quartafuga

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Tanti giovani a votare, solo giovani a votare. Se non fossimo un Paese di anziani forse una speranza ci sarebbe

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Non avevo mai vissuto la fine della scuola dall’altro lato della cattedra. È una sensazione agrodolce, soprattutto con le quinte. Sai che in quell’aula non ci saranno più ad aspettarti quelle voci, quei sorrisi o quei volti scuri (a seconda del giorno, del tempo, delle interrogazioni, delle paure) con un’attesa sempre dietro lo sguardo. È stato strano, per un anno intero, sapere di avere tra le mani le vite e le coscienze di così tante persone. In tutto ciò, stamattina un’alunna di quinta mi ha scritto un lungo messaggio per ringraziarmi. Tra le tante cose ha specificato che, grazie al modo in cui ne abbiamo parlato insieme in classe, ha deciso che d’ora in avanti andrà sempre a votare perché da ognuno di noi dipende il modo in cui vogliamo che sia il mondo di domani. Ho pianto per tutto ciò che mi ha scritto ma soprattutto per questo. Se ho un desiderio, insegnando, è quello di infondere consapevolezza e avere avuto la conferma di essere riuscita a farlo mi rende felice in un modo che non riesco neanche a spiegare

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L’unica buona conseguenza di questo periodo di malattia prima e lutto poi? Aver smesso di fumare

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Comunque il down umorale da preciclo+lutto = sparatemi please

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Caro nonno, dove sei ora spero che ci sia un bel sole caldo ad accarezzarti il volto. Dopo tanto dolore ti meriti solo luce, tanta luce, di quella che da sola basta a scaldarti.

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Non io che dopo quattro giorni di malattia e tanto di visita fiscale oggi dovrei rientrare a lavoro e sono in preda a un attacco di emicrania. Ma sto periodo di merda quando finisce? No giusto per sapere che almeno me ne faccio una ragione

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❤️‍🩹

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Io che cerco di essere forte al telefono con mia madre che piange perché suo padre sta morendo. Io che, un istante dopo aver chiuso la chiamata, crollo. Non posso neanche andare a trovare mio nonno perché mi sono ammalata e non vorrei mai e poi mai peggiorare la situazione, però mi distrugge questa immobilità. Vorrei almeno tenergli la mano un’ultima volta, ma per proteggerlo non potrò farlo. Sarà il mio ultimo atto d’amore

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37,4 ma io mi sento come se mi fosse passato sopra un tram

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Oggi ho sognato i bambini di Gaza uccisi ieri in pieno giorno in prossimità di quel che resta di un “mercato”, in cui oramai non c’è quasi più cibo da vendere né comprare. Mi sono svegliata in preda ad un’angoscia indicibile, ma era soltanto un sogno, io ho potuto svegliarmi. Ci sono persone per cui questa è realtà e svegliarsi non è possibile, se non morendo. Come facciamo a continuare a fare le nostre cose senza pensarci, facendo finta di non sapere che dall’altra parte del mare è in corso un genocidio?

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È già la seconda persona che, in due settimane, mi dice di notarmi dimagrita e poi aggiunge “tutto bene? C’è qualcosa che non va?” il che da un lato mi fa sentire meglio rispetto al passato quando, alla frase sul mio ipotetico dimagrimento, seguiva sempre un “complimenti!” triggerantissimo. Dall’altro se poteste chiedermi come sto senza necessariamente fare commenti sul mio corpo sarei ancora più grata, ma un passo alla volta ci arriveremo (spero).

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No Other Land (2024 🇵🇸 Basel Adra, Yuval Abraham, Hamdan Ballal, Rachel Szor)

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Quiete

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Oggi, dopo il pranzo con la famiglia, io e mio fratello minore siamo usciti con i nostri cugini. Più giovani di me di diversi anni, sono i componenti della famiglia con cui mi trovo più a mio agio. È stato bello vederli al di fuori del contesto familiare e trattarci come adulti, trattarci alla pari. Il più giovane di loro ad un certo punto ha detto “che strano, siamo cugini e scherziamo sempre, ma alla fine delle nostre vite personali non sappiamo nulla”. Mi ha colpito la sua lucidità ed ho pensato che, diamine, ha proprio ragione. Così abbiamo iniziato a raccontarci un po’, ad andare più in profondità, ed è stato più facile di quanto avessi mai immaginato. Soprattutto è stato bello dirci “dobbiamo vederci più spesso così, noi quattro, e frequentarci come amici”. Ora sono a casa e sono felice al pensiero che in questo coacervo di rapporti che per me è sempre stato più fonte di angoscia che pace, adesso c’è qualcosa che brilla e che può essere una promessa di confronto e di vicinanza.

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"They are acting out for 13 years the possibility of going back to that hotel room to find again that beautiful moment of burgeoning desires and innocence. And at the same time, to feel at ease with one another, the way they were there. So, throughout the entire arc, that’s what they’re trying to do. And finally, with the rivalry at that heightened level, the triangle finally found itself sitting in the same place, but now on the court. I needed to get this very, very visually amped up and really immersed for the audience to understand how much it meant for them not to win over the other, but to be back together, all of them.”

CHALLENGERS (2024) dir. Luca Guadagnino

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Tutti con questo obiettivo di investire ogni proprio avere nell’acquisto di una casa dal prezzo stratosferico in nome della quale indebitarsi per i prossimi trent’anni. Non so se sono io quella strana che vede il mondo disfarsi sotto il peso di genocidi, guerre in corso e in vista e cambiamento climatico imperante e non sente l’impellenza di investire in un immobile che magari un giorno si vedrà distrutto a causa di una delle problematiche suddette. Continuiamo a seguire - ciechi - un modello che per i nostri genitori è stato funzionale ma che per una generazione come la nostra, strangolata da uno stile di vita votato al lavoro e ad una paga misera con in sottofondo un mondo che va a rotoli, sembra una roba totalmente fuori luogo. Questa lucidità mi ammazzerà, lo so, ma io non vi capisco

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