'D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.' Italo Calvino
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Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale propria nell'atto di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel Partito l'unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all'occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo. Sopratutto, saper applicare il medesimo procedimento al procedimento stesso. Era questa, la sottigliezza estrema: essere pienamente consapevoli nell'indurre l'inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che avevate appena posto in atto. Anche la sola comprensione della parola "bipensiero" ne implicava l'utilizzazione. [...] "Ti rendi conto che il passato, compreso quello più recente, è stato abolito?" [...] "Tutti i documenti sono stati distrutti o falsificati, tutti i libri riscritti, tutti i quadri dipinti da capo, tutte le statue, le strade e gli edifici cambiati di nome, tutte le date alterate, e questo processo è ancora in corso, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. La storia si è fermata. Non esiste altro che un eterno presente nel quale il Partito ha sempre ragione." [...] Se vuoi un'immagine del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano — per sempre.
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KASTA VIVA di Rita Pennarola
Un abisso separa la facoltosa, pletorica squadra di Enrico Letta (ben 21 ministri, piu' l'esercito del sottobosco governativo) dai milioni di italiani che ogni giorno faticano a sopravvivere. Da coloro che hanno perso il lavoro ai pensionati alla canna del gas, dalle famiglie sfrattate che vivono in auto a quelle che tagliano medicine e alimentazione per andare avanti, si delinea il quadro di un Paese reale sul quale si staglia l'olimpo del ceto eletto, ministri prelevati da esclusivi organismi internazionali, altrettante lobby di potere dove le nuove leve vengono allevate per occupare i posti chiave dei governi. Una sorta di “para-massoneria”- come la definisce in un libro choc di prossima uscita il massone ribelle Gioele Magaldi - al servizio dei manovratori universali. Qui partiamo dai ministri piu' facoltosi della nuova kasta, milione per milione. Senza alcun pudore di fronte alla miseria in cui versa il Paese, Enrico Letta e Giorgio Napolitano hanno varato l'esecutivo dei ricchi, prevalentemente composto da rappresentanti della casta con doppi, tripli e quadrupli emolumenti (quasi sempre di provenienza statale), che permettono di accumulare ogni fine mese somme da capogiro. E che percio' ben difficilmente consentiranno loro di raccogliere il grido di cittadini, famiglie e imprese ridotti alla disperazione. Benvenuti nel Governo dei Paperoni.
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#napolitano#letta#massoneria#paramassoneria#lobby#Gioele Magaldi#Bankster#Bankitalia#Draghi#monti#Bilderberg#Trilateral
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È vero che talvolta occorre cambiare qualche legge. Ma il caso è raro; e quando avviene, bisogna ritoccarle con mano tremante: con tanta solennità e con tante precauzioni che il popolo debba concluderne che le leggi sono veramente sante; e soprattutto con tanta chiarezza che nessuno possa dire di non averle capite.
Montesquieu
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L'ammucchiata storica alla fine si è messa in atto grazie a quei poteri sovranazionali che vogliono l'italietta dei mediocri, dei pavidi e degli inciuci napolitani. Sarà sicuramente un'altra esperienza senza eguali. Un governo nato alla luce di un abbagliante starcorario ed un abbagliato bettoliano, per non parlare del bispresidente della reprivata di tutti i minimi requisiti di civiltà. Beel lavoro inciuciani di questa cleptocrazia.
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CHI E’ NAPOLITANO Viviana Vivarelli Napolitano ha firmato per sette anni tutto quello che Pd e Pdl hanno voluto, anche leggi incostituzionali o che ledono i diritti di un Paese democratico. Una sola volta in 7 anni ha rimandato una legge alle Camere E’ l’uomo perfetto che non dà noia alla Casta. Del resto lo dichiarò lui stesso che rimandare una legge alle Camere era inutile tanto avrebbero potuto rivotarla di nuovo. Così ha ignorato il suo alto compito di garante della democrazia e di tutore della Costituzione. Una sola volta ha rinviato nel 2010 una legge mostruosa sul lavoro su “conciliazione e arbitrato nelle controversie individuali” e “la responsabilità per le infezioni da amianto” Napolitano è quello che ha firmato tutte le leggi ad personam di Berlusconi, anche quelle bocciate poi dalla Consulta perché anticostituzionali, come il Lodo Alfano che sospendeva i processi delle maggiori cariche dello Stato finché in carica, ed è chiaro dunque perché Napolitano piaccia a Berlusconi. Persino Ciampi lo criticò dicendo: “Il capo dello Stato, tra i suoi poteri, ha quello della promulgazione. Ma, se una legge non va, non deve firmarla. E non può usare come giustificazione dire che, se il Parlamento riapprova la legge respinta, il Presidente è poi costretto a firmarla. Il suo dovere è di non promulgarla in prima lettura”. Ma Napolitano ha sempre firmato con la massima fretta qualunque porcheria, senza nemmeno aspettare il mese concessogli dalla Costituzione, e dimostrandosi perfettamente omologato alla Casta. Anche per il legittimo impedimento nel 2010, presentato da Berlusconi per rendersi impunibile, Napolitano firmò e poi arrivò la bocciatura della Consulta per incostituzionalità. Firmò anche la legge sullo scudo fiscale, criticato da Di Pietro, mentre il Pd prendeva le difese di Napolitano. Va ricordato, comunque, che prese duramente posizione contro altre norme, come quella sulle intercettazioni o sul secondo Lodo Alfano e si mise contro sul caso Englaro, quando si oppose ad un provvedimento considerato incostituzionale. In 7 anni Napolitano non ha mai inviato un solo messaggio alle Camere. Ha usato la grazia in modi molto dubbi: per il medico Piscitelli che aveva ucciso il figlio autistico, per Ovidio Bompressi, l’assassino di Calabresi, per Sallusti condannato per diffamazione, e, recentemente, per il colonnello americano Joseph Romano, condannato per il rapimento di Abu Omar. Ha bloccato l’iter processuale di Bruno Contrada. In sette anni ha nominato un solo senatore a vita: Mario Monti, per dar via a un governo delle banche scippando il popolo italiano delle legittime elezioni. -Dobbiamo a Napolitano il famigerato governo dei tecnici bocconiani (governo perverso dei magnati, della casta e delle banche), che ha rovinato totalmente il nostro Paese, governando senza equità né democrazia secondo criteri ultraliberisti. -E’ stato lui che ha permesso in Costituzione la tagliola del pareggio del bilancio e sugli enti locali quello del patto di stabilità, senza che si facesse nessuna delle riforme che l’Europa aveva chiesto per lo sviluppo di questo Paese. -E’ stato lui che ha firmato e garantito tutti gli atti dissennati di Monti e della sua compagine governativa, più scellerata di lui. -E’ stato Napolitano che, pur essendo il garante della legge e il capo della magistratura, non ha aperto bocca quando il Ministro Clini ha calpestato una sentenza contro i padroni dell’Ilva o Marchionne ha negato i diritti del lavoro. -E’ stato sempre lui che ha costretto alle dimissioni De Magistris, dopo l’inchiesta sui 20 miliardi di fondi europei rubati dai partiti in Calabria, -e che si è scontrato con la procura di Palermo perché non si svelasse l’infame patto tra Stato e mafia, costringendo il pm Ingroia ad andarsene dalla procura di Palermo, dopo che erano emerse telefonate scottanti con Mancino che chiedeva protezione a Napolitano per sospetti di collusioni mafiose. -e sempre lui ha preteso la distruzione delle telefonate intercettate, imponendo che le telefonate del Capo dello Stato non vengano mai esaminate. A seguito di questi vergognosi fatti, Ingroia decise di andarsene dall’Italia e il consigliere di Napolitano ebbe un infarto. -Infine la caduta di Monti avviene per dimissioni e non con voto di sfiducia. E, malgrado ciò e malgrado il basso consenso elettorale riscosso da Monti, Napolitano ha compiuto tutti i suoi atti successivi consultandolo e ignorando il 2° partito del parlamento: il M5S, contro cui ha sempre un manifestato un odio assoluto, mentre si è inventato i 10 saggi (sempre senza il M5S) come espediente per arrivare alla nomina presidenziale, senza riforma elettorale né nuove elezioni. Difficile parlare bene di un uomo così.
IL RANTOLO DELLA PARTITOCRAZIA
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C'è un’unica e sicura dirimente oggi per capire i significati e le intenzioni degli esponenti politici, sia quando sono ambigui, sia quando appaiono chiari e schierati dalla parte dei cittadini: la loro dipendenza dai cosiddetti “poteri forti”, dall’alta finanza, e dall’Europa che ne è serva. Così, per esempio, può essere apparso onesto e perfino simpatico il “saggio” un po’ cretino Valerio Onida quando ha ammesso di star lì, insieme agli altri “saggi”, per occupare la scena vuota; ma è ridiventato subito quello che è, un succube dell’alta finanza, uno che odia l’Italia e gli italiani, non appena ha indicato come suo prediletto per la Presidenza della Repubblica, Giuliano Amato. Come avrebbe potuto essere diversamente, del resto, visto che era stato scelto dal massimo odiatore degli italiani, Giorgio Napolitano? Sembra quasi incredibile il punto di degrado etico cui giunge una classe politica quando si trasforma, come oggi quella italiana, in un piccolo gruppo di persone chiuse nel bunker della conservazione e difesa di se stesse. Nulla più esiste ai loro occhi salvo questo: la propria sussistenza, il proprio interesse; e per difenderli escogitano mezzi che non hanno nessun riscontro con la realtà, così che tutta la nazione che in apparenza essi continuano a rappresentare, si configura come un paese agli ultimi termini, lebbroso, marcio, putrefatto, consegnato davanti ai propri cittadini e davanti al mondo ai crimini di coloro che lo governano. Questa è, infatti, la legge della natura umana, cui nessun individuo e nessuna società può sfuggire: superato il livello di guardia posto dalla consapevolezza del rapporto con gli altri, con le norme che lo regolano, non sussiste più nessuna “etica” perché la percezione dell’altro serve esclusivamente per usarlo, ucciderlo per il proprio interesse, la propria salvezza. Il quadro offerto in questi giorni dai responsabili dei Partiti, dalle massime cariche dello Stato, dal Governo in carica, è appunto quello dell’assoluta devastazione di ogni pur minima coscienza etica, della rottura di ogni legame con il proprio popolo che, infatti, tace annientato e si suicida (quattro suicidi negli ultimi due giorni indotti dal governo). La pseudo logica che sostiene quanto dicono e fanno i politici è appunto uno dei sintomi più vistosi della patologia mentale che li guida. Si sono aggrappati alla battaglia per i pochi posti di potere rimasti in lizza come lupi affamati agli ultimi brandelli di carne pendenti dalla vittima: non pensano ad altro, non vogliono altro. Se n’è avuta una specie di controprova nell’esaltazione offerta dal partito di Berlusconi all’unico sciacallo che si è sempre vantato della sua natura di sciacallo e che lo fa gongolare di ogni distruzione sociale che provoca. Pannella si è esibito al suo meglio, sparando con la solita violenza che non teme smentite le più grosse menzogne sull’enorme consenso alle sue idee, un consenso che non gli ha dato alle ultime elezioni neanche il minimo dei voti per entrare in Parlamento. Ci si domanda: perché proprio il Pdl vuole servirsi di Pannella e dei Radicali? Ammesso che possano portargli qualche voto, sicuramente gliene faranno perdere molti fra i suoi abituali elettori, non soltanto fra quelli cattolici, ma anche fra quelli che, forniti di buon senso, sanno bene che dietro ai Radicali ci sono sempre stati i “poteri forti”, l’alta finanza mondialista ed europea che se ne serve come strumento ottimale per quella disgregazione delle società e delle nazioni indispensabile al primato dei banchieri. Ma, bisogna ripeterlo: i politici hanno ormai perso qualsiasi sensibilità etica e l’unico Potere in cui vedono la possibilità di sostegno è quello dell’alta finanza che guida tutto e tutti, nel mondo e in Europa. È una guida alla distruzione: i banchieri non sono soltanto privi di etica, ma anche forniti di scarsissima intelligenza. Possiamo sperare soltanto che ci sia data la possibilità di liberarcene con le prossime elezioni.
di Ida Magli, Il bunker patologico del proprio interesse - ItalianiLiberi
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Meno partiti ci sono, e meglio si cammina. Beati i paesi dove non ve ne sono che due: uno del presente, il Governo; l'altro dell'avvenire, l'Opposizione. Un tale stato di cose è segno della robusta salute d'una nazione; è segno che in essa le questioni di vera utilità pubblica soffocano le questioni d'utilità private, di persone, di sètte, ec., ec.
Gl'Italiani hanno voluto far un'Italia nuova, e loro rimanere gl'Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico la loro rovina; [...] pensano a riformare l'Italia, e nessuno s'accorge che per riuscirci bisogna, prima, che si riformino loro.
In ogni genere ed in ogni caso, il governo debole è il peggiore di tutti.
Massimo d'Azeglio
Lezioni dal passato in un presente squallido
#Massimo d'Azeglio#italiani#italia#citazioni#partiti#governo#opposizione#squallore#presente#passato#elezioni
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Una delle differenze fondamentali tra le posizioni estreme della destra e della sinistra è la seguente: nella maggior parte dei casi, la molla delle prime è l'odio, quella delle seconde è la paura. È possibile che in futuro la vera divisione sarà non tra destra e sinistra, ma tra due specie di destra: tra coloro la cui bussola è il disprezzo della gente di sinistra, che odiano i liberali più di quanto amino la libertà, e coloro che amano la libertà più di quanto temano i liberali; tra nazionalisti e patrioti; tra chi crede che il destino [...] sia governare il mondo e chi non ci crede; tra coloro che sono favorevoli allo «sviluppo» e coloro che desiderano proteggere e conservare la terra: tirando le somme, tra chi non mette in questione il Progresso e chi invece lo fa. ... Il «totalitarismo» e il potere apparentemente onnipervasivo degli Stati di polizia hanno oscurato il fatto che quasi ovunque il potere statale è andato indebolendosi. [...] D'altro canto, l'importanza delle grandi imprese (con la loro connessa «globalizzazione») è ingannevole, perché i loro temporanei manager e amministratori non ne sono i veri proprietari. Essi non costituiscono una nuova aristocrazia, il tipo di aristocrazia che inevitabilmente emerge quando gli Stati s'indeboliscono. Nel nostro futuro c'è un nuovo feudalesimo barbarico; ma la sua ora non è ancora giunta.
John Lukacs
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Appena arrivato, ha individuato alcuni colleghi, bollandoli come “caselliani”
www.19luglio1992.com
Il pm Domenico Gozzo: “Altro che Procura unita, Piero ci ha isolati”
di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza – 27 marzo 2013
Palermo. Grasso? “Mi è sembrato molto nervoso, è legittimo che voglia difendere la propria onorabilità e la propria storia professionale: ma da Formigli ha dato la sua versione dei fatti. Che è diversa da quella che io ho vissuto in quegli anni. A cominciare dalla insufficiente circolazione interna delle notizie: diffidava di alcuni di noi, e questo è un fatto abbastanza grave”. Il monologo tv di Piero Grasso non è piaciuto al procuratore aggiunto di Caltanissetta Domenico Gozzo, ex pm a Palermo negli anni in cui il presidente del Senato era capo della Procura.
Dottor Gozzo, lei che conosce bene Grasso, che impressione ha avuto guardandolo in tv? Mi è sembrato molto provato. Il fatto che abbia citato la moglie, poi, mi pare significativo: questa polemica con Travaglio ha scalfito la sua sfera familiare e questo mi dispiace. Voglio dire che le critiche a Grasso, per quanto mi riguarda, non hanno mai riguardato la certezza che anche lui, e le persone a lui vicine, volessero combattere la mafia al meglio.
Le critiche di Travaglio erano già nel libro Intoccabili, scritto nel 2005 con Saverio Lodato. Perché Grasso si indigna solo ora? Perché da quando lui e Ingroia sono in politica, una certa storia giudiziaria ha assunto anche una rilevanza politica. Questa divisione, che bisognava da tempo eliminare, come un cancro ha invaso tutta la vita del Paese. Questa ricerca di chiarezza da parte di Piero, però, non può passare attraverso l’operazione frettolosa di mettere la polvere sotto il tappeto.
Cioè? Lei pensa che Grasso abbia detto bugie? Diciamo che ha dato la sua versione. Una cosa è falsa: che lui abbia tenuto in modo particolare all’unità dell’ufficio. Appena arrivato, ha individuato alcuni colleghi, bollandoli come “caselliani”: tra questi io, Lo Forte, Ingroia, Scarpinato, Natoli. Ci trattava come un blocco monolitico (fatto falso) e non come singole persone. Fin dal suo primo giorno in procura, ha avuto un forte pregiudizio nei confronti di un gruppo che per lui rappresentava un modo di fare le indagini da dimenticare.
In che modo? La circolazione delle notizie in quegli anni non è stata delle migliori. Ed è questa l’accusa che oggi rivolgo a Grasso. La Dda nasce dall’idea del pool, basata sulla circolazione di notizie. Se non conoscono l’integralità delle indagini, i sostituti non hanno la possibilità di lavorare efficacemente. Io e i colleghi cosiddetti “caselliani” abbiamo vissuto sulla nostra pelle questo pregiudizio.
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Capisco benissimo la difficoltà dei senatori 5 stelle i fronte alle nomina di Grasso (96 no contro 12 sì) e con l’eventualità di ritrovarsi Schifani. Io sarei stata con i 96. Pietro Grasso non è un personaggio univoco e presenta molte ambiguità. Da una parte sotto la sua direzione come Procuratore antimafia, in 4 anni, sono stati arrestati 1.779 mafiosi e 13 pericolosi latitanti e la procura palermitana ha dato 380 ergastoli per migliaia di anni di carcere. Dall’altra, sotto di lui si sono arenate tutte le inchieste sugli anni delle stragi 92-93 che vedevano coinvolti Berlusconi e Dell’Utri come collusi con la mafia o addirittura mandanti delle stragi e c’è sempre stato un legame di interessi tra Berlusconi e Grasso, al punto che nel 2005 quando doveva essere nominato procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna, B fece una legge apposta per escludere Vigna e sostituirlo con Grasso (e B non è tipo da fare un regalo simile senza un preciso interesse). Secondo la legge firmata dal Guardasigilli Castelli, gli incarichi direttivi furono preclusi a chi aveva più di 66 anni e che non poteva garantire almeno 4 anni di presenza prima della pensione. Gian Carlo Caselli, nel 2005, aveva appunto 66 anni e la legge fu fatta appositamente contro di lui, per punirlo di tutte le indagini da lui condotte sui rapporti tra mafia e politica, tra cui quella che sboccò nel “processo Andreotti”. Così Berlusconi ordinò al senatore di AN Bobbio di fare un emendamento alla legge di riforma dell’ordinamento giudiziario (la cosiddetta “Riforma Castelli”, perché nell’affare ci entrò ovviamente anche il ministro della Giustizia di allora, il famigerato leghista Roberto Castelli). In base all’amendamento, Gian Carlo Caselli non poté più essere nominato procuratore nazionale antimafia per superamento del limite di età. Si noti che la Corte costituzionale dichiarò illegittimo il provvedimento ma invano. Non basta. Durante la trasmissione ‘la zanzara’, Pietro Grasso dichiarò: “Darei un premio speciale a Silvio B e al suo governo per la lotta alla mafia”.... continua
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Quando avremo in questo modo fatto pratica di virtù insieme, allora, se ci sembrerà utile, ci dedicheremo alle faccende politiche; o qualunque cosa ci parrà opportuna, allora prenderemo decisioni, perché saremo più capaci di prendere decisioni di quanto non lo siamo ora. Infatti è brutto che, nelle condizioni in cui è evidente che noi ora ci troviamo, ci comportiamo con baldanza, convinti di valere qualcosa, noi che non abbiamo mai la medesima opinione sulle medesime questioni, e questo proprio sulle questioni più importanti: a tal punto di ignoranza siamo giunti! E così, allora, prendiamo come guida il ragionamento che ora ci si è rivelato, il quale ci fa vedere che questo è il modo migliore di vivere, vale a dire vivere e morire coltivando la giustizia e ogni altra virtù. Seguiamo, dunque, questo modo di vivere, e invitiamo anche gli altri a seguirlo, e non quello a cui tu, fidandoti di esso, mi inviti, perché, o Callicle, non vale nulla.
Platone
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Man mano che ci si avvicina alla data delle elezioni i rappresentanti dei partiti, che per settimane hanno passeggiato in tutti i talk show senza farne mai cenno se non con riferimenti generici al 'populismo' e all''antipolitica', ma guardandosi bene dal nominarlo, e i giornali legati al sistema, cioè quasi tutti, si accorgono che esiste 'anche' Beppe Grillo. Dopo mesi di un prudente silenzio il Corriere gli ha dedicato, oltre a un editoriale di Pierluigi Battista, contorto e ambiguo come quasi tutto cio' che scrive Battista (o Giuliano Ferrara), due intere pagine all'interno del giornale dove si viene a sapere, fra l'altro, che il Movimento 5 Stelle raccoglie il 30% dei consensi fra i giovani dai 18 ai 23 anni. Anche nei talk show più ossequiosi al Potere, tipo 'Porta a Porta', non ci si puo' più esimere dal parlare di Grillo. Questa improvvisa attenzione dice che i partiti hanno una fifa blu, temono che i loro piani abbiano fatto i conti senza l'oste. E lo coprono di insulti e anche questo è un segno di paura. Da sinistra gli danno del 'fascista' (Luigi Manconi), dal centro dello 'sfascista' (Mario Monti), a destra hanno scoperto che è un pericoloso comunista (Berlusconi:«Abbiamo scoperto che moltissimi dei suoi candidati vengono dai centri sociali e dai No Tav»). Ma le accuse più ricorrenti sono, naturalmente, quelle di 'populismo', di 'antipolitica', di 'dispotismo' all'interno del suo movimento. Che cosa sia il 'populismo' io, lo confesso, non l'ho mai ben capito. Il Palazzi lo definisce «atteggiamento genericamente democratico e socialista, senza solide basi dottrinali». Mi piacerebbe sapere quale partito ha oggi «solide basi dottrinali». Il Pdl del «delinquente naturale» Berlusconi (cosi' lo ha definito la sentenza del Tribunale di Milano sui diritti Mediaset)? Il Pd dove c'è tutto e il suo contrario? Il neopartito dell'ex magistrato Ingroia? Il micropartito Fratelli d'Italia dell'inguardabile La Russa? Battersi contro costoro e affini, e i loro vassalli, valvassini e valvassori, fra cui ci sono i nove decimi del giornalismo italiano, che hanno semidistrutto, economicamente, socialmente e moralmente, il nostro Paese in trent'anni di malefatte di ogni genere, non è 'antipolitica', è, al contrario, fare politica contro 'questa' politica. Infine il 'dispotismo' è necessario a un movimento rivoluzionario allo stato nascente, quale quello di Beppe Grillo è sia pur con modalità pacifiche. I partiti, invece di demonizzarlo, dovrebbero dire grazie a Grillo. Per almeno due motivi. Perchè senza 5 Stelle ci sarebbe un'astensione che sfiora il 70% e risulterebbe evidente che due italiani su tre non credono più alla truffa della democrazia rappresentativa. Ma soprattutto Grillo convoglia nel suo movimento, in qualche modo istituzionalizzandola e innocuizzandola, una rabbia montante che potrebbe esplodere, in qualsiasi momento, nelle forme più violente. Massimo Fini http://www.massimofini.it/articoli/blog partiti, pd, monti, pdl, M5S, paura, elezioni, giornali
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Siamo nel Belpaese di BeB, la Bersani-Berlusconi Band che sta per tornare sui Monti del Potere. Alla faccia degli italiani. Nel Belpaese dove la Verita' va regolarmente affanculo e regna la Bugia. Dove il Cavaliere puo' raccontar la favola.....
... informati Siamo nel Belpaese dei ladri, veri, e delle guardie, finte http://www.lavocedellevoci.it
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#Bimbiminkia http://www.beppegrillo.it/2013/01/bimbiminkia.html #berlusconi #bersani #monti #gggiovane
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Io non sapevo, il solito ritornello dell'amministrore-martire
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Il gregge di italiani che non legge un libro, se va bene legge un giornale, sempre lo stesso, ovviamente si disinforma con la televisione, potrà mai capire quello che succede e reagire di conseguenza? Io penso di no, visto che il professore del mio stivale, eletto da napolitano l'amico di craxi il latitante, fa quello che vuole, tipo agevolare il vaticano, i corrotti, i mafiosi,le banche, i poteri storti e accozzaglie simili; è invece rigoroso nei confronti dei lavorati, dei pensionati, degli studenti cioè la maggioranza degli italiani ma è mai possibile che i fantozzi italiani non reagiscano e continuino ad accettare tutto questo? Si, se la tv parla di altro vuol dire che il paese è felice e non ha bisogno di una rivolta prima morale e poi a seguire, con le idee ben chiare, anche fisica. Le elezioni non servono dato che il parlamento di corrotti e lingere che abbiamo, ha deciso di sostenere il prof del nepotismo italiano ( siamo in fondo a tutte le classifiche di civiltà dall'informazione alla corruzione alla mafiosità alla scuola alla sanità al lavoro alla decenza al cinema alla banda larga cioè alla cittadinanza civile) per un bis. Mani pulite da lavoratori cencansi per risolvere il problema, mandate pure i vostri servi antisommossa (prima o poi capiranno e faranno un inversione di 180°) che siano mille o diecimila noi arriveremo in centomila se non un milione e allora rideremo più noi onesti che voi. I paradisi dei latitanti vi aspettano ,voir que vous n'avez jamais.
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Erich Fromm - Paura della Libertà (di yumpu)
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