#cardiochirurgo
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enos43 · 4 months ago
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Il congresso (Vittoria)
Il racconto fa parte del libro “Racconti e storie briosi”. Quaranta racconti e storie briosi nei quali le donne sono protagoniste, costruiti mixando fatti reali e immaginari, trasposti in tempi e/o luoghi diversi con personaggi reali e di fantasia. I racconti e le storie hanno una base di verità originale derivata da esperienze personali, di amici e conoscenti e da fatti di…
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hernestine · 3 months ago
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"Questa fotografia ha fatto il giro del mondo… e nessuno è rimasto indifferente."
Anno 1987. Un piccolo villaggio polacco chiamato Zabrze. Nella fotografia si vede un chirurgo seduto davanti a un monitor. Il suo volto è stanco, provato.
In un angolo dell'immagine, un assistente dorme esausto direttamente sul pavimento. Tutto questo accade dopo 23 ore di un complesso intervento di trapianto di cuore.
Davanti a noi non c’è solo una foto. È un vero miracolo.
Nella foto appare il celebre cardiochirurgo polacco Zbigniew Religa. Ha appena dato una nuova vita a un paziente a cui nessuno dava speranze.
Il paziente è un professore in pensione, Tadeusz Żytkiewicz, che aveva subito tre infarti e non riusciva più a camminare. I medici si erano rifiutati di operarlo: il rischio era troppo alto. Ma lui scrisse una lettera con tre semplici righe:
«Sono un professore. Il mio cuore è malato. La prego, mi aiuti».
Il dottor Religa gli rispose con parole altrettanto semplici:
«Per favore, venga».
Non si soffermò sull’età. Non cercò scuse. Prese la decisione di andare avanti.
23 ore di tensione. 23 ore sospesi tra la vita e la morte.
E — l’operazione riuscì.
Il professore visse altri 30 anni. Morì all’età di 91 anni, nel 2017, sopravvivendo al suo salvatore.
Il dottor Religa morì nel 2009. Aveva 70 anni. Ma anche dopo la sua morte, è rimasto nella memoria collettiva non solo come medico, ma come un uomo la cui mano sembrava guidata da Dio stesso.
Questa non è semplicemente una fotografia. È una testimonianza di fede nell’umanità, una speranza che ha sfidato l’età, le statistiche e il rischio.
E la cosa più importante è che questa storia ha un lieto fine.
Il professor Tadeusz, la cui vita era appesa a un filo, visse altri 30 anni, sopravvivendo al suo stesso medico.
Questa non è solo una vittoria medica, ma anche un trionfo del calore umano e della determinazione.
Credit al legittimo proprietario
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percival895 · 1 month ago
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https://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/43056845/iran-dietro-khamenei-sua-cricca-paese-quasi-normale/
Il punto è che il sistema iraniano è composto da due livelli. C'è un livello inferiore con la camera bassa Majilis (=Assemblea) e il presidente che sono eletti a suffragio universale, e il governo nominato dal presidente. Ma c'è poi una camera alta che si chiama Assemblea degli Esperti e che è pure eletta ma composta solo da religiosi, che elegge una Guida Suprema a vita che poi però può porre il veto alla loro elezione e nomina anche un Consiglio per il Discernimento dell'Interesse del Sistema e un Consiglio dei Guardiani della Costituzione pure tutti composti da religiosi. Non solo questi organismi religiosi sorvegliano gli organismi laici, ma mentre un laico non può farvi parte, in compenso un religioso può essere eletto a questi stessi organismi laici. E dal 1981 quasi tutti i presidenti sono stati appunto religiosi, a partire da Khamenei che nel 1989 alla morte di Khomeini passo da Presidente a Guida Suprema. Unici laici Mahmud Ahmadinejad, che fece però l’integralista appunto per sfidare i religiosi, ma fu alla fine da loro esautorato; e l’attuale, che è un cardiochirurgo, ed è considerato un riformista. Una differenza tra l’Iran e altri Paesi a democrazia fittizia come Russia o Venezuela è che qui c’è una effettiva competizione per le cariche elettive, e come è successo l’anno scorso può vincere il candidato in teoria meno conforme. Ma in pratica le candidature veramente dirompenti sono cassate, e comunque i laici contano pochissimo. Questo sistema è ripetuto anche in campo militare, appunto con la sovrapposizione tra Forze Armate e Guardia della Rivoluzione Pasdaran.
---- Tutto ciò suggerisce che l'Iran è un paese con una forma di governo unica, che combina elementi di teocrazia e di democrazia, ma con una forte influenza della religione nella politica e nella società. Preciso anche che Il clero sciita è un clero più "normale" del nostro perchè sono quasi tutti sposati con figli e si occupano di molte cose oltre che della religione (lavorano). Possono anche divorziare o scegliere il celibato.
In una società con il 95% di Sciiti e il 4% di Sunniti anche eliminando il controllo del clero non ci sarebbero grandi e improvvisi cambiamenti. Anzi come prevedibile i laici per opportunismo e demagogia sono stati e potranno essere anche essere più integralisti dei religiosi. Ed essendo meno vincolati alle scritture possono essere anche più pericolosi.
Il problema principale delle democrazie pure è che il sovrano non è realmente costituzionalizzato, cioè ha di fatto poteri assoluti. Esiste quasi sempre formalmente una costituzione (in Israele per esempio no) ma il potere politico può modificarla o interpretarla e quasi nessuno ha una corte costituzionale indipendente come in USA, Corte che è comunque nominata politicamente. In teoria i sistemi con qualcuno in grado di limitare i poteri politici dovrebbero funzionare meglio di quelli dove i politici hanno potere illimitato. Le monarchie costituzionali come quella inglese e le teocrazie democratiche come quella Iraniana sono tentativi più o meno riusciti di limitare i danni dell'assolutismo politico.
Ma il problema di fondo resta sempre che la gente crede di aver bisogno di un governo.
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alephsblog · 1 year ago
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Vedremo cosa ne pensano gli ayatollah e i guardiani della rivoluzione.
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maledettalogica · 2 years ago
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Centrali nucleari in Italia? No, mai! A prescindere.
Nei mesi scorsi si è ricominciato a parlare di centrali nucleari nel nostro paese. Oggi l'argomento non è più proponibile perchè non è più attuale. Oggi il dibattito politico è monopolizzato dal conflitto tra Israele e Palestina e, quando i mezzi di formazione vogliono concedere ai propri lettori e/o telespettatori una pausa, c'è l'attualità della legge di bilancio e altri argomenti più immediati. Ma, appena possibile, di sicuro tornerà attuale e, come negli anni passati, il povero cittadino sarà bombardato da argomenti pro o contro. Un premio Nobel per la fisica (che ne sa poco o niente di economia) dichiarerà che le centrali nucleari sono sicure. Un altro premio Nobel della fisica (che ne sa poco o niente di economia) ci dirà che non esistono centrali nucleari sicure. Seguiranno fior di economisti (che ne sanno poco o niente di fisica) che dimostreranno quanto si utile per l'economia la costruzione di centrali nucleari e altri economisti (che ne sanno poco o niente di fisica) che dimostreranno che alla fine una centrale nucleare non è poi così vantaggiosa per l'economia. E così via. In tutto questo, il povero cittadino ha la possibilità di fare una scelta giusta e ponderata? Parrebbe di no, ma non è detto che sia così.
Confesso che anch'io sono più interessato all'attualità e che, in questi giorni, mi piaacerebbe scrivere, e sicuramente lo farò, del conflitto tra Israele e Palestina. Ma non prima di aver spiegato il mio metodo e i principi che seguo per formarmi un'idea su un tema. Per questo, i miei unici strumenti sono due enti che sono completamente assenti nel sistema di formazione che ci forma tutti i giorni: La Realtà e la Logica. Uso questi due strumnti che, per quello che mi riguarda, sono indispensabili e cercherò di dimostrarlo.
Di cosa ha bisogno una centrale nucleare per funzionare? Sostanzialmente di tre cose: un edificio che la contenga, delle apparecchiature che la facciano funzionare e dei tecnici che siano in grado di usare le apparecchiature. E allora vediamo se noi abbiamo queste capacità e/o possibilità.
Un edificio che la contenga.
Vivo in un paese dove i prenditori, durante il terremoto dell'Aquila, si compiacevano, in telefonate che sono state intercettate, pensando agli affari che avrebbero fatto. Altre intercettazioni ci dicono che, durante il terremoto di Amatrice, c'erano altri prenditori che si sfregavano le mani pensando agli affari e agli utili che ne avrebbero ricavato.
Vivo in un Paese nel quale crollano i ponti e fanno vittime civili perchè non si fa manutenzione che, inevitabilmente riduce gli utili.
Vivo in un Paese nel quale una scossa di terremoto non tanto potente fa crollare un edificio scolastico. Ma non tutto l'edificio. Crolla la parte nuova che era stata costruita da poco su un edificio scolastico preesistente. E così via.
Le apparecchiature.
Vivo in un Paese nel quale un cardiochirurgo importante, primario alle Molinette, viene condannato perchè impiantava nei suoi pazienti valvole che sapeva difettose. Condannato ad un anno o poco più di reclusione e al risarcimento dei danni, è oggi pressochè irreperibile e si gode la vita con i soldi che dovrebbe versare ai pazienti danneggiati e che non hanno ricevuto e mai riceveranno un centesimo. Si vendono e si continuano a fabbricare presidi medici (valvole cardiache, protesi ortopediche eccetera) che si sono rivelate difettose ma che si continuano ad usare.
I tecnici.
Oggi, per fortuna, questo non è più un problema. Abbiamo un "Ministero del Merito".
Oggi, il figlio del famoso divulgatore scientifico diventa divulgatore a sua volta. Il figlio del famoso giornlaio diventa giornalaio a sua volta e così via. Mi colpì, negli anni passati, una vicenda di per sè piccola nel mare di scandali e scandaletti nel quale siamo costretti a nuotare. Se ricordo bene, in Liguria. Un ricercatore aveva copiato pari pari una tesi di laurea e l'aveva presentata come sua. Quando un anonimo giornalaio scoprì la cosa ne seguì il solito can can e la Direzione di quella struttura rispose candidamente che il loro era un ente privato e che, di conseguenza, non erano obbligati a prendere provvedimenti. E il ricercatore rimase al suo posto.
Terminato l'esame della realtà passo alla logica e mi pongo una domanda: "Data questa reltà cosa devo decidere? Posso affidare la mia vita e la vita delle persone che mi sono care a queste persone? A questi prenditori? A questi tecnici?". C'è una sola risposta che la logica mi consente: No.
Ecco perchè nel mio Paese non voglio centrali nucleari. Nè oggi, nè domani. A prescindere da qualsiasi altra considerazione.
twitter @Maledettalogica
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sbircialanotiziamagazine · 3 months ago
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giorgioconsolandi · 4 months ago
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Ricerca, cardiochirurgo Menicanti: "Policlinico San Donato capofila in studio CVrisk-It". Adnkronos - ultimora
(Adnkronos) – “Il Policlinico San Donato è un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico a riconoscimento cardiovascolare. L’attività dell’ospedale è rivolta per il 60% alla diagnosi e alla cura delle patologie del sistema cardiovascolare ed è uno dei pochi centri che riesce a coprire tutte le fasce di età, dall’epoca neonatale sino al grande anziano.   L’IRCCS Policlinico San Donato, da…
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muatyland · 5 months ago
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La baia dei ricordi: Jellyfish Cove di Jane Rose Caruso 
Mya Cox, rinomata cardiochirurgo di New York, conduce una vita dedicata ai successi della sua brillante carriera medica. Tutto cambia irreparabilmente quando uno dei suoi pazienti perde la vita durante un complesso intervento chirurgico. Profondamente colpita dal dolore e dal senso di colpa, Mya si ritrova ad affrontare una crisi esistenziale senza precedenti. Nel tentativo di fuggire da una…
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sidmjkgc · 6 months ago
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Ranieri: Se hai tra le mani un cuore
mia sorella: Sei un cardiochirurgo
Ranieri: Un giorno crollerrai
mia sorella: Eh se era il tuo si
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pier-carlo-universe · 6 months ago
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Attivato il nuovo ambulatorio di chirurgia delle aritmie ad Alessandria. Un approccio innovativo per la cura delle aritmie presso l’AOU di Alessandria
Un nuovo servizio per la salute cardiaca. L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria ha inaugurato un nuovo ambulatorio dedicato alla chirurgia delle aritmie, all’interno della Struttura Complessa di Cardiochirurgia diretta dal dottor Andrea Audo.
Un nuovo servizio per la salute cardiaca. L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria ha inaugurato un nuovo ambulatorio dedicato alla chirurgia delle aritmie, all’interno della Struttura Complessa di Cardiochirurgia diretta dal dottor Andrea Audo. Il servizio, coordinato dal cardiochirurgo Giulio Tessitore, offre trattamenti chirurgici all’avanguardia per pazienti affetti da aritmie come…
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alemicheli76 · 1 year ago
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Il blog presenta "Una gran brutta idea di Jeannine Colette, Hope edizioni. Da non perdere!
Ho sempre sognato di diventare madre, ma, dopo aver scoperto mio marito a letto con un’altra donna, ho creduto che quel desiderio non si sarebbe mai più potuto realizzare.Non avevo però messo in conto il mio miglior amico, Christian Gallagher: un bellissimo cardiochirurgo dagli splendidi occhi verdi che, a quanto pare, vuole un figlio da me… Quando, nel giorno del mio trentatreesimo compleanno,…
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isacopraxolu · 1 year ago
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Il cardiochirurgo Massimo Massetti: “come vorrei l’ospedale del futuro” #cardiochirurgo #tfnews #30marzo #massimomassetti
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Nuovo cuore artificiale potrebbe salvare 300 pazienti all'anno
Un nuovo cuore artificiale che potrebbe salvare, solo in Italia, fino a 300 pazienti in più all’anno, con un impatto enorme sui trapianti in campo internazionale. È il progetto a cui lavora da dieci anni il cardiochirurgo trentino Gino Gerosa, direttore dell’Unità operativa complessa di cardiochirurgia dell’Azienda ospedale-università di Padova e del Centro Gallucci di Padova.     Nato a…
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kritere · 2 years ago
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L’Italia vicina al primo cuore artificiale non temporaneo: “Entro 2 anni alternativa al trapianto”
DIRETTA TV 29 Dicembre 2023 Secondo il cardiochirurgo Gino Gerosa, direttore del centro Gallucci di Padova, tra due anni l’Italia avrà il primo prototipo di cuore artificiale non temporaneo. “Abbiamo i fondi, sarà alternativa al trapianto” Entra nel nuovo canale WhatsApp di Fanpage.it 0 CONDIVISIONI Tempo due anni e sarà pronto il prototipo del primo cuore artificiale completamente italiano.…
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sottosuolo23 · 2 years ago
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Pastorale americana
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Pastorale americana è un romanzo di Philip Roth scritto nel 1997 e che gli fece vincere il Pulitzer nell’anno successivo.
E’ il primo della trilogia di Zuckerman, protagonista dei romanzi e alter ego di Roth; poi arriveranno “Ho sposato un comunista” e “La macchia umana”.
Struttura del romanzo
E’ strutturato in 3 parti, ogni parte ha 3 capitoli. Le tre parti sono: “paradiso ricordato”, “la caduta”, “paradiso perduto”. Ha circa 450 pagine. Le tre parti evidenziano i tre atti del romanzo.
Personaggi
Nathan Zuckerman. Voce narrante, è l’alter ego di Roth. E’ un uomo in là con gli anni, scrittore, si è appena operato alla prostata e ha ricordi brillanti dello svedese alla high school.
Seymour Levov “lo svedese”. Protagonista del romanzo. Fin da ragazzo è stato “perfetto”; fisicamente era alto, biondo, robusto, bellissimo; riusciva in tutti gli sport senza particolare fatica; era gentile, educato, in gamba, altruista, era ammirato da tutta la scuola; poi diventa un imprenditore di successo, sposato con la Miss New Jersey.
Dawn Levov. Miss New Jersey (aspetto cruciale) e moglie dello svedese.
Meredith “Merry” Levov. Figlia dello svedese. Intelligente, vispa, molto testarda. Ha un unico difetto: la balbuzie.
Jerry Levov. Fratello dello svedese. Sempre in secondo piano rispetto al fratello maggiore. Sviluppa un carattere completamente diverso, molto tagliente e diretto. Diventerà il miglior cardiochirurgo della Florida. Divorziato 4 volte.
Lou Levov. Padre dello svedese, guantaio e ossessionato dai guanti e dall’industria dei guanti. Personalità ingombrante e netta. Conservatore nei modi, ebreo fino al midollo.
Rita Cohen. Ragazza misteriosa, amica di Merry, stessa età. Aiuterà lo svedese a ritrovare Merry.
Sheila Salzaman. Logopedista di Merry. Diventerà importante.
Contesto
Il romanzo è ambientato nel New Jersey, soprattutto a Newark e nei paesini attorno, tra gli anni quaranta e gli anni settanta.
L’ambiente culturale è quello bianco ebreo della classa medio alta. Come sempre, per Roth.
Si sente fortissimo il contesto culturale di due specifici periodi: intorno agli anni della guerra, quando Zuckerman e lo svedese erano all’high school e la fine degli anni ‘60 e inizio anni ‘70, quando oltre alle rivolte culturali e sociali, ci fu la guerra del Vietnam (che scatenò proteste violentissime), la crisi del Watertgate e i disordini a Newark, città dove i Levov hanno la fabbrica.
Intanto i tempi stanno cambiando, la società statunitense sta cambiando. Sono questi sconvolgimenti, questa confusione, questa ricerca di risposte che fa crollare tutto.
Trama
Prima parte.
Zuckerman ricorda la vita perfetta e il grande successo avuto da giovane dallo svedese. Incontra il fratello dello svedese, Jerry, e altri compagni al raduno del quarantacinquesimo anno della high school.
Nel frattempo lo svedese lo contatta, che emozione!, per fargli scrivere la storia di successo di suo padre; si incontrano, quella è una scusa, ma lo svedese non si sbottona e non fa altro che raccontare la sua vita perfetta.
Poi Zuckerman scopre che lo svedese è morto ma che, soprattutto, sua figlia è responsabile di un attentato terroristico in cui è morta una persona.
Seconda parte.
La voce in terza persona non si occupa più di Zuckerman. Ripercorriamo il dramma dello svedese. Una vita perfetta da ogni punto di vista che si interrompe con la tragedia della figlia. Merry una volta compiuto l’attentato si dà alla macchia e non viene più ritrovata. I Levov vivono con questo enorme e insondabile peso. Soprattutto lo svedese si chiede come sia potuto succedere.
Incontra per la prima volta Rita Cohen, ragazza misteriosa, che gli chiede oggetti di Merry da portarle in clandestinità e soldi.
Terza parte.
Continua il racconto dello svedese negli anni di scomparsa di Merry. Ogni cosa, pagina dopo pagina, crolla.
Alcuni temi
Zuckerman o lo svedese Il protagonista è Zuckerman, tecnicamente. Il libro lo apre lui raccontando dello svedese. Ma poi, con l’andare delle pagine, scompare sullo sfondo, non si rifarà mai più vivo. L’unico e solo protagonista è lo svedese. Roth avrebbe potuto impostare il romanzo in modo completamente diverso.
I colpi di scena So che un romanzo può non vivere di trama e che la trama non sempre è rilevante; conta spesso di più lo stile. Quando ho approcciato Roth mi aspettavo un maestro di stile senza trama, alla “Stoner” o alla “Rumore bianco”. Invece la trama c’è. O meglio, non è solo questione di trama: ci sono i colpi di scena e i capovolgimenti. Roth si dimostra maestro nel prendere il lettore alla sprovvista per sorprenderlo e colpirlo inaspettatamente. Sa che il suo potere è immenso ma è bravissimo a dosarne la forza: sa che potrebbe esagerare e destare ancora più stupore ma a discapito della coerenza e della credibilità, quindi si tiene al margine perfetto.
Ritmo Ha un ritmo stranissimo, esattamente come l’unico altro romanzo (grosso) che io abbia letto di Roth, La macchia umana. Il lamento di Portnoy è simile ma di un’altra categoria, è più fresco e leggero. Una dimensione quotidiana e reale. In questa dimensione ci sono fatti come il ritrovo degli ex alunni o il racconto della giovinezza dello svedese, o ancora il loro incontro. Non ci sono riflessioni particolari ma è un racconto descrittivo, puntuale, lineare. Una seconda dimensione introspettiva. Pagine e pagine di introspezione dello svedese che si dilania di dubbi e angosce. Sono pagine più lente, viscose, che vanno avanti anche parecchio e sembrano davvero non portare a nulla. Sono pagine necessarie perché Roth rende perfettamente i moti dell’animo umani. Una terza dimensione teatrale. Teatrale nel senso che in questa dimensione ci sono i racconti dei drammi: Merry che fa esplodere il negozio, lo svedese che incontra Rita Cohen, lo svedese che ritrova Merry, o anche la cena finale. Sono sprazzi di azione e dialoghi tragici, assurdi. Il ritmo cambia ancora e si fa più serrato, pur rimanendo dentro la testa dello svedese, con tutti i suoi dubbi e angosce.
Rita Cohen Il personaggio di Rita Cohen mi ha disturbato. Mi ha ricordato i personaggi disturbati di Dostoevskji in quanto ricercatori del male e manipolatori. La sua presenza esaspera lo svedese. Ma non ho capito se è reale o no, e anche questo è un tocco di genio di Roth.
È un bel romanzo? È bellissimo. Non riesco a capire se sia meglio della macchia umana o no però io cedo completamente davanti a libri simili di Roth. Densi di introspezione, di fatti umani, di colpi di scena.
È scritto bene? Ritengo Roth il miglior scrittore che abbia mai letto insieme a Dostoevskij. Sto elaborando cosa vuol dire "bella scrittura", al momento dico solo che Roth è precisissimo, puntuale, tagliente, gestisce benissimo il ritmo e usa le parole in modo magistrale.
Frasi/Stralci P 41 “Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e,dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di avere ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite…Beh, siete fortunati.”
P 69 “”Comunque, era tutto quello che avevo per non farmi sommergere dalla merda. -Merda? Che vuoi dire? -L’immagine che abbiamo l’uno dell'altro. Strati e strati d’incomprensione. L’immagine che abbiamo di noi stessi. Vana. Presuntuosa. Completamente distorta. Ma noi tiriamo diritto e viviamo di queste immagini.””
P 88 “Aveva imparato la lezione peggiore che la vita possa insegnare: che non c’è un senso.”
P 141 “Questa si chiama lustrina e quello si chiama palizzone e tu ti chiami dolcezza e io mi chiamo papino e questo si chiama vivere e l’altro si chiama morire e questa si chiama follia e questo si chiama piangere qualcuno che è morto e questo si chiama infermo, inferno pur ee semplice, e devi essergli molto legato per resistere, e questo si chiama sforzarsi-di-tirare-avanti-come-se-niente-fosse e questo si chiama pagare-il-prezzo-intero-ma-perché-in-nome-di-Dio?, questo si chiama vorrei-essere-morto-e-vorrei-trovarla-e-ucciderla-e-salvarla-da-tutto-quello-che-starà-passando-ovunque-sia-in-questo-momento, questo sfogo incontrollabile si chiama cancellare-tutto, e non funziona, sto perdendo la testa, troppo grande è la forza devastante di quella bomba…”
P 188 “E, nella vita di tutti i giorni, nient’altro da fare che continuare rispettabilmente ad avere l’enorme pretesa di essere se stesso, con tutta l0inta di essere, invece, solo la maschera di uomo ideale”
P 245 “Sì, siamo soli, profondamente soli, e in serbo per noi, sempre, c’è uno strato di solitudine ancora più profondo. […] Puoi cercare di tirar fuori tutto quello che hai dentro, ma allora non sarai altro che questo: vuoto e solo anziché pieno e solo.”
P 257 “Come potevano, i loro innocui difetti, aver contribuito a produrre questo essere umano?”
P 300 “La vita è solo un breve periodo di tempo nel quale siamo vivi. Meredith Levov, 1964”
P 304 “Nulla di tutto questo è vero. Cause, risposte chiare, a chi dare la colpa. Ragioni. Ma non ci sono ragioni. Merry è costretta a essere ciò che è. Come tutti noi. Le ragioni si trovano nei libri. […] Nessuno ne sa niente. Non è razionale. È il caos. È il caos, dall’inizio alla fine”
P 385 “Il cervello di tutti era dunque infido come il suo? E era lui l’unica incapace di vedere cosa stava macchinando la gente? Sgattaiolavano tutti qua e là come faceva lui, dentro e fuori, dentro e fuori, cambiando cento volte al giorno, ora intelligente, ora abbastanza intelligente, ora stupido come tutti gli altri, ora il più stupido bastardo che fosse mai vissuto?”
P397 “Sua figlia era una folle assassina che si nascondeva sul pavimento di una stanza di Newark, sua moglie aveva un amante che fingeva di scoparla sopra il lavandino della cucina, la sua ex amante aveva portato coscientemente la sua famiglia al disastro e lui stava cercando d’ingraziarsi suo padre spaccando il capello di quattro.”
P 410 “L’unica cosa a cui poteva aggrapparsi mentre la sua grande impresa che era stata la sua vita continuava a sfrecciare verso la distruzione: una cena. E alla terrazza illuminata dalle candele fece doverosamente ritorno, sempre portando con sé tutto ciò che non riusciva a capire”:
P 443 “Era una dote o una capacità che non possedeva. Non aveva, semplicemente, la combinazione di quella serratura. Prendeva per buono chi lanciava i segnali della bontà. Prendeva per leale chi lanciava i segnali della lealtà. Prendeva per intelligente chi lanciava i segnali dell’intelligenza. E fino a quel momento non era riuscito a vedere dentro sua figlia, non era riuscito a vedere dentro sua moglie, non era riuscito a vedere dentro la sua unica amante: forse non aveva neppure cominciato a vedere dentro di sé. Cos’era, lui, spogliato di tutti i segnali che lanciava? La gente, dappertutto, si alzava in piedi urlando: -Questa persona sono io! QUesta persona sono io! - Ogni volta che li guardavi si alzavano e ti dicevano chi erano, e la verità era che non avevano, non più di quanto l’avesse lui, la minima idea di chi o che cosa fossero. Credevano anche loro ai segnali che lanciavano. Avrebbero dovuto alzarsi e gridare: -Questa persona non sono io! Questa persona non sono io! - L’avrebbero fatto, se avessero avuto un minimo di pure. -Questa persona non sono io! - Allora forse avresti saputo come procedere tra quei segnali, tra le innumerevoli stronzate di questo mondo.
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sbircialanotiziamagazine · 8 months ago
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