#Moda Sostenible
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🌸 Moda primavera-verano 2025: Tendencias que amarás
La primavera y el verano 2025 llegan llenos de colores suaves, tejidos ligeros y estilos relajados. ¿Lista para renovar tu look con prendas frescas y femeninas?
💜 Colores en tendencia
Esta temporada verás mucho lavanda, rosa empolvado y verde oliva. Colores que transmiten calma, romanticismo y frescura. Perfectos para vestidos sueltos, camisas fluidas o pantalones amplios.
🌿 Tejidos ligeros
El lino y la viscosa se apoderan del armario. Ligeros, transpirables y con caída natural: justo lo que necesitas cuando suben las temperaturas.
👗 Prendas clave
Vestido blanco largo
Pantalones palazzo
Blusa oversize
Blazer sin forro
Todo pensado para combinar y usar mil veces. 🌟
👜 Accesorios que completan tu look
Dale personalidad a tus outfits con:
Bolsos pequeños en tonos vivos
Cinturones tejidos
Gafas grandes y retro
Sandalias planas
🛍 ¿Dónde encontrar looks así?
Te recomiendo echar un vistazo a Verso Secreto — una tienda online con ropa de mujer moderna, asequible y perfecta para primavera-verano. 💫
#moda primavera 2025#ropa mujer barata#tendencias verano 2025#moda sostenible#versosecreto#armario cápsula mujer#ropa femenina tumblr
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La semana pasada tuvimos el gusto de asistir a Universo MOLA Fashion Week.
La única semana de la moda sostenible de Latinoamérica. La experiencia fue completamente interesante, ya que pudimos conocer diseñadores y marcas de Latinoamérica así como sus propuestas sostenibles.
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✨ ¿Buscas el outfit perfecto para cada ocasión? ✨
En mi perfil de Instagram @avievidi encontrarás inspiración diaria para armar looks increíbles, desde outfits casuales hasta combinaciones elegantes y trendy.
👗 Tendencias de moda
👠 Ideas para cada estilo y ocasión
¡Sígueme y descubre cómo transformar tu closet con estilo!
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Acusan a diseñadora de apropiación cultural: no quiso pagar por conocimientos de comunidad indígena
El pasado fin de semana, medios de comunicación replicaron las palabras de diseñadora peruana Anis Samanez, y el editor de Vogue México y Latinoamérica, José Forteza, respecto a la experiencia vivida al contactar con una comunidad shipibo-konibo. En el evento “Orígenes”, organizado por la Asociación de Moda Sostenible del Perú (AMSP), la diseñadora contó cómo la comunidad se negó compartir sus…
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Boletín Señales de sostenibilidad 237: Ante los desastres climáticos
En este número hablamos de dos cuestiones muy importantes ⬇️
🔸 Poner a la naturaleza de nuestro lado. 🔸 Proyectos de moda sostenible en centros de FP.
También te recomendamos los artículos “Tú y el litio” y “El comercio de emisiones se mete hasta tu cocina”. Y hablamos del 40 aniversario de la feria BioCultura Madrid, además de invitarte a participar en algunas actividades que tenemos programadas próximamente.
Aquí puedes ver el boletín completo.
#Cambio climático#Desastre natural#BioCultura#Energía limpia#Alimentación sostenibel#Economía circular#Formación Profesional#Moda sostenible#Ropa sostenible#Vida de baja huella
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Nike y Adidas están en la vanguardia de la moda sostenible, asegurando que cada producto sea amigable con el planeta y beneficioso para la sociedad.

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Riflessioni sul fast fashion dell'ultima settimana
Il fast fashion è un termine usato per descrivere quel fenomeno nell’industria della moda caratterizzato da capi a basso costo, prodotti in tempi velocissimi, per rimanere al passo con le nuove tendenze. Trovare prezzi così miseri per indumenti all’ultima moda può sembrare il sogno se non consideriamo i danni indiretti che ne comporta.
Intanto si tratta di un terribile danno ambientale: per una maglietta di cotone si utilizzano in media 2.700 litri d’acqua, dalla piantagione di cotone fino all’arrivo al consumatore, rendendo insostenibile l’impronta idrica dell’industria. Inoltre, le fabbriche riversano le acque inquinate da questi processi nelle risorse idriche naturali. Non lo vediamo perché non succede a casa nostra, si tratta di aree dove le normative lavorative e ambientali sono carenti (Cina, India, Turchia). Anche materiali come poliestere e nylon, sicuramente più usati, richiedono grandi quantità di energia e acqua e generano pure gas serra. Si tratta almeno del 10% di emissioni di carbonio, tanto quanto l’intera UE.
Le condizioni dei lavoratori sono disastrose: fabbriche fatiscenti senza misure di sicurezza, oltre le accuse di lavoro minorile e traffico di esseri umani. I prezzi sono così bassi a causa dei salari miseri, per ogni euro che risparmi pagano loro: in Bangladesh lo stipendio medio è di 96 dollari mensili e per vivere una vita decente, secondo il comitato salariale del governo, dovrebbero guadagnarne almeno il triplo. Consideriamo inoltre la gran quantità di donne che ci lavorano e gli abusi che subiscono giornalmente nelle fabbriche: l’80% dei lavoratori sono donne con un’età compresa tra i 18-24 anni.
Le conseguenze sulla moda non sono da ignorare: siamo portati a comprare e buttare spesso per colpa della nascita dei micro-trend. Se prima una moda durava per diversi anni, ad oggi una moda può sopravvivere al massimo un mese e ciò lo dobbiamo a una società con ritmi vertiginosi, sempre bisognosa di novità. Il consumatore medio ha bisogno di sentirsi parte della società e, spinto dalla pubblicità, compra ciò che va di moda. Se la moda è così fugace, come si può rimanere al passo? Si rientra nel ciclo descritto prima acquistando il nuovo e buttando il “vecchio”, che sarebbe spesso un capo in perfette condizioni. Il fast fashion guadagna da questi ritmi perché il consumatore sarà portato ad acquistare di continuo. La continua produzione inoltre non garantisce capi di buona qualità; quindi, saranno più propensi a rovinarsi in tempi brevi. Trovo anche che la mancanza di mode ben affermate ai nostri tempi rischia di non dare ai giovani la possibilità di trovare un proprio gusto poiché sono costantemente bombardati da novità e non riescono a “digerire” ciò che consumano prima. Per non parlare dei design che le grandi catene rubano agli artisti per venderli a prezzi miseri, svalutando il loro lavoro. Si stanno perdendo i valori della moda: la qualità (per la quantità) e la creatività.
In quanto consumatori abbiamo una responsabilità e nel nostro piccolo possiamo migliorare le cose. I recenti buoni che girano nelle nostre chat sono una distrazione dalle conseguenze spiegate prima e non dobbiamo lasciarci abbindolare da soldi promessi (facendo parte di uno schema Ponzi d’altronde). Non mento, pure a me capita, seppur raramente, di comprare fast fashion per immediato bisogno di vestirmi o perché mi regalano buoni. Il fast fashion, come ho detto prima, è fatto apposta per essere comprato a poco prezzo e in poco tempo, quindi, è normale che chiunque prima o poi ci compri. Vedo però tante persone malate di consumismo negli ultimi giorni che sono disposte a contattare chiunque pur di ricevere un misero punto. Magari insultano pure chi critica questo sistema perché trovano insopportabile pensare che attivismo non è solo condividere storie, ma compiere attivamente scelte consapevoli. Non voglio attaccare, forse esiste qualcuno che ha davvero bisogno di 150 euro di vestiti al momento ma vorrei offrirvi un momento per pensarci meglio. Riflettete sul vostro effettivo bisogno di acquistare nuovi vestiti: avete bisogno di 150 euro di buono? Davvero non potete valutare altre opzioni più etiche prima? Se il bisogno non è immediato ma si tratta di acquisti di piacere, non potete portare più pazienza? Nelle nostre città sono presenti mercatini rionali e negozi dell’usato, ad oggi possiamo trovare persino applicazioni create per vendere e comprare usato e sono realtà più convenienti ed etiche per le attività locali e l’ambiente. Se avete il tempo usatelo per cercare in questi contesti e verrete ripagati con pezzi unici e spesso di alta qualità. Vi invito inoltre a non buttare ciò che non usate più, piuttosto rivendete o modificatelo a vostro piacimento (lunga vita al diy). Se lo stato e le aziende non sono pronti a cambiare, cambiamo noi.
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Moda Sostenible: La Revolución del Nailon Reciclado
¡Hola emprendedores! Hoy traemos noticias frescas que no solo impactan en el mundo de la moda, sino también en la sostenibilidad y la economía circular. BASF e Inditex se unen para presentar una innovadora solución que promete revolucionar la industria textil: prendas de nailon fabricadas completamente a partir de residuos textiles. Este avance no solo demuestra un compromiso con el medio…

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#Basf#economía circular#Inditex#industria de la moda#innovación textil#loopamid#moda sostenible#nailon reciclado#prendas recicladas#sustentabilidad
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¿Qué esperas? No te pierdas de este increíble panti.
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Cerveza Cristal invita a los chiricanos a canjear puntos de reciclaje por moda sostenible
El balance entre innovación y propósito está presente en la “Colección Barú” la cual fue lanzada recientemente en el marco del Chiriquí Fashion Week. Las piezas ecológicas de esta novedosa colección son confeccionadas a partir de materiales reciclados que fusionan moda y sostenibilidad para fomentar un cambio positivo en la gestión de residuos de la provincia. Todos los pobladores mayores de edad…

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#Cerveza Cristal#Colección Barú#Glamour#Moda Sostenible#Provincia de chiriquí#Puntos de Reciclaje#Reciclaje
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#consumo responsable#fashion#style#moda#clothing#fashion girls#street style#street fashion#trendy#ootdinspiration#greenwashing#moda sostenible#natural#shopping#verde#moda responsable
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Wikipedia lanza una colección de ropa junto a Armedangels: algodón reciclado, mensajes reales y un 12 % a Wikimedia. Viste lo que piensas. #EstoesPhusions
#2025#colección cápsula sostenible#Moda#moda contra fake news#ropa con mensaje#Wikipedia 25 aniversario#Wikipedia Armedangels
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Buenas prácticas: moda y sostenibilidad
Cada vez es más necesario un modelo de producción y consumo más sostenible en la industria textil y de ropa.
Hoy presentamos cuatro iniciativas que introducen la sostenibilidad en la formación del alumnado de los ciclos de FP relacionados con la moda en el siguiente artículo. Seguro que los proyectos y el trabajo de estos centros educativos te resultan interesantes e inspiradores:
📌 IES Universidad Laboral de Cáceres. 📌 Escuela FP de FEMPA, Alicante. 📌 Institut Milà i Fontanals, Igualada. 📌 Campus FP, Comunidad de Madrid.
Animamos a leer el artículo.
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El lujo discreto es una falacia

Moda y sustentabilidad ¿tienen un vínculo similar? ¡Claro que no!
El término «lujo discreto» o “tranquilo“ se ha popularizado en los últimos años para describir una nueva tendencia en el consumo de lujo.
Esta tendencia se caracteriza, supuestamente, por un enfoque más discreto y sutil del lujo, en el que los productos de gama alta se compran por su calidad y artesanía, en lugar de por su ostentación o por la marca.
Sin embargo, la idea del «lujo discreto» es una patraña, porque sigue basándose en la compra de artículos extremadamente caros que sólo pueden permitirse los más ricos.
Podemos pensar el tema como una analogía con la moda y la sustentabilidad, pero no estaríamos menos que equivocados: no solamente la industria puede sino que la industria debe convivir con ideas y producciones mucho más sustentables.
Hagamos la analogía con el lujo y la discreción para dar paso, luego, a la reflexión.
En primer lugar, el propio concepto de «lujo discreto» es erróneo porque sugiere que el consumo de lujo puede disociarse del contexto social y económico en el que se produce.
En realidad, el consumo de bienes de lujo está íntimamente ligado a cuestiones de desigualdad de riqueza y estatus social.
Quienes pueden permitirse artículos de lujo suelen formar parte de una pequeña élite de individuos que ostentan una riqueza y un poder desproporcionados en la sociedad.
Al creer en la idea del «lujo discreto», estas personas simplemente intentan justificar su propio consumo excesivo de una forma más aceptable para los demás.
La serie Succession es uno de los principales puntos de referencia de la idea de que el lujo puede ser discreto.
La historia gira en torno a una familia propietaria de una de las mayores empresas de medios de comunicación del mundo. Claro, no llevan logotipos llamativos, pero tienen chóferes privados y casas caras. Es un ejemplo perfecto de por qué no existe el lujo discreto cuando se es multimillonario.
Además, los productos que suelen asociarse con el «lujo discreto» suelen ser tan caros como sus homólogos más ostentosos.
Por ejemplo, un bolso de «lujo discreto» puede no tener los mismos logotipos y adornos llamativos que un bolso de marca más ostentosa, pero aun así puede costar varios miles de dólares.
En muchos casos, el precio de estos artículos tiene poco que ver con su calidad o artesanía, y más con la exclusividad que supone poseer algo que sólo unos pocos pueden permitirse.
Otro problema del concepto de «lujo discreto» es que da por sentado que los consumidores son capaces de elegir con conocimiento de causa los productos que compran. En realidad, la industria del lujo es famosa por su falta de transparencia, lo que dificulta que los consumidores sepan de dónde proceden sus productos, cómo se han fabricado y si se han producido de forma ética y sostenible.
Esto significa que incluso aquellos que quieren tomar decisiones más conscientes sobre su consumo a menudo se quedan a oscuras sobre el verdadero coste de sus compras.
En última instancia, la idea del «lujo tranquilo» es una falacia porque perpetúa los mismos viejos problemas que siempre se han asociado al consumo de lujo. Refuerza la noción de que la riqueza y el estatus son cosas muy importantes en la vida, y que poseer cosas caras es el signo definitivo del éxito.
También permite a quienes pueden permitirse artículos de lujo justificar su propio consumo, ignorando las implicaciones sociales y económicas más amplias de sus acciones.
En conclusión, el concepto de «lujo tranquilo» es una falsa promesa que hace poco por abordar los verdaderos problemas del consumo de lujo.
Si de verdad queremos crear una sociedad más sostenible y equitativa, tenemos que dejar atrás la idea de que poseer cosas caras es el objetivo último en la vida.
En su lugar, debemos centrarnos en construir un mundo en el que todos tengan acceso a las necesidades básicas de la vida, y en el que la búsqueda de riqueza y estatus deje de ser la fuerza motriz de nuestras acciones.
Lo mismo aplica a la sustentabilidad ¡Sigamos reflexionando juntos acerca de cómo lograrlo!
Originally published at http://accionbiodiversidadblog.com/ May 15, 2023.
#Crítica a la industria del lujo#Desigualdad y consumo de lujo#Lujo discreto#Moda sostenible#Reflexión sobre el consumo responsable
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