#file: distaccata
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diinferi · 2 years ago
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LOCATION
[MAFIA LAND] ​An island theme park for gangsters, this place is supposedly one of the best in the world. While it may be fun, don’t forget that it is still run by the mob.
ORIGIN
[DROP-IN] The classic, you come in with what you buy and no identity.
PERKS
[UNASSUMING] You aren’t much of a threat, and your enemies can tell. Unless you’re brandishing your power, people won’t see you as a potential target to fight. Of course, if you’re blatantly showing your powers this couldn’t protect you.
[DISGUISE] Whether it’s a pair of elephant glasses or a moustache, your disguises pass better than they rightfully should. A simple clothing item change could fool most people, and as long as you stay in-character for your disguise you will likely be believed as intended for a long time so long as you don’t do anything that would go against character.
[INHUMAN STRENGTH] Something that seems to be underrated here, you can survive much greater falls than humanly possible, and spin massive ball and chains as if it were nothing.
[DYING WILL FLAMES] 
[CLOUD] ​Representing propagation, these flames can duplicate or increase the size of objects.
[MIST] Representing deception, these flames can be used to create realistic illusions.
[COMBAT] They do call you a Hitman for a reason jumper. You have your own, unreplicatable style of fighting, one that incorporates all of your other powers and skills in a flawless and devastating combination. Also comes with an endearing (or badass) catchphrase.
[VONGOLA INTUITION] Also known as “the power that can see through all” is a trait that has been passed down through the Vongola Family for generations, and now you too have such power! What this does is allow the user to see through almost any illusion, and in addition a general sense of whether someone is trustable from a glance. Someone experienced with this ability could even predict the enemies next moves!
[AMBUSH AND DEFENSE] You’re outnumbered, you’re outgunned, but you’re not outmatched. Even if you and your unit are facing off hundreds of foes, your combat and leadership skills grant you to the ability to outplan your opponents tactics, enabling you and your unit to turn the tides in an otherwise unwinnable battle. Of course, being true to the name this also works in the reverse, assaulting enemies that outclass you.
GEAR & SUPPLIES
[BOX WEAPON X2] ​While it doesn’t appear until later in the story, box weapons still do play an important part. Box weapons are small finger-boxes that have a single personal-sized item (or animal) within, that when activated unleash the content of the box and apply your flame to it, granting said item with the related properties. You can, if you wish import an existing animal/item to said box.
[RINGS X2] ​The “key” to opening a box weapon, each ring can be ignited by only a single element, save for Sky and Earth being capable of opening any box in their respective domain. While these rings are not very strong in terms of the amount and quality of flame released, they cannot be broken from channeling your flame through them. You get a single ring for each different kind of flame you possess.
[MONEY] Money:​ $250,000 USD in however form you want it!
[EXPLOSION!] ​Grenades, molotovs, you name it. You gain a cabinet that never seems to run out of mundane explosives.
[BOSS’S WHEELS] A high quality motorcycle or hoverbike that runs off of your dying will flames. For an additional 100cp you can import anything vehicle sized to this role instead.
COMPLICATIONS
[10 MORE YEARS] If you wish you could choose to stay here for 20 years instead of the default 10.
[PLOTBOUND] While otherwise you’d be able to ignore the plot and live freely, you can instead have yourself become intertwined in the main plot.
[GOTTA MAKE DUE] Your warehouse, and by extension everything in it is now off-limits for this jump.
[A DEAL GONE WRONG] You were in the mob yeah, but your so called “family” never treated you like their own, making you an outcast. Unfortunately you left said “family” in a way that greatly pissed off the boss, who now sends occasional hit-squads after you. Each time a squad is sent their power grows to some degree, to the point that your final confrontation with them would put them a severe threat.
FUTURE
[MOVE ON] 
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nicksalius · 8 years ago
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Insicurezza - Concentrazione - Rilassamento
Insicurezza – Concentrazione – Rilassamento
Datemi un consiglio che mi tiri un po’ su! – Non riesco in nessun modo a concentrarmi solo sulla respirazione. – Ho ancora forti dubbi sulla correttezza della mia pratica e spesso mi pare di entrare in una condizione che assomiglia più ad uno stato di coscienza alterato che non ad una vigile e distaccata attenzione. (more…)
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cresy · 8 years ago
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Puglia da amare Quotidiano d’informazione
Bitetto (Bari)
Notte d’estate nel borgo
In occasione della Notte di San Giovanni il 23 giugno 2017, organizzata dalla pro loco Juvenilia , nel Borgo antico di Bitetto in via 24 Maggio , traversa via Seristori 20 , si svolgerà la mostra d’arte di Anna D’Erasmo. Sarà ospite con le sue sculture il maestro Potenzieri Pace Giuseppe, la prof.ssa Santa Vetturi con il libro “100 VOCI PER AMATRICE E…” Puglia d’Amare Quotidiano d’Informazione nella persona della direttrice la scrittrice Crescenza Caradonna PUGLIA D’AMARE
VERNISSAGE   ore 19.00 NOTTE D’ESTATE NEL BORGO Via 24 Maggio trav. Via Seristori, 20 BITETTO (Bari)
OPERE  IN MOSTRA DI ANNA D’ERASMO
OPERA IN MOSTRA DEL MAESTRO POTENZIERI PACE GIUSEPPE
ARTICOLI CORRELATI SU: Maternità
  La semplicità della pittrice Anna D’Erasmo di Crescenza Caradonna
La donna Anna si confonde con l’artista in un mix che rende le sue opere fruibili ed apprezzabili da tutti coloro che le ammirano. Infatti la caratteristica che la contraddistingue è proprio quella di dipingere soggetti, luogi, o cose vicini alla quotidianità della gente che si immedisimano in essi. Ed ecco che nascono le tele dai nomi poetici  “Oltre lo sguardo”, “Ed è subito vita”, “Tutto l’amore che c’è”, “Oltre gli occhi verdi”, che ispirano subito poesia quella semplice, leggiadra, nella quale trionfa l’amore, il cuore e l’anima come protagoniste assolute di un dipingere legato alla sfera dei sentimenti emozionali. Autodidatta ma talentuosa la Pittrice, scrupolosa  e precisa, ha sviluppato da sola la propria cultura pittorica acquisendone con maestria, le tecniche basilari dell’arte riconoscibile nei suoi dipinti che certamente non l’hanno penalizzata ma spronata verso una ricerca più profonda ed intima delle sue potenzialità. Ed ecco che che nasce una poesia la mia, nell’osservare una sua tela nella quale rirovo tutta la dolcezza di una mamma che stringe al suo petto il piccolo nascituro: un vero inno di gioia ed alla vita che nasce tra fiori bianchi e semplici proprio come l’artista Anna D’Erasmo.
    ‘MATERNITÀ’
Sussurri d’amore come batte il tuo cuore stretto al mio petto candido pargoletto fragile accoccolato respiri nei miei respiri;
simbiosi materna è quel profuso amor di madre scambio amorevol gentile mentre ti stringi a me figlio
figlio mio amato nel giardino di una ninna nanna mai più dimenticata. di (Cresy )Crescenza Caradonna
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[email protected] INFO/CONTATTI Crescenza Caradonna
  ‘NOTTE D’ESTATE NEL BORGO’ Mostra personale di Anna D’Erasmo-Articolo a cura di Crescenza Caradonna Puglia da amare Quotidiano d’informazione Bitetto (Bari) Notte d'estate nel borgo In occasione della Notte di San Giovanni il 23 giugno 2017, organizzata dalla pro loco Juvenilia , nel Borgo antico di Bitetto in via 24 Maggio , traversa via Seristori 20 , si svolgerà la mostra d'arte di…
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matzan · 8 years ago
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Gli Amor e Pontremoli sono un binomio gustoso. Vi allego di seguito la ricetta che non è la ricetta perchè ognuno la conserva gelosamente in qualche cassetto senza rivelarla, i piu famosi sono quelli del Caffè degli Svizzeri http://www.aichta.com/
Gli Amor
Cosa serve Due uova intere, un etto di zucchero, due bicchieri piccoli di latte, una scorza di limone, un etto di burro, cognac, biscotti tipo ostie.
Come si preparano Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete il latte e cuocete a fuoco lento inserendo una buccia di limone. Appena la crema si è un po’ addensata, spegnete il fornello e lasciate riposare due o tre ore. Poi unite un etto di burro e un poco di cognac, frullate il tutto ottenendo una pasta abbastanza densa. Riempite piccole sfoglie, rifilando ai lati la crema in eccesso. Queste sfoglie si trovano in drogheria, in alternativa potete usare i biscotti tipo “marie” o preparare da voi dei biscottini molto sottili, tagliati a quadri di tre centimetri di lato.
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Vi allego di seguito il link e lo scritto di un sito che ho scovato e racconta in modo straordianrio l’esperienza Amor……… http://www.dissapore.com/mangiare-fuori/cose-lamor-e-lamor-dolcezza/
Ci sono dolci per i quali si va pazzi, altri che possono piacere leggermente meno, altri ancora, pochissimi, che sono talmente buoni da risultare trasgressivi. E quando si parla di perversioni gastronomiche, come ben sanno gli amici gurmé, ognuno ha le sue preferite. Mi trovo una domenica mattina a Pontremoli, nella ruvida e verdemetallico Lunigiana. Sono arrivato fin qui per il premio Bancarella della Cucina: c’è il sole, la gente, ma di libri nemmeno l’ombra. Sulla piazza principale alcune bancarelle propongono buone cose, birre, gelatine e formaggi di Piozzo, tonno di Favignana, salumi di Cinta senese, testaroli e funghi locali. Tutto però, poco coinvolgente, stanco, un po’ posticcio e fuori luogo.
L’avevo già programmato, ma non mi resta che riparare nel Caffè Pasticceria degli Svizzeri, proprio lì, sotto i portici, col suo aspetto leggermente fané, ma signorilmente accogliente complice il calore dei suoi legni liberty, originali del primo Novecento. E’ un periodo che mi piace, specie la domenica mattina, fare sosta in un bar, prendermi un po’ di tempo intorno a un caffè e a una pasta. Forse un tardivo tentativo di volermi bene, di concedermi un piccolo vizio. E non c’è niente di più vizioso di un “Amor”.
Cos’è l’amor… è la Ramona che entra in campo, e come una vaiassa a colpo grosso, te la muove e te la squassa. Sicuramente i sogni erotici di Vinicio Capossela non si riferivano a questi amor, anche se effettivamente i miei amor, gli amor dello Svizzeri, sono piccoli dolci lussuriosi: 2 quadrati di 3 centimetri di lato di cialda tipo biscotto frufru a a racchiudere una crema pasticcera, la cui ricetta centenaria sembra sia, è il caso di dire, elveticamente segreta, ma che di sicuro prevede uova, burro e cognac, forse amaretto o china, un po’ di polvere di pan di spagna, in un impasto molto denso, grasso e di gusto dolcemente persistente. Ci sono dolci così buoni e ruffiani che pretendono dedizione, obbligandoti a gesti furtivi spinti oltre la decenza, sul filo della vergogna. Tanto da farti guardare intorno, quasi a sincerarti che nessuno ti abbia visto assecondare una segreta libidine.
Infatti addentare un amor è faccenda estremamente complessa perché per quanto friabili, le cialde di wafer non cedono al morso. La conseguenza è che la crema esce, “squizza”, deborda, tracima morbida e sensuale senza colature. E’ con malcelata rassegnazione che ci si adopera per riprenderla, ripianarla, recuperarla con ogni mezzo, labbra; lingua; dita… velocemente, precisamente. Scandalosa cialda.
C’è chi li chiama àmor, chi amòr? Ritirando il pacchettino da portare a casa, chiedo quale sia la pronuncia esatta. “E’ lo stesso”, risponde la signora sbrigativa, svizzera, freddina e forse un po’ tediata. Non ne potrà più degli amor, penso io, quasi in un moto di incredulità finto-distaccata. Mentre mi lecco un dito decido di propendere per àmor, con l’accento sulla “a”, alfa privativo che precede “mores”, cioè regole, buoni costumi, moralità: dolci senza regole, senza morale, quindi. Scostumati, goduriosi, pimpanti… ahi, permette signorina sono il re della cantina…
      Gli Amor di Pontremoli Gli Amor e Pontremoli sono un binomio gustoso. Vi allego di seguito la ricetta che non è la ricetta perchè ognuno la conserva gelosamente in qualche cassetto senza rivelarla, i piu famosi sono quelli del Caffè degli Svizzeri
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        Treviso
detta anche la Piccola Venezia
per i suoi “Cagnani” che l’attraversano
    la Piccola Venezia Treviso
    Treviso chiamata, appunto, la Piccola Venezia, perché ha la caratteristica di avere molte sorgenti risorgive, sorgenti di acqua dolce di origine naturale, chiamate “Fontanassi”, nel dialetto trevigiano, che formano numerosi fiumi, il più importante è il Botteniga, che una volta oltrepassato le mura, si divide poi nei diversi rami, detti “cagnani”.
Il suo corso d’acqua principale è comunque il Sile, considerato il fiume di risorgiva più lungo d’Italia e d’Europa.
    Visitare la Piccola Venezia seguendo lo scorrere lento dell’acqua nei cagnani
    Piazza dei Signori, l’antica piazza delle Catene o della Berlina, dove veniva praticata la punizione della pubblica umiliazione, chiamata appunto “berlina“, è il cuore di Treviso, qui si trovano i palazzi dell’antica signoria trevigiana, lo stile dei palazzi, un po’ in tutta Treviso, risente l’influenza della Serenissima, la repubblica di Venezia, lo stile architettonico è quello classico che si vede in quasi tutte le città del Veneto.
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Scorcio della Piazza dei Signori con Palazzo dei Trecento e la loggia file sotto licenza Creative Commons di Didier Descouens
Palazzo del Podestà
    Piazza dei Signori
    Sul lato est della piazza sorge il Palazzo dei Trecento, risalente all’epoca medievale, intorno al XIII secolo, è chiamato così perché ospitava il Consiglio dei Trecento, il Consiglio guidato dal Podestà, più trecento signori trevigiani, amministravano in questo palazzo la giustizia, era chiamato anche “Palazzo della Ragione”.
Palazzo dei Trecento fu restaurato nel 1944, a causa di una grave distruzione causata dal bombardamento, si possono ancora vedere i segni del palazzo originale e di quello rifatto dopo il bombardamento.
Il palazzo, in mattoni a vista, si compone di due piani, al piano terra, la loggia con archi a tutto sesto, al piano superiore si trova il salone, illuminato da una serie di trifore, finestre divise verticalmente con colonnine in tre aperture.
Internamente sono conservati affreschi realizzati tra XIV e XVI secolo da artisti veneti e le pitture raffiguranti Madonna con Bambino ed i Santi Liberale e Pietro e Le quattro virtù cardinali, mentre su un lato della loggia si trova lo scalone che conduce al primo piano.
Sul lato nord della Piazza, si trova il Palazzo del Podestà con la Torre Civica, allora sede della Prefettura, oggi invece sede del Comune.
A ovest della piazza, sorge il Palazzo Pretorio, mentre a sud, la prima sede della Biblioteca e della Pinacoteca comunale.
    La Fontana delle Tette con la targa apposta in Calmaggiore al posto della fontana
    Poco distante, in via Calmaggiore, dove originariamente la statua era posta all’interno del palazzo Pretorio, si trovava, la Fontana delle Tette, dal nome curioso come la sua storia, fu realizzata nel Cinquecento a seguito di una forte siccità, dai suoi due seni sgorgavano vino rosso e vino bianco per festeggiare ogni nuovo Podestà, oggi però esce solo acqua, il manufatto autentico, seriamente danneggiato, è stato spostato in una teca sotto il portico del Palazzo dei Trecento, mentre la copia della scultura originale è collocata nel cortile di Palazzo Zignoli.
Poco distante all’incrocio tra via Martiri della Libertà e via Indipendenza, troviamo la Loggia dei Cavalieri, uno degli edifici tra i più rappresentativi del centro storico della Piccola Venezia, simbolo del potere politico assunto dai nobili nel periodo del Libero Comune, fu costruita durante la carica di Podestà di Giacomo da Perugia come luogo di convegni, conversazioni, giochi per la nobiltà, i Cavalieri.
Nel Quattrocento, la loggia venne chiusa con portoni e divenne magazzino, poi verso la fine del XIX secolo venne avanzata la proposta di demolizione e creare una piazza, poi un radicale restauro fu affrontato alla fine degli anni ‘80, durante le opere di restauro vennero scoperte porzioni di affreschi.
La struttura è in laterizio ad un unico vano con un lato chiuso e i rimanenti tre si aprono cinque archi, le colonne in pietra di sezione quadrangolare e capitello a piramide tronca, nel centro un’importante colonna in pietra d’Istria su triplice dado in pietra e mattoni con capitello a piramide tronca ad angoli smussati.
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La Loggia dei Cavalieri
La Loggia dei Cavalieri interno
    Il centro storico
    Il centro storico è parzialmente racchiuso da imponenti mura bastionate, con tre Porte monumentali che ne danno l’accesso.
Porta San Tommaso, è la più grandiosa delle tre porte, eretta nel 1518 dal podestà Paolo Nani, interamente rivestita da elementi decorativi in pietra d’Istria, riprende lo schema degli archi trionfali classici.
Porta Santi Quaranta, intitolata ai Quaranta martiri di Sebaste, i soldati cristiani che, durante la persecuzione di Licinio in Armenia, si rifiutarono di onorare degli idoli e furono per questo puniti con l’assideramento e il rogo.
La costruzione, in stile rinascimentale, è a pianta quadrata, la facciata verso l’esterno della città, è segnata da quattro pilastri incassati di pietra d’Istria, ad impreziosire gli spazi tra un pilastro e l’altro, oltre allo stemma del podestà Vendramin, vi sono quelli della città e del doge Leonardo Loredan.
Posto sopra l’arco centrale spicca il leone marciano, mentre si vedono ancora le tre fessure che servivano per il ponte levatoio, sostituito dall’attuale ponte in muratura.
All’estremità meridionale del centro storico si trova Porta Altinia costruita in mattoni a vista e con poche decorazioni in pietra, molto più sobria rispetto alle altre due porte.
La parte superiore, sagomata a forma di torrione con ampi finestroni sulle facciate interna ed esterna, mentre i fronti laterali presentano ancora i fori delle cannonate. 
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Porta San Tommaso
Porta Santi Quaranta
Porta Altinia
    La Piccola Venezia e i Cagnani che la attraversano
    Da nord il fiume Botteniga scorre a Treviso, dove viene deviato in tre canali attraverso il centro città, il Canale Cagnan, il Canale Buranelli ed il Canale Roggia, tutti questi canali, come d’altra parte in tutte le città attraversate da acqua, danno alla Piccola Venezia quell’aria di lentezza scandita dallo scorrere lento delle sue acque, le case affacciate sui Cagnani, ricordano molto quelle veneziane.
Tutti e tre i canali nascono al Ponte di Pria, in corrispondenza dell’ingresso in Treviso del Botteniga, da qui si diramano, quello a destra con il nome Cagnan della Roggia, passa sul retro dei giardini delle case di Via Filippini, poi passa sotto al ponte di San Cristoforo, in Piazza Trentin e fiancheggia la strada che prende il nome dal Cagnan.
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La mappa del percorso fluviale di treviso la Piccola Venezia
Il Ponte de Pria con le chiuse
Cagnan della Roggia
    Cagnan della Roggia
    Qui le case risalgono al XIII secolo, scompare, poi sotto le costruzioni dell’ex monastero di Santa Maria Nova e torna allo scoperto dietro all’ex Tribunale austriaco, da dove riceve le acque della sorgente attiva, nel cortile delle ex-carceri.
Prosegue lento, oltre il Ponte dell’Oliva in direzione dell’ex monastero delle Cappuccine e qui improvvisamente cambia direzione, passa sotto il ponte dei Mussolini, i moscerini, “mussatèi” in dialetto, da qui prende il nome di Siletto, costeggia i palazzi di via Manin, passa sotto il ponte di Corso del Popolo, passa accanto a via Zorzetto, sotto il portico delle Scorzerie dove si trovavano i laboratori degli “scorzèri“, gli addetti alla concia della pelle,per finire come gli altri cagnani nel fiume Sile.
    Il Canale Buranelli
    O Canal Medio, è la diramazione centrale del fiume, il suo tragitto passa posteriormente a Palazzo Rinaldi, dopo un primo ponte,dove le donne della zona, usavano lavare i panni, arriva nelle vicinanze della casa appartenuta al poeta Giovanni Comisso, per proseguire e passare sotto il ponte dei Buranelli, dove si trova tuttora un edificio cinquecentesco, dimora di commercianti provenienti dall’isola lagunare di Burano e dove tenevano anche il magazzino merci, da qui la denominazione del canale.
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Canal Buranelli
Il magazzino dei Buranelli sul canal Buranelli
  Più avanti, costeggia l’isolato in cui si trova l’antico ristorante Beccherie, qui si narra, sia stato creato il dolce Tiramisù, baluardo della tradizione italiana.
Questo canale, lungo il percorso, cambia in diversi nomi da Canal Buranelli, a Canal Beccherie per l’antico ristorante, poi dopo essere passato sotto via Martiri della Libertà, riappare, con il nome di Canale dell’Ospedale, sulla quale si trova l’ingresso dell’ex ospedale, ora sede distaccata dell’Università di Padova e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, costeggia l’attuale piazza Università e come tutti sfocia nel Sile.  
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  Cagnan Grande o Canale della Pescheria
    Nella Piccola Venezia, il Canale più largo e più “importante” è Cagnan Grande, ultima diramazione del Fiume Botteniga, come il Buranelli, passa posteriormente a Palazzo Rinaldi, per poi passare sotto il ponte di San Francesco e il ponte di San Parisio, qui lambisce l’isola artificiale della Pescheria, che  ospita il mercato del pesce cittadino, attraversa i “Ponticelli“, dove sopravvive ancora una copia di una ruota di mulino e dopo aver oltrepassato alcuni ponti confluisce nel Sile presso ponte Dante,noto come “dell’Impossibile“.
Una bella gita alla Piccola Venezia, non può, non effettuarsi lungo i Cagnan, le case, gli odori e le sensazioni che provocano questo lento fluire delle acque, fanno sì che ci si perda in epoche lontane, quando si udivano i canti delle lavandaie e i richiami dei pescatori, che mercanteggiavano il pescato.
Treviso ha tante cose da mostrare ma la Piccola Venezia, il centro storico della città è tutta una cosa a parte.
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  Piccola Venezia Treviso e i Fontanassi Treviso detta anche la Piccola Venezia per i suoi “Cagnani” che l’attraversano Treviso chiamata, appunto, la Piccola Venezia, perché ha la caratteristica di avere molte sorgenti risorgive, sorgenti di acqua dolce di origine naturale, chiamate “Fontanassi”, nel dialetto trevigiano, che formano numerosi fiumi, il più importante è il Botteniga, che una volta oltrepassato le mura, si divide poi nei diversi rami, detti “cagnani”.
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