Text
L'educazione sessuale e affettiva per una genitorialità consapevole
L’educazione sessuale e affettiva per una genitorialità consapevole
A cura di: Alessandra De Marco, Pedagogista ed educatrice Photo by Dainis Graveris on Pexels.com La sessualità e l’affettività sono due componenti importantissime per il benessere della persona nell’arco di tutta la sua vita, dall’infanzia all’anzianità. Per questo motivo molti Paesi in Europa hanno voluto dare all’educazione affettiva e sessuale un importante spazio all’interno della scuola…

View On WordPress
0 notes
Text
Ripetere
Ripetere è il verbo costantemente presente nel periodo che sto vivendo.In queste mattine mi alzo, e mi rendo conto di replicare la sequenza dei movimenti dopo la sveglia: alzare la testa e il busto, mettere i piedi a terra, andare in bagno. Ripetere pone in essere dei meccanismi automatici, ma fatti meglio. Può anche innescare dei pensieri per cui ti sembra che ripetere faccia rima con regredire.…
View On WordPress
0 notes
Text
Su di me e su tutti i miei sbagli (e nuove possibilità)
Su di me e su tutti i miei sbagli (e nuove possibilità)
Non tutti i mali vengono per nuocere… Qualcuno viene per impedirci di insistere a perseguire strade sbagliate e imboccarne altre più consone alla nostra vera natura. Così capita che dobbiamo “ringraziare” piccoli e grandi incidenti di percorso per averci aperto gli occhi sul nostro vero destino.
Ho riflettuto molto sul sensodell’esistenza di questo post. Non sapevo decidermi, non sapevo se…
View On WordPress
0 notes
Text
Ciao a tutti !
Marzo è stato il mese delle montagne russe, dei colori primaverili, delle nascite, delle tonalità fredde e poi calde, della pioggia e poi del sole battente, delle poesie, e poi delle canzoni, dei film strappalacrime e di quelli romantici, dei nuovi vestiti, e poi della giacca invernale, dei sandali e poi degli stivali.
E’ stato un mese colorato e quindi partiamo subito ! Questa volta, oltre a libri, film e musica c’è anche…L’opera d’arte del mese!
LIBRI
Dieci donne, Marcela Serrano
Questo è un libro che parla di nove donne. Nove donne più una. Nove donne radunate nello studio della loro psicoterapeuta raccontano la propria storia. Ogni capitolo è dedicato a una donna . Marcela Serrano, scrittrice nata a Santiago del Cile (1951), é molto sensibile ai temi femminili; i suoi libri raccontano delle donne della sua terra. In questo, le protagoniste hanno storie diverse. C’é Lupe, adolescente lesbica; Luisa, vedova di un desaparecido; Andrea, giornalista di successo un po’ solitaria; e poi Francisca, Mané, Juana, Simona, Layla, Guadalupe , Ana Rosa e, ovviamente, Natasha, la psicologa. E’ davvero un caleidoscopio del femminile, pieno di sentimenti e diversità. Ho amato come la scrittrice sia riuscita, tramite lo stile di scrittura, ad arrivare al cuore delle sue protagoniste, così diverse per ceto sociale, ideologia. All’interno possiamo trovare la figura femminile con cui più ci rispecchiamo, ma anche immedesimarci in tutte le storie perché sono storie comuni, ma allo stesso tempo avvincenti. Quando ho terminato il libro è stato come se qualcosa in me fosse cambiato, proprio perché nel corso dei racconti le donne cambiano, anche il lettore è coinvolto in una metamorfosi, che spesso non è altro che accettazione di sé e di ciò che la vita ha messo in serbo per ognuno di noi. L’autrice sembra dirci che nelle donne c’é una potenza trasformatrice e generatrice. Il femminile é quella parte che riesce a far emergere un fiore dal cemento.
Il fatto che il libro fosse diviso per capitoli, ognuno dei quali contenenti una storia, mi ha permesso di assaporare una storia al giorno, e di affezionarmi a tutte queste donne che mi hanno raccontato la loro vita.
Margherita dolcevita, Stefano Benni
Stefano Benni è stata una scoperta piacevolissima, è forse uno dei pochi autori che mi ha davvero fatta ridere. Ci sono state parti del libro che mi hanno divertita e trattenere la risata é stato quasi impossibile. La protagonista è Margherita, ragazzina di quindici anni, molto sensibile, circondata da una famiglia un po’ stramba: il papà Fausto, metereopatico, pensionato, e “avvocato difensore di oggetti” ( “dice che non è giusto chiamare vecchie le cose: perchè vivranno più di noi”) . La madre si chiama Emma, casalinga, larmotossica (“non può stare a lungo senza piangere”) , dipendente da una serie TV. Il fratello maggiore Giacinto, diciotto anni (“la sua visione ecologica del mondo é terrificante : io la definisco “palentopandismo”. Cioé lui mangerebbe polenta e panda, anche se fosse l’ultimo esemplare del mondo”). Poi c’é Erminio, il fratello minore, di dodici anni, il classico genietto un po’ rompiscatole. Margherita é un po’ cicciotella, timida, inventa poesie brutte, sa guardare il mondo in modo diverso dai suoi coetanei. Improvvisamente, di fronte alla casa di Margherita appare un cubo di vetro nero circondato da un giardino sintetico. Prende la scena a questo punto anche la famiglia Del Bene, che sembra essere la portatrice della novità, del consumo. La metafora con il mondo odiurno si rende così molto evidente e originale perché entriamo in una specie di fiaba, una storia irrealistica che grazie agli occhi di Margherita riusciamo a vedere con occhi distanti, a renderci conto della stoltezza dei personaggi e alle conseguenze che questa stoltezza porta con sé . Libro breve ( 206 pagine) e gradevole.
Il paese dei bambini che sorridono, Pam Cope
Una una storia vera, commuovente, ispirante. Un bestseller che è stato pubblicato in tredici paesi. Annientata da dolore per la morte del figlio, Pam trova una via di fuga partendo per il Vietnam. Qui scopre un mondo diverso e lontano da ogni sua immaginazione, lontano dal confortante Texas in cui vive con il marito e la seconda figlia. E’ un mondo in cui i bambini vivono in condizioni disastrose, ed esposti ad ogni genere di pericolo. Questo viaggio permette alla donna di trasformare la sua dolorosissima esperienza in un dono per il mondo, a ritrovare la speranza e la determinazione per il bene di quei bambini in condizioni così gravi. Ogni bambino é un po’ come se diventasse suo e nell’aiuto verso il prossimo é come se suo figlio vivesse ancora. Un libro che parla di lutto e questo è reso evidente e toccante come solo il racconto di una storia vera può essere. Un lutto che necessita di moltissimo tempo prima di essere elaborato, ma che si trasforma in una nuova fiamma , che rende la vita di Pam una vita piena di significato. Non solo il Vietnam: la donna, sempre sostenuta dal marito, aiuta a creare scuole in Ghana e a salvare i bambini malati gravemente. Bambini disabili, orfani e abusati. Questa esperienza è diventata con il tempo un’associazione, che esiste tutt’ora e si chiama Touch a Life ( se volete saperne di più il sito è : http://www.touchalifekids.org)
Questo è un libro che mi ha lasciato tantissimo, non tanto per lo stile di scrittura, ma per la storia in sé. Il percorso di questa donna mi ha messo dentro quella spinta di determinazione e trasformazione, e mi ha fatto capire che dentro di noi c’é un germoglio che aspetta di fiorire. Una cosa che ho apprezzato è il fatto che nel libro il dolore non abbandona, rende anche dopo tanto tempo vulnerabili, ma in Pam si è trasformato in una ricchezza che lei stessa non avrebbe mai creduto possibile.
I 4 colori della personalità, Lucia Giovannini e Nicola Riva
Arriviamo all’ultimo libro, un saggio che offre un metodo per relazionarsi in modo efficace e non conflittuale con le persone, in tutte le aree della nostra vita, come lavoro, famiglia, amici. Inoltre, questo metodo è utile per prendere decisioni migliori e ottenere di più, per essere più produttivi. Psicologi e ricercatori hanno, a partire dall’approccio Junghiano, individuato 4 tipi di energia o personalità identificati con 4 colori (rosso, giallo, verde e blu)
Il libro quindi fornisce, in modo molto pragmatico, elementi per comprendere qual é il nostro colore dominante, quali possono essere i nostri punti di forza e i nostri talenti e anche le oltre debolezze per poterle sfruttare al meglio. Inoltre, fornisce strumenti per comunicare meglio con “gli altri colori”. Infine, aiuta a comprendere anche la nostra energia secondaria, per fornire in modo più dettagliato cosa ci caratterizza maggiormente. Questo è un libro pratico, che può essere soggetto a numerose critiche, proprio perché si basa su un approccio solo che può essere molto riduttivo, ma d’altra parte l’ho trovato gradevole, scorrevole, e un ottimo metodo per conoscermi e comprendere di più le motivazioni degli altri, il come e perchè per alcune persone sia normale un approccio alle cose di tutti i giorni più analitico o, viceversa, più creativo.
E secondo voi, qual é la vostra energia dominante ?
FILM
Premetto che é stato il mese in cui ho rivisto i miei film preferiti , quindi possiamo definire il mese di marzo come un rewind :) . Ho infatti rivisto il favoloso mondo di Amelie, Moulin Rouge, e Pearl Harbor. Per motivi diversi mi sono ritrovata a rivederli e direi che è sempre piacevole.
Il diritto di contare, Theodore Melfi (2016)
E’ altamente probabile che questo film rientrerà nei miei preferiti dell’anno.
L’ho visto al cinema e l’ho amato. Il titolo originale è Hidden Figures, titolo del libro da cui é tratto il film ( direi che entrambi i titoli rendono bene l’idea della tematica del film. Donne nascoste dalla società, donne che rivendicano il diritto di contare). La vicenda è ambientata nella Virginia degli anni ’60 e tratta la storia di tre donne che lavorano per la NASA: la matematica Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e l’aspirante ingegnere Mary Jackson.
Tutte e tre subiscono la loro condizione di donne afroamericane , impossibilitate a scalare la vetta di una carriera che a fatti meriterebbero. Nel film viene mostrata la enorme differenza razziale presente in quegli anni: autobus divisi per zone dedicate alle persone di colore, bagni per le persone nere, paga del lavoro ridotto, discriminazioni anche velate, che celano una cultura maschilista e razziale.
Queste tre donne però non demordono, imponendosi piano piano sulla mentalità dei colleghi, e riescono a emergere con competenza, dimostrando enormi abilità.
Una cosa che mi ha colpito è anche la grazia con cui lo riescono a fare, e questo a sottolineare ancora una volta come il femminile non debba celarsi in mascolinità, ma restare femminile con orgoglio e questo penso sia l’insegnamento più bello che si può dare alle giovani generazioni femminili oggi: rimanere femmine, battere per il diritto di essere femmina.
Il film è riuscito quindi a raccontare una storia poco conosciuta avvenuta alla Nasa, facendo leva su temi estremamente attuali.
CANZONI
Put it toghether , Langhorne Slim, The Law
https://m.youtube.com/watch?v=4o8xcRm72Do
La canzone che quasi ogni mattina ha accompagnato il mio tragitto casa-tirocinio, casa-università. Una canzone allegra che ho scoperto grazie a Spotify e questo gruppo è sicuro uno dei miei gruppi preferiti del momento, la carica giusta per queste giornate primaverili!
Pearl’s a singer, Elkie Brooks
https://m.youtube.com/watch?v=IxwBjfrwpPY
Meravigliosa la versione live di questa canzone , adoro queste voce calda ! Ho scoperto questa artista proprio durante il mese di marzo e piano piano spero di conoscere altre canzoni.
Strange kind of woman , Deep Purple
https://m.youtube.com/watch?v=bAzjVdD06z8
Grazie alle prove con la band, ho potuto imparare questo classico del rock, che ha un arrangiamento molto bello!
Piece of my heart, Janis Joplin (versione Company of Thieves, Daryl Hall)
https://m.youtube.com/watch?v=Gd_Q-1pwUxE
Crendo davvero che con Janis Joplin non si possa competere: la sua storia personale unita ad una voce così graffiante, la rende una delle cantanti più influenti del nostro secolo a mio avviso. Questa, però, é una versione arrangiata bene da un gruppo rock ( o meglio indie rock) molto meno conosciuto ma che vale la pena di approfondire ( loro canzoni: Oscar Wilde, Pressure)
OPERA D’ARTE
La Fleur Qui Ecoute (1891) , Paul Gauguin (1848-1903) , Olio su Tela, 29,7 x 26,2 cm .
Chi mi conosce sa quanto amo Paul Gauguin. Amo la sua ricerca suni popoli , oltre che sui colori, che è una ricerca che rende esso puro, protagonista indiscusso. Questo é un quadro poco conosciuto, dalle dimensioni molto piccole. Di questa opera non si sa molto, se non che la data coincide con il periodo di permanenza del pittore a Tahiti.
E’ stato il quadro del mese perché raffigura una donna, perché é una donna avvolta dal mistero, perché é una donna giovane, e perché questa donna ha un fiore giallo in testa e quando lo guardo penso: se non ci fosse il giallo questo quadro non sarebbe così vibrante. Il colore del fiore, unito allo sguardo della ragazza e al colletto bianco della maglia , é un mix che rende la giovane donna affascinante. Penso che guarderò questa opera nei miei momenti di introspezione.
Bene, anche il mese di marzo ci ha salutati, ma ora aprile è pronto a sfoggiare ancora mille colori. Vi auguro un mese bellissimo, magari senza allergie o sfighe stratosferiche, ma anzi tanta salute e fortuna 🍀
Glo
Marzo, il mese dei colori Ciao a tutti ! Marzo è stato il mese delle montagne russe, dei colori primaverili, delle nascite, delle tonalità fredde e poi calde, della pioggia e poi del sole battente, delle poesie, e poi delle canzoni, dei film strappalacrime e di quelli romantici, dei nuovi vestiti, e poi della giacca invernale, dei sandali e poi degli stivali.
0 notes
Text
https://m.youtube.com/watch?sns=fb&v=lFh4D_yrFPM
È la giornata mondiale per la Consapevolezza dell’autismo
In Italia l’autismo colpisce tra le 300mila e le 500mila persone
Il nostro paese é costellato da ben 150 iniziative, ma ancora il lavoro da fare è molto.
Vorrei innanzitutto affrontare la definizione , per limitarmi poi all’esposizione di ciò che so, grazie a un incontro tenuto in…
View On WordPress
0 notes
Text
NETHERLANDS – JULY 18: NETHERLANDS Photo of Tina TURNER, performing live onstage at Groningen (Photo by Paul Bergen/Redferns)
Hello!
Febbraio è stato un mese un po’ malinconico, ma fortemente introspettivo, ispirante, creativo. E’ il mese degli Oscar, di Sanremo, il mese in cui finiscono gli esami, il mese in cui ti sembra di chiudere un cerchio, qualcosa. Ecco, per me, l’anno potrebbe incominciare a febbraio. Per me é come il mese della catarsi, che lascia a marzo la parte della rinascita .
Partiamo subito con i miei preferiti del mese!
LIBRI
Sono abbastanza contenta delle mie letture di febbraio, ma posso dire che marzo sta andando ancora meglio!
A febbraio ci sono stati libri che non mi hanno entusiasmata in modo particolare, altri che mi hanno colpita, affascinata, commossa.
Per dieci minuti, Chiara Gamberale
Questo è uno di quei libri che non mi ha entusiasmato moltissimo, più per lo stile di scrittura che per la trama in sè. In realtà l’idea su cui si fonda il libro l’ho apprezzata e trovata originale. Questa é la storia di Chiara (ogni riferimento è puramente casuale) , trentaduenne che viene lasciata dal marito e perde pure il lavoro . Che sfiga. Fino a quando , e qui incomincia il libro, la protagonista si rivolge da una terapeuta che le dà un compito: ogni giorno , per dieci minuti, Chiara dovrà fare qualcosa di nuovo. Così seguiamo le sue avventure, mentre impara a fare il punto croce , a cucinare dei pancakes, a ballare come una matta, a fare un giro su un sito pornografico, a suonare il violino Il libro é quindi una specie di diario. Aspetto positivo di questo romanzo é appunto l’idea iniziale, che fa sviluppare il romanzo nell’ottica di un tema importante che é quello del cambiamento. Il fulcro sembra proprio essere questo: piccoli cambiamenti, ogni giorno, fanno davvero cambiare e non é rifugiandosi nel proprio mondo che si supera una situazione di crisi. Il libro sembra insegnare a dare valore alla propria vita, responsabilizzandosi e valorizzando ciò che già c’é intorno a noi stessi. Questo ha provocato in me delle riflessioni, ma non abbastanza profonde da muovermi qualcosa. Per quanto mi riguarda, credo che se avessi letto questo romanzo qualche anno fa, o in una situazione di vita diversa mi sarei immedesimata di più (nonostante, forse, i libri belli sono libri belli, a qualsiasi età e in qualsiasi momento secondo me, ma capita che la trama di un libro possa seguire i battiti dei nostri passi in maniera quasi perfetta, e questo non può che dare un quid alla lettura). In ogni caso lo stile di scrittura l’ho trovato a tratti fastidioso, pieno di punteggiatura e frasi corte, ma in maniera forzata e non naturale (per intenderci, non come farebbe Baricco, che può piacere o non piacere, ma il suo modo di scrivere ha il suo perché). Ora, purché mi piaccia leggere, non mi va di soffermarmi su stile o particolari stilistici perché non ne ho le competenze, sta di fatto che non questo libro, a causa di questo fattore, e del finale che ho trovato banale, non mi ha colpito particolarmente.
Se non ti vedo non esisti, Levante
Seguo Levante come musicista, amo il fatto che sia un’artista indipendente e consapevole di ciò che scrive, oltre ad amare lo stile che ha. Perciò ero curiosa e avevo voglia di leggere questo romanzo, per poter addentrarmi anche nel suo modo di scrivere . Mi viene da fare un ragionamento opposto a quello fatto sopra per quanto riguarda Chiara Gamberale: la trama di questo libro non mi ha colpito, ma lo stile di scrittura di Levante mi è piaciuto. Una che di professione canta che scrive meglio di una che come professione scrive. Diciamola meglio, sempre perché non sono competente in questo campo: io ho apprezzato di più come scrive Levante. Come ha scritto questo libro. Ci sono frasi che mi sono sottolineata, delle metafore molto carine, dei commenti ironici che mi hanno divertita. Il libro racconta la storia di Anita , redattrice di una rivista di moda , un po’ inquieta, e si descrive usando la metafora “delle mille me“, che riflette i suoi cambiamenti di umore, il suo essere incostante. Nel romanzo si innamora di due uomini, durante una crisi consolidata con il marito . Ricorre più volte la frase: “io pago sempre il conto“. Questo mi è piaciuto per due fattori: il primo é che il personaggio di Anita in fin dei conti, anche se crede di amare più uomini contemporaneamente, é una donna indipendente, che ama offrire la cena al ristorante, senza per questo sentirsi meno donna. Legato a questo c’é il secondo motivo per cui questa frase mi è piaciuta: Anita, nel corso della storia, aumenta sempre di più la sua consapevolezza, comprendendo che è lei stessa che deve “pagare”, che deve scavare dentro di sè per fare i conti con le sue mille facce e per fare i conti con un passato molto doloroso. Il personaggio di Anita me lo sono raffigurato con un colore rosa tenue ; dentro, invece, con un grigio malinconico. Insomma, la trama non mi ha colpito perché l’ho trovata a tratti banale e forse non mi ha coinvolto anche per il tema di cui trattava, ma ci sono state molte frasi acute che mi sono piaciute molto ed è un libro che consiglierei, sopratutto a quelle ragazze e donne che stanno vivendo una fase un po’ spaesata, che si sentono confuse.
Chesil Beach, Ian McEwan
Arriviamo al mio libro preferito di febbraio ! Un libro di 130 pagine che mi ha commosso e che ho lasciato sedimentare prima di leggere quello successivo. È la storia di Edward e Florence, una giovane coppia appena sposata. Siamo negli anni ’60 e la trama si svolge nell’albergo della prima notte di nozze, luogo in cui per la prima volta i due si trovano vicini fisicamente. Non mancano alcune digressioni storiche del contesto di riferimento e della vita dei personaggi, caratterizzata da mancanze affettive e sentimentali. Il libro è molto breve e a chi mi sta leggendo non voglio preannunciare molto, ma voglio dirti: leggilo! Leggilo perché McEwan ha la capacità di trasformare frasi in poesia, di disporre le parole in modo che sembri di leggere un’opera d’arte. La scrittura è delicata, il dolore e la situazione sentimentale dei due personaggi è descritta con una sensibilità che ho trovato rara. Ci sono molte emozioni in questo libro, mescolate a una descrizione di una società piena di convenzioni, che ingabbia e provoca senso di vergogna , senso di colpa, che genera persone che sembrano essere analfabeti sentimentali.
Come un romanzo, Daniel Pennac
L’ultima settimana di febbraio è stata accompagnata da questo libro che è un inno alla lettura! Questo è un saggio in cui Pennac cerca di smontare tutti gli aloni che ruotano attorno alla lettura, come il dovere di leggere, il dovere di terminare per forza un libro, il dovere di leggere solo determinate cose. Ho apprezzato sopratutto le riflessioni sulla scuola e sull’educazione , perché mi sono ritrovata molto, ho pensato a quando andavo alle superiori e mi assegnavano libri che poi avevo l’obbligo di recensire, e la maggior parte di questi non li ho nemmeno letti, chissà quante cose mi sono persa. Forse l’amore per la lettura l’ho respirato veramente dal mio professore di storia e filosofia: non so se avesse letto il libro di Pennac, eppure un giorno é venuto a scuola con un libro e ha iniziato a leggercelo ad alta voce. Il libro era “Novecento” di Baricco, e lo leggeva talmente bene che ti vedevi le immagini davanti, ti perdevi in un mondo, e quasi volevi portarti il prof a casa, e chiedergli di leggerti un altro capitolo, e un altro ancora. Saranno due anni che leggo con costanza vera , mi capita di non finire libri, mi capita di fare periodi in cui leggo solo saggi psicologici/sociali, periodi in cui leggo romanzi, periodi in cui non leggo. Ma quando associano la lettura con il dovere mi viene da svenire. Io stessa prima mi obbligavo a leggere certe cose. Alla fine ho capito che i libri che più amo sono quelli che hanno un filo psicologico, che parlano di sentimenti, oppure che parlano di storie vere, di bambini o donne maltrattati, di coraggio e ambizione. Ora alzi la mano chi è come me. Forse pochissimi, forse tanti. Io sono una lettrice tira pacchi eppure io sto bene così, provo piacere. Perché dovrei obbligarmi a leggere cose che non mi interessano?
FILM
Sì, lui, il film evento, girato dal regista di Whiplash ( che mi è piaciuto ancora di più) e questa é la mia scena preferita, con quei colori e quella musica. Sono andata a vederlo il 7 febbraio al cinema.
Devo dire che, per mio gusto, amo tutto ciò che è musical, è colorato, e che fa venire mal di pancia ai nerd. Avevo grossissime aspettative su questo film perché era attesissimo e devo dire che forse non é stato per me il film dell’anno come pensavo, ma comunque l’ho adorato. Ho adorato la fotografia del film, i colori, le sceneggiature, il fatto che ci fossero elementi antichi e moderni insieme, e questo ha fatto in modo che mi perdessi senza pensare in che epoca ero. E’ stato un momento sui generis. Ho adorato anche il fatto che questo è un musical moderno, perciò anche i personaggi sono moderni, e questo sta a significare anche parità tra i due sessi.
Ho adorato le parti cantate che secondo me ( forse non secondo chi odia i musical ) erano troppo ridotte. Ho adorato anche la riflessione esplicita che viene fatta sul jazz, genere musicale spesso ricondotto al puro accompagnamento.
Questo, in effetti, è un film dedicato “ai folli e ai sognatori” e per questo credo che molti non possano non amarlo.
I punti forse più critici a mio avviso sono stati quelli legati alle poche canzoni , che speravo fossero di più e ad alcune parti ( come la discussione a tavola dei due protagonisti, che sembrava una banale litigata che vedresti in milioni di altri film, quando io già me li immaginavo litigare cantando) che avrei apprezzato se fossero state più vibranti, più cantate, più magiche.
MUSICA
Vietato morire, Ermal Meta
Febbraio, cinique giorni di Sanremo. Cinque giorni all’italiana, sembra che il mondo si annulli. Ma non voglio parlare di Sanremo dal punto di vista mediatico, delle battute della De Filippi che non fanno ridere ( poverina, ma cosa le fate dire cose divertenti?), o di ospiti invitati a caso. Voglio parlare della canzone che ho più apprezzato. Forse non ho nemmeno una classifica, ma voglio parlare di questa canzone. E di lui.
Ermal Meta, l’unico ad essere salito sul podio con un testo tutto suo e quest l’ho trovato,già di per sé, super.
Il testo é una dedica alla madre, ma questo l’ho scoperto dopo. Mi ha commosso già così, come mi ha commosso il video e mi commuove ancora ora.
Mi sono sentita muovere dentro alle parole :
Non ho dimenticato l’istante in cui mi sono fatto grande, per difenderti da quelle mani anche se portavo i pantaloncini
Scegli una strada diversa, ricorda che l’amore non è violenza, ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire
La vita che avrai non sarà mai distante dall’amore che dai
Mi commuove l’immagine di questo bambino, che si fa più grande di quello che è, che capisce ciò che vede. Mi colpisce il fatto che il fulcro della canzone sia la disubbidienza. Disobbedire per vivere, disobbedire per amare più forte. Ermal Meta riesce a cantare questo testo importante senza molta retorica, con una consapevolezza che si respira, che sta dalla parte del più debole, ma che alla fine ha un grande margine per scegliere, per ricominciare, per far sì che la macchia della violenza non si intacchi sulla pelle come una cicatrice.
Proud Mary, Tina Turner
Tutto un altro tipo di canzone. Tina Turner é una bomba della versione live di questa canzone, su YouTube si trova la versione girata durante il concerto a Wembley. Una canzone che scuote, che fa divertire. Grazie alla band ho potuto scoprirla ed é decisamente la canzone che mi dà la carica in queste giornate di febbraio !
https://m.youtube.com/watch?v=T2T5_seDNZE
Che sia un marzo pieno di cose belle!
Febbraio, caos catartico Hello! Febbraio è stato un mese un po' malinconico, ma fortemente introspettivo, ispirante, creativo. E' il mese degli Oscar, di Sanremo, il mese in cui finiscono gli esami, il mese in cui ti sembra di chiudere un cerchio, qualcosa.
0 notes
Photo

La FELICITÁ è cosa buona quando riguarda gli individui, ma divina quando riguarda la città . Aristotele Immagine : Paul Klee
0 notes
Photo

"Vuoi rivoluzionare il mondo?" disse il seme. "Allora trova il coraggio di lasciare sbocciare tutti i doni che abitano in te e non avere la pretesa di trasformarti in qualcosa che non sei tu. Rafforza ed eleva ciò che sei. La vera trasformazione inizia con il coraggio di Essere. E' questa la più grande delle rivoluzioni : un'invincibile primavera." Hermana Águila - Ada Luz Márquez (presso Livigno)
0 notes
Photo

Painting by Joanna Pieczyńska
You can find more of her paintings here: http://bit.ly/29Qb7sp
Follow WE AND THE COLOR on: Facebook I Twitter I Pinterest I YouTube I Instagram
64 notes
·
View notes
Photo

Hall of Paintings - Kim English
American, b.1957-
Oil on panel , 18 x 24 “
3K notes
·
View notes
Quote
Una leggenda dei nativi americani narra di un padre che dice al figlio: " Nel mio cuore ci sono due lupi che lottano. Uno è violento e pericoloso, l'altro pieno di calore e compassione". Il figlio gli domanda: " Quale dei due vincerà?". E lui rispose: "Quello che io nutrirò".
0 notes
Video
youtube
Sigur Rós - Óveður
The band from Reykjavík, Iceland is back with “Óveður“, the first release since 2013, produced by Sigur Rós and Paul Corley Krunk. The single is out via XL Recordings.
Video shot in Grindavík, Iceland, directed by Jonas Åkerlund.

60 notes
·
View notes