luha2013
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GIANLUCA PAGANOTTI BLOG
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luha2013 · 4 years ago
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Storia di “Non è la Rai”
«Ma com'è bello qui, ma com'è grande qui, ci piace troppo ma... Non è la Rai!»
La trasmissione andava in onda dallo studio 1 del Centro Palatino in Roma e, salvo rare eccezioni, era in diretta e si componeva principalmente di balletti, giochi telefonici e canzoni. Originariamente indirizzata ad un pubblico composto da casalinghe, ha mutato la sua formula nel corso delle quattro edizioni, indirizzandosi verso un pubblico più giovane composto da ragazzine che si immedesimavano nelle loro beniamime e ragazzini che invece sognavano di incontrarle. Sì, proprio loro, le ragazze di Non è Rai, un folto gruppo di ragazze che ballavano, cantavano (non sempre con la loro voce), presentavano giochi.
La prima edizione del programma fu condotta da Enrica Bonaccorti, la seconda da Paolo Bonolis e le ultime due da Ambra Angiolini. Si tratta di una delle prime trasmissioni televisive dell’allora Fininvest ad usare la diretta.
Non è la Rai è stato un programma televisivo ideato e diretto da Gianni Boncompagni, diventato un fenomeno di costume negli anni Novanta. Composto da quattro edizioni, è stato trasmesso dal 9 settembre 1991 al 30 giugno 1995, dapprima su Canale 5 e poi su Italia 1.
Come ogni fenomeno controverso, nel corso degli anni in cui è andato in onda ha riscosso molto successo, testimoniato all’assortito merchandising composto da dischi, diari, album di figurine, quaderni e molto altro, ma anche numerose critiche.
Ha lanciato alcuni personaggi diventati importanti nel mondo del teatro, della musica, del cinema e della televisione, tra cui ricordiamo Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore, Lucia Ocone, Ambra Angiolini, Romina Mondello, Nicole Grimaudo, Veronika Logan, Laura Freddi, Miriana Trevisan, Alessia Mancini, Antonella Mosetti.
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Il programma nacque nel 1991 e la prima edizione andò in onda per tutta la stagione 1991/1992 su Canale 5 a partire dal 9 settembre alle 12:40, subito dopo Il pranzo è servito, con la conduzione di Enrica Bonaccorti e la partecipazione di Antonella Elia e Yvonne Sciò. Il programma segnò l'esordio del regista Gianni Boncompagni (che aveva già diretto la Bonaccorti in Pronto, chi gioca?) sulle reti televisive del gruppo Fininvest. Relativamente al titolo, egli negò eventuali intenti polemici e affermò di essersi ispirato alla canzone No, non è la BBC del suo vecchio programma radiofonico Alto gradimento.
La scenografia del varietà rappresentava le quattro stagioni (una per ogni lato dello studio, con una piscina posizionata nel lato estivo) ed era arricchita dalla presenza di un folto gruppo di ragazze, inizialmente un'ottantina e quasi tutte provenienti dalle edizioni di Domenica in dirette dallo stesso regista negli anni precedenti. In principio queste erano relegate al ruolo di coro o al massimo si esibivano in piccoli intermezzi musicali e in balletti tra un gioco e l'altro, come la gara More contro Bionde in cui due piccoli gruppi composti da alcune di loro, per l'appunto more e bionde (capitanati rispettivamente da Yvonne Sciò e Antonella Elia), si sfidavano in canzoni e coreografie, ma nel tempo il loro spazio andò aumentando.
Pochi mesi dopo l'inizio della trasmissione vennero apportate alcune modifiche alla struttura dello spettacolo: Yvonne Sciò, che inizialmente conduceva una rubrica dedicata ai bambini, lasciò la trasmissione per dedicarsi esclusivamente al cinema, mentre ad Antonella Elia e Miriana Trevisan fu affidato il compito di animare il Cruciverbone (anche questo un gioco già usato da Boncompagni nelle edizioni di Domenica in da lui dirette), in cui il telespettatore da casa, al telefono con la Bonaccorti, doveva riempire orizzontali e verticali rispondendo alle domande poste.
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Successivamente gli autori decisero di mettere in luce altre ragazze, che diventarono in questo modo sempre di più i personaggi cardine del programma, come accadde a Laura Freddi, che venne fatta notare al pubblico per la somiglianza con l'attrice Kim Basinger e alla quale fu fatto eseguire un casto spogliarello ispirato al celebre film 9 settimane e ½. La stessa Freddi sostituì poi la coppia Elia-Trevisan nel momento del Cruciverbone. Parallelamente, ad Elena Moretti e Sabrina Marinangeli fu data la possibilità di esibirsi interpretando alcune canzoni usando la propria voce, contrariamente ad altre ragazze che ebbero la stessa possibilità, venendo tuttavia doppiate da alcune coriste, poiché non eccellevano nel canto. Gran parte dello spettacolo era composto dai giochi telefonici, che spesso accompagnavano i momenti delle telepromozioni; tra i giochi più ricordati vi era quello del Sette e mezzo, con Antonella Elia e la mini-valletta Martina Melli di appena cinque anni, durante il quale 40 ragazze reggevano altrettante carte da gioco con cui il concorrente da casa doveva tentare la vittoria.
Il programma continuò, con una riduzione di 30 minuti, iniziando alle 13:30 subito dopo il neonato TG5 (dal 13 gennaio 1992), dando un'importanza crescente alle ragazze, che diventarono così le vere protagoniste dello spettacolo a scapito della conduttrice ufficiale, che a fine stagione venne relegata a condurre solo alcuni giochi. La stessa Bonaccorti, dopo la mancata conferma alla conduzione per l'edizione successiva, annunciò un suo temporaneo ritiro dal mondo della televisione per riposarsi dopo questa esperienza, rivelatasi troppo stressante. Inoltre, il cast era caratterizzato dalla presenza di due soli uomini: il finto bagnino Bob (all'anagrafe Roberto Tron), che arrivò in trasmissione con la partecipazione a una televendita pubblicizzante una marca di scarpe e vi restò fino all'ultima stagione, e Davide Mengacci, che presentava l'angolo della posta.
Al termine della stagione, conclusasi il 27 giugno, risultò evidente che il target della trasmissione, inizialmente individuato in quello delle casalinghe (Non è la Rai era stato inizialmente concepito come la versione Fininvest di celebri programmi di successo della Rai come Pronto, Raffaella? e Pronto, chi gioca?), si era gradualmente spostato, fino a rivolgersi ad un pubblico nettamente più giovane.
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Vennero inoltre ricavati parecchi spin-off durante questa edizione, come Primadonna, in onda su Italia 1 nella fascia preserale, condotto da Eva Robin's e Antonello Piroso con la partecipazione di Claudia Gerini, che venne interrotto per bassi ascolti dopo appena due mesi di trasmissione, alcuni speciali in prima serata, i festeggiamenti di Capodanno di Canale 5 e Bulli e pupe, condotto in prima serata da Paolo Bonolis nell'estate del 1992, in cui vennero introdotte diverse nuove ragazze (tra cui Ambra Angiolini, Romina Mondello, Francesca Gollini, Alessia Merz, Emanuela Panatta e Alessia Gioffi) che parteciperanno poi alla successiva edizione della trasmissione-madre; sempre durante l'estate 1992, andò in onda un “meglio di” dell'edizione appena terminata, intitolato Non è la Rai estate e proposto su Canale 5 nella medesima collocazione oraria.
Particolarmente ricordata è anche la sigla della prima edizione, ripresa anche per la prima parte della seconda, dal titolo omonimo al programma e scritta da Cristiano Minellono e Gianni Boncompagni con musiche di Paolo Ormi.
Nel settembre del 1992 iniziò la seconda stagione, condotta da Paolo Bonolis, che prese il posto della Bonaccorti dopo l'esperienza estiva di Bulli e pupe. Oltre al presentatore, anche la scenografia venne ripresa dallo show estivo e, in luogo delle quattro stagioni, fu rappresentata unicamente l'estate, caratterizzata da sfondo blu, cielo azzurro, sabbia, palme finte e una nuova piscina, molto più grande rispetto a quella dell'annata precedente. Il programma tornò in onda sempre su Canale 5, dopo un'estate in cui l'emittente aveva trasmesso i momenti migliori dell'edizione appena conclusa, con il titolo Non è la Rai - Estate.
L'11 gennaio del 1993 il programma fu soggetto a un drastico cambiamento e traslocò su Italia 1, aumentando di durata e collocandosi nella fascia oraria compresa tra le 14:15 e le 16:00. Nel periodo precedente al passaggio di rete lo share medio era del 17%, con picchi di ascolto di circa 3 milioni di spettatori.
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La presenza di Bonolis sullo schermo, che tra l'altro suscitò clamore perché in quel periodo allacciò un rapporto sentimentale con Laura Freddi, una delle protagoniste del programma, diventò, per scelta del regista, sempre più limitata (negli ultimi mesi di trasmissione il presentatore venne di fatto confinato a condurre solo gli spazi delle réclame) e nel corso della stagione alcune ragazze ottennero la conduzione di interi blocchi del programma. Tra queste giovani spiccarono maggiormente:
Ambra Angiolini che, seduta su una poltrona bianca, conduceva il gioco dello zainetto, in cui il telespettatore che chiamava doveva indovinare dieci oggetti contenuti nello zainetto di Ambra, ricordando gli eventuali oggetti già indovinati dai precedenti giocatori;
Francesca Gollini, che presentava sia il gioco della metamorfosi, nel quale i concorrenti dovevano tentare di capire in che personaggio si stava trasformando una fotografia tramite morphing, sia il gioco delle secchiate (inizialmente legato allo sponsor delle caramelle Dietorelle) in cui gli spettatori dovevano scegliere quale delle quattro ragazze scelte a sorteggio, dovevano provare a tirare una maniglia alla cui cima era posto un secchio e aspettarsi o una doccia di caramelle (sostituite in seguito con dei fiori quando il gioco venne slegato dallo sponsor) o, molto più frequentemente, una doccia d'acqua gelata;
Roberta Modigliani, che presentava un quiz sugli anagrammi con lettere viventi composte da una decina di ragazze della trasmissione (gioco già proposto nell'edizione precedente con la Bonaccorti);
Mary Patti – già Miss Linea Sprint Roma 1990 alle finali di Miss Italia (come Maria Patti) – che su uno sgabello vertiginoso recitava il ruolo della femme fatale mentre conduceva il gioco del nome della nonna (che dopo mesi di vani tentativi dei concorrenti si scoprì essere un assai improbabile “Mosqu”).
**SEGUE**
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luha2013 · 4 years ago
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Storia… di Instagram…
Quando è nato Instagram? E soprattutto come? Se sei curioso di conoscere questa storia è perché probabilmente anche tu hai un account su questo social media. Si tratta di uno dei canali social più utilizzati, al punto che oltre 500 milioni di utenti caricano quotidianamente contenuti e stories. Instagram è un canale di comunicazione talmente potente che ha dato vita ad una vera e propria figura professionale, quella dell’influencer. Oggi è comune per le aziende investire nel marketing tramite influencer, ma tutto questo come e quando ha avuto inizio? Insomma, quando è nato Instagram?
Instagram è nato il 6 ottobre 2010. Ciò significa che ha solamente un decennio di vita! In questa data avveniva il lancio dell’app da parte di Mike Krieger e Kevin Systrom, che volevano dare vita ad un social media immediato, meno filtrato rispetto ai fratelli maggiori LinkedIn e Facebook.
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Instagram nasce infatti come applicazione per scattare fotografie di viaggi, momenti, dettagli e condividerle con amici e familiari. Systrom racconta la nascita del social media come un fatto piuttosto particolare: inizialmente era intenzionato a dare vita ad una piattaforma di raccolta fotografica, ma la moglie gli suggerì l’idea vincente, un social media. Kevin Systrom si trovava all’epoca in viaggio con al suo fianco una macchina fotografica preziosissima, quella che gli darà l’idea della sua vita. La macchina fotografica a rullino, una Holga, dette a Systrom l’idea iniziale di Instagram.
Appassionato di lingua italiana e di fotografia, decide di portare con sé una fotocamera professionale per immortalare tutto quello che il bel paese ha da offrire, ma qualcosa lo frena. Il suo professore, fermamente convinto che le fotografie non debbano rappresentare la perfezione, lo convince a optare per una macchina che di primo acchito sembra essere un giocattolo, una “toy camera”. Si tratta di una Holga.
Da qui, l’illuminazione. Holga è una macchina semplice, di plastica, scatta foto imperfette, modificabili e, caso vuole, quadrate. Vi ricorda qualcosa? Queste sono le caratteristiche sulle quali si basa il social network che in solo otto anni ha conquistato poco più di 1 miliardo di persone.
Nel 2010 Instagram è ufficialmente sul mercato: agli utenti è offerta la possibilità di pubblicare foto quadrate e modificabili attraverso filtri; nel 2011 subentrano gli hashtag; i filmati arrivano nel 2013; mentre tra il 2015 e il 2016 le nuove protagoniste sono le Stories.
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Ad oggi, Instagram non è più un semplice social network che permette agli utenti di condividere le foto delle proprie vacanze o dei propri animali domestici, ma per alcuni è diventato un vero e proprio lavoro. Mai sentito parlare di Instagrammer, Instablogger, e Influencer?
La prima immagine caricata su Instagram fu pubblicata da Kevin Systrom il 16 luglio del 2010 e mostra il suo cane fotografato dall’alto.
Quando ancora era in fase di test, l’applicazione si chiamava Codename, ossia “nome in codice”. Solo successivamente la piattaforma è stata ribattezzata “Instagram”, che risulta essere un mix tra le parole “Instant camera” e “Telegram”.
I cinque paesi al mondo con la più alta percentuale di popolazione presente su Instagram sono – in ordine – Svezia, Indonesia, Norvegia, Australia e Singapore.
Cristiano Ronaldo è il personaggio più seguito su Instagram secondo la classifica aggiornata a gennaio 2020. Seguono Ariana Grande, Dwayne Johnson, Selena Gomez, Kylie Jenner e Kim Kardashian.
#nofilterè l’hashtag più popolare su Instagram. Questo dichiara che la foto pubblicata non è stata modificata con i filtri che il social mette a disposizione (o almeno, così viene dichiarato da chi le pubblica…).
Instagram era originariamente distinta per consentire solo immagini in formato 1:1 per la larghezza di visualizzazione dell'iPhone al momento. Queste restrizioni sono state allentate nel 2015, con un aumento a 1080 pixel. Il servizio ha anche aggiunto funzionalità di messaggistica, la possibilità di includere più immagini o video in un singolo post, nonché "Storie", simili al suo principale concorrente Snapchat, che consente agli utenti di pubblicare foto e video su un feed sequenziale, con ogni post accessibile da altri per 24 ore. Al gennaio 2019, la funzione Storie viene utilizzata quotidianamente da 500 milioni di utenti.
Dopo il suo lancio nel 2010, Instagram ha rapidamente guadagnato popolarità, con un milione di utenti registrati in due mesi, 10 milioni in un anno e 1 miliardo a maggio 2019. Nell'aprile 2012, Facebook ha acquisito il servizio per circa 1 miliardo di dollari. Ad ottobre 2015, erano state caricate oltre 40 miliardi di foto. Sebbene elogiato per la sua influenza, Instagram è stato oggetto di critiche, in particolare per cambiamenti di politica e interfaccia utente, accuse di censura e contenuti illegali o impropri caricati dagli utenti.
A luglio 2021, la persona più seguita è il calciatore Cristiano Ronaldo con oltre 316 milioni di follower e la donna più seguita è la cantante Ariana Grande con 253 milioni di follower. Al 14 gennaio 2019, la foto con più "mi piace" su Instagram è una foto di un uovo, pubblicata dall'utente @world_record_egg, creata con l'unico scopo di superare il precedente record di 18 milioni su un post di Kylie Jenner.
Il gruppo è stato fondato quando Kevin Systrom lavorava con Mike Krieger, con finanziamenti provenienti da Baseline Ventures e da Andreessen Horowitz. Il progetto iniziale, Burbn, aveva numerose funzioni, pensata inizialmente per check-in e prenotazioni ma il progetto venne scartato e Krieger decise di concentrarsi sulle foto scattate da cellulare.
Hanno successivamente ribattezzato l'app Instagram, una parola macedonia di instant camera (fotocamera istantanea) e telegramma.
L'applicazione è stata messa a disposizione su iTunes Store il 6 ottobre 2010.
Poco dopo il lancio, nell'ottobre 2010, Josh Riedel si unì al team in qualità di community manager, Shayne Sweeney nel novembre 2010, primo ingegnere assunto dal gruppo, Jessica Zollman nell'agosto 2011 in qualità di Community Evangelist, e Oli Ryan, in qualità di reclutatore, alla fine dell'agosto 2011.
Nel settembre del 2011 viene pubblicata su App Store la versione 2.0. Questo aggiornamento aggiunse all'applicazione nativa nuovi filtri, foto ad alta risoluzione, cornici opzionali, rotazione delle foto in un solo click ed una nuova icona.
Il 9 aprile 2012 Mark Zuckerberg ha annunciato l'acquisizione di Instagram e dei suoi 13 impiegati da parte di Facebook, per circa 1 miliardo di dollari divisi tra denaro e azioni. A settembre l'acquisizione di Instagram da parte di Facebook è stata completata per 741 milioni.
A giugno 2013 all'applicazione viene aggiunta la possibilità di girare e condividere video della durata tra i 3 e i 15 secondi. Questa funzione non è però attiva nell'applicazione su Windows Phone.
L'8 settembre 2013 Instagram raggiunge i 150 milioni di utenti attivi ogni mese.
Nel giugno 2015, l'interfaccia utente del sito Web desktop è stata ridisegnata per diventare più piatta e minimalista, ma con più spazio sullo schermo per ogni foto e assomigliare al layout del sito Web mobile di Instagram.
Inoltre, la riga di immagini ha ora solo tre foto anziché cinque per adattarsi al layout mobile.
Inoltre, le immagini del profilo precedentemente angolari sono diventate circolari. Inoltre viene aggiunta la possibilità di caricare le foto con una proporzione maggiore, quindi non più necessariamente in 1:1.
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L'11 maggio 2016, Instagram ha rinnovato il suo design, aggiungendo un tema flat design bianco e nero per l'interfaccia utente dell'app che mette maggiormente in rilievo i contenuti, e un'icona meno scettica, più astratta, "moderna" e colorata.
Questa versione introduce Instagram Stories, funzionalità che permette di fare dirette e pubblicare foto visibili per 24 ore, dopodiché verranno eliminate dalla propria storia, come succede con Snapchat. La nuova versione introduce anche l'algoritmo, così che l'app mostra agli utenti i contenuti in base alle preferenze e a ciò che l'utente visita maggiormente, non più in ordine di pubblicazione.
Tuttavia, a differenza dei Mi piace dei post, l'utente che ha pubblicato un commento non riceve le notifiche sui "mi piace" dei commenti nella propria casella di posta. Gli utenti che caricano i post possono facoltativamente decidere di disattivare i commenti sul post.
La nuova app ha aggiunto il supporto per i video (visualizzazione e creazione di post o storie e visualizzazione delle dirette), post di album e messaggi diretti.
Ad agosto 2019, Instagram ha anche iniziato a programmare la rimozione della scheda "Attività" dall'app, che consentiva agli utenti di visualizzare un feed di Mi piace e commenti fatti dagli utenti che seguivano. La modifica è stata resa ufficiale a ottobre, con il capo del prodotto Vishal Shah che ha dichiarato che la funzionalità era sottoutilizzata e che alcuni utenti erano "sorpresi" quando si sono resi conto che la loro attività era emersa in questo modo.
A novembre 2019, è stato riferito che Instagram aveva iniziato a pilotare una nuova funzione video conosciuta come "Reels". È simile nella funzionalità al servizio di condivisione di video cinese TikTok, con l'obiettivo di consentire agli utenti di registrare brevi video impostati su clip audio preesistenti da altri post.
Nel marzo 2020, Instagram ha lanciato una nuova funzionalità chiamata "Co-Watching". La nuova funzionalità consente agli utenti di condividere post tra loro tramite videochiamate. Secondo Instagram, hanno spinto in avanti il lancio di Co-Watching al fine di soddisfare la domanda di connettersi virtualmente con amici e parenti poiché a più persone viene detto di rimanere a casa e "distanza sociale" a causa della pandemia di coronavirus.
Dal 6 ottobre 2020, in occasione del decimo anniversario dell’app, Instagram ha inserito una funzione per personalizzare l’icona dell’applicazione accedendo dalle impostazioni.
Le più importanti funzioni di Instagram sono:
Possibilità di scattare foto con filtri in alta definizione per avere foto migliori.
Possibilità di supportare fotografie più grandi.
Possibilità di geolocalizzare e taggare foto (in modo tale da condividere le proprie esperienze con altri utenti).
Possibilità di caricare video fino a 60 secondi e GIF Boomerang.
Direct, ovvero inviare una foto a un utente senza pubblicarla, o inviargli un messaggio.
Advertising: inserzioni di contenuti sponsorizzati (a pagamento), disponibile per aziende e non.
Instagram stories, immagini e video che rimangono visibili solo per 24 ore e non vengono pubblicate.
Dirette, cioè la possibilità di trasmettere video in Live streaming, interagendo con gli utenti che commentano.
Instagram offre una serie di filtri fotografici che gli utenti possono applicare alle loro immagini:
Normale: Nessun filtro applicato:
1977: Dà una certa dominante rosea, più luminosa e sbiadita.
Amaro: Leggero contrasto, con focalizzazione sui toni pallidi.
Brannan: Toni bassi, focalizzato sui grigi ed i verdi.
Earlybird: Stinto e sfocato, concentrato sui toni gialli e beige.
Hefe: Colore classico con dominanti oro e giallo.
Hudson: Vignettato, con leggeri toni bluastri.
Inkwell: Filtro bianco e nero ad alto contrasto.
Kelvin: Fotografia rètro supersatura, con bordo sfilacciato. Ufficialmente chiamato "Lord Kelvin"
Lo-fi: Lievemente sfocato, con saturazione dei gialli e dei verdi.
Mayfair: Fornisce un caldo tono rosato ed una leggera vignettatura. È l'ultimo filtro fornito dalla più recente versione.
Nashville: Tinta blu-magenta, con bordo.
Normal: Nessuna modifica alla fotografia.
Rise: Dà una luce leggera e calda. Creato dalla fotografa Cole Rise
Sierra: Filtro caldo, che fornisce un tono vibrante e luminoso.
Sutro: Effetto seppiato, con enfasi su rossi e gialli. L'intera immagine è scurita.
Toaster: Sovraesposizione, con un po' di sfocatura.
Valencia: Contrasto elevato, lievemente grigio e bruno.
Walden: Colore slavato, con una leggera dominante azzurra.
Willow: Bianco e nero con un effetto di fusione.
X-Pro II: Effetto caldo e saturo, con enfasi sui toni gialli.
Slumber: Desatura l'immagine e aggiunge foschia per un look rétro, con un'enfasi su neri e blu.
Cream: Aggiunge un aspetto cremoso che riscalda e raffredda l'immagine.
Ludwig: Un leggero accenno di desaturazione che migliora anche la luce.
Aden: Dona un aspetto naturale blu/verde.
Perpetua: Aggiunge un aspetto pastello, ideale per i ritratti.
Clarendon: Intensifica le ombre e schiarisce le luci. Originariamente pubblicato come filtro solo video.
Gingham: Dà un tono giallastro quando viene utilizzato su foto scure o un aspetto più luminoso e sognante se utilizzato su foto chiare.
Moon: Versione in bianco e nero di Gingham, con ombre leggermente più intense.
Stinson: Filtro sottile che illumina un'immagine, scolorendo leggermente i colori.
Crema: Filtro vintage che desatura le immagini. Leviga i toni della pelle.
Lark: Desatura i rossi mentre dà un tocco blu e verde, dà vita ai paesaggi.
Reyes: Conferisce alle foto un aspetto polveroso e vintage.
Juno: Tinge i toni freddi del verde, fa risaltare i toni caldi e i bianchi brillano, per foto mosse.
A febbraio 2012, Instagram ha aggiunto un filtro "Lux". Per aumentare il numero di possibili effetti, tutti i filtri possono essere usati in combinazione con l'effetto LUX (una forte aggiunta di contrasto e saturazione), la sfocatura intorno al centro (rotonda o quadrata) e la presenza o meno di una cornice (ce n'è una specifica per ogni filtro).
Nel maggio 2018 Instagram ha introdotto un algoritmo di apprendimento automatico, DeepText, che utilizza l'intelligenza artificiale per trovare parole offensive nei post e nei commenti.
«Per aiutarci a fornire contenuti o promozioni interessanti a pagamento o sponsorizzati, l'utente accetta che un'azienda o altra entità possa pagarci per visualizzare il nome utente, la somiglianza, le foto (insieme a tutti i metadati associati) e/o le azioni intraprese in relazione a pagamenti o contenuti o promozioni sponsorizzati, senza alcun compenso per l'utente.».
Il cambio di politica e il suo contraccolpo hanno fatto sì che i servizi fotografici concorrenti sfruttassero l'opportunità di "tentare di attirare gli utenti" promuovendo i loro servizi rispettosi della privacy e alcuni servizi hanno registrato notevoli guadagni di slancio e crescita degli utenti in seguito alle notizie. Il 20 dicembre, Instagram ha annunciato che la sezione pubblicitaria della politica sarebbe tornata alla sua versione originale di ottobre 2010.
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luha2013 · 4 years ago
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Storia di Giusy Ferreri
Giusy Ferreri, all'anagrafe Giuseppa Gaetana Ferreri (Palermo, 18 aprile 1979), è una cantante italiana.
Dopo diverse esperienze musicali con svariate band e come solista, ha raggiunto la notorietà nel 2008 partecipando e classificandosi seconda alla prima edizione italiana del talent show X Factor.
Nella sua carriera ha ottenuto vari riconoscimenti, tra i quali un Premio Videoclip Italiano, un Premio Lunezia, un Sanremo Hit Award, due Venice Music Awards, cinque Wind Music Awards e il premio internazionale European Border Breakers Awards. Ha partecipato a tre edizioni del Festival di Sanremo, nel 2011, 2014 e 2017 rispettivamente con Il mare immenso, Ti porto a cena con me e Fa talmente male, oltre che a cinque Summer Festival, rispettivamente nel 2014 con Inciso sulla pelle, nel 2015 con Roma-Bangkok, nel 2016 con Volevo te e Ma il cielo è sempre più blu, nel 2017 con Partiti adesso e nel 2018, vincendo insieme a Takagi & Ketra con Amore e capoeira.
Attualmente detiene ben tre record: è la cantante lanciata da un talent show italiano ad avere venduto più copie nel mondo con circa 2.600.000 album e singoli, è l’artista che è rimasta più a lungo alla numero 1 della classifica dei singoli italiana (47 settimane, con i brani Non ti scordar mai di me, Novembre, Roma-Bangkok, Amore e capoeira e Jambo) record precedentemente detenuto dalla cantante Madonna con 38 settimane ed inoltre è l'unica artista italiana, insieme a Baby K, ad avere ottenuto un disco di diamante per un singolo digitale, grazie a Roma-Bangkok.
Giusy Ferreri, nata a Palermo il 18 aprile 1979 (anche se allo stato civile, per via di un errore, risulta essere nata un giorno prima), si trasferisce con i genitori Alessandro e Teresa e il fratello Michele ad Abbiategrasso, in provincia di Milano, dove trascorre la sua infanzia e la sua adolescenza, frequentando il Liceo Salvatore Quasimodo di Magenta. Si avvicina alla musica fin da piccola partecipando a concorsi canori. Dal quattordicesimo anno di età si dedica allo studio del canto, della chitarra e del pianoforte, oltre a esibirsi con diverse cover band di stili e generi differenti e a scrivere le prime canzoni nel 1997.
Nel 1998 comincia la sua carriera solista, venendo accompagnata per i successivi quattro anni da due differenti gruppi con cui si esibisce in piccoli club: i Prodigy of Peace e gli AllState51. Con i primi la cantante firma il brano autoprodotto Woe Is Me (contenuto nell'album P.O.P.) mentre con i secondi Won't U be (contenuto nella raccolta Chillout Masterpiece). Nel 2002 firma il suo primo contratto discografico con Warner Music Italy, portato avanti sino al 2006, con cui realizza Il party, brano dance pop e incalzante, scartato alle selezioni di Sanremo Nuove Proposte 2005. Nonostante la delusione patita e senza alcun produttore che la sostenesse, decide di continuare a dedicarsi alla musica e porta avanti il contratto editoriale con Sony Music. Per mantenersi lavora inoltre come cassiera da Esselunga.
Nel 2008 partecipa alla prima edizione italiana di X Factor, dove viene notata dal giudice della categoria Over 25 Simona Ventura e da Cristiano Malgioglio, e si classifica seconda. L'inedito Non ti scordar mai di me, composto nelle musiche da Tiziano Ferro e Roberto Casalino e scritto da quest'ultimo, raggiunge il primo posto nella Top Singoli e il relativo videoclip, diretto da Cosimo Alemà, si aggiudica la vittoria nella categoria "Emergenti" al Premio Videoclip Italiano 2008. L'extended play dal titolo omonimo, certificato disco d'oro solo grazie alle vendite delle prenotazioni, esordisce direttamente alla 1ª posizione nella Classifica FIMI Album e viene certificato triplo disco di platino.
Il primo album di inediti, Gaetana, prodotto interamente da Ferro, anticipato dal singolo Novembre (che bissa il primato ottenuto da Non ti scordar mai di me), esordisce al secondo posto nella Classifica FIMI Album e arriva a vendere 490 000 copie, oltre a ottenere la certificazione platino dall'IFPI Greece. Il 12 marzo 2009 parte il Gaetana Tour al New Age Club di Roncade, in provincia di Treviso, che ottiene un discreto successo. Il 23 ottobre 2009 entra in rotazione radiofonica Ma il cielo è sempre più blu, che anticipa l'uscita del secondo album in studio (il primo di cover) intitolato Fotografie. Quasi in contemporanea all'uscita del suo secondo album, esce anche Supermarket, il cui titolo fa riferimento al suo precedente impiego come cassiera. Nonostante i tentativi della cantante di impedirne la pubblicazione e la diffusione, il Tribunale respinge la sua richiesta.
Il 14 gennaio 2010 la cantante viene premiata agli European Border Breakers Awards per l'album Gaetana. È la prima (e sinora unica) cantante femminile italiana ad avere ottenuto questo riconoscimento internazionale. Nei primi due anni di attività, Giusy Ferreri duetta con cantanti come Claudio Baglioni e Ornella Vanoni oltre che con Tiziano Ferro, Marracash e i Neri per Caso.
A febbraio 2011 Giusy Ferreri partecipa alla 61ª edizione del Festival di Sanremo con il brano Il mare immenso e si classifica decima.[25] L'album Il mio universo non ottiene il successo dei precedenti, malgrado il tour, incominciato dall'Auditorium Parco della Musica il 7 maggio 2011, sia arrivato a toccare le principali città italiane.[26] A fine anno, la cantante rivela, sulla propria pagina ufficiale Facebook, di essere stata lontana dalle scene a causa di un intervento alle corde vocali per rimuovere un polipo e attacca il proprio staff reo di non avere saputo salvaguardare le sue esigenze.[27]
Dopo questo sfogo Giusy Ferreri rimane lontana dalle scene musicali per lavorare alla creazione dell'album L'attesa insieme con la cantautrice statunitense Linda Perry, Yoad Nevo ed Ermal Meta. Il 18 dicembre 2013 Fabio Fazio annuncia, attraverso un collegamento in diretta al TG1, la presenza della cantautrice al festival di Sanremo 2014, con Ti porto a cena con me e L'amore possiede il bene, dove consegue un nono posto. A fine anno Giusy Ferreri presenzia, in qualità di membro della commissione tecnica, ad Area Sanremo per la selezione di nuove proposte in occasione della 65ª edizione del Festival di Sanremo.
Il 2015 riserva alla cantante il ritorno al successo con Roma-Bangkok in cui duetta con la rapper Baby K. La canzone, certificata disco di diamante, ha raggiunto la prima posizione della Top Singoli ed è diventato il singolo italiano più venduto sul territorio dal 2010, con 511 mila copie. Volevo te e la raccolta Hits portano nuovamente la cantautrice in auge.
Nei primi mesi del 2016 la cantante è occupata, insieme con Baby K, nella promozione estera di Roma-Bangkok per poi dedicarsi, da maggio a fine novembre, con l'Hits Tour, conclusosi a Tirana. È poi ospite sia della finale dell'edizione greca che della decima edizione italiana di X Factor. Nel 2017 partecipa al sessantasettesimo Festival di Sanremo con Fa talmente male, eliminato durante la semifinale. Il brano ha anticipato l'uscita del quinto album Girotondo da cui sono stati estratti anche Partiti adesso e L'amore mi perseguita.
Nel 2018, suo decimo anno di carriera, la cantante è insegnante nel talent show Amici di Maria De Filippi, entrando nel cast già nel corso dell'anno precedente, e ospite al 68º Festival di Sanremo, duettando insieme a Roby Facchinetti e Riccardo Fogli nel brano Il segreto del tempo.
Da maggio a settembre l'artista è stata impegnata nel Girotondo Live Tour, durante il quale ha presentato dal vivo il singolo Amore e capoeira, realizzato con Takagi & Ketra e Sean Kingston, e lanciato sul mercato il 1º giugno 2018. Grazie al brano, certificato in Italia con cinque dischi di platino, la Ferreri si conferma l'artista con più settimane alla numero uno nella storia della classifica FIMI, superando Madonna e Vasco Rossi, consolidando la sua veste di hitmaker iniziata con l'esordio della sua carriera. La cantante durante l'estate del 2018 vince sia il Wind Summer Festival, sia il Premio FIMI che il Premio SIAE ai RTL 102.5 Power Hits. L'anno seguente il brano guadagnerà anche un SEAT Music Award Multiplatino.
Il 18 gennaio 2019 ha pubblicato il singolo Le cose che canto nel cui video è presente anche la figlia, e, a seguire, lancia la seconda collaborazione con Takagi e Ketra, nel singolo numero uno e triplo disco di platino Jambo, pubblicato il 24 maggio e vincitore di un altro premio SIAE. Questo disco raggiunge il quadruplo disco di diamante. Poiché, il brano ha venduto circa 567 mila copie. (per la precisione 567.493).
Dischi:
2008 – Non ti scordar mai di me EP
2008 – Gaetana
2009 – Fotografie
2011 – Il mio universo
2014 – L'attesa
2015 – Hits
2017 – Girotondo
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luha2013 · 4 years ago
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La storia di Mina
Mina, pseudonimo di Mina Anna Maria Mazzini (Busto Arsizio, 25 marzo 1940), è una cantante, conduttrice televisiva, attrice e produttrice discografica italiana naturalizzata svizzera. Dopo il matrimonio del 10 gennaio 2006 con Eugenio Quaini è diventata, per l'anagrafe elvetica, Mina Anna Maria Quaini. Tale variazione non viene applicata nelle registrazioni anagrafiche italiane.
Considerata una delle migliori cantanti di tutti i tempi, è nota per le qualità della sua voce e per essere stata protagonista in numerosi spettacoli televisivi diffusi dalla Rai a partire dagli anni sessanta. Il suo strumento, dal timbro caldo e personalissimo, subito riconoscibile, è dotato di grande ampiezza, estensione, agilità, capace di coniugare la potenza vocale con la duttilità, ed è sostenuto da una tecnica saldissima; Mina si distingue anche per le doti interpretative e l'eclettismo, che l'hanno portata ad affrontare con successo generi musicali spesso lontani tra loro.
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Durante la sua carriera, iniziata alla fine degli anni cinquanta, Mina ha interpretato più di 1.610 brani, ottenendo primati e ricevendo premi e riconoscimenti, con due partecipazioni al Festival di Sanremo, tre alla Mostra internazionale di musica leggera, una Targa Tenco e l'assegnazione dell'onorificenza di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Soprannominata la Tigre di Cremona, la cantante faceva infatti parte delle grandi voci femminili italiane degli anni sessanta e settanta, con Milva, la Pantera di Goro, Iva Zanicchi, l'Aquila di Ligonchio, Orietta Berti, l'Usignolo di Cavriago e Ornella Vanoni. Sulla scena internazionale ha raccolto il plauso di artisti quali Frank Sinatra, Louis Armstrong, Antony and the Johnsons, Mónica Naranjo, Liza Minnelli, Luciano Pavarotti e Plácido Domingo.
«Cinquant'anni spaccati fa, una lungagnona col vestito da cocktail sottratto di nascosto alla madre, saliva sul palco traballante di una balera lombarda. Si ricorda che l'abito era blu e bianco. Lucido. Si ricorda che dopo aver cantato la prima canzone, il titolo? no, è troppo, si arrabbiò perché la gente applaudiva. «Io canto per me. Cosa c'entrano loro?». Non aveva le idee chiare. O forse era troppo lucida. Si ricorda che alla fine di quella primissima esperienza scappò via perché i genitori non sapevano... non volevano. A diciott'anni era d'obbligo ubbidire. Ma non l'aveva fatto. E doveva correre a rimettere l'abito a posto il più in fretta possibile. Si ricorda che poco dopo, dietro le sue insistenze, il padre aveva convinto la madre a lasciarla fare: «Tanto, cosa vuoi, durerà qualche settimana questa follia. Lasciamola fare». La lungagnona, invece, è ancora qui che rompe le scatole con quel piccolo meccanismo misterioso che sono le canzoni. Che lei ama e rispetta. E... e... e la lungagnona non si ricorda altro.»
Scrive Indro Montanelli: "quel demonio di ragazza ce la faceva, anche con le bolle, o malgrado le bolle (...), interpreta alla perfezione il suo tempo, i suoi gusti, i suoi disgusti (...) c'è dentro fino ai capelli (...)"
Mina ha utilizzato la sua voce duttile ed espressiva in modo molto personale, facendo sovente leva sui virtuosismi.[2][156] Viene spesso citata come artista pop[2] nonché principale esponente della musica leggera italiana,[1][4][5] genere che propone in maniera raffinata ed elegante citando gli standard del jazz e della bossa nova.[157][158] Grazie alla versatilità della sua voce, è stata in grado di immedesimarsi in pressoché tutti gli stili musicali, come confermano, dopo gli esordi da urlatrice e le registrazioni storiche degli anni sessanta e settanta, il pop e rock di Attila (1979), il rock, swing e calypso di Catene (1984), la canzone napoletana di Mina canta Napoli (1966), Napoli (1996) e Napoli secondo estratto (2003), la musica sacra di Dalla terra (2000) e quella colta di Sulla tua bocca lo dirò (2009). Innumerevoli sono i suoi omaggi ad altri artisti quali i Beatles (Mina canta i Beatles, 1993), Enzo Jannacci (Mina quasi Jannacci, 1977), Lucio Battisti (Minacantalucio, 1975, Mazzini canta Battisti, 1994) e altri celebri cantautori italiani (Canzoni d'autore, 1996). Oltre a considerarla un'esponente di diverse sfumature di musica pop, AllMusic cita Mina fra gli artisti adult contemporary.
È l'interprete più presente in assoluto nelle classifiche di vendita italiane. Decise di lasciare le scene alla fine del 1978, ritirandosi a vita privata e scegliendo di non far apparire più in pubblico la sua immagine. Il suo percorso professionale prosegue, da quel momento, quasi esclusivamente attraverso il manifestarsi della sua voce. L'artista continua infatti a incidere dischi con cadenza annuale, a condurre programmi radiofonici, a collaborare con alcune riviste e quotidiani in qualità di opinionista e a prestare la sua voce in alcuni spot pubblicitari.
Televisione:
Studio Uno (Programma Nazionale, 1961-1962, 1965, 1966)
Sabato sera (Programma Nazionale, 1967)
Senza rete (Programma Nazionale, 1968, 1969, 1970)
Canzonissima (Programma Nazionale, 1968)
Teatro 10 (Programma Nazionale, 1972)
Milleluci (Programma Nazionale, 1974)
Cinema :
Juke box - Urli d'amore, regia di Mauro Morassi (1959)
I Teddy boys della canzone, regia di Domenico Paolella (1960)
Sanremo - La grande sfida, regia di Pietro Vivarelli (1960)
Appuntamento a Ischia, regia di Mario Mattoli (1960)
Madri pericolose, regia di Domenico Paolella (1960)
Urlatori alla sbarra, regia di Lucio Fulci (1960)
Mina... fuori la guardia, regia di Armando W. Tamburella (1961)
Io bacio... tu baci, regia di Piero Vivarelli (1961)
Universo di notte (1962)
Das haben die Mädchen gern (1962)
Appuntamento in Riviera, regia di Mario Mattoli (1962)
Canzoni nel mondo, regia di Vittorio Sala (1963)
Per amore... per magia..., regia di Duccio Tessari (1967)
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luha2013 · 4 years ago
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Radio Deejay la storia….
Radio Dee Jay inizia le sue trasmissioni domenica 1 febbraio 1982, in un appartamento al numero civico 3 di Franchetti a Milano, irradia i suoi programmi dagli fm.99,700, la stessa frequenza dove fino a un minuto prima aveva trasmesso Radio Music 100, rilevata da Claudio Cecchetto. All’inizio Radio Dee Jay trasmette solo musica, nonostante il nome della radio non vi sono dee jay, quelli di Radio Music 100 sono infatti trasmigrati ad altre emittenti. All’inizio Cecchetto manda in onda solo musica perchè prima di tutto il suo obiettivo è quello di far conoscere il nome della radio.
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C’è solo lo slogan in onda insieme ai jingle dell’emittente, in poche parole tanta musica. Gli obiettivi principali sono due: primo fare una radio per giovanissimi, secondo renderla immediatamente riconoscibile. Gli obiettivi principali sono due: primo fare una radio per giovanissimi, secondo renderla immediatamente riconoscibile. Per visualizzare l’emittente propone dunque un marchio forte: un ovale che richiama i contorni di un volto umano, con una cuffia intorno e la scritta Radio Dee Jay al centro. E’ l’elaborazione di un marchio che anni prima Cecchetto aveva utilizzato per pubblicizzare sè stesso. Prima del contenuto viene ideata la scatola, il contenitore per ospitare piano piano, pezzo per pezzo, l’anima della radio e le invenzioni del suo creatore. La più importante è senz’altro quella che riguarda il nome, visto che Dee Jay, scritto così è una parola che non si trova in alcun vocabolario al mondo. “Sui 99,700 Radio Dee Jay, Radio Dee Jay, Radio Dee Jay” sentono fra un disco e l’altro gli ascoltatori, è la canzoncina di riconoscimento della radio, il jingle diventa subito popolare. In realtà è una delle licenze che si prende Cecchetto, muovendosi anche questa volta con una certa disinvoltura, quindi tra le regole della radiotecnica. “In quegli anni, quando si parlava delle frequenze, si diceva: 99.7, 99.9, e trovavo che fosse una cosa a metà. Volevo una cosa piena e allora mi sono inventato i novantanovemilasettento, un modo improprio per indicare una frequenza nella banda fm.”.
Dopo un paio di mesi il dj dell’ovale comincia a parlare in onda: “Feci un colpaccio – ricorda Cecchetto – intervistai niente meno che Lary Hagman, l’attore che interpretava Jr, il ricco e cattivo della serie televisiva DALLAS, che allora spopolava. In pochi mesi il parco voci si allarga, arrivano Ronnie Hanson, che intrattiene in lingua inglese, nell’estate del 1982 arriva Gerry Scotti. Prima dell’incontro con Cecchetto Scotti si divideva fra Radio Milano International e un’agenzia per la quale inventava testi e campagne pubblicitarie. Il responsabile di questa agenzia gli aveva appena prenotato un biglietto aereo per gli Stati Uniti, dove si sarebbe dovuto recare per prendere parte a un corso di regia televisiva. Tutto ero pronto per il trasferimento temporaneo Oltreoceano, ma arriva la telefonata di Cecchetto: “avevo sempre sentito parlare Claudio, lui ragionava in maniera diversa rispetto agli altri, puntava sempre n alto e nell’ambiente sa
radio deejay logo 3peva guadagnare qualche soldino. Poi era uno che si vedeva ovunque: in discoteca, in televisione, sui giornali.” Cecchetto riesce a convincere Gerry Scotti a restare in Italia con una serie di proposte interessanti: un ruolo di primo piano a Radio Dee Jay, un posto su una televisione di un amico (Silvio Berlusconi) per fare la radio sul piccolo schermo, e infine, uno stipendio annuo davvero invitante. Le prime cose che inventa Gerry insieme a Cecchetto sono il DISCO CLOCK e il PREMIO FEDELTA’. Nel 1984, sulle orme del canale musicale televisivo americano Mtv, nato sei mesi prima, va in onda su Italia1 DEE JAY TELEVISION, una rassegna di videoclip. “Me l’hanno fatta fare perchè il mio personaggio era molto interessante – dice Cecchetto – la cosa ha funzionato ed io ho utilizzato la televsione per spingere anche quello che stavo facendo per i fatti miei”.
Innanzitutto la radio e poi i personaggi del mondo della mnsica che incidono per la sua etichetta discografica: Sandy Marton con il fortunatissimo PEOPLE
radio deejay logo 2FROM IBIZA, Sabrina Salerno con BOYS, Tracy Spencer (RUN TO ME) e Taffy (I LOVE MY RADIO). Tutti artisti prodotti da Cecchetto, in un businness che si allarga anche ad altri settori. Ma il primo pensiero di Cecchetto va sempre alla creatura radiofonica: “la radio non si manteneva con la pubblicità, ma con il mio lavoro in tv, e con le mie produzioni discografiche – spiega Cecchetto. Radio Dee Jay intanto trasferisce i propri studi in via Massena, sempre a Milano, Cecchetto si inventa la Dee Jay’s Gang, una società per la gestione e la diffusione del marchio su alcuni prodotti di largo consumo come gel per capelli, diari, astucci, quaderni e caschi per le moto. Tutte le radio avevano abbandonato i giovani – dice sempre Cecchetto – perchè il mercato pubblicitario chiedeva di alzare il target, di catturare ascoltatori più anziani, che avessero a disposizione più soldi per acquistare i prodotti. Io ho fatto il contrario e mi sono rivolto ai teen-agers. Per i suoi ascoltatori, in età compresa fra gli 11 e i 24 anni, Cecchetto sceglie come musica la new-wave inglese, un genere non tanto noto in Italia, ma che rende Radio Dee Jay unica e subito riconoscibile fra tutte le emittenti. “Ogni 15 giorni andavamo in Inghilterra a prendere valanghe di dischi – ricorda Dario Usuelli, il programmatore musicale della radio – e li mettavamo in onda senza pensarci tanto. E allora sotto coi Duran Duran, Spandau Ballet, Human League, Heaven 17, Yazoo, tutti gruppi che poi raggiunsero una notorietà incredibile. La cosa sorprendete era che le case discografiche italiane ci telefonavano per conoscere titoli e autori dei pezzi che passavamo. Il 1984, l’anno di DEE JAY TELEVISION, è anche quello in cui tornano a lavorare con Cecchetto alcuni dei vecchi animatori di Radio Music: fra i primi, Linus ed Albertino: “io facevo dalle 9 a mezzogiorno, poi toccava a Gerry, che restava in onda fino alle 14. Chiudeva Albertino, al microfono dalle 14 alle 17, tutto andava rigorosamnente in diretta, vietato registrare!” Fra gli ex di Radio Music che nel giro di qualche anno approdano a Radio Dee Jay c’è anche Marco Galli. Intanto il rapporto fra le reti della Fininvest e le strar della radio si rafforza. Sugli schermi di Dee Jay Television a Cecchetto e Gerry Scotti si aggiungono Kay Rush Sandwick, Linus e negli anni successivi Jovanotti, Amadeus, Fiorello.
Radio Dee Jay, continuando a frequentare il piccolo schermo coi suoi personaggi si fa conoscere in tutta Italia, anche nelle zone dove sugli apparecchi radiofonici arriverà solo alcuni anni dopo. E’ un buon vantaggio su tutte le altre radio. Lavorano a Radio Dee Jay anche Roberto Ferrari e Nicola Savino, la “parte tecnica” è curata da Molella e da Mario Fargetta. Nel 1989 l’emittente attacca il trasmettitore a Palermo e il giorno dopo ci sono già migliaia di ascoltatori.
Gran parte degli animatori che parlano ai microfoni di Radio Dee Jay si avviano a una rapida carriera televisiva. Amadeus arriva negli ultimi mesi del 1985, e, poco dopo, Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che dalla tv passa alla radio. Nel 1988 entra a far parte della proprietà dell’emittente il gruppo L’Espresso: “per dare prestigio al mezzo radiofonico – ricorda Cecchetto – occorreva che entrasse un grande gruppo: come avrebbe potuto svilupparsi la radio se non fossero entrati i grandi capitali?” Radio Dee Jay si potenzia tecnicamente con un efficace rete di trasmettitori che le permettono di farsi ascoltare su buona parte del territorio italiano. Nel 1989 dalla Sicilia arriva Fiorello, inizia ad andare in onda la mattina e piano piano si trova in onda con Amadeus in un programma chiamato MATTINATA ESAGERATA, poi lavora con Tony Severo in STESSA ORA STESSA RADIO STESSO PROGRAMMA e nella mitica trasmissione VIVA RADIO DEE JAY. Sempre nel 1990 arriva Marco Fargetta, parte il programma cult DEE JAY TIME, iniziano anche CORSA TRIS, BROCCOLO condotto prima da Gerry Scotti e poi da Tony Severo, un gioco che prevede la presenza in studio di un concorrente che viene corteggiato telefonicamente dagli ascoltatori, alla fine del corteggiamento il concorrente sceglie con chi fra quelli che avevano chiamato trascorrere una romantica serata interamente offerta dalla radio… Come andava a finire viene in seguito raccontato dal disk-jockey.
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Alla fine del 1990 parte VIVA RADIO DEE JAY, un programma in cui il conduttore, Marco Baldini, subisce le incursioni continue di personaggi-parodia della realtà di tutti i giorni. Tra le voci, naturalmente cammuffate, anche quelle di Albertino e Fargetta. Dietro il successo di VIVA RADIO DEE JAY che riceve il disco d’oro per le centomila copie vendute della cassetta che contiene le scenette migliori, c’è un lavoro di squadra. Una volta approdato in tv col Karaoke, Fiorello lascia VIVA RADIO DEE JAY, al suo posto arriva Luca Laurenti. Spinta da uno straordinario gruppo di animatori, lanciata dalla televisione, sorretta da un potente gruppo editoriale, nel 1992 Radio Dee Jay diventa la radio privata più ascoltata in Italia, scavalcando Rete 105 che fino ad allora aveva dominato la scena. Alla fine del 1992 viene superato uno dei momenti più difficili. La mattina del 29 dicembre il tecnico incaricato di aprire gli studi scopre le conseguenze disastrose di un incendio doloso che ha mandato in fumo studi e apparecchiature. Dopo poche ore l’emittente è di nuovo in onda, si sposta dai 600 metri quadri ai 60 di un piccolo studio adiacente dove può continuare a trasmettere. “Sapevamo di non essere in grado di offrire una radio valida come quella del giorno prima – ricorda Cecchetto – io vedevo tutti abbattuti e motivati”. Ma Claudio passa una notte insonne e poi… la trovata vincente. La mattina dopo gli occhi increduli di tecnici e disk-jockey leggono le poche righe inviate via fax da Cecchetto: “hanno voluto farci del male, noi rispondiamo facendo del bene. Nasce così Radio Thon, la prima maratona radiofonica in diretta giorno e notte per una settimana, a favore della Lila (Lega Italiana per la Lotta all’Aids) e Anlaids (Associazione Nazionale per la Lotta all’Adis) intervengono Raf, Zucchero ed Eros Ramazzotti. Radio Thon andrà in onda per parecchie edizioni. Nel 1993 inizia una delle trasmissioni culto dell’emittente, CORDIALMENTE con Elio e le Storie Tese, che ha dato il via a una serie di programmi comici caratterizzati dalla presenza di personaggi come Aldo, Giovanni e Giacomo, Luca Laurenti e i Fichi d’India. Approda a Radio DeeJay anche la Gialappa’s Band, con QUASI MAI. Successo anche per i cappellini, le agende e altro materiale edito da DeeJay.
Negli ultimi mesi del 1994 il gruppo artistico che ha costruito il successo della radio si sgretola: va in onda il divorzio fra Cecchetto e l’Editoriale L’Espresso, azionista di maggioranza. Cecchetto se ne va con l’idea di portare via il meglio di Radio Dee Jay e ricostruire tutto da un’altra parte, in un’emittente già attiva da qualche anno e di sua proprietà, Radio Capital. Ma sono pochi coloro che seguono Cecchetto, lo fanno Amadeus, Luca Laurenti, Nikki e Manuela Doriani. Jovanotti e Fiorello sono con Cecchetto, ma, a causa degli impegni discografici e televisivi, sono poco presenti. Tutti gli altri rimangono al loro posto e le separazione lascia segni profondi. Albertino diventa il responsabile artistico, Linus è il tessitore dell’emittente, conduttore di DEE JAY CHIAMA ITALIA, programma cult del mattino. Partono nuovi jingle, arrivano Molella e Giorgio Prezioso, Radio Dee Jay manda in onda, prima in Italia, la techno. Nel 1996 parte il Pim (Premio Italiano della Musica) organizzato insieme all’inserto MUSICA! de LA REPUBBLICA, manifestazione che negli anni ha acquisito negli anni lo status di Oscar della musica italiana. Arrivano anche Paoletta, Dj Ancelo, Alessio Berallot, Marco Biondi, Federica Panicucci, Maurizio Mosca, Marco Santin della Gialappa’s Band, Daria Bignardi, Nunzia Palermo, Platinette, Daniele Milani, Giacomo Valenti, Luciana Litizzetto, Fabio Volo, il Trio Medusa, Andrea Pezzi e molti altri.
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Nel 2006 Radio DeeJay è nuovamente in video nella sua interezza, il gruppo l’Espresso, editore della radio, che nel frattempo ha anche acquistato la rete televisiva All Music, propone DEEJAY CHIAMA ITALIA, condotto da Linus e Nicola Savino in tv. DeeJay è la più televisiva di tutte le radio, basti ricordare DEEJAY TELEVISION, in onda fin dal 1984. Elio e le Storie Tese hanno fatto del loro programma GRAN VARIETA’ un nuovo cult.
Radio Dee Jay più di altre emittenti è stata per molti un trampolino di lancio per il piccolo schermo o per la carriera musicale. I dati di ascolto assegnano da vari anni a Radio Dee Jay, che dal 2001 è affiancata dall’emittente televisiva satellitare DEEJAY TV, la leadership assoluta nella radiofonia privata italiana: 5.200.000 ascoltatori nel giorno medio, e 11.900.000 nell’arco della settimana (dati Auditel 2003). Radio DeeJay è il solo network italiano che negli anni è stato capace di lanciare (e consacrare) grandi personaggi la cui carriera è proseguita poi anche in tv: Fiorello, Fabio Volo, Platinette, I Fichi d’India, Daria Bignardi, Nicola Savino, Nunzia Palermo. Hanno lavorato (e lavorano) per l’emittente: Linus (che si divide fra conduzione e direzione artistica della radio), Albertino, Claudia Cassani, Guido Bagatta, Fabio Prezioso, Marco Biondi, Marco Baldini, Andrea Pezzi, Fabio Volo, Nicola Vitiello, il Trio Medusa (Giorgio Daviddi, Gabrile Corsi e Furio Corsetti), Molella, Fargetta, Dario Usuelli, Gegè Telsforo, Paolino (Paolo Rosato), Victoria Cabello, Vic (vero nome Vittorio Lelli), Federica Panicucci, Francesco Navarro (Francesco Nava), Giacomo Valenti, Luciana Litizzetto, Paoletta, Alessio Bertollot, Nicola Savino, Andrea Marchesi, Michele Mainardi, Armando Van Hender, Marco Benassi, Alex Faroldi, Gabry Ponte, Claudio Coccoluto, Ilario, Andrea Pellizzari, La Pina, Ivan Zazzaroni, Leando Da Silva, Justine Matera, Laura Antonini.
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radio deejay dj chiama italial 31 gennaio 2012 Radio Deejay festeggia i suoi trent’anni di vita con un party al Mediolanum Forum di Assago che vede la partecipazione di Linus, Jovanotti, Fiorello, Gerry Scotti ed altri protagonisti storici dell’emittente. Nel 2010 ritorna Nunzia Palermo, che lancia il programma “Nuovo Giorno…. Nuovo Scherzo” dove venivano chiamati Vip e persone comuni e partiva lo scherzo al telefono. Le novità degli ultimi anni consistono nella promozione di Laura Antonini con un programma quotidiano in coppia con Rudy Zerbi, nel programma Catteland condotto da Alessandro Cattelan, nel ritorno di Marco Baldini con Il Marchino ha l’oro in bocca. Mentre dal 2012 al 2013 Nunzia Palermo, conduce “Cartoon Time” dove si ripercorre la “storia” dei cartoni animati facendo ascoltare anche delle sigle inedite. Dal 2014 viene inaugurata la fascia notturna, torna anche Guido Bagatta alla conduzione di Guido al cinema. Nella stagione 2015/2016 arriva Chicco Giuliani (proveniente da Radio San Marino), nascono nuovi programmi come Deejay Sporting Club in onda la domenica pomeriggio per commentare in diretta le partite, condotto dai giornalisti Alessandro Prisco e Paolo Menegatti. Il programma più longevo dell’emittente è Deejay chiama Italia, in onda dal 1991.
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luha2013 · 4 years ago
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Storia di Radio 105….
In origine chiamata Radio Studio 105 (o Studio 105 o Rete 105), fondata il 16 febbraio 1976 da Alberto Hazan ed Edoardo Hazan in un monolocale di via Tito Vignoli a Milano (zona Lorenteggio) emette su 105,560 MHz nei primissimi tempi, per poi occupare la frequenza 99,075 MHz (precedentemente occupata da Superradio) che darà l'appellativo di "novantanoviani" agli ascoltatori (è di quei tempi l'adesivo a forma di scudetto con la scritta 99, personalizzato in base alle situazioni e ai programmi). Successivamente l'emittente si trasferisce nella centralissima Galleria del Corso, dove sono iniziati i primi programmi con l'aiuto dei registi e dei dj più importanti del momento, tra cui Loredana, Claudio Cecchetto, P3 (Piero Cozzi), Mauro Micheloni, Federico l'Olandese Volante e Leopardo (Leonardo Re Cecconi).
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È la prima emittente privata ad utilizzare, negli anni '70, il regista. Valerio Gallorini è il primo regista di svariati programmi, tra cui quelli condotti da Gianni Riso, Ronnie Jones, le classifiche del sabato pomeriggio "Hit Italia" (presentata da Loredana Rancati) "Discomania" (presentata da Claudio Cecchetto) e "Hit 105" (presentata da Alex Peroni), Clay Wilson (Clay Remini oggi a capo di Zerodibì) che conduce "DayByDay" dalle 23 all'una di notte; Loredana Rancati conduceva anche il programma "A tavola con Loredana" e Paolo Francesco conduceva "PF105". Nel 1983, con la denominazione di Rete 105, la radio diventa la prima emittente privata nazionale, cioè con una copertura di oltre il 50% del territorio italiano. Negli anni '90 assume l'attuale denominazione Radio 105.
Alla direzione artistica dell'emittente si sono susseguiti Loredana Rancati, Silvio Santoro, Alex Peroni, Guido Monti, Andrea Pietri (assistente alla direzione Stefano Carboni fino al 2003), di nuovo Alex Peroni e, dal 2003 al 2019, Angelo De Robertis, che lavorava con la radio sin dal 1981. Da settembre 2019 la direttrice artistica è Barbara Rosseti, già vicedirettrice di Radio Montecarlo.
Nella prima parte del 2007, a seguito di una joint venture con la Rcs MediaGroup (allora proprietaria di Play Radio), il Gruppo Finelco (che controlla Radio 105, oltre che Radio Monte Carlo) ha rafforzato la propria presenza nel mercato dei network radiofonici privati, stringendo in seguito anche un'importante alleanza con il Virgin Group di Richard Branson; quest'ultima operazione ha portato Play Radio a cambiare format e denominazione in Virgin Radio Italia.
Nel 2016 Mediaset fa il suo ingresso in Finelco rilevando il 19% di RB1 S.p.A., azionista con i soci fondatori del 92,8% di Finelco.
Radio 105 ha sede in Largo Donegani 1, a Milano, vicino al parco Indro Montanelli. A Miami è presente uno studio da dove viene mandato in onda 105 Miami e dove Marco Mazzoli va in onda per il suo programma "Lo Zoo di 105" mentre i suoi colleghi (Alisei, Noise e Ballerina) vanno in onda da Milano e uno studio a Roma.
Nel 1999 viene inaugurata la sede di 105 a New York, i primi a condurre sono Marco Mazzoli e Camilla Raznovic con 105 NEW YORK. Nel nuovo millennio parte il programma cult LO ZOO DI 105, inizialmente in fascia oraria mattutina (dalle 7 alle 10), poi, a seguito del grande successo, nel primo pomeriggio. Il nuovo millennio segna la riscossa di 105.
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luha2013 · 4 years ago
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Adriano Celentano
Adriano Celentano (Milano, 6 gennaio 1938) è un cantautore, showman, attore, regista, sceneggiatore, compositore, montatore e autore televisivo italiano. È stato soprannominato il Molleggiato per il suo peculiare modo di ballare.
Adriano Celentano nasce il 6 gennaio 1938 a Milano, nel quartiere di Greco, , in via Cristoforo Gluck 14, dove trascorre i primi anni della sua vita. I genitori, Leontino Celentano e Giuditta Giuva, sono originari di Foggia e si sono trasferiti prima in Piemonte e poi in Lombardia per cercare lavoro; fratello di Rosa (morta nel 2003), Alessandro (1920 - 2009), e Maria (1923 - 2012), viene chiamato Adriano in ricordo della terza sorella, Adriana, morta di leucemia nel 1934 a 9 anni. Lascia presto la scuola, dopo aver completato solo le elementari, e incomincia a fare diversi mestieri tra cui, per ultimo, quello di orologiaio in un negozio di via Correnti.
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Da adolescente comincia a interessarsi alla musica, in particolare al rock and roll come molti altri giovani italiani del periodo, lo scopre nel 1955 con l'arrivo in Italia del film Il seme della violenza nella cui colonna sonora c'è una canzone intitolata Rock Around the Clock, cantata da Bill Haley, che spinge Celentano a decidere di voler diventare un cantante di rock'n'roll. Con quattro suoi amici forma un gruppo, i Rock Boys, composto dai tre fratelli Ratti: Franco alla chitarra, Marco al basso, Giancarlo alla batteria e Ico Cerutti (torinese trasferito da poco a Milano con la famiglia) alla seconda chitarra.
Alla fine del 1956 il gruppo conosce al teatro Smeraldo di Milano un complesso di rock'n'roll che arriva da Roma, un gruppo di fratelli guidati dal futuro Little Tony, con Alberto bassista e Enrico chitarrista; quest'ultimo si mette subito in evidenza per le capacità in tecnica musicale. Anni dopo, Celentano ritroverà Antonio Ciacci, diventato nel frattempo Little Tony, con cui dividerà il secondo posto al Festival di Sanremo del 1961 con 24 mila baci. Intanto si aggiunse ai Rock Boys il pianista Enzo Jannacci, proveniente dai Rocky Mountains (il gruppo che accompagnava Tony Dallara), che venne presentato a Celentano da Pino Sacchetti, saxofonista amico di Jannacci ed entrò poi nel gruppo. In questi primi spettacoli, Celentano mischia alle canzoni intermezzi di cabaret (con l'imitazione di Jerry Lewis) e di ballo: lascia ai musicisti lo spazio per suonare, mentre lui balla in maniera dinoccolata e snodata. Qui conosce un ballerino professionista, Alberto Longoni, che si esibisce sia con il nome d'arte di Jack La Cayenne che con quello di Torquato il Molleggiato.
Nel 1957 il ballerino campione del mondo Bruno Dossena organizza un festival rock and roll e danze jazz italiano a Milano ("1º festival del Rock and Roll e Danze Jazz"), evento che proseguirà negli anni successivi, ma senza ballerini, a Genova (1958), San Severino Marche (1959), Ancona (1960), Roma (1961), Verona (1962), Bologna (1963) e nell'edizione flop di Firenze del 1964. La prima edizione si era tenuta il 18 maggio 1957 al Palazzo del Ghiaccio di Milano e vi parteciparono vari gruppi oltre ai "Celentano and his Rock Boys" come Duo Corsaro , la Swing Parade, e la Original Lambro Jazz Band (che all'epoca spopolava all'Arethusa e altri noti locali dell'ambiente meneghino).
Annunciato in cartellone sia come Jack la Cajenne che come Torquato il Molleggiato, Alberto Longoni resta fuori dal Palazzo del Ghiaccio perché, prima dell'inizio della manifestazione, era uscito per un caffè, poiché la polizia aveva bloccato gli ingressi a causa della folla incontenibile; Celentano, che canta dei brani in un personalissimo inglese e balla come lui, diviene per tutti Il Molleggiato, e Jack La Cayenne smette di usare questo pseudonimo.
Il successo fu tale che i giornali del giorno dopo parlarono del nuovo divo con note di merito per il gruppo acrobatico "Dossena's Rock Ballett". La Notte del 19 maggio 1957 riferì, nella sezione cronaca, dei tafferugli avvenuti al Palazzo del Ghiaccio, che avevano richiesto l'intervento della polizia e causato un ritardo di due ore all'inizio della manifestazione, titolando: Palazzo del Ghiaccio devastato dal nuovo divo del rock'n'roll, mentre sul Corriere della Sera, Giorgio Bocca scrisse un articolo molto duro contro la nuova moda giovanile importata dall'America.
Sempre nel 1957 Celentano conosce Miki Del Prete, che negli anni diventa uno dei suoi più preziosi collaboratori, nonché autore di alcuni testi di canzoni. I due si incontrano quando Miki riesce a organizzare due settimane di ingaggio per la star del festival del Rock and Roll italiano, nell'estate del 1957, una al Morgana di Sanremo e una al Muretto di Alassio. Celentano e i Rock Boys cantano senza compenso in denaro, in cambio di due settimane di villeggiatura gratuita.
Tra il pubblico del festival erano presenti discografici come Walter Guertler e il Maestro Ezio Leoni, che proposero a Celentano un contratto discografico per una delle etichette dello stesso Guertler, la Music, che poi pubblicò nella primavera del 1958 le prime incisioni di Celentano, una serie di brani di rock'n'roll americani incisi su quattro 45 giri e poi raccolti su due extended play di scarso successo, fino a diventare delle vere e proprie rarità discografiche. In queste prime incisioni, Guertler preferisce che il cantante incida cover di rock'n'roll americani: Rip it up, Jailhouse rock, Tutti frutti e Blueberry hill, tralasciando le composizioni in italiano; Rip it up, la prima incisione di Celentano, vende circa millecinquecento copie sull'onda del successo al festival, ma i brani seguenti, successi di Elvis Presley, non vanno meglio, tanto che Gurtler teme di aver mal riposto le sue speranze e, visto l'insuccesso, decide di dirottare il cantante alla sua nuova etichetta, la Jolly.
Con la collaborazione del maestro Ezio Leoni, arrangiatore, direttore artistico e responsabile del repertorio della Jolly, Celentano riscuote i suoi primi successi. Nel gennaio del 1959 viene pubblicata Ciao ti dirò, la canzone con cui Celentano aveva partecipato due anni prima al festival del rock'n'roll italiano; il disco che però riscuote successo è Il ribelle, che è anche il primo brano scritto da Celentano (per la musica, in collaborazione con Leoni).
«È in pieno svolgimento una delle tante kermesse canore di questo invidiabile paese. Walter Guertler, che ha convinto il recalcitrante Adriano a partecipare, attende tremulo tra le quinte, ma già pregusta l'esplosione. La TV trasmette lo spettacolo in ripresa diretta. Adriano, arrivato in città con la sua Alfa Romeo Giulietta Sprint carica di amici, è calmissimo. Alle 22 e 50 precise oltre dieci milioni di telespettatori vengono colti dal più irrefrenabile degli entusiasmi per lo scatenato giovanotto che prende a chitarrate “Il tuo bacio è come un rock”. Adriano stravince il festival e ottiene anche il secondo posto. Più tardi, con l'amabile sfrontatezza del trionfatore, dirà che, se avesse potuto cantare tre canzoni anziché due, avrebbe ottenuto anche il terzo. (…) In una settimana “Il tuo bacio è come un rock” tocca le trecentomila copie. Da caso milanese, il giovanotto diventa caso nazionale, il suo volto di mansueto gorilla è entrato di prepotenza nei bar e nei tinelli di tutta la penisola, il suo cognome è già familiare. Da quel fatidico tredici luglio Adriano comincia a ricevere cinquecento lettere al giorno, che poi aumenteranno. Alla fine del 1959, Federico Fellini lo chiama perché interpreti se stesso ne "La dolce vita"».
L’etichetta Jolly fece incidere il brano “IL TUO BACIO È COME UN ROCK” - il disco venne stampato in 16.000 copie. Il disco vende, nella prima settimana, ben 298.677 copie, arrivando in prima posizione in classifica per tre settimane (come riportano i dati di Musica e dischi di quell'anno). Il lato B del disco, I ragazzi del juke-box, è anche il titolo del film dello stesso anno, a cui Celentano partecipa; il soggetto e la sceneggiatura del film sono degli stessi autori del testo della canzone, Piero Vivarelli e Lucio Fulci, assieme a Vittorio Vighi; Fulci è pure regista della pellicola.
Nello stesso anno si ha la prima collaborazione tra Celentano e Mina la quale incise un 45 giri con la canzone Vorrei sapere perché, un rock'n'roll scritto per lei da Celentano e Leoni, con il testo di Piero Vivarelli e Lucio Fulci. Dopo avere esordito come cantante nel film I frenetici nel 1956 nel quale aveva cantato la sigla dei titoli iniziali nella versione distribuita in Italia, nel 1959 recita nei suoi primi film, I ragazzi del juke-box (regia di Lucio Fulci e musiche di Ezio Leoni); il titolo è quello della canzone sul retro di Il tuo bacio è come un rock, e tra gli interpreti di quello che è, a tutti gli effetti, un musicarello ante litteram, ci sono anche Fred Buscaglione, Betty Curtis e Tony Dallara.
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Da inizio 1960 compare nel film di Federico Fellini La dolce vita, girato fra primavera ed estate 1959, interpretando se stesso mentre canta una sua canzone in un locale romano.
A tutt’ora Celentano non ha ancora inciso nessun “album” quindi un 33 giri; ma ci pesa l’etichetta indipendente AGP - che propone al “molleggiato” di avere un album completo. Per il primo 33 giri, Adriano Celentano con Giulio Libano e la sua orchestra, raccolta di alcuni brani già pubblicati su 45 giri e con due soli inediti, Personality e Il mondo gira, che vengono pubblicati contemporaneamente su singolo. Dello stesso periodo è anche un disco inciso in coppia con la cantante Anita Traversi, contenente le canzoni Piccola e Ritorna lo shimmy. Sempre nel 1960 arriva il grande successo del 45 giri Impazzivo per te che, nonostante non superi il terzo posto come posizione massima, resta in classifica per sette mesi. Il 30 novembre viene pubblicato Furore, il secondo album, che contiene due inediti che non verranno stampati su 45 giri, (poiché Celentano per i 33 giri era sotto contratto con AGP, mentre con la Jolly per i 45 giri, (Serafino campanaro, noto anche nell'interpretazione di Mina, e Hei Stella, inciso anche da I Due Corsari).
A febbraio del 1961 partecipa al Festival di Sanremo, ma è ancora militare e gli viene firmata una dispensa speciale dal ministro della difesa, Giulio Andreotti. Al festival in coppia con Little Tony presenta 24 mila baci (scritta da Pietro Vivarelli e Lucio Fulci su una musica di Ezio Leoni e Celentano); qui Adriano scandalizza il pubblico voltandogli le spalle, e girandosi solo dopo il cambio di tempo dell'orchestra, ma la sua 24 mila baci arriva seconda, pur arrivando prima in classifica per cinque settimane e vendendo nelle settimane successive mezzo milione di copie, per Celentano sarà l’ultimo disco con AGP.
L'attività cinematografica continua come regista con il film Super rapina a Milano del 1964, in cui recitano anche molti membri del suo entourage, noto come il Clan; partecipa poi ad altre produzioni come attore, principalmente film musicali, nel 1969 recita come protagonista nel film Serafino di Pietro Germi; il film narra la storia di un ragazzo di campagna e dei suoi problemi con un'eredità e con l'ambientamento alla modernità, tematica sempre cara a Celentano fin dai suoi esordi come cantante; la critica non accoglie particolarmente bene il film, ma il pubblico premia la pellicola con un grande incasso, rendendolo uno dei maggiori successi italiani di quell'anno.
C'era una volta il "Clan" è il titolo di una canzone di Gaber del 1968, dove il cantautore descrive, in maniera ironica, la fine ingloriosa, tra avvocati e citazioni in tribunale, dell'esperienza del Clan, una delle idee di Celentano che, passando poi dalla fase progettuale alla messa in pratica, si sono rivelate difficili da realizzare. Il Clan Celentano nasceva dall'esigenza di liberarsi dalle imposizioni che la Jolly faceva al cantante, da un lato continuando a pubblicare 45 giri, a volte riciclando le stesse canzoni (nel 1962, ad esempio, stampano nuovamente 24000 baci con sul retro Il tuo bacio è come un rock) o impedendogli di usare i musicisti con cui suonava abitualmente dal vivo nei dischi; confrontandosi con Ricky Gianco (che vive problemi analoghi alla Ricordi) e con altri amici come Memo Dittongo, Beretta e Del Prete, decise di creare una propria etichetta discografica, che coinvolga i suoi amici musicisti e che scopra anche nuovi talenti, ispirandosi in una certa misura al Rat Pack di Frank Sinatra. Il 1º maggio 1962 viene pubblicata "Stai lontana da me" (musica di Bacharach, testo di Mogol), canzone con cui nasce ufficialmente il Clan Celentano, e con cui Celentano partecipa al Cantagiro; in questa manifestazione, pur in testa, si ritira a causa di un presunto incidente al piede e salta alcune tappe ma, nonostante ciò, vince ugualmente, e la vittoria contribuisce al successo del 45 giri (disco tris che contiene anche Sei rimasta sola e Amami baciami), che arriva prima in classifica per 12 settimane dal 16 giugno e vende un milione e trecentomila copie.
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Il Clan è molto più di una casa discografica: è una sorta di comune artistica in cui Celentano, che in quel periodo vende centinaia di migliaia di copie per ogni 45 giri, riunisce parenti (come il nipote Gino Santercole o la fidanzata dell'epoca Milena Cantù) e vecchi amici come Ricky Gianco, Miki Del Prete, Luciano Beretta, i Ribelli, Detto Mariano. Contemporaneamente si dedica alla ricerca di nuovi talenti: ricontatta il vecchio amico e compagno nei Rock Boys, Ico Cerutti, che incide alcuni 45 giri, chiama il suo amico conosciuto durante il servizio militare, Detto Mariano, come arrangiatore ufficiale, e mette sotto contratto giovani sconosciuti come Don Backy, Pilade, Natale Massara, Ugolino; spesso questi artisti vengono fatti incidere con pseudonimi.
La causa con la Jolly terminerà solo nel marzo del 1965, con la vittoria di Celentano che verrà quindi assolto dall'accusa e non dovrà pagare alcuna penale. L'esperienza del Clan dura però appena sei anni, uccisa dagli atteggiamenti dispotici del leader, da infiniti problemi contrattuali e anche dalle ambizioni di successo personale dei singoli artisti; in alcuni casi come Ricky Gianco o i Ribelli il distacco è indolore, mentre in altri si accompagna a vicende giudiziarie come il caso di Don Backy; dopo la separazione con Don Backy il Clan incomincerà a ridurre la sua attività di lancio di nuovi cantanti, fino a distribuire, nell'ultimo periodo, solamente le produzioni di Celentano e di Claudia Mori.
Il 4 dicembre 1965 il singolo “La festa” raggiunge la prima posizione per cinque settimane. Vendendo 451 mila copie (questo disco è stato inciso su etichetta AGP - poiché il contratto prevedeva l’incisione di due lavori, infatti poi arriva il 33 giri. Anche durante il periodo del Clan i successi continuano: nel 1962 vince il Cantagiro con "Stai lontana da me", seguita dall'incisione di Pregherò (versione italiana di Stand by Me di Ben E. King, ma stranamente firmata da Gianco e Don Backy) che arriva in prima posizione per cinque settimane: è il suo primo testo che affronta tematiche religiose, che presto diventeranno una consuetudine (nel giro di tre anni incide Ciao ragazzi e Chi era lui).
Nel 1966, dopo cinque anni, Celentano decide di tornare al Festival di Sanremo: la canzone, Il ragazzo della via Gluck, presentata in coppia con il Trio del Clan (composto da Pilade, Cerutti e Santercole), si classifica agli ultimi posti, non riuscendo a qualificarsi per la serata finale: avrà però un importante successo di vendite, diventando (insieme con Azzurro) una delle sue canzoni più note, anche per il testo di Del Prete e Beretta, che racconta molti particolari dell'infanzia e dell'adolescenza di Celentano, e affrontando per la prima volta il tema dell'ecologia e della speculazione edilizia, che da qui in avanti diventerà una delle tematiche ricorrenti del cantante.
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Celentano in realtà avrebbe dovuto partecipare al festival con un'altra canzone, Nessuno mi può giudicare, di cui registrò anche il provino ma, non convinto del risultato, optò per Il ragazzo della via Gluck; a questa canzone, qualche mese dopo, l'amico Gaber diede una risposta, in una canzone il cui protagonista cercava una casa per andare ad abitare con la sua sposa e non la trovava, perché a causa del piano verde della città abbattono tutte le case per creare dei prati (è La risposta al ragazzo della via Gluck).
Il ragazzo della via Gluck suscitò l'interesse di Pier Paolo Pasolini che progettò di trarre un film dal racconto della canzone con Celentano protagonista, per sviluppare l'aspetto della civiltà urbana che stava distruggendo la cultura contadina. Il regista e Celentano si incontrarono spesso; il progetto però non andò in porto. Mondo in mi 7ª, di pochi mesi successiva, continua questo filone a metà tra la protesta e la predica: scagliandosi contro i vari mali del secolo. Celentano ha qui l'idea di abbinare al testo di Mogol, Beretta e Del Prete una melodia basata su un solo accordo, appunto il mi 7ª. Nel frattempo è entrato nel Clan come autore un giovane avvocato astigiano, Paolo Conte che esordisce nel 1966 con la canzone inserita come retro di Il ragazzo della via Gluck, intitolata Chi era Lui (il testo di Mogol e Del Prete parla di Gesù); - questa canzone uscirà su etichetta AGP (per la conclusione di contratto). Conte scriverà poi (in collaborazione con il maestro Michele Virano) le musiche dei due successi degli anni successivi: il primo è La coppia più bella del mondo del 1967, dove il testo di Beretta e Del Prete elogia il matrimonio e la vita di coppia con gli ormai consueti toni predicatori (che si attirano le accuse di antidivorzismo), mentre la musica si trasforma da un'introduzione lenta a un valzer da balera. Il secondo brano, del 1968, è Azzurro che arriva primo in classifica per quattro settimane con musiche di Conte e testi di Pallavicini. Il 45 giri che la contiene è uno dei rari casi in cui anche la canzone sul lato B è famosissima: si tratta di Una carezza in un pugno, una musica scritta da Santercole per lo zio insieme con Nando de Luca, con un testo di Beretta e Del Prete noto anche per un clamoroso errore grammaticale (Ma non vorrei che tu/ a mezzanotte e tre/ stai già pensando a un altro uomo...). Dopo la chiusura, nel 1975 dell’etichetta AGP; i diritti vengono comprati dalla C.G.D. - Ma solo nel 1983 la Clan acquisterà gli interi diritti.
In ambito musicale, i primi anni settanta vedono Adriano quasi costantemente in classifica con brani come Viola (che anni dopo verrà interpretata in duetto con Ivano Fossati), Sotto le lenzuola (ultima canzone con la quale partecipa al Festival di Sanremo nel 1971), ed Er più, scritta da Carlo Rustichelli. Il 1972 è l'anno di un nuovo successo ecologista, Un albero di trenta piani, in cui Celentano attacca la speculazione edilizia e l'inquinamento, prendendosela in particolare, nel finale della canzone, con il grattacielo Pirelli di Milano (che ha, appunto, trenta piani); tradotta in spagnolo con il titolo Un arbòl de 30 pisos (sul retro vi è Ready teddy) ottiene molto successo anche sul mercato iberico e latinoamericano.
La canzone è contenuta in un LP, I mali del secolo, dove ogni traccia affronta un problema sociale (dalla droga alla crisi della famiglia); al disco collabora come corista Giuni Russo. Ma è con Prisencolinensinainciusol, pubblicato il 3 novembre del 1972, uno stranissimo brano in lingua "celentanesca", cantato con suoni sconclusionati pseudo-inglesi che conquista un primato mondiale: la canzone, infatti (considerata da Celentano il primo rap italiano, il seme del rap, come ha definito la canzone in un rifacimento del 1994), entra in classifica negli Stati Uniti (al settantesimo posto) prima che in Italia, nel giro di un mese negli Stati Uniti il brano si posiziona (al cinquantesimo posto).
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Nel 1995 i fratelli Visnadi, all'epoca compositori e produttori di musica house, remixano su commissione il brano in diverse versioni. Una di esse viene pubblicata qualche anno più tardi anche nella raccolta "Unicamente Celentano" e Adriano la esegue da Fabio Fazio su RAI TRE a Che tempo che fa. Prisencolinensinainciusol è stata reinterpretata dal Molleggiato in una puntata del programma Francamente me ne infischio in coppia con Manu Chao e Piero Pelù. Il pezzo è stato reinterpretato anche dalla cantante e attrice Tosca nel suo album in diverse lingue Il suono della voce.
Nel 1973 annuncia la sua partecipazione al Festival di Sanremo, con il brano L'unica chance ma all'ultimo momento accusa una gastrite e si ritira con un telegramma che spedisce agli organizzatori aggiungendo che forse a fargli venire la gastrite è stato il modo in cui sono stati trattati alcuni cantanti popolari esclusi dalla gara e conclude scusandosi se questo festival sarà più pallido del solito per la mancanza della sua presenza. Il brano riscuote meno successo di altri, al contrario del 45 giri del 1974, Bellissima.
Dopo altri successi, Ti avrò nel 1978 e Soli nel 1979, con l'occasione dell'uscita del disco dal vivo effettua nuovamente un tour negli stadi (45 000 persone al Comunale di Torino, 65 000 al San Paolo di Napoli e 50 000 allo stadio di Rimini). Alla fine del decennio però, come Mina, anche Celentano decide di chiudere con i concerti: fino al 1994 (anno del tour europeo) non effettuerà più tournée.
A quel punto Celentano è lanciato anche come attore ma non prende parte a un gran numero di produzioni e fino al 1978 girerà al massimo due film all'anno (in alcuni non avendo il ruolo del protagonista). Durante questo periodo lavora con registi affermati come Dario Argento (in Le cinque giornate) e attori come Anthony Quinn (in Bluff - Storia di truffe e di imbroglioni), a conferma della sua crescente abilità di attore. Nel 1974 Celentano dirige, scrive, sceneggia, interpreta e produce Yuppi du; anche in questo caso la canzone che prende il titolo dal film, scritta dal solo Celentano, è un successo. I film che Celentano, Ornella Muti ed Eleonora Giorgi faranno saranno incisi su bobina “Cineritz” di AGP.
** CONTINUA **
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luha2013 · 4 years ago
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Ornella Vanoni….
La Vanoni è una delle artiste italiane dalla carriera più longeva: in attività dal 1956, con la pubblicazione di circa 112 lavori (tra album, EP e raccolte) è considerata tra le più grandi interpreti della musica leggera italiana, oltre che una tra le cantanti più vendute con oltre 65 milioni di dischi.
Dotata di uno stile interpretativo molto personale e sofisticato, che le conferisce una timbrica vocale fortemente riconoscibile, Ornella Vanoni vanta un ampio e poliedrico repertorio, che spazia dalle Canzoni della mala degli esordi al pop d'autore, alla bossa nova (storica la realizzazione insieme a Toquinho e Vinícius de Moraes dell'album La voglia la pazzia l'incoscienza l'allegria nel 1976 inserito nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia alla posizione numero 76) e al jazz.
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Durante la sua carriera sessantennale hanno scritto per lei molti tra i più importanti autori, non solo italiani, e collaborato con artisti del calibro di Gino Paoli, New Trolls, Paolo Conte, Fabrizio De André, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Sergio Bardotti, Mogol, Giorgio Calabrese, Franco Califano, Bruno Lauzi, Grazia Di Michele, Renato Zero, Riccardo Cocciante, Bungaro, Pacifico e Carmen Consoli.
Ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, raggiungendo il 2º posto nel 1968 (con Casa bianca) e piazzandosi per ben tre volte al 4º posto, nel 1967 (con La musica è finita), nel 1970 (con Eternità) e nel 1999 (con Alberi): in quest'ultima edizione, Ornella Vanoni è stata la prima artista nella storia del Festival a ricevere il Premio alla carriera. È anche l'unica donna e il primo artista in assoluto ad aver vinto due Premi Tenco (solo Francesco Guccini dopo di lei è stato premiato due volte), e l'unica cantante italiana ad aver ottenuto questo riconoscimento come cantautrice. Ha inoltre vinto una Targa Tenco, che porta complessivamente a tre il numero di riconoscimenti a lei assegnati dal Club Tenco.
Curiosità: Ha vinto due volte il Premio Lunezia ed è stata insignita di importanti riconoscimenti e onorificenze tra cui, nel 1984, del titolo di Commendatore della Repubblica e, nel 1993, di Grande ufficiale Ordine al merito della Repubblica italiana.
«Sono stata una ragazza inventata. Inventata dagli altri. Di mio avrei voluto fare l'estetista, niente di più. Avevo l'acne e avrei voluto curare la pelle, la mia e quella degli altri. Ero andata a studiare Lingue in Inghilterra, in Svizzera, in Francia e quando tornai a Milano non sapevo che cosa fare. Fu un'amica di mia madre a lanciare l'idea: "Hai una bella voce, perché non fai l'attrice?". Mi iscrissi alla scuola di recitazione del Piccolo. Il giorno degli esami d'ammissione ero terrorizzata, tanto da sentirmi male. Con la V di Vanoni venni chiamata per ultima, sapevo che nella commissione c'erano grossi nomi, Strehler, Paolo Grassi, Sarah Ferrati. Quando mi hanno chiamata, avevo il cuore a mille. Recitai un pezzo dell'Elettra, ero follemente emozionata, chiedevo scusa a tutti, mi interrompevo [...] A un certo punto ho sentito una voce femminile: "Attenzione, qui c'è qualcosa". Era della Ferrati. Mi presero. Dopo un anno divenni la compagna di Strehler, era il '55. E fu scandalo. Avevo vent'anni, lui era sposato, non c'era il divorzio e, per di più, viveva da solo, era di sinistra ed era un artista. Mia madre si lamentava, piangeva: "Così ti rovini, ti devi sposare."» ORNELLA VANONI
Insieme ad autori come Fausto Amodei, Fiorenzo Carpi, Dario Fo e Gino Negri, Strehler trae infatti spunto da alcune antiche ballate dialettali narranti vicende di cronaca nera, per procedere alla stesura di nuovi testi incentrati sul tema della malavita, aventi per protagonisti poliziotti, malfattori, carcerati, minatori, e inventando pertanto la definizione di canzoni della mala. Per alimentare la curiosità del pubblico, viene lasciato credere che si tratti di autentici canti popolari ricavati da vecchi manoscritti, e viene dunque allestita per lei la sua prima tournée teatrale, terminata con uno spettacolo a Spoleto, al Festival dei Due Mondi nel '59.
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Le interpretazioni particolarmente enfatiche della Vanoni, caratterizzate da una timbrica vocale e da una gestualità alquanto inconsuete ma sensuali, incuriosiscono parecchio il pubblico, che inizialmente sembra in parte confondere le ambientazioni dei brani proposti con le vere origini della cantante. Nel complesso, le canzoni della mala ottengono un buon successo, malgrado qualche critica di snobismo alto-borghese e l'intervento della censura radiotelevisiva che non apprezza i contenuti di alcuni testi. Per Ornella Vanoni, però, quello della mala inizia ad essere un cliché nel quale non intende essere rinchiusa.
Terminato il rapporto con Strehler (del quale in seguito dichiarerà di non avere apprezzato lo stile di vita, ritenendolo inadeguato ad una ragazza poco più che ventenne), si allontana anche dall'ambiente del Piccolo Teatro, alla ricerca di un nuovo percorso artistico.
Nel 1960, alla Ricordi Ornella incontra Gino Paoli, col quale intraprende un'intensa storia d'amore, nonché una florida collaborazione artistica che le permette di cimentarsi con un repertorio a lei più congeniale. Paoli le scrive infatti una prima canzone d'amore dal titolo Me in tutto il mondo e successivamente le dedica, colpito dalle sue grandi mani, un vero e proprio ritratto musicale: la celeberrima Senza fine.
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Nel 1961 partecipa a Canzonissima con Cercami: questa canzone, inizialmente destinata a Claudio Villa e che Ornella incide in lacrime dedicandola a Paoli, è il suo primo 45 giri di grande successo commerciale, con oltre 100.000 copie vendute. Nello stesso anno, la Ricordi pubblica anche il suo primo album, che riunisce sei canzoni della mala sulla prima facciata, e sei canzoni d'amore sulla seconda. Nel frattempo prosegue la carriera teatrale ne L'idiota di Marcel Achard, impegno per il quale l'Istituto del Dramma Italiano la premia come rivelazione del teatro e che le vale anche il prestigioso Premio San Genesio come miglior attrice dell'anno. Il successo continua con "La fidanzata del bersagliere" di Edoardo Anton, che le frutterà il suo secondo Premio San Genesio come miglior attrice del 1963. Gli spettacoli sono entrambi prodotti dal marito, Lucio Ardenzi: «andavo in scena a soli venti giorni dalla nascita di nostro figlio, Cristiano, e per di più senza compenso. Allora lui era in difficoltà finanziarie e io avrei fatto qualsiasi cosa per aiutarlo».
Nel frattempo cambia anche etichetta discografica e passa dalla Ricordi alla Ariston pubblicando alcuni 45 giri di successo come Tristezza (1967, primo brano del repertorio brasiliano, che lei ha sempre amato riproporre), la sua versione di Un'ora sola ti vorrei (sempre del '67). Nel 1969 è la volta di Una ragione di più, uno dei brani di maggior successo della cantante, che la vede per la prima volta scrivere un testo, con la collaborazione di Franco Califano, mentre la musica è di Mino Reitano. In questo periodo Ornella incide anche due album intitolati Ai miei amici cantautori e Io sì - Ai miei amici cantautori n.2, interpretando brani di quei cantautori che avevano maggiormente influenzato il suo percorso musicale.
Nel 1970 Ornella partecipa ancora una volta al Festival di Sanremo con il brano Eternità, in coppia con I Camaleonti, scritta da Giancarlo Bigazzi e Claudio Cavallaro, che si classifica alla 4° posizione. Sarà però col singolo successivo, L'appuntamento di Roberto Carlos, Erasmo Carlos e Bruno Lauzi, che la cantante ottiene il suo maggiore successo commerciale, rimanendo in classifica per molti mesi e vendendo 600.000 copie, affermandosi definitivamente nel panorama musicale italiano e riuscendo a conquistare tutto il pubblico. Il brano viene inserito nella colonna sonora del film Tony Arzenta diretto da Duccio Tessari ed è scelto come sigla musicale del programma radiofonico Gran varietà.
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Sempre nel '71, esce un altro dei suoi cavalli di battaglia: Domani è un altro giorno, versione italiana di un brano di Tammy Wynette The Wonders You Perform. Il brano viene presentato a Canzonissima 1971 e viene inserito nella colonna sonora del film La prima notte di quiete di Valerio Zurlini. Per la finale della stessa edizione di Canzonissima, Ornella Vanoni interpreta Il tempo d'impazzire, scritta da Giorgio Calabrese e Andracco. È inoltre conduttrice del programma E tu che fai? Io questa sera vado a casa di Ornella, a cui partecipa come ospite anche Lucio Battisti; qualche settimana dopo registra la prima trasmissione a colori nella storia della televisione italiana, dal titolo Serata d'onore.
Nel 1973 esce il singolo di successo Dettagli: come L'appuntamento, è una cover brasiliana di Roberto Carlos, tradotta ancora una volta dallo stesso Bruno Lauzi. L'omonimo album Dettagli riscuote un enorme successo commerciale (circa mezzo milione di copie vendute). Nell'autunno dello stesso anno, incide un nuovo LP - l'ultimo per la Ariston - dal titolo Ornella Vanoni e altre storie, per lo più composto da cover straniere adattate in italiano: l'album si apre con un'ottima reinterpretazione della celebre Je suis malade di Serge Lama (adattata in italiano da Giorgio Calabrese col titolo Sto male), che la Vanoni presenta alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia.
Nello stesso anno viene scelta come testimonial pubblicitaria per la Martini, azienda per la quale girerà numerosi caroselli fino al 1976, interpretandone anche il celebre jingle.
Nel 1974 Ornella Vanoni lascia la Ariston e fonda - con l'aiuto di Danilo Sabatini (suo compagno dell'epoca) - una propria casa discografica: la Vanilla. Il primo album edito dalla nuova etichetta, distribuita dalla Fonit-Cetra, si intitola A un certo punto e raggiunge nuovamente i vertici della classifica totalizzando ancora una volta circa mezzo milione di copie vendute.
Nello stesso anno viene pubblicato l'album La voglia di sognare, che si piazza alla sesta posizione delle classifiche di vendita e che contiene pezzi scritti da Bruno Lauzi, Riccardo Cocciante e Lucio Dalla. La canzone che diede il titolo all'album, La voglia di sognare è stata scritta da Carla Vistarini e Luigi Lopez, e premiata l'anno successivo anche dalla critica discografica e divenuto sigla del Gran Varietà radiofonico della Rai.
Nello stesso anno torna sul piccolo schermo accanto a Gigi Proietti, nello spettacolo Fatti e fattacci (che vince il prestigioso Festival della Rosa d'oro di Montreaux per l'intrattenimento). Il programma era basato sulle canzoni proposte da Proietti e dalla Vanoni, che interpretavano la parte di due cantastorie che andavano in giro per l'Italia con una compagnia di saltimbanchi fermandosi nella piazza di una città. Successivamente invece è in teatro, protagonista nella commedia dell'amica Iaia Fiastri intitolata Amori miei, un grande successo da cui in seguito verrà tratto l'omonimo film interpretato da Monica Vitti.
Nel 1977 la Vanoni posa nuda e dirige la versione italiana di Playboy chiedendo come compenso, al posto del denaro, una sfera dell'artista Arnaldo Pomodoro con il quale nasce una profonda amicizia.
Gli anni ottanta proseguono all'insegna di un'autoproduzione consapevole e un cambio di casa discografica, la CGD.
Per i lavori discografici che caratterizzeranno il decennio, Ornella non si limita a collaborare alla produzione (di Sergio Bardotti), ma scrive anche da sé alcuni pezzi (tra gli altri, "Ricetta di donna", "Per un'amica" e "Questa notte c'è"). Per la prima volta, interi album vengono concepiti in funzione di materiale proprio: "Bisogna darsi cariche nuove [...] e poi non c'era questo materiale straordinario d'autore che arrivasse sul tavolo", dichiarerà la cantante in un'intervista del 1982. Ma la Vanoni fa di necessità virtù, e il riscontro di pubblico e critica è subito entusiasta. Adotta così una nuova formula di lavoro, appoggiata da Sergio Bardotti e Maurizio Fabrizio, che diventa una costante e un brand per i lavori successivi.
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Nel 1980 viene pubblicato l'album Ricetta di donna che vanta le collaborazioni con Michele Zarrillo (che scrive con Totò Savio la musica della title track), Fabrizio De André (che scrive il testo italiano di un classico di Leonard Cohen Famous blue raincoat, che diventa La famosa volpe azzurra) e Paolo Conte (che firma il brano La donna d'inverno). Ornella scrive il brano che dà il titolo all'album.
Nel 1981 è la volta di un altro importante e sofisticato album, Duemilatrecentouno parole (2301 allude al numero totale di parole scritte da Ornella Vanoni nell'album), di cui Ornella scrive ben sei pezzi, oltre alla famosissima Musica musica anche la tenera e conosciuta Vai, Valentina e si avvale della presenza di Gino Paoli e Pierangelo Bertoli in due canzoni. Il disco raggiunge il sesto posto in classifica vendite. Per questo album il Club Tenco conferisce alla Vanoni ben due importanti riconoscimenti: si aggiudica sia il Premio Tenco come operatore culturale sia quello come miglior cantautore con l'album Duemilatrecentouno parole, risultando la prima cantautrice donna ad aggiudicarsi tale riconoscimento.
Il 1983 è invece la volta del prestigioso album Uomini, che ruota intorno alla tematica del maschio. Ornella, oltre a continuare a scrivere i testi si avvale della collaborazione di Lucio Dalla, Toquinho e Gerry Mulligan agli strumenti e di Giorgio Conte con il risultato di un album di altissima qualità, che, nonostante le polemiche del testo Il marinaio, di Maurizio Piccoli, ritenuto scabroso, ha dei buoni risultati di vendita, raggiungendo l'ottavo posto in classifica. Ad ogni canzone è abbinato un uomo rappresentativo della Storia, un suo frammento epistolare e la relativa fotografia: I grandi cacciatori: Ernest Hemingway; Il marinaio: Gustav Flaubert; La discesa e poi il mare: Eduardo De Filippo; L'amore e la spina: Hermann Hesse; Rabbia libertà fantasia: Pietro Mascagni; Questa notte c'è: Peter Altenberg; La donna cannibale: Dino Buzzati;Lupo: Oscar Wilde; Ho capito che ti amo: Scott Fitzgerald; Uomini: Giuseppe Garibaldi. Anche per questo album la Vanoni riceve la Targa Tenco come migliore interprete diventando l'artista italiana con maggior numero di riconoscimenti.
Nel 1984 è ospite fisso del programma trasmesso da Canale 5, Risatissima, con la conduzione di Milly Carlucci, nel quale in ogni puntata cantava un brano musicale
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Nel 1985 comincia una lunga serie di concerti tenuti nei principali teatri italiani in coppia con Gino Paoli, che segna il riavvicinamento artistico dei due a distanza di anni: da questa tournée di grandissimo successo viene registrato il doppio disco di grande successo, Insieme. Di tale impegno particolarmente apprezzata sarà la canzone Ti lascio una canzone.
Nel frattempo la Vanoni lavora anche allo spettacolo di prosa Commedia d'amore, presentato nei teatri al fianco di Giorgio Albertazzi e portatore di critiche positive.
Nel 1989 torna al Festival di Sanremo con Io come farò, scritta per lei da Gino Paoli, classificandosi alla decima posizione, che anticipa la pubblicazione dell'album Il giro del mio mondo quasi del tutto scritto da Paoli con la collaborazione di Sergio Bardotti, a eccezione del brano Isola, scritto da Teresa De Sio. Con questo disco si conclude la collaborazione con Bardotti, ripresa poi nei primi anni Duemila.
Nel 1992 esce Stella nascente, primo album di Ornella Vanoni con la produzione di Mario Lavezzi, che scrive anche il singolo omonimo insieme a Mogol. In questo disco, la Vanoni ritorna a firmare i testi di ben cinque canzoni, tra cui Perduto. Inoltre comincia anche la collaborazione con Grazia Di Michele, che scrive Non era presto per chiamarti amore. Stella nascente ottiene il disco d'oro per le vendite.
Nel 1995 è la volta di Sheherazade, prodotto ancora da Mario Lavezzi. Ornella Vanoni è autrice di otto dei dodici ritratti femminili del disco, incentrato e dedicato ancora una volta alla donna. Il titolo dell'album, Sheherazade (come anche il brano omonimo), vuole essere un riferimento e una dedica all'ingegno, alla creatività, al potere della seduzione e della bellezza, propri dell'essere donna: emblema di ciò è Sheherazade o Sharāzād, personaggio protagonista de Le mille e una notte, che riuscì a sfuggire alla morte per mano del re persiano Shāhrīyār, trasformando il suo odio in "lacrime d'amore", grazie al suo fascino e alla sua fantasia. In una nota dell'album, la cantante definisce Sheherazade "il più grande archetipo femminile".
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L'album, arrangiato da più musicisti, è tra i più eterogenei circa le atmosfere e le sonorità presenti. Due i principali successi contenuti nel disco: Per l'eternità di Mogol-Lavezzi e Rossetto e cioccolato, scritta dalla stessa Ornella. Anche a questo disco collabora Grazia Di Michele, coautrice assieme alla Vanoni di tre brani, tra cui Sos (che nel 2009 Ornella dichiarerà essere la canzone che più rappresenta se stessa e l'amore). Tra gli altri brani presenti, spiccano Lupa, Il mio trenino, I desideri delle donne e Angeli e no.
Nel 1996 Ornella Vanoni avrebbe dovuto partecipare al Festival di Sanremo con un altro brano da lei firmato (Bello amore), ma poche ore prima della prova d'orchestra al Teatro Ariston, la melodia del brano (di Giuseppe Barbera) viene eseguita in un programma radiofonico della RAI, con un altro testo, da Emilia Pellegrino, la quale, avendo tentato senza successo la carriera di cantante presso il Centro Europeo Tuscolano di Mogol, secondo la stampa, avrebbe sottratto uno spartito con la melodia "incriminata" durante le attività musicali del CET, per poi riutilizzarla, mossa da frustrazione, per una sorta di vendetta personale (possibilmente favorita da qualcuno dell'ambiente).
Nel 2001 incide due album di cover, prodotti da Mario Lavezzi, in cui rivisita alcuni grandi successi italiani degli anni sessanta e settanta in chiave moderna: Un panino una birra e poi... e E poi... la tua bocca da baciare, col quale passa alla Sony Music. I due album le valgono rispettivamente due disco di platino e due disco d'oro per le vendite.
Il 30 novembre 2007 inizia la tournée (che proseguirà fino a maggio 2008) “Una bellissima ragazza”, concerto-spettacolo – le scenografie di Giancarlo Cauteruccio e la direzione musicale di Mario Lavezzi - che la porta nei maggiori teatri d’Italia ed in Spagna dove partecipa al “Festival Ellas Crean” al National Auditorium di Madrid e a “Le voci d’Italia”, rassegna organizzata nello splendido Palau de la musica catalana di Barcellona.
Nell’estate 2008 parte il tour “Ornella Live 2008” in luoghi storici e magici d’Italia con importanti partecipazioni: “Omaggio a Rosa Balistieri” con Carmen Consoli a Catania, “Musica per i borghi” dove duetta con Giorgia a Marsciano, l’ “Omaggio a Fabrizio De André” in seno al “Time in Jazz” di Paolo Fresu a L’Agnata, “Caulonia Festival” con Eugenio Bennato a Caulonia Superiore.
Il 2008 è anche l’anno di importanti riconoscimenti: “Premio Milano donna - le donne che hanno fatto grande Milano”, “Premio Marisa Bellisario Speciale alla Carriera “ dedicato a “Le donne che progettano il futuro: innovazione, creatività, meritocrazia”.
Il 13 novembre 2009 esce il disco Più di te, dedicato ancora una volta al mondo dei cantautori: Ornella Vanoni canta al maschile testi come Alta marea (Antonello Venditti), Quanto tempo e ancora (singolo che ha anticipato l'album, di Biagio Antonacci), Dune mosse (Zucchero Fornaciari), La mia storia tra le dita (Gianluca Grignani), Ogni volta (Vasco Rossi), e duetta con Lucio Dalla, Gianni Morandi, Mario Lavezzi (Vita), Samuele Bersani (Replay), Pino Daniele (Anima), Ron (Non abbiam bisogno di parole), Gianna Nannini (I maschi). Quest'ultimo album ottiene il triplo disco d’oro per le vendite.
Nel febbraio 2014 Ornella annuncia la sua ultima tournée teatrale intitolata Un filo di trucco, un filo di tacco, titolo che ricorda la frase che la madre della Vanoni le ripeté per anni prima di uscire. Lo spettacolo, portato nei principali e più grandi teatri italiani, presenta davvero l'aspetto di un recital composto non soltanto dall'esecuzione dei più importanti successi della cantante, ma anche momenti di dialogo con il pubblico e monologhi scritti proprio dalla Vanoni.
«Dopo aver annunciato che Un filo di trucco, un filo di trucco sarà la mia ultima tournée tutti mi chiedono se smetterò di cantare. Non ci penso neanche! Fino a quando potrò canterò, non potrei fare altrimenti. Sarà l'ultima tournée nel senso che non ho più le forze di tenere un palco per più di due ore e alternare musica a recitazione.»
Tra il 2015 e il 2016, la cantante è nuovamente in tour con un ennesimo spettacolo totalmente acustico, dal titolo Free soul. «Il concerto si apre con la voce di Vinicius De Moraes che recita una poesia e poi la scaletta spazia dal jazz alla bossanova, dai suoi grandi successi e ad alcune chicche che Ornella regalerà al pubblico, senza tralasciare le radici soul che da sempre accompagnano le sue interpretazioni più intense. L'aspetto più emozionante del concerto rimane il dialogo verbale tra Ornella e il pubblico: a ruota libera, senza un copione scritto, racconta la libertà dell'anima.»
Durante tutto il 2018 e parte del 2019 è nei principali teatri italiani con lo spettacolo La mia storia tour , in cui canta anche l'ultimo successo, Imparare ad amarsi.
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Nel 2019 partecipa alla seconda edizione del programma Ora o mai più, condotto da Amadeus su Rai 1, in qualità di Coach del cantante Paolo Vallesi. Dal settembre 2019 è giudice della prima edizione di Amici Celebrities condotto da Maria De Filippi prima, e poi da Michelle Hunziker, su Canale 5.
Il 1º dicembre 2019 è protagonista del programma "In Arte...Ornella Vanoni" condotto da Pino Strabioli, con il quale ripercorre la sua lunga carriera, alternando all'intervista rari filmati.
Il 10 settembre viene presentato come evento speciale nella selezione ufficiale delle Giornate degli autori nel corso della 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il documentario diretto da Elisa Fuksas, Senza Fine, e prodotto Tenderstories. Nel film ci sono, tra gli altri, Paolo Fresu, Samuele Bersani e Vinicio Capossela. E ci sono tutte le passioni forti e le solitudini, le vette e gli abbandoni dell'iconica cantante italiana. «Non è un film definitivo sulla Vanoni… è un film sul nostro incontro ed è sgangherato come lo siamo noi…. Ornella mi ha insegnato ad essere coraggiosa» afferma la regista.
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luha2013 · 4 years ago
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Musica e Cartoni Animati….
Le sigle dei cartoni animati degli anni '70, '80 e '90 sono ricordi indelebili della nostra infanzia.
In primo luogo le sigle di apertura e chiusura dei cartoni animati hanno il potere magico di riportarci alla nostra infanzia e adolescenza, un piacevole tuffo nel passato senza però cedere alla malinconia legata agli anni che passano. Inoltre è da tenere in considerazione come nelle decadi scorse gli anime ricevessero un trattamento speciale in fase di adattamento al pubblico italiano: accanto a trama e personaggi, un posto di rilievo era affidato alla sigla, spesso composta da abili musicisti che davano vita a vere e proprie piccole perle, capaci di stamparsi indelebilmente nella testa di tutti coloro che le ascoltavano.
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Infatti la maggior parte delle serie animate di quell'epoca provenivano dal Giappone: ciò rendeva necessario un adattamento dei contenuti per il pubblico nazionale. Le sigle dei cartoni animati degli anni '70, '80 e '90 quindi, tranne alcuni rari casi, erano rifatte o riadattate. Questo diede vita ai piccoli capolavori musicali firmati ad esempio dai Rocking Horse, Cavalieri del Re o Cristina D'Avena.
A partire dalla seconda metà degli anni '70, l'Italia vide una vera e propria invasione di anime e cartoni animati giapponesi. Oltre un centinaio di serie animate furono acquistate sia dalla RAI che da moltissime reti locali. Un fenomeno questo che poneva l'Italia come uno dei maggiori importatori mondiali di serie animate dal Giappone.
Hurricane Polymar fu uno dei primissimi cartoni animati giapponesi trasmesso in Italia. Infatti per la sigla non fu realizzato un brano musicale apposito, bensì si decise di usare quella ufficiale dello show giapponese.
La sigla de Il Grande Mazinger è entrata di diritto nell'Olimpo delle più conosciute e amate, merito soprattutto all'uso di parecchi suoni elettronici, così all'avanguardia nel momento in cui fu realizzata.
Altra famosissima sigla è quella di Jeeg robot d'acciaio. Le parole della sigla sono state riadattate in Italiano, mentre la musica è la stessa della sigla originale giapponese, eccezion fatta per alcuni interventi di sintetizzatore.
La sigla iniziale di Goldrake ebbe un grande successo già nel 1978. Basti pensare che il 45 giri con la canzone divenne disco d'oro, grazie a vendite che superarono il milione di copie.
Anche la sigla di Capitan Harlock fece registrare un enorme successo di vendite nel 1979, anno in cui il cartone animato fu trasmesso per la prima volta su RAI 2.
Gordian narra la vicende di Daigo che, grazie all'aiuto dei suoi tre robot "matrioska", combatte contro un'invasione aliena. La sigla è una perla di rara bellezza. (Questa sigla purtroppo non ha avuto il successo sperato, nel contempo il cartone animato, purtroppo, non è stato apprezzato in Italia).
La sigla di Anna dai capelli rossi è una delle più famose dei cartoni degli anni '70. Per anni si è discusso del presunto plagio che gli autori di questo brano avrebbero fatto di "Rivers of Babylon". Ma a tutt’oggi non è stata data risposta se in effetti vi sia stato il plagio melodico e delle parole di questa sigla che, ormai, si conosce a memoria.
Candy Candy fu un enorme successo sin dalla sua primissima trasmissione su varie reti locali. È normale che la sigla d'apertura sia diventata famosissima. La prima sigla di Candy viene cantata dai Rocking Horse, che all'epoca cantano diverse sigle di cartoni animati.
Il 45 giri che conteneva la sigla di Heidi registrò un ottimo successo di vendita, arrivando a oltre un milione di copie vendute nel 1978. Il successo della sigla va di pari passo con l'appeal del cartone animato che da sempre registra ottimi ascolti, anche a distanza di decenni dal suo primo debutto in TV.
Gli anni '80 hanno rappresentato il vero e proprio trionfo dei cartoni animati. Infatti proprio in quegli anni le serie d'animazione divennero una presenza fissa su molti canali televisivi, monopolizzando le fasce orarie dedicate alle trasmissioni per i più piccoli. Sono proprio di quegli anni le sigle più conosciute.
La sigla di Lady Oscar fu composta da I cavalieri del Re e raggiunse il settimo posto della hit parade del 1982. Questo successo spinse il gruppo a incidere un album completamente dedicato alla Rosa di Versailles chiamato " La storia di Lady Oscar". Ultimamente nell’ultimo album “riepilogativo” hanno inserito la canzone “Minuetto per la Regina” che non venne mai pubblicata.
Carletto il principe dei mostri narra le vicende di Carletto che decide di trasferirsi sulla Terra dal suo regno di Mostrilandia. Lo accompagnano in questo viaggio gli aiutanti Conte Dracula, Frank e L'Uomo Lupo. Ma vi siete mai domandati chi canta la sigla? Ebbene vi darò risposta. Mauro Goldsand è un musicista e compositore, autore di brani in gara anche al Festival di Sanremo. Fu lui, nonostante la concorrenza, a ricevere l'incarico dalla Rca per comporre la sigla di cartoni animati diventati cult come Carletto il principe dei mostri e Chobin.
Altro grande successo a livello di pubblico è stato il cartone animato “Ransie la Strega”. I Cavalieri del Re hanno firmato la sigla, il 45 giri ha venduto circa trecentomila copie.
La sigla di Ken il guerriero descrive perfettamente in musica le atmosfere post atomiche e post belliche che si respirano a pieni polmoni nel cartone animato. Il brano è stato realizzato nel 1986 da Spectra, pseudonimo dietro il quale si celava Claudio Maioli interprete della canzone e autore della musica.
Altra famosissima sigla è quella di Sampei, il ragazzo che in ogni puntata cercava di migliorare la sua formidabile tecnica di pesca. La sigla italiana “Sampei” è stata scritta da Lucio Macchiarella, su musica e arrangiamento di Mike Fraiser e Douglas Meakin ed è interpretata dai Rocking Horse.
La sigla di Devilman è perfetta nel descrivere le atmosfere dark del cartone animato e possiede un ritornello che difficilmente vi uscirà dalla testa. La sigla di Devilman è cantata da "I Cavalieri del Re", e dietro la sua creazione e diffusione aleggiano vere e proprie leggende metropolitane. Scritta dal leader del gruppo, Riccardo Zara, non fu mai pubblicato il disco perché la RCA, etichetta del complesso, ritenne di non farlo a seguito delle proteste sul cartone animato. Solo nel 2009 con S4 - Etichetta discografica di Sony Music è uscito questo singolo. Nonostante la distanza di anni il pubblico ha apprezzato con delle vendite molto alte per il settore “musica per bambini”.
Il percorso è ancora lungo e quindi andiamo (lentamente avanti) e nella mia mente iniziano a venire in mente piccoli spezzoni di sigle, ovviamente non solo anche tanti tanti ricordi.
Conan il ragazzo del futuro è una serie animata fra le più famose mai prodotte. In Italia gran parte del suo successo lo deve sicuramente alla sua sigla. Un mito per tutti i fan di Conan: la sigla della prima edizione italiana, ancora oggi nel cuore di tutti noi Conan-dipendenti. Cantata dalla storica Georgia Lepore (che nei titoli di testa figura addirittura come George...), scritta da L. Macchiarella e M. Buzzi, tale sigla è a quanto mi risulta introvabile sul mercato discografico.
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La sigla di Galaxy Express 999 è stata scritta dagli Oliver Onions, gruppo italiano che ha firmato colonne sonore di grandi classici cinematografici e famosissimi sceneggiati televisivi.
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Gli anni '90 hanno visto confermato lo stesso trend degli anni '80: i cartoni animati continuavano a monopolizzare la TV dei più giovani e le sigle, anche di questo decennio, sono brani musicali diventati ormai celebri. Ecco le più famose.
Questa è una delle sigle di maggior successo interpretata da Cristina D'Avena. Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo sfrutta in Italia il successo precedente di Mimì e la Nazionale di pallavolo, altro cartone incentrato su alunne appassionate di questa disciplina, seppur adottando un registro più leggero. Ecco con quali insegnamenti ci ha formato Mila (in originale Yu, mentre il titolo del manga è Attacker Yu!) – con il suo grido di battaglia: Attack! –, ispirandoci e istruendoci più di qualsiasi altro metodo educativo tradizionale.
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luha2013 · 4 years ago
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Lorenzo Cherubini…..
Jovanotti, nome d’arte di Lorenzo Cherubini nasce a Roma il 27 settembre 1966 da Mario Cherubini e Viola Cardinali, è il terzo di quattro fratelli: gli altri sono Umberto (a cui Lorenzo ha dedicato la canzone In Orbita e al momento della sua morte la canzone “Fango”), Bernardo, che ha lavorato nel mondo dello spettacolo come attore (ad esempio nel film Panarea) e come presentatore, e Anna. La sua famiglia è toscana, originaria di Cortona, in provincia di Arezzo. Nel corso della sua infanzia, Lorenzo tornava spesso in quella cittadina, mentre adesso vi risiede stabilmente tanto che gli è stata conferita la cittadinanza.
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A Roma ha studiato presso il liceo Malpighi. Il 6 settembre 2008 ha sposato a Cortona, nella Chiesa di Santa Maria Nuova, la compagna Francesca Valiani con la quale conviveva da parecchi anni. I due hanno una figlia, Teresa, nata il 13 dicembre 1999, alla quale il cantautore ha dedicato la canzone Per te.
L’esordio musicale vero e proprio avviene nell’aprile del 1987 con il singolo Walking, già con il nome di Jovanotti. Inizialmente il nome d’arte che Lorenzo aveva scelto era “Joe Vanotti” ma il tipografo a cui aveva commissionato una locandina promozionale per una serata in discoteca commise un refuso: anziché scrivere “Joe Vanotti” scrisse “Jovanotti”, un errore che però Lorenzo trovò provvidenziale e decise quindi di tenere. Claudio Cecchetto in un primo momento glielo bocciò ma poi lo trovò adatto al personaggio e gli consigliò di tenerlo. Viene proposto dalla Full Time a Claudio Cecchetto, che però rifiuta di assumerlo. Nel giugno 1987 inizia a lavorare al Lanternone di Palinuro. Qui viene notato da Marina Cecchetto (ex-moglie di Claudio) che lo propone all’ex marito, che questa volta decide di metterlo sotto contratto come presentatore a Deejay Television e come disc jockey a Radio Deejay. In questo periodo divenne uno dei personaggi di spicco di Radio Deejay (il debutto ufficiale fu il 2 ottobre di quell’anno). Nel 1988 pubblicò il suo primo album, Jovanotti for President, con la hit Gimme Five, e partecipa come unico artista italiano alla compilation di Radio Deejay Deejay pop. Questo fu un periodo d’oro per il neonato Jovanotti, visto che immancabilmente tutti i suoi singoli finivano nelle prime posizioni delle classifiche italiane, tanto che a settembre fu invitato al Festivalbar come ospite d’onore.
Nello stesso periodo si propose al pubblico con lo pseudonimo di Gino Latino e pubblicò due brani: Yo e Welcome. Il progetto, ideato con Albertino di Radio Deejay, sarebbe dovuto sfociare nell’album Pochi ma Negri, però non vide mai la luce. Un altro pseudonimo utilizzato da Jovanotti in quel periodo fu Jeronimo, con il brano The Indian. I brani pubblicati come Gino Latino e Jeronimo sono presenti nella raccolta Jovanotti Special. In questo primo periodo, oltre a parlare regolarmente dai microfoni di Radio Deejay, Jovanotti fece le prime esperienze in televisione con le trasmissioni Dee Jay Television e 1, 2, 3, Jovanotti!. Inoltre pubblicò il suo primo libro, Yo, brothers and sisters: siamo o non siamo un bel movimento?. Nel dicembre del 1988 inizia il servizio militare presso la caserma Turinetto di Albenga, in provincia di Savona. Questa esperienza porterà, in seguito, alla nascita della canzone Asso, colonna sonora della serie televisiva Classe di ferro. Il giorno prima della partenza aveva presentato a Fantastico un nuovo brano, Sex, no drug & rock’n’roll.
Ancora nel dicembre 1988 fonda, insieme a Claudio Cecchetto, la linea di abbigliamento “Yo”. Nel 1989 pubblicò l’album La mia moto, il cui singolo Vasco (ambiguo omaggio a Vasco Rossi) fu presentato al Festival di Sanremo 1989. La mia moto vendette circa 600.000 copie.Lo stile dei primi album di Jovanotti era caratterizzato da un divertente e festaiolo groove in stile italo disco (che dominava la scena musicale in quegli anni) e il Rap. L’ispirazione veniva da grandi artisti “Hip Hop” come i Run DMC, Public Enemy e Beastie Boys. Nel 1990 Jovanotti realizzò l’album Giovani Jovanotti, ancora ricco di spunti spensierati (Ciao Mamma), ma in cui iniziavano ad apparire brani che anticipavano una nuova linea artistica, come Gente della notte.
Nel 1990 un imbarazzato Jovanotti partecipò come ospite fisso allo show Fantastico condotto da Pippo Baudo. Per un’inversione di tendenza si dovrà attendere il 1991, con la pubblicazione di Una tribù che balla. Risale a questo periodo l’episodio in cui Red Ronnie, durante una piovosa serata di “Vota la voce” disse a Vasco Rossi “Tutti dicono che Jovanotti è finito…” e Vasco rispose: “Secondo me Jovanotti comincia adesso.
Il 1º giugno 2007, in occasione dei 40 anni dall’uscita dell’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, durante la grande maratona musicale tenutasi nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, è stato proiettato un video inedito di Jovanotti, Ode al Sergente Pepe, un brano inedito ispirato al disco, scritto e interpretato appositamente per questo evento. Il video realizzato da Oliviero Toscani si avvale del montaggio di Leandro Manuel Emede: la scelta è quella di un velocissimo collage di immagini della carriera dei Beatles, una sorta di viaggio nel tempo dagli albori allo scioglimento dei Fab Four. Nello stesso anno ha co-prodotto e contribuito (scrivendo e partecipando al brano Cade la pioggia) a La finestra, album della band italiana Negramaro. La collaborazione con i Negramaro riprenderà nell’album Safari con l’omonimo brano Safari. Sempre nel 2007 ha scritto il testo della canzone Aria… non sei più tu, su musica di Danijel Vuletic, incisa da Adriano Celentano nel suo disco Dormi amore, la situazione non è buona. Il 18 gennaio 2008 è uscito il disco, Safari, registrato tra Cortona, Los Angeles, Milano, Hannover, Berlino e Rio de Janeiro, anticipato il 7 dicembre dal singolo Fango, che si avvale della collaborazione alla chitarra di Ben Harper. Nel maggio del 2008, Fango si è aggiudicata la prima edizione del premio Mogol, riconoscimento destinato all’autore del miglior testo dell’anno da una giuria presieduta dallo stesso Mogol. Il 7 marzo è uscito il singolo A te, secondo singolo di Safari. Questo brano è stato caratterizzato da un grandissimo successo in Italia, ed è stato in testa alle classifiche italiane per molte settimane. Il 12 maggio è partito da Rimini il Safari Tour, che ha attraversato palasport e stadi per tutta l’estate. Il 4 luglio è uscito il singolo omonimo dell’album, “Safari”. Il 20 ottobre è stato pubblicato il quarto singolo di Safari, “Come musica”. Il 23 gennaio 2009 è stato pubblicato il quinto singolo dell’album, “Mezzogiorno”. Safari è stato eletto album dell’anno 2008, con più di mezzo milione di copie vendute.
Jovanotti ha scritto il testo del brano Più sole, che ha gareggiato al Festival di Sanremo 2009 cantato da Nicky Nicolai & Stefano Di Battista. Ha anche girato il primo social-clip della storia su Mezzogiorno. Ha radunato insieme a Giuliano Sangiorgi dei Negramaro più di 50 star della musica italiana per incidere Domani 21/04.09, brano dedicato ai terremotati dell’Abruzzo, in cui Lorenzo ha inciso un rap. Il 15 maggio 2009 è stato pubblicato il sesto singolo dell’album, Punto, con la partecipazione di Sergio Mendes. Il 12 giugno è uscito il nuovo album di J-Ax “Deca Dance”, con anche la collaborazione di Jovanotti, nella canzone Vecchia Scuola. Dopo un fortunatissimo tour a New York nell’estate 2009, il 4 dicembre è uscito un cd+dvd delle serate intitolato “OYEAH” solo per il mercato americano (in Italia è acquistabile su ITunes). A fine 2009 partecipa, assieme ad altri 70 artisti, al doppio Q.P.G.A di Claudio Baglioni duettando con questi, e accompagnato dal trombettista Fabrizio Bosso, nel brano Con tutto il mio cuore.
Nel 2003, sotto l’egida della sua casa discografica, Jovanotti diede vita a un progetto musicale alternativo, spiccatamente latino americano, dal nome Collettivo Soleluna – Roma (Progetto alternativo), che ebbe un buon successo con il brano A vida (Roma). Nello stesso anno, un artista brasiliano di origini italiane, Franco Cava, ha riarrangiato e tradotto alcune canzoni di Jovanotti secondo i tempi e i modi della musica brasiliana dando vita a BossaJova. In questo album spiccano Chove (Piove ) e Samba é (sul ritmo di Ciao mamma) che celebra l’elezione del presidente Luiz Inácio Lula da Silva. L’album Buon sangue (2005) secondo alcuni appare una conferma della maturità raggiunta dal cantante, che si è avvalso di collaboratori prestigiosi (Edoardo Bennato, ma anche i Planet Funk e Danilo dei Negramaro nel brano Falla girare) ed è balzato al primo posto in classifica, trainato dal successo dei singoli (Tanto) e Mi fido di te; insieme alla versione standard di Buon Sangue è uscita anche una limited edition composta da due cd: il già citato Buon Sangue, più Extra F.U.N.K, cd contenente arrangiamenti alternativi e spezzoni tagliati e canzoni che non hanno trovato posto nel cd originale. Nel 2006 è uscito Buon Sangue Live, un DVD con 40 minuti di contenuti e retroscena sull’ultimo tour del cantautore italiano e il concerto svolto a Milano. Nello stesso anno collabora per la seconda volta con Zucchero, diventando autore del brano Troppa Fedeltà.
Gli anni 2010 e l’album “ORA”
L’8 gennaio 2010 esce Baciami ancora, colonna sonora dell’omonimo film di Gabriele Muccino con la quale si aggiudica il David di Donatello come “migliore colonna sonora originale” . Collabora con Cesare Cremonini alla realizzazione del singolo Mondo, uscito il 23 aprile 2010. Realizza inoltre con Marco Tamburini la nuova colonna sonora per il film “Sangue e Arena” con Rodolfo Valentino edito dalla casa discografica Ermitage per il Gruppo L’Espresso con la produzione di Gianni Salvioni. Il progetto ottiene l’approvazione del CNC – Centre National du Cinema di Parigi (commissione del 29 aprile 2011) che riconosce il valore culturale dell’iniziativa e diventa partner nella produzione per il mercato francese. Durante la preparazione del suo nuovo album ha intrapreso due brevi tour nel Nordamerica: il primo dal 22 aprile al 6 maggio ha toccato Washington, New York, Boston, Filadelfia, Montreal, Toronto e Chicago (tutte le date sold out); il secondo dal 21 luglio al 31 luglio Viper room a Hollywood, Santa Monica, San Francisco e Central Park. Ad ottobre 2010 è stata annunciata l’uscita nel 2011 dell’album intitolato Ora. Il tutto è anticipato da diverse iniziative online sul suo sito e sui social network ai quali è legato (Facebook, Ping e Twitter) come “La fabbrica delle nuvole” (una serie di fumetti scaricabili dal suo sito ufficiale) e i “Jovaiku” (video di breve durata realizzati da Lorenzo, trasmessi sul sito uno al mattino e uno al pomeriggio fino al 3 dicembre). Il 30 novembre esce nelle librerie “Viva tutto!”, libro formato dalla corrispondenza per e-mail fra Jovanotti ed il filosofo suo amico Franco Bolelli, inviate durante la produzione dell’album in uscita. Il 3 dicembre esce il singolo Tutto l’amore che ho, corredato da un video pubblicato in anteprima su Facebook il pomeriggio precedente. Il 25 gennaio 2011 esce l’album Ora. L’11 marzo esce il singolo Le tasche piene di sassi, che nel giugno successivo si aggiudica la quarta edizione del Premio Mogol.
Il 27 maggio esce il singolo Il più grande spettacolo dopo il Big Bang. Il 1 giugno Lorenzo collabora con Michael Franti & Spearhead per la versione italiana del singolo The Sound of Sunshine che balza subito in classifica arrivando alla posizione numero 3. L’11 giugno Jovanotti è il primo italiano a suonare sul palco del Bonnaroo Music Festival a Manchester, Tennessee.Nel 2011 scrive anche il brano Tu mi porti su per la cantautrice italiana Giorgia, contenuto nel disco di inediti della cantante, Dietro le apparenze. Il 9 settembre esce il quarto singolo, La notte dei desideri. Il 25 novembre esce il quinto singolo, Ora. Il 6 febbraio 2012 durante il concerto dell’”Ora Tour” a Taranto, in onore del sessantesimo compleanno di Vasco Rossi, interpreta Ogni volta, brano del cantautore emiliano. Durante la data di Padova del 18 febbraio 2012, per commemorare il giorno della nascita del cantautore Fabrizio De Andrè, da lui definito “il più grande di tutti”, si esibisce con la canzone Bocca di Rosa.
Lorenzo Cherubini e Cortona
Ha iniziata a frequentare Cortona sin dalla piccola età. Veniva sopratutto durante il periodo estivo quando la scuole (che a Roma frequentava) chiudevano. Lorenzo lasciava così il caos ed il torrido caldo della capitale per tre lunghi mesi, è così che Cortona per Lorenzo ha avuto un ruolo fondamentale nella sua vita. E’ il luogo dove ha trascorso parte della sua infnazia, forgiato solide amicizie ed esperienze forti, dove sono nati anche i primi amori. Proprio successivamente al periodo adolescenziale i suoi genitori (oggi defunti) si stabilirono definitivamente a cortona.
In ogni modo Cortona per Lorenzo è molto di più di una casa per godersi la propria famiglia ed intimità, è diventa anche uno dei punti di forza per la sua rigenerazione spirituale ed artistica, è il luogo per riflettere, recuperare le proprie energie e mettere assieme le nuove idee magari raccolte in giro per il mondo o chissà forse a New York dove vive parte dell’anno nel suo attico a Manhattan. Cortona è il luogo perfetto che ogni grande artista ha sulla propria biografia. Cortona come tanti altri piccoli borghi è sicuramente tranquilla, spesso ripetitiva e provinciale e avolte diciamolo anche noiosa! ma è proprio questa ricchezza di semplicità e genuinità che consolidano i valori che spesso si perdono nel caos degli grandi agglomerati urbani. Cortona è il posto perfetto dove è sempre eccitante tornare per poi ripartire! In una intervista Lorenzo ha dichiarato che la magia che si interpone tra questi due momenti è un pò come rivivere quella sensazione che si ha quando da bambini si attendono i ragali di Natale. È quella sensazione di euforia che va ad incrementare proprio mentre si vive in questo limbo come accade per l’attesa dei doni natalizzi… E’ quell’euforia che una volta provata non se ne può più fare a meno.
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luha2013 · 4 years ago
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La rinascita di Orietta…..
Orietta Berti è una nota cantante italiana la quale in questi giorni sta avendo un successo straordinario con il brano intitolato Mille che rappresentato insieme a Fedez e ad Achille Lauro.
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È nata a Cavriago il primo giugno del 1943 sotto il segno zodiacale dei gemelli ed ha un’ età di 78 anni. È alta all’incirca 160 cm, mentre non abbiamo informazioni precise circa il suo peso. È una cantante ma possiamo tranquillamente definirla un’artista a 360° visto che ha dimostrato in questi anni di essere anche un’attrice ed un noto personaggio del mondo dello spettacolo. Ha iniziato a cantare sin da piccolina dopo essere stata in diverse occasioni spronata dal padre che pare fosse un appassionato di musica lirica. È stato nel 1961 che poi ha partecipato alla prima manifestazione canora ufficiale ovvero il concorso voci nuove disco d’oro a Reggio Emilia con una canzone e intitolata Il cielo in una stanza di Gino Paoli.
Riguardo la sua vita privata è noto a tutti, come spesso succede che la stessa artista si racconta, che è sposata al 14 marzo 1967 con Osvaldo Paterlini che è di qualche anno più grande. I due hanno avuto due figli ovvero Omar nato nel 1975 e Otis nel 1980.
La cantante s’impone all’attenzione del pubblico e il successo arriva l’anno dopo con Tu sei quello, che vince Un disco per l’estate 1965 e la Mostra Internazionale di Musica Leggera; a fine anno vince il Festival delle Rose 1965 con la canzone Voglio dirti grazie. Nel 1966 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con Io ti darò di più, scritta da Alberto Testa e Memo Remigi. Tutti questi brani confluiranno nel suo secondo album Quando la prima stella.
Nello stesso anno vince il Festival di Lugano con Ritorna con il sole, e viene pubblicato il suo secondo album. Torna a Sanremo nel 1967 con Io, tu e le rose, canzone che, pur se ricordata spesso per essere stata citata da Luigi Tenco nel suo biglietto d’addio, è un altro dei suoi grandi successi.
Registra il suo terzo album Orietta Berti a Parigi, con l’orchestra di Sauro Sili ed il contributo del famoso gruppo vocale Swingle Singers, e partecipa al Festival delle Rose 1967 con Io potrei, scritta da Federico Monti Arduini.
Il nuovo decennio si apre con una serie di successi: Fin che la barca va del 1970, forse la sua canzone più conosciuta (classificatasi terza a Un disco per l’estate 1970), Tipitipitì (dello stesso anno, finalista a Sanremo), Una bambola blu (finalista a Canzonissima) e Via dei Ciclamini del 1971 ; tutte entrano nei primi posti della hit-parade.
Orietta Berti 1970 la Rai le riserva uno speciale in quattro puntate incentrato sulla sua carriera e sulla sua vita, intitolato La cugina Orietta e pubblica l’album Tipitipitì; altri successi del 1971 sono L’ora giusta, canzone presentata al Sanremo da Edda Ollari e Lorenza Visconti (il disco della Berti supera di gran lunga le vendite delle due interpreti sanremesi) e Ritorna amore, proposta alla Mostra Internazionale di Venezia. Nel 1971 publica anche un sesto album, Orietta.
Appassionata di musica e canto fin da ragazzina, grazie alla bellissima voce e alle lezioni per migliorare la tecnica, Orietta non ha dovuto faticare molto per affermarsi nel mondo dello spettacolo.
Fra i pezzi più celebri da lei interpretati, citiamo almeno Fin che la barca va, Io, tu e le rose, Tu sei quello e In via dei ciclamini.
abita a Montecchio Emilia
le piace fare collezione di diversi oggetti, ovvero bambole di porcellana, camicie da notte e guepière. Inoltre conserva in soffitta più di 2000 paia di scarpe!
tutti i membri della sua famiglia, sia uomini che donne, hanno il nome che inizia per “O”
è molto amica delle colleghe Arisa e Laura Pausini
da buona emiliana è un’ottima cuoca e adora cucinare i piatti tipici della sua regione
Orietta ha perso il padre quando aveva solo 18 anni. Intraprendere la carriera nella musica è stato per lei anche un modo di accontentare un desiderio del genitore
è molto ospitale, cordiale e adora invitare gli amici a casa sua.
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luha2013 · 4 years ago
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Ivana Spagna (tra successi ed insuccessi) ….
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Ivana Spagna è nata a Valeggio sul Mincio il 16 dicembre del 1954. Già in tenera età dimostra il suo talento per la musica partecipando a piccoli concorsi canori di provincia. Negli anni la sua passione per la musica cresce: studia pianoforte e già nel 1971 pubblica il suo primo singolo 45 giri “Mamy Blue”. La canzone godrà di un buon successo e verrà cantato anche da Dalidà e Johnny Dorelli, tradotto e venduto all’estero. L’anno successivo incide un altro 45 giri, intitolato “Ari Ari”. Negli anni successivi, sino al 1982, di Ivana Spagna si perdono un po’ le tracce; in realtà questi sono gli anni della sua gavetta nei quali lavora come corista per grandi artisti come Ornella Vanoni, Sergio Endrigo e Paul Young. Come autrice scrive brani per Boney M, Tracy Spencer, Baby’s Gang e Advance. Scrive inoltre jingles per spot televisivi inglesi. Nel frattempo si esibisce nelle discoteche del Nord Italia insieme al fratello Giorgio (Theo).
Nel periodo 1983-1985 Ivana Spagna scrive e canta per il duo delle “Fun Fun”. Incide poi due singoli con lo pseudonimo di Ivonne K e uno con il nome d’arte Mirage.
È il 1986 l’anno del boom. Il nome d’arte è semplicemente Spagna, il look è aggressivo e punk, le sonorità e lo stile sono apertamente dance: con il singolo, cantato in lingua inglese, “Easy Lady” arriva il successo e la notorietà, partendo dalla Francia per poi scalare le classifiche di tutta Europa. La canzone venderà circa 2 milioni di copie. In Italia riceve il Telegatto d’argento a “Vota la Voce”, come rivelazione dell’anno e il Disco Verde al “Festivalbar”, come miglior giovane.
Nel 1988 Spagna consolida il suo successo con il secondo album: “You are my energy”, dedicato al padre Teodoro, scomparso lo stesso anno.
Dopo un periodo di pausa successivo alla fine di una storia d’amore, si trasferisce a Los Angeles dove realizza nuovi lavori, con stile rinnovato e nuove sonorità. Esce così nel 1991 il terzo album, intitolato “No way out“. Un tour negli States permette a Spagna di farsi conoscere dal pubblico americano e consolidare il suo successo anche oltre oceano.
Sempre in seguito all’influenza statunitense, Spagna incide nel 1993 “Matter of time” dove, anche se la dance non viene messa da parte, predominano le ballate. Si tratta di una svolta nella carriera di Ivana Spagna: ne è una conferma “Spagna & Spagna – Greatest Hits“, pubblicato nello stesso anno, che chiude un capitolo importante della vita artistica della cantante.
Nel 1998 al Festival di Sanremo con “E che mai sarà” Spagna si piazza solo dodicesima, ma l’album “E che mai sarà – Le mie più belle canzoni”, che contiene i più grandi successi in italiano e cinque inediti tra cui la canzone in gara al Festival, supera le 100mila copie vendute. Si aggiudica il quarto telegatto d’oro a “Vota la Voce” come migliore interprete femminile; inoltre canta “Mamma Teresa”, canzone scritta da Marcello Marrocchi in omaggio a Madre Teresa di Calcutta recentemente scomparsa, e due canzoni “So volare” e “Canto di Kengah” che fanno parte della colonna sonora del film di animazione italiano “La gabbianella e il gatto” di Enzo D’Alò. Nuova partecipazione al Festival di Sanremo edizione 2000 con il brano “Con il tuo nome”, accompagnata dall’uscita dell’album “Domani”. L’album contiene solo canzoni in italiano anche se sono presenti ritornelli in spagnolo come in “Mi amor” ed in inglese come in “Messages of love”, segno che qualcosa sta cambiando. “Mi amor” viene scelto come singolo dell’estate Duemila e viene realizzato un video clip insieme all’attore Paolo Calissano.
Nel 2002 Spagna lascia la Sony Music per approdare alla nuova casa discografica “B&G Entertainment”. Torna a cantare in inglese presentando il singolo “Never say you love me”. Dopo un’estate ricca di impegni per promuovere il singolo, esce il nuovo album “Woman” che contiene 8 brani in inglese, 2 in spagnolo ed 1 in francese.
Nel 2006 partecipa a Sanremo con il brano “Noi non possiamo cambiare”. In seguito uscirà il disco “Diario di Bordo – Voglio Sdraiarmi al Sole”, ristampa del cd “Diario di Bordo” (2005) con l’aggiunta di tre nuovi brani, tra cui la canzone presentata al Festival. Successivamente Spagna è tra i protagonisti del reality show tv (RAI2) “Music Farm”.
Dal 2007 alla fine del 2016 Ivana Spagna - partecipa a qualche trasmissione televisiva come ospite, ma purtroppo a livello discografico rimane assente.
Nel 2017 torna scrittrice pubblicando Sarà capitato anche a te (Edizioni LSWR), libro che racconta episodi insoliti della sua vita, in particolare strane coincidenze e incontri sovrannaturali.
L’8 marzo 2019 viene pubblicato il singolo Amici per amore degli Audio2 in duetto con Spagna. Il 10 maggio 2019 esce il nuovo singolo Cartagena (feat. Jay Santos) per la regia di Michele Vitiello.
Il 27 settembre 2019 si annuncia l’uscita del nuovo album dal titolo “1954” con il singolo Nessuno è come te, accompagnato da un videoclip prodotto da Tuned Turtle Management Srl diretto da Ivana Spagna con la collaborazione del regista romano Michele Vitiello.
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luha2013 · 4 years ago
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Cos’è l’amore?
I poeti scrivono su questo argomento senza sosta. Allo stesso modo, cantanti, filosofi e romanzieri non possono che essere affascinati da questo tema così vasto e complesso, che sfugge a qualsiasi definizione univoca.
"Che cos'è l'amore?" è una domanda che si pongono in molti, ma in pochi sono riusciti a trovare una risposta condivisa da altri, dato che essa può variare a seconda delle differenti discipline, dalla filosofia alla psicologia, fino alla scienza e alla poesia.
Tuttavia, sapevi che esistono persone che hanno paura di amare?
Tutti pensano di sapere che cosa sia l'amore, ma la verità è che in pochi realmente ne conoscono il significato. Innanzitutto, l'amore, quello vero, non è un'emozione, bensì un sentimento. Quest'ultimo si differenzia dalla "semplice" emozione per la sua durata: infatti, un sentimento dura nel tempo, si costruisce giorno per giorno e non è istantaneo e passeggero come l'emozione. L'amore nasce sì spontaneamente, ma va nutrito e coltivato con il passare del tempo.
È il sentimento delle contrapposizioni, nel suo essere sia irrazionale, perché quando ci "colpisce" non lo possiamo controllare, ma è anche logico. Lo è poiché tocca sia il cuore che la mente. Infine, è un affetto sia spirituale che fisico.
Questo sentimento aveva una connotazione più fisica e impulsiva, che lo rendeva carnale e quasi animalesco. Con il passare del tempo, però, l'amore ha assunto anche la sua componente metafisica e spirituale, avvicinato soprattutto al sentimento religioso condiviso da Dio e gli uomini.
L'innamoramento è l'idillio, è la fase dell'idealizzazione dell'altro e al tempo stesso il momento dove la passione prende il sopravvento.
Per questo, l'amore vero richiede impegno, mediazione e volontà di scendere a compromessi. Inoltre, affinché una relazione duri per tutta la vita non deve mai venire a mancare l’intimità.
L’amore è un mistero. Perché mai ci innamoriamo? È un grande furore che ci placa di tutti i nostri tormenti, è una grande pena che ci guarisce da tutte le guerre. L’innamorato è uno strano guerriero che sorride e vuole bene agli altri. L’innamorato fa sbocciare tutte le rose del mondo, ma gli altri le calpestano per un impulso improvviso di bruciante gelosia.
È un sentimento che nasce spontaneamente ma che va anche nutrito nel tempo.
È qualcosa di irrazionale ma anche logico e razionale.
È un’attività del cuore ma anche della mente.
È un’emozione che ci può rendere vivi ma anche far vivere un’illusione.
È un’impulso istintivo ma anche un talento da sviluppare.
Si ama, poi, quando si considera chiunque, anche il proprio figlio, come un essere indipendente da noi, come vita che segue un proprio percorso, una propria crescita.
Si ama quando si desidera questa crescita, quando si lascia che avvenga a suo modo, con i suoi tempi.
Si ama quando ci si perde nell’altro, quando si conosce il suo mondo interiore senza tentare di cambiarlo.
Ma è il momento del mio, ovviamente, pensiero in conclusione:
Senza l’empatia per sé stessi non esiste compassione per l’altro, e senza compassione per l’altro non c’è amore, non c’è connessione, non c’è pienezza né significato.
L’amore è un sentimento attivo, non passivo; è una conquista, non una resa. Il suo carattere attivo può essere sintetizzato nel concetto che amore è soprattutto Dare e non ricevere.
Ogni tentativo di amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria personalità.
Se una persona ama solo un’altra persona ed è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore, ma un attaccamento simbiotico.
La vera essenza dell’amore materno è di curare la crescita del bambino, e ciò significa volere che il bambino si separi da lei.
L’amore non è la conseguenza di un’adeguata soddisfazione sessuale, ma la felicità sessuale è una conseguenza dell’amore.
L’amore è possibile solo se due persone comunicano tra loro dal profondo del loro essere, vale a dire se ognuna delle due sente se stessa dal centro del proprio essere.
E quindi, davvero, in chiusura ecco che cosa è l’amore:
Io vi dirò di più: il mondo è pieno di mari, a loro volta pieni di pesci. L’amore non conosce lingua, colore, ideologia, età o genere.
Ma nonostante tutto…..
Conoscerete il vero significato dell’amore solo quando, senza pregiudizi o idee predefinite, gli permetterete di insegnarvi qualcosa.
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luha2013 · 4 years ago
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Il “caos” in realtà che cos’è?
Quante volte abbiamo detto: “che caos!”, quante volte abbiamo letto titoli di notizie più o meno allarmanti in cui ricorre il termine CAOS per indicare uno stato di pericolo, di confusione, di smarrimento?
Ognuno può affermare di aver sentito descrivere situazioni problematiche e incerte riguardanti la vita politica, la sanità, la scuola, con espressioni che condensano nella parola caos lo stato di agitazione e di disordine che si vuole rappresentare. In contesti quotidiani si parla di caos nel traffico, nel disbrigo di pratiche amministrative, nell’organizzazione di un evento.
Parlare di caos è trattare di ordine e di disordine, in riferimento all’esperienza di vita individuale, alla società, alla natura, all’universo.
Caos e determinazione, caos e prevedibilità sono relazioni sulle quali indaga la scienza.
Secondo la Mitologia Caos è uno degli elementi primordiali del mondo, con Eros e Gaia (la Terra). Caos è la personificazione del Vuoto primordiale, al tempo in cui l’Ordine non era stato ancora imposto agli elementi del mondo. Analizzando il termine (lat. chaos, gr. χάος) nella sua origine linguistica ritroviamo attinenze con l’essere spalancato, aperto. Nel pensiero di Platone il caos ha il significato di miscuglio disordinato, un miscuglio destinato a generare il mondo, il cosmo, come un tutto ordinato in virtù di un principio ordinatore.
Dal famoso aforisma di Eraclito “tutto scorre, tutto si trasforma”, dalle riflessioni di Democrito che, come scrive Dante, «Democrito, che 'l mondo a caso pone»
Teorie riguardanti il caos, nell’evoluzione del pensiero contemporaneo, sono correlate alla sfida della complessità e allo studio dei sistemi complessi. Complessità e caos, infatti, sono usati per indicare interrelazioni imprevedibili, cambiamenti connessi ai grandi mutamenti del nostro tempo e al mondo globalizzato. La pandemia generata dal coronavirus, attualmente, si presenta come manifestazione di disordine globale. L’emergenza ha focalizzato il dibattito sui controlli possibili, sulle criticità che richiedono nuove scelte verso uno sviluppo sostenibile che permetta di far fronte a una improvvisa situazione di pericolo. La scienza è scienza della complessità che apre nuovi orizzonti per tutti i campi dello scibile.
Nessuna frase può essere letta, avulsa dalla complessità di un percorso di riflessione articolato, ma sicuramente possiamo leggere questo invito di Nietzsche come una riflessione sulla vita, sul continuo cambiamento, sulla consapevolezza che il pensiero produce per il progetto esistenziale degli esseri umani.
Quindi in fin dei conti, posso concludere dicendo:
il “caos” è parte integrante della nostra vita è della nostra esistenza, senza il “caos” non ci sarebbe stata l’origine, l’evoluzione e il tempo odierno in cui viviamo, senza “caos” non ci sarebbe neanche il futuro.
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luha2013 · 4 years ago
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Esistono i perché nella vita
Perché mi devo svegliare così presto al mattino per andare a lavorare? Perché devo pagare le tasse? Perché devo rispettare le leggi?
Così affermava Protagora, filosofo del V secolo a.C. Secondo lui, dunque, tutto è relativo: intendendo con uomo ogni singolo individuo, non vi sono opinioni giuste ed opinioni sbagliate, non esistono certezze. L’uomo è in grado di giudicare ogni cosa per come essa gli appare, poiché non possiede la capacità di definire il concetto di “verità assoluta”. Siamo tutti diversi, vediamo ogni cosa in modo diverso, e questo porta ad opinioni spesso completamente diverse, soggettive, ma in ogni caso corrette. Emozioni, gusti, sentimenti: sono tutte qualità soggettive, che possono variare da un individuo all’altro, ma che non possono essere giudicate “vere” o “false”, poiché dipendono da un personale punto di vista.
Se quest’affermazione risultasse vera, allora, come dovremmo porci di fronte alla scienza? Semplicemente, potremmo pensare alla celebre frase “la matematica non è un’ opinione”. Questa materia, che studiamo fin dalla prima elementare, consiste in una lunga lista di teoremi, dimostrazioni, postulati, regole verificate in migliaia di anni da moltissimi studiosi, e in ogni parte del mondo essa viene insegnata allo stesso modo in tutte le scuole. Questo perché i professori di matematica non potranno mai avere un’opinione personale su ciò che insegnano: due più due fa quattro, e non farà mai cinque.
Infine, però, bisognerebbe fare una precisazione per quanto riguarda i campi in cui il relativismo agisce. Esistono cose che dipendono dalle nostre preferenze ed influiscono esclusivamente sull’individuo stesso, come, per esempio, i nostri gusti. In questi casi, io possiedo la piena libertà di esprimere le mie opinioni e i miei pareri senza preoccuparmi di coinvolgere altre persone, di ferirle o di recarle danno. In altre situazioni, però, la nostra libertà di opinione deve essere in qualche modo frenata, poiché vi sono circostanze in cui le nostre preferenze incidono sulla vita e sull’animo altrui, come il bene e il male. Un esempio scontato potrebbe essere l’Olocausto, in cui una sola persona ha messo in atto ciò che egli riteneva più adeguato, ma che ha procurato conseguenze atroci a milioni di persone. Non è corretto lasciare ad una preferenza individuale ciò che riguarda anche altri esseri, perché la nostra libertà non ha il diritto di limitare quella altrui.
Il “vero” e il “falso” esistono in particolari circostanze. Il relativismo, dunque, può essere applicato solo in determinati campi, quando un fattore viene percepito in maniera differente da ogni individuo; quando non è possibile parlare di “verità assoluta”; quando vengono coinvolte le nostre sensazioni e, inoltre, quando nessuno viene toccato dalle nostre scelte.
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luha2013 · 4 years ago
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Spesso ci chiediamo cos’è la felicità?
Io ho una mia idea di felicità, che alla fine di tutto il mio scritto vi svelerò, ma vorrei iniziare così….
Cos’è la felicità dunque?
Nei testi di autori e filosofi del calibro di Schopenhauer e Leopardi, la felicità è vista come una chimera, una pura illusione.
A mio avviso il discorso è abbastanza complesso ma (ad ogni modo) il mio ragionamento mi porta ad enunciare: Purtroppo la maggior parte delle menti delle persone è impegnata in preoccupazioni (spesso e volentieri economiche, poi estetiche in senso lato) e si dimentica della bellezza delle cose semplici, di godere del presente. Non assapora il processo. Difatti la felicità è un percorso, non un obiettivo da raggiungere una volta per tutte.
La felicità è uno stato emotivo più profondo da far emergere
Per raggiungere la felicità dovrete avere una eccellente conoscenza, rispetto e amore verso voi stessi.
Per essere felici bisogna vivere costantemente in un ambiente che favorisca il suo emergere, quindi occorre vivere in un clima interiore di serenità e calma.
Su Internet e su vari “blog” vi sono persone che “illudono” persone più fragili e nel contempo non riescono a dare le risposte.
Questo tema è affrontato da innumerevoli siti o da esperti ma, forse la verità, che nessuno ha mai detto è:
La verità è che dare una risposta oggettiva alla domanda “cos’è la felicità“, non è possibile.
Mi preme però sottolineare un ulteriore aspetto: fate molta attenzione alle vostre aspettative e a dove o in chi, soprattutto, riponete le vostre speranze. Questi due elementi sono i principali antagonisti della nostra ricerca della felicità.
Puntualmente il mancato verificarsi di un evento che mettiamo in conto si concretizzi, genera in noi sentimenti diametralmente opposti a quelli che stiamo ricercando.
“La felicità è come una farfalla; più cerchi di inseguirla, più ti eluderà. Ma se sposti la tua attenzione su altre cose, si siederà dolcemente sulla tua spalla.”
“La felicità è il primo passo, il primo scalino, il primo mattone delle fondamenta del vivere”
È la struttura che tiene insieme tutti i volti della nostra identità.”
Quindi in conclusione cercherò di dare la mia semplice definizione ma, forse quella che più può essere fondamentale per non entrare in un vortice l’ha dove si possono creare, purtroppo, illusioni “illuminanti”
È importante per me definirla così, per evitare l’errore che spesso si compie e cioè di considerare la felicità come la conseguenza di qualcosa, mentre essa è:
il punto di partenza per ogni successo
Gianluca
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luha2013 · 4 years ago
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Questo è il primo “post” più che altro una presentazione di me stesso, molto difficile, poiché sono gli altri che mi descrivono. Però ci provo, insomma, mi metto d’impegno.
Mi chiamo Gianluca sono ormai un “uomo” di 44 anni anche se, devo ammettere, mi sento davvero l’eterno Peter Pan, sono solare e cerco sempre di sorridere alle avversità che la vita può presentare e nonostante tutto guardare la vita a colori.
Cosa parlare su di un “blog”?
Non è davvero semplice suscitare davvero l’interessamento da parte di un lettore o da parte di chi può arrivare al blog senza nemmeno sapere il motivo, indubbiamente sono gli argomenti, ma credo che ogni persona nella vita debba parlare di quello che sa…
Senza che per (forza) come accade in questo momento molte persone diventano sui “Social” esperti e “maestri” in tutte le arti (anche quelle più assurde). In codesto tempo (si spera) davvero post pandemico tutti, o molti, sono esperti a dare notizie o regole di comportamento, altresì io penso:
E quindi io parlerò di me stesso e di quello che so, benvenuti dunque nel mio “nuovo” percorso evolutivo, cioè lo scrivere su di un blog cercando di spiegare e ragionare di argomenti belli e che possano portare ad uno scambio di opinioni.
Gianluca
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