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Oneste considerazioni sui Ramones e le gomme Brooklyn.
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fbafkis · 5 years ago
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Incipit
“meglio morire che fallire
e non essere niente
purtroppo sono troppo intelligente
e soffro
perché comprendo il mondo
le persone  
il tempo
e mi rendo conto della caducità umana della miseria della mia esistenza al cospetto della vastità di io che sono presenti nel mondo
solo la distanza e la molteplicità e^n dei luoghi sulla terra ci rende dei miseri pupazzi che vengono trascinati dall'impeto dello scorrere della vita senza che possiamo neanche lontanamente abbracciarne la totalità
non saremo mai in grado di conoscere il tutto ciò che ci circonda
non potremo mai provare la completezza e la totalità dell'esistenza in tutte le sue sfaccettature
siamo esseri finiti immersi nel tempo infinito
la più illustre e variegata delle esistenze risulta misera e ridicolamente povera confrontata alla minima parte di mondo che conosco
annaspiamo costantemente lacrime agli occhi, per poi lasciarci cadere in una nostalgia per tutto ciò che non possiamo più lasciare entrare dentro di noi
in un disperato anelare verso il crogiuolo di suoni immagini odori sensazioni che rievocano tutto ciò che mai abbiamo avuto o mai più avremo  
siamo come un fuscello, un esile stelo di grano che si trova nel mezzo di un campo su cui si abbattono i tre uragani dell'esistenza di qualsiasi forma di materia
il passato  
il presente alternativo
e il  futuro mai raggiungibile  
l'universo si può riassumere in questo
e noi ci illudiamo
ci anestetizziamo e io sono sventurato al punto di rendermi conto di tutto ciò
di conoscere mari, monti e pure di essere al contempo ignorante rispetto ai tre lati della realtà
io so troppo del mondo
io preferisco morire piuttosto che avere la consapevolezza che ho
la maledetta lucidità
il mio cuore gronda sangue ogni volta che mi sveglio
vorrei essere nato e vissuto in un tepore totale
sono dilaniato dalla frustrazione, dalla disperazione
tutte le scelte sono sbagliate
o forse solo una strada è giusta
e poi gli altri milioni di possibilità?
è intrinseco nella natura umana
non hanno provato altro che un infinitesimo di quello che si può provare
io vorrei vivere in un mondo antico
con una limitata possibilità di scelta
sarebbe tutto più facile
in balia di logiche che non puoi conoscere
una conoscenza ormai così vasta ma così inutile
l'umanità verso l'autodistruzione
io penso più lontano di chiunque altro purtroppo
probabilmente mi ucciderò per questo un giorno
possibile che ci è scappato per così poco un passato come quello del 900?
possibile che abbiamo avuto la sfortuna di esistere proprio alla fine di un periodo migliore?
allora la rischio e mi ammazzo sperando di reincarnarmi in un altro temo o un'altra dimensione
io non posso non riesco
il mondo è troppo per me
non concluderei niente
sono solo una goccia nell'oceano  
un oceano avvelenato”
Questi sono sconnessi brandelli di un ironico sfogo nato in una conversazione su Telegram. Comicamente e volontariamente esasperato ed esagerato, era nato da un passeggero stato di sconforto dovuto probabilmente alla imminente sessione di esami che stava per piombarci addosso. 
Ora che la suddetta sessione sembra stia procedendo nei limiti della sofferenza umana, e rileggendo quei messaggi, mi sono reso conto di aver fotografato e identificato alla perfezione l’origine di quella sensazione di insoddisfazione che spesso si impossessa di me. Quindi mi sono detto: perché non mettere nero su bianco alcuni dei miei voli pindarici migliori, qualche scampolo delle mie elucubrazioni sul mondo, su quello che mi capita di sapere. Potrebbe essere figo e interessante tenerne traccia. O forse no. Ma sì dai, giusto srotolare un filo di Arianna nel mio contorto labirinto mentale, cercare alla buona di unire i cocci, e di fissare in qualche modo la mia personale percezione del mondo, anche solo per avere il barlume di un punto di riferimento. Poi fanculo se sarò l’Henry Miller dei poveri, una volta scrivere mi piaceva e mi riusciva abbastanza bene. Vediamo se ho perso la stoffa: a forza di scrivere merda di codice e di avere a che fare con manichini muniti di lenti da 6 mm di spessore qua si diventa autistici per osmosi. E perdere la capacità di comunicare, soprattutto oggi, mi sembra abbastanza pernicioso. Appunto, come perdere un minimo di ricchezza di vocabolario. Chi vivrà vedrà. 
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