filippob95-blog

[filippob95-blog]

Mi bastano 5 secondi da solo col cervello per capire che ho fatto una stronzata. Che il cuore si blocca e inizia a battere affannosamente e mi manca il respiro e inizio a boccheggiare. Poi sale sale e arriva la crisi: scendono le lacrime, inizio a gemere come una femminuccia e la scatola dei ricordi si apre e mi vengono alla mente le giornate che abbiamo passato belle o brutte non importa. Poi un’altra parte del cervello inizia a muoversi, non so bene quale sia, il cuore rallenta ancora di più, e il respiro è quasi assente e il corpo totale sente la necessità di un rigurgito. Subentra la paura, ma non la paura dei ragni e dei fantasmi, che poi non ho paura di niente di tutto ciò, ma una paura più forte, più brutta, la paura che la mia vita dovrò costruirla senza di te, e che tu dovrai farlo senza di me. La paura che quei gesti insignificanti, che quei giochi, quegli sguardi e quelle attenzioni che avevi nei miei confronti prima o poi li riserverai ad un altro, che riesca a estrapolare da te quelle sensazioni così forti che solo io pensavo di tirare fuori, che dovevo capire che erano riservate a me, dovevo proteggerle, difenderle, custodirle. Quando mi sono reso conto di tutto questo era ormai troppo tardi, tu eri stata già male, e io non c’ero. Quando tu provaci ti questi dolori, queste sensazioni, io stavo da un’altra parte, magari a divertirmi, quando tu provaci questo desiderio impellente di volere spiegazioni, quando ti chiedevi perché mi ignora? Perché non pensa a me? Io ti ignoravo, io pensavo ad altro e ad un’altra. Ora la medaglia si è rovesciata, io ti vedo, ti penso, ti piango e tu hai messo i cerotti dove prima c’erano le ferite e forse è anche giusto così. Non so come si faccia a dire il bello della giovinezza, “di essere ragazzi”, perché di bello non c’è proprio un cazzo. O forse sono io che non ne capisco dove sta il bello.