#amiche per sempre
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Nothing better then time with your best friend 💝
#artists on tumblr#digital art#my art#illustration#my painting#digital painting#digital artist#artist of tumblr#my clip art#my illustration#cute besties clip art#best friends#my best friend#migliore amica#amiche#amiche per sempre#friends forever#friends#friend of mine#always besties
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Non so se ce la faccio (domani devo tornare in Lab e non c'è la mia amichetta sarda)
#non ci voglio andareeeee#c'è l'altra mia amichetta ma lei arriva sempre tardi per giusta causa quindi sarò sola con la pazza 😐#spero di arrivare prima di lei e non vederla per tutto il giorno#che palle odio sta situazione voglio tornare a dicembre quando lei era ancora normale ed eravamo amiche#invece ora mi odia e non so neanche bene perché#che inferno
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now i have to complain a bit about inconsequential shit
#allora. nella nuova residenza mi sono fatta questo gruppetto di amiche (che erano già amiche tra di loro da tanto) e mi trovo anche bene#con un paio non ho tantissima confidenza ma vabbè#una di queste quando a ottobre si era laureata mi aveva invitato all' ultimo alla sua festa di laurea#aveva fatto tipo il gruppo whatsapp con tutti gli invitati due settimane prima mettendo tutte quelle delle gruppetto tranne me#e sinceramente chissene è la sua festa invita chi vuole#ok. due o tre giorni prima mette anche me senza dirmi niente#io ci sono pure andata e ed è stata una bella serata anche perché lei adesso se ne va per la magistrale e non la vedrò più#e quindi ci siamo commossi un po' tutti#durante io le faccio ''ma dai almeno per la mia laurea ci ritroviamo'' e lei tutta commossa che dice ''ah quindi vuoi invitare pure me?''#perché vabbè sa anche lei che non siamo vicinissime#quindi adesso che è ora della mia laurea io le mando un messaggio per chiederle se riesce a venire#e lei lo legge e non mi risponde per tre giorni di fila 😐#ieri sera me ne sono un po' lamentata con le altre del gruppetto che mi hanno detto che fa sempre così si dimentica di rispondere#e stamattina ho visto che mi ha risposto con un tripudio di emoji carine#e adesso mi sta venendo il dubbio che le altre le abbiano detto qualcosa?#e in tutto questo. se non vuole venire per qualsiasi motivo me lo può dire in faccia#così evito pagare 13€ in più al bar per la sua presenza#invece di fare sti giochini di merda.#thoughts? mi sto facendo film mentali?
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Oggi si brinda all’amicizia! 💛 Un caffè, una risata, una chiacchiera tra amici… ed è subito felicità! #GiornataMondialeDellAmicizia #WorldFriendshipDay #AmiciPerSempre #ColazioneConAmici #PerfettamenteChic
#abbracci sinceri#affetto incondizionato#affetto vero#amiche del cuore#amici come famiglia#amici e caffè#amici estivi#amici felici#amici internazionali#amici ovunque#amici per sempre#amici veri#Amicizia#amicizia globale#amicizia sincera#amore incondizionato#best friends moment#breakfast time#brunch tra amici#caffè con gli amici#coffee and friendship#colazione chic#emozioni condivise#energia positiva#estate insieme#estate italiana#feeling perfetto#giornata allegra#giornata dell&039;amicizia#giornata speciale
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HO imparato a fiorire in ogni stagione della mia vita e nulla mi pesa più... HO smesso di contare i miei anni, perché HO sempre l'età della creatività, delle emozioni e dell'amore... HO l'età per essere ancora curiosa, per coltivare i miei sogni e non smettere di volare... NON HO più le paure e le insicurezze di prima, neppure la nostalgia per il passato, perché vivo e amo il presente... HO l'età che mi permette di affrontare la vita con leggerezza e responsabilità, per dire liberamente ciò che penso e per scegliere le poche persone che voglio amiche... HO sempre una magnifica età da quando HO abbandonato il rumore e respiro il silenzio. Vivo la mia età, quella che HO sempre desiderato e HO saputo regalarmi con gli anni...ED È LA MIA!!!❣️
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La vendetta può essere dolcissima (2 di 2)

A un certo punto, Rina - la mia collega/amica, quella che fotteva con mio marito defunto e a cui io per vendetta ho iniziato a scopare il marito Sebastiano - ha iniziato ad avere qualche sospetto. Si è confidata con me e all'istante m'è venuta in mente la soluzione. Devo dire che non mi sarei mai aspettata una tale carica di perversione scaturire in modo tanto naturale dalla mia mente e dalla mia libido di donna matura, sempre assennata e un po' grigia. Una che è sempre stata nei binari della morale considerata normale e socialmente accettabile. Con malizia sottile ho iniziato perciò a corteggiarla io stessa assiduamente, avendo in testa l'obiettivo finale duplice di distrarla e infine anche di farmela. Non potevo certo permetterle che si fissasse sul presunto tradimento di suo marito, il mio stallone giovane e adorato. Quello che nel mio letto è sovrano, il padrone del mio corpo. Allo stesso tempo ho preso a minimizzare e sdrammatizzare qualsiasi possibile suo indizio o sospetto. E tutte le cose che l'avrebbero potuta portare pian piano a scoprire il mio passatempo preferito. Cioè farla andare in giro per la città con in testa delle corna grandi quanto quelle di un alce.

Progressivamente ho iniziato a regalarle della bigiotteria: bracciali, orecchini, collane. Poi dei dolci, alcuni capi di abbigliamento, un profumo. Allo stesso tempo ho preso a spingere un po' di più coi messaggini serali tra noi. Dapprima barzellette oscene. Poi frasi del tipo: "ti penso - mi manchi un po' - non vedo l'ora che passi il weekend per ritrovarti in ufficio lunedì - adesso sei nuda? - che stai facendo? - mi pensi anche tu, cara?" Lei non si sottraeva. Anzi: era piacevolmente divertita, da quel sentirsi evidentemente desiderata da un'altra donna. Amiche e colleghe da dieci anni almeno e ora inaspettatamente qualcosa di più. Infine la zampata: intimo di classe. Però le ho detto che mi sarebbe piaciuto tantissimo vederglielo indossare dal vivo. "Perché sei una vera dea, uno spettacolo di donna. Perché tra noi ormai c'è una certa complicità, perché mi piace molto stare insieme a te noi due sole, perché voglio vederti sorridere mentre qualcuno ti ammira per la bellezza che sei, perché adoro le tue fossette sulle guance quando sei contenta. No: non puoi sentirti in imbarazzo, con me." Senza sospettare, lusingata dalle mie attenzioni, martedì pomeriggio scorso, mentre Seba era fuori città per lavoro, mi ha ospitata a casa sua dopo aver timbrato l'uscita alle due con un permesso.

Dopo il caffè e due chiacchiere un po' imbarazzate, siamo andate in camera da letto e le ho quindi porto il pacchettino. L'ha aperto: era felicissima. Candida e pura, senza esitazioni e forse felice di farsi ammirare nella sua perfezione di donna in pieno rigoglio, la mia venere s'è spogliata nuda di fronte a me. Con eleganza ha indossato il reggiseno e lo slip striminzito, entrambi di alta classe. Poi le ho dato anche un altro pacchetto, con dentro un reggicalze a strip moderno e delle velate nere bellissime. Nel frattempo io me la ammiravo tutta. Due seni compatti e morbidi al tempo stesso: perfetti creme caramel da gustare. I suoi capezzoli sono due minuscole meraviglie, circondate da un'areola di minimo diametro. Acerbi cuccioli di giovane donna. Gambe da atleta, culo alto e sodo. Una strisciolina di peli ben curata sulla passera. Mi mancava il fiato, dalla voglia di possederla. A un certo punto, guardandomi lei è arrossita. Io mi sono avvicinata, le ho preso il mento tra due dita e le ho accarezzato le guance. Poi l'ho stretta a me. Inalavo l'odore del suo corpo di gazzella impaurita. Ma capivo che si sentiva sicura e amata, tra le mie braccia. Ho preso l'iniziativa e l'ho baciata in bocca. Inizialmente era rigida, poi s'è sciolta e ha iniziato a giocare con la mia lingua che guizzava nel suo cavo orale.

Era il segnale che attendevo; l'ho gettata sul letto e mi sono spogliata, sempre senza staccare il contatto visivo. Me la sono mangiata. Le ho divorato i seni, finalmente ho potuto metterle le dita nella fregna per masturbarla e leccarle il buco del culo. La sentivo godere e vibrare. L'ho fatta venire e l'ho costretta a dire che le piaceva, che mi amava, che ne voleva di più. Che era la mia puttana, da quel momento in poi. Ad oggi ci incontriamo con regolarità e scopriamo i segreti dell'amore tra due corpi femminili. Le insegno cose che mai avrebbe pensato di fare, con un'altra donna. Le tolgo qualsiasi inibizione: le consento di darmi degli ordini e di considerarmi la sua schiava. Mi insulta, mi chiama vecchia troia. Mi ordina di mangiarle il clitoride e io allora mi attacco e la succhio con foga fino a che non la sento venire. Devo dire che mi sono inserita, in questa sua unione matrimoniale con Sebastiano, in modo insospettabile. E tutto fila perfettamente. Me li faccio come voglio e pretendo da entrambi che abbiano tra loro dei rapporti sessuali settimanali rapidi, formali. E ipocriti. Tanto perché non si sospettino reciprocamente di tradimento. Che devo fare... li amo ormai, i miei due sposini. Quando decideranno di avere un bambino, forse chiederò anche di essere la sua madrina. Così mi piaccio, ormai: spudorata, sfacciata, immorale e godereccia. Una vera troia ingannatrice ed egoista. Ma sinceramente appassionata e innamorata di entrambi. Anche un po' gelosa, forse. Ma per ora non voglio farli divorziare. Troppo godo, con loro.

RDA
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Avete presente quel tipo su hinge che mi ha chiamato pisellina? Per oneste ragioni (la mia vita) non ho più risposto, mi ha mandato un messaggio con scritto “adesso ti chiamo cazzona, esci con me”
C’è gente che è davvero disperata e permalosa e purtroppo si rende minacciosa per il nulla di fatto, nessuno che ha il coraggio di chiamare una sconosciuta in questo modo potrà mai avere riguardi per un date, sempre attenzione anche alle piccole cose amiche mi raccomando
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Recentemente, in una grande città francese, è apparso nella vetrina di una palestra un poster con l’immagine di una giovane donna magra e abbronzata. Il testo recitava: “Quest’estate, vuoi essere una sirena o una balena?”
Una donna di mezza età, le cui caratteristiche fisiche non corrispondevano a quelle della modella sul poster, ha risposto pubblicamente alla provocazione con queste parole:
"A chi di dovere,
Le balene sono sempre circondate da amici: delfini, leoni marini e umani curiosi. Hanno una vita sessuale attiva, rimangono incinte e danno alla luce adorabili cuccioli di balena. Amano abbuffarsi di gamberetti, giocare e nuotare negli oceani, visitando luoghi meravigliosi come la Patagonia, il Mare di Bering e le barriere coralline della Polinesia.
Le balene sono cantanti straordinarie e hanno persino registrato CD. Sono creature incredibili e quasi prive di predatori, eccetto l’uomo. Sono amate, protette e ammirate da quasi tutto il mondo.
Le sirene, invece, non esistono. E se esistessero, farebbero la fila davanti agli studi degli psicoanalisti per risolvere la loro crisi d’identità: pesce o umano? Anche il terapeuta più esperto si troverebbe in difficoltà.
Non hanno una vita sessuale, perché uccidono gli uomini che si avvicinano. E comunque, come potrebbero? Dove sarebbe ‘quella cosa’? Di conseguenza, non hanno figli. E chi vorrebbe avvicinarsi a una ragazza che puzza di pescheria?
P.S. Viviamo in un’epoca in cui i media cercano di convincerci che solo le persone magre siano belle. Io, invece, preferisco gustarmi un gelato con i miei figli, una buona cena con un uomo che mi fa tremare e del buon cioccolato con le amiche.
Con il tempo, ingrassiamo perché accumuliamo così tante informazioni e saggezza nella testa che, quando non c’è più spazio, si distribuiscono nel resto del corpo. Quindi non siamo pesanti, siamo enormemente colte, istruite e felici."

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era l'11 novembre '24, e io ero seduta al mio 'solito' posto in lab, quando ho aperto il sito del NIN e ho trovato la posizione con Gazzola. Lavorare per lei per me è sempre stato un sogno, un po' innarrivabile, ma mi si era presentata una posizione che richiedeva esattamente tutto quello in cui ero formata. In quel momento ho avuto le mie risposte - io dovevo andarmene -. sapevo già di dover andare via da torino, era diventato tutto asfissiante. soprattutto il mio lavoro. non voglio fare la vittima, ma non augurerei a nessuno di passare quello che ho passato io: l'esclusione, il parlarmi alle spalle, le occhiatacce, il perdere anni di lavoro solo per delle incomprensioni o perché sei una persona riservata e buona e non volevi rovinare le altre persone. l'unica cosa di torino che mi faceva andare avanti erano i miei amici, ma era difficile farsi spazio quando nessuno di loro era nella mia stessa fase di vita – tutti in relazioni stabili da anni. mentre io avevo appena chiuso una relazione di otto anni di cui quattro di convivenza, e il solo pensiero di ficcarmi in un'altra relazione mi dava il volta stomaco. mi sentivo soffocare, non c'era un posto in cui stavo comoda. tutto mi ricordava la mia vecchia vita o come avevo rovinato il mio presente. trasferirsi all'estero a 28 è (stato) difficile, sono passati 3 mesi e forse ho due amiche e mezzo, ma lavoro in un laboratorio che mi fa venire voglia di andare a lavoro, mi fa venire voglia di studiare, di migliorarmi, mi fa sentire a casa, non mi sento scomoda, nessuno ha dei pregiudizi su di me, non mi sento giudicata, nessuno ha delle aspettative, e sono tutte persone belle. e penso sia la prima cosa bella che mi sia capitata in anni, non c'è quella competizione malsana, non c'è invidia, ed è tutto limpido. (e ti pagano anche un botto). tuttavia, non avere i miei affetti qui mi fa male, fa venire una morsa al petto, non penso che starò qui per sempre, ma negli ultimi tempi mi sto concedendo di vivere amsterdam e per quanto abbiamo un rapporto conflittuale, inizio a sentirla un po' mia. e l'unica cosa che penso in questo momento è: ne voglio ancora, non voglio tornare a torino, non ancora, ho bisogno di più tempo, ho bisogno di conoscere meglio questo posto che poi significa conoscere meglio me stessa, questa nuova versione di me stessa. che si concede di essere fragile senza paura, che inizia a prendersi cura di se, che vuole imparare ad avere un rapporto sano con il cibo, che vuole imparare, semplicemente imparare. senza abbandonarsi mai più.
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La passione della vedova

Ha perso il marito da un anno: per uno stupidissimo incidente stradale. La rispettano tutti e tutti l'hanno aiutata a rimettersi in carreggiata. Le hanno trovato un bel lavoro nell'azienda di famiglia e s’è rimessa in discussione. Professionalmente non ha voluto sconti e quindi con le unghie e con i denti s’è ritagliata un suo spazio di utile contributo. Oggettivamente è molto brava; nei reparti la sentono, la coinvolgono. Però tutti la trattano sempre come una preziosa e fragile porcellana; cioè con delicatezza e rispetto. In azienda amavano quell’uomo. I beni di famiglia poi hanno aiutato. Tutti si sono prodigati; i suoceri non mancano di prendersi cura dei suoi figli e lei per questo li ama e li ringrazia.

Un quadretto familiare e privato tutto sommato sereno. Ma le manca il meglio: le urge. Sta impazzendo dentro perché è preda di una follia tutto sommato innocente, ma esternamente ben dissimulata: vuole assolutamente un uomo dentro di lei. Basta delicatezze e guanti bianchi. Vuole carne e sangue, sudore e odore d’amore in un letto. Lenzuola sdrucite e impregnate dei prodotti dell'amore, sporche dei desideri osceni di due amanti sfiniti ma finalmente soddisfatti. Trucco sfatto, che le cola dagli occhi. Animo e sensi felici e appagati. La sua fica desidera essere leccata e mangiata. A lungo: in breve, lei vuole soffocare un uomo d'amore. Anela ad avere nel letto qualcuno che la scaldi, che se la coccoli e che se gli gira la prenda in modo un po’ spartano; come faceva lui.

O magari anche peggio: è pronta, lo desidera da tanto, da troppo. Con suo marito si sentiva al tempo coccolata ma protetta e poi improvvisamente usata, posseduta. Perché lei era una cosa sua, che egli violava e adoperava quando gli pareva e piaceva, questo era ben chiaro, tra loro. E questa oggettiva condizione di sottomessa, ma comunque adorata e viziata, le piaceva. Moltissimo. Si sentiva desiderata: sia come leale compagna che sessualmente. E lei allora non mancava di provocarlo, per farsi saltare addosso. Lui la divorava letteralmente. Preda appetibile. Si: questo lei si sentiva. Stasera c'è una cena tra amici, a bordo piscina; vestiti pochi e assoluta informalità.

Si parlerà di libri, di sport e vacanze: problemi seri e lavoro possibilmente fuori dalla porta, per favore. Le amiche le hanno anticipato che tra gli invitati ci saranno tre o quattro bocconcini succulenti; tutti ottimi candidati alla carica di stallone, anche per una notte sola. Si, è proprio ora per lei di rispolverare i basics. Perché proprio non ne può più. Basta romanticherie. Vuole solo scendergli l’intimo a sorpresa, prendere in bocca un bell'uccello lungo e duro, lavorarselo di labbra e di gola, inghiottire il suo seme e poi farsi inculare, scopare e gridare. Le manca proprio gridare liberamente per l'orgasmo raggiunto. Ma finalmente stasera forse c'è una possibilità.

Anela già sentirlo pompare dentro di sé, con l'urgenza di svuotarsi, troppo la vuole sua. Desidera queste cose con tutta l’anima. Vuole solo fare l’amore: quello che fa male al culo e alla fica. E’ forse peccato mortale, per una donna sana? E dopo due chiacchiere e quattro risate di pausa dopo il primo riuscito amplesso - fantastica nuovamente - vuole mettersi di pancia, allargare le natiche davanti a lui e fargli capire chiaramente che brama prenderlo nuovamente ma stavolta nel culo: vuole letteralmente spompare un uomo e stordirlo, affascinarlo almeno per una notte intera, che poi si vedrà se la cosa proseguirà. Saprà drogarlo di sé. Lo sente.

E il giorno dopo al lavoro, occhiaie ma soddisfatta, vuole sedersi col culo che le faccia ancora male e brama ricevere il suo messaggio: “quando ci vediamo?" Si, si… non ne può più del rispetto e delle maniere gentili di tutti: vuole un uomo. Uno tosto, uno che la maltratti, che la faccia sentire nuovamente una cosa sua, da usare e che la faccia godere, godere, godere. Gli farà tutto ciò che lui vorrà. Stasera succederà, lo sente: è troppo tempo che non scopa e vuole qualcuno che le faccia dimenticare il passato, l'acqua che ormai non macina più. Lei è qui: viva, bellissima, affascinante e con una passera stupenda, calda, profumata, accogliente, ben rasata e… completamente inutilizzata. Ora è entrata in sala; ha visto le possibili prede ma immediatamente ha spostato lo sguardo verso il bordo piscina e ha deciso:
Ladies and Gentlemen, the winner is…

RDA
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NESSUNO HA CAPITO PERCHÉ ANDREA DELMASTRO SIA STATO CONDANNATO. VE LO DICO IO… LEGGETEMI
Facciamo ordine: il Sottosegretario Andrea Delmastro è stato condannato a otto mesi di reclusione per aver condiviso con un collega parlamentare dei documenti, il cui contenuto era già stato pubblicato dalla stampa, comunque non segreti.
Le informazioni riguardavano il terrorista anarchico inurrezionalista Alfredo Cospito, costretto a scontare con sentenza definitiva 23 anni in carcere (la Procura aveva chiesto l’ergastolo).
Cosa rivelava questo ‘non segreto’? Una conversazione tra il terrorista recluso (con il 41 bis, trattamento riservato a pregiudicati gravi) e alcuni boss della ‘ndrangheta.
Volete sapere il contenuto di tali ‘amabili��� conversazioni? I mafiosi chiedevano che le manifestazioni di solidarietà organizzate dagli anarchici a sostegno del lungo digiuno del terrorista Cospito, chiedessero l’abolizione del 41bis (il carcere duro) in modo che ne potessero beneficiare.
Pensate sia tutto qui? Vi sbagliate perché, colpo di scena, un’autorevole delegazione di quattro parlamentari PD, tra cui il Capogruppo alla Camera Debora Serracchiani e il responsabile giustizia ex ministro guardasigilli Andrea Orlando, si recano nel carcere di Sassari il 12 gennaio 2023 proprio a trovare Alfredo Cospito che ‘incidentalmente’ li fa incontrare con tre mafiosi suoi vicini di cella, l’artificiere della mafia Pietro Rampulla, il killer della ‘ndrangheta Francesco Presta e il camorrista Francesco Di Maio.
Successivamente a questo sodalizio l’ex ministro Orlando chiede in sostanza che venga tolto il carcere duro al terrorista.
Facciamo per un attimo il gioco degli specchi: una delegazione ai massimi livelli di FDI si reca in carcere per scopi umanitari a visitare un terrorista neofascista condannato a 25 anni di carcere e detenuto con il 41bis perché giudicato pericoloso mentre le piazze italiane sono messe a ferro e fuoco da gruppi extraparlamentari violenti che ne chiedono la liberazione. E con l’occasione incontra 3 boss mafiosi. Secondo voi la magistratura avrebbe aperto un’inchiesta e poi condannato un esponente di governo del PD per aver rivelato notizie sulla natura dei colloqui tra il terrorista nero e i mafiosi? O forse non sarebbero stati sbattuti in prima pagina per mesi i componenti della delegazione per un linciaggio mediatico perché collusi con il bombarolo stragista?
Ecco la questione, i terroristi per i Democratici non sono tutti uguali, se sono di sinistra, da sempre, devono avere il salvacondotto per la loro violenza, le aggressioni premeditate, le bombe, perfino quando condividono una strategia con la criminalità. Sono "compagni che sbagliano” come dicevano dei brigatisti rossi, fino all’omicidio Moro.
Questa novella assurda termina invece con il paradosso di una pubblica accusa che chiede in udienza la totale ASSOLUZIONE del sottosegretario Andrea Delmastro, ma il giudice - colpo di scena - decide d’imperio la sua CONDANNA.
Come si fa in questo scenario, con la sinistra divisa e inadeguata a svolgere il suo ruolo di alternativa di governo e bisognosa dell’aiutino delle toghe amiche (che non lo stanno certo lesinando), a non pensare a una sentenza politica? Su, dai!
Il governo è impegnato nella riforma quadro della giustizia ostacolata dalle correnti dei magistrati (anomalia tutta italiana), il Parlamento non è più in equilibrio rispetto al potere giudiziario dall’abolizione dell’immunità cui non è corrisposta nemmeno la responsabilità civile dei giudici… Praticamente la magistratura può colpire la politica ogni volta che vuole, se sbaglia intanto ha destabilizzato il sistema, qualche ministro si deve dimettere perché messo in croce dai media, governatori, sindaci e assessori finiscono direttamente in galera e saranno riabilitati dopo anni, con carriere ormai bruciate. I giudici che hanno cagionato con inchieste sbagliate e sentenze sospette terremoti politici non pagano mai, anzi, a giudicarli è un organo, il Consiglio Superiore della Magistratura, che viene eletto con i voti delle correnti di cui sopra, tutte concordi sulla conservazione del potere della loro casta. La Costituzione vorrebbe fosse un ordine dello Stato, ma è ormai diventata un potere autoreferenziale abilitato a conservare se stesso e soccorrere chi asseconda questa anomalia italiana. Le sinistre, appunto.
Questo è quanto.
Andare fino in fondo, riequilibrare i poteri, garantire il diritto dovere del Parlamento a riformare la giustizia e, soprattutto, prosciugare in fretta quella pozza maleodorante generata dalla sinistra dove si giustificano illegalità, violenza, arbitrio.
Un abbraccio ad Andrea Delmastro.
Fabio Rampelli
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Un mese in ospedale. Ricoverata in clinica per una operazione. Una noia insopportabile. Ma, per fortuna, c’era Alex. È stato così premuroso, così attento, sempre preoccupato di farmi compagnia e di non farmi mancare niente. Davvero….devoto.
Lo hanno notato anche le mie amiche. “Fortunata ad avere tuo figlio, si sta dedicando completamente a te in questo periodo…” ha detto qualcuna, guardandolo con lo sguardo affamato che, da donna, riconosco bene, quando è rivolto verso un bel ragazzo, aitante. Eh si, posso dirmi che posso davvero essere orgogliosa e considerarmi fortunata di avere Alex…
Oggi, finalmente, si esce. Non ne potevo più. Ho mandato Alex a prendermi i vestiti. Non vedo l’ora di liberarmi di questi orrendi camici e pigiamoni e poter finalmente tornare a vestirmi come si deve, truccarmi, mettere i tacchi. Alex mi ha portato quello che gli avevo detto, ma….
“Tesoro, ma mi hai preso delle calze?”
“Ehm, mamma mi hai detto tu, prendimi le calze, quelle color carne….”
“Si, tesoro, ma queste sono calze da indossare con il reggicalze, e il reggicalze non lo hai preso, …come faccio a metterle? Non stanno su senza….”
Sembra mortificato, abbassa il capo..”Scusa, mamma, ma che ne so io….ma, posso tornare a casa….”
“Non se ne parla! Non ti farai 50 chilometri ad andare e a tornare per il reggicalze. E rischierei di restare un giorno in più in questo orribile posto….No, ascolta, scendi giù in strada, troverai sicuramente una merceria e compramene uno….”
Torna dopo oltre un’ora. Con un bel reggicalze di pizzo tra le mani. “Carino, lo hai scelto tu?”
Sembra scocciato. Arrossisce…”Mamma! Mi hanno preso in giro in quel negozio…” “E perché?” “Ho chiesto, mi hanno domandato per chi servisse, e quando ho risposto ‘per mia mamma’ hanno cominciato a ridacchiare, a guardarsi tra loro e guardare me….Poi una mi ha detto ‘fortunata la tua mamma che ha un figlio che le regala reggicalze….ma siamo sicuri che sia tua madre?’ Io ho detto, certo che è per mia mamma, e loro quasi scoppiavano a ridere….E quando ho pagato la commessa, una signora della mia età, mi ha strizzato l’occhio e mi ha detto ‘fai i complimenti a tua madre da parte mia ….ha avuto davvero buon gusto…’
Oh povero cucciolo mio, penso, mentre mi racconta. Chissà cosa avranno pensato quelle donne. Forse che non era per la mamma ma per una amante matura…o forse hanno davvero pensato …a qualcosa di incestuoso….Mamma che manda suo figlio a comprarle il reggicalze….Che poi è esattamente quel che ho fatto, ma senza secondi fini …..
Ma ora che Alex mi ha raccontato e che lo vedo impalato e imbarazzato davanti a me, la mia natura da civetta prende il sopravvento.
“Non ci vedo proprio niente di strano che un ragazzo compri intimo per sua madre….non capisco proprio cosa avessero da ridacchiare …a meno che non abbiano pensato…..che eri tu a volermi regalare un reggicalze…per corteggiarmi! …..mmm, Alex, amore, sono ancora legata nei movimenti, saresti così tesoro da agganciarmi tu le calze al reggicalze?”
Alex, da rosso che era, sbianca addirittura. Ma lo guardo con un sorriso così amorevole….si inginocchia e con tutta la delicatezza di cui è capace mi sistema le calze e seguendo le mie istruzioni le fissa ai gancetti. Quando si rialza ha un po’ di fiatone, noto, ma non direi certo che è perché si è stancato!
Ripenso divertita a quella scenetta, mentre Alex guida riportandomi a casa. Ostenta di guardare la strada, ma in realtà mi accorgo chiaramente che appena guardo fuori dal finestrino mi sbircia le cosce. Anche perché non faccio nulla per coprirle….
A un certo punto prendo ad accarezzargli amorevolmente la nuca, a pizzicargli il collo con le unghie. “Grazie per tutto quello hai fatto in questi giorni per me, amore….” …ma sta quasi per andare a sbattere quando, dopo queste parole, gli metto una mano sulla coscia e gliela stringo forte.
Siamo a casa. Scarica la valigia dall’auto e la porta in camera da letto. Mi sento ..strana. Penso ancora a quelle tipe che lo hanno canzonato. Che c’è di male in una mamma che vuole sentirsi sexy? Che rende complice suo figlio? Che si fa sistemare le calze dal suo ragazzo? Che….
Gli metto le braccia intorno al collo. Lo guardo intensamente negli occhi. “Sei stato così dolce, così affettuoso, Alex..” “Mamma….” Risponde con un sussurro.
Sfioro le sue labbra con le mie. Gli sorrido. Lo vedo impalato, e allora avvicino ancora le labbra ma stavolta gliele lecco…..
Poi all’orecchio gli sussurro: “Però hai chiuso male i gancetti del reggicalze, amore, e mamma non può fare tanti movimenti…”
Lo allontano da me lo spazio necessario a far scivolare la gonna per terra. Poi mi vado a sdraiare sul letto, le gambe aperte. “Su, amore, non posso certo piegarmi….vienimi a sistemare il reggicalze….”
Dopo, con il suo viso stretto tra le cosce, gli accarezzo la testa e da sopra gli sussurro: “Adesso la mamma è tornata a casa ma è convalescente…ho bisogno di assistenza, amore, dovrai continuare ad occuparti della tua mamma…”
E soprattutto mamma è più di un mese che non fa sesso!
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Giornate Di Riflessione
C'è sempre l'uso di una parola che muta o che sostituisce: l'8 Marzo non è la Festa della Donna, ma è Giornata internazionale dei diritti delle donne, cioè un momento di riflessione sociale, culturale e politica su come agire e garantire l'importanza della lotta per i diritti delle donne, in particolare per la loro emancipazione, ricordando le conquiste sociali, economiche, politiche e portando l'attenzione su questioni come l'uguaglianza di genere, i diritti riproduttivi, le discriminazioni e le violenze contro le donne.
Non è quindi necessariamente il regalare un fiore splendido (la mimosa non muore senza i suoi fiori, la questione dei fiori recisi la spiegherò una volta) o andare a pranzo tra amiche (che è una cosa che si dovrebbe fare sempre), conseguenza della monetizzazione di ogni questione ormai. È l'occasione per una riflessione specifica e per un giorno "più centrale" di come arrivare agli obiettivi di cui sopra. Significa iniziare dalle cose più semplici, come l'uso di un linguaggio più attento, di piccole attenzioni che finiranno, spero, per cancellare degli usi non più accettabili, per arrivare a promuovere la parità di salari a parità di mansioni, le politiche indispensabili a sostegno di chi vuole avere una famiglia, al rispetto totale delle sua libertà di lavorare, amare, vivere. Significa dare spazio alle conquiste ma agire per tutte le altre, alcune davvero fondamentali, che ancora mancano.
Mi permetto però una piccola postilla volutamente sarcastica: fare ironia su tutti i tentativi, indistintamente, che mirano a queste riflessioni è un po' come sostenere che "tutte le donne non sanno guidare", cambia solo la questione generica di chi lo pensa. E non credo che l'obiettivo sia quello di somigliare ad uno che la pensa così.
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🐾 “Gunner voleva solo tornare a casa… ma nessuno lo ha ascoltato.”
Gunner non era un cane randagio.
Non era un cane senza casa.
Non era un cane abbandonato…
era un vecchio amico che amava la sua famiglia con tutta l’anima.
Aveva 13 anni, e anche se l’età a volte lo confondeva, il suo cuore enorme desiderava solo tornare nel posto a cui apparteneva.
La notte in cui si smarrì, vagò spaventato per strade sconosciute, guardando tutti con quegli occhietti stanchi che in silenzio chiedevano:
“Mi aiutate a tornare a casa?”
Il giorno dopo lo trovarono…
ma non furono mani amiche a raccoglierlo,
bensì funzionari del canile, dove nessuno chiese chi fosse, né aspettò per dargli una seconda possibilità.
Gunner non poteva spiegare che era un cane amato,
che dormiva ai piedi del letto dei bambini,
che a Natale riceveva un regalo sotto l’albero.
Non poteva dire che da cucciolo seguiva ovunque il suo padrone,
né che da vecchio sognava ancora una passeggiata al tramonto con chi amava.
Per paura, Gunner tremava e si faceva la pipì addosso…
non per malattia,
non per aggressività.
Solo per terrore, confusione e solitudine.
Sono bastate meno di 24 ore per decidere che la sua vita non valeva la pena di essere vissuta.
Meno di 24 ore per cancellare 13 anni di amore e lealtà.
Nel frattempo, a casa, la sua famiglia lo cercava disperatamente.
La sua mamma pubblicava foto sui social sperando in un miracolo,
i bambini chiedevano di lui ogni minuto,
e il papà percorreva tutte le strade per riportarlo a casa.
Hanno chiamato ogni canile, chiesto in ogni rifugio…
finché finalmente scoprirono che si trovava proprio lì,
dove mai avrebbe dovuto finire.
La mattina seguente, quando arrivarono per portarlo a casa,
non trovarono Gunner ad aspettarli,
non ci fu un ultimo abbraccio né un ultimo addio.
Trovarono solo una porta fredda
e la notizia che li avrebbe distrutti per sempre:
“Lo abbiamo addormentato ieri.”
Così, senza dare alla sua famiglia il tempo di ritrovarlo,
Gunner è morto da solo e spaventato,
in un luogo dove nessuno lo ha amato
e dove nessuno ha saputo ascoltare il suo cuore stanco e vecchio.
💔 Oggi alziamo la voce per Gunner
e per tutti quei cani che, come lui,
non hanno avuto la possibilità di tornare a casa.
Perché nessuna vita dovrebbe spegnersi in un angolo freddo,
prima di ricevere un ultimo abbraccio.
Perché ognuno di loro porta nel cuore un amore immenso
che merita di essere rispettato e onorato…
fino all’ultimo respiro.
Se questa storia ti ha spezzato il cuore come l’ha spezzato a noi,
condividila per sensibilizzare.
Per Gunner, e per tutti quelli che aspettano in silenzio che qualcuno li ascolti… prima che sia troppo tardi.😥💔

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viva dio per i miei amici e amiche, in grado di correre e stringerci assieme per compleanni e funerali, tavolate e banchi di chiesa. insieme sui treni, nelle macchine, a ridere a crepapelle e piangerci tra le braccia. le cose più vere sono sempre banali, per me la vita che conta sono loro.
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