muti e inerti. E l’impegno dal basso di volontari, amministratori, imprenditori e insegnanti non basta a risvegliare una società anestetizzata
07 SETTEMBRE 2021
Scorro su Telegram i messaggi della chat Basta dittatura, faccio un viaggio virtuale tra fotomontaggi del dottor Matteo Bassetti appeso per i piedi come il Duce in piazzale Loreto, ancora lui tra i colleghi sui banchi di Norimberga, gli indirizzi di giornalisti, i numeri di telefono, le minacce, gli insulti, i proclami («Manca solo la nostra vittoria per concludere»). Supero il disgusto e la voglia di ripetere ancora quanto è stato detto in questi giorni, che si tratta di pochi ideologizzati, come si fa come quando allo stadio ci sono gli scontri tra i tifosi, che i No Vax sono una bolla mediatica alimentata anche dal solo parlarne.
Non si può ignorare l’orrore perché da quella bolla è uscita l’aggressione fisica e verbale contro il videomaker di Repubblica e di Gedi Francesco Giovannetti e Antonella Alba di Raiwes 24, senza considerare le intimidazioni quotidiane che stanno piovendo in queste ultime settimane. Ma soprattutto perché i No Vax rappresentano, a parti capovolte, lo stato del dibattito pubblico italiano, la qualità dei contenuti e degli argomenti, misurano la temperatura della democrazia italiana, come succede quando un virus aggredisce un corpo indebolito e privo di anticorpi.
L’Italia è un corpo che ha saputo reagire alla sfida della pandemia, come dimostra l’impressionante più 17,3 per cento del Pil nel secondo trimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. E la campagna di vaccinazione ha funzionato, nonostante lentezze, ritardi, contraddizioni. Nei cinema, nei bar, nei ristoranti e ora sui mezzi pubblici e nelle scuole il controllo del green pass è un adempimento che viene eseguito in maniera ordinata, il certificato fa parte della vita di ogni giorno per milioni di italiani.
Non dei vaccini ci parlano i No Vax, dunque, ma di un vuoto nella società. È come se tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, il dominus politico incontrastato di questa stagione, e le piazze che raggruppano i soliti fascistoidi in cerca di visibilità, non ci sia nulla: non i partiti, non i sindacati, né altre associazioni, nessun corpo intermedio. Al di là della contabilità sul numero dei manifestanti e delle personalità coinvolte, è una dialettica pericolosa per la democrazia, che invece si nutre di partecipazione, confronto, critica, conflitto a viso aperto, non mascherato e non tra cripto-militanti.
Non è una novità per la storia italiana. Una prima stagione di governi di unità nazionale, nel cuore del cinquantennio della Prima Repubblica, tra il 1976 e il 1979, con il monocolore democristiano presieduto da Giulio Andreotti, sostenuto anche dal Pci di Enrico Berlinguer, coincise con il picco della violenza politica: non solo il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro, ma anche gli scontri in piazza, il terrorismo rosso e nero. La caccia ai giornalisti, dalla gambizzazione nel 1977 di Indro Montanelli a Milano, del vice-direttore del Secolo XIX Vittorio Bruno a Genova e a Roma del primo direttore della storia del Tg1 Emilio Rossi, un cattolico che andava in redazione in autobus, era appena sceso e stava leggendo “Massa e potere” di Pietro Ingrao quando Adriana Faranda gli sparò fracassandogli le due gambe per il resto della vita, mi è capitato tante volte di incontrarlo in seguito, ancora sull’autobus, saliva a fatica con il bastone, quasi si scusava di creare disturbo agli altri passeggeri. Fino ad arrivare all’omicidio a Torino del vice-direttore della Stampa Carlo Casalegno, e di Walter Tobagi, inviato del Corriere della Sera, ucciso nel 1980 sotto la sua abitazione a Milano da un gruppo di borghesi che giocavano con la rivoluzione. Faccio questo elenco solo per dire cosa dovrebbe smuovere nella memoria profonda del Paese la notizia di un gruppo che incita a pedinare i giornalisti e andarli a cercare sotto casa pubblicando i loro indirizzi.
In quella stagione i partiti erano ancora radicati, combatterono una battaglia per fare da diga alla violenza, pagando un prezzo di sangue (l’operaio iscritto al Pci Guido Rossa, sulla sua storia è in uscita la biografia di Sergio Luzzatto “Giù in mezzo agli uomini” per i nuovi Struzzi di Einaudi curati da Ernesto Franco) e elettorale: il Pci perse un milione e mezzo di voti. E reggeva il dibattito sui giornali, tra gli intellettuali, sui luoghi di lavoro, nelle università, in mezzo al popolo.
La seconda stagione di unità nazionale, il governo di Mario Monti nel 2011-2012, appoggiato da tutti i partiti ma senza ministri politici come sono invece oggi quelli presenti nel governo Draghi (forse perché in quel caso c’era da tagliare risorse e in questo da distribuire), scatenò una reazione democratica. La nascita di un partito, il Movimento 5 Stelle, che all’inizio del governo tecnico aveva zero consensi e che alle elezioni del 2013 conquistò otto milioni di voti, diventando il partito più votato d’Italia e la presenza stabile nella politica italiana che è oggi. I partiti si erano indeboliti e vennero giù nei consensi, il dibattito civile era stato sostituito dalla rete e dai talk televisivi, la personalizzazione della politica era al punto più alto, dopo venti anni di berlusconismo. Il vuoto avanzava, si immaginava che fosse colmato dai leader e dall’anti-politica, che invece era destinata ad allargare il vuoto.
Oggi la nuova unità nazionale consegna un panorama polarizzato. Da una parte Draghi, il suo governo, la sua leadership, l’esercizio del potere, la prospettiva di inserire l’Italia nel riassetto internazionale che sta accompagnando lo scossone mondiale dell’Afghanistan, venti anni dopo l’attentato dell’11 settembre. Dall’altra, una platea di esclusi, di non rappresentati, infiammati poi dai professionisti della piazza, il solito pugno di «vecchi generali e giovani neo-fascisti», come li definiva Pier Paolo Pasolini già nel 1974. In mezzo, il vuoto.
Non è il nulla, naturalmente, il sincero impegno che tanti candidati e candidate stanno mettendo nei comuni che vanno al voto tra un mese, il 3 ottobre. O chi affolla le feste dell’Unità, i festival di politica come quello di Mestre che riprende la settimana prossima, dedicato alle donne, gli appuntamenti culturali su e giù per la penisola. Non sono il nulla gli amministratori, i sindacalisti, i preti, gli insegnanti, l’associazionismo e il volontariato di chi accoglie anche in queste ore i profughi afghani. Sono coloro che fanno da manutenzione alla società italiana, insieme agli imprenditori che non fuggono dalla responsabilità, che colgono questa stagione come un’occasione di crescita e non di depredamento.
Ma la società italiana riparte dopo un’estate segnata da assessore pistoleri e candidati sindaci che girano armati in ospedale, si ritrova ancora anestetizzata, addormentata, come dopo una lunga operazione, quando il corpo fatica a rimettersi in piedi. Anche il dibattito politico è schiacciato tra due polarità: l’inevitabilità delle soluzioni offerte dal governo Draghi, lo stato di necessità che costringe tutti a non superare il limite, a rischiare di sbagliare per eccesso di difetto, come suggeriva Marco Follini una settimana fa sull’Espresso, e la violenza di chi si sente fuori dal circuito degli inclusi e prova a rompere l’assedio della maggioranza, oggi sui vaccini e sul green pass, domani chissà.
Spezzare una dialettica schiacciata su Draghi e i No Vax signfica riprendere iniziativa, identità, progetto e, perché no, fantasia, immaginazione, la sfera della politica che è libertà. In vista delle prossime scadenze nel calendario istituzionale: le elezioni amministrative, la scelta del nuovo Capo dello Stato. E in vista di un conflitto sociale che riprenderà, che ha bisogno di rigore, di serietà, di rappresentanza vera e non delle pessime caricature di questi giorni. Per uscire dalla bolla di sfiducia e di furore verso quanto sembra arrivare dall’alto, che riassume la bassa qualità del nostro dibattito pubblico. E uscire dall’anestesia, che può far comodo nell’immediato governo dell’emergenza ma che nel profondo abbandona nel sonno la democrazia.
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vwhi · 4 years
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tarditardi · 3 years
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Francois Fashion Festival: la location sarà lo splendido Grand Hotel Vanvitelli, a Caserta
Francois Fashion Festival, importante evento moda di tre giorni organizzato da Francois Franzese, talent manager, scrittore e agente attivo da anni nel settore fashion, ha ormai preso forma. Il festival prende vita dal 16 al 18 luglio 2021 in una location campana d'eccellenza, ovvero Grand Hotel Vanvitelli, situato su Viale Carlo III (San Marco Evangelista), il famoso e scenografico viale che termina proprio alle porte della Reggia di Caserta.
Con le sue aperture inattese e i suoi spazi ariosi, le sue 250 camere ed il suo grande parco-piscina, Grand Hotel Vanvitelli è una dimora regale ed è quindi perfetto per ospitare una manifestazione d'eccellenza come Francois Fashion Festival.
Venerdi 16 luglio 2021 nella Sala Congressi dell'hotel prende vita la conferenza stampa di presentazione di Francois Fashion Festival, alla presenza di inviati di giornali, tv, radio e web.  A seguire, ecco l'atteso red carpet: dapprima sul tappeto rosso ci sono stilisti, modelle, ospiti e staff. L'apice arriva poi nel momento conclusivo, con le tre attese primedonne. Già annunciate sono la campionessa croata di volley, Lorena Sipic e la special guest Valentina Corvino, giovanissima top model gestita dall'importante agenzia Major Milano.  Il nome della madrina della manifestazione è invece ancora tenuto top secret dal patron della manifestazione Francois Franzese. Si parla di una nota showgirl ed attrice, una presenza costante su riviste di gossip.
Sabato 17 luglio Francois Fashion Festival invece presenta una giornata incentrata sugli shooting alle modelle. Con lo sfondo magico della Reggia di Caserta, poseranno con gli abiti e/o gli accessori di ciascuno stilista. La giornata si concluderà al Grand Hotel Vanvitelli con una cena a cui parteciperanno anche tutti gli ospiti del Festival.
Domenica 18 luglio la giornata inizia con le prove della sfilata finale. Gli hair stylist ed ai make up artist prepareranno le modelle selezionate per la manifestazione. Il grande evento finale prende invece vita in serata. Sarà il momento perfetto per ammirare con attenzione gli abiti dei diversi brand presenti.
Il presidente, nonché ideatore della manifestazione, Francois Franzese sarà affiancato dal direttore artistico Daniele Salvadore e dalla direttrice backstage e casting Marta Losapio. Entrambi sono figure chiave della manifestazione, la cui professionalità fa crescere al massimo il livello delle proposte di Francois Fashion Festival.
Cospicua ed altamente professionale sarà anche la squadra di fotografi e videomaker presenti al Francois Fashion Festival. Tra loro va citato l'immancabile professionista che da sempre collabora con Francois Eventi, Mimmo Tonziello. Alla regia dell'evento, infine, ci sarà l'attore e regista Riccardo Avitabile.
https://www.instagram.com/francois_eventi/
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Se potessi rivivere la mia vita, nella prossima correrei più rischi, farei più viaggi, guarderei più tramonti 🎥🎬🎵
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corallorosso · 5 years
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Inno di Mameli 'cafonal' tra le cubiste: per Salvini questo è l'onore Una cafonaggine mai vista, nemmeno ai tempi d'oro dei festini di Berlusconi: Salvini a torso nudo, bicchiere di plastica con cocktail in mano, cuffie in testa alla consolle del Papeete Beach, lo stabilimento balneare di Milano Marittima dove il vicepremier sta trascorrendo le vacanze insieme alla famiglie e a molti parlamentari leghisti. Come se non bastasse, dalle casse comincia a diffondersi l'inno di Mameli, ballato da cubiste e cantato da molti giovani che ballavano in costume. Una scena grottesca, ma che dà la cifra dell'Italia ai tempi dell'"onore", sbandierato su twitter e sui vari social ed espresso con volgarità estrema: urla sguaiate e culi di fuori. In molti, tra l'altro, auspicano di vedere al più presto il ministro al Viminale, alle prese con i problemi di tutti gli italiani. Salvini è infatti reduce da una settimana di polemiche in riva al mare, dall'imbarazzo per il filmato del figlio sulla moto d'acqua della polizia agli insulti al videomaker che ha girato proprio quel filmato. Lo spettacolino grottesco di Salvini in consolle che fa partire l'Inno di Mameli circondato da cubiste e ragazzi a torso nudo e cocktail in mano non è piaciuto al colonnello Gianfranco Paglia, Medaglia d'oro al valor militare, ferito nel 1993 durante una missione in Somalia: "Non entro nel merito del comportamento dei singoli politici, perché ognuno interpreta la politica come meglio crede - sottolinea il tenente colonnello Paglia - Ho sempre rispettato tutto e tutti, anche chi mi ha sparato il 2 luglio 1993. Posso dire cosa avrei fatto io. Non avrei permesso mai una cosa del genere. Da cittadino, da ex parlamentare e da uomo che si onora di indossare l'Uniforme, credo nei valori e nelle parole scritte nell'Inno che non è la classifica strofa che si canta prima dell'inizio di una partita di calcio". "Quel testo è pieno di simboli che ci rappresenta così come ci rappresenta il Tricolore - continua Paglia - Credo che la politica sia un po' lontana da certe realtà ed è, ultimamente, lontana da certi valori in cui una parte degli Italiani ancora si identifica. Ripeto il mio è un semplice richiamo alla sobrietà e all'avvicinarsi ad un mondo, quello militare, in modo diverso". "Quando si giura fedeltà alle Istituzioni o si canta 'siam pronti alla morte' non è semplice esibizione, ma qualcosa di più profondo - conclude Paglia - Ed è questo il motivo per cui certe scene disturbano e dico che non l'avrei permesso perché a differenza di alcuni, quel mondo lo conosco da sempre". globalist
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