psiche-delos

[psiche-delos]

"Un giorno capirai che la vera vittoria non è riuscire a far ragionare le persone, non è neanche avere la loro comprensione.

Vincerai nel momento stesso in cui riuscirai a farti scivolare di dosso ogni differenza, ogni azione priva di rispetto, ogni dimostrazione di menefreghismo.

Lì, in quel preciso istante, capirai che tutto dipende da te.

E riuscirai finalmente a sorvolare su tutto quello che, un tempo, non faceva che avvelenarti il cuore".

- F. Zarbo

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Komorebi (木漏れ日); è la luce che filtra tra le foglie degli alberi, un momento breve, ma inteso, che esprime uno stato d'animo, una sensazione che è sfuggente, come i raggi di sole che filtrano tra le foglie degli alberi di un bosco.

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….🖤

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Breathless (1960), dir. Jean-Luc Godard

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Eternal Sunshine of the Spotless Mind (2004)

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Ah, quindi il problema universale sarebbe l’amore? E io allora non avrei problemi veri, giusto? Perché tanto non mi manca niente, no? Ma che ne sai tu di quello che ho passato, eppure eri lì, dovresti saperlo! Sono “egoista e cessa più di mio padre” allora? Perché credo che d’amore non si muore?!

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Incazzati pure, rompi le porte, perché non mi sono alzata dal letto una giornata. Sempre lei che non mi cucina da ieri e se non ci penso io al gatto puó morire.

Ah scusa, te l’hanno già data la medaglia per la madre dell’anno?

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“E fumavamo guardando le stelle, Ora qualcuno fa parte di quelle. Questi ricordi sono come fiamme Ancora bruciano sulla mia pelle.”

- Mostro

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Piccolo reminder:

Sei nata sola, ma integra e completa.

Hai sempre e solo avuto te stessa.

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A me stessa

Sono stanca.

Stanca di sentirmi vuota. Stanca di cercare conferme da chi mi ha insegnato a non credere in me. Stanca di sopravvivere, quando dovrei vivere.

Ma questa rabbia mi tiene in piedi. È la mia prova che ci sono ancora, che dentro di me c’è una voce che non vuole più tacere.

E io la ascolto. Finalmente.

Non ho bisogno del suo amore condizionato. Non ho bisogno della sua approvazione che cambia a seconda di come le gira.

Io valgo. Anche se lei non lo vede. Io merito. Anche se lei non me l’ha mai detto.

E da oggi, questa rabbia non la userò più contro di me. La userò per proteggermi. Per liberarmi.

Per non sentirmi mai più un peso.

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A te, stellina

Ci sono giorni in cui il peso del silenzio è insopportabile. E oggi è uno di quelli.

Ti scrivo perché non so più come parlarti, ma sento ancora il bisogno di farlo.

Mi dispiace.

Mi dispiace per tutto quello che non è stato, per tutto ciò che non ho detto, per tutto ciò che non ho fatto.

Sono passati tanti anni, eppure mi sento in colpa, ogni singolo giorno. E ogni giorno, da quando non ci sei più, continuo a pensare che avrei dovuto esserci io al tuo posto.

Se potessi tornare indietro, farei di tutto per conoscerti davvero, per ridere insieme, per vederti sorridere ancora, quel sorriso che sapeva di casa e di speranza.

Avrei voluto esserci di più. Avrei voluto darti di più.

Mi manchi, anche se forse non ti ho mai vissuto davvero come avrei voluto.

Ma so che, in qualche modo, tu mi senti. E forse, mi perdoni.

Ti porterò con me. Sempre.