iosonocassandra
184 posts
Benedetta, Toscana "Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria, col suo marchio speciale di speciale disperazione."
Don't wanna be here? Send us removal request.
Text

Sabato sera, la musica fuori, vorrei solo sentirmi leggera, vorrei solo ballare.
Resto qua, sola per scelta o per inevitabilità.
Il mio odio (forse apparente) per il mondo mi protegge dalla disperazione.
2 notes
·
View notes
Text
Respira sta arrivando l'estate
Senti gli uccelli svolazzanti che cantano salutando il tepore del sole quasi primaverile? Vedi come la luce sempre più prevale sul freddo buio?
Respira sta tornando il sole e il tepore del primo raggio debole ti colpirà assorta.
Improvvisamente ricorderai che è passato un altro inverno e che il tempo scorre anche quando tu immobile non riesci a respirare.
Ricorderai che la natura continua con il suo moto rassicurante e il tuo cuore sobbalzerà, non abituato all'accecante luce.
Aspetterai che il calore ti pervada completamente e riesca a insinuarsi in ogni cavità vuota e in ogni crepa: finalmente sentirai quella completezza che bramavi.
I rami spezzati e congelati dell'albero si trasformeranno e diventeranno germogli fragili ma pronti a trasformarsi in profumati fiori. Diffonderanno il loro profumo nella valle e le api potranno produrre il dolce miele.
Raccoglierai i frutti e ti ricorderai che fino a che continueranno a nascere, tu farai parte di questo dolce fiume che ti trasporta con la sua corrente ma senza lasciarti affogare.
Tornerai ad Itaca dove riconoscerai di non aver mai abbandonato le sue sponde e capirai di essere soltanto un fiore toccato dall'aratro che passa oltre.
10 notes
·
View notes
Text
A volte lasciare andare è ciò che di più difficile sia necessario fare perché non esiste rassegnazione nonostante tutti i segnali che preannunciano il disastro.
Si pensa che il fumo possa dissolversi e che le fiamme possano venire spente prima di morire soffocati e bruciati ma si ritroverà il cadavere.
È difficile lasciare andare anche quando è la cosa più giusta da fare.
Per lasciare andare bisogna saltare nel vuoto e a me il vuoto ha sempre fatto paura.
1 note
·
View note
Text
Questa vita taglia a pezzi.
Ogni passo calpestio di vetri,
non camminare in modo sicuro, ti taglieresti soltanto i piedi;
anche i sentieri più morbidi
e accoglienti nascondono pezzi di vetro
pronti a squartare.
E la mia pelle non ha mai smesso di sanguinare
preferivo fare uscire io il sangue
prima che lo facesse la vita.
Ogni volta che cado
mi ricordo quella sensazione.
Anticipare il dolore è solo un modo per abituarsi.
Abituarsi al dolore è l'unico modo per vivere.
Morire è l'unico modo per essere felice.
#dolore#frasi vere#frasi tumblr#frasi mie#solitudine#frasi vita#frasi belle#amicizia#adolescenza#frasi
1 note
·
View note
Text
Non rimane che il buio
come ossigeno che riempie i polmoni
rarefatto ormai in ogni crepa più profonda.
Come un gatto sono in grado di vedere
la vostra assenza
le vostre menzogne:
il buio le chiarifica.
I tentacoli della vita mi trascinano verso l'abisso,
non c'è niente di più accogliente dello sprofondare.
#frasi belle#frasi tumblr#frasi vere#dolore#frasi mie#solitudine#frasi#amicizia#frasi vita#adolescenza
2 notes
·
View notes
Text
Cose per cui vale ancora la pena vivere:
Le poesie che mi fanno commuovere
Le colazioni scroccate al bar
Le piadine mangiate con C che nonostante ci conosciamo da anni si vergogna a mangiare insieme a me e mangia solo patatine fritte
Il sole dopo una mattinata passata chiusa in una classe
5 notes
·
View notes
Text
Solo oggi ho scoperto che Marzo è il mese dedicato alla consapevolezza sull'autolesionismo e questo è un tema a cui sono molto legata e sensibile ma al tempo stesso è così intimo che non ne parlo mai in modo approfondito con nessuno. Per la prima volta ho deciso di farlo qui.
Mi sono tagliata per la prima volta che avevo 11 anni ed era l'estate tra la quinta elementare e la prima media. Non mi sono tagliata con un coltello o con una lametta ma ricordo di aver preso un pezzetto acuminato di un mattone e di averlo passato più volte in un unico punto del braccio fino a che non si è creata una ferita. Ancora oggi ho quella cicatrice.
La prima volta che ti fai male in modo consapevole credo che sia ricordata da ogni persona che ha sperimentato questa modalità di gestire le emozioni o di provare qualcosa di fisico quando il dolore mentale è troppo forte.
Ho parlato di farsi male in modo consapevole perché io già da quando ero bambina sentivo il bisogno di farmi male, ovviamente in quel momento non sapevo bene cosa stessi facendo ma sentivo di averne bisogno. Sbattevo le ginocchia in terra per ore o il gomito contro un mobile perché volevo rompermi un osso. C'è anche una forma molto subdola del farsi male che è quella di strapparsi i capelli. Ecco io durante tutti gli anni delle elementari me li annodavo e strappavo e la mia infanzia è caratterizzata da tagli di capelli strambi per tentare di nascondere i buchi in testa.
La seconda volta che mi sono fatta male è stato strusciando ripetutamente il braccio contro un muro per graffiarmelo.
Durante gli anni delle medie sono passata a modi molto più drastici, prima forbici poi la lama svitata dall'appuntamatite. Nei momenti peggiori mi tagliavo sulle braccia, le gambe, la pancia, le caviglie e soprattutto i fianchi. Facevo nuovo e quella era una delle poche zone del corpo che era coperta dal costume ma alla fine non me ne fregava neanche più niente che la gente vedesse i tagli. Se c'è una cosa che ho capito è che la gente crede o fa finta di credere alle scuse più assurde e io per giustificare i tagli ne ho usate tantissime.
Avevo paura di tagliarmi troppo in profondità e di finire in ospedale e a volte ci sono andata vicino.
È incredibile come questa merda modifica anche le percezioni a livello fisico: le parti del corpo dove mi tagliavo di più erano come anestetizzate, io sentivo poco tagliandomi e non sentivo niente se ci passavo sopra un dito. Adesso invece quelle parte lì sono ipersensibili e quindi se quella parte di pelle viene accarezzata mi dà molto fastidio inizialmente.
Anche i primi due anni delle superiori ho continuato a tagliarmi e poi non so bene come sono riuscita ad uscire da questa dipendenza. Si, dopo che inizi a farti male non riesci più a farne a meno, a volte mi tagliavo senza un motivo preciso, semplicemente perché ne sentivo il bisogno. Questo bisogno è durato per tanto tempo in modo costante anche dopo che ho deciso di provare a smettere di tagliarmi: ogni volta che mi accadeva qualcosa come risposta automatica c'era quella di volermi ferire, cercavo di ignorarlo ma a volte era così forte e persistente che mi è capitato di tagliarmi senza neanche rendermene conto, sopraffatta dall'irrazionalità.
Adesso sono soddisfatta di me stessa perché ho imparato a non farmi male, ho trovato nuovi modi di gestire quello che provo.
6 notes
·
View notes
Text
Gli anticipi di primavera sono la mia stagione preferita
quando il sole timidamente riscalda
E mi ricorda che forse dopo tutto questo gelo
Ci sarà sempre un po' di calore
9 notes
·
View notes
Text
A volte il dolore è così ancorato in me che quando potrebbe uscire si inserisce in ogni meandro e si zittisce per non essere trovato e poi estirpato.
A volte invece urla così forte che vorrei farmi male per acquietarlo un po' ma lascio che gridi, non disturberà nessuno perché non sono che io l'unica persona che può sentirlo.
Mi schiaccia e io non so sfuggire, tutto diventa distorto e mi ritrovo a non riuscire a respirare con la stanza che gira intorno a me.
9 notes
·
View notes
Text
A volte penso che sarebbe bene che finisse tutto, smettere di esistere per non dover più avanzare così faticosamente. Vorrei smettere di vivere per non dovermi più trovare a lottare per non venire schiacciata da tutto questo. Il mondo non mi accoglie, non c'è più niente che lenisce il mio dolore, non mi resta che desiderare di morire.
5 notes
·
View notes
Text
I modi con cui mi autosaboto sono così geniali...
9 notes
·
View notes
Text
Cerco senza tregua qualcosa che lenisca il mio dolore, ma dall'abisso non c'è via di uscita e la ricerca rimane incompiuta.
8 notes
·
View notes
Text
Quando è il periodo delle festività, io non riesco a respirare. L'atmosfera da famiglia perfetta che si crea mi opprime, perché io so cosa passo ogni giorno, so la merda che la gente si butta addosso quotidianamente e non riesco a sopportare questa falsità e ipocrisia.
Io non riesco a ridere, non riesco a sedere alla vostra tavola come se niente fosse. Avete passato anni a calpestarmi, a ritenermi pazza, polemica o più semplicemente strana perché non mi sono mai adattata ai vostri spettacoli.
È facile menare i figli tra una portata e l'altra, tra un antipasto e un primo, così come è facile ridere, chiacchierare con sguaiatezza quando fino al giorno prima non riuscite a guardarvi in faccia perché avete troppi sensi di colpa.
Io non riesco a stare in equilibrio.
10 notes
·
View notes
Text
"E per tutti il dolore degli altri è dolore a metà"
-Fabrizio De Andrè
33 notes
·
View notes
Text
Io cerco sempre quello che non so
e questa brama curiosa mi spinge
verso un' infinita smisuratezza
in cui mi perdo senza difese
e lasciandomi senza conoscenze originarie.
Io cerco sempre quello che non so
e la bellezza disarmante mi accoglie
anche se per pochi attimi
prima di sprofondare nel vortice
che travolge le esistenze.
4 notes
·
View notes
Text
Peregrini senza sosta in questo flusso
E io non riesco più a stare al passo.
Mi perderò nella notte buia in questi sentieri che si biforcano.
2 notes
·
View notes
Text
"Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore"
-Fabrizio De Andrè
30 notes
·
View notes