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A te
A te, che nascondevi il dolore dietro un pacco di biscotti e un sorriso finto, che dicevi “ho solo fame” quando in realtà volevi solo sparire un po’. A te, che ti sei odiata davanti allo specchio e hai fatto la guerra al tuo corpo come se fosse colpevole di tutto. Oggi ti scrivo perché sei ancora qui.
Nonostante tutto.
Sei sopravvissuta ai giorni in cui il buio sembrava avere più peso del tuo respiro. E lo so, ti sembrava che nessuno capisse, che nessuno potesse sentire la fame che avevi: non di cibo, ma di pace. “Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi cominciare da dove sei e cambiare il finale.” (Lewis)
Non eri debole, eri solo esausta. Come una casa troppo piccola per contenere il terremoto. Come il mare quando inghiotte tutto e poi finge di essere calmo. Ti sei aggrappata a briciole d’amore come se fossero pane. Hai usato il cibo come cerotto, come punizione, come compagnia. Hai avuto vergogna, e poi colpa, e poi vergogna di nuovo. Ma non hai smesso di cercare una riva.
“Le cicatrici ci ricordano che il passato è reale.”
(dal film Il corvo)
E le tue non sono una vergogna. Sono la mappa di tutto ciò che hai attraversato. “Ma il sole è ancora qui, e io sto ancora cantando.”
Ti sei salvata nel modo più silenzioso che esista: restando viva.
E questa, amore mio, è già una forma d’arte.
Oggi ti guardo con occhi nuovi. Non per giudicare, ma per onorare. Perché senza quella te spezzata, io non avrei mai imparato a ricompormi. Senza la fame di allora, non avrei mai capito quanto valga nutrirmi davvero: di luce, di amore, di lentezza.
“Tutto quello che devi fare è continuare a respirare
(dal film Cast Away)
E ora lo so: il buio non era te.
Era solo il tunnel.
E tu sei sempre stata la luce in fondo.
Con amore infinito,
da chi ce l’ha fatta.
Da chi, ogni giorno, sceglie di rinascere.
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lo e il mare abbiamo la stessa
profondità
Ci sono stati giorni di onde, alta marea, fulmini, vortici,
tempesta
Ma anche dopo la notte più buia tornare il sole
La bassa marea e la calma
Ed il processo, è naturale
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Conosco delle barche che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.
Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.
Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.
Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.
Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.
Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.
Conosco delle barche che si graffiano un po’
sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco.
Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.
Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.
Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.
Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano
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In sostanza chiedevo un letargo,
un anestetico,
la certezza di essere ben nascosto.
Non chiedevo la pace nel mondo,
chiedevo la mia.
- Cesare Pavese, la casa in collina
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A te che vorresti stare bene...ma non riesci. Non arrabbiarti, non odiarti, non mortificarti. Stai male, non lo hai scelto. Abbracciati,ascoltati, comprenditi ed amati.
A volte la vita può essere dura ed ingiusta, è vero. Per questo devi allearti con te stesso, invece di farti la guerra, perché solo così sarà più facile.
E ricorda di chiedere aiuto, perché non è un fallimento, non è debolezza. Chiedere aiuto è un atto d'amore, di umiltà, di coraggio e di maturità.
Ricorda che se ti senti intrappolato in una serie di schemi e situazioni che finiscono sempre per ferirti, non sei tu ad essere sciocco, masochista o inadeguato.Quegli schemi, infatti, sono la soluzione migliore che hai saputo trovare tuo malgrado, quando chi avrebbe dovuto amarti, indirizzarti, farti sentire al sicuro, non c'è stato.
Quel loop infernale è il frutto amaro, spesso, di un'infanzia rubata, privata della spensieratezza e riempita di problemi e responsabilità troppo grandi. Non temere, perché anche delle ali spezzate possono guarire. Forse è vero, ci vorrà un po' per poter tornare a volare...Ma la sai una cosa? Calvino ci ha lasciato un aforisma bellissimo:
"Leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore."
Non avere fretta di spiegare le ali per toccare il cielo con un dito.
Stare bene richiede tempo, fatica, impegno.
Per questo correre non serve. Poniti un obiettivo alla volta e passo dopo passo comincerai ad avanzare. Ti capiterà di cadere, di farti male, è inevitabile... Non fare però l'errore di gettare la spugna o di colpevolizzarti, piuttosto, voltati e rammenta tutti i piccoli progressi fatti.
Ricorda che gli alti e bassi ci saranno sempre.Ma quei bassi saranno ogni giorno un po' meno bassi, quindi non mollare mai.E se di tanto in tanto ti sentirai stanco, triste, solo. Se avrai voglia di piangere, di urlare...
Fallo!
Perché ogni emozione è valida e merita di essere vissuta ed espressa.
Non è evitando la tristezza e la rabbia che troveremo la felicità e la serenità. Perciò respira, datti il tempo e la possibilità di essere fragile, perché solo così potrai rialzarti più forte e leggero.
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Sei perfetta, non impeccabile ma PER FETTA
significa che ci hai provato così tante volte da essere a fette, a pezzi, distrutta, disintegrata, che ci hai provato così tante volte, che ora è da stupidi mollare.
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Che poi non abbiamo tutti lo stesso tipo di vergogna. Ognuno di noi ha la sua vergogna" speciale" che può riguardare l'aspetto fisico o qualcosa che non va nella propria vita. Qualunque sia la nostra vergogna e la ragione per cui la proviamo, questa nasconde solo il nostro desiderio di essere amati e la paura che ci sia, in noi, qualcosa che non ci rende amabili. E, a volte, è proprio così perché il nostro errore può ferire e, di conseguenza, farci sentire non amati.
Essere amati non è forse il desiderio con il quale veniamo al mondo? Non dice questo il primo vagito di un neonato, placandosi solo quando arriva tra le braccia di qualcuno?
Perché, spesso, la cura per il dolore è il contatto che ci rassicura che sta andando tutto bene. La vera educazione "al sentimento" ci offre gli strumenti per la riparazione
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La vita è una Giostra
Spesso nella vita sembra di essere sulle montagne russe: ci sono alti,bassi,a volte ti capita di non sapere più dove stai andando e ti verrebbe voglia di fermare tutto, di scendere dalla giostra , perché stai male e non ti diverti più , ma è la vita e tu non puoi scendere: non è ancora il tuo momento . Perché fa male? Hai dimenticato perché sei salito su quella giostra? Prima di salirci avevi le stelle che ti brillavano negli occhi solo a guardare le giravolte che avresti potuto fare...sembrava così divertente, ma non potevi sapere che avresti avuto bisogno di urlare il tuo dolore al mondo, che ti saresti sentito solo e avresti avuto mal di stomaco e paura; ma non sei solo.....guardati attorno, siamo in tanti insieme a te su quella giostra. Se guardi bene potrai anche vedere sui visi delle persone sorridenti, le tracce delle lacrime che si sono asciugate sulle loro guance. Loro ora ridono perché han capito che non serviva reprimere quell'urlo che voleva uscire, han permesso a ciò che tenevano dentro di venir fuori : LIBERANDOSI capivano che in realtà nessuno era solo, ognuno poteva stendere la mano all'altro. Non sei solo.
Dal momento che siamo tutti su questa giostra pazzesca ...... spettinati, con le guance rigate dalle lacrime, perché non ne approfittiamo? potremo urlare, piangere, ridere, o magari potremo prendere la rincorsa per salire e ammirare tutte le albe della nostra vita, per poi scendere, lasciare andare, liberarci dai nostri pesi, rancori, tristezze, e da tutto ciò che ci opprime il cuore; per poi risalire di nuovo, insieme.
Finché ricorderai che quel dolore che senti dentro al cuore è in realtà una breccia che permette al sole di entrare , e che lo scopo della giostra è farti dire: " si, è stato divertente " Tornerà il sole. L' unica cosa che devi fare è allacciare le cinture, tenerti forte e aprire gli occhi: di fronte a te c'è la giostra più grande del mondo, la più esaltante, tosta ed emozionante che ci sia. Forse avremmo potuto scegliere una giostra più tranquilla, ma abbiamo seguito il nostro istinto. Abbiamo scelto le montagne russe per vivere a pieno questa pazza avventura : LA VITA NON SI MISURA ATTRAVERSO IL NUMERO DI RESPIRI CHE FACCIAMO
MA ATTRAVERSO I MOMENTI CHE CI LASCIANO SENZA RESPIRO
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L’amore…
Nessuno è cieco davanti all'amore.. tutti vedono, tutti desiderano, tutti si aspettano di essere amati, vogliamo qualcuno che non sappia soltanto prendere, ma che sia tanto bravo nel saper dare, e quando questi non sono in grado di saper dare tutto quello di cui ha bisogno l'amore, ci diamo colpe che non abbiamo. pensiamo che siamo noi sempre a sbagliare..
arriviamo persino a credere che l'amore faccia male..no. non lo è, perché l'amore è l'unico sentimento che fa stare bene.
Non è l'amore che fa male, ma sono unicamente coloro che non sanno amare o che fingono di farlo
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Qual è il senso della vita?
Trovare il senso della propria vita corrisponde al trovare la felicità.
Ma ti sbagli se pensi che le gioie della vita vengano soprattutto dai rapporti tra le persone. Dio ha messo la felicità dappertutto e ovunque, in tutto ciò in cui possiamo fare esperienza. Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo di guardare le cose
La felicità è una scelta, una strada da percorrere: non è il contrario della tristezza, quanto la consapevolezza della fragilità che abita in ognuno e la capacità di amare questa fragilità come il bene più prezioso in ognuno. Uno dei film che affronta il problema della felicità è al centro del film Into the wild, che racconta la storia di Christopher McCandless, un ragazzo che appena dopo la laurea intraprese un viaggio in solitario nelle lande desolate dell’Alaska dove trovò la morte accidentalmente. Anche lui era in cerca della felicità, al punto che ci ha lasciato nei suoi diari alcune riflessioni molto interessanti.
C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso... Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale. essere triste o felice?”, risponderebbe “Triste”. Eppure quando ci fanno la domanda “Sei felice?”, esitiamo sempre a rispondere e spesso ci affidiamo a un diplomatico “sì, dai, abbastanza”. Sappiamo poco di quel che significa essere triste e ancora meno di quel che significa essere felice. La felicità è un mistero e oggi la nostra società sembra volerci obbligare a essere felici a tutti i costi proponendoci dei modelli sterili di realizzazione perlopiù basati sul possesso. Cose già viste, a ben pensarci. Gli dei dell’antica Grecia erano belli, immortali ed eternamente giovani; passavano la vita ad amoreggiare, ridere e trastullarsi in banchetti (anche a farsi la guerra, di tanto in tanto). Tutti oggi firmerebbero per una vita così perché la immaginiamo perfetta. I modelli di felicità presenti nelle pubblicità, proprio per il fatto che il marketing gioca con la nostra insoddisfazione, propongono sempre uomini e donne belli, affermati, sempre giovani. La realtà, però, è molto più complessa: ma questi desideri ci spingono a lavorare per ottenere quegli obiettivi. Spesso, una volta ottenuti, ci sentiamo vuoti e insoddisfatti. E torniamo al punto di partenza.
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“PENSA A TUTTA LA BELLEZZA ANCORA RIMASTA ATTORNO A TE E SII FELICE”
ANNA FRANK
Viviamo in una società in cui si rincorre la bellezza.Dal modificare qualche foto fino ad arrivare alla chirurgia, dal colore dei capelli ai tatuaggi sul corpo. Insomma cerchiamo di modificare noi stessi in meglio. Ma sorge spontaneo chiedersi il motivo: rispettare i canoni di bellezza o semplice gusto personale per star meglio con se stessi? Due motivazioni antagoniste che portano lo stesso risultato. Personalmente trovo positiva qualsiasi forma di miglioramento personale, purché ciò che ci spinga a farlo sia solo il desiderio di perfezionamento. Scongiuro tassativamente invece il seguire degli stupidi stereotipi. Insomma, chi siamo per imporre a qualcun altro un modello da replicare? Chi siamo per giudicare cosa è bello e cosa non lo è? L’unico giudice di te e della tua vita sei tu stesso. Se ti attrae, se ti persuade, se ti piace perché farti condizionare?
Tuttavia, la bellezza è un argomento molto più ampio, mi piace considerarla come una dea che ti manipola e ti allontana della sfera del non bello. Perdi così tanto la testa per lei da non vedere altro.
Ma bisogna sottolineare che la bellezza è anche invisibile agli occhi. C’è chi si innamora di una voce, chi di un profumo, chi invece si innamora di una personalità. Insomma, la bellezza sta soprattutto nelle piccole cose, quelle cose che un po’ sottovalutiamo ma di cui non riusciremmo a fare a meno. Quelle piccole cose che ti rattristano con il passare del tempo e che inevitabilmente non potrai più viverti allo stesso modo, che non si limitano alla pelle prima di rughe o al corpo tonico, ma alla bellezza dei momenti insieme, dell’aria fresca che ti scorre sul viso durante una passeggiata in bici o alla bellezza del tramonto al mare. Tutto può essere bello, basta guardarlo con gli occhi chiusi. Mi sono trovata un po’ in difficoltà a cercare di esprimere il mio concetto di bello e cosa mi piace. Sono una persona molto riservata e gelosa dei propri gusti. Per me la bellezza è stare bene con sé stessi, è non stare nella pelle al pensiero di fotografare il cielo, è perdere la testa per un tramonto. Per me è bella la tenacia, è affascinante il coraggio ed è stupendo essere unici. E forse proprio perché mi piacciono così tante piccole cose che so il tempo mi porterà via che ho timore di esprimerle! Sono gelosa della possibilità che gli altri possano osservare le cose con i miei stessi occhi. Ma alla fine la bellezza è soggettiva e, possibilmente, molti considererebbero banali le cose che per me sono belle.
La vita è bella, come sostiene anche il filosofo Vito Mancuso in un suo recente saggio, perché è piena di personalità differenti, di cose da scoprire e da momenti da vivere. La vita è bella perché non sai mai cosa ti aspetta e finisce sempre con il sorprenderti. E se la vita è così bella, perché dobbiamo uniformarci tutti? Non vince il più bello per la società o il più intelligente per la scuola, vince chi è felice. Se ciò che ti rende felice e che trovi bello è diverso dal mio, nessuno dei due è sbagliato o deve cambiare per rispettare i canoni dell’altro, è proprio la diversità che rende tutto bello.
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Prima di pensare a cambiare il mondo, fare le rivoluzioni, meditarenuove costituzioni, stabilire un nuovo ordine, scendete prima di tutto nel vostro cuore, fatevi regnare l'ordine, l'armonia e la pace. Soltanto dopo, cercate delle anime che vi assomigliano e passate all'azione
Cras amet qui nunquam amavit; quique amavit, cras amet . Crescat scientia vita excolatur. Dum vita est, spes est. Dum vivimus, vivamus. An nescis, mi fili, quantilla prudentia mundus regatur? Ex nihilo nihil fit. Ex vita discedo, tanquam ex hospitio, non tanquam ex domo, Veritas vitæ magistra .Sic vita est
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Seguire tutto all’infinito fino a che tutto sia un po’ più chiaro.
Noi che abbiamo un mondo da cambiare, noi che ci emozioniamo ancora davanti al mare.
Tutto muore, è un dato di fatto, ma forse tutto ciò che muore un giorno ritornerà.
Prendi queste ali rotte e impara a volare
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Avrei da dire
Al mondo
Un pensiero profondo.
Su un tetto
Vicino ad una antenna
Per raggiungere
Distanze siderali
Fino all’altro ripetitore
Di emozioni.
Mi siedo
Perché rannicchiato
Non sento vertigini.
Ora sono pronto
Richiamo la voce
In un urlo precoce.
Ne esce un pensiero astruso
Che nessuno capisce
Al primo udire
E nemmeno io
Saprei da dove viene.
Disperso
Su un tetto
Vicino ad una antenna
Intento a coprire
Distanze microcosmiche
Fino in fondo al mio cuore.
Chi sono?
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