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Vi ricordate quest’uomo?
Quello a destra.
Massimo Casanova, leghista da spiaggia, più salviniano di Salvini e, tra le altre cose, proprietario del Papeete Beach, quello con le cubiste, i Mojito e l’ex ministro dell’Interno (quello a sinistra) che stuprava l’inno nazionale.
Ha passato anni a fare letteralmente milioni di euro sfruttando il suolo pubblico (ovvero di tutti noi) con 800 euro al mese di concessione (tra l’altro scaduta).
E oggi che ha subito dei danni a causa di una tempesta che ha colpito l’Emilia-Romagna (ci dispiace) Casanova cosa fa?
La vittima. Il martire. Il perseguitato.
E, con una faccia da bronzo rarissima, si scaglia schiumante bile contro chi ha osato criticare i balneari.
“Qui è tutto devastato. Dove sono ora quelli che rompono per il caro lettini? Eh?”
“Caro” Casanova, la rassicuro subito, siamo qui, dove siamo sempre stati e dove saremo sempre, dalla parte della giustizia, delle leggi e dei cittadini, che hanno diritto di andare al mare pagando il giusto e con i servizi che gli spettano.
Non è una concessione, a differenza della vostra.
È un DIRITTO.
Mentre i danni da maltempo si chiamano rischio di impresa. L’unico che avete. In un mare di - ingiusti e medievali - privilegi.
Prima di fare la vittima e ululare alla luna, si informi. Paghi quello che deve per un suolo pubblico e vada a gara.
Capisco che sia abituato a un governo sdraiato e a un ministro che balla in mutande, ma in un Paese civile funziona così.
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Ci hanno sempre rotto i coglioni quando dicevamo che la religione è l'oppio dei popoli, poi ooopsss si stracciano le vesti perché i loro rappresentanti sono più clericali di loro!
Eccoce: il Partito Riformato (calvinista), che in Olanda ha (per ora) tre seggi in Parlamento, esclude la partecipazione politica delle donne perché sarebbe contraria al ruolo a queste assegnato dalla Bibbia. Uno pensa che ste cose solo nel Wyoming...
- Gennaro Carotenuto
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Può piacere o meno, stare più o meno antipatico, ma quello che ha detto Massimo D’Alema su Israele, Gaza, Netanyahu e l’ipocrisia del governo Meloni è una delle analisi più lucide e accurate siano state pronunciate sino ad oggi da un politico in Italia.
“I palestinesi vengono cacciati dalle loro case e i coloni sono armati per legge, vanno in giro con le armi. Questa è la vita quotidiana dei palestinesi prima del 7 ottobre.
Ha preso campo in Israele una destra estremista, fanatica, che ha trovato nella tragedia del 7 ottobre l’occasione per una resa dei conti finale. L’obiettivo è chiaramente un obiettivo di tipo terroristico, cioè non combattere Hamas, ma spingere i palestinesi ad andarsene.
Hanno ucciso ad oggi 271 giornalisti nella Striscia, preferibilmente insieme alle loro famiglie: ammazzo te ma anche i tuoi bambini. Vorrei rassicurare tutti che gli israeliani non fanno questo per errore. Hanno delle tecnologie molto avanzate attraverso le quali individuano le persone che vogliono uccidere. Quando viene sterminata una famiglia non è per errore, ma è perché si vuole sterminare una famiglia.
Noi non ci rendiamo conto di quale accumulo di odio e di rancore contro l’Occidente si stia determinando, non solo tra i palestinesi, ma nel mondo arabo in generale. Fra un anno, due anni, tre anni metteranno le bombe nei treni.
Volete un’analisi? Ve la faccio ora. Sono le immagini di quello che accade a Gaza che segnano una generazione nel segno dell’odio. E questo odio lo pagheremo noi se non ci muoviamo al di là dei principi per tutelare la nostra sicurezza e il nostro futuro.
Noi abbiamo un accordo con Israele sulla base del quale i prodotti israeliani vengono liberamente venduti nel nostro Paese. Questo accordo reca all’articolo 2 la condizione del rispetto dei diritti umani. Di tutto può essere sospettato Netanyahu, meno che di essere uno che rispetta i diritti umani.
Putin è un assassino, e io sono d’accordo, ma è la stessa Corte che ha emesso il mandato di cattura verso Netanyahu. E allora non capisco: noi europei pretendiamo di predicare i diritti umani e il diritto internazionale, ma se non siamo coerenti con noi stessi nessuno ci prenderà più in considerazione”.
Non c’è una virgola che non sia assolutamente condivisibile e drammaticamente vera.
Qualcuno doveva pur dirlo.
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Anche l’ultima frontiera è stata superata.
Era solo questione di tempo prima che fosse messa lì nero su bianco.
Lo ha fatto Walker Meghnagi, Presidente della Comunità ebraica di Milano. Che, in un’intervista surreale a “La Stampa”, ha pronunciato una frase di una gravità e un’ignoranza storica spaventosa.
“Per fortuna c’è la Presidente del Consiglio Meloni e il resto della destra che ci difende. Altrimenti torneremmo al ‘38.
Se al governo ci fossero Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni, a noi ebrei sparerebbero in strada".
Siamo arrivati al punto che uno dei massimi rappresentanti della comunità ebraica in Italia inneggia pubblicamente a una destra erede in linea diretta e mai pentita di chi proprio nel ‘38 firmò e promosse il Manifesto della Razza.
Eredi mai pentiti di quelli che deportaronogli ebrei su treni piombati nei campi di sterminio per conto dei nazisti.
Eredi mai pentiti di chi nel ‘38 era alleato con Hitler.
Gente che ancora oggi tiene orgogliosamente i busti di Mussolini in casa, non celebra il 25 aprile ed è incapace di dichiararsi nel 2025 antifascista.
E, se fossi in uno dei quattro leader vergognosamente accusati di antisemitismo, denuncerei immediatamente quest’uomo per gravissima diffamazione.
Per tutelare sé stessi da un’accusa volgare e infamante.
Ma anche - e con ancora più forza - per difendere la sinistra da qualunque accostamento al 1938 e a totalitarismi che sono storicamente, politicamente e culturalmente di DESTRA ESTREMA. E sempre lo saranno.
E i primi a doverne chiederne le dimissioni immediate sono proprio i membri della comunità che questo individuo rappresenta.
Altrimenti non è più il delirio di un singolo ma un’allucinazione collettiva.
Un passo in avanti verso la riscrittura finale della Storia.
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Fulvio Abbate FB
La lettera di Albert Einstein e Hannah Arendt sulla deriva violenta di Israele.
Il 2 dicembre 1948, ventotto intellettuali ebrei, tra i quali Albert Einstein ed Hannah Arendt, inviarono una lettera alla redazione del New York Times per denunciare la deriva violenta e imperialista imposta dal futuro primo ministro Menachem Begin alla natura dello Stato israeliano, fondato nel maggio dello stesso anno.
Agli editori del New York Times
Fra i fenomeni più preoccupanti dei nostri tempi emerge quello relativo alla fondazione, nel nuovo stato di Israele, del Partito della Libertà (Tnuat Haherut), un partito politico che nell’organizzazione, nei metodi, nella filosofia politica e nell’azione sociale appare strettamente affine ai partiti nazista e fascista. È stato fondato fuori dall’assemblea e come evoluzione del precedente Irgun Zvai Leumi, un’organizzazione terroristica, sciovinista, di destra della Palestina.
L’odierna visita di Menachem Begin, capo del partito, negli Stati Uniti è stata fatta con il calcolo di dare l’impressione che l’America sostenga il partito nelle prossime elezioni israeliane, e per cementare i legami politici con elementi sionisti conservatori americani. Parecchi americani con una reputazione nazionale hanno inviato il loro saluto. È inconcepibile che coloro che si oppongono al fascismo nel mondo, a meno che non siano opportunamente informati sulle azioni effettuate e sui progetti del Sig. Begin, possano aver aggiunto il proprio nome per sostenere il movimento da lui rappresentato.
Prima che si arrechi un danno irreparabile attraverso contributi finanziari, manifestazioni pubbliche a favore di Begin, e alla creazione di una immagine di sostegno americano ad elementi fascisti in Israele, il pubblico americano deve essere informato delle azioni e degli obiettivi del sig. Begin e del suo movimento.
Le confessioni pubbliche del sig. Begin non sono utili per capire il suo vero carattere. Oggi parla di libertà, democrazia e antimperialismo, mentre fino ad ora ha apertamente predicato la dottrina dello stato fascista. È nelle sue azioni che il partito terrorista tradisce il suo reale carattere, dalle sue azioni passate noi possiamo giudicare ciò che farà nel futuro.
Attacco a un villaggio arabo
Un esempio scioccante è stato il loro comportamento nel villaggio arabo di Deir Yassin. Questo villaggio, fuori dalle strade di comunicazione e circondato da terre appartenenti agli ebrei, non aveva preso parte alla guerra, anzi aveva allontanato bande di arabi che lo volevano utilizzare come una loro base. Il 9 aprile, bande di terroristi attaccarono questo pacifico villaggio, che non era un obiettivo militare, uccidendo la maggior parte dei suoi abitanti (240 tra uomini, donne e bambini) e trasportando alcuni di loro come trofei vivi in una parata per le strade di Gerusalemme. La maggior parte della comunità ebraica rimase terrificata dal gesto e l’Agenzia Ebraica mandò le proprie scuse al re Abdullah della Transgiordania. Ma i terroristi, invece di vergognarsi del loro atto, si vantarono del massacro, lo pubblicizzarono e invitarono tutti i corrispondenti stranieri presenti nel paese a vedere i mucchi di cadaveri e la totale devastazione a Deir Yassin.
L’accaduto di Deir Yassin esemplifica il carattere e le azioni del Partito della Libertà.
All’interno della comunità ebraica hanno predicato un misto di ultranazionalismo, misticismo religioso e superiorità razziale. Come altri partiti fascisti sono stati impiegati per interrompere gli scioperi e per la distruzione delle unioni sindacali libere. Al loro posto hanno proposto unioni corporative sul modello fascista italiano. Durante gli ultimi anni di sporadica violenza antibritannica, i gruppi IZL e Stern inaugurarono un regno di terrore sulla comunità ebraica della Palestina. Gli insegnanti che parlavano male di loro venivano aggrediti, gli adulti che non permettavano ai figli di incontrarsi con loro venivano colpiti in vario modo. Con metodi da gangster, pestaggi, distruzione di vetrine, furti su larga scala, i terroristi hanno intimorito la popolazione e riscosso un pesante tributo. La gente del Partito della Libertà non ha avuto nessun ruolo nelle conquiste costruttive ottenute in Palestina. Non hanno reclamato la terra, non hanno costruito insediamenti ma solo diminuito le attività di difesa degli ebrei. I loro sforzi verso l’immigrazione erano tanto pubblicizzati quanto di poco peso e impegnati principalmente nel trasporto dei loro compatrioti fascisti.
Le discrepanze
La discrepanza tra le sfacciate affermazioni fatte ora da Begin e il suo partito, e il loro curriculum di azioni svolte nel passato in Palestina non portano il segno di alcun partito politico ordinario. Ciò è, senza ombra di dubbio, il marchio di un partito fascista per il quale il terrorismo (contro gli ebrei, gli arabi e gli inglesi) e le false dichiarazioni sono i mezzi e uno “stato leader” è l’obbiettivo.
Alla luce delle soprascritte considerazioni, è imperativo che la verità su Begin e il suo movimento sia resa nota a questo paese. È ancora più tragico che i più alti comandi del sionismo americano si siano rifiutati di condurre una campagna contro le attività di Begin, o addirittura di svelare ai suoi membri i pericoli che deriveranno a Israele sostenendo Begin. I sottoscritti infine usano questi mezzi per presentare pubblicamente alcuni fatti salienti che riguardano Begin e il suo partito, e per sollecitare tutti gli sforzi possibili per non sostenere quest’ultima manifestazione di fascismo.
Firmato:
Isidore Abramowitz, Hannah Arendt, Abraham Brick, rabbi Jessurun Cardozo, Albert Einstein, Herman Eisen, M.D., Hayim Fineman, M. Gallen, M.D., H.H. Harris, Zelig S. Harris, Sidney Hook, Fred Karush, Bruria Kaufman, Irma L. Lindheim, Nachman Maisel, Seymour Melman, Myer D. Mendelson, M.D., Harry M. Oslinsky, Samuel Pitlick, Fritz Rohrlich, Louis P. Rocker, Ruth Sagis, Itzhak Sankowsky, I.J. Shoenberg, Samuel Shuman, M. Singer, Irma Wolfe, Stefan Wolfe
New York, 2 dicembre 1948
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Asfaltato. Letteralmente. Non ci sono altri aggettivi. A Vannacci che ne aveva esaltato la vittoria per la sua "italianità" poiché "non è nera, non è arrivata col barcone, non è islamica, non fugge dalle famigerate guerre, non è diversamente eterosessuale, non porta il velo e non sfila in burkini", ha risposto direttamente lei.
"Cosa rispondo a Vannacci? Che Kelly Doualla si merita più attenzione di me perché fa i 100 metri, la gara regina delle Olimpiadi. Non c’entra il colore della pelle. E poi 'la Kelly' ha quindici anni, è così piccola". Lui esalta lei ma lei, che non ha certo bisogno di essere esaltata da un razzista fanatico, celebra e riconosce i meriti della compagna di squadra più "piccina".
Questa è solidarietà caro ex generale. Questo dice l'articolo 3 della nostra bella e amata Costituzione. L'unica X che dobbiamo fare e su di te e il razzismo che le tue idee rappresentano. Ed oggi una bella croce su di te c'è l'ha messa proprio Erika Saraceni in persona. Straordinaria!!!
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Quello che è accaduto è inaudito.
Durante una diretta del Tg3, Lucia Goracci è stata minacciata da un colono israeliano nella Cisgiordania occupata.
L’ha bloccata con il suo fuoristrada, ha cercato di impedirle di parlare e armato di pistola le ha lanciato accuse deliranti.
“Ci ha fotografati, ha verificato chi fossimo e ha cominciato a dirmi: ‘Tu sei appena stata nel villaggio palestinese’. Ivo e io attendevamo la linea. (…) Continuava a ripetermi il nome del villaggio, Umm al Khair, e a dirmi: ‘Liar, friend of Filastin’. Ovvero: bugiardi, amici dei palestinesi”.
Una minaccia in piena regola, in diretta, contro chi osa ancora raccontare quello che succede dove giorno dopo giorno, villaggio dopo villaggio, la Cisgiordania viene inghiottita da un’occupazione violenta e sempre più impunita.
Goracci e il suo operatore Ivo Bonato stavano facendo semplicemente il loro lavoro: documentare.
Eppure per questo sono stati ostacolati, intimiditi, presi di mira.
A Lucia Goracci e a tutta la sua squadra va il nostro sostegno più profondo. Perché continuare a raccontare la verità, oggi, è un gesto di coraggio civile e un servizio essenziale per chi vuole ancora capire da che parte stare.
Abolizione del suffragio universale
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Avevano giurato che non avrebbero mai chiesto soldi all’Europa. L’Europa “strozzina”, l’Europa del Mes, l’Europa dei “cappi al collo” e via di becera propaganda, per anni.
Bene.
Nella notte, col favore delle tenebre - come piace tanto dire a lei - la Presidente del Consiglio Meloni ha chiesto ufficialmente all’Unione europea un prestito Safe da 14 miliardi di euro in 5 anni per poter pagare il riarmo e l’aumento del 5% delle spese militari, per soddisfare il padroncino americano.
Lo ha rivelato “Repubblica”.
E menomale che, a sentire Meloni, “non un euro sarà tolto dal welfare per il riarmo”, come aveva giurato agli italiani.
Poi, però, oltre gli slogan, esiste la realtà.
E quei 14 miliardi non sono un regalo, andranno restituiti con gli interessi (anche se a tasso agevolato). Coi soldi degli italiani.
Questa è la differenza tra urlare dal banco del pesce dell’opposizione e governare davvero.
Ben svegliata a Giorgia Meloni. E a tutti quelli che hanno trasformato quelle urla in voti.
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Pochi minuti fa, con parole durissime, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato, senza più giri di parole, di Gaza.
E mettendo in fila, uno dopo l’altro, i crimini contro la popolazione palestinese, ha accusato Israele di uccidere deliberatamente i civili e di farlo nascondendosi dietro la scusa degli “errori”.
Parole che andrebbero scolpite:
“L’incredibile bombardamento della Parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza è stato definito un errore. Da tanti secoli, da Seneca a Sant’Agostino, ci viene ricordato che ‘errare humanum est, perseverare autem diabolicum’.
Si è parlato di errori anche nell’avere sparato su ambulanze e ucciso medici e infermieri che recavano soccorso a feriti, nell’aver preso a bersaglio e ucciso bambini assetati in fila per avere acqua, per l’uccisione di tante persone affamate in fila per ottenere cibo, per la distruzione di ospedali uccidendo anche bambini ricoverati per denutrizione.
È difficile, in una catena simile, vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente”.
Ora la domanda è una sola: davanti a tutto questo, quanto ancora può tacere il governo italiano?
Quanto ancora può evitare di fare qualcosa contro la strage in corso?
Perché se Mattarella trova il coraggio di parlare fino in fondo, la Presidente del Consiglio non ha più scuse. Se non una: la complicità.
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Sole, mare e vento molto belli, sì, ma le donne salentine sono tanto ammalianti quanto la natura che le circonda?
C'è qualche salentina che mi faccia gustare la patata?
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