#Apollo a Delfi
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iridediluce · 3 months ago
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Sacerdotesse cristiane e pagane
Il sacerdozio morale che le donne esercitano nell’umanità è stato sempre riconosciuto, e i popoli più antichi hanno avuto l’istinto di conferire loro il sacerdozio ufficiale, attraverso il quale le donne ottenevano un’alta missione prendendo parte attiva alle istituzioni religiose. La donna deve tutto alla religione: tra i pagani, il fatto che la donna fosse associata ai misteri religiosi era…
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morelin · 2 years ago
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Delfi
Il viaggio tra i siti archeologici greci continua ed è la volta di visitare quello che anticamente era considerato il centro del mondo: Delfi. Circondato da un suggestivo panorama montuoso, il luogo sacro sede dell’oracolo e del dio Apollo è una delle principali destinazioni turistiche greche ed è incluso nella lista del Patrimonio UNESCO.
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Proprio come i pellegrini di un tempo che venivano qui per consultare l’oracolo di Apollo prima di prendere delle decisioni, anch’io ho percorso la Via Sacra che sale lentamente verso il Tempio di Apollo. 
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Durante il tragitto si trovano diversi resti dei tempietti, del Monumento degli Spartani e del Monumento al Re di Argo. Più avanti s’incontra una ricostruzione del Tesoro degli Ateniesi, la Roccia della Sibilla dove sedette la prima sacerdotessa di Delfi per pronunciare le parole dell’oracolo e le tre colonne della Stoà degli Ateniesi.
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Raggiungo poi i resti del Tempio di Apollo che risalgono al IV secolo a.C. e qui il colpo d’occhio è davvero fantastico! 
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Sopra il tempio si può vedere il teatro ben conservato dove si svolgevano le feste religiose in onore di Apollo. 
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Inoltre, prima o dopo la visita al sito vi consiglio di entrare nel museo archeologico. 
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I pezzi più importanti sono l’Auriga di Delfi (una bellissima statua di bronzo a grandezza naturale che commemora una vittoria riportata nei Giochi Pitici), la Colonna delle Danzatrici, la Sfinge di Naxos ed i Gemelli di Argos.
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occhietti · 8 months ago
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È così importante
cosa gli altri pensano di noi?
No, non lo è.
Le opinioni degli altri si attaccano a noi quando non sappiamo davvero chi siamo e riempiono facilmente il vuoto causato dalla nostra mancata conoscenza di noi stessi.
Dunque, come recitava l'iscrizione sull'immenso Tempio greco di Apollo a Delfi "Conosci te stesso", perché quando tu per primo sai chi sei e soprattutto chi non sei, le altrui opinioni su di te scivoleranno come gocce d'acqua su una lastra di cristallo.
- Alberto Simone
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crazy-so-na-sega · 1 year ago
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Che il "conosci te stesso" abbia assunto valore proverbiale è attestato da Teofrasto nell'opera "Sui proverbi".
Camaleone nell'opera "Sugli Dei", la attribuisce a Talete
i più assumono invece che questo detto sia di Chilone.
Ermippo a sua volta, nel I libro "Su Aristotele", dice che a pronunciarlo sia stato Labi, un eunuco di Delfi che era ministro del tempio.
Clearco, nei libri Sui proverbi asserisce che si tratti di un ammonimento di Apollo Pizio, trasmesso ccome un responso oracolare a Chilone.
Aristotele, invece, nei libri "Sulla filosofia", lo ascrive alla Pizia: già prima di Chilone, infatti, stava scritto sul tempio eretto a Delfi dopo il cosiddetto alato e dopo quello di bronzo.
Antistene, nelle sue "Successioni di filosofi", dice che il "Conosci te stesso" è di Femonoe (la prima Pizia) e che Chilone se ne sia appropriato.
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più o meno come i nostri...:-)
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fatalquiete · 6 months ago
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Nessuna AI è stata maltrattata per scrivere questo testo. Il racconto di Kalistos e la Follia della Verità
C’è un tempo in cui gli uomini credono di possedere la verità, ma è solo allora che la verità li possiede.
Prologo: L’ascesa di Kalistos
C'era una volta, nell'antica Ellade, un uomo di nome Kalistos, il cui nome significava "il più bello e il migliore". Figlio di Cléon, un umile artigiano di anfore, Kalistos crebbe con l'ossessione di superare le sue origini modeste. Da giovane si allenò duramente nelle palestre di Atene, imparando l'arte della retorica dai sofisti e affinando la sua mente con le opere dei grandi filosofi. Il suo cuore era divorato da un unico desiderio: essere riconosciuto come il più saggio e il più giusto tra gli uomini.
Il giorno in cui il re di Eleusi indisse un concorso di sapienza per scegliere il prossimo consigliere di corte, Kalistos si presentò con l'arroganza di chi già conosce l'esito. Nella piazza gremita, sbaragliò ogni rivale con la forza della sua logica, il suo arguto parlare e la sua capacità di umiliare gli avversari con domande capziose. Alla fine, il re disse:
— "Kalistos, hai dimostrato una mente più affilata di un rasoio di bronzo. D’ora in poi sarai il mio consigliere e siederai al mio fianco come la voce della ragione."
Da quel giorno, Kalistos si convinse di essere l’uomo più saggio della terra.
Capitolo I: La tentazione della Verità
Con il passare degli anni, Kalistos divenne celebre in tutta la Grecia. Ogni città lo chiamava per risolvere dispute e sciogliere enigmi. Con la fama, però, crebbe anche il suo orgoglio. Kalistos non si limitava a giudicare le questioni, ma si ergeva a portatore di verità assoluta.
Un giorno, mentre camminava per le vie di Delfi, decise di visitare il tempio di Apollo. Entrato nel santuario, vide la Pizia, la sacerdotessa dell’oracolo, seduta sul tripode, circondata da vapori sacri. Kalistos si avvicinò e, con tono sprezzante, chiese:
— "Pizia, se tu sei così saggia, dimmi: qual è la verità più alta che un uomo possa conoscere?"
La sacerdotessa rise, una risata antica e profonda. Poi rispose con voce fumosa:
— "La verità più alta è quella che muta, come il fumo che vedi intorno a me. Chi crede di possederla, ne è solo prigioniero."
Kalistos non diede peso alle sue parole. Anzi, rise di lei e uscì dal tempio convinto che quella vecchia pazza non sapeva di cosa parlava.
Capitolo II: Gli incontri sul sentiero
Kalistos si mise in viaggio per tornare a Eleusi. Sulla strada, incontrò tre figure che avrebbero cambiato il suo destino.
1. Il Vecchio Pastore
Kalistos trovò un vecchio pastore seduto su una pietra, intento a intrecciare una corda di giunco. L’uomo, con il volto segnato da rughe profonde, osservava il cielo con occhi socchiusi.
— "Cosa osservi, vecchio?" chiese Kalistos.
— "Guardo il volo degli uccelli", rispose il pastore.
— "Sciocco! Gli uccelli non rivelano nulla. Io ho studiato la logica e la filosofia, non c’è nulla negli uccelli che possa insegnare agli uomini."
Il pastore scosse il capo e disse:
— "Forse non hai mai visto un uccello cercare il nido. Anche lui pensa di conoscere la via, ma spesso sbaglia ramo e si ritrova perso."
Kalistos rise, e con tono altezzoso, replicò:
— "Io non sono un uccello. Io non sbaglio mai strada."
2. La Donna Silente
Più avanti, Kalistos trovò una donna seduta sul ciglio della strada. Aveva uno sguardo immobile e profondo, come se vedesse il mondo senza aver bisogno degli occhi.
— "Donna, perché non parli? Sei forse muta?" disse Kalistos.
Lei lo fissò, senza dire nulla.
— "Credi che il silenzio sia saggezza? Io ti dico che la vera saggezza è nella parola chiara e definita!"
La donna si alzò e si avvicinò lentamente, poi posò una mano sul petto di Kalistos e sussurrò:
— "Le parole sono catene quando credi di avere ragione su tutto."
Il cuore di Kalistos fu scosso per un attimo, ma il pensiero gli scivolò via come acqua su pietra.
3. Il Ragazzo Sognatore
Infine, Kalistos incontrò un giovane intento a scolpire una statua di argilla.
— "Ragazzo, chi stai raffigurando?" chiese.
— "Il mio sogno", rispose il ragazzo, "ma ogni volta che finisco la scultura, la distruggo e la ricomincio."
— "Stolto!" esclamò Kalistos. "Il sogno va reso eterno. Non devi rifarlo, devi portarlo a compimento!"
Il ragazzo lo fissò con uno sguardo carico di stupore e disse:
— "Se il sogno non muta, muore."
Questa volta, Kalistos sentì qualcosa rompersi dentro di lui, ma non capì cosa fosse.
Capitolo III: La Rivelazione della Donna del Vento
Quando Kalistos tornò a Eleusi, il re lo convocò.
— "Kalistos, una donna misteriosa è giunta a corte. Porta con sé un vento che muta ogni cosa. Ho bisogno di te per giudicarla."
Quando Kalistos entrò nella sala del trono, trovò la donna del vento. Era la stessa donna silente che aveva incontrato lungo il cammino. I suoi occhi ora erano fiamme azzurre.
— "Kalistos", disse la donna, "tu hai camminato su questa terra come se la verità ti appartenesse. Ma io ti dico che la verità è vento e non pietra."
Con un soffio, la donna agitò l'aria. Improvvisamente, tutte le colonne della sala iniziarono a oscillare. Kalistos vide le pareti muoversi e sentì il pavimento traballare.
— "Cosa fai, strega? Vuoi distruggere la casa del re?"
— "Non distruggo, Kalistos. Ti mostro ciò che è sempre stato. Nulla è fermo. Nulla è definitivo."
Kalistos sentì il suolo crollare sotto i suoi piedi e, per la prima volta, provò paura. Cadde in ginocchio.
— "Chi sei, o dea?" chiese tremante.
— "Io sono Ananke, la Necessità. Sono colei che spezza le certezze. Non esiste verità che non cambi. Ricorda: chi si crede giusto sarà umiliato. Chi si crede saggio sarà confuso. Torna a essere il Kalistos che voleva imparare, non il Kalistos che crede di sapere tutto."
Il vento cessò. Le pareti si fermarono. Tutto tornò normale, tranne Kalistos.
Epilogo: La Discesa
Kalistos tornò al tempio di Apollo e si inginocchiò davanti alla Pizia.
— "Ora so che non so", disse.
La Pizia rise.
— "Bentornato, uomo. Hai incontrato Ananke. Lei viene solo quando la superbia è così alta da toccare il cielo."
Da quel giorno, Kalistos non fu più giudice, ma maestro di domande. Non disse mai più "so", ma sempre "forse".
E così visse il resto della sua vita, in bilico tra la certezza e il dubbio, come l’uccello che cerca il ramo giusto per il suo nido.
Chi crede di conoscere la verità assoluta è il primo a perdersi nel labirinto delle sue certezze.
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lunamagicablu · 1 year ago
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“gnoti sauton = conosci te stesso”. citazione del tempio di Apollo a Delfi ******************** “gnoti sauton = know thyself”. citation of the temple of Apollo at Delphi 
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vecchiorovere · 8 months ago
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Sei mai stato rapito dal mistero di un'antica divinità? Immagina un luogo dove storia e mito si intrecciano: il Tempio di Apollo a Delfi, annidato tra le pendici innevate del monte Parnaso.
Qui, la leggenda narra che lo stesso Apollo sceglie questo santuario. Un angolo di sacralità avvolto da misteri sottili e oracoli sibillini pronunciati dalla Pizia, la sacerdotessa che bisbigliava risposte enigmatiche al mondo antico.
Persino fuoco e rovina non poterono infrangere la sua maestosità: nel 548 a.C., un incendio devastante portò alla rinascita del tempio, con sculture che raccontavano storie e miti con straordinaria vivacità.
E non erano solo le fiamme o gli dei a contendersi Delfi. Le città greche guerreggiavano fra loro per il controllo di questo simbolo sacro. Ma nel tempo, uomini come Silla e Nerone hanno saccheggiato il luogo, rubando ricchezze e bellezza.
E mentre il cristianesimo avanzava inesorabilmente, questo centro di spiritualità iniziò il suo declino. Delfi, un tempo cuore pulsante della religione e della politica, giace ora in silenzio, avvolto da echi di un grande passato. Bambini delle pietre, ancora oggi custodi delle storie non dette... Curioso? Vieni a scoprire di più con noi!
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passaggioalboscoedizioni · 1 year ago
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Giacomo Maria Prati
IPERBOREI
Il primo mito
Se per noi contemporanei il Mito rimanda alla Grecia antica, per la “culla della Civiltà europea” questo era – in primo luogo – il canto del nobile e antichissimo popolo degli Iperborei, sacro ad Apollo ed Artemide. I guerrieri greci, per entrare nell’immortalità, dovevano compiere il viaggio più pericoloso: quello verso un estremo nord visto come un Eden senza tempo, nel solco di quelle Terre eroiche vicine al cielo e agli Dei.
Giacomo Maria Prati rilegge tutto il Mito greco alla luce degli Iperborei, ai quali si deve la fondazione del santuario di Delfi e l’istituzione dei Giochi d’Olimpia. Per la prima volta, tutte le fonti greche e latine sono indagate e riassunte in un saggio ampio e approfondito, che sa anche assumere i toni dell’inno, del canto e della celebrazione epica. L’autore – il cui lavoro è arricchito da un saggio di Alessandro Coscia sullo sciamanesimo iperboreo e da un dialogo platonico con il figlio Raimondo – ci restituisce una spiritualità ancestrale vivissima, con al centro un Apollo totale e sciamanico.
Introduzione di Beatrice Harrach
Prefazione di Gabriella Cinti
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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ginogirolimoni · 1 month ago
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Nel 535 a. C. Tarquinio il superbo con un colpo di mano prese il trono di Roma e, temendo contrasti, giustiziò tutti i più fedeli amici del suo predecessore.
In particolare al giovane Lucio, della gens Giunia, toccò di dover assistere all’esecuzione del proprio fratello maggiore; lui venne risparmiato perché si finse tonto, e questa finzione venne creduta, tanto che tutti lo soprannominarono “brutus”, cioè tonto, appunto, e questo appellativo passò come patronimico a tutta la sua discendenza.
Come per la mia generazione era pragmatica andare in vacanza a Ibiza e per le generazioni successive andare in altre località rinomate, per i giovani romani di buona famiglia era in voga recarsi a Delfi, a consultare il più famoso oracolo dell’antichità, dopo Lello il sensitivo a Sorrento.
Così i giovani figli di Tarquinio, superbi anche loro, partirono per la Grecia, portandosi più per spasso che per compagnia il giovane cugino Lucio Giunio il tonto.
Apollo, interrogato, diede a quei giovani uno strano responso: “Colui che per primo bacerà sua madre, otterrà la suprema autorità su Roma”; i giovani ebbero fretta di ripartire per essere i primi a baciare la propria madre, ed uno di loro fece lo sgambetto a Lucio, che si ritrovò disteso per terra, a baciare per primo la Madre Terra.
I romani antichi, così come i moderni, tolleravano la violenza e persino l’assassinio, specie se aveva finalità politiche, ma non erano altrettanto elastici per ciò che riguardava l’adulterio e la violenza sessuale, specie se l’adulterata o la violentata era la propria moglie, figli, sorella o madre.
Accadde che Sesto Tarquinio, figlio del “superbo” si innamorò di Lucrezia, moglie di suo cugino senatore Lucio Tarquinio Collatino, e una notte che questo era fuori Roma per lavoro, Sesto si introdusse in camera della donna dicendole di amarla.
Visto che Lucrezia, nota per la sua preclara virtù, non gli si volle concedere, a sesto non rimase che violentarla; il giorno dopo, tornato il marito, la donna gli raccontò tutto e pretese da lui di essere vendicata, poi perché non poteva sopportare oltre l’oltraggio, si conficcò un pugnale nel cuore.
Collatino era molto amico di Lucio Giunio, e lo mise al corrente della sua disavventura; questo estrasse il pugnale insanguinato dal petto di Lucrezia e corse al Foro, dove in presenza della folla che intanto era informata dei fatti, fece un giuramento solenne di cacciare il tiranno, la sua malvagia moglie, i suoi scellerati figli e tutti i suoi discendenti, che nessuno di loro possa regnare su Roma o anche solo rimanere nel perimetro cittadino.
Ad aiutarlo a cacciare i Tarquini si offrirono molte famiglie patrizie e fu seguito e sostenuto dalla plebe di Roma; dopo la cacciata Lucio Giunio rifiutò la corona, che gli spettava di diritto e fondò la Repubblica. Per cui fu un “tonto” a fondare la Repubblica Romana e fu un altro tonto, circa cinque secoli dopo, a farla cadere: Marco Giunio Bruto, uno dei congiurati che assassinarono Cesare.
Per la cronaca e per coloro che volessero sottolineare che Marco Giunio in fondo lottava per ripristinare la repubblica contro il tiranno Giulio Casare, aggiungo che sebbene Cesare fosse di fatto il padrone di Roma, aveva lasciato inalterate le strutture repubblicane, le aveva solo svuotate del potere, accentrandolo su di lui.
Con il suo assassinio si riapre una lotta al potere assoluto che culminerà con l’ascesa di Ottaviano, che si farà chiamare Augusto, e sarà il primo imperatore romano.
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paganizmturkiye · 10 months ago
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Delfi Özdeyişleri (Delphic Maxims), tanrı Apollon'un Kendisi tarafından Delphi'deki Kahin'e teslim edildiğine inanılan 147 özdeyişten oluşan bir koleksiyondur. Onları yazan Yedi Bilge, MÖ 6. yüzyılın başlarındaki yedi filozof, mistik, politikacılar ve yasa koyucuya ilahi olarak ilham verdi.
* Atinalı Solon (c. 638 – 558 BCE) Atina’dan ünlü bir yasa koyucu ve reformcu, Atina demokrasisini şekillendiren yasaları çerçeveledi.
* Spartalı Khilon (MÖ 6. yüzyıl), Spartalı toplumun militarizasyonunun atfedildiği Spartalı bir politikacı.
* Miletoslu Thales (c. 624 – c. MÖ 546) ilk tanınmış filozof, matematikçi ve astronomdur. “Kendini tanı” özdeyişi, Delphi’deki Apollo Oracle’ın ön cephesine kazınmıştı.
* Bias of Priene (fl. MÖ 6. yüzyıl), savunucu olarak bilinen bir politikacı ve yasa koyucuydu.
* Lindoslu Kleoboulos (MÖ 6. yüzyıl), Yunanistan’ın Rodos adasında Lindos tiranı olarak yönetildi.
* Mitylene Pittacus (c. 640 – 568 BCE) Midilli adasında Midilli’yi yönetti. Soyluların gücünü azaltmaya çalıştı ve tercih ettiği halk sınıflarının desteğiyle yönetebildi.
* Korinthos’un Periander’ı (fl. 627 BCE) MÖ 7. ve 6. yüzyıllarda Korint’in tiranıydı. Korint, yönetimi sırasında benzeri görülmemiş bir istikrarın altın çağını gördü.
Dürüst, değerli bir yaşam tarzı için bir çerçeve sağlarlar. Kendimiz için düşünme ve hareket etme yeteneğimiz, ruhun özünün bir parçası olan büyük bir iyilik olduğu için, mutlak değil, kılavuzlar ve tavsiyelerdir. Delphic Maxims'i mutlak olarak okuyamazsınız. Özellikle bazı özdeyişler ahlaki yasalar veya etik kurallardan ziyade ritüel yasalar olduğu için birçoğunu takip etmek bir öz disiplin meselesidir ve ahlaki bir işlevden ziyade bir ritüel işleve hizmet eder. Bunlardan bazılarını takip etmezseniz ahlaksız değilsiniz, sadece bir ritüel anlaşmayı biraz mahvediyorsunuz ve öz disiplinde başarısız oluyorsunuz. Özdeyişlerin hepsinin mutlak ahlakla ilgili olduğunu varsaymak bir hatadır - özellikle kaç tanesinin yazıldıkları zamanlara çok özel olduğu göz önüne alındığında. Örneğin, Delphic Maxim 95 Γυναικος αρεχ, "Karınızı yönetin."
Helenizmin yazılı bir geleneğin yanı sıra sözlü bir geleneğe de sahip olduğunu ve sözlü geleneğin tarih boyunca yazılı özdeyişlerin çoğunu yeniden yorumladığını belirtmek önemlidir. Sözlü Helen geleneğinin şimdi onları daha fazla yeniden yorumlamaması için hiçbir neden yok.
1. Tanrı'yı ​​takip edin (Επου θεω)
2. Yasalara uyun (Νομω πειθου)
3. Tanrılara ibadet edin (Θεους σεβου)
4. Anne babanıza saygı gösterin (Γονεις αιδου)
5. Adaleti sağlayın (Ηττω υπο δικαιου)
6. Ne öğrendiğinizi bilin (Γνωθι μαθων)
7. Duyduklarınızı algılayın (Ακουσας νοει)
8. Kendiniz olun (veya kendinizi bilin) (Σαυτον ισθι)
9. Evlenme niyetinde olun (Γαμειν μελλε)
10. Fırsatınızı bilin (Καιρον γνωθι)
11. Bir ölümlü gibi düşünün (Φρονει θνητα)
12. Eğer yabancıysanız yabancı gibi davranın (Ξepsilon;νος ων ισθι)
13. Ocağı [veya Hestia'yı] onurlandırın (Εστιαν τιμα)
14. Kendinizi kontrol edin (Αρχε σεαυτου)
15. Arkadaşlarınıza yardım edin (Φιλοις βοηθει)
16. Öfkeyi kontrol edin (Θυμου κρατει)
17. Sağduyulu davranın (Φρονησιν ασκει)
18. Onuru takdir edin (Προνοιαν τιμα)
19. Yemin etmeyin (Ορκω μη χρω)
20. Dostluğu sevin (Φιλιαν αγαπα)
21. Disipline bağlı kalın (Παιδειας αντεχου)
22. Onurun peşinde koşu (Δοξαν διωκε)
23. Bilgelik arzulayın (Σοφιαν ζηλου)
24. İyiyi övün (Καλον ευ λεγε)
25. Kimsede kusur bulmayın (Ψεγε μηδενα)
26. Erdemi övün (Επαινει αρετην)
27. Adil olanı uygulayın (Πραττε δικαια)
28. Arkadaşlara karşı nazik olun (Θιλοις ευνοει)
29. Düşmanlarınıza dikkat edin (Εχθρους αμυνου)
30. Karakteriniz asil olsun (Ευγενειαν ασκει)
31. Kötülükten uzak durun (Κακιας απεχου)
32. Tarafsız olun (Κοινος γινου)
33. Sizin olanı koruyun (Ιδια φυλαττε)
34. Başkalarına ait olanlardan kaçının (Αλλοτριων απεχου)
35. Herkesi dinleyin (Ακουε παντα)
36. (Dini açıdan) sessiz olun (Ευφημος ιοθι)
37. Bir arkadaşınıza bir iyilik yapın (Φιλω χαριζου)
38. Aşırıya kaçmayın (Μηδεν αγαν)
39. Zamanı idareli kullanın (Χρονου φειδου)
40. Geleceği öngörün (Ορα το μελλον)
41. Küstahlığı küçümseyin (Υβριν μισει)
42. Yalvaranlara saygı gösterin (Ικετας αιδου)
43. Her şeyde uzlaşmacı olun (Παςιν αρμοζου)
44. Oğullarınızı eğitin (Υιους παιδευε)
45. Elinizdekini verin (Εχων χαριζου)
46. Yalandan korkun (Δολον φοβου)
47. Herkes hakkında iyi konuşun (Ευλογει παντας)
48. Bilgeliği arayan biri olun (Φιλοσοφος γινου)
49. İlahi olanı seçin (Οσια κρινε)
50. Bildiğiniz zaman harekete geçin (Γνους πραττε)
51. Cinayetten kaçının (Φονου απεχου)
52. Mümkün olan şeyler için dua edin (Ευχου δυνατα)
53. Bilgeye danışın (Σοφοις χρω)
54. Karakteri test edin (Ηθος δοκιμαζε)
55. Aldığınızı geri verin (Λαβων αποδος)
56. Kimseye aşağı bakmayın (Υφορω μηδενα)
57. Yeteneğinizi kullanın (Τεχνη χρω)
58. Yapmak istediğiniz şeyi yapın (Ο μελλεις, δος)
59. Bir iyiliği onurlandırın (Ευεργεςιας τιμα)
60. Kimseyi kıskanmayın (Φθονει μηδενι)
61. Tedbirli olun (Φυλακη προσεχε)
62. Umudu övün (Ελπιδα αινει)
63. İftiracıyı küçümseyin (Διαβολην μισει)
64. Adil bir şekilde mülk kazanın (Δικαιως κτω)
65. İyi adamları onurlandırın (Αγαθους τιμα)
66. Hakimi tanıyın (Κριτην γνωθι)
67. Düğün ziyafetleri düzenleyin (Γαμους κρατει)
68. Kaderin farkına varın (Τυχην νομιζε)
69. Bir rehini serbest bırakın (Εγγυην φευγε)
70. Açıkça konuşun (Αμλως διαλεγου)
71. Akranlarınızla ilişki kurun (Ομοιοις χρω)
72. Harcamalarınızı yönetin (Δαπανων αρχου)
73. Sahip olduklarınızla mutlu olun (Κτωμενος ηδου)
74. Utanma duygusunu tanıyın (Αισχυνην σεβου)
75. Bir iyiliği yerine getirin (Χαριν εκτελει)
76. Mutluluk için dua edin (Ευτυχιαν ευχου)
77. Kaderden hoşnut olun (Τυχην στεργε)
78. Duyduklarınızı gözlemleyin (Ακουων ορα)
79. Sahip olabileceğiniz şeyler için çalışın (Εργαζου κτητα)
80. Kavgayı küçümseyin (Εριν μισει)
81. Rezaletten nefret edin (Ονειδς εχθαιρε)
82. Dilinizi dizginleyin (Γλωτταν ισχε)
83. Kendinizi küstahlıktan koruyun (Υβριν αμυνου)
84. Adil kararlar verin (Κρινε δικαια)
85. Sahip olduğunuzu kullanın (Χρω χρημασιν)
86. Adil bir şekilde yargılayın (Αδωροδοκητος δικαζε)
87. Mevcut olanı suçlayın (Αιτιω παροντα)
88. Bildiğinizde söyleyin (Λεγε ειδως)
89. Güce güvenmeyin (Βιας μη εχου)
90. Acı çekmeden yaşayın (Αλυπως βιου)
91. Birlikte uysal bir şekilde yaşayın (Ομιλει πραως)
92. Geri çekilmeden yarışı bitirin (Περας επιτελει μη αποδειλιων))
93. Herkese iyi davranın (Φιλοφρονει πασιν)
94. Oğullarınıza lanet etmeyin (Υιοις μη καταρω)
95. Karınızı yönetin (Γυναικος αρχε)
96. Kendinize fayda sağlayın (Σεαυτον ευ ποιει)
97. Nazik olun (Ευπροσηγορος γινου)
98. Zamanında yanıt verin (Αποκρινου εν καιρω)
99. Zaferle mücadele edin (Πονει μετ ευκλειας)
100. Tövbe etmeden hareket etmeyin (Πραττε αμετανοητως)
101. Günahlardan tövbe edin (Αμαρτανων μετανοει)
102. Gözünüzü kontrol edin (Οφθαλμοθ κρατει)
103. Zamanında öğüt verin (Βουλευου χρονω)
104. Hızlı hareket edin (Πραττε συντομως)
105. Dostuluğu koruyun (Φιλιαν φυλαττε)
106. Minnettar olun (Ευγνωμων γινου)
107. Uyumun peşinde olun (Ομονοιαν διωκε)
108. Büyük sırları saklayın (Αρρητον κρυπτε)
109. Korkuyu yönetin (Το κρατουν φοβου)
110. Kârlı olanı takip edin (Το συμφερον θηρω)
111. Gerekli tedbiri kabul edin (Καιρον προσδεχου)
112. Düşmanlıkları ortadan kaldırın (Εχθρας διαλυε)
113. Yaşlılığı kabul edin (Γηρας προσδεχου)
114. Kudretle övünmeyin (Επι ρωμη μη καυχω)
115. (Dini) olarak sessiz olun (Ευφημιαν ασκει)
116. Düşmandan kaçının (Απεχθειαν φευγε)
117. Adil bir şekilde servet elde edin (Πλουτει δικιως)
118. Onurdan vazgeçmeyin (Δοξαν μη λειπε)
119. Kötüyü kınayın (Κακιαν μισει)
120. İhtiyatlı bir şekilde tehlikeye girin (Κινδυνευε φρονιμως)
121. Öğrenmekten yorulmayın (Μανθανων μη καμνε)
122. Tasarruf etmeyi bırakmayın (Φειδομενος μη λειπε)
123. Kehanetlere değer verin (Χρησμους θαυμαζε)
124. Yetiştirdiğiniz kişiyi sevin (Ους τρεφεις αγαπα)
125. Orda olmayan birine karşıt olmayın (Αποντι μη μαχου)
126. Yaşlıya saygı gösterin (Πρεσβυτερον αιδου)
127. Bir genci eğitin (Νεωτερον διδασκε)
128. Servete güvenmeyin (Πλουτω απιστει)
129. Kendinize saygı gösterin (Σεαυτον αιδου)
130. Küstah olmaya başlamayın (Μη αρχε υβριζειν)
131. Atalarınızı onurlandırın (Προγονους στεφανου)
132. Ülkeniz için ölün (Θνησκε υπερ πατριδος)
133. Yaşamdan hoşnutsuz olmayın (Τω βιω μη αχθου)
134. Ölülerle dalga geçmeyin (Επι νεκρω μη γελα)
135. Talihsizlerin yükünü paylaşın (Ατυχουντι συναχθου)
136. Zarar vermeden sevindirin (Χαριζου αβλαβως)
137. Kimse için yas tutmayın (Μη επι παντι λυπου)
138. Asil yollardan yürüyün (Εξ ευγενων γεννα)
139. Kimseye söz vermeyin (Επαγγελου μηδενι)
140. Ölülere yanlış yapmayın (Φθιμενους μη αδικει)
141. Ölümlü olarak iyi olun (Ευ πασχε ως θνητος)
142. Şansa güvenmeyin (Τυχη μη πιστευε)
143. Çocuk olarak uysal olun (Παις ων κοσμιος ισθι)
144. Genç olarak öz disiplinli olun (ηβων εγκρατης)
145. Orta yaşta adil olun (μεσος δικαιος)
146. Yaşlı olarak mantıklı olun (πρεσβυτης ευλογος)
147. Sona ulaştığınızda üzüntüsüz olun (τελευτων αλυπος)
Çeşitli kaynaklardan, muhtemelen yerel varyantlardan ek özdeyişlerin tanımlandığını not etmek önemlidir. Bunlar şunları içerir:
4. Erdemlilere itaat edin
11. Üzüntü olmadan yaşa
13. Adaletsizlerden kaçının
14. Neyin doğru olduğuna tanıklık et
15. Kontrol keyfi
22. Erdemi öv
27. Akrabalarını eğit
55. Zamana inan
56. Zevk için alın
57. İlahi olana secde et
60. Kudretle övünme
62. Sizinle aynı ilgi alanlarına sahip olanı kullanın.
64. Yalan söylemekten utan
66. Bir şeye inanıyorsanız, onun için hareket etmekten korkmayın.
68. Kararlaştırılan şey konusunda kararlı olun
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2centsofwhatilike · 11 months ago
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Tutto è nella misura. Sul fregio del tempio di Apollo a Delfi è scritto: «Nulla di troppo». È una delle più grandi virtù etiche del grande popolo che fu quello dei greci antichi. Ed Hegel pensava che la quantità determinasse la qualità, come dire che, quando si va oltre l’armonia delle cose cambia la loro stessa natura utile.
Brunello Cucinelli
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curiosityforyourculture · 6 months ago
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Parola greca antica del giorno: Μηδὲν ἄγαν (Meden Agan), niente in eccesso, non fare nulla in eccesso.
Una delle massime del Delfico.
Spiegazione:
La frase "Μηδὲν ἄγαν" (Meden Agan) è una delle massime più celebri provenienti dall'antico Oracolo di Delfi e incarna un concetto fondamentale della filosofia greca classica, legato alla misura e alla moderazione. Tradotto letteralmente, significa "niente in eccesso" o "non fare nulla in eccesso". Il significato di questa massima va ben oltre il semplice concetto di "moderazione"; è un invito a evitare gli estremi in qualsiasi aspetto della vita, dall’azione alla passione, e ad abbracciare l’equilibrio come principio guida per il benessere e la virtù.
Origine e contesto:
Questa frase fa parte delle massime delfiche, un insieme di aforismi che venivano incisi su una pietra all'ingresso del tempio di Apollo a Delfi, sede dell'oracolo famoso nell'antica Grecia. Le massime erano intese come linee guida per la vita quotidiana e l’autosufficienza morale, destinate a insegnare ai greci l'importanza della saggezza e della misura.
Etimologia della frase:
Μηδὲν (Mēdèn) significa "niente" o "nulla".
ἄγαν (Ágan) deriva dalla radice ἄγαν (agan), che significa "eccessivamente" o "troppo". È legato al concetto di qualcosa che va oltre la misura giusta, che è troppo.
Interpretazione del concetto:
Il messaggio di "Μηδὲν ἄγαν" è chiaro e profondo. Esorta all'equilibrio e alla moderazione, una virtù che è cruciale per la felicità e la saggezza. Non solo è una questione di moderare il comportamento fisico o materiale (come il cibo, il bere, il lavoro), ma si applica anche alle emozioni, ai pensieri e alle azioni quotidiane. In un mondo che spesso esalta gli estremi e l'eccesso, questa massima invita a evitare l’abbondanza che può corrompere o distrarre dalla vera felicità e virtù.
Riferimenti a questa massima nella cultura greca e filosofica:
Aristotele nella sua "Etica Nicomachea" parla della "via di mezzo" (mesotes) come della virtù che consiste nel trovare il giusto equilibrio tra due estremi. La massima "Μηδὲν ἄγαν" potrebbe essere vista come una manifestazione di questa idea, suggerendo che la virtù risieda sempre nell'equilibrio, né troppo né troppo poco. Aristotele afferma: "La virtù consiste nel giusto mezzo, che è determinato dalla ragione e dalla scelta."
Socrate ha spesso insegnato l'importanza della moderazione nelle sue riflessioni filosofiche. L'idea di evitare gli eccessi e di concentrarsi sul proprio miglioramento interiore si lega direttamente alla massima "Μηδὲν ἄγαν". Socrate esortava i suoi discepoli a evitare l’arroganza, la vanità e l’eccesso nelle passioni e nelle azioni.
La filosofia stoica di Seneca e Epitteto promuoveva l'autocontrollo e la moderazione, suggerendo che una vita saggia e felice è quella che riesce a mantenere l'equilibrio tra i desideri e le necessità, una visione che si allinea con "Μηδὲν ἄγαν".
Anche nelle religioni moderne e nelle tradizioni spirituali, la moderazione è vista come una via per raggiungere la serenità e l’armonia. In Cristianesimo, per esempio, il concetto di "virtù della temperanza" è simile alla massima greca, che invita a non eccedere in nessun aspetto della vita.
Esempi pratici:
Nel cibo: mangiare in eccesso può portare a malattie o disagi fisici, mentre una dieta equilibrata è essenziale per il benessere. La massima "Μηδὲν ἄγαν" ci invita a trovare il giusto equilibrio.
Nelle emozioni: le passioni eccessive, come l'ira o l'amore smodato, possono portare alla sofferenza e alla perdita di controllo. Imparare a temperare le emozioni è un modo per vivere con saggezza.
Nel lavoro e nell'ambizione: l’ambizione è importante, ma il lavoro eccessivo e l'ossessione per il successo possono distruggere la salute fisica e mentale. "Μηδὲν ἄγαν" ci esorta a mantenere l’equilibrio tra il perseguire i nostri obiettivi e il prendersi cura di noi stessi.
Conclusione:
La massima "Μηδὲν ἄγαν" è una perla di saggezza antica che rimane attuale ancora oggi. Ci invita a vivere con misura, evitando gli eccessi che possono corrompere la nostra vita, e a trovare equilibrio in ogni azione e decisione. La moderazione non è solo un principio etico, ma una via per vivere in armonia con noi stessi e con il mondo che ci circonda.
Ancient greek word of the day: Μηδὲν ἄγαν (Meden Agan), nothing in excess, do nothing in excess.
One of the Delphic maxims.
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librofrancesco · 1 year ago
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NOME: Auriga di Delfi
DATAZIONE: 475 a.C.
LUOGO DI RITROVAMENTO : Santuario di Apollo di Delfi
LUOGO DI CONSERVAZIONE: Museo archeologico di Delfi
TECNICA: Bronzo a cera persa
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crazy-so-na-sega · 2 months ago
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La conoscete la bellezza?
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Eccola.
Tempio di Apollo a Delfi
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scienza-magia · 1 year ago
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Le profezie dell'Oracolo di Delphi
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Perché l'Oracolo di Delfi indovinava le profezie? L'Oracolo di Delfi riceveva pellegrini da tutto il mondo antico per fare profezie nel nome del dio Apollo. Ma per prevedere il futuro aveva i suoi trucchi. Secondo il mito, l'Oracolo di Delfi - una sacerdotessa detta Pizia - pronunciava le profezie in nome del dio Apollo nel santuario di Delfi, in Grecia, in uno stato di euforia mistica. Il motivo per il quale questa donna riusciva a indovinare il futuro era l'incredibile mole di informazioni posseduta dai sacerdoti del santuario dove si ricevevano i postulanti, e soprattutto nella proverbiale ambiguità dei responsi della Pizia. Delfi, una banca dati dell'antichità. Delfi era infatti un centro religioso nel quale affluivano genti da tutto il Mediterraneo, così il patrimonio di conoscenze raccolto nei secoli dal santuario di Apollo lo rendeva la più grande "banca dati" dell'antichità. Questo permise per esempio ai Greci di ottenere indicazioni geografiche attendibili sui luoghi in cui fondare nuovi insediamenti, spesso lontani dalla madrepatria.
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I resti del Tempio di Apollo a Delfi, Grecia Parole incomprensibili. Giunti a Delfi, dopo avere offerto sacrificio e pagato una tassa, i postulanti interrogavano la Pizia (che veniva scelta fra le vergini di buona famiglia del paese) che rispondeva in un linguaggio misterioso, forse dovuto all'uso di allucinogeni o a vapori che fuoriuscivano da una fessura nella roccia. Il tempio, i cui resti sono visibili ancora oggi, si trovava infatti in una zona particolarmente attiva dal punto di vista sismico, e sotto di esso sono state individuate due faglie, dalle quali è possibile venisse emanato gas: forse etilene, oppure benzene o anche di un mix tra metano e anidride carbonica. Le parole della sacerdotessa, che erano incomprensibili, venivano poi "tradotte" e interpretate dai sacerdoti per poi essere riferite sotto forma di versi ai fedeli. Ma, in molti casi, i responsi erano talmente ambigui da prestarsi a interpretazioni del tutto personali. Read the full article
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italiadavivere · 2 years ago
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Crotone
La fondazione di Crotone risale al 718 a. C. ad opera degli Achei in seguito alla profezia dell’oracolo di Apollo di Delfi. La costa, a quei tempi, presentava un profilo diverso: nelle acque dello Ionio di fronte a Cirò e Le Castella a poche miglia dalla costa svettavano delle isole incantevoli per la loro natura. Quel tratto di costa e ricco di innumerevoli resti, paradiso di sommozzatori e…
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