#DIO: ESSERE E ONNIPOTENZA
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DIO: ESSERE E ONNIPOTENZA
a cura di Giuseppe Aiello DIO e l’Essere DIO e l’ Onnipotenza 1) l’Essere e’ determinato e limitato “lo stesso grado dell’Essere puro, che non è più nei limiti d’un qualsiasi genere d’esistenza nel senso proprio della parola, vale a dire di là dalla manifestazione sia informale che formale, purtuttavia implica ancora una determinazione, che, anche se primordiale e principiale, è sempre una…

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Sei di Coppe
"Ciò che è stato diviso, troverà ri-unione"
Noi valiamo a prescindere.
Ciascuno di noi, oltre l'Ombra, conserva la sua Luce all'interno della Struttura.
Ma l'Ombra a volte avvolge la Verità in modo totalizzante. E non riusciamo a vedere.
L'Ombra è il "trauma".
E non si tratta di un'astrazione. E' un codice presente nel nostro funzionamento fisiologico.
Si comunica attraverso i codici del Trauma, ci si relaziona, si scambiano interazioni con la parte creativa di noi stessi attraverso il trauma.
Questo accadeva anche prima del tanto declarato "Risveglio".
Solo che all'oggi gli automatismi del trauma sono manifesti, consapevoli, visibili in tutte le sue distorsioni.
Chi nega l'evidenza del trauma, è colui che ancora ne ha timore e si barrica dietro all'evitamento e alla logica della dissociazione emotiva e psichica.
Il Tema interiore della Rivoluzione in atto non è mai stato la Connessione con lo Spirito. Essa ci ha permesso di "ricordare", di ricomporre i pezzi del Passato, di offrire un nuovo senso e una nuova Direzione alla struttura di base.
Ma non è il sapere di essere "infiniti" o "polvere di stelle" che ci fa guarire nel profondo.
Se bastasse quel tipo di "Verità", saremmo tutti già guariti.
Noi abbiamo una Materia a cui l'Anima è agganciata. E seppur questo ci faccia spesso sentire limitati e intrappolati, essa ci regala quell'unico e prezioso Dono che nessuna altra creatura può sperimentare: la potenza del Cuore.
Possiamo "amare". Non "incondizionatamente". Ma con le condizioni della struttura umana.
Dissociarsi dalla nostra Natura porta a "schizofrenia psichica".
E questo da' luogo a deliri dissociati e forme di sradicamento allucinatorio.
Non siamo qui per rincorrere "chimere di onnipotenza spirituale".
Non siamo qui per "sfidare Dio". Né per idolatrarlo o chiedere il permesso per vivere la nostra Umanità. E non siamo qui per emularne i miracoli o la miracolosa consacrazione alla cerchia degli eletti.
Siamo qui per l'Amore.
E' un'opportunità grandiosa.
Quando lasceremo questa Terra non ci chiederemo quanto sono stato "scelto" dal Divino, ma quanto ho "amato" attraverso il mio Umano.
E quando ci dissolveremo, quando torneremo polvere di stelle allora lì forse capiremo: che l'esperienza era la riattivazione del Cuore. Null'altro.
L'Amore per se stessi e l'Altro è già Divino. E' già la nostra massima "espressione spirituale".
Non ci serve altro su questo Pianeta, su questa Dimensione percettiva e di coscienza.
Amare.
Unire Anima e Cuore.
Unire, non dividere.
Mirtilla Esmeralda
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Sylvia Plath : tra incubi e misteri. Di Rosaria Spinelli
* ” Credo che mi piacerebbe definirmi la ragazza che voleva essere Dio” La ricerca di una perfezione che è diventata ossessione: così Sylvia Plath che da bambina sognava di essere Dio, conduce a una vita di grande aspettative con la presenza ingombrante della onnipotenza. Studia sodo lavora instancabilmente scrive a tutte le ore del giorno e della notte senza fermarsi mai ,eppure a tempo per…

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E se provassimo
ad aver maggior coscienza
della nostra dignità?
Forse ogni superbia sarebbe abbassata
ogni pretesa di onnipotenza sarebbe vinta
ogni fame sarebbe saziata.
O umanità,
punto d’arrivo d’ogni opera di Dio:
nella creazione prima e nella redenzione poi.
Con Maria penetri i cieli,
giungi alla gloria:
puro dono del Padre, nel Figlio.
Povera umanità!
Presumi di raggiungere il cielo
E sei scaraventata negli abissi.
Vuoi salvarti da te stessa,
ma scopri solo le tue vergogne
e tutte le tue miserie.
Dov’è la tua vera dignità?
Dove la tua grandezza?
In cosa ogni tua ricchezza?
Essere stata scelta è la tua dignità,
nell’amore che Dio ha per te la tua grandezza,
nell’essere salvata la tua ricchezza.
Maria, Membro scelto ed eletto della nostra umanità, prega per noi pellegrini nel tempo.
Amen.
BUONA FESTA DELL’ASSUNZIONE E una preghiera per i Frati e le Sorelle Clarisse del Salento che onorano Maria Assunta in Cielo come loro Patrona.
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Il maleficio e il veneficio nella Bibbia

L’anti magismo ebraico è molto evidente nella Bibbia. Esso come si configura nel Vecchio Testamento traeva la sua origine dalla lotta di Israele contro i vicini popoli pagani e contro il suo stesso passato oramai rinnegato di idoli e di sacrifici. Per chiarire quali potessero essere le suggestioni magiche che circondavano Israele è necessario indagare sui popoli che con esso erano entrati in contatto nei due millenni che precedettero l’incarnazione di Gesù Cristo. Tali popoli erano gli egiziani gli Ittiti le popolazioni che abitavano l’area siriaco fenicio palestinese gli assiro babilonesi i persiani il mondo ellenistico romano. Si trattava di popoli e civiltà che davano molta importanza alla magia. Dobbiamo dire che il Dio degli ebrei si poneva difronte alle altre divinità come Dio unico e onnipotente. Tale Dio era padrone della natura comandava su tutto e non poteva essere sottomesso ad alcun volere umano. Il carattere magico delle altre religioni rispetto a quella di Israele era molto evidente. Allo stesso modo l’inutilità la vanità della magia erano molto evidenti per la legge ebraica dal momento che la magia veniva messa a confronto con un onnipotenza di un unico Dio. Per gli ebrei la magia aveva un carattere empio nel momento che essa veniva messa a confronto col Dio di Israele. I libri che siamo soliti definire del Vecchio Testamento risentono tutti in maggiore o minor misura dell’ostilità dei profeti ebrei contro la magia e la divinazione. Tale polemica dei profeti è assoluta e intransigente. Ciò si spiega se teniamo conto che magia e politeismo avevano per lungo tempo giocato un ruolo importante nel passato del popolo d’Israele come dimostrano le oscure reticenze a tale riguardo della Bibbia. Dobbiamo dire che i tipi di magia e divinazione con i quali il popolo ebreo era entrato in contatto erano numerosi come sono pure numerose le parole che la letteratura biblica utilizza per designarli . Per fare un esempio tutto ciò che riguardava il mondo sotterraneo e gli spiriti dei morti era visto con il massimo sospetto. Esistono alcuni passi biblici nei quali la magia è duramente condannata. Riteniamo opportuno riportarne alcuni : - “Non si trovi in mezzo a te chi sacrifichi nel fuoco suo figlio o sua figlia né chi eserciti la divinazione interpreti i sogni né malefici né incantatore né i divinatori” ( Dt 18 10-12) - “Non rivolgetevi ai maghi rendendovi impuri con essi . Io sono il Signore vostro Dio”(Lv,19-31) - "Un uomo e una donna tra voi che sia posseduto da spirito o indovino sia messo a morte : li lapiderete .”(Lv,20-26-27). - "Non lascerai vivere i malefici “(Es,20-17) I padri della chiesa dà Origene a Eustachio di Antiochia a Gregorio di Nissa discussero la natura di quel particolare commercio con l’aldilà ovvero la necromanzia. Essa consiste nella divinazione attraverso l’evocazione dei morti. Ma il termine per noi più interessante è malefico. Tale termine nella Bibbia nei settanta è correttamente tradotto come “farmacous”:una parola che in latino verrebbe resa meglio da veneficus piuttosto che dal più generico maleficus. Questo apre una parentesi importante non solo per interpretazione di questi testi ma anche per la tradizione legislativa occidentale dei secoli successivi. Difatti là dove la Bibbia ebraica attaccava gli avvelenatori quella latina impiegava una parola che si prestava a una interpretazione più ampia. Soffermiamoci allora sul rapporto tra maleficio e veneficio. A noi non sembrerebbe affatto ovvio che magia e avvelenamento abbiano qualcosa in comune mentre nelle culture antiche l’accostamento è abituale. Infatti è la stessa lingua a mostrarci l’ambiguità della materia :una sola parola “farmacom”indica tanto l’incantesimo a scopo curativo quanto la medicina nonché il veleno. Secondo gli antichi la conoscenza delle proprietà magiche medicinali della natura nonché la capacità di manipolarla può essere usata sia a fin di bene che per danneggiare. Se chi conosce le proprietà della natura magiche e medicinali le usa per fare il male allora appare evidente che la cura si trasforma in veneficio e quest’ultimo diventa per antonomasia maleficio. Detto ciò riteniamo concluso il nostro discorso sul maleficio e veneficio nella Bibbia. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
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«Purtroppo non posso essere insieme a voi, come avrei desiderato, ma sono con voi perché l’ora è urgente». Papa Francesco con rammarico non ha potuto presenziare alla Cop28 di Dubai per problemi di salute. Il suo discorso, letto dal Segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin, è un’esortazione a promuovere un approccio multilaterale che rifugga nazionalismi e particolarismi, a non scaricare sui poveri o sulle nascite la colpa di quanto sta avvenendo, a evitare posizioni rigide e rimpalli di responsabilità tra ambientalisti radicali e negazionisti, a non disperdere energie nelle guerre. «Sono con voi perché, ora come mai, il futuro di tutti dipende dal presente che scegliamo. Sono con voi – ha detto papa Francesco – perché la devastazione del creato è un’offesa a Dio, un peccato non solo personale ma strutturale che si riversa sull’essere umano, soprattutto sui più deboli, un grave pericolo che incombe su ciascuno e che rischia di scatenare un conflitto tra le generazioni. Sono con voi – ha aggiunto - perché il cambiamento climatico è un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana. Sono con voi per porre la domanda a cui siamo chiamati a rispondere ora: lavoriamo per una cultura della vita o della morte? Vi chiedo, in modo accorato: scegliamo la vita, scegliamo il futuro! Ascoltiamo il gemere della terra, prestiamo ascolto al grido dei poveri, tendiamo l’orecchio alle speranze dei giovani e ai sogni dei bambini! Abbiamo una grande responsabilità: garantire che il loro futuro non sia negato». Per il Pontefice «è acclarato che i cambiamenti climatici in atto derivano dal surriscaldamento del pianeta, causato principalmente dall’aumento dei gas serra nell’atmosfera, provocato a sua volta dall’attività umana, che negli ultimi decenni è diventata insostenibile per l’ecosistema». Così «l’ambizione di produrre e possedere si è trasformata in ossessione ed è sfociata in un’avidità senza limiti, che ha fatto dell’ambiente l’oggetto di uno sfruttamento sfrenato». Per questo «il clima impazzito suona come un avvertimento a fermare tale delirio di onnipotenza». Inoltre, il Papa ha ribadito che il cambiamento climatico «non è colpa dei poveri, perché la quasi metà del mondo, più indigente, è responsabile di appena il 10% delle emissioni inquinanti, mentre il divario tra i pochi agiati e i molti disagiati non è mai stato così abissale», stigmatizzando «i tentativi di scaricare le responsabilità sui tanti poveri e sul numero delle nascite». Per Francesco la via d’uscita alla crisi climatica è quella “dell’insieme”, cioè il multilateralismo. Infatti «il mondo sta diventando così multipolare e allo stesso tempo così complesso che è necessario un quadro diverso per una cooperazione efficace». Il multilateralismo è necessario anche per la pace, ha sottolineato infatti il Papa: «Quante energie sta disperdendo l’umanità nelle tante guerre in corso, come in Israele e in Palestina, in Ucraina e in molte regioni del mondo: conflitti che non risolveranno i problemi, ma li aumenteranno! Quante risorse sprecate negli armamenti, che distruggono vite e rovinano la casa comune!». Da qui un ulteriore invito alla comunità internazionale: «Con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e realizzare attività che promuovano lo sviluppo sostenibile dei Paesi più poveri, contrastando il cambiamento climatico». Ha poi osservato come «i cambiamenti climatici segnalano la necessità di un cambiamento politico». È fondamentale uscire «dalle strettoie dei particolarismi e dei nazionalismi», che «sono schemi del passato» ed abbracciare «una visione alternativa, comune» che «permetterà una conversione ecologica», perché «non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali». E in questo Francesco ha assicurato «l’impegno e il sostegno della Chiesa cattolica, attiva in particolare nell’educazione e nel sensibilizzare alla partecipazione
comune, così come nella promozione degli stili di vita, perché la responsabilità è di tutti e quella di ciascuno è fondamentale». Ora occorre «rilanciare il cammino. Questa Cop sia un punto di svolta», è la raccomandazione ai Paesi che vi partecipano: «Manifesti una volontà politica chiara e tangibile, che porti a una decisa accelerazione della transizione ecologica, attraverso forme che abbiano tre caratteristiche: siano efficienti, vincolanti e facilmente monitorabili. E trovino realizzazione in quattro campi: l’efficienza energetica; le fonti rinnovabili; l’eliminazione dei combustibili fossili; l’educazione a stili di vita meno dipendenti da questi ultimi». «Per favore: andiamo avanti, non torniamo indietro”, è stata la supplica del Pontefice nel concludere il suo discorso.
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Ogni volta che ti viene in mente di aiutare gli altri
Mettiti un dito in culo e fischia
Risolvi il tuo delirio di onnipotenza
Ricorda al tuo Ego di non essere Dio
Che a Dio i martiri non hanno fatto mai cambiare giudizio
Fatti i cazzi tuoi, cieco, muto e sordo
E camperai cent'anni
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[...] Il significato che dobbiamo trarre da tutto ciò invita ad azzardare una lettura della frase di Cristo sulla croce, “Padre, perché mi hai abbandonato?”, decisamente più radicale rispetto a quella convenzionale: dato che qui non ci troviamo di fronte allo scarto tra uomo e Dio, ma alla scissione interna a Dio stesso, la soluzione non può limitarsi a una semplice riaffermazione di Dio che in tutta la sua potenza rivela a Cristo il significato più profondo della sua sofferenza (il fatto di essere l’Innocente sacrificato per redimere l’umanità). L’espressione di Cristo, “Padre, perché mi hai abbandonato?”, non è un lamento di fronte alla capricciosa ONNIPOTENZA di Dio-padre, le cui traiettorie risultano indecifrabili a noi miseri mortali, ma un lamento che allude all’IMPOTENZA di Dio: è, piuttosto, la stessa reazione che può avere un bambino cresciuto nella fede più assoluta sulle straordinarie capacità del padre, di fronte all’orrore dell’improvvisa scoperta che il padre non può essergli di alcun aiuto. Per evocare un esempio della storia recente, la posizione di Dio di fronte alla crocifissione del Figlio è simile a quella di un padre bosniaco costretto ad assistere allo stupro della figlia e a sopportare il trauma estremo del suo sguardo misto di compassione e di rimprovero: “Padre, perché mi hai abbandonato?”.
In breve, nelle parole “Padre, perché mi hai abbandonato?” è Dio-padre che davvero muore, rivelando la sua assoluta impotenza, e che immediatamente resuscita nelle sembianze dello Spirito Santo. Il passaggio dall’ebraismo al cristianesimo è allora, ancora una volta, il passaggio dalla purificazione alla sottrazione: dalla fascinazione mortale per Dio, per la Cosa trascendente, alla differenza minima che rende l’uomo-Cristo divino. [...]
— SLAVOJ ŽIŽEK Tredici volte Lenin Per sovvertire il fallimento del presente
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PARADOSSO DI ONNIPOTENZA
Enunciato: essendo un Dio Onnipotente, può fare ogni cosa. ....
Paradosso: può un Dio creare qualcosa che non può spostare? ....
Sia che si risponda sì alla domanda, sia che si risponda no, si dimostrerebbe che un Dio non è Onnipotente, o perché non è in grado di creare un simile oggetto, o perché non è in grado di spostarlo -
Possibili confutazioni
Seguendo l'indicazione di Cartesio, Dio può creare qualcosa che non può spostare e, nonostante tutto, spostarla. In realtà si comprende bene, come anche è stato osservato in Letteratura, che questa non è veramente una risposta, dal momento che se si rinuncia alla Logica non ha neanche senso parlare di paradossi, consistenza o verità. –
Per la consistenza logica, non può esistere nello stesso universo un oggetto inamovibile ed una forza irresistibile. Ovvero nella stessa 'struttura logica' non possono essere vere contemporaneamente una certa affermazione (A) e la sua negazione (non A). –
Se si pensa all'onnipotenza come alla possibilità di fare tutto ciò che è voluto, visto che Dio può non volere compiere certi atti (es: Dio non può mentire, Dio non può compiere azioni contro la sua natura), un Dio che sceglie di non andare contro la logica è comunque onnipotente. -
Questo paradosso si deve anche al teorema di incompletezza di Gödel, secondo il quale 'nessun sistema coerente può essere utilizzato per dimostrare la sua stessa coerenza'. Infatti, ipotizzando che P sia l'insieme di tutti i poteri che Dio possiede, esiste almeno un potere X che non può essere né dimostrato né confutato all'interno di P. Cioè Dio può applicare ogni suo potere X su ogni altro suo potere, NON-X, mentre invece non può applicarlo su X stesso. Da qui il fatto che l'onnipotenza, cioè appunto la potenza su tutto (per cui anche su P), non può esistere. Questo vale anche per una concezione dell'onnipotenza non assoluta ma solo positiva e morale, cioè per una concezione per cui Dio è onnipotente solo a fin di bene, per sé e per gli altri. -
Citazioni
Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle.
(Voltaire)
Se ci fosse veramente qualche divinità o qualche essere infinitamente perfetto, che volesse essere amato e adorato dagli uomini, farebbe parte della sua stessa ragion d'essere, oltre che della giustizia e del dovere di tale presunto essere infinitamente perfetto, di manifestarsi, o almeno di farsi conoscere in qualche modo da quelli da cui vorrebbe essere amato, adorato e servito.
(Jean-Meslier)
Sciagurati coloro che, per non essere scellerati, hanno bisogno della religione.
(Ugo-Foscolo)
Non vi sia tra voi religione diversa da quella della saggezza e della moralità, da quella dell'onestà e della decenza, della franchezza e della generosità d'animo; non ci sia religione diversa da quella che consiste nell'abolire completamente la tirannide e il culto degli dèi e dei loro idoli.
(Jean-Meslier)
Dio è l'unico essere che, per regnare, non ha nemmeno bisogno di esistere.
(Charles-Baudelaire)
Dio è il dolore che nasce dalla paura della morte.
(Fëdor-Dostoevskij)
Di tutte le religioni, quella Cristiana e' senza dubbio quella che dovrebbe ispirare piu' tolleranza, sebbene fino ad ora i cristiani siano stati i piu' intolleranti tra gli uomini.
(Voltaire)
Se crediamo a delle assurdita', commetteremo delle atrocita'.
(Voltaire)
Dio è il più grande atto di superbia dell'uomo; e quando egli l'avrà espiato non ne troverà mai uno più grande!
(Elias Canetti)
Dio: una spiegazione che risparmia una spiegazione.
(Leonard L. Levinson)
Non credo in una vita ultraterrena. Comunque porto sempre con me la biancheria di ricambio.
(Woody Allen)
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IN MEZZO A MILLE PERCORSI, EVENTI E SEMINARI
Moltissime persone sono iscritte a corsi, seminari, master, a percorsi psicologici delle varie correnti; molte persone, in vita loro, si sono imbattute in più o meno lunghi percorsi di ricerca: filosofici, morali, spirituali, esoterici.
C’è anche chi contatta gli ufo, gli spiriti guida, angeli, maestri disincarnati. E quando uno è sull’orlo di una crisi matrimoniale o di relazione ecco che cerca, di nascosto ovviamente, e senza farlo vedere agli altri, data la sua reputazione di uomo o donna di mondo con i piedi ben piantati a terra, un astrologo, una cartomante o un sito per incontrare l’anima gemella.
In momenti difficili c’è chi rispolvera la sua vecchia e presunta fede in Dio e torna in chiesa – fino a quando non trova una nuova relazione – o c’è che si butta a capofitto in altri sistemi di credenza, religioni, psicoterapie, medicine olistiche o altro.
Dopo anni di lavoro sul campo e molti incontri, esperienze, disillusioni, incontri con ciarlatani, presunti mistici, canalizzatori, medianici, guru, asceti del terzo millennio, gruppi di non ricerca e propagandisti di ogni genere… e la domanda che mi sorge, qui e ora è la seguente:
Quanti di questi, guide o adepti; insegnanti o allievi; terapeuti o pazienti; hanno veramente raggiunto qualche cosa in loro stessi di stabile e duraturo che potesse andare oltre l’eccitazione del fine settimana intensivo di illuminazione o della caccia al guru all’ultimo grido?
Quanti, dopo anni di supermarket spirituale, si sono portati a casa un po’ di felicità permanente, di profonda soddisfazione di sé e della propria vita, e una visione del mondo diversa, dove sia possibile percepire una “differenza”, una “sottile qualità” spesso sconosciuta alle masse. Qualcosa che veramente siamo riusciti a conquistare con i nostri sforzi e che nessuno potrà mai sottrarci.
Abbiamo realmente raggiunto una pace interiore, un’armonia che traspare da ogni nostro gesto, parola o sguardo?
Abbiamo realmente cercato di conoscere e studiare noi stessi in relazione al mondo?
E una volta conosciuti, visti e studiati con pazienza, umiltà e costanza, abbiamo realmente compreso la Via e il lavoro che ci venivano proposti?
Era una cura profonda per il nostro “essere interiore” o solo un cerotto decorativo, oppure una nuova medaglietta da mostrare agli altri?
Abbiamo veramente a cuore il nostro corpo, la nostra mente, il nostro cuore e la nostra anima, oppure siamo solo interessati a stare un po’ meglio per poter alla fine, tirare a campare come prima?
La domanda: “che cosa abbiamo realizzato e raggiunto permanentemente?”
Abbiamo compreso la differenza fra cercare eccitazione, fantasie, sogni, deliri di onnipotenza, abbellire il proprio ego personalità, regalare un nuovo abito psicologico alla nostra immagine affamata all’infinito di attenzione e riconoscimento sociale; e invece, un lavoro serio e profondo su noi stessi, che presuppone un abbandono graduale ma deciso di tutto che in noi è illusorio e menzognero?
Abbiamo compreso, che per lo meno negli stadi iniziali, c’è più da perdere che da guadagnare, e che questo presuppone un cambio radicale di visione egocentrica tipo: tutto è subito… perché lo dico io?
In una società altamente burocraticizzata, tecnocratica, mentale, e piena di paure, illusioni, e sofferenza inutile, non saranno certo dei giochetti psicologici, degli auto-condizionamenti al pensiero positivo o qualche tecnica New Age a cambiare il nostro stato di confusione e smarrimento interiore.
Cambiare si può.
Crescere è possibile.
Raggiungere degli stati positivi e permanenti è possibile.
Sviluppare delle nuove capacità e abilità che renderebbero la nostra vita più ricca, creativa e soddisfacente, fa parte del programma genetico e spirituale di ogni essere umano.
Ma…
Si, a questo punto c’è un ma…
Io, sono capace di vedere l’opportunità e di cogliere attivamente e totalmente questa possibilità?
Sono capace di distinguere fra ciò che realmente mi serve per ottenere felicità, gioia, amore, consapevolezza, soddisfazione, benessere, o continuerò in eterno a rincorrere solo ciò che mi piace, eccitando così il mio ego personalità?
E, se sono in grado di riconoscere ciò, sarò in grado di posizionarmi correttamente rispetto un lavoro, un insegnamento, una guida, dei compagni, in modo da ottenere una caratteristica difficile da trovare fra la gente oggi come oggi, ovvero: l’umiltà di ascoltare qualcun altro che non sia il mio stesso ego?
Ho compreso che il presupposto per essere in grado di apprendere qualcosa di diverso da quello che finora ho conosciuto, sia quello di mettere da parte la mia “immagine-personalità” e iniziare ad ascoltare con il cuore?
Si vede e si comprende solo ciò che si ama…e questo vale sopra tutto per se stessi.
Senza amore per se stessi, per gli altri e per i misteri di questa vita non potremo mai oltrepassare la soglia dell’accumulare nozioni credendo di capire il senso, mentre a malapena siamo in grado di comprendere il significato letterale delle parole per associazione mnemonica.
Se vogliamo raggiungere qualcosa di reale in noi stessi, per noi stessi, per il mondo e per tutti gli altri esseri di questo pianeta… serve più amore: non solo studio, tecniche, esercizi, ecc.
La differenza la fa l’amore che mettiamo in tutto ciò che facciamo e con l’amore…la pazienza, l’autodisciplina, l’apertura, la generosità d’animo, l’etica universale che possiamo riconoscere, non nei libri, ma dentro il nostro stesso essere.
Ora…potremmo anche continuare a srotolare all’infinito questa matassa di saggezza presente in noi… ma il punto è, e rimarrà sempre:
“Che cosa voglio davvero… che cosa sto cercando… è questo il posto giusto per me… riuscirò a trovare qui quello che sto cercando?”
Se cerco una buona bistecca da fare alla griglia non entro in un negozio di fiori… non vi pare?
Prima devi sapere cosa vuoi veramente e solo allora cerchi chi ha la conoscenza e le capacità di aiutarti a trovare e sviluppare ciò che desideri, perché può darsi che tu non sappia cosa cercare. Può darsi che tu lo sappia, ma che ti sia recato in un negozio sbagliato; oppure che tu sia ancora in cerca di potere, successo, illusioni, consolazioni, attenzione, riconoscimento, e che la cosa che ti spaventa di più sia proprio la ricerca della verità.
Ci sono molte cose che spaventano l’uomo ma quelle che ci interessano maggiormente in questa sede sono:
la paura della felicità e dell’estasi
02. la paura dei cambiamenti e dell’impermanenza di tutti i fenomeni
03. la paura di amare e di farsi amare
04. la paura di farsi aiutare
05. la paura di vivere e di morire
06. la paura della verità
Educati alla sofferenza ci muoviamo nel mondo senza uno scopo, senza una meta e senza significato. Siamo solo delle figure, delle comparse sulla scena della vita e non protagonisti, viviamo come prigionieri di noi stessi, accettando la vita passivamente, e non vediamo le catene ai polsi che lucidiamo con soddisfazione tutti i giorni.
L’uomo deve imparare a dare una svolta epocale alla sua vita.
Rieducare se stesso alla ricerca della gioia e della felicità.
Egli ha la possibilità di vivere celebrando la sua vita e la sua esistenza, in ogni momento e per tutta la vita: Coscienza… Consapevolezza… Beatitudine.
Vivere totalmente… accettando la vita in toto, in tutte le sue sfumature e manifestazioni, comprendendo che ogni sasso, ogni fiore, ogni animale, ogni essere umano, ogni pianeta e ogni stella… ha il suo posto e la sua funzione nell’armonia generale dell’esistenza. Nulla esiste per caso. Nulla è mai fuori posto. Ma… serve una visione alta…, una consapevolezza matura e sviluppata. Un cuore allenato ad assorbire delle “Conoscenze Oggettive” che un umano poco evoluto rigetterebbe inorridito per mancanza di comprensione e una paura atavica dello sconosciuto.
La vita reale si erge ben oltre il mangiare, bere, dormire e riprodursi.
Risvegliare l’essere e le sue funzioni ci porta a superare una visione triste e condizionata dell’essere umano, visto come contribuente, consumatore, fruitore di servizi, abbonato, automobilista, credente, non credente, e tutte le varie etichette, marchi di fabbrica, e maschere sociali e famigliari, che abbiamo accettato in buona fede pur di sentirci parte di qualcosa e di avere un parvenza di identità.
Questa è la Via che desidero condividere con coloro che hanno il coraggio di accettare la sfida di uscire dal sonno per risvegliare se stessi alla verità e alla bellezza della Coscienza e della Consapevolezza.
Che cosa ha realmente senso?
Dopo un po’ di indagine interiore, e un po’ di lavoro, capiremo che è arrivata l’ora di abbandonare certe modalità che hanno fatto il loro tempo e forse comprenderemo che ha senso vivere una vita che vale la pena di essere vissuta, diventando sempre più: padroni di noi stessi, del nostro tempo, e del nostro destino.
Un consiglio: guardatevi dentro, sentite ciò che volete, e poi decidete di entrare nel negozio giusto senza perdere troppo tempo a guardare per anni tutte le vetrine e mai decidere. Una volta deciso… siate pronti ad investire, tempo, energia e risorse sulla vostra crescita ed evoluzione, muovetevi cauti ma decisi, con pazienza ma solerti.
L’unico investimento che abbia un reale senso è quello sulla propria evoluzione perché è l’unico bene che non perderete mai, e con questo anche tutte le qualità, le capacità e abilità rimarranno un vostro patrimonio per sempre.
E se uno desidera una buona vita, nel mondo esteriore, dovrebbe comprendere che ciò dipende innanzi tutto dal suo buon funzionamento interiore, e non vice versa.
Tu sei il mondo.
Ciò che attiri, dipende dal tuo livello di Essere e dai tuoi stati di Coscienza.
Roberto Potocniak
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Dicevo, la più onesta delle soluzioni al problema del male è quella proposta da Hans Jonas, ovvero che per rendere minimamente sostenibile l’idea di Dio dobbiamo rinunciare a uno fra tre attributi, cioè bontà, onnipotenza o comprensibilità. La proposta apre scenari affascinanti. Quello del demiurgo maligno degli gnostici, ovviamente, che ha creato il mondo come una prigione. Oppure il dio che non può fare altro che creare queste cose, per come sono, come una madre di topi, una bestia gravida, costretta a perpetuare il dolore nonostante lo sappia, lo senta. Del dio incomprensibile non si può parlare, proprio nei termini di Wittgenstein, e il fatto che possa esistere è la più inquietante delle ipotesi, l’apoteosi galattica di questa incomprensibilità che sta in qualsiasi altro che incontriamo, in chi ci abbandona senza ragione. Dire e non essere capiti, ascoltare e non capire.
Personalmente, credo si possa rinunciare anche all’onniscienza, volendo. E trovo tenera la figura di un dio cieco e sordo, un dolcissimo idiota convinto che tutto vada bene. Uno che potrebbe e vorrebbe aggiustare il mondo, se solo sapesse che è rotto.
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Thomas Lemmer - A II
QUANDO HAI UNA SRETTA RELAZIONE CON DIO PROVI UN SENSO DI SICUREZZA ,DI STABILITA’ E TI SENTI COMPLETO.HAI LA SENSAZIONE CHE DIO SI PRENDA SEMPRE CURA DI TE PER IL TUO BENE’’ ( CHRISTOPHER ,UN GIOVANE DEL GHANA)
‘’DIO VEDE QUANDO SIAMO TRISTI E CI DA’ PIU’ AMORE E ATTENZIONI DI QUANTO POTREMMO MAI IMMAGINARE’’ ( HANNAH, 13 ANNI, ALASKA,USA)
‘’PER ME LA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE AMICA DI DIO E’ LA SENSAZIONE PIU’ BELLA E RASSICURANTE IN ASSOLUTO!’’ ( GINA, DONNA SUI 40 ANNI, GIAMAICA)
CHRISTOPHER, HANNAH E GINA NON SONO SOLI E PENSARLA COSI.MOLTI IN TUTTO IL MONDO SONO CONVINTI CHE DIO LI CONSIDERI SUOI AMICI.E VOI? VI SENTITE VICINI A DIO? OPPURE VORRESTE AHVININARVI DI PIU’ A LUI? FORSE VI CHIEDETE: ‘’E’ DAVVERO POSSIBILE PER UN SEMPLICE ESSERE UMANO AVERE UN’ AMICIZIA CON L’IDDIO ONNIPOTENTE? SE SI, COME DSI PUO’ STABILIRE QUESTO RAPPORTO CON LUI?’’
E’ POSSIBILE ESSERE VICINI A DIO
SECONDO QUANTO AFFERMA LA BIBBIA ,E’ POSSIBILE STABILIRE UN RAPPORTO STRETTO E PERSONALE CON DIO.IN ESSA SI LEGGE CHE DIO DEFINI’ IL PATRIARCA EBREO ABRAAMO ‘’MIO AMICO’’ ( ISAIA 41:8). DEGNO DI NOTA E’ ANCHE IL CALOROSO INVITO RIPORTATO IN GIACOMO 4:8:’’ACCOSTATEVI A DIO,ED EGLI SI ACCOSTERÀ’ A VOI’’.E QUINDI CHIARO CHE E’ POSSIBILE STRINGERE UN RAPPORTO, UNA VERA E PROPRIA AMICIZIA CON DIO.MA, ESSENDO DIO INVISIBILE,COME PUO’ UN ESSERE UMANO ‘’ACCOSTARSI ’ A LUI E CREARE UN LEGAME D’ AMICIZIA?
PER RISPONDERE A QUESTA DOMANDA,PUO’ ESSERE UTILE RIFLETTERE SU COME SI SVILUPPA UN’ AMICIZIA TRA DUE PERSONE.DI SOLITO TUTTO HA INIZIO PRESENTANDOSI PER NOME.MAN MANO CHE I DUE INIZIANO A COMUNICARE CON MAGGIORE REGOLARITÀ’,A CONFIDARE PENSIERI E SENTIMENTI,L’ AMICIZIA CRESCE . QUANDO POI’ SI IMPEGNANO PER FARE QUALCOSA L’UNO PER L’ ALTRO IL LORO LEGAME DIVENTA PIU’ FORTE. L’ AMICIZIA CON DIO SI SVILUPPA IN MANIERA SIMILE.
CONOSCETRE E USATE IL NOME DI DIO ?
RIUSCITE A IMMAGINARE DI AVERE UN AMICO INTIMO DI CUI NON CONOSCETE IL NOME? DIFFICILMENTE. UNA DONNA BULGARA DI NOME IRINA HA OSSERVATO GIUSTAMENTE CHE ‘’NON E’ POSSIBILE SENTIRSI VICINI A DIO SENZA SAPERE COME SI CHIAMA’’. E’ BELLO SAPERE CHE ,COME E’ STATO NELL’ ARTICOLO PRECEDENTE,DIO DESIDERA CHE CI AVVICINIAMO A LUI. E INFATTI, ATTRAVERSO LA BIBBIA, SI PRESENTANO A NOI DICENDO:’’IO SONO GEOVA. QUESTO E’ IL MIO NOME’’ ( ISAIA 42:8) .
ATTRAVERSO LA BIBBIA,DIO SI E’ PRESENTATO A NOI DICENDO:’’IO SONO GEOVA. QUESTO E’ IL MIO NOME’’ ( ISAIA 42:8).
PER DIO CONTA DAVVERO SE CONOSCIAMO E USIAMO IL SUO NOME? RIFLETTIAMO: IL NOME DI DIO, SCRITTO CON QUATTRO CONSONANTI DELL’ ALFABETO EBRAICO CONOSCIUTE COME TETRAGRAMMA, COMPARE QUASI 7.000 VOLTE NEL TESTO ORIGINALE DELLE SCRITTURE EBRAICHE,MOLTE VOLTE IN PIU’ RISPETTO A QUALSIASI ALTRO NOME MENZIONATO NELLA BIBBIA. QUESTO E’ SICURAMENTE UN SEGNO EVIDENTE CHE GEOVA DESIDERA’ CHE CONOSCIAMO E USIAMO IL SUO NOME.
ALCUNI,PERO’, POTREBBERO PENSARE CHE A MOTIVO DELLA SANTITÀ’ E DELL’ E DELL’ ONNIPOTENZA DI DIO SAREBBE IRRISPETTOSO USARE IL SUO NOME. CERTO, SAREBBE SBAGLIATO USARLO IN MODO DISONOREVOLE - D’ ALTRONDE NON USEREMMO MAI IN MODO IMPROPRIO IL NOME DI UN NOSTRO CARO AMICO- MA DIO VUOLE VHE COLORO CHE LO AMANO ONORINO IL SUO NOME E LO FACCIANO CONOSCERE AD ALTRI ( SALMO 69:30,31;96:2,8). GESU’ INSEGNO’ AI SUOI SEGUACI A PREGARE: ‘’PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI,SIA SANTIFICATO IL TUO NOME’’’. POSSIAMO FARE LA NOSTRA PARTE NEL SANTIFICARE IL NOME DI DIO RENDENDOLO NOTO. IN QUESTO MODO CI AVVICINEREMO ANCORA DI PIU’ A LUI ( MATTEO 6:9) .
LA BIBBIA INDICA CHE DIO MOSTRA PARTICOLARE ATTENZIONE A ‘’QUELLI CHE PENSANO AL SUO NOME’’, O, COME DICE UN ALTRA VERSIONE,’’CHE ONORANO IL SUO NOME’’ (MALACHIA 3:16;CEI). RIGUARDO A CIASCUNO DI QUESTI DIO HA PROMESSO:’’LO PROTEGGERÒ’ PERCHE’ HA CONOSCIUTO IL MIO NOME EGLI MI INVOCHERÀ’,E IO GLI RISPONDERÒ . SARO’ CON LUI NELL’ ANGUSTIA’’ ( SALMO 91: 14,15) E DAVVERO IMPORTANTE CONOSCERE E USARE IL NOME DI GEOVA SE VOGLIAMO AVERE UN RAPPORTO D’ AMICIZIA CON LUI .
COMUNICARE CON DIO?
DI PERSONA,PER TELEFONO O E-EMAIL,TRAMITE O LETTERE,DUE AMICI CERCANO DI COMUNICARE TRA LORO OGNI VOLTA CHE NE HANNO LA POSSIBILITÀ’ .SE VOGLIAMO SENTIRCI VICINI A DIO, PERCIO’ , DOBBIAMO COMUNICARE CON LUI REGOLARMENTE .MA COME POSSIA MO FARLO?
POSSIAMO PARLARE A GEOVA TRAMITE LA PREGHIERA DIO, PERO’,NON E’ ESATTAMENTE COME AVERE UNA CONVERSAZIONE CON UN NOSTRO SIMILE. DOBBIAMO TENERE IN MENTE CHE QUANDO PREGHIAMO CI RIVOLGIAMO AL NOSTRO CREATORE,LA PERSONA PIU’ IMPORTANTE DELL’ UNIVER4SO. QUESTA CONSAPEVOLEZZA DOVREBBE POTARCI A PREGARE CON UN PROFONDO SENSO DI RISPETTO E RIVERENZA.INOLTRE,SE VOGLIAMO CHE LE NOSTRE PREGHIERE SIANO ASCOLTATE CON FAVORE DA DIO, DOBBIAMO RISPETTARE ALCUNE CONDIZIONI ESAMINIAMONE TRE.
PRIMO ,LE NOSTRE PREGHIERE DOVREBBERO ESSERE DIRETTE ESCLUSIVAMENTE A GEOVA DIO, NON A GESU’, NE’ A QUALCHE ‘’SANTO’’ O A UN0 IMMAGINE ( ESODO 20:4,5). LA BIBBIA DICE CHIARAMENTE: ‘’IN OGNI COSA LE VOSTRE RICHIESTE SIANO RESE NOTE A DIO CON PREGHIERA E SUPPLICAZIONI INSIEME A RENDIMENTO DI GRAZIE’’ (FILIPPESI 4:6). SECONDO, DOVREMMO PREGARE NEL NOME DEL FIGLIO DI DIO ,GESU’ CRISTO.LO STESSO GESU’ SPIEGO: ‘’NESSUNO VIENE AL PADRE SE NON PER MEZZO DI ME’’ ( GIOVANNI 14:6). TERZO,LE NOSTRE PREGHIERE DOVREBBERO ESSERNE IN ARMONIA CON LA VOLONTÀ’ DI DIO.LA BIBBIA AFFERMA: ‘’QUALUNQUE COSA CHIEDIAMO SECONDO LA SUA VOLONTÀ’,EGLI CI ASCOLTA’’ (1 GIOVANNI 5:14).
OVVIAMENTE,E’ DIFFICILE CHE UN RAPPORTO DURI SE E’ SEMPRE E SOLO UNA PERSONA A PARLARE. PROPRIO COME TRA DUE AMICI LA COMUNICAZIONE NON E’ A SENSO UNICO, ANCHE NOI DOVREMMO PERMETTERE A DIO DI PARLARCI E POI’ ASCOLTARLO QUANDO LO FA. MA IN CHE MODO DIO CI PARLA?
OGGI GEOVA DIO CI ‘’PARLA’’ ATTRAVERSO LA SUA PAROLA SCRITTA,LA BIBBIA (2 TIMOTEO 3:16,17). PER SPIEGARE QUESTO PUNTO FACCIAMO UN ESEMPIO. SUPPONIAMO DI RICEVERE UNA LETTERA DA UN AMICO INTIMO.MENTRE LA LEGGIAMO, ANCHE SE IL NOSTRO AMICO NON E’ PRESENTE,E’ COME SE FOSSE LI CON NOI E CI STESSE PARLANDO. IN MODO SIMILE,LEGGENDO LA BIBBIA PERMETTIAMO A GEOVA DI PARLARE CON NOI. PER QUESTO GINA, CITATA ALL ’INIZIO DELL’ ARTICOLO,DICE:’’SE VOGLIO CHE DIO MI CONSIDERI SUA AMICA,DEVO ESAMINARE LA ‘LETTERA’ CHE CI HA SCRITTO,LA BIBBIA’’. E POI’ AGGIUNGE: ‘’LEGGERE LA BIBBIA TUTTI I GIORNI MI HA FATTO AVVICINARE DI PIU’ A DIO’’ . PERMETTE A GEOVA DI PARLARVI TUTTI I GIORNI MEDIANTE LA SUA PAROLA,LA BIBBIA? SE LO FARETE VI SENTIRETE PIU’ VICINI A DIO.
FATE CIO’ CHE DIO VI CHIEDE?
‘’DIMMI COSA POSSO FARE PER TE E LO FARO’’. PROBABILMENTE ESISTERESTE A RIVOLGERE QUESTE POROLE A UN PERFETTO ESTRANEO A UN SEMPLICE CONOSCENTE. TUTTAVIA ,NON AVRESTE ALCUN PROBLEMA A ESPRIMERVI COSI NEI CONFRONTI DI UN VOSTRO AMICO. GENERALMENTE, QUANDO UN AMICO INTIMO CI CHIEDE DI FARE QUALCOSA SIAMO FELICI DI FARLO.
LA BIBBIA MOSTRA CHE GEOVA FA SEMPRE QUELLO CHE SA ESSERE GRADITO AI SUOI ADORATORI. AD ESEMPIO IL RE DAVIDE,CHE GODEVA DI UN ‘INTIMA AMICIZIA CON DIO,DISSE: ‘’TU STESSO HA FATTO COSE,O GEOVA MIO DIO, ANCHE LE TUE OPERE MERAVIGLIOSE E I TUOI PENSIERI VERSO DI NOI; [...] SONO DIVENUTI POIU’NUMEROSI DI QUANTO IO POSSA RACCONTARE’’ ( SALMO 40:5) .MA NON SOLO, GEOVA FA CIO’ CHEB RECA PIACERE ANCHE A COLORO CHE NON LO CONOSCANO, ‘RIEMPIENDO I LORO CUORI DI CIBO E ALLEGREZZA’ ( ATTI 14:17).
DATO CHE A GEOVA PIACE FARE CIO’ CHE RECA PIACERE AGLI ALTRI,E’ PIU’ CHE RAGIONEVOLE ASPETTARSI CHE COLORO CHE VOGLIONO ESSERE AMICI DI DIO FACCIANO QUELLO CHE ‘RALLEGRA IL SUO CUORE’ ( PROVERBI 27:11). MA COSA POTETE FARE NELLO SPECIFICO PER PIACERE A DIO? LA BIBBIA RISPONDE:’’NON DIMENTICARE DI FARE IL BENE E DI CONDIVIDERE CON ALTRI,POICHE DIO SI COMPIACE DI TALI SACRIFICI ’’ (EBREI 13:16). STANDO A QUESTE PAROLE, PER PIACERE A GEOVA BASTA SEMPLICEMENTE FARE IL BENE E CONDIVIDERE CON ALTRI?
‘’SENZA FEDE E’ IMPOSSIBILE ESSERE ACCETTI A [DIO]’’ ( EBREI 11:6) E’ DA NOTARE CHE ABRAAMO ‘’ FU CHIAMATO ‘AMICO DI GEOVA’’ SOLO DOPO CHE ‘’RIPOSE FEDE IN GEOVA’’ ( GIACOMO 2:23). ANCHE GESU’ CRISTO SOTTOLINEO L’IMPORTANZA DI ‘’ESERCITARE FEDE IN DIO ‘ PER OTTENERE L’ APPROVAZIONE ( GIOVANNI 14:1) IN CHE MODO QUINDI POTETE OTTENERE LA FEDE CHE DIO RICERCA NELLE PERSONE CHE ATTIRA A SE’? POTETE COMINCIARE STUDIANDO CON REGOLARITÀ’ LA PAROLA DI DIO ,LA BIBBIA.IN QUESTO MODO OTTERRETE UNA ‘’ACCURATA CONOSCENZA DELLA SUA VOLONTÀ’’ E IMPARERETE A ‘’PIACERGLI PIENAMENTE’’.MA MANO CHE LA VOSTRA ACCURATA CONOSCENZA RIGUARDO A GEOVA CRESCERÀ E IMPARERETE AD APPLICARE I SUOI GIUSTI PRINCIPI , ANCHE LA VOSTRA FEDE CRESCERÀ’ E LUI SI AVVICINERÀ’ SEMPRE DI PIU’ A VOI ( COLOSSESI 1:9,10).
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E questo dovrebbe essere il nuovo presidente degli Stati Uniti!?!?!?!
Scusate, ma qui passiamo da un presidente che da i numeri perche’ il cervello perde colpi ad uno che invece e’ preso dal delirio da onnipotenza! Dio era dalla sua parte???? Questo riportera’ la pace nel mondo???? Tra un po’ questo arrivera’ a dire che lui e’ Dio! Donald. mole il bevi! (per i non friulanofoni: Donald, smetti di bere!)

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LE PAROLE SONO IMPORTANTI
Come alcuni di voi ne sono già a conoscenza, io sono toscano e più esattamente di Viareggio, dove la sagacia del contandino dell’entroterra del Chianti incontra l’ignoranza (intesa come invulnerabilità psicofisica) del pescatore sferzato da mille fortunali.
Da noi la bestemmia è un intercalare elevato ad arte sublime che supera in potenza e pregnanza quei sintetici e stizzosi attacchi di rabbia dei Veneti o quelle tiepide circonlocuzioni attenuativo-sostitutive dei Lombardi.
Noi ci mettiamo il cuore, rabbioso per i divini strali della sorte.
Per esempio, un veneto che si pesta un dito col martello esclama DIO CAN!, un milanese ZIO CANTANTE! e un emiliano al massimo osa un DIO ‘NIMEL!... un Toscano, invece, non perde tempo con vuote interiezioni perché sa perfettamente di chi è la colpa e quindi entra subito nell’attribuzione delle responsabilità dirette, per esempio, con un DIO VIGLIACCO DELLA MADONNA ASSASSINA!
Ma attenzione... non sono semplici esclamazioni enfatiche fini a se stesse ma un giudizio preciso per una catena di comportamenti che hanno esitato nell’evento scatenante.
Nello specifico, la vigliaccheria si riferisce a quell’evidente inanità pavida divina, resa ancora più eclatante e invisa da una tanto sventolata onnipotenza, onnipresenza e onniscenza di Dio... insomma, sai tutto e puoi fare tutto ma decidi di non fare un cazzo.
L’aggettivo di ‘assassina’, nel merito, fa riferimento a una corresponsabilità morale e legale della coniuge che, per quanto infusa dallo Spirito Santo e Immacolata, rimane un essere vivente terreno con doti empatiche di condivisione emotiva... insomma, sai bene cosa si prova e non dici nulla a quell’altro.
Il Toscano è diretto e sintetico ma non sacrifica mai il tempo dedicato alla bestemmia senza lasciare le proprie motivazioni implicite all’interno di essa. Nell’attimo in cui esso cade dalle nuvole quando gli si fa notare che inserisce una bestemmia ogni due parole, non dovete commettere l’errore di credere che lui stia facendo lo gnorri o che imprechi per abitudine: il suo è un ponte giaculatorio tra uomo e dio che non necessita della parte razionale dell’anima ma che, anzi, riveste carattere rivelatorio del mistero divino.
Tutto questo per dirvi che stamattina, in pantaloncini e a torso nudo, stavo riponendo il tosaerba nel capanno degli attrezzi quando ho urtato con un ginocchio un nido gigante di calabroni...
Quindi sì, dio vigliacco della madonna assassina decisamente.
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Inchinata e genuflessa inarcavo la mia schiena quanto più possibile in favore del suo sguardo.
Lo sapevo guardarmi meticoloso e attento e altresì sapevo che in quel momento si sarebbe aspettato la perfezione di un inchino.
Quello che spetta e merita a un grande Re.
Il Mio.
Avevo deciso di affidarmi.
Si donargli la totalità del mio essere, della mia persona e di tutto ciò che ero stata fino ad allora.
Era il momento della mia rinascita.
Del cambio del mio vestito.
Una seconda pelle mi aspettava.
La mia si era ormai dissolta, dapprima si era squamata, poi era caduta pezzo per pezzo, inesorabilmente consumata e lacerata da milioni di ferite.
Lui ne aveva curata ognuna.
Non temeva la mia oscurità.
Ne la mia follia.
Accetto tutto di me.
Il mio sadismo, il mio amore viscerale verso quell’uomo che era mio padre, lui mi accolse.
Come un dono.
I pazzi si riconoscono sempre, non temono mai e in nessun caso le depravazioni di chi scelgono, ma le benedicono invece.
Le abbracciano e proteggono come il più bello dei miracoli.
Lui era lì.
Sempre e costantemente.
Mi aveva scelta come sua compagna, come sua donna.
Ero la sua puttana, la sua piccola.
Tutto gli spettava di me.
Innocenza e delirio.
Allegria e lacrime.
Dolore e gioia.
Sapeva benissimo cosa darmi e quanto darmi affinché fossi felice, poiché lui mi nutriva, lui di me si prendeva cura, lui era ormai diventato il compagno della mia vita.
Era bello come il sole che illuminava le mie giornate ed esasperava fino al culmine le mie notti, era vestito d’ onnipotenza, seduta nell’ esatto piedistallo in cui l’avevo innalzata.
Lui era il mio tutto, il mio Amore per sempre.
Lui era l’uomo che avevo scelto come mio Dio e Re.
Monia Monica Marina Morganti ©️
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