brokengjrl
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Mi chiamo Serena, ma è un nomeChe mi sta stretto. Il mal tempo mi mette buonumore e il cielo sereno mi rende irrequieta. Amo le cose imperfette delle persone, le loro stranezze, le loro manie, i loro difetti, ma non accetto altro che laPerfezione per me stessa. Sono questa. Un ossimoro.
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“Sei andato via così, di nuovo. E mi hai lasciato sola ad affrontare di nuovo un altro abbandono. Sei andato via tante volte, ma c'è qualcosa che accomuna tutte le volte in cui sei andato via: quelle poche parole dette senza pensare come giustificazione e il dolore e il vuoto che si riaffaccia ogni volta. Ma in fondo te che ne sai, te che hai sempre avuto tutto, che hai sempre avuto la soddisfazione di vederle supplicare le persone per restare nella tua vita, che ne sai te, del dolore, quello che ti fa piangere anche nelle giornate di sole e che ti rovina i sabato sera, le domeniche pomeriggio, i lunedì mattina. Ma te che ne sai, dei rimorsi dei se avessi fatto, se avessi mandato quel messaggio, se fossi stata più bella, più magra, se avessi avuto gli occhi celesti, se fossi stata bionda, se fossi stata alta, se fossi stata più stronza, se ti fossi stata più accanto, se ti avessi fermato invece di mandarti via senza dire una parola… ma tu lo sai che certi occhi parlano più di certe labbra e i miei ti hanno sempre urlato tutto in faccia, solo che tu non hai mai voluto sentire, non hai mai voluto veramente me. Non dico che il nostro amore è stato uno di quelli inesistenti, che non hanno le ali, ma sai, forse sarebbe stato meglio. È meglio non averle le ali, se poi le hai e non puoi usarle. Il nostro amore non era semplicemente abbastanza, o almeno il tuo, il mio era sempre un po’ troppo. Non era abbastanza e a volte non puoi farci nulla, se non ricordarti con un sorriso, perché so che ho fatto tutto quel che potevo, che forse non è tempo per noi e non so se il nostro di tempo arriverà mai. Ma so per certo che non smetterò di aspettarti, anche quando ti mandavo via, era solo per aspettarti di nuovo; mi nascondevo solo per farmi venire a cercare e poi lasciavo qualche indizio del mio amore qui e là, non si sa mai non mi trovassi. Vorrei smettere di aspettarti, perché non riesco a trovarmi più neanche io, non ricordo dove mi sono nascosta questa volta.”
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“È che io non ho mai sopportato le persone con le mancanze alle due di notte. Certo, è facile sentirsi vuoto quando tutto è immobile, quando non ci sono più parole nell'aria e tutte le luci sono spente. E allora ti spegni un po’ anche tu. È troppo facile così, sentire la mia mancanza, quando il tuo ego non può essere nutrito da nessun altro, quando non hai nulla da fare e sei sommerso dai pensieri. Le vere mancanze le senti sempre, alle due del pomeriggio, alle cinque e a mezzanotte. Le senti mentre ti fai la doccia, mentre parli con qualcuno, mentre canti, mentre balli, mentre stai andando a fare la spesa, mentre abbracci qualcuno con un profumo simile al suo. Le senti dentro, ti trafiggono, non ti lasciano vivere a pieno nessuna emozione, nessuna canzone, nessun sorriso e neanche nessun dolore. Non basta mai. Come a ricordarti perennemente che c'è qualcosa che fa più male. Molto più male.”
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come si fa a trovare una stabilità psichica io non lo so
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