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Silk Road: il libertarismo nel Dark Web
Il Dark Web è, notoriamente, pieno di siti dove avvengono vendite o scambi illeciti ma, tra questi, la Silk Road di Ross Ulbricht (aka Dread Pirate Roberts) spicca per notorietà.
Logo della Silk Road - Wikimedia Commons
Come mai?
Secondo un articolo di Blockonomi, una delle cause dello sconvolgente successo della Silk Road fu l’integrità che il suo fondatore ha (quasi) sempre mantenuto relativamente a come la piattaforma venisse gestita e operasse ed è proprio questa causa, tra le tante,quella che andremo ad approfondire.
Ma prima, una breve presentazione del sopra citato Ross Ulbricht.
Ross Ulbricht è una persona fortemente scettica riguardo l’autorità governativa e un profondo sostenitore del libertarismo, ovvero, citando la relativa voce della Treccani, l’orientamento di pensiero e movimento politico-culturale statunitense tesi a esaltare il ruolo dell’individuo e la sua libertà d’azione all’interno della società capitalistica.
Questa sua, potremmo dire, radicale visione del mondo è ben riflessa all’interno della sua Silk Road. A detta sua, infatti, il suo obiettivo era quello di
“usare la teoria economica come un mezzo per abolire l’uso della coercizione e della violenza tra gli esseri umani”.

Foto del passaporto di Ross Ulbricht - Wikimedia Commons
Silk Road era dunque un mercato libero, al di fuori della portata del Governo e dove gli utenti potevano liberamente decidere quali sostanze acquistare, evitando però il rischio di avere a che fare con pericolose gang o di venire intercettati dal Governo.
Lo stampo ideologico della Silk Road però non si ferma qui.
Ai suoi albori, nonostante questo fattore avrebbe potuto renderla meno competitiva nel Dark Web, la Silk Road, per volontà di Ulbricht, ha permesso la vendita dei soli prodotti che risultavano in “crimini senza vittime”, bandendo quindi articoli relativi alla pedopornografia, carte di credito rubate, assunzione di sicari e armi. Quest’ultima tipologia di articoli, tuttavia, non fu bandita a lungo e la Silk Road cominciò a permettere anche la vendita di armi, sempre in accordo con gli ideali di libertà personale del fondatore (bisogna considerare che le armi negli Stati Uniti sono tutt’altro che un fenomeno di nicchia ristretto a forze dell’ordine, criminali e appassionati).
Insomma, la Silk Road è un esempio molto peculiare di mercato nero e, in quanto tale, può vantare una notorietà senza pari nel settore.
Un mercato libero, dove gli utenti decidevano per loro stessi e dove il Governo non aveva voce in capitolo: questo l’utopico sogno di Ross Ulbricht. Un sogno che lo ha reso prima multi-milionario e poi ergastolano nel giro di neanche cinque anni.

Immagine posta sul sito originale di Silk Road dopo la sua chiusura da parte del Governo - Wikimedia Commons
“Silk Road was supposed to be about giving people the freedom to make their own choices […] i made a terrible mistake that ruined my life”
Ross Ulbricht in una lettera al giudice che lo ha condannato al carcere a vita - Wikipedia
Montie
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The Brighter Side of The Darker Side of the Internet
Quando si pensa al Dark Web, certo non si pensa ad un luogo pacifico, pieno di arcobaleni e prati verdi e dove il sole è sempre raggiante. Il nome in primis ci dà l’idea di qualcosa di oscuro, pericoloso e da cui stare alla larga e in effetti, per la maggior parte del materiale che si può trovare in questa zona del web, il nome dà l’impressione corretta.
Ma il Dark Web è davvero tutto criminalità e violenza? No.
Come mostrato in un articolo di MakeUseOf del 2016 e successivamente in un articolo di LifeHacker del 2017, le attività legali che è possibile svolgere all’interno del dark web sono numerose.
Book clubs
Il Dark Web è sempre stato un luogo pieno di siti che fungevano da “book club”, ovvero luoghi in cui le persone si riuniscono per discutere di libri e scambiarsi opinioni a riguardo. Persino il fondatore della famosa Silk Road, Ross Ulbricht (aka Dread Pirate Roberts), aveva un sito in cui gli utenti discutevano classici della letteratura. Tuttavia, questi siti, per quanto innocui, spesso forniscono illegalmente materiale protetto da copyright, un esempio è il Jotunbane’s Reading Club, il quale fornisce download illeciti di libri con il dichiarato scopo di contrastare gli e-book che, a detta del fondatore “sembrano spesso fatti di fretta”. E’ comunque possibile trovare forum in cui ciò non avviene e che quindi di illegale non hanno assolutamente nulla.

Un libro cartaceo affianco ad un e-book - Fonte: Pixabay
Strategic Intelligence Network
Un sito molto singolare che fornisce informazioni esaustive su cosa potresti fare in caso di una moltitudine di situazione spiacevoli, dovunque tu sia nel mondo. Citando il sito stesso, quest’ultimo esiste per
“Fornire servizi di intelligence, risorse e strumenti per essere preparati e per rispondere a situazioni di crisi dovunque tu sia nel mondo. . . . Sii preparato per il giorno in cui potresti affrontare un rapimento, un disastro naturale, una rivolta o addirittura una guerra.”
E-Mail anonime
Con in mente l’idea di tutelare la privacy relativa alla mail di una persona, nasce AnonInBox, un provider di posta elettronica operativo nel dark web con un preciso ideale:
”Noi crediamo che la tua e-mail appartenga a te e a te soltanto e noi possiamo fornire la soluzione perché tu raggiunga questo obiettivo.”
L’effetto non è, come si potrebbe pensare, tutelare criminali che agiscono nel dark web, gli utenti infatti rischiano di essere estromessi da questo servizio se vengono scoperti ad usare questa mail per attività illecite.
Informazione
Se si vogliono informazioni e news relative al mondo del Dark Web, del BitCoin e simili, si può visitare Flashlight, “un raggio di informazione all’interno del Dark Web”, citando il sito stesso.

Un notiziario in vari formati - Fonte: Wikimedia Commons
Insomma, il Dark Web è sede di così tanti siti che c’era da aspettarselo che non tutti avessero scopi illeciti e/o sovversivi. Gli esempi esposti sopra sono solo una piccola parte di questo particolare lato del Dark Web il quale comprende anche numerosi social network e una piattaforma internazionale di scacchi per sfidare utenti da tutto il mondo.
Montie
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Hire an hacker
“Hire an hacker” è uno dei tanti servizi offerti all’interno della Darknet che si sta espandendo a vista d’occhio, infatti assumere un hacker è una pratica che risulta piuttosto semplice e veloce all’interno del Dark Web.
Questo risulta possibile grazie al numero sempre crescente di Hacking communities pronte a soddisfare ogni sfizio: dal fidanzato paranoico che vuole spiare i vari account social, al furto d’identità fino ad arrivare a spionaggio industriale e tanto altro.
Questo mercato si sta espandendo sempre di più grazie all’anonimato garantito dai protocolli di comunicazione, che minimizzano i rischi di essere scoperti dalle autorità, e ai pagamenti effettuati tramite Bitcoin o altre criptovalute, che ne permettono la non tracciabilità.

Bitcoin - Wikimedia Commons
I servizi offerti dagli hacker di queste comunità sono tra i più vari, in particolare, come mostra l’articolo di Infosec Institute, vi è un costante aumento di interesse nei confronti del mercato di dati personali come carte d’identità, numeri di previdenza sociale, patenti di guida, ovvero qualsiasi cosa che potrebbe essere utilizzata come secondo strumento di riconoscimento. Inoltre, come se tutto questo non fosse già abbastanza, vengono anche offerte delle lezioni di hacking che permettono ai criminali interessati di entrare in questo business.
Oltre a questo vi è un anche un largo mercato di carte di credito rubate acquistabili al misero prezzo di una decina di dollari, come dimostrato dall’articolo di Secureworks si può “comprare” una carta virtuale Visa o una Mastercard a soli quattro dollari.
Ma questo non è che una piccola parte dei servizi offerti dagli hacker del Deep Web, ci sono servizi che possono attirare qualsiasi tipo di clientela, infatti il Business Insider in un articolo espone in maniera concisa alcuni dei servizi si possono generalmente acquistare e i relativi costi delle stesse, tra cui:
Recensioni su Yelp – $3-$350
Uno strumento per hackerare account Facebook -19.99$ per 3 mesi
Password di Netflix – 1.25$
Lezioni di Hacking – 20$
Netflix logo - Wikimedia Commons
Questi servizi, visto il loro bassissimo costo, sono alla portata di tutti, ma ci sono alcuni tipi di servizi che costano talmente tanto da comprare che vengono affittati per mesi o addirittura giorni.
Nell’articolo precedentemente citato dell’INFOSEC Security l’argomento viene trattato in modo più dettagliato, in particolare è interessante notare i tipi di servizi offerti e il loro rispettivo prezzo, entrambi molto distanti da quelli elencati sopra:
DDos service 24 h – 480$
KIT: Tomcat Worm – 1’578$
Attacco mirato a uno specifico utente - 2’000$
E questo non è che la piccola punta dell’iceberg di quello che si può trovare all’interno della Darknet, però la vera domanda è:
“Tutto questo è eticamente corretto?”
Sara
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“EVERYTHING IS SO MUCH EASIER WHEN YOU’RE NUMB”
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Qual è la differenza tra Deep web e Dark web?
Sono poche le persone che conoscono la vera differenza tra Deep web e Dark web.
Erroneamente si pensa che in entrambi ci siano siti illeciti e più precisamente nel primo siti commerciali di droga e armi e nel secondo siti di pedopornografia e molto altro.
Si deduce che la maggior parte della gente associ ai due tipi di rete un livello di “pericolosità” in base al contenuto.
In realtà la differenza tra i due “tipi di web” è molto più ampia.
Riprendendo ciò detto nell’ ultimo post da me caricato, notiamo che la rete Internet può essere suddivisa in tre parti: web pubblico, deep web e dark web.
Il deep e dark web corrispondono al 96% di tutto Internet.
Perché è sbagliato ciò che crede la gente riguardo il deep web e dark web?
Il deep web è la parte non indicizzata di Internet, con niente di illecito.
In questa sezione di Internet ci sono le nostre chat di Whatsapp, possiamo trovare il nostro conto corrente, i nostri video caricati su Youtube e resi privati, i documenti salvati sul Cloud e molto altro.
Il dark web invece e caratterizzato da materiale illecito, raggiungibile solo tramite appropriati browser.
Il browser più utilizzato, o comunque il più conosciuto, per poter accedere ai siti di questa sezione di Internet è Tor. (In questo post parleremo solo di Tor come browser per l’accesso al dark web)
Ovviamente Tor è un browser non solo utilizzato per poter accedere a questa parte oscura della rete (altrimenti non sarebbe neanche possibile poterlo scaricare legalmente da quello che noi definiamo web pubblico): Tor è un browser che garantisce l’anonimato a chi naviga in Internet; quindi un qualsiasi utente Internet può anche solo accedere a Google con Tor senza che il proprio indirizzo IP venga riconosciuto.
Come questo browser ci dia l'anonimato in rete è un po’ ostico da comprendere, ci basti sapere che grazie a protocolli di criptografia e il giusto utilizzo di chiavi pubbliche e private il nostro indirizzo IP non è riconosciuto.
Grazie all’anonimato che Tor ci assicura, è possibile raggiungere siti illegali che, con un normale browser non avremmo mai raggiunto; sto parlando dei siti del “dark web”.
In questa sezione di Internet il numero di siti è molto vasto e vario a seconda delle categorie.
Nel “web oscuro” troviamo link a pagine per acquistare armi, acquistare droga o anche pagine di sette sataniche, snuff movie e molto altro.
Spiegare il funzionamento di siti di vendita di armi e droghe od anche organi penso sia superfluo: il sito funzione come un qualsiasi sito di commercio online proprio come Amazon.com!
Mi piacerebbe, anzi, prestare più attenzione a siti come quelli destinati a “snuff movie”, vendita di gente e pedopornografia.
Gli “snuff movie” consistono in riprese in diretta di atroci omicidi. La maggior parte delle volte sono “interattivi”: tramite una chatroom l’esecutore chiede ai suoi spettatori quale vittima sarà la prossima a morire ed in che modo.
Molto utilizzato sul dark web è il commercio di gente, trattando il malcapitato come schiavo. Questa è solo la parte migliore: molto frequente è l’assassinio di queste persone (donne, uomini e bambini) per poter rendere possibile un eventuale organo (fegato, reni, polmoni ecc.).
Per quanto riguarda i bambini non è ancora detta l’ultima parola! I siti più cliccati nella parte oscura di Internet sono quelli che contengono materiale pedopornografico.
Sul dark web è anche possibile fare cose un po’ “più soft”: acquistare la cittadinanza americana o giocare a giochi online.
I giochi online che si trovano in questa sezione di Internet sono, per la maggior parte, giochi creepy. Uno in particolare che è molto conosciuto nel dark web è “Sad Satan”.
In questo gioco il nostro personaggio ha come scopo principale quello di attraversare i diversi livelli del gioco districandosi nel labirinto. Più si avanza di livello più il gioco diventa più sinistro con la presenza di personaggi secondari che possono essere innocui o che possono attaccare il nostro personaggio, ci sono melodie di sottofondo che fanno provare terrore al giocatore o ancora immagini subliminali che durano pochissimi millisecondi.

Di questo gioco forse si conosce di più l’immagine dell’uomo che appare in uno dei primi livelli. Secondo molti giocatori quest’uomo non era solo un’immagine del gioco, era un collegamento webcam con esso!
Questo però non è mai stato possibile provarlo, ma ciò che è certo è che la maggior parte delle persone che hanno giocato a “Sad Satan” non hanno più avuto una vita normale: avevano incubi, sentivano voci e, nei peggiori dei casi, hanno tentato di togliersi la vita.
Questo è uno dei tanti “giochi” disponibili in questa sezione di Internet e tutti hanno un obiettivo in comune: spaventare il giocatore e riuscire a controllarlo psicologicamente.
Ovviamente si sconsiglia di imbattersi del dark web perché è un posto pericoloso dove se non ci si sa “muovere” si potrebbero correre rischi, perdere molti soldi o, addirittura, mettere a rischio la propria vita.
@nicola-sin
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Video presentazione di ivano_idrontino.
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HIDDEN IMAGES
gif presa da wifflegif.com
Ivano
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L’anarchia ha fallito?
Come gran parte delle creazioni nate dalla mente umana, l’errore non è nello strumento in sé ma nell’uso che ne viene fatto; ciò che è scritto in questo post esprime solo un punto di vista (il mio) consapevolmente radicale e forse anacronistico, lo scopo è provocatorio e vuole gettare le basi per una discussione ben più ampia.
“Tutto il trecento parve, e fu veramente, anarchia”, scriveva Carducci; il ventunesimo secolo diremmo con certezza che è un epoca democratica (almeno all’apparenza) e per niente anarchica. Analizzando alcuni fenomeni ci accorgeremmo che di democratica c’è realmente solo e soltanto l’apparenza, invece di anarchico c’è una grandissima realtà che si è sviluppata in questi anni, proprio in nome della libertà di espressione.
Una realtà che ha dimostrato allo stesso tempo l’enorme forza e la totale incapacità di autocontrollo delle masse, il deep web, la più reale attuazione dell’utopico concetto di anarchia e anche la dimostrazione del suo fallimento nella società capitalista?

Times Square, New York City, foto presa da Public Domain Images ;
A metà anni 90, la marina statunitense sviluppò un motore di ricerca con il fine di proteggere le comunicazioni governative, TOR, un circuito crittografato che garantiva il totale anonimato.
Degli hacker riuscirono ad entrare in questo sistema spinti da motivazioni ideologiche: lo scopo era quello di sfruttare questa rete per permettere agli utenti di parlare liberamente di qualsiasi cosa al riparo dal controllo delle organizzazioni governative occidentali o dai regimi dittatoriali.
In un mondo in cui veniva sempre più minacciata la privacy dei cittadini (soprattutto dopo l’undici settembre) un sistema anonimo divenne uno strumento a difesa della democrazia. Se lo scopo era così nobile, perchè allora il deep web si è tinto di nero ed ha iniziato a contenere tutto quello che di male esiste al mondo?
Nel “cofano di internet” per essere anonimi, è come se tutti indossassero un passamontagna, e si sa cosa fa la gente con un passamontagna… Inevitabilmente si cominciarono ad immaginare modi per far soldi con questo strumento, che divenne rapidamente un mercato di contrabbando di merci e servizi illegali nella maggior parte dei paesi.

foto presa da Pixabay
In particolare nacquero negozi online come Silk Road il quale è stato definito l’”Amazon delle droghe”, su cui poteva essere acquistata qualsiasi droga o arma. Sul deep web si creò un vero e proprio mercato pedopornografico e si dice che si potessero addirittura assoldare dei killer.
I governi vennero rapidamente a conoscenza di questo, ma nonostante ci��, oggi, tutto è ancora in piedi, per ogni sito chiuso se ne ricreano dieci e gli arresti in vent’anni sono meno di venti; questo a dimostrare quanto forte possa essere una comunità di antagonisti del sistema.
È forse la prova che gli uomini, come le bestie, in assenza di regole preferiscono sempre il proprio bene a quello di una comunità, e quindi uno strumento che può essere usato contro gli abusi di potere diviene un modo per esercitarlo.
Ivano
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Dal darknet ad una galleria d’ arte
Detto tra noi, a chi non è mai venuta la curiosità, dopo aver letto un articolo o visto un servizio, di andare a vedere cosa succede sul deep web? Fortunatamente però il nostro buonsenso ci ricorda che non è una grandissima idea e nella nostra mente ci appaiono le immagini dell’FBI che bussa alla nostra porta o peggio ancora ci assale la paura che la nostra vita possa trasformarsi in una puntata di “Black Mirror”. Ma cosa succede se tutto questo lo si fa fare a qualcun altro?
Un collettivo di artisti contemporanei, !MEDIENGRUPPE BITNIK ha fatto proprio questo, ha dato un budget di 100 bitcoin a settimana ad un bot che va a fare shopping random sul deep web e fa inviare questi oggetti acquistati casualmente all’interno della galleria in cui è esposto. Solo dopo essere stati recapitati gli oggetti si scopre l’identità di questi, creando un collegamento diretto tra il deep web e la galleria; qui ogni nuovo oggetto spacchettato viene accostato ai precedenti creando un panorama variegato.

Carmen Weisskopf and Domagoj Smoljo, !MEDIENGRUPPE BITNIK;
Durante il primo ciclo di acquisti, da ottobre 2014 a gennaio 2015, il sistema ha acquistato 12 oggetti poi esposti in una mostra dal titolo “The Darknet – From Memes to Onionland” alla galleria Kunst Halle Sankt Gallen, a San Gallo (Svizzera).

“Random Darknet Shopper”, installazione, foto di !MEDIENGRUPPE BITNIK;
Il collettivo artistico è famoso per attuare spesso decostruzioni sociali, come si legge nella loro sezione about, e spesso sfruttano l’hacking come mezzo creativo per offrire al pubblico nuovi punti di vista. Può un robot commettere un reato?

120 Mg di MDMA con il loro “packaging”, foto di !MEDIENGRUPPE BITNIK;
La forza di “Random Darknet Shopper“ è proprio questa, far porre delle domande al pubblico su un tema tanto discusso oggi; nel tempo in cui droni senza pilota bombardano città a distanza e Google cerca un etica per lo sviluppo delle automobili con guida autonoma.
Tra gli oggetti acquistati dal sistema ci sono anche dieci pillole di ecstasy recapitate dentro una custodia per dvd, risulta interessante però osservare la varietà di merce acquistata poiché ci fa riflettere sull’immagine stereotipata che abbiamo del deep web e su quella che è invece la sua realtà, in seguito una lista di oggetti acquistati da Random Darknet Shopper:
Lattina di Sprite con doppio fondo;
10 pacchi di Chesterfield blue;
Passaporto ungherese falso;
MDMA (120 Mg);
Carta di credito visa platinum;
1.825.000 indirizzi mail;
Borsa di Louis Vuitton;
Cellulare dual sim che maschera la voce;
Libro di cucina francese;
Polo Lacoste falsa;
Chiavetta per Bitcoin;
Guida su come non essere arrestati sul deep web;
Replica di jeans Diesel;
Viagra prodotto da un azienda indiana;
Nike Air Yeezy 2;
Badge dei vigili del fuoco;
Tutorial su come hackerare un distributore di Coca Cola;
Template per creare false fatture delle bollette della British Gas;
Cappellino da baseball con telecamera spia;
Moneta canadese in oro puro (15g);
16 adesivi di sicurezza per rivendere prodotti già aperti;
Grimaldelli portachiavi per serrature di automobili;

passaporto ungherese falso, foto di !MEDIENGRUPPE BITNIK;
guida su come non essere arrestati sul deep web, foto di !MEDIENGRUPPE BITNIK;

replica di jeans Diesel, foto di !MEDIENGRUPPE BITNIK;

viagra, foto di !MEDIENGRUPPE BITNIK;

cappellino da baseball con telecamera spia, foto di !MEDIENGRUPPE BITNIK;
puoi vedere tutti gli altri oggetti su Random Darknet Shopper.
Ivano
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Questo è il mio video di presentazione di Hidden Bytes!
Sara
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Deep Web: non solo hacker, droga e armi
Il Deep Web, o meglio il Dark Web, nell’immaginario comune è visto un po’ come l’uomo nero che si nasconde sotto il letto: l’insieme delle cose più brutte esistenti al mondo che non ci fanno dormire la notte, come la vendita illegale di armi, droghe, sicari ecc.
Ma non è solo questo.
Questa parte del Web è nota per la sua peculiarità di garantire l’anonimato in rete tramite i software che ne permettono l’accesso (come Tor, I2P e Freenet ...), come si può leggere dal sito web di Tor “The Tor Project’s your privacy online”. La protezione della propria privacy, la possibilità di rimanere anonimi, di non essere tracciati, tutto questo non viene utilizzato solamente per attività illegali, come comprare droga o quant’altro, ma offre anche libertà di espressione e protezione.

Tor Project logo
Per questi ultimi due fattori il Dark Net ha iniziato a popolarsi di giornalisti che utilizzano questa risorsa, il Dark Net infatti risulta molto utile per quest’ultimi per interagire con i loro informatori in modo completamente anonimo. Infatti, Fabio Sanvitale, giornalista investigativo e scrittore, viene citato in un articolo sul sito web di LSDI (Libertà di Stampa, Diritto d’Informazione) per aver dichiarato:
“Per noi giornalisti, ad esempio, Tor è una manna: ci serve per poter comunicare segretamente con le nostre fonti. E qui parliamo sia di informatori che vogliono comunicare anonimamente sia di fonti note, che in questo modo sono tutelate nel loro anonimato. E poi, sotto Tor è possibile inviare mail che si autodistruggono dopo esser state lette…”
Oltre all’uso da parte dei giornalisti, Tor è fondamentale soprattutto per i dissidenti politici, che così hanno la possibilità di comunicare tra loro senza essere scoperti, per permettere la libertà di informazione anche nei paesi totalitari la censura da parte dei governi è rigidissima.
Per questo il New York Times il 27 ottobre 2017 ha annunciato, tramite la sua Direttrice del sistema informatico Runa Sandvik, un modo alternativo per accedere al loro sito, ovvero hanno messo disponibile il sito del New York Times su Tor. La motivazione dietro a questa scelta la si può leggere direttamente dall’articolo sul loro sito:
“The New York Times reports on stories all over the world, and our reporting is read by people around the world. Some readers choose to use Tor to access our journalism because they’re technically blocked from accessing our website; or because they worry about local network monitoring; or because they care about online privacy; or simply because that is the method that they prefer”.

Illustrazione di Kevin Zweerink per il New York Times
Il Dark Web è nato per la libertà di espressione, per permettere la circolazione di idee in presenza di controlli autoritari. La libertà di espressione è un diritto fondamentale consente di dire qualsiasi cosa, indipendentemente dal fatto che sia corretta eticamente o legalmente, e così il Dark Web, purtroppo, per poter mantenere questa libertà dell’anonimato bisogna accettare sia gli aspetti migliori sia quelli peggiori.
Sara
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Internet si ferma dove ci fermiamo noi?
Molto spesso si utilizza la metafora dell’ iceberg per indicare l’ intero Internet dividendolo in tre parti: il web pubblico, il deep web e il dark web.
Molto spesso si utilizza la metafora dell’ iceberg per indicare l’ intero Internet dividendolo in tre parti: il web pubblico, il deep web e il dark web.
Il “web pubblico” è dove la maggior parte delle persone passa il proprio tempo, dove utilizziamo i diversi social networks ( Facebook , @instagram , Twitter , e così via), facciamo numerose ricerche sui diversi siti o blog (quali @wikipedia , per esempio) o molto altro. Tuttavia questo è solo il 4% di Internet: ecco perché si utilizza la metafore dell’ iceberg, la parte più grossa sta sotto.
Il deep web è l’ insieme dei siti che, in parole povere, non possono essere trovati su Google; più precisamente è l’ insieme delle risorse non indicizzate dal World Wide Web, non indicizzate dai normali motori di ricerca. Il “deep web” rappresenta la parte più grossa del web ed è il 93% di esso.
L’errore più comune è quello di pensare che nel deep web si trovino siti osceni ed illeciti, ma non è corretto! In questa sezione di Internet troviamo tutti i dati che non sono accessibili semplicemente cercandoli da un motore di ricerca, per esempio e-mail, database, e tutto il materiale legalmente sul web ma accessibile solo da un specifico utente dopo la sua autenticazione.
Quindi, per esempio, quando viene pubblicato un video su @youtube ed è reso privato, questo è nel deep web.
La parte di Internet che tutti quanti erroneamente chiamano “deep web” è in realtà la parte più bassa dell’ iceberg: il dark web.
Il “dark web” corrisponde solo al 3% del web, eppure è la parte più pericolosa e difficile da raggiungere. In questa remota parte di Internet ci sono molti siti illeciti riguardanti vendita di droga, armi e molto altro. Nel “dark web” è anche possibile la vendita di organi, “affittare” un sicario che uccida su vostro comando una persona da voi indicata in cambio di pagamenti ( sul “dark web” la valuta è quella dei bitcoin ) e, cosa che sembra nella norma date le statistiche, pornografia illegale ( ma soprattutto pedopornografia ).
La domanda che ci si pone appena apprese queste notizie è : come mai nessuno fa niente?
Bisogna sapere che il dark web è accessibile solo tramite determinati software che garantiscono l’ anonimato a chi naviga sui siti della rete oscura. Uno dei software più utilizzato è Tor che grazie ai suoi algoritmi di indicizzazione e ai gradi di sicurezza che offre ci può rendere invisibili in rete.
Ovviamente si sconsiglia di imbattersi del dark web perché è un posto pericoloso dove se non ci si sa “muovere” si potrebbero correre rischi, perdere molti soldi o, addirittura, mettere a rischio la propria vita.
@nicola-sin
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La mia “scoperta” di Internet
La mia generazione ha avuto la grande possibilità di crescere con la presenza di internet, tanto da non potersi immaginare come sarebbe potuta essere la vita senza.
La mia primissima esperienza è stata piuttosto casuale, probabilmente durante l’utilizzo di un telefono di qualche parente ho cliccato quella strana “app” chiamata Web e sono finita su una pagina scura con una lineetta alla sommità avente uno strano insieme di parole e simboli, ignara di cosa fosse, la chiusi senza trovarci un gran interesse.

World Wide Web - Pixabay
Non potevo sapere che con il passare del tempo sarebbe diventato uno strumento così utile.
Pian piano sono arrivata alla “scoperta” della messaggistica istantanea, il famoso MSN, che mi che mi aprì la porta ad una dipendenza dal computer: ore e ore di fronte a uno schermo per scambiare messaggi, soprattutto inutili, con compagni di classe e amici vari salutati poco prima.
Con il tempo poi iniziai a navigare su internet, non tanto per trovare informazioni o quant’altro, ma per giocare online con piattaforme, tipo Habbo, e per ascoltare musica su SoundCloud o vedere video con YouTube; finendo poi per iscrivermi a social network come Facebook e MySpace, ormai fallito.

MySpace logo
In terza media iniziai ad aprire un blog su Tumblr, utilizzandolo principalmente per guardare blog d’arte, o simili, piuttosto che per la per la sua classica funzioni. Iniziai così ingenuamente a mettere le mani sui vari codici HTML per l’aspetto delle pagine, non credendo che questo sarebbe diventato uno spunto per la mia futura scelta universitaria.

HTML - Pixabay
Quando aprii per la prima volta internet non avrei mai potuto immaginare che con il passare dei miei anni sarebbe diventato un mezzo di così fondamentale importanza e tutt’ora non ne sono ancora del tutto consapevole di quanto lo potrà mai diventare.
Sara
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Da Memphis a Siri
L’anno in cui nascevo nasceva anche Memphis, meglio conosciuto come Windows98; io Memphis l’ho conosciuto a due anni, i miei erano fieri di avere un figlio che usava un computer e lo erano anche di avere un computer visto che a quei tempi costava milioni di lire e non era in tutte le case, noi ce l’avevamo nel negozio di papà.
Da li a pochi anni ogni bambino avrebbe usato calcolatori per giocare, io lo “usavo” per fare le casette su Paint quando c’era tempo e soprattutto quando non c’era brutto tempo, perché in quel caso mia nonna si preoccupava di chiamarci per ricordarci di staccarlo.
schermata di Windows 98 con alcune finestre aperte, immagine di gcflearnfree.org;
Le prime esperienze con internet le ho avute qualche anno dopo, sempre con Memphis; ricordo l’ostilità verso questo strumento nelle mani di un bambino e le continue storie di mia nonna su gente che “aveva acquistato case per sbaglio da internet’’.
Per la prima comunione mi venne regalato un cellulare che aveva la tv ed internet, lo pubblicizzavano dei tizi vestiti da astronauti che fluttuavano sulla luna, io sulla luna non ci dovetti andare ma per riuscire a prendere i canali dovevo andare nel posto più alto del mio paese; in campagna.

LG U-900 con schermo aperto, 2006;
All’epoca sulla maggior parte dei cellulari c’era un tastino con un mappamondo sopra che permetteva di andare su internet, di “accedere ai servizi”, cliccarlo era sconsigliato soprattutto ad un bambino, per dissuadermi mi raccontavano di gente indebitata per due o tre generazioni ed era davvero così, o quasi; io ovviamente lo cliccai avvalendomi della mia rispettabile posizione di ragazzino curioso e dopo varie ricariche i miei decisero di sostituirmi il numero e di bloccarmi internet.
Durante gli anni delle scuole medie acquistammo un nuovo computer, intanto le leggende su internet andavano affievolendosi e i computer erano più smart, talmente smart da non avere più bisogno neanche dei manuali di istruzione. Nel 2010 mi iscrissi a Facebook ed iniziai ad usare realmente internet, “decoravo” la mia bacheca con i video presi da You Tube, chattavo con i miei amici e condividevo stati e link che a rivederli dopo anni mi fanno sorridere o venire la pelle d’oca.
Oggi internet fa meno paura, la gente sa che non si rischia di acquistare una casa per sbaglio ma spesso dimentica la potenza e il reale pericolo di questo strumento meraviglioso, oggi anche mia nonna ha uno smartphone e io una promozione prepagata per internet. Uso internet dal mio iPhone per fare qualsiasi cosa e non ho più bisogno di andare nel posto più alto del mio paese per farlo funzionare.

selfie postato da Baddie Winkle, la nonna con 3 milioni di follower, su Instagram;
Ivano
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Il giorno in cui mi fu presentato Internet
La mia prima esperienza su Internet è strettamente collegata a ciò che fin da piccolo mi ha avvicinato al mondo dei computer, un aspetto della mia vita al quale tengo tuttora e che mi ha valso l’appellativo, non necessariamente positivo ma neanche negativo, di “nerd”: i videogiochi.
Un giorno, alle elementari, io e la mia classe fummo portati a visitare una ludoteca (un luogo, come suggerisce il nome, adibito a giochi di vario tipo). In questa ludoteca, tra i tanti giochi che ci fecero fare, anche “reali” e non solo “video”, ci fecero provare Age Of Mythology, un videogioco di strategia che ben si prestava a diventare il mio prossimo passatempo preferito. Io e qualche mio compagno ci appassionammo a questo gioco e lo comprammo, con l’intento di giocare insieme online.
Online. Non nascondo che questo aspetto, inizialmente, nonostante io avessi sentito così tante volte quanto Internet fondamentalmente “azzerasse”, detto impropriamente, la distanza tra persone situate ai lati opposti del mondo, mi colpì enormemente. Io potevo sì giocare con i miei amici distanti neanche un chilometro da casa mia, ma potevo anche farlo con un ragazzo in Spagna, una ragazza in Svezia o qualcun altro che si fosse collegato contemporaneamente a me ai server di quel gioco da un paese dell’Europa Orientale. Fu così che nacque la mia passione per quello che ora è chiamato, anche in ambito professionale tra Youtubers e streamers di Twitch, “gaming”.

Tastiera meccanica, tipologia molto usata nel gaming - Fonte: Flickr
Trascorsi pomeriggi interi a giocare a questo gioco insieme ai miei amici e molti ricordi a cui tengo particolarmente sono proprio legati a questo aspetto della mia vita che mi accompagna ancora adesso, anche se in misura decisamente minore (il Poli dà, il Poli toglie).
Insomma, si può dire che la mia prima esperienza su Internet abbia in larga misura influenzato l’uso che ne faccio tuttora, o che comunque ne facevo fino a non molto tempo fa. Ricordo questa prima volta con tanto affetto, tant’è che conservo ancora quel videogioco e, ogni tanto, mi concedo un bel viaggio nostalgico rigiocandoci e rivivendo esperienze provate, per la prima volta, più di 10 anni fa.
Montie
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