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Edward Burne-Jones, Love Among The Ruins (detail), Watercolor Version, c.1872
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Coincidenze, Stefano Benni
C’erano nell’ordine una città, un ponte bianco e una sera piovosa. Da un alto del ponte avanzava un uomo con ombrello e cappotto. Dall’altro una donna con cappotto e ombrello. Esattamente al centro del ponte, là dove due leoni di pietra si guardavano in faccia da centocinquant’anni, l’uomo e la donna si fermarono, guardandosi a loro volta.
Poi l’uomo parlò:
- Gentile signorina, pur non conoscendola, mi permetto di rivolgerle la parola per segnalarle una strana coincidenza, e cioè che questo mese, se non sbaglio è la quindicesima volta che ci incontriamo esattamente in questo punto.
- Non sbaglia, cortese signore. Oggi è la quindicesima volta.
- Mi consenta inoltre di farle presente che ogni volta abbiamo sottobraccio un libro dello stesso autore.
- Si, me ne sono resa conto: è il mio autore preferito, e anche il suo, presumo.
- Proprio così. Inoltre, se mi permette, ogni volta che lei mi incontra, arrossisce violentemente, e per qualche strana coincidenza, la stessa cosa succede anche a me.
- Avevo notato anch’io questa bizzaria. Potrei aggiungere che lei accenna un lieve sorriso e sorprendentemente, anch’io faccio lo stesso.
- È davvero incredibile: in più, ogni volta ho l’impressione che il mio cuore batta più in fretta.
- È davvero singolare, signore, è così anche per me, e inoltre mi tremano le mani.
- È una serie di coincidenze davvero fuori dal comune. Aggiungerò che, dopo averla incontrata, io provo per alcune ore una sensazione strana e piacevole…
- Forse la sensazione di non aver peso, di camminare su una nuvola e di vedere le cose di un colore più vivido?
- Lei ha esattamente descritto il mio stato d’animo. E in questo stato d’animo, io mi metto a fantasticare.
- Un’altra coincidenza! Anch’io sogno che lei è a un passo da me, proprio in questo punto del ponte, e prende le mie mani tra le sue…
- Esattamente. In quel preciso momento dal fiume si sente suonare la sirena di quel battello che chiamano “il battello dell’amore”.
- La sua fantasia è incredibilmente uguale alla mia! Nella mia, dopo quel suono un po’ melanconico, non so perché, io poso la testa sulla sua spalla.
- E io le accarezzo i capelli. Nel fare questo, mi cade l’ombrello. Mi chino a raccoglierlo, lei pure e…
- E trovandoci improvvisamente viso contro viso ci scambiamo un lungo bacio appassionato, e intanto passa un uomo in bicicletta e dice…
- …Beati voi, beati voi…
Tacquero. Gli occhi del signore brillavano, lo stesso fecero quelli della signorina. In lontananza, si udiva la melanconica sirena di un battello che si avvicinava. Poi lui disse:
- Io credo, signorina, che una serie così impressionante di coincidenze non sia casuale.
- Non lo credo neanch’io, signore.
- Voglio dire, qua non si tratta di un particolare, ma di una lunghissima sequenza di particolari. La ragione può essere una sola.
- Certo, non possono essercene altre.
- La ragione è –disse l’uomo sospirando- che ci sono nella vita sequenze bizzarre, misteriose consonanze, segni rivelatori di cui sfioriamo il significato, ma di cui purtroppo non possediamo la chiave.
- Proprio così –sospirò la signorina- bisognerebbe essere medium, o indovini, o forse cultori di qualche disciplina esoterica per riuscire a spiegare gli strani avvertimenti del destino che quotidianamente echeggiano nella nostra vita.
- In tutti i casi ciò che è accaduto è davvero singolare.
- Una serie di impressionanti coincidenze, impossibile negarlo.
- Forse un giorno ci sarà una scienza in grado di decifrare tutto questo. Intanto le chiedo scusa del disturbo.
- Nessun disturbo, anzi, è stato un piacere.
- La saluto, gentile signorina.
- La saluto, cortese signore.
E se ne andarono di buon passo, ognuno per la sua strada.
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- Addio - egli disse; e la baciò in bocca, teneramente, provando il sapore delle stille salse, bagnandosi di quel caldo pianto. - Addio. Amami! Ricòrdati!
Gabriele D'Annunzio, Il Piacere, 1889 - Libro I. IV (via somehow---here)
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Santa Maria Maddalena penitente, Guido Cagnacci

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Forse se tu gustassi una sol volta La millesima parte delle gioie Che gusta un cuor amato riamando, Diresti ripentita sospirando: Perduto è tutto il tempo Che in amar non si spende.
Tasso
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Władysław Czachórski, A Lady in a Lilac Dress with Flowers, 1903 (detail)
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Non mi riuscirà più di sognare dopo esser stato così felice accanto a te nella realtà.
Fëdor Dostoevskij - Le notti bianche (via sentieri-dei-nidi-di-ragno)
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Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo?
Peter Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile (via creatura-ostinata)
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Diomedes Devoured by His Horses (1865) - Gustave Moreau
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Fratello, il solo ricordo di quelle ore mi fa bene. Lo stesso sforzo che io faccio per risvegliare in me quei sentimenti ineffabili, per esprimerli ancora eleva l'animo mio, e mi fa doppiamente sentire l'angoscia dell'ora presente. Mi sembra che dinanzi alla mia anima sia stato tirato un sipario e lo spettacolo della vita sconfinata si cambia davanti a me nell'abisso della tomba eternamente aperta. Tu puoi dire: questo esiste! quando tutto passa, quando ogni cosa scompare con la velocità del fulmine, e così raramente conserva l'integrità del suo essere, ed è travolta nel torrente e annientata contro le rocce? Non passa un istante che non distrugga te e i tuoi, non uno in cui tu non sia, non debba essere un distruttore; la più innocente passeggiata costa la vita a mille poveri insetti, un passo distrugge gli edifici delle formiche faticosamente costruiti, e seppellisce in una tomba ingloriosa tutto un piccolo mondo. Ah non le grandi rare catastrofi del mondo mi commuovono, non le inondazioni che inghiottiscono i vostri villaggi, non i terremoti che distruggono le vostre città; mi atterrisce la forza annientatrice che è nascosta nell'essenza della natura; la quale non produce nessuna cosa che non sia distrutta dalla sua vicina, o che da se stessa non si distrugga. Così io vado barcollante e tormentato fra il cielo e la terra e le forze creatrici che mi circondano: e vedo soltanto un essere mostruoso che eternamente divora e rumina.
- Goethe, I dolori del giovane Werther
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Spesso ho fatto il proposito di non rivederla tanto spesso; ma come mantenere una promessa come questa? Ogni giorno cedo alla tentazione, e seriamente prometto a me stesso che domani non la rivedrò [...] quando sono lì, ad una mezz'ora distante da lei, respiro la sua atmosfera e mi ritrovo laggiù. Mia nonna narrava la favola della montagna magnetica; le navi che le si avvicinavano troppo perdevano all'istante tutti i sostegni di ferro; i chiodi volavano sulla montagna e gli sciagurati navigatori morivano fra le tavole crollanti.
- Goethe, I dolori del giovane Werther
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Egli aveva troppo sognato, nella notte, a occhi aperti, nuotando in una felicità senza fine, mentre il ricordo d'un gesto, d'un sorriso, d'un'aria della testa, d'una piega del vestito lo prendeva e l'allacciava, come una rete. Ora, tutto quel mondo imaginario crollava miseramente al contatto con la realità.
Gabriele D’Annunzio, Il piacere (via consquisiteparole)
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MEUNIER, Constantine Émile (1831-1905)
Ophelie
via Valeria V
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