ciboperlamiamente
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Cibo per la mia mente.
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ciboperlamiamente · 2 years ago
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A proposito delle matite.
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Banalità del giorno.
Perché la maggior parte delle matite in vendita hanno sezione esagonale? Probabilmente a parte me nessuno ha voglia di porsi questi quesiti inutili, anche perché le tre ragioni principali sono abbastanza semplici ed intuitive.
Prima ragione.
Una sezione esagonale permette alle dita di disporre di una migliore impugnatura e quindi di una presa ottimale. In questo modo la presa sarà ben salda e la matita non scivolerà tra le dita durante la scrittura o il disegno.
Seconda ragione.
Una matita a sezione cilindrica appoggiata su un tavolo o su un piano lievemente inclinato finirebbe con il rotolare giù dal tavolo, di cadere e mandare in frantumi la mina al suo interno. Viceversa una matita esagonale resterà ben ferma.
Terza ragione.
Le matite a sezione esagonale ottimizzano lo spazio quando immagazzinate in grandi quantità, riducendone al minimo lo spreco. Le matite a sezione quadrata sono in grado di fare altrettanto in fase di stoccaggio, ma risulterebbero scomode da impugnare.
Dopo varie osservazioni e studi si è giunti alla conclusione che tagli a sezione differente da quella esagonale possono soddisfare uno o più dei punti summenzionati, ma non tutti e tre allo stesso tempo. Le matite cilindriche sono abbastanza diffuse, ma presentano l'inconveniente del rotolamento e a nessuno piace temperare le matite all'infinito a causa di una mina rotta in più punti.
Come? Anche le matite esagonali cadono? Eh, state più attenti.
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ciboperlamiamente · 2 years ago
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La mappa dei sapori non esiste.
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Quanti di voi sono convinti del fatto che la lingua sia divisa in zone e che ciascuna di queste zone sia in grado di percepire un sapore differente ed unico?
Siate sinceri.
Se ne siete persuasi mi spiace deludervi, la mappa dei sapori è un clamoroso falso duro a morire. Una leggenda tra le più ostiche da rimuovere dall'immaginario collettivo, anche perché talvolta compare tutt'oggi in testi scolastici ed universitari come verità insindacabile.
Cos'è accaduto?
Bisogna tornare indietro nel tempo, per la precisione ai primi del Novecento. Nel 1901 il ricercatore tedesco David Hänig scoprì che sulla lingua vi erano zone in grado di percepire lievissime variazioni di sapore. Nel 1940 lo psicologo Edwin Boring male interpretò i risultati ottenuti da Hänig, e sostenne che sulla lingua esistessero zone capaci di percepire un singolo e specifico sapore
Quali e dove?
Secondo la teoria errata di Boring la lingua sarebbe suddivisa in quattro aree principali:
- Amaro sul retro; - Dolce sulla punta; - Acido ai lati posteriori; - Salato ai lati anteriori.
Qualche tempo dopo si è aggiunto il gusto umami, ubicato nell'area centrale della lingua.
Nonostante le osservazioni di Hänig non sostenessero nulla del genere, la nuova teoria di Boring, tengo a ricordare frutto di un fraintendimento, aveva ormai preso piede. Si era fissata nelle menti delle persone al punto tale che la smentita ufficiale di Virginia Collings dell'università di Pittsburgh, giunta nel 1974, non sortì effetto alcuno.
Possibile che nessuno se ne sia mai accorto?
Il quesito sorge spontaneo. Probabilmente sì, ma entrano in gioco vari fattori psicologici e non. Come dimostrò ampiamente l'esperimento delle linee di Asch, tendiamo ad omologarci con l'opinione che prevale nel gruppo e siamo portati a farlo anche quando l'opzione che prevale è evidentemente errata. È pacifico che molte persone abbiano catalogato come corretta la percezione di, poniamo, dolce esclusivamente sulla punta della lingua.
"Se tutti sostengono così, la mappa dei sapori mostra altrettanto, chi sono io per dire il contrario? È ovvio che sia io in errore". Sbagliato!
In secondo luogo un certo peso lo ha avuto il marketing, che su questa mappa dei sapori ha costruito una sorta di piccolo impero tra sommelier, assaggiatori, degustatori e produttori di particolari oggetti da tavola.
Ultimo, ma non meno importante: ti cambia la vita se la mappa dei sapori è errata? No! Perché io scienziato debbo spendere del tempo a smentire una diceria di tal fatta? Inoltre se questa divisione in aree fosse clamorosamente fasulla qualche altro ricercatore sarebbe già intervenuto. Ma sì, lasciamo perdere.
In conclusione la mappa dei sapori non esiste. È una leggenda figlia di un fraintendimento grande quanto una casa. Se ci credete smettete di farlo e se assaggiando un cibo continua a sembrarvi corretta sappiate che siete incappati in un tranello psicologico.
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ciboperlamiamente · 2 years ago
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Come distinguere alcuni impollinatori.
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Ormai è giunta l'estate. Il sole ed il caldo, grazie anche alle belle giornate, causano il risveglio degli insetti, in particolar modo degli impollinatori. Sempre più spesso mi capita di imbattermi in video e notizie che fanno della disinformazione la propria bandiera e siccome non è raro trovare persone che con la giustificazione del terrore suscitato da questi insetti ne provocano un vero e proprio sterminio l'ultima cosa di cui si ha bisogno è di disinformazione.
Quando si parla di "calabrone" le testate giornalistiche danno sfogo ai più ignoranti e bassi istinti. Oltre a fare terrorismo tendono a racchiudere in quel nome volgare una lunga serie di insetti che spesso non hanno nulla a che fare gli uni con gli altri: Vespa velutina, Vespa orientalis, Xylocopa violacea, Megascolia maculata flavifrons, Bombus terrestris, Vespa mandarinia e via di questo passo. Il primo consiglio che vi do è quello di diffidare sempre e comunque delle notizie che sfoggiano titoli allarmistici come "Calabrone killer", "Calabrone gigante assassino", "Calabrone sterminatore di api" e soprattutto che fanno ricorso ai nomi volgari. L'unico modo valido per non fare confusione è quello di fare uso del nome scientifico delle specie.
Per farla breve (e già breve non è più) m'è balenata l'idea di provare ad insegnarvi a distinguere Vespa crabro dagli insetti che più comunemente, ed erroneamente aggiungerei, vengono designati con il nome volgare di "calabrone".
- Xylocopa violacea: dal greco xýlon («legno») e kóptō («[io] taglio»)
(Foto 1).
Trattasi di grosse api solitarie, di colore bluastro/violaceo. La femmina ha l'abitudine di scavare delle gallerie nel legno, in genere marcio, allo scopo di deporre le uova. Questo colore scuro (e molto bello a mio modesto parere) permette loro di cominciare l'attività prima degli altri impollinatori poiché ha una capacità riflettente più bassa rispetto ai colori chiari e di conseguenza assorbe meglio il calore. Hanno un volo rumoroso, possono incutere timore alla vista, ma non avendo una colonia da difendere è veramente difficile che facciano ricorso alla puntura.
- Megascolia maculata flavifrons.
(Foto 2).
Le femmine di Megascolia maculata sono facilmente riconoscibili dalle grosse dimensioni e dalla fronte gialla (dal latino flavifrons). Si tratta di insetti miti e solitari che si nutrono di nettare. Trattasi del più grande imenottero europeo, è un ottimo impollinatore e non crea colonie. L'individuo adulto caccia le larve di Oryctes nasicornis, un coleottero scarabeide, in cui depone le uova da cui nasceranno le larve che se ne nutriranno. Sono facilmente riconoscibili grazie alle bande gialle sull'addome: Megascolia presenta quattro macchie gialle a guisa di quadrifoglio; Scolia hirta in genere presenta due strisce gialle parallele; Scolia hirta unifasciata una sola banda gialla. Sebbene il maschio di Megascolia maculata somigli molto alla femmina di Scolia hirta è sufficiente far caso a piccoli dettagli per venire a capo della specie di appartenenza: Scolia hirta ha sempre e comunque ali bluastre, Megascolia maculata presenta ali ambrate. Nel caso del maschio la lunghezza delle antenne è ulteriore indicazione.
- Bombus terrestris.
(Foto 3).
La femmina feconda di Bombus terrestris depone le uova in buche sotterranee, da qui il nome terrestris, spesso ricavate da tane abbandonate da altri animali, in particolare roditori, essendo il bombo poco abile nell'atto di scavare. Dà vita a piccole colonie.
- Vespa crabro (maschio).
(Foto 4).
Finalmente eccoci giunti al vero "calabrone", Vespa crabro. Attorno a Vespa crabro si è fatta tanta di quella pubblicità negativa al pari di quanta per Apis mellifera se ne sia fatta in positivo. Intendiamoci, sono entrambi insetti fondamentali, ma si è sovente esagerato sia in un senso che nell'altro. Vespa crabro è un buon insetto impollinatore, un ottimo sterminatore di parassiti della frutta ed è meno aggressivo di quanto la stampa voglia far credere. Lo avrete sicuramente sentito descrivere come uno sterminatore di api e come un assassino di incauti, ma le cose non stanno esattamente così. Una colonia di api sana non teme certo quegli sporadici attacchi di Vespa crabro, e rispettando le buone norme del buon senso e della prudenza non è più pericoloso per gli esseri umani di quanto non lo sia un qualsiasi altro insetto aculeato (salvo allergie). Il vero pericolo per Apis mellifera è Vespa velutina in quanto è specie aliena. Gli apicoltori che hanno deciso di dichiarare guerra a Vespa crabro, oltre a fare un grosso danno all'ecosistema, si tirano la zappa sui piedi. Pare infatti che Vespa crabro preferisca cacciare Vespa velutina in volo stazionario attorno alle arnie, prede ben più facili da catturare rispetto alle agili api. Bisogna sempre riflettere sulle azioni che si vuol intraprendere.
Come si distingue una Vespa crabro maschio da un'esemplare femmina? Dalla lunghezza delle antenne (più lunghe ed arricciate nei maschi) e dal numero dei segmenti addominali (sette nei maschi, sei nelle femmine). Come per la quasi totalità degli insetti aculeati il maschio non ha pungiglione, quindi è totalmente inoffensivo.
Torno a precisare, come già fatto in passato, che se si vuole davvero fare qualcosa per l'ambiente e per la biodiversità è d'uopo tutelare qualsiasi specie di insetti, anche quelli che a pelle non appaiono rassicuranti. Non abbiate paura di questi animali, anzi imparate a conoscerli, a riconoscerli e a rispettarli. Una volta fatto ciò non solo avrete meno timore, ma saprete come comportarvi in caso di incontro ravvicinato.
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ciboperlamiamente · 2 years ago
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Le candele come misura del tempo.
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Al giorno d'oggi facciamo fatica a pensare alle candele come ad un qualcosa di indispensabile. Forse qualcuno ne fa ricorso quando manca la corrente, per abbellire una tavola natalizia o in occasione di una cena romantica, ma credo pochi oggigiorno adoperino le candele in vece di sveglia o di orologio.
Il primo accenno alla candela in forma di orologio appare in un poema ad opera di You Jiangu nel 520 d.C. circa. In questo testo erano descritte sei candele di eguale peso e misura, di lunghezza pari a 30 centimetri suddivise in sezioni di 2,5 centimetri l'una. Ciascuna sezione si scioglieva completamente in 20 minuti, per una durata complessiva della candela di 4 ore. Questo tipo di candela era posto sotto speciali involucri onde evitarne lo spegnimento ed era utile per misurare il passare del tempo, in particolar modo nelle giornate prive di sole.
Alla stessa maniera era possibile trasformare la candela graduata in una pratica sveglia. Era sufficiente inserire dei chiodi in metallo, talvolta trattavasi di sfere di ferro, a cadenza regolare e calcolata nel corpo di cera. Quando la fiamma arrivava a sciogliere la cera all'altezza del chiodo esso cadeva in un piattino in metallo producendo così un rumore forte abbastanza da svegliare i presenti.
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ciboperlamiamente · 2 years ago
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La pressione dell'aria.
La pressione dell'aria.
L'aria racchiusa nel palloncino esercita una notevole pressione sul liquido contenuto all'interno della bottiglia, che non ha altra scelta se non quella di fluire attraverso la cannuccia.
Come ho già spiegato in passato la pressione atmosferica sviluppa un notevole influsso su qualsiasi corpo, anche su di noi sebbene non ce ne rendiamo conto.
La pressione atmosferica è immensa, basti pensare che esercita una forza di circa centounomila pascal (il pascal è l'unità di misura della pressione). Se disponessimo di una bottiglia di un metro di altezza piena d'acqua eserciteremmo una pressione di circa diecimila pascal.
Questo significa che se io avessi a portata di mano una bottiglia di dieci metri di altezza, appoggiassi un sottile foglietto di plastica sull'imboccatura e la rovesciassi, l'acqua non sarebbe comunque in grado di sviluppare abbastanza pressione da permetterle di uscire dalla bottiglia. Questo perché la pressione atmosferica eserciterebbe sul foglietto una pressione maggiore di quanto non faccia la colonna d'acqua.
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ciboperlamiamente · 2 years ago
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Il colore dei fulmini.
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In questo momento sulla città sta imperversando il temporale. A differenza di molta gente questo fenomeno atmosferico a me affascina tantissimo e non posso fare a meno di stare affacciato alla finestra o al balcone ad osservarne ogni sfumatura. Vediamo di scoprire insieme qualcosa di più sul temporale dal punto di vista scientifico.
Il colore dei fulmini.
Vi siete mai chiesti a cosa è dovuto il colore dei fulmini? No, non dalla temperatura, contrariamente a quanto avviene per le stelle ad esempio. Il colore del fulmine è dovuto dal tipo di atmosfera attraversato dalla saetta.
Avremo quindi:
- Un fulmine di colore giallastro se l'aria attorno alla scarica è satura di pulviscolo e polveri;
- Un fulmine di colore biancastro se l'aria attorno alla scarica è molto secca;
- Un fulmine di colore bluastro se è in corso una grandinata;
- Un fulmine di colore violaceo/rossastro se è in corso una forte pioggia.
Il perché del tuono.
Il tuono è generato dal fulmine stesso, che con la sua elevatissima temperatura (fino a 30.000° C) dilata violentemente e repentinamente l'aria generando l'onda d'urto sonora che noi chiamiamo, appunto, tuono.
Calcolare la distanza del temporale.
Appreso questo possiamo facilmente dedurre la distanza in cui il fulmine è scoccato ed in un certo senso a quanti chilometri dista da noi il temporale. La scarica elettrica e l'onda d'urto del tuono si generano più o meno nello stesso istante, ma il fulmine viene percepito prima per il semplice fatto che la luce viaggia molto più velocemente del suono, che si muove a "soli" 340 m/s.
Se il tuono è udibile in simultanea al bagliore del fulmine significa che il temporale si trova esattamente sopra la vostra testa.
Altrimenti:
- 1 secondo dal fulmine = 340 metri da voi; - 2 secondi dal fulmine = 680 metri da voi; - 3 secondi dal fulmine = poco più di un km da voi e così via.
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